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mercoledì 30 aprile 2008

La sfida

di Marisa Neri - Membro Direttivo USC

“Protagonista nella propria vita è colui che ha il proprio volto che è unico e irripetibile”
Luigi Giussani

Martedì 22 aprile ho partecipato al convegno organizzato dall’associazione Osla per la presentazione del progetto McKinsey.
Ho ascoltato con attenzione e senza alcun preconcetto. Mi è piaciuto molto sentire dall’Ing. Baldanza di McKinsey pronunciare premesse che assumono un valore molto rassicurante, come:
- Il progetto è stato elaborato nella massima libertà di pensiero che non è influenzabile.
- L’importanza di consolidare il progetto con il fare delle cose.
Concetti questi che catturano psicologicamente ed emotivamente in modo forte, mi sono sentita coinvolta e disposta con fiducia che si è raffreddata quando sono stati citati ad esempio dei loro interventi luoghi come: Dubai, Singapore, Inghilterra, Germania dell’Est, buoni per sottolineare la notorietà ed il prestigio della società proponente, meno buoni come esempio da importare.
Certamente sono molti gli spunti contenuti nel progetto McKinsey da prendere seriamente in considerazione e tali da imporci il massimo sforzo per tradurre le idee in opere, al fine di utilizzare le risorse di cui disponiamo per creare una ricaduta virtuosa sull’intero paese.
Prendere alla lettera tutto ciò che ci è stato illustrato diventa difficile. Come non andare con la memoria, nel momento in cui si prospetta un campo da golf, alle esperienze già praticate da altri: vedi Riviera Golf Resort Srl, attualmente in liquidazione e la cui documentazione è pubblicata sul sito www.asterimini.it.
Di casa da gioco si è parlato fino alla nausea, è ora di superare i pro e i contro all’infinito. Diamo alla cittadinanza l’opportunità di esprimersi, si informi che la volontà è quella di distribuire azioni di quel 49% di minoranza alle persone fisiche cittadine sammarinesi, in ragione di quote minime che impediscano i colpi di mano e che assicurino nel contempo un utile spalmato su tutti. Si promuova quel referendum che aleggia da tanto e la cui risultanza detterà in modo inequivocabile il proseguo.
Entro dicembre 2012 la creazione di nuovo collegamento Italia/San Marino. Di tutto ciò che ho ascoltato questa è la notizia più importante. Un paese che, come il nostro, può contare esclusivamente sulla Superstrada come arteria di scorrimento veloce, compromessa in modo irreversibile, è destinato all’isolamento ed al declino.
Ho manifestato in più occasioni da anni questa urgenza ed ora, per la prima volta, trovo una traccia di condivisione. Se ci voleva McKinsey per indicarcelo, sia il benvenuto.
L’esplorazione dei contenuti della proposta McKinsey è solo all’inizio. Il governo ed i rappresentanti della società che ha ricevuto l’incarico hanno fatto la loro parte, presentandosi pubblicamente nella ricerca di una condivisione di intenti e di contenuti.
Ora la palla passa al Paese, a tutti i cittadini in primo luogo, che devono riservare un po’ del loro tempo per cercare di capire quali saranno le modificazioni e le prospettive da cogliere.
Altrettanto deve fare tutto il comparto commerciale, ricacciando indietro la paura che porta per stare al sicuro a dire solo dei NO!
Ciò che spero è evitare tanto rumore per nulla e contestualmente avere come pensiero portante l’irrinunciabilità, come dice Don Luigi Giussani, ad essere protagonisti nella propria vita, mostrando il nostro volto di Paese unico e irripetibile. Diversamente diventeremo nessuno.

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martedì 29 aprile 2008

Ritrovo Lavoratori Serravalle, aggiornamenti

di Gastone Pasolini - Socio del Ritrovo Lavoratori Serravalle, Membro di Sinistra Unita

In un precedente mio articolo affermavo che aspetti come quelli legati alla vicenda Ritrovo di Serravalle/Fincapital non possono essere risolti col solito colpo di spugna. Così non è stato: il Congresso di Stato nella seduta del 7 aprile scorso ha approvato una convenzione che va a danneggiare in modo pesante la Fondazione. Ripercorro per sommi capi quanto accaduto.
Il 3 maggio del 1999 il Governo approva la convezione stipulata tra Ecc.ma Camera e Fondazione Ritrovo Lavoratori. Qualcosa non funziona. Tant’è che il 23 febbraio del 2004 il Congresso di Stato incarica l’Avv.ra di Stato, la Direzione Generale della Finanza Pubblica e il Presidente della Commissione di Controllo della Finanza Pubblica di procedere a una valutazione delle procedure legali e amministrative relative all’iter della pratica. Successivamente il Governo chiede alle Direzioni dell’Ufficio Progettazione e dell’A.A.S.P. di procedere alla verifica dei costi di costruzione dell’edificio. L’11 ottobre 2004 l’A.A.S.P. e l’Ufficio Progettazione inviano al Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente la relazione richiesta. Il costo di costruzione stimato dai tecnici A.A.S.P., diversamente da quello contabilizzato dalla Fondazione – con documento del 23.09.2004 – pari a 2.805.972 euro, ammonta a 2.009.000 euro.
Qui sorgono delle domande. Perché nella ristesura della convenzione non si è tenuto conto della differenza tra i due totali di costo? Perché l’Ecc.ma Camera paga a Fincapital più di quanto stimato dai tecnici A.S.S.P.? Di fronte a questi dati discordanti, perché non si è fatta luce attraverso il Tribunale o una commissione di inchiesta? Perché il Governo ha onorato un impegno verso una società privata a fine di lucro – v. Banca del Titano, costata alla collettività circa 15 milioni di euro – assunto da un governo precedente, benché la delibera fosse impugnabile? E perché, allo stesso modo, non onora l’impegno con la Fondazione? Perché nella ristesura della convenzione il Governo mantiene l’articolato che gli fa gioco e modifica in negativo quelle parti che riguardano il Ritrovo? Perché non si rispetta per intero l’articolo 6 della convenzione del ‘99 nel quale si affermava che la proprietà del piano primo sottostante sarebbe stata attribuita in via esclusiva al Ritrovo, sul quale non sarebbero dovuti ricadere oneri e spese di alcun genere? Perché nella nuova convenzione che dovrebbe andare a sanare le incongruità, s’insinua anche Fincapital, società estranea all’accordo tra Ritrovo e Ecc.ma Camera?
Come già ho affermato, ritengo che il Governo avrebbe dovuto onorare l’impegno. Ma non con la formula usata per Banca del Titano, che ha visto buttar via denaro pubblico. L’Ecc.ma Camera avrebbe dovuto pagare a Fincapital quanto stimato dai tecnici A.A.S.P. – più naturalmente gli interessi maturati. Non si può accettare che per chiudere la telenovela si debba pagare quanto chiesto dalla Finanziaria, penalizzando il Ritrovo. Se il Governo non ha forza e volontà necessarie per cambiare metodo, torno a suggerire che lo Stato paghi a Fincapital i 350.000 euro di differenza e che si appropri dei due negozi concedendone l’uso al Ritrovo.
Ricordo ai membri del Congresso di Stato che il Ritrovo dei Lavoratori non aveva chiesto la ricostruzione, ma la ristrutturazione dell’edificio; un edificio, che al contrario di quello attuale, aveva un piano fuori terra e una superficie calpestabile di 480 metri quadri. La demolizione/ricostruzione l’ha voluta e chiesta il governo di allora.
Si rispetti almeno quanto previsto dall’articolo 6 della convenzione del 1999. Questo è il minimo che si possa chiedere ad un Governo di cui fanno parte dirigenti socialisti e comunisti, oggi militanti nel PSD e in Sinistra Unita, espressioni di due partiti che dal 1945 al 1954 erano, assieme alla Confederazione Sammarinese del Lavoro, alla testa delle iniziative politico-associative. Voltare le spalle alla Fondazione significherebbe anche mancare di rispetto verso quei lavoratori, operai e contadini che con enorme sacrificio contribuirono alla costruzione del Ritrovo soltanto per avere uno spazio in cui socializzare, discutere dei problemi del Paese, del proprio futuro e di politica. Guardando a questa vicenda è davvero difficile riconoscere nei partiti di centro-sinistra traccia dello spirito solidaristico di quegli anni; e fa molto rumore anche il silenzio della Confederazione del Lavoro. PSD e Sinistra Unita sembrano non rappresentare più i valori ideologici di allora e neanche più quei valori espressione degli ideali del socialismo.
A questo punto ritengo opportuna una riflessione: suggerisco un incontro politico di maggioranza per una decisione definitiva e concordata che non penalizzi ulteriormente la Fondazione Ritrovo Lavoratori di Serravalle e che possa superare in modo positivo la soluzione che il Governo sembra volere adottare. Una soluzione che mi porta a dire – anche se a malincuore – che il Governo dimostra di essere forte con i deboli e debole con i forti.

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lunedì 28 aprile 2008

PSD e primo Maggio: uno ''strano'' augurio

di Marino Antimo Zanotti
Rinnovamento e Trasparenza

In questi giorni le poste stanno consegnando una cartolina a tutte le famiglie sammarinesi, raffigurante Charlot in «Tempi moderni».
La cartolina è del PSD (partito dei socialisti e dei democratici) in occasione del PRIMO MAGGIO e, come la nuova comunicazione insegna, molto sinteticamente afferma: «Sui diritti dei lavoratori non si può tornare indietro – il PSD guarda avanti».
Mi coglie un sorriso improvviso da paresi facciale, perché mi passano davanti agli occhi i ricordi di questi ultimi anni in cui il PDD+PSS=PSD ha tentato di dilapidare tutti quei DIRITTI conquistati con tante battaglie dalla SINISTRA e impunemente citati dalla cartolina.
Mi viene in mente tutto il percorso della Legge 131/2005 sulle politiche del lavoro, uscite dalla mente di dirigenti politici molto più “severi” degli imprenditori nei confronti dei lavoratori dipendenti, aiutati dal sindacato più retrivo e inconcludente della storia.
Ricordo bene i 3 NO di quel partito contro i referendum sul lavoro, per difendere i “contratti interinali” e quelli delle false consulenze senza diritto alcuno.
Ricordo l’avversione a difendere il potere d’acquisto perché legare gli stipendi alla variazione dell’inflazione tendenziale annua venne ritenuto patrimonio del passato. Così come combattere il lavoro nero giudicata affermazione pleonastica ma poi nulla si fa.
Ma non siamo più in campagna elettorale, quindi voglio usare il giudizio di alcuni lavoratori che qualche settimana fa hanno restituito la tessera, rinunciando anche alla contribuzione dello 0,40, lo farò con le parole di una lettera inviata al Segretario Generale CDLS, confederazione prossima al Congresso: « Il lavoro interinale (art.17) e i famosi co.co.pro. (art.18) sono tra le forme di lavoro più indegne di un Paese democratico, legate soltanto alla volontà di porre nelle mani dei datori di lavoro uno strumento che li agevola nel reperimento di manovalanza sollevandoli dall’onere della formazione, delle ferie, della malattia, ecc. … il caporalato legalizzato: un balzo indietro nel tempo di 50 anni!!!»

Caro PSD, è difficile guardare avanti dopo aver compiuto questi passi. Si rischiano le vertigini! È come trovarsi davanti a un baratro senza sapere da dove si è venuti.
Dimenticare le proprie origini è la causa maggiore del disorientamento di certa sinistra.

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venerdì 25 aprile 2008

Per chi suona la gran cassa

di Ettore Mularoni

Ho atteso una settimana per decidermi a scrivere questo comunicato stampa, perché mi fa sempre male parlare in maniera negativa della gente che vive e circola nel mio Paese. Ma ora mi sento in dovere di farlo perché è giusto che si sappia che razza di mascalzoni girano per le nostre strade. Venerdì 18 aprile u.s. eravamo tutti al teatro concordia di Borgo Maggiore in attesa di fare la prova generale dello spettacolo Locomix. Mancava solo la band musicale. I musicisti sono arrivati alla spicciolata. Arriva anche il batterista che comincia a scaricare dalla sua auto le molte parti di cui è composta una batteria. Aveva parcheggiato nella stretta, nascosta, via del fontanone, che costeggia il teatro concordia e stava facendo uso della scala che dalla via porta direttamente nella platea del teatro. Gli restava da portare sul palco solo la gran cassa della batteria. Il pezzo più grosso, pesante, molto pesante, e costoso. Il musicista la appoggia sulla buia strada in cima alla scala; accende l’auto; fa 50 metri; la parcheggia; ritorna e la gran cassa è sparita. Sono passati trenta secondi, al massimo un minuto da quando il pezzo è rimasto incustodito su una strada in cui non passa nessuno se non è del posto o non ha seguito la sua preda. Un pezzo che, come detto, ha un notevole valore economico, ma soprattutto affettivo per chi la possiede e ci lavora. Vergogna! Mi vergogno di essere sammarinese in certi frangenti. Si perché qui non si tratta di extracomunitari, qui è stato qualcuno che conosce bene la zona, è troppo nascosta per un ladro forestiero occasionale. E’ stata una pessima figura fatta agli occhi di chi viene da fuori i nostri confini per fare un servizio in una iniziativa in cui si cerca di valorizzare San Marino e l’essere sammarinesi. Il mio orgoglio di cittadino si è mescolato con un sentimento di profonda amarezza. Come ci siamo detti quella sera dopo l’accaduto “a questo punto a San Marino può succedere veramente di tutto” e non ci riferivamo ovviamente a cose di cui andare orgogliosi.

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Come passare dai sardoni all’aragosta

di Paolo Forcellini

Sentendo i commenti ed i pareri di chi ha avuto la fortuna di assistere alla presentazione fatta dall’Osla del piano McKinsey, non si può rimanere che affascinati e cominciare a sognare finalmente una San Marino nuova, una San Marino più vivibile e meta di un turismo da “nababbi” e non più di quel turismo che da sempre l’ha contraddistinta, quello del mordi e fuggi e dei souvenirs, che anche i vù cumprà sulle spiagge o lungo le vie spesso sono costretti svendere perché non interessano più a nessuno. Possiamo cominciare a chiudere gli occhi e vedere lunghe e lussuose auto dalle Aston Martin alle Ferrari dalle Bentley alle Porsche sfilare dinnanzi alla Porta del Paese, dove intanto il bar Giulietti e la Torretta sono diventati ritrovi da far invidia a quelli della quinta strada di New York, per recarsi chi alla sala Bingo , chi alle Slot Machine chi, accompagnato da donne affascinanti che sprigionano femminilità da ogni poro, in uno dei due Casinò previsti nel Centro Storico. Per chi non ama il gioco d’azzardo, eccolo parcheggiare l’auto davanti a qualche mega Hotel a cinque (o sei) stelle , dove poter dare una “radanata” al proprio corpo nelle attrezzate beauty farm. Per i giovani e meno giovani che amano lo sport ci sarà in territorio un campo da golf a 18 buche , tenuto sempre verde da un sistema di irrigazione che funzionerà anche in emergenza idrica, 18 buche costruite sui costosi terreni edificabili e non, che i proprietari per amor di patria avranno donato alla Ecc.ma Camera, perché il campo si potesse realizzare. Possiamo finalmente cominciare a sognare negozi stupendamente ristrutturati degni di una Plaze Vendome, che mettono in bella mostra abbigliamento, calzature, accessori, gioielli delle migliori firme mondiali, e le vie del Centro Storico gremite sino a tarda notte, di chi uscito dalle sale da gioco, vincente o perdente, con le tasche piene o vuote, fa quattro passi prima di coricarsi. Ma i sogni sono sogni e la realtà è quella che ci riporta per fortuna con i piedi a terra .
Nessuno dubbio sull’utilità e sulla grande professionalità con cui è stato redatto questo piano di risanamento di San Marino, come nessuno dubita della necessità di una immediata attuazione e di una ristrutturazione totale della Capitale e del rilancio del suo comparto commerciale e turistico. Un piano qualificato e non più rinviabile, che denota una ottima conoscenza della realtà Monegasca ma che purtroppo presenta qualche carenza su quella sammarinese. Un piano che se da un lato può essere condiviso nella maggioranza delle sue proposte, pur con le dovute correzioni e adeguamenti alla nostra realtà, non troverà molto d’accordo la stragrande maggioranza dei sammarinesi, quelli veri, quelli che della sammarinesità ne hanno fatto ragion di vita., sulla concessione di residenze facili o mirate che siano, che andranno ad incrementare la già alta densità di popolazione con gli annessi e connessi del nostro paese. No ! Quelle proprio non vanno giù , anche perché non si capisce perché un Americano o uno Svizzero o un Francese debbano scegliere una residenza a San Marino piuttosto che in Florida, Ginevra o sulla Costa Azzurra . Se poi a richiederla fosse un italiano per cercare di risparmiare quattro euro sulle tasse, aggraveremmo i nostri già deteriorati rapporti diplomatici con la Farnesina. Allora cosa servono tanti nuovi residenti ai quali poi si vorrebbe, da parte di qualcuno, dare diritto di voto anche se per ora, per le sole amministrative ? Non voglio neppure pensarci che potremmo un giorno arrivare a 50.000 residenti in Repubblica con 850 abitanti per kmq …dei quali soltanto il 50 % cittadini sammarinesi .Così sì che ci avvicineremmo alla realtà Monegasca !

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giovedì 24 aprile 2008

Un nuovo corso ambientale per un piccolo e fragile Stato

di Luciano Zanotti, Responsabile del Gruppo per le politiche energetiche del PSD

Il Consiglio Grande e Generale nella seduta di oggi ha approvato a maggioranza La legge in materia di “ promozione ed Incentivazione dell’efficienza energetica degli edifici e dell’impiego di energie da fonti rinnovabili in ambito civile ed industriale” che diventerà veramente operativa assieme ai suoi decreti entro l’autunno dando il via ad un nuovo corso ambientale per tutto il nostro paese. Sono passati oltre 3 anni da quando decisi di occuparmi del tema dell’energia rinnovabile a San Marino e oggi posso dire.. mi sembra ieri. In effetti questi tre anni, passati con impegno e tensione su argomenti nuovi, accattivanti e “utili” sono trascorsi velocemente e come responsabile del “gruppo Energia” del PSD assieme a tutte le persone che lo compongono, sono stati mesi di crescita e di confronto. In effetti è proprio grazie al gruppo di persone che hanno scelto di accompagnarmi in questa avventura ( primo fra tutti Emilio Della Balda) che siamo riusciti a stimolate interesse e a sollecitare azioni ed interventi nel tempo. Due conferenze pubbliche affollatissime, decine di riunioni cd articoli sui giornali, una petizione di oltre quaranta associazioni a favore dell’adesione ai protocollo di Kyoto, il coinvolgimento dell’ottanta per cento del panorama politico sammarinese su una dichiarazione comune sfociata in una delegazione mista governo/opposizione ricevuta in udienza dagli eccellentissimi Capitani Reggenti, hanno aiutato a sortire l’effetto sperato.
Parallelamente al nostro gruppo, altri hanno messo in cantiere iniziative e conferenze sui temi in oggetto, i giovani di Alleanza popolare. la Micologica, agenda 21, il circolo del sole, la Pubblica istruzione, Sinistra Unita, alcune istanze d’Arengo e conferenze mirate, tutti abbiamo richiesto a gran voce un cambiamento ed un adeguamento di San Marino verso temi divenuti ormai pressanti e non piu’ rinviabili. Oggi a distanza di tre anni e dopo varie crisi ambientali che hanno riguardato l’acqua, e smaltimento dei rifiuti, è sicuramente questo il modo migliore per festeggiare ed unirsi agli altri 180 paesi del mondo che il 22 aprile scorso hanno festeggiato “la Giornata della Terra” con iniziative a livello planetario.
Un unico rammarico mi ha pervaso al momento della votazione quando 33 voti a favore e 22 contrari hanno delineato una strumentalizzazione politica anche di temi così strategici e determinanti per il nostro futuro, e pensare che come gruppo sulle politiche energetiche del PSD avevamo fatto di tutto per coinvolgere, ascoltare, integrare ogni emendamento pervenuto a nostra conoscenza. Gli stessi partiti e le rispettive Segreterie competenti hanno poi impostato al piu’ ampio confronto tutta la preparazione della legge stessa.
A quanto pare ciò non è bastato ci siamo dovuti accontentare di una approvazione a semplice maggioranza,... pazienza!
Recependo le due iniziali istanze d’Arengo del 2004, il forte impegno assunto dalle due segreterie competenti (industria e territorio) ha dato vita ad un importante studio coinvolgendo l’università e la giovane ETAMAX che ha prodotto un completo Piano Energetico Nazionale, primo nella storia di questo paese.
Oggi, questo progetto di legge dà il via ad un percorso progettato nel disegno politico generale che vedrà San Marino crescere fino al punto di diventare un esempio di Paese Verde a emissioni zero.
Un sogno? forse, ma oggi sappiamo che potrebbe essere possibile, basta solo che la gente di San Marino colga l’occasione, si riconosca nel progetto e faccia tutti quei piccoli passi necessari per incamminarsi verso quella condizione. La legislazione deve accompagnare questa volontà della gente e non viceversa, condizionarne le scelte, obbligandola. Solo cosi vi sarà una vera e consolidata presa di coscienza tale da innescare il cambiamento. E allora potemmo parlare di acqua, di smaltimento dei nostri rifiuti, di trasporto elettrico o a idrogeno, e assieme trovare le soluzioni piu’ idonee al nostro piccolissimo e fragile Stato!

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Progetto McKinsy e partecipazione

di Erik Casali

Ieri, dopo aver visto presentare da Osla al pubblico, nelle sale del Kursaal il progetto McKinsey, dedicato al rilancio del commercio e del turismo, devo rimarcare l’assenza di Usc e di Usot inopportunamente e senza alcuna giustificazione tenute fuori dalla presentazione di un progetto che coinvolge tutto il paese, ma che coinvolge soprattutto commercianti ed operatori del turismo, senza che questi fossero partecipi. Una cosa strana, bizzarra, che fa pensare, visto che OSLA rappresenta in minima parte i commercianti ma sicuramente altre categorie, che hanno altri interessi, sicuramente diversi di chi vive di turismo. Balza agli occhi di chi è attento che la spinta viene da imprenditori che hanno interessi di vario tipo, che spesso nulla hanno a che fare col progetto McKinsey per il paese. Questo rischia di sminuire le accalorate parole dette ieri dal Segretario Stolfi, che ha ben sottolineato lo stato dei fatti e le cose da fare, parole che rischiano di perdersi se il Governo si farà sfuggire di mano le redini del progetto McKinsey, sotto le spinte interessate di speculatori che da oltre un ventennio imperversano sulla repubblica, sotto la spinta di gente che ha avuto tutto, senza alcun merito e non pare mai sazia. Il Governo ha sbagliato a permetterlo e Osla ha sbagliato nel farlo e, mi auguro, in buona fede, nel volersi mettere in prima fila nella vetrina di un progetto che richiede il massimo coinvolgimento possibile da parte di tutti, e che se partirà vedrà coinvolti soggetti per i quali la buona riuscita del progetto stesso può voler dire vivere o morire. Se il progetto serve a tutto il paese, nessuno può tenerlo a battesimo, vantando una paternità che di fatto non può avere. Mi auguro che ci sia una prossima vera presentazione, e che sia organizzata congiuntamente da Associazioni e con il Patrocinio delle Segreterie di Stato, come è stato fatto ieri, magari di fronte ad una platea gremita, trepidante e non una sessantina di persone, di cui ben pochi erano commercianti. Lo merita il lavoro della McKinsey, lo merita il Governo che ha commissionato il tutto, lo merita il paese che ha bisogno di fare, lo meritano soprattutto coloro che nel commercio e nel turismo hanno dedicato la loro vita e che ci credono da sempre.

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Territorio, ambiente e qualita' della vita

del Gruppo di Coordinamento del PDs

Tutti noi al giorno d’oggi siamo nelle condizioni di capire come lo sviluppo economico non solo non sia in contrasto, ma possa e debba sposarsi con la qualità della vita. Troppo a lungo crescita economica e salvaguardia dell’ambiente, espansione urbanistica e tutela del patrimonio artistico, sono stati pensati come valori contrapposti, come se l’uno fosse una minaccia per l’altro.Invece, oggi abbiamo compreso che quei valori sono tali solo se promossi insieme. Lo sviluppo contro l’ambiente non è sviluppo.
Ma anche viceversa: una difesa dell’ambiente che si riduca alla moltiplicazione di vincoli e veti contro la crescita è sterile e perdente. Un nuovo ambientalismo, un ambientalismo positivo, un “ambientalismo del fare”, come lo abbiamo chiamato, inserito in una nuova cultura della sostenibilità e della qualità della vita, può diventare un formidabile volano di sviluppo. Prendiamo il sole: non è solo un’alternativa al petrolio per la salute della Terra, ma uno dei principali traini della crescita di domani. Questa è la modernità che ci piace. Quella che unisce l’incremento del Pil alla qualità della vita e alla tutela della natura. In un mondo che si va facendo sempre più piccolo, nel quale miliardi di donne e uomini si vanno finalmente affacciando da protagonisti del nuovo contesto globale, San Marino può riservarsi un ruolo importante solo se saprà e vorrà nutrire l’ambizione di puntare al primato nello sviluppo di qualità. Il territorio e l’ambiente sono per tutti noi un patrimonio prezioso, da trasmettere integro e valorizzato alle prossime generazioni.
La qualità della vita deve diventare il riferimento centrale delle grandi scelte sul futuro di San Marino, intorno alle quali costruire il vero progresso qualitativo ed economico.

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martedì 22 aprile 2008

Meno verde

di Raniero Forcellini - Associazione Micologica Sammarinese
Gli alberi non sono mai considerati e vengono regolarmente tagliati quando sono di intralcio allo sviluppo economico, per la viabilità e per la speculazione edilizia.
Nella zona di Dogana-Serravalle, lungo l’asse della superstrada, sono ormai spariti e non ha più senso tenerli visto poi che il Paese dovrà essere “montecarlizzato” nei prossimi anni.
Ormai l’obbiettivo da raggiungere è: più cemento, più traffico e meno verde. Alla faccia del “Protocollo di Kyoto” a cui, fortunatamente, San Marino non ha aderito e ben venga invece il “Protocollo MC Kinsey” con casinò, alberghi e negozi di lusso, beauty-farm, eventi mondani, residenze di lusso per vip e ricconi, collegamento con l’autostrada, migliaia di nuovi posti di lavoro e tutto quello che ne consegue!
Noi invece non smetteremo mai di dire che il patrimonio arboreo ha un grande valore ambientale e abbattere alberi consentirà di avere un maggior carico inquinante dovuto al mancato assorbimento dei gas tossici provocati dal traffico. La pessima qualità dell’aria aumenterà ancora di più e aumenterà pure l’impatto delle aree urbanizzate che gli alberi, in qualche modo, possono mitigare. Le alberature, di qualsiasi tipo (oggi si tende a fare del “razzismo” e giustificare abbattimenti di essenze non autoctone o perché “sporcano”), non dovrebbero essere toccate perché distruggere il verde andrà a discapito della nostra salute e consentirà di aumentare le emissioni di CO2. Abbattere poi alberi adulti con la scusa la giustificazione che saranno sostituiti (quando poi non li sostituiscono quasi mai) da nuove piantumazioni è veramente una bufala in quanto lo sappiamo benissimo che ci vorranno decenni per riavere una massa arborea come quella esistente.
In questi giorni stanno trasformando in un parcheggio l’area esterna del “Factory” a Ponte Mellini, dove prima c’erano alberi, sicuramente non autoctoni. Negli anni ‘60 quando costruivano insediamenti produttivi li circondavano di alberi. Va a finire che erano più intelligenti di noi che tanto ci vantiamo di essere nel terzo millennio!
Ci giungono segnalazione da cittadini come quelli di Fiorina dove un’area verde (lotto edificabile) con querce ed altre alberature sta per essere distrutta per far posto ad una palazzina di dieci appartamenti. Altri abitanti a Cà Marozzo di Serravalle sono preoccupati perché un filare di querce, essendo in mezzo ad una lottizzazione, sta per essere circondato dal cemento e dall’asfalto.
Ci giungono voci di possibili abbattimenti anche sullo Stradone e all’ingresso della Seconda Torre. Da anni accusiamo i governi della mancata applicazione della “Legge Quadro sulla Tutela Ambientale” approvata nel 1995 che in qualche modo avrebbe potuto tutelare alcuni aspetti naturali e verdi del territorio. Purtroppo tutti, di centro, di sinistra, di destra, di sopra e di sotto, se ne fregano e continuano a sostenere, senza ragionare, che è meglio sacrificare un po’ di verde piuttosto che del cemento, a danno della comunità e a beneficio di privati e degli immobiliaristi-speculatori.

Raniero Forcellini
(Associazione Micologica Sammarinese)

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Il censimento del mattone

di Augusto Gasperoni - Aderente Sinistra Unita

Nelle settimane scorse il Governo ha accennato alcuni risultati molto preoccupanti sul censimento edilizio. Un censimento di cui bisogna dare merito all’Esecutivo dato che se ne parlava da molti anni e nessun Governo lo aveva realizzato.
Mi auguro che al più presto il Governo faccia un’esposizione più completa ed approfondita di tutti i dati emersi, per aprire un dibattito politico all’interno del Paese, per comprendere quali siano le prospettive di questo comparto e gli interventi legislativi necessari.
Nel programma di questa maggioranza sono previsti interventi legislativi come: il nuovo piano regolatore, la legge sul catasto, la riforma tributaria, mentre il Governo da tempo parla d’interventi stralcio come varianti di PRG e quant’altro, ma è dai risultati di questo censimento che si deve partire, vedere se l’attuale costruito è sufficiente, se è utilizzato adeguatamente e, se alle esigenze che provengono dal settore produttivo, sarà possibile dare risposte utilizzando gli immobili esistenti.
Certamente i 24.000 appartamenti di cui 8.000 inutilizzati emersi da questo censimento sono dati davvero allarmanti, credo che tutte le persone di buon senso e non mi riferisco solo ai politici, alcune domande se le dovranno porre, ad esempio:
Per quale ragione si continuano a rilasciare concessioni per nuove costruzioni visto l’esubero emerso? Se è vero che l’attuale PRG ha un potenziale per la realizzazione di altri 7000 appartamenti, dove si vuole arrivare? Sono davvero tutti capitali sammarinesi quelli investiti in milioni di metri cubi vuoti? Chi ha investito in questi immobili quale profitto avrà se non riuscirà a venderli, visto che rispetto il numero di abitanti abbiamo appartamenti per almeno il doppio? Come farà la politica a bloccare tute le spinte provenienti dai proprietari di questi immobili, quando lei stessa ha rilasciato queste concessioni? Ma davvero qualcuno pensa di concedere residenze a tutti coloro che dimostreranno la capacità economica per acquistare un appartamento? Se si concederanno residenze a pioggia quali costi e quali rischi per il futuro, considerando che tutte queste persone conseguentemente acquisiranno l’accesso gratuito a molti servi come la sanità, i servizi sociali, ecc? Se molte infrastrutture come: la viabilità, le scuole, le reti per la distribuzione delle energie, ecc., sono sfruttate quasi al massimo della loro potenzialità oppure già insufficienti, quando si progetterà di potenziarle, dove si troveranno gli spazi necessari e con quali finanziamenti?
Sicuramente questo piccolo territorio non ha le risorse naturali per offrire una vita dignitosa ad un numero di abitanti al di sopra di quello esistente, già oggi la qualità della vita non è delle migliori.
Certamente non c’era bisogno di aspettare il censimento edilizio per rendersi conto dello scempio ambientale che questo limitato territorio sta subendo da anni, e mi auguro che non sia vero quanto si sussurra sul fatto che anche questo Governo voglia lasciare un segno al pari dei suoi predecessori, e che abbia in cantiere progetti per continuare a massacrare questo lembo di terra.
La cosa che mi fa più rabbia, è che le conseguenze di tutto questo disastro le subiranno maggiormente le generazioni future senza averne alcuna responsabilità, la maggior parte di loro saranno costretti ad acquistare un appartamento in edifici a nido d’ape, con tutti i problemi di civile convivenza che questo tipo di costruzioni creano, ed a San Marino non vi erano ragioni se non quelle puramente speculative, di costruire in questo modo.
Oggi però il problema non è solo ambientale, e la politica assieme a tutti i cittadini dovrà agire adeguatamente, facendo scelte radicali per respingere le pressioni degli speculatori, con provvedimenti legislativi rivolti all’interesse dell’ambiente e per garantire il futuro a questa piccola Repubblica.
La politica deve ritornare ad avere il primato e non essere più vittima, “consapevole”, delle lobby affaristiche, e noi come SU ci stiamo mettendo il massimo delle nostre forze, allo stesso modo sarà indispensabile che ogni singolo cittadino si impegni per un vero cambiamento, perché solo con l’impegno di tutti potremo davvero avere prospettive per un futuro diverso.

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venerdì 18 aprile 2008

Aborto? Sarebbe meglio poter scegliere: no, grazie!

Un recente comunicato stampa di Sinistra Unita si rallegrava con una risoluzione approvata al Consiglio d’Europa in merito alla legalizzazione dell’aborto nei Paesi aderenti. Interrogato in merito da un giornale locale il nostro Segretario di Stato alla Sanità ha risposto che “i tempi sono maturi per affrontare l’argomento anche a San Marino”.

Non posso dargli torto, ma il problema è “come” affrontarlo?
La risoluzione su citata è passata col voto favorevole del nostro (unico) rappresentante Alessandro Rossi, il quale aderisce al gruppo UEL (Unified European Left). I voti favorevoli sono stati 102, quelli contrari 69, 14 gli astenuti. Il gruppo dell’UEL ha votato integralmente a favore della risoluzione, quello dei Socialisti quasi integralmente a favore, la maggioranza dei Popolari e quella dei Democratici invece si è espressa contro; fra il gruppo dei Liberaldemocratici molti voti a favore, molti contro ed alcuni astenuti.
Va detto che il contenuto della risoluzione è fortemente ammorbidito nei termini più precisi della questione, e non si tratta ovviamente di una richiesta ai Paesi che non consentono l’aborto di allinearsi. Trattandosi di un problema molto vasto e delicato, e soprattutto eticamente sensibile, la risoluzione propone sostanzialmente di evitare i danni procurati da una legislazione carente o assente. Adeguarsi, quindi, alla risoluzione europea non vuol dire espressamente aderire alle istanze abortiste tout-court, bensì evitare anzitutto che la piaga dell’aborto clandestino o quella del turismo abortista si sviluppi in Paesi civilizzati come i 47 membri del Consiglio d’Europa.
Giusta preoccupazione, quindi. Ma attenzione. Se anche a San Marino volessimo accogliere il principio che la non legalizzazione vuol dire principalmente un’istigazione all’aborto clandestino o al turismo abortista, non per questo la normativa dovrebbe facilitare e rendere eccessivamente accessibile a tutti la pratica dell’interruzione di gravidanza, con eccessi di leggerezza e facilità. Anzi, a mio avviso, l’occasione di una legislazione in materia potrebbe finalmente creare le condizioni per sancire che nessuna donna deve essere obbligata ad abortire ma neanche punita perché rifiuta la maternità, e che tutti dobbiamo fare il possibile affinché la libertà di scelta sia indirizzata chiaramente verso la vita, per la libertà di non abortire e per la libertà di nascere. Basterebbe infatti applicare almeno queste tre regole fondamentali: nessuna donna può essere obbligata ad abortire; nessuna donna può essere punita perché rifiuta la maternità; tutte le donne devono essere libere soprattutto di NON abortire.
Ma in che modo possiamo garantire, a termini di legge, questi tre elementi fondamentali?
La donna incinta deve diventare un soggetto sociale privilegiato, e bisogna investire adeguate risorse a favore di chi decide di non abortire, anche in casi di emergenza sociale. Chi decide di non abortire, pur avvertendone il bisogno, deve essere salvaguardato attraverso la cura, l’affetto e la promozione della solidarietà sociale e pubblica, e chi invece chiede di fare aborti per ragioni considerabili effimere, la legge, ma soprattutto la cultura del tempo, non deve ingannare le donne e i maschi che preferiscono lavarsene vergognosamente le mani e deve convincerli che l’aborto non è un metodo contraccettivo, ma è in definitiva l’eliminazione della vita, quindi la negazione del futuro di una persona e della stessa società, oltre che l’annullamento della morale civile, sociale, e – per chi ha fede – religiosa.
Una scelta laica, come si direbbe oggi, “pro life” deve emergere chiaramente da una legislazione su questa delicatissima materia, altrimenti sarà meglio lasciare le cose come sono e rischiare di diventare gli ultimi bigotti e medievali europei, che pur sempre mantengono fermo il principio etico della salvaguardia della vita.

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Ambrosetti e le forche

di MarcOne

Direttore, ho letto le recensioni stampa sulle dichiarazioni rilasciate da i presunti nuovi disegnatori del futuro di questo paese e posso solo dire che San Marino può fare a meno di forcaioli e neodipietristi dell'ultima ora che di San Marino non sanno nulla. Ambrosetti ci viene a raccontare cosa dobbiamo o non dobbiamo fare, ma quel che peggio è: "quando...ci sono evidenze oggettive di colpevolezza bisogna impiccare qualcuno..." riferendosi al caso Asset Banca che non ha esistato a definire "una vergogna per il Paese". Questo gergo giustizialista e queste dichiarazioni da tribunale del fascio o del popolo non sono consone ad una paese che ha fatto della sua neutralità, pazienza e terzietà una etichetta mondiale e, fra i non allineati, ha sempre contribuito alla pace e messaggi positivi. Qui invece c'è chi ha riscontri oggettivi e, se così fosse, significa che vi sono fughe di notizie dalla magistratura e viene sistematicamente violato il segreto istruttorio e di legge, oppure il sig. Ambrosetti racconta panzane e alimenta sentimenti forcaioli per guadagnarsi la compiacenza di qualcuno? Non riesco a capire come un professionista quale viene presentato pubblicamente possa rivolgersi in tale maniera ad una platea e nemmeno capisco come le istituzioni possano accettare simili comportamenti che squalificano l'immagine di San Marino e lo studio Ambrosetti stesso. Una inaccettabile posizione peraltro suffragata dal nulla che la dice lunga sui consulenti prezzolati invitati a parlare di argomenti che non conoscono e che trattano con estrema superficialità. Se San Marino non è capace di valorizzare e comunicare la sua parte migliore, sarà proprio per colpa dei forensi che si trovano nei posti di responsabilità della comunicazione e non hanno portato a casa un risultato utile da quando sono stati chiamati a fare il mestiere. Conclusioni: meglio che comunichi un professionista sammarinese che almeno conosce la sua terra; meglio le politiche fatte da chi conosce il paese; meglio sbagliare da soli che farsi aiutare a sblagliare pagando il consulenti che aiutano a sbagliare. I forcaioli e giustizialisti vengano messi alle porte della Repubblica.

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Politiche repressive

di MarcOne

Direttore di SMN, da troppo tempo assisitiamo unicamente a politiche repressive che portano la Repubblica in una situazione paradossale e grottesca.La mancanza di coraggio della politica e la "fifa" dei governanti in particolare ci ha consegnato alcuni provvedimenti che reprimono anzichè educare e non guardano avanti, non riformano, non risolvono i problemi.Il varo della recente legge sul nuovo codice stradale è uno degli esempi di provvedimenti repressivi tesi a mettere del fondotinta sopra ad evidenti guai della faccia, oramai perduta, di una viabilità sempre più pericolosa e criminogena.Insistere con le politiche dei dossi artificiali, dei limitatori e degli autovelox è tipico di chi guarda il mondo da una angolazione perdente e semplicistica.La "fifa" della politica di governo si vede nelle piccole come nelle grandi tematiche che avrebbero necessità di essere affrontate con analisi politiche moderne e progressiste, mentre qui si nota una mano tecnico-repressiva che non risolve, non educa, non agisce positivamente nella risoluzione dei problemi della viabilità.Basterebbe così poco per accorgersi che occorre costruire sovra e sotto passi, che occorre chiudere tutti gli attraversamenti a raso ed utilizzare gli svincoli esistenti. Ci vorrebbe poco per capire che gli interessi particolari non servono nulla se si vuole risolvere il problema della viabilità e della sicurezza stradale. basterebbe fare un analisi per capire cosa serve alla cittadinanza per le esigenze quotidiane, ci vorrebbe una progettazione pubblica a basso impatto e costo, come se ne vedono tante in Europa, per risolvere laddove c'è necessità. Ci vorrebbe una progettazione pubblica di ampio respiro e di larghe vedute ad iniziare dalla costruzione di nuovi anelli di viabilità, opere che guardano al futuro con luingimiranza e che scaricherebbero i punti congestionati e pericolosi del traffico sammarinese. Infine, l'accordo con l'Italia per il nuovo percorso della superstrada da troppo tempo nelle mani di amministrazioni locali che l'hanno trasformata nella strada più pericolosa d'Europa con tutti i danni che hanno provocato alla Repubblica ed alla sua economia.

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martedì 15 aprile 2008

Emergenza Turismo

di Erik Casali, Vice Segretario Nuovo Partito Socialista

Il Turismo è al collasso, urgono provvedimenti rapidi e di facile attuazione per invertire la rotta, per ridare fiato alle centinaia di commercianti sempre più in difficoltà.
Tra le tante cose fare 5 priorità:
1) Restituzione compiti all’Ente di Stato per il Turismo, 2)Politica prezzi sostenuta da fiscalità agevolata, 3) Revisione delle esposizioni e arredo urbano stroncare il fenomeno mafioso nella gestione dei flussi.4) Politica Congressuale per il Kursaal5) Parcheggi a costo zero e servizi navetta efficaci
Per fare tutto questo occorre una seria presa di coscienza dell’intero governo, cominciando con l’azzeramento della famigerata Convenzione Parcheggi, che ci costa quasi 3 milioni di euro all’anno Convenzione siglata nei famigerati “anni 90” e che è stata la “madre di tutte le convenzioni”, con la svendita totale dei parcheggi, comprese aree di suolo pubblico. Una Convenzione che vede lo Stato partecipare nel deficit del gestore, inspiegabile ad ogni logica.
Occorre restituire all’Ente Turismo il compito di generare la richiesta di soggiorni e visite nella Repubblica da ogni angolo del mondo, così come ben faceva negli anni 60 fino quasi alla fine degli anni 90, quando si è deciso di dare l’organizzazione e la gestione a privati che hanno dimostrato limiti, incapacità ed in molti casi malafede, gestendo troppo spesso il denaro pubblico per gli interessi di pochi.
Serve un attenta politica dei prezzi per offrire almeno una serie di prodotti a prezzi veramente vantaggiosi, e un attenta distinzione nel vendere imitazioni dai pezzi veri, smettendo di vendere un falso come fosse vero, o ad esempio far rispettare il prezzo delle sigarette imposto dallo Stato, che è segnale di serietà.
Urge pianificare con i Commercianti gli interventi di arredo urbano e delle esposizioni, trovando soluzioni adatte a San Marino, senza imitare o scimmiottare altre realtà simili a noi ma non uguali e quindi non valide, coinvolgendo l’intera cittadinanza.
Bisogna intervenire applicando le leggi in vigore che puniscono chi guida comitive di turisti solo verso alcuni negozi o chi chiama il turista con mezzi e modi che non hanno del lecito e tanto meno da paese civile. Si dovrà anche intervenire su permessi e assunzioni di lavoratori stagionali e non per sapere chi abbiamo in casa e perché.
Infine si deve assolutamente attivare una politica di Congressi per riempire il Kursaal anche a costo di proporlo gratis per un triennio. Occorre puntare su congressi dai 50 ai 400 partecipanti per utilizzare al meglio gli Alberghi , Hotel, e Ristoranti, garantendo Congressi che abbiano continuità almeno biennale per permettere un minimo di programmazione a chi deve preparare la stagione.
Servirà poi una comunicazione efficace sui media per pubblicare un anno per l’altro quali saranno gli eventi e non fare come adesso che a gennaio non si sa cosa accadrà a giugno e a giugno cosa avverrà a Natale.
Ma soprattutto servirà parlarne con gli operatori, con i cittadini, con tutti coloro che ne sono coinvolti e anche con chi vorrà farne parte.
Oltre a prendere coscienza che se non si interverrà con decisione, su problemi che sono sotto gli occhi di tutti, è facile prevedere che il Turismo del “mordi e fuggi”, che 20 anni fa produceva ricchezza è ormai inadeguato e che ha mostrato tutti i suoi limiti,resterà solo un ricordo e ci toccherà anche rimpiangerlo.

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The Day After

di Paolo Forcelini

Tutto secondo le previsioni ed i sondaggi. La forbice di nove punti sventolati costantemente durante la campagna elettorale esistenti fra il “Popolo della Liberta’” e il “ Partito Democratico” sono stati confermati in toto dallo spoglio delle schede . Così Silvio Berlusconi stravince questa tornata elettorale e Walter Veltroni la perde in toto. Inutile cercare le cause di questa vittoria o di questa sconfitta, inutile cercare alibi, capri espiatori. Il risultato è quello che è , pertanto Berlusconi dovrà governare e Veltroni vigilare sul suo operato dall’opposizione. Elezioni queste che hanno dato una svolta nella storia parlamentare Italiana. Con la sparizione dei piccoli partiti, come era nell’intento della legge elettorale, con l’imprevista uscita dal parlamento della sinistra radicale (che ha pagato il malgoverno uscente), dovrebbe esserci più governabilità per un paese ultimamente ingovernabile per i capricci di questa o quella formazione politica di questo o quel personaggio. Ora bisogna solo aspettare, vedere se i programmi saranno rispettati e se la scelta degli elettori è stata buona e lungimirante. Con la speranza per noi sammarinesi, che la politica del nuovo governo Italiano possa favorire anche i rapporti con il nostro paese, rapporti deteriorati da anni che hanno messo la nostra economia sotto il tiro incrociato di politici italiani.

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lunedì 14 aprile 2008

17 Maggio giornata mondiale contro l’omofobia

di Monica Della Valle

Il 17 maggio 1990 l’assemblea dell’organizzazione mondiale della sanità (OMS) cancellava l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Così facendo intendeva mettere fine a più secoli di pregiudizi discriminazioni e violenza.
Per tutti gli omosessuali questo giorno rappresenta una data storica ed un simbolo forte, per questo, in oltre trenta paesi del mondo si è deciso di intitolare questo giorno come” Giornata Mondiale contro l’omofobia” .
L’omofobia è l’avversione ingiustificata ed ossessiva verso l’omosessualità; gli omofobi non riconoscono valore al sentimento dell’amore omosessuale e non vogliono vederne riconosciuta l’esistenza.
Un’ ossessione da cui si può guarire grazie all’informazione ed alla conoscenza dei gay e delle lesbiche che rappresentano una parte consistente della popolazione mondiale (dal 5 al 10 % ) secondo i dati dell’OMS.
Infatti a mio avviso è una vergogna che nel 2008 esitano delle persone che vedono gay e lesbiche come esseri perversi pericolosi e depravati. io ne conosco tanti e loro sono come ognuno di noi.
A San Marino fino al settembre 2004, l’omosessualità era considerato reato, poi finalmente il Consiglio Grande e Generale ha abolito dal codice penale il famigerato articolo 274.
Ciò nonostante siamo ancora molto lontani dal raggiungimento effettivo delle pari opportunità, e dello sradicamento della discriminazione in questo ambito.
San Marino è ancora nell’era medievale se si considera che in Belgio Danimarca Francia Germania Paesi Bassi Regno Unito Spagna Svezia le unioni gay godono degli identici diritti delle coppie eterosessuali.
In Europa ed in particolare in Italia, è avvenuta da secoli la spersonalizzazione e demonizzazione di gay e lesbiche, questo a fini di potere ed intreccio perverso fra potere politico e religioso.
Ciò ha permesso di far ardere i roghi e la caccia ai diversi.
Spero dunque che ci si avvii sulla strada della tolleranza e della civiltà e che nessuno, adulto e consenziente, venga più discriminato per il proprio orientamento sessuale.

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Giustizia, se ci sei batti un colpo

di Gabriele Gattei, ex Comandante della Polizia Civile, nonché appartenente alla Lista Civica Noi Sammarinesi

Egr. Direttore, sento di dover ringraziare pubblicamente, dal profondo del cuore, tutti coloro che hanno voluto esprimermi la loro solidarietà per l’incredibile vicenda giudiziaria che mi vede coinvolto da ormai 5 anni. Ringrazio in modo particolare il Segretario alla Giustizia Ivan Foschi che è stato tra i primi ad esprimersi pubblicamente, dicendo di comprendere la mia amarezza.
Forse, come mi ha detto qualcuno, oramai in questa Repubblica, più che parlare di giustizia, almeno in certi ambiti, bisognerebbe parlare di qualcosa che assomiglia molto al gioco televisivo “I RACCOMANDATI”. Parrebbe infatti che, chi è raccomandato, colluso, ammanicato, o ha qualcosa nel “cassetto”, purchè abbia come riferimento le persone giuste, anche avendo commesso o commettendo dei reati piuttosto seri, ha quasi la certezza prima o poi e attraverso qualsiasi mezzo, compresa l’intervenuta prescrizione, di vedersi purificato, e persino premiato. Chi invece per tutta la vita ha sposato l’onestà, la correttezza, la moralità, e oltre a non aver mai fatto piaceri illeciti non si è neppure preoccupato di riempirsi il “cassetto”, qualora accusato di un reato pur essendo lui completamente e palesemente innocente, è condannato a vita a rimanere legato al palo della tortura e a recare addosso i segni dell’ignominia, al contrario di colui che ha lanciato il primo sasso di lapidazione e viene spesso elevato sugli altari della verginità se non anche dell’immunità.
A chi mi ha chiesto come abbia potuto, da fedele servo dello Stato e della Giustizia in modo particolare, trasformarmi in questa maniera, rispondo che effettivamente non avrei mai creduto, se non avessi visto e toccato con mano come quel tale “Tommaso” delle Sacre Scritture, che un giorno avessi potuto perdere fiducia nella Magistratura, quella stessa Magistratura che più volte, riferendosi al mio lavoro, mi ha manifestato segni di stima e di pieno rispetto.
A quella piccolissima parte di persone che in qualche modo mi hanno manifestato qualche dubbio circa la mia totale innocenza per il reato di Usurpazione di Funzioni Pubbliche per il quale sono stato denunciato, li invito a documentarsi. A leggersi ad esempio la Delibera del Congresso di Stato n.69 del 7 luglio 2003, che fa espresso riferimento ad un parere dell’Avvocatura dello Stato del 2 luglio 2003.
A tutti, dico che non mi arrendo. A costo di ritrovarmi fra “i raccomandati” per una qualsiasi, esemplare punizione. Almeno, finalmente, saprò qualcosa e potrò meglio difendermi. In fondo, ho sempre e soltanto chiesto una giustizia certa e celere.
Ecco perché riveste oggi la massima urgenza l’approvazione della Legge sul Giusto Processo. Perché altri non abbiano a subire, come subiamo - come ha detto anche il Segretario Foschi- in molti. Tutti infatti si possono trovare indagati senza saperlo e persino senza avere la possibilità di difendersi e di provare la loro innocenza in un’istruttoria che a loro insaputa si porta avanti.
A scanso di equivoci, visto che alcuni organi di stampa continuano a scrivere “ex Comandante Facente Funzioni”, chiarisco che se mi firmo “ex Comandante”, lo faccio in quanto pienamente autorizzato dalla Delibera n.89 del 17 maggio 2004, che per l’appunto mi aveva affidato l’incarico del posto di “Comandante” della Polizia Civile, posto che ho ricoperto fino a tutto il 12-12-2004.

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Tibet olimpico

di Claudio Giusti

In questo momento i tibetani godono di un’attenzione particolare da parte dell’opinione pubblica mondiale. Attenzione di cui non hanno mai goduto i loro non meno sfortunati vicini kashmiri, punjabi, gurka, uiguri, rohinga, ecc. Non è detto però che questo interesse produca effetti positivi.
Chi si preoccupa dei Diritti Umani deve tenere presente che, di fronte ai 13 milioni di tibetani non ci sono i 130 membri del Comitato Centrale del Partito Comunista, ma 1.300 milioni di cittadini cinesi.
Chi si batte per il rispetto di quanto proclamato sessant’anni fa nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo dovrebbe preoccuparsi che i cinesi non considerino questo nostro interesse per il Tibet come un tentativo di umiliarli, riproponendo, con la scusa dei diritti umani, le aggressioni colonialiste del secolo scorso. Altrimenti si spingono 1.300 milioni di cinesi nelle braccia del Politburò
Oggi rischiamo di giocarci il Tibet, il rispetto dei diritti umani in Cina, la simpatia dei cinesi e, per buona misura, anche le olimpiadi.
Gli sconsiderati che praticano la caccia al tedoforo dovrebbero tenerlo presente.

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giovedì 10 aprile 2008

Cartellino giallo

di Paolo Forcellini - Direttore di Ambiente

Dai che te dai ce l'abbiamo fatta! Siamo riusciti finalmente a farci dare il cartellino giallo dal Moneyval, quello rosso è previsto per Giugno, se in questo breve lasso di tempo non ci si mette rimedio. Un cartellino giallo che ci ammonisce sulla scarsa vigilanza fatta da chi di competenza sul riciclaggio nel nostro paese, una denuncia che da anni ci viene fatta da organi d'informazione italiani ed europei, alla quale abbiamo sempre fatto orecchi da mercante. Ora abbiamo, anzi i nostri rappresentanti hanno la patata bollente nelle loro mani. Spetta loro levarci dall' impiccio in cui ci ha portato una politica cieca e spensierata di questi ultimi decenni. Spetta loro cercare di ridare quella credibilità e fiducia alla nostra Repubblica, credibilità e fiducia che sino a poco tempo fa abbiamo ereditato e gelosamente custodito e tramandato. Spetta loro sapere se possono fare il miracolo oppure, per rrestare in campo calcistico lasciare la patata bollente in mano a qualche.... riserva.

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mercoledì 9 aprile 2008

Tibet, quando l’ipocrisia diventa insopportabile

di Alberto Casali

San Marino è un strano paese, un bel paese che molto spesso cerca di guardare lontano, ma che paradossalmente è chiuso su se stesso e attorno al suo campanile e sembra scoprire lo stato della condizione umana mondiale di tanto in tanto, solamente quando accade qualcosa di speciale o anomalo, quando ci tocca in prima persona, oppure quando il problema finisce sui giornali.
Fino ad allora l’ipocrisia regna incontrastata in tutti i campi della società sammarinese. Dalla politica, alle istituzioni con le sue leggi, nel lavoro, fino alle associazioni di categoria e alcune anche a carattere sociale; senza differenza.
Direi proprio che la“sammarinesità può essere identificata anche con la parola ipocrisia.

Succede spesso, poi, che qualcuno “scopra” le condizioni in cui vivono bambini e popolazioni di paesi poveri solo dopo viaggi (per altro molto costosi) compiuti in quei luoghi con delle associazioni sammarinesi, tanto che quello stesso qualcuno, appena tornato nella sua casa dorata, per alleviare il senso di colpa organizza una raccolta fondi in loro favore.
Ma l’ultima delle ipocrisie è su tutti i giornali del momento. Succede ad es. che ci si accorga con ben 60 anni di ritardo che esiste un problema di diritti civili e di oppressione di un popolo e del proprio Stato, di nome TIBET. E allora tutti a gridare allo scandalo: chi fa lo sciopero della fame, chi organizza incontri di approfondimento, chi – il nostro Segretario agli Esteri – minaccia di far pressioni qua e là; come se San Marino contasse qualcosa a livello di politica internazionale.
Gesto molto apprezzabile se fosse vero, visto che appena nel 2005 il Dalai Lama (per chi non lo sapesse, Capo Spirituale e Temporale di quel paese) venne a Pennabilli e fu completamente snobbato dai nostri politici per non dar fastidio ad un dirigente cinese proprio in quel periodo sul Titano.
Non si capisce, insomma, come mai ora questo sollevamento di scudi quando i Radicali in Italia ne hanno fatto una battaglia per anni senza che nessuno se ne accorgesse!

Verrebbe da dire “meglio tardi che mai”, anche se ci si accorge del problema dopo che sono state massacrate, torturate ed uccise più di 2 milioni di persone, quando ci sono più di 130.000 sfollati in tutto il mondo e quando sono stati distrutti più di 6.000 monasteri.
L’invasione cinese del 1955 fu molto cruenta e colpì, bisogna dirlo, un popolo pacifico e privo di esercito. Venne inutilmente utilizzata la violenza, iniziando da subito con bombardamenti, saccheggi, deportazioni e distruzione di tutti i simboli culturali tibetani. Il Dalai Lama (come molti suoi connazionali) dovette fuggire in India (dove tuttora vive in esilio), ma nessuno batté ciglio, solamente il Salvador si espresse contro l’invasione e portò la questione persino all’O.N.U..
Dieci anni dopo vi fu una sollevazione nazionale PACIFICA contro i cinesi, che ancora una volta reagirono con una repressione spietata massacrando uomini, donne e bambini nelle strade di Lhasa e in altri luoghi, provocando in un sol colpo 65.000 vittime. Arrivò la “Regione Autonoma del Tibet”, e sistematicamente la cultura del Tibet fu cancellata, iniziando con massicci trasferimenti forzati di cinesi in quelle regioni, bandendo la lingua tibetana dalle scuole e dalle strade, per poi torturare e incarcerare chi non parlava cinese.
Queste poche righe vogliono essere un breve riassunto per far capire a chi si riempie la bocca di questo argomento di avere almeno il buon senso di tacere, dato che questi interventi a tutela del Tibet sembrano un pochino tardivi.
Certo, “la Cina è vicina” (diceva un detto) ed è importante a livello commerciale con un mercato vastissimo (ne sanno qualcosa i nostri commercianti e il Sig. Terenzi presidente dell’U.N.A.S., che si guardano bene dal condannare questi soprusi, e che celermente, a suo tempo, hanno creato l’associazione “San Marino – Cina” non certo per interessarsi di diritti civili), ma è pur sempre una dittatura e mi chiedo, fino a quando e a che punto ci si possa spingere nel nome dell’interesse economico ?
San Marino se avesse la schiena dritta (che significa serietà), potrebbe ancora dare un segno di coraggio e dignità al mondo chiamando il Dalai Lama e conferendogli la cittadinanza onoraria e fermando i propri atleti alle olimpiadi che andrebbero solo per fare esperienza (o vacanza) donando i soldi risparmiati in beneficienza allo stesso. Saluti e meno ipocrisia per favore.

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martedì 8 aprile 2008

Attraversamenti a raso

di Gabriele Gattei, ex Comandante della Polizia Civile

Dopo aver trascorso pressoché l’intera vita lavorativa ad occuparmi di infortunistica, intervengo sulla polemica circa la chiusura di alcuni attraversamenti a raso lungo la superstrada, zona di Serravalle.
Non posso nascondere che l’argomento risveglia in me tristi e mai sopiti ricordi delle troppe vittime e del dolore dei loro famigliari, legati indissolubilmente proprio ad alcuni di quei punti stradali. Ma allo stesso tempo anche sentimenti di rabbia nel ricordare il troppo lungo immobilismo e il disinteresse degli organismi preposti, la mancanza o scarsità di studi, di progetti e di interventi atti a migliorare concretamente la sicurezza stradale e i collegamenti viari sul territorio.
Si pensi solo al fatto che accanto a tantissime leggi, di cui alcune scarsamente utili al paese, nessuno ha mai sentito il bisogno di normare la <>: le caratteristiche, le fasce di rispetto, le banchine stradali, i marciapiedi, la necessità di prevedere fin dalla fase di progetto e approvazione, accanto ai piccoli e grandi complessi commerciali o di servizi, una idonea e corretta viabilità di accesso e deflusso nonché idonei parcheggi per le auto. Si pensi, proprio in merito alla superstrada, all’urbanizzazione che è stata consentita in questi ultimi decenni, con abitazioni, uffici ed esercizi pubblici a pochi metri dalla carreggiata e perlopiù, proprio per questi ultimi, in pressoché totale assenza di posti auto, tanto da costringere gli avventori a lasciare i propri mezzi sulla sede stradale.
Menefreghismo e pressappochismo totale. Ne è un esempio di questi ultimi anni, dopo che dal 2004 l’avvento di alcuni rallentatori di traffico aveva tentato di porre rimedi all’alta velocità in attesa di risposte strutturali più congrue, la decisione dell’esecutivo di ordinarne la rimozione immediata. Ebbene è ovvio per tutti che non c’è stata una riflessione attenta e ponderata che andasse a valutare il dopo: cioè quali sarebbero stati gli elementi sostitutivi. Occorreva forse dare una prova di forza e così è stato. Ma è chiaro che subito dopo si deve aver capito l’errore, anche se il silenzio è stato totale. Come spiegare diversamente il fatto che a fronte di un paio di dossi eliminati nella zona di Cailungo, tutti gli altri sono rimasti e anzi ne sono stati posizionati o costruiti altri ancora? Il governo sopporterebbe altrimenti la palese disobbedienza dei tecnici preposti?
Tornando al tema odierno, a mio modesto avviso, la problematica non è tanto la chiusura degli attraversamenti a raso a costituire un disagio vero e proprio o tanto meno un elemento di pericolo. Anzi, considerando in astratto che tutti i fruitori del tracciato siano a bordo di mezzi meccanici, il gioco, varrebbe sicuramente la candela: “più strada sì, ma anche meno vittime”. Ma non sarebbe serio. Occorrerebbe intanto parlare anche delle troppe vittime che non sono dipese dalla presenza di attraversamenti o incroci, quanto alla mancanza di elementi atti a ridurre le velocità di percorrenza in alcuni tratti, dove un evento qualsiasi, quali per fare qualche esempio, la caduta di un ciclista o di un motociclista, la scivolata di un veicolo su una chiazza d’olio, l’attraversamento di un animale, può essere causa di un disastro. Occorre soprattutto prima pensare e poi parlare anche dei pedoni: dallo scolaro alla persona anziana e al disabile. Pare che a questi soggetti, che sono senza alcun dubbio i più deboli e indifesi, nessuno pensi. Ma esistono.
In buona sostanza, la vera difficoltà di oggi non è tanto quella di chi è alla guida o a bordo di automotoveicoli, quanto piuttosto quella dei pedoni.
Immaginiamo quanti dei nostri cittadini o residenti più piccoli, abitanti non solo sulla fascia superstradale (tratto Borgo Maggiore > Dogana), ma anche nelle vicinanze di essa, abbiano la necessità al mattino o in altri orari della giornata, di raggiungere la fermata degli autobus scolastici o dei centri sportivi, e poi al termine degli impegni, di rientrare alle loro abitazioni; pensiamo alle persone anziane, che per effettuare la spesa o anche per una semplice quanto salutare passeggiata o visita ad un amico, abbiano la necessità di spostarsi dall’uno all’altro versante. Proviamo a contare mentalmente o mentre siamo in transito su quel tracciato (in verità anche su tutti gli altri), quante e dove sono collocate le occasioni per un attraversamento sicuro e dove sono collocate le fermate dei mezzi pubblici o privati rispetto alle abitazioni, gli uffici e i vari servizi.
Già ora, sempre più spesso, si possono notare situazioni da brivido. Pedoni (bambini o persone anziane) che magari in piena curva, con borse, pacchi o cartelle, attraversano una carreggiata, scavalcano con vere e proprie acrobazie il guardrail centrale per poi ridiscendere sulla strada e proseguire verso il versante opposto. Qualcuno, in alcuni punti, usufrisce degli attraversamenti a raso. Una volta chiusi anche questi, con le rotatorie che oltrechè scarse e molto distanti l’una dall’altra, non mi risulta offrano possibilità di attraversamento pedonale, con la mancanza di sovrappassi o sottopassi, come si risolverà il problema?
Concludo affermando che per un corretto giudizio sugli interventi che si vengono realizzando, occorrerebbe prima conoscere nel suo complesso il progetto in atto, progetto di cui pochi o nessuno sono stati messi al corrente, creando rabbia e sensazione di impotenza. Spero vivamente si tratti di un piano, di uno studio e di un progetto serio e complessivo, che prenda in considerazione, per l’appunto, non solo le problematiche degli automobilisti e dei commercianti che pure sono categorie importanti, ma in maniera particolare di questi fruitori più indifesi che sono i pedoni e della necessità, comunque, di ottenere il rallentamento delle velocità di percorrenza dei veicoli. Spero che non si presentino ad esempio, soluzioni come quella visibile da tutti sulla cosi detta “piana di Mino”, dove il guardrail da “F1” sul lato Parco Laiala e la mancanza di una banchina di larghezza minima accettabile, scarta completamente l’ipotesi di una percorrenza pedonale o con carrozzelle di bambini o invalidi. Se il progetto è serio e i dispositivi o le infrastrutture alternative entreranno in gioco con la stessa velocità con cui sono stati messi in atto i recenti provvedimenti nella zona di Serravalle, mi è impossibile dichiararmi contrario, anche se riterrei sempre utile, in un paese come il nostro, lo scendere preventivamente fra la gente ad informarla sugli studi fatti, sui progetti, e sui pro e contro delle realizzazioni.
In mancanza di questo, qualora malauguratamente dovessimo contare altre vittime innocenti, non vorrei sentire dai politici al governo, che ad oggi non si sono ancora espressi, la solita e laconica risposta che “non si può far nulla per colpa di chi ha governato prima di loro, magari a partire dagli anni 90”. Varrebbe a dire che di qui a poco meno di un ventennio, altri politici useranno questa stessa arma a difesa della loro inadeguatezza e mancata assunzione di responsabilità. E noi cittadini saremo sempre li a guardare e subire.

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giovedì 3 aprile 2008

Voto estero: una soluzione pratica

di Paolo Forcellini
direttore di ‘Ambiente’


La soluzione pratica sul voto estero è a mio avviso una ed una sola, che dovrebbe trovare tutti d'accordo: i politici, forse non tutti ma per la stragrande maggioranza, i cittadini residenti all'estero e quelli residenti in Repubblica. In quest'ottica da semplice cittadino che vede nei sammarinesi un'unica grande famiglia, che la politica non deve né può dividere, anche a margine delle indicazioni che ci hanno dato le elezioni referendarie del 16 marzo sulla affluenza dei voti esteri, mi permetto di dare un suggerimento sulla risoluzione del problema. Premesso che l'Art. 7 della Legge sulla Cittadinanza potrebbe decadere in quanto diventerebbe inutile, propongo di togliere ai cittadini non residenti il solo voto preferenziale per le elezioni, lasciando loro il diritto di voto politico, evitando così tutte le distorsioni e le discussioni post voto; successivamente di togliere completamente il voto per le elezioni referendarie in quanto i quesiti posti trattano per lo più problematiche sconosciute e non direttamente coinvolgenti i non residenti. Quest'ultima soluzione aiuterebbe la proposta referendaria con l'abbassamento del quorum, che si è già in più occasioni rilevato irraggiungibile. Insomma due piccioni con una fava! Forse soluzioni troppo semplici per la politica sempre alla ricerca del difficile e dell'inattuabile.

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