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venerdì 30 ottobre 2009

Non compriamo più nemmeno uno spillo oltre Dogana

Di Domenico Gasperoni, su: La tribuna Sammarinese

Di fronte alla stretta di regole, impostaci dall’Europa e dall’Italia, sono stato tra quelli che hanno invitato, prima di tutto, a fare un mea culpa. A riconoscere che la nostra furbizia montanara non era più tollerata. A darci una regolata nel metodo degli affari e della finanza. Ora il tempo di batterci il petto è terminato. Anche perché gli altri ne stanno approfittando all’infinito.L’occupazione alberoniana e il blocco dei confini scelbiano, ci sembrano oggi delle scampagnate militari, in confronto al sottile e perfido filo che ci sta strozzando. Le prossime vendette saranno il taglio dell’energia elettrica, del gas, dell’acqua. Non ci venderanno più la benzina. Qualcuno penserà a bloccare persino il commercio del sale!

Non so se per via diplomatica e nei rapporti bilaterali con l’Italia, ci converrà battere il pugno con più forza o dare maggior sfogo al nostro orgoglio patrio… Lascio la scelta ai nostri rappresentanti politici.
Una cosa la possiamo fare tutti uniti: fino alta sospirata firma degli accordi, facciamo una serrata della spesa fuori territorio. Non compiamo più nemmeno uno spillo oltre Dogana. E’ una resistenza passiva dignitosa e doverosa, i giovani boicottino i locali della riviera. Si accontentino delle prime dei film che arriveranno qualche settimana dopo. Le signore e Signorine in cerca di emozioni per lo shopping lo facciano esclusivamente in territorio. Annulliamo totalmente la spesa alimentate presso le Befane e tutti gli altri centri commerciali italiani. Ritroviamo il gusto dei nostri prodotti del nostro territorio finché ne abbiamo. Noi sammarinesi siamo dei mangioni ma guai a fare una cena nei ristoranti del circondario. Eccetera, eccetera.
Forse la cosa non funzionerà, proviamoci. Facciamo un passa-parola, una catena di Sant’ Antonio. Sulla situazione di pericolo in cui viviamo, mi viene in mente un’altra considerazione e una domanda: i 5-6 mila frontalieri italiani che lavorano nelle nostre fabbriche e nei servizi commerciali, non fanno nulla? Non protestano contro il loro governo perché lasci in pace la Repubblica? Sono a bordo di una barca che può naufragare. E il loro territorio ha poche scialuppe di Salvataggio.

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Orgoglio sammarinese

Di Giorgio Felici
“E’ ora di reagire , chi non lo può fare faccia un passo indietro”!!!!!!!!!!! Basta , ci siamo stufati , il nostro paese è sotto assedio oramai da tempo , la “nostra “ classe politica è troppo silenziosa, troppo inconsistente , sembra senza spina dorsale, senza iniziativa, quasi incapace di “offendere” almeno “suonando le campane per il sacrificio” già pronto. IL “CAUDILLO” ministro delle finanze italiano e tutti gli esaltati presenti nei corpi della guardia di finanza , annunciano e minacciano il nostro paese , anche contro tutte le convenzioni internazionali di “buon vicinato” o peggio di rispetto per l’autonomia di un paese sovrano!!!

E’ ridicolo pensare che gli ITALIANI , popolo di “poeti , navigatori e parenti stretti” si senta “defraudato” da SAN MARINO , è ridicolo vedere che il ruolo di SANTORO è stato sostituito dal “prode” TREMONTI e dal soldato LUCIGNANO , che vuole l’esercito al controllo dei confini!!!!!!!!!!! Sembrava una burla , invece l’esercito “degli uomini mascherati” è entrato nel nostro paese ha filmare ha spiare chi lavora e chi passa il confine con il solo sospetto di avere a che fare con SAN MARINO,: Eppure la nostra “beneamata” classe politica , al governo e parte dell’opposizione , reagisce con un ordine del giorno approvato dal CONSIGLIO GRANDE E GENERALE , all’acqua di rose, non reagisce , non difende adeguatamente il paese ma è passiva , perché? SAN MARINO stà subendo una guerra senza precedenti , ospita nella sua microeconomia più di seimila lavoratori onesti che passano il confine tutte le mattine , i quali se non avessero il lavoro a San Marino non lo avrebbero in Italia, ci sono alcuni comuni del circondario che hanno più del 50% della loro popolazione attiva che lavora nel nostro paese, quello che raccolgono le banche è una particella infinitesimale della raccolta di una media banca italiana o europea. E’ venuto il momento di dire basta !! SAMMARINESI ritiriamo fuori l’orgoglio di appartenere a questa antica terra , e di lavorare onestamente , non vogliamo difendere una netta minoranza di “fatturieri” e farabutti che albergano per le vie del paese, ma la caccia ai mafiosi l’ITALIA la deve fare in tutt’altre direzioni!!! Il nostro paese è fatto di gente onesta , di onesti lavoratori, di imprenditori che si impegnano per la propria attività e per il paese. San Marino stà diventando per TREMONTI uno strumento di consenso tutto interno , perché dopo quindici anni di promesse su MENO TASSE PER TUTTI , si accorgono che non è possibile o gli diventa molto complicato per gli slogan che hanno lanciato senza nessun costrutto!! SAMMARINESI è arrivato il momento di reagire, dopo le innumerevoli ritorsioni, NON ANDIAMO PIU’ A SPENDERE I NOSTRI DENARI NEI NEGOZI O NEI CENTRI COMMERCIALI DEL CIRCONDARIO , Basta !!! TENIAMO LE RISORSE in casa nostra , spendiamo per le prossime festività per le nostre famiglie a SAN MARINO. Per continuare nella difesa del nostro paese ORGOGLIO SAMMARINESE , intende organizzare un SIT-IN silenzioso e pacifico , di fronte alla sede DELLA AMBASCIATA ITALIANA a San Marino , per fare vedere la nostra contrarietà al comportamento ricattatorio e ingiustificabile dei vertici politici italiani nei confronti del nostro paese . LE ADESIONI PER IL SIT-IN SI RICEVONO AI NUMERI TELEFONICI 335 7330398 oppure al 0549 907461 oppure al link di facebook http://www.facebook.com/home.php?#/profile.php?id=1642254874&ref=profile di Giorgio Felix….

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giovedì 29 ottobre 2009

Una guerra senza senso

La Svizzera, dopo la perquisizioni di tutte le sedi delle filiali delle sue banche in Italia avvenuta nella giornata di lunedì, ha richiamato l’ambasciatore. Quando si agisce sugli ambasciatori significa chei il clima è quello di guerra. Il paradosso è quello per cui nell’operazione della GdF è stata coinvolta la Repubblica di San Marino le cui banche, come è noto, non possono avere, come invece accade per quelle svizzere, proprie succursali in Italia. L’ affaire Delta lo dimostra ampiamente. Eppure tutti i media hanno detto che i controlli riguardavano San Marino, dovendo poi specificare che si trattava di territori limitrofi, potenzialmente in contatto con la Repubblica. La risposta giunta da San Marino è stata molto attenuata, anche perchè non sono state toccate proprietà sammarinesi all’estero, come è accaduto per la Svizzera, ma si è inferto ‘solo’ un colpo alla credibilità dello Stato. Ma a questo, purtroppo ci abbiamo ormai fatto il callo.

Nell’un caso, come nell’altro l’obiettivo è sempre il medesimo, quello di creare il clima per favorire il rientro dei capitali. Un’operazione che sulla carta vale, per quanto ci riguarda, circa 100 milioni in termini di imposte e 2 miliardi in valore assoluto. Mentre le imposte rappresentano una goccia nel mare magnum del debito pubblico del Bel Paese, e ne potevano essere incassate probabilmente molte di più se fosse stata ammessa la regolarizzazione dei capitali, l’interesse è tutto concentrato sui potenziali due miliardi di rimpatri.
“Registriamo molti flussi da San Marino - dicono dalla Cassa di Risparmio di Ravenna “. E’ vero, il deflusso è iniziato con efficacia. Ma se lo si analizza nella sua struttura, ci accorgiamo che sostanzialmente i capitali passano dagli istituti centrali di credito o da altre banche corrispondenti italiane, dove le banche sammarinesi li hanno sempre tenuti depositati, per arrivare ad altre banche italiane più o meno vicine a quelle che già li detenevano, se non, a volte, le stesse.
Sostanzialmente il Sistema bancario italiano, preso complessivamente non beneficerà neppure di un euro in termini di massa amministrata. Solo le commissioni di gestione piuttosto che dalla banche sammarinesi saranno incassate dagli intermediari italiani, ma si tratta di una magra consolazione che vede comunque le risorse restare nell’ambito di un territorio integrato definito dalle provincie di Pesaro, Rimini e da San Marino.
E’ ovvio che questo ragionamento è iindirizzato a chiarire che se Tremonti avesse firmato l’accordo con San Marino permettendo così di evitare il rimpatrio obbligatorio, per l’Italia non sarebbe cambiato nulla in termini di imposte, di massa amministrata e di trasparenza fiscale dei redditi per tassarli nel futuro.
Una guerra quella Contro San Marino, veramente senza senso.

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lunedì 26 ottobre 2009

Considerazioni politiche sul rapporto con l’Italia

De L’Infedele

La corsa spasmodica verso la Dc da parte del Psd, stile piattino e fisarmonica, culminata nello spettacolino tenerissimo dell’Aula Consiliare, esce dal territorio tattico- politico ed entra nel territorio comico-opportunistico e non può avere alcun esito perché i ribaltoni sono vietati dalla legge e soprattutto perché non è possibile rimettere insieme coloro che hanno procurato le presenti, perduranti difficoltà al Paese. Su questo piano di valutazione sembra che Sinistra Unita sia un po’ strabica quando…
… si esprime maliziosamente sul conflitto mite di opposizione dei socialisti e nello stesso tempo, in seguito alla disinvolta tattica del Psd, è costretta, per onestà e coerenza che pubblicamente riconosco, a varare la terza opposizione in Consiglio mettendo fine a Riforme e Libertà. La storia insegna che in politica bisogna prendere le cose per quello che sono e non per quello che si vorrebbe fossero. Dalla diversità della diagnosi possono nascere vari percorsi. La discussione in Consiglio sui rapporti con l’Italia si è dunque conclusa con un ordine del giorno quasi unanime, però senza che sia emersa la risposta ad un interrogativo che aleggiava bipartisan in Aula e che viene posto con sempre maggiore insistenza dai cittadini che si interessano del futuro del Paese. Per quale motivo l’Italia non firma l’accordo? Il governo sammarinese è stato molto abile nel farsi rincorrere dalle opposizioni, ma gli ordini del giorno passano e i problemi rimangono. Il documento consiliare quasi unanime può essere il classico aiutino ma non può essere decisivo, altrimenti si dovrebbe concludere che i rapporti con l’Italia sono condizionati dalle due o tre opposizioni. Non sono neppure sicuro che l’improvvisa, amorevole apertura della maggioranza, imposta dal governo in affanno, sia stato un capolavoro sul piano politico in quanto il merito della futura firma sarà percepito come senso di responsabilità delle opposizioni dopo il fallimento del governo. Torniamo però al nostro interrogativo, cercando una risposta plausibile. Tutti i giorni dell’anno in corso ci siamo sentiti dire che i rapporti col governo italiano sono ottimi (!), che l’Italia dà perfino una mano sul piano internazionale(!), che gli incontri vanno molto bene (quali incontri?), che questo governo è super gradito a Roma (!), che gli accordi sono già parafati da mesi (perché non si fanno almeno vedere al Consiglio?). Ebbene. Nel governo sammarinese non ci sono i comunisti cattivi che mangiano i bambini. Pertanto il problema non è politico. Gli accordi sono stati definiti con una serie di rinunce da parte di San Marino. Pertanto il problema non è diplomatico. Le note vicende giudiziarie delle banche sono sotto controllo italiano. Pertanto il problema non è finanziario. Gli accordi sulle doppie imposizioni ricalcano il modello Ocse. Pertanto il problema non è fiscale. Prevedono lo scambio di informazioni in tutti i settori. Pertanto il problema non è di trasparenza. I provvedimenti richiesti dalla comunità internazionale sono stati realizzati sotto dettatura e anche riconosciuti validi con l’ingresso nella lista bianca, pur sotto osservazione. Pertanto il problema non è quello del mancato adeguamento agli standard europei. Mentre sto facendo queste semplici riflessioni, mi accorgo che aumento sempre più la pressione sui tasti del computer e sento un po’ di calore sul viso e allora mi fermo. Però chiedo se è accettabile e come sia possibile che dopo tanto sbandierato “lavoro” col governo italiano, dopo tanti incontri ministeriali, il governo sammarinese non abbia ancora chiesto o capito perché non viene fissata la data della cerimonia della firma degli accordi e si tiene uno Stato sotto schiaffo senza una spiegazione. E’ vero che dobbiamo espiare i gravissimi errori del passato che non si cancellano con espressioni di ipocrita nazionalismo. Ma è anche vero che il governo ha promosso una serie di normative nella direzione giusta di un radicale cambiamento. E allora il governo abbia il coraggio morale e politico di dire tutta la verità ai cittadini che vivono veramente male questa fase della nostra storia recente. E’ chiedere troppo?

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venerdì 23 ottobre 2009

Non rifiutare i rifiuti

Di Steven Busignani
Ho letto la notizia sull’istanza d’arengo dove vi e’ (se ho capito bene), la proposta di eliminare le bottiglie di plastica dalla repubblica di San Marino entro il 2014, e’ a parer mio una bella proposta e porta con se parecchi propositi per riflettere sulle strategie da adottare in un futuro immediato. Anni fa una proposta simile la fece un politico nello stato di Zacatecas in Messico, chissa? Forse era stanco di vedere gli splendidi altipiani (oggi patrimonio mondiale) riempirsi giorno dopo giorno di brandelli di plastica rifiutata. Ai tempi l’accolsi come una provocazione conoscendo le abitudini locali di abbandonare i rifiuti a se stessi... ah, anche in Australia e’ stata proposta un’idea simile, accolta pare molto bene dai residenti.


Questo mi suggerisce delle domande: Qual’e’ il mio rapporto con i rifiuti? Li so riconoscere? Sono in grado di separarli per composizione o forma e magari riusarli o trasformarli in qualcos’altro ancora utile? E poi..dove vanno a finire una volta buttati via? Vi possono essere alternative alle bottiglie di pet o ai sacchetti di plastica per la spesa? Può esserci un’alternativa alla mia vita di usare e gettare poi via le cose che uso?
I rifiuti oggi diventano importanti per una buona economia o se lo vogliamo chiamare così, un buon sistema ecologico e dovremmo cominciare a non “rifiutarli”.
Come ci insegnano alcuni specialisti , quando creiamo rifiuti, creiamo anche delle necessità, dei bisogni (per approfondire questi punti invito a leggere il libro “l’essenza della permacultura” di David Holmgren). E bene ricordare anche che in natura i rifiuti...non esistono. Tutto serve ed ha una funzione specifica, (ma l’uomo per caso, non fa parte della natura?)
Qualcuno sta già reagendo e nascono nuove forme del vivere, come il quartiere di Vauban a Friburgo, che nonostante le critiche e’ comunque un modello, oppure un’altro esempio sono i brasiliani già maestro nel riutillizzare i rifiuti e a non rifiutarli più (bellissima e molto funzionale la scopa prodotta propio con la plastica delle bottiglie...), purtoppo la produzione di oggetti dell’industria tradizionale e’ elevata in confronto alla più lenta produzione di quelli riclicati. (Riciclare vuole dire anche dare un uso diverso ad un oggetto da quello per cui era stato destinato in partenza). C’e persino chi ne sta creando una filosofia e una nuova forma di lavorare. Ma può essere questa la unica soluzione all’enorme quantità di rifiuti prodotta dagli uomini?
Siamo tutti consumatori, e consumiamo di tutto a volte senza essere consapevoli di essere partecipi spesso alla pericolosa catena di cause che producono squilibri ambientali. Foreste intere sono state sacrificate (parlo di milioni di ettari, lo so.. abituati alle dimensioni del nostro paese,... facciamo un pò fatica ad immaginarli tutti insieme) per offrire spazio a monoculture destinate all’industria, con la conseguente perdita di un’ecosistema.
Possiamo fare un consumo più consapevole? Mi interrogo e mi informo sufficientemente prima di acquistare una cosa?
Qualcuno dice che stiamo tutti assieme trasformando il bel pianeta in un deposito triste di cose rifiutate, ovviamente le bottiglie di plastica sono solo uno degli aspetti del problema. Dove andremo a finire? A volte siamo condizionati dalle idee, ne siamo per cosi dire innamorati, difatti nonostante si sia dimostrato che spesso l’acqua del rubinetto e’ migliore di quella in bottiglia, nonostante questo, continuiamo ad acuistare bottiglie, spendendo anche parecchio e producendo molti rifiuti. Lo si fa perche e’ più comodo, sembra anche più sicuro, poi il cloro, si sa.....ha un saporaccio, (del resto anche l’automobile si sa inquina, ma poi chi va a piedi? O la sostituisce con i servizi pubblici? Si dovranno cercare alternative, le grandi città del mondo stanno soffrendo il grande problema del traffico insostenibile).
Mi ha molto impressionato lo studio del giapponese Masaru Emoto sulla memoria dell’acqua del quale invito un’approfondimento (sono visibili le numerose ricerche e le numerose foto da lui pubblicate, anche in internet).
Ogni ambiente e’ un universo a se, e per ogni luogo esistono soluzioni diverse. La creatività e’ utilissima oggigiorno, le strade future sono sentieri nuovi, spesso inesplorati dove e’ facile perdersi, ma e cosi, per tentativi che si costruisce la strada verso nuove abitudini più salutari del vivere sul pianeta.
Avete letto la notizia di qualche giorno fà riguardo al bombardamento sulla luna per cercare propio l’acqua? Ma vi rendete conto? Bombe sulla luna! Siamo talmente disperati che andiamo a cercare l’acqua sulla luna perchè quella che abbiamo non ci basta più. L’acqua e’ fondamentale, oggi siamo abituati a pagare per questo bene.
Si aprono dialoghi, confronti, si generano nuove figure specialistiche, qualcuno comincia a pensare e a costruire case ecologiche o perlomeno a ridotto impatto ambientale, che non sciupano l’acqua, raccolgono quella piovana e dipendono energeticamente da fonti rinnovabili, come (ad esempio) il solare, l’eolico, ecc. Qualcun’altro persino continua a coltivare qualche pianta officinale preferendola alla pastiglia della farmacia, si...qualcosa sta cambiando.
Nelle fattorie del deserto (a San Louis Potosi, in Messico) dove scarseggia sono maestri nel risparmiare la poca acqua disponibile, noi purtoppo a volte con troppa semplicità la guardiamo scorrere via, ma si sa e’ la necessità che aguzza l’ingegno...
C’e’ da sapere comunque che la bottiglia di plastica costa di più dell’acqua che contiene, inquina l’ambiente se non recuperata adeguatamente, insaporisce i licquidi contenuti e vi sono studi che adirittura le ritengono pericolose per la salute, solo questi motivi dovrebbero fare pensare a quali altre possibilità si potrebbero adottare, per cambiare questo modo così discutibile di conservare l’acqua destinata all’uso umano.
Quanto guadagna chi fa bottiglie di plastica? Da dove proviene questa plastica? Che cos’e’? E chi guadagna nello smaltimeto di cosi tanti rifiuti?
Mi auguro che i sammarinesi, sviluppino una nuova sensibilità verso l’ambiente prendendo in considerazione alternative intelligenti per progettare sistemi attenti alla vita in tutti i suoi aspetti. San Marino ha il privilegio di essere piccolo (come territorio), potrebbe essere questa una qualità utile nel capire velocemente i pregi e difetti di sistemi sperimentali nell’affrontare il problema su quali strategie assumere per un futuro molto vicino.
Questo ci dovrebbe far pensare anche a tutte quelle cose a volte fastidiose che ci costringono a riempire i bidoni nelle nostre case, certamente non sono solo le bottiglie di plastica ad appesantire gli enormi sacchi neri, l’enorme pubblicità cartacea ad esempio, i contenitori, le borse, le scatole, i gadget, le riviste, i tovagliolini, sono solo alcune delle cose che ogni giorno scartiamo. Questo vuole essere anche un pretesto per meditare sulla qualità dei prodotti di cui ci nutriamo, sulla qualità dell’acqua che siamo costretti a bere e ad acquistare, sulla qualità della vita che ci tocca vivere e sull’eredità (culturale e ambientale) che lasceremo ai nostri figli. Concludo, credendo che un mondo migliore sia possibile, citando Johann Gottlieb Fichte:
(...)Quando più nobili e migliori sarete, tanto più dolorose saranno le esperienze che vi aspettano. Pero non vi lasciate vincere da questo dolore: superatelo con le vostre azioni.
Ricordatevi che questo e’ calcolato e previsto nell’ampio disegno del perfezionamento del genere umano. Perdersi in lamentele sulla corruzione degli uomini senza muovere un dito per combatterla e’da effeminati. Punire e umiliare duramente senza indicare agli uomini la maniera per migliorare non e’ un atto da amico.
Attuare, attuare! Questa e’ la finalità della nostra esistenza.
Quali motivi avremmo per arrabbiarci perché gli altri non sono perfetti come noi se noi fossimo solo di poco migliori che questi? E non e’ forse la nostra perfezione maggiore un avviso che dice che siamo incaricati a lavorare per il perfezionamento degli altri? Esultiamo alla vista dell’immenso campo che dobbiamo lavorare! Esultiamo per essere forti e avere un dovere che e’ infinito! (...)
cordialmente
Steven Busignani

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mercoledì 21 ottobre 2009

Confusione totale

Di Amilcare Barca

Leggendo qua e là le notizie che il mondo politico produce, non si riesce a capacitarsi del perchè la politica sia scesa così in basso. In ordine di tempo, sono due gli elementi che in qualche modo riassumono la pochezza che l'agire politico di questi tempi non perde occasione di manifestare. Uno riguarda lo stato di fatto degli accordi con l'Italia, l'altro i rapporti all'interno della maggioranza che un giorno si e l'altro pure si fa vanto dello spirito di coesione che la anima. Sul primo, il governo ammette disarmato che ci sono dei problemi ma ci si guarda bene dal dire però che sono problemi politici. Chi fa opposizione rimarca il fatto che il governo non dice tutta la verità, così tanto per dire qualcosa; se la prende con i bignami ma anche se avesse avuto tra le mani il testo integrale avrebbe detto le stesse cose.


Dal canto suo il governo invece se la prende con lo scudo fiscale, però lo scudo fiscale è partito pochi giorni fa e quindi si poteva firmare anche prima. Questo ci dice che il problema non è lo scudo fiscale e se non è lo scudo fiscale allora il problema è un altro. I nostri interlocutori ce lo stanno facendo capire in vari modi ma chi deve capire o non capisce o fa finta. Nell'attesa che qualcuno finalmente capisca, c'è un micropartito che se la prende con il suo pari lista rendendo evidente che la legge elettorale è una legge inadeguata perchè costringe a matrimoni di interesse dove l'interesse è la sopravvivenza. Questo naturalmente riguarda tutti i micropartiti.
La causa di questo richiamo per "infedeltà" riguarda la "sfida socialista" anche se ancora non è chiaro chi sia lo sfidante.
Nel contempo si fa sapere ai compagni di lista che è improvvido avvicinarsi a chi ha pesanti responsabilità per la situazione attuale, ma allo stesso modo ci si guarda bene dal dire che si è al governo con personaggi che non solo hanno pesanti responsabilità per il passato ma sono recidivi.
Tutto questo mentre c'è chi muore sul posto di lavoro per mancanza di controlli, l'occupazione è sempre più in crisi, gli ammortizzatori sociali stanno esaurendo i loro effetti, si continua l'assalto alla diligenza pubblica e allo spreco di risorse, si continuano ad emettere comunicati stampa inutili e cosa più grave, non si ha ancora un progetto globale che non sia la solita aria fritta, in grado di far uscire San Marino dalle sabbie mobili in cui si è impantanato.

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Posto fesso...ops, fisso

di Maverick

Tremonti, e dopo di lui anche Berlusconi, forse alludevano al "non disvalore" del "loro" posto fisso di Ministro dell'economia e di Presidente del consiglio.
Opportunità, non diritti....leggete qui.

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lunedì 12 ottobre 2009

Dolcegramma per Mongo - Seconda puntata

Di MarcOne

Ad un anno dalla sua esistenza, inizia a vacillare il governo del Patto, iniziano a cadere uno dopo l'altro tutti i bluff del duo esteri-finanze... Come negli anni '90, abbiamo sentito di tutto, ma alla fine, questa volta Gatti non ha sbancato nessuno ed anzi ha fatto prendre a San Marino l'ennesimo sonoro ceffone sulla faccia e incassato l'ennesimo NO perentorio, facendo escludere San Marino dai paesi collaborativi. Il duo è riuscito a farlo mettere nero su bianco e far sancire ufficialmente il proprio fallimento diplomatico e politico da una Istituzione italiana. Si perchè l'obiettivo dichiarato era proprio quello di ritornare a normalizzare i rapporti con l'Italia, quindi il fallimento è totale oltre che ufficiale. Bluffare può essere utile al gioco delle carte, ma non in politica dove infatti, prima o poi, i nodi vengono al pettine.

A quasi 10 anni dalla prima esperienza di governo, AP ha incassato alle recenti elezioni politiche un preoccupante - 0,53% di voti, nonostante le fanfare di trionfo e i titoli autocelebrativi non è riuscita a cambiare proprio nulla della e nella politica sammarinese. Oggi sono ulteriormente in calo ed i giovani si accorgono che dietro al velo c'è qualcosa che non piace affatto. Un fallimento totale specie per chi come AP si presenta con una "etichetta etica" che se all'inizio forse aveva ingannato qualche sprovveduto, negli ultimi tempi ha convinto molti cittadini dell'esatto contrario. Parentele, clintelismo a piene mani e controriforme che anzichè portare migliorie al paese ed alla politica, hanno confermato il vizietto di ex democristiani, i quali vicino alla cosa pubblica allungano le mani e assumono amici e parenti.

Gatti e il bilancio. Con una maggioranza così forte e legittimata dal voto, si poteva attuare il piano ECSO sulla PA da subito, anzichè lasciare andare avanti una riforma inutile e costosa e rilasciare dichiarazioni alla Brunetta senza perlatro muovere un solo dito per cambiare lo status quo della PA. Il bilancio dello Stato potrebbe dimagrire se solo si avessero le idee chiare sul da farsi. Dal 1987 al '97 (con Gatti al governo) + 68% di assunzioni nella PA, il passato è sempre presente!! Media OCSE impiegati statali = 60 ogni 1000 abitanti; San Marino 150. Ma quale prudenza e rigore, servono lungimiranza e programmazione.

Statalismo vs mercato. La questione antenne messa a sopire una volta andati al governo si ripropone e rende nervosa la Segretaria di Stato, ma a riproporsi è una questione politica sui monopoli, lo statalismo e il libero mercato. Il Patto non ha una linea politica in merito e naviga casualmente. Aziende di Stato che operano nel settore privato violando qualsiasi principio di concorrenza e trasparenza, aziende in monopolio incapaci di dare servizi ai cittadini alle quali viene regalata l'esenzione a vita dalle imposte e gli affitti delle sedi. Il problema non è il numero delle antenne, ma la politica che non c'è e le regole che valgono solo quando fa comodo. Sarebbe ora di togliere dalle mani di pochi i preziosi patrimoni pubblici, smettere di socializzare le perdite e privatizzare gli utili.

Pensioni: secondo pilastro cosa c'è sotto? Si può evitare la previdenza complementare? Non certo con il progetto sic et simpliciter di un secodo pilastro affidato tutto in mano ai privati e soliti noti. La questione pensioni riguarda la San Marino che vogliamo trovare nel 2020 ed è una vision che deve andare oltre alle scelte politiche di emergenza e di comodo perchè è una questione che riguarderà tutti i cittadini ed i loro portafogli nella terza età. Questo paese ha necessità di una visione del futuro e di modificare una vecchia struttura per avere nuove funzioni. In questo soprattutto la politica latita. Un pensiero unico con un sindacato "interessato", come da sempre lo è, è quello che spaventa maggiormente per il futuro e la libertà. Si, il secondo pilastro si può e forse deve evitare, ripensando tutto il sistema welfare... Ma vallo a dire a quelli che già si sfregano le mani per i guadagni che faranno.

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Sogno in musica per l’Amazzonia: la “Riserva San Marino”

Di Steven Busignani



salve,
inanzitutto vi ringrazio per l'attenzione.
Mi chiamo Steven Busignani e sono un educatore per lo sviluppo sostenibile nella alta amazzonia peruviana, nella valle del fiume Huallaga, precisamente nel piccolo villaggio di Llucanayacu (stato di San Martin).
Vorrei gettare delle basi di contatto e collaborazione tra i villaggi della selva e San Marino, mia amata patria.
quest'anno per la serata del 31 ottobre 2009 a San Marino al teatro Titano ci sarà un concerto per pianoforte classico eseguito dalla pianista (di prestigio), Irene Veneziano, mia amica e già collaboratrice del flautista Griminelli che e’ ambasciatore di San Marino a Singapore. Il concerto ha come scopo promuovere le mie attività in amazonia e a collaborare nella realizzazione di una riserva naturale ( uno spazio protetto di foresta vergine) di 32 ettari che prenderà il nome di “Riserva San Marino”.

In amazzonia le mie attività sono di educatore nella trasformazione del cacao, coltivazione (quella dell’albero di cacao) introdotta cinque anni fa per contrastare la coltivazione di coca e la conseguente produzione di pasta basica (quella da cui si ricava cocaina, per intenderci), che purtoppo caraterrizzava negativamente questa zona.
Oggi felicemente la situazione e’ cambiata, assieme ai nativi cerchiamo soluzioni di sviluppo in armonia con la foresta, come l’allevamento di api indigene (come la melipona, Tetragonisca Angustula) la coltivazione e trasformazione di frutta secca, cacao e caffè.
Ho già costruito qui una casa, che serve come base operativa nella foresta, una casa che e’ in grado di ospitare eventuali ospiti e collaboratori o semplicemente persone del mio paese che vogliono fare una vacanza alternativa. La casa e’ anche laboratorio didattico e di educazione (e’ prevista la realizzazione di una sala video per i più piccoli).
Con questa lettera chiedo una collaborazione minima per le spese di realizzazione del concerto (parlo di qualche centinaia di euro, non spaventatevi)al teatro Titano di San Marino,
eventuali collaborazioni saranno segnalate nella locandina e nel programma del concerto (segnalando con un logo, l’ente o la ditta che ha offerto un’aiuto).
Per qualsiasi informazione questo e’ il mio numero di telefono a San Marino:334 5476342
Grazie di nuovo e a presto perche qualsiasi sia l’esito di questa richiesta sarete graditi benvenuti la sera al concerto.

Pubblicheremo nei prossimi giorni alcune lettere di Steven dall’Amazzonia

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A proposito di “sputtanamenti” dai media

Di Maverick
Il Presidente del Consiglio italiano ha lamentato un attacco da parte dei media, anche quelli esteri, alla Repubblica Italiana ed al suo Governo, ampiamente legittimato democraticamente, attacco definito coloritamente come un vero e proprio “sputtanamento”. Ci piacerebbe chiedergli cosa ne pensa degli attacchi sferrati da mesi da tutta la stampa italiana, quella di destra, di centro e di sinistra, ed anche quella istituzionale, in ottima compagnia con autorevoli esponenti del Governo italiano, contro la Repubblica di San Marino, definita ora mafiosa, ora camorrista, ora come covo di furbetti, ora dannoso paradiso fiscale, ora piazza finanziaria illegale, e dileggiata perfino da un Ministro come “caverna di Alì Babà”.


Ci piacerebbe anche, del resto, chiedere ai nostri rappresentanti del Governo, altrettanto legittimati democraticamente come i colleghi del Governo italiano, perché abbiano sempre taciuto, reprimendo ogni minimo rigurgito d’orgoglio e di amor patrio, colti da un desiderio insolito ed imbarazzante d’inginocchiarsi e prostrarsi di fronte ai colleghi italiani così potenti, evidentemente considerati sublimi e infallibili, mentre noi saremmo invece incapaci e inadeguati.
Era dall’epoca delle Signorie che non si assisteva ad una politica dai toni così miseramente ancillari. La nostra storia non ricorda momenti di così elevata subordinazione a forze esterne, che si chiamassero Alberoni o Napoleone.
Attendo ansiosamente che qualche voce autorevole del nostro Paese si levi sull’assordante silenzio dei nostri rappresentanti chiedendo autorevolmente ragione al Presidente Berlusconi di questo “sputtanamento” mediatico di San Marino.

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venerdì 9 ottobre 2009

Marino Moretti e il Trono dei poveri

Di Pietro Solferini

Mi sono preso la briga in questi giorni di rileggermi il romanzo di Marino Moretti, “Il Trono dei poveri”, nella curatissima edizione che ne ha fatto l’'Ente Cassa di Faetano - fondazione della Banca di San Marino - in occasione del trentennale della morte dell’artista.
Fuor da ogni polemica, di chiara matrice politica, che il lavoro suscitò in occasione della sua uscita da chi lo riteneva offensivo e poco rispettoso del nostro Paese, io l’ho trovato un bellissimo romanzo, che mi ha appassionato e commosso. Al di là dalla prosa e dalla tematica, forse ormai datate, l’ho trovato un atto d’amore dell’artista cesenate profondo, sincero ed incondizionato alla repubblica di San Marino.


La conoscenza minuziosa che Moretti dimostra delle Istituzioni, della Storia, delle leggende, degli usi, costumi e tradizioni e della legislazione è encomiabile (memorabile la lezione che il vecchio Commissario della Legge tiene al protagonista in occasione di una fiera del Borgo, nel corso della quale prende a pretesto episodi di strada per riferirsi e spiegare alcune disposizioni del Libro III degli Statuti che evidentemente avevano colpito il Moretti). I percorsi dei protagonisti, descritti in maniera rigorosa e con dovizia di particolari, denotano altresì una conoscenza dettagliata dei luoghi, delle piazze, delle stradine, anche le più recondite, di San Marino Città. Che poi il protagonista non sia un sempre cuor di leone, che in alcuni episodi venga sbeffeggiato, deriso ed anche umiliato, ciò non significa che Moretti volesse assumere il protagonista ad eponimo del sammarinese medio. Nella parte ove lo stesso protagonista svolge servizio volontario in occasione della prima Guerra Mondiale, ad esempio, Moretti fa chiaro riferimento alle sue esperienze e ricordi personali. Il protagonista, Marino Fogliani, è semplicemente un personaggio di fantasia, collocato sullo sfondo del paesaggio sammarinese. Per questo io credo che dovremmo essere grati a Marino Moretti. Ancora più in considerazione del fatto che, a mio parere, lo sfondo sammarinese è descritto con amorevole precisione e rispettosa affezione.
Il romanzo ha poi il pregio inestimabile di distribuire perle di saggezza preziose anche per la San Marino odierna (“…saremo grandi finché saremo piccoli…”); di ricordare a noi, sammarinesi di oggi chi eravamo e da dove veniamo. L’addio dell’anziano maestro a Marino Fogliani che parte per Roma, dovrebbe essere imposto nelle scuole ed imparato a memoria dai nostri studenti, come un tempo si imparava l’addio monti di Lucia.

Peccato che le celebrazioni disposte dalla nostra Biblioteca di Stato e dall’Ente Cassa di Risparmio giungano ormai postume, e non possano alleviare il dispiacere che provocò all’artista l’avversione con la quale il Romanzo fu accolto ai tempi della sua uscita.

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giovedì 8 ottobre 2009

Banche vicine alle aziende?

Di Lorisi Collini

Scusate , ma ultimamente si legge nei giornali sammarinesi notizie e annunci che le banche ora saranno : "vicine alle imprese ", "uniti si vince" "aiutiamo le imprese" e tutta una serie di storie fantastiche! la verita e' che le banche stanno uccidendo le imprese artigiane, commerciali,edili ecc ecc , ognuna ha una regola che interpreta a modo suo, lo stesso problema in 5 banche viene trattato in modo diverso, non ci sono regole, tiranneggiano, a secondo di come si alza il direttore al mattino, oggi una cosa domani all’incontrario, estorcono garanzie con inganni, poi le famose percentuali degli insoluti!! invece di cercare di aiutarci a superare questo momento di crisi, ci viene tolto anche quello che fino ad ora avevamo .
ma possibile che nessuno dica niente !!


nei giornali si parla solo di accordi, di scarcerati, che ora scrivono le memorie, delta comprato da ecc ecc, Tremonti di qua , Tremonti di la , gatti di qua , gatti di la !!!!
poi ci troviamo 800 persone nella lista disoccupati, di cui almeno 400 sono iscritti in lista per comodità, e non gliene frega nulla del lavoro,
le istituzioni? tante parole , nessun fatto concreto , le associazioni anche loro tanti comizi , convegni , parole ecc eec, nessuno che faccia o promuova qualcosa di veramente concreto !!!

ma delle imprese che soffrono tutti questi problemi non gliene frega nulla a nessuno !!!!!
presto gli 800 raddoppieranno e a nessuno interesserà nulla !!!
la fine e' vicina

scusate lo sfogo , ma non se ne può più ' !!
chi e' d’accordo con me , si faccia sentire .

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martedì 6 ottobre 2009

Per chi suona la campanella

Di Antonio Fabbri, su L’Informazione

Erano nati nel 2004 con l’intento di portare l’esperienza di professionisti ed imprenditori in politica. Lo hanno fatto fondando il Movimento Biancazzurro. Loro simbolo era la campanella, simile a quella che i Reggenti usano per richiamare all’ordine i consiglieri durante le sedute dei sessanta. Un simbolo che oggi suona come profetico dato che uno degli esponenti del Movimento Biancazzurro, poi confluito in Ap, oggi siede sullo scranno reggenziale, Sua Eccellenza Stefano Palmieri. Prima di lui anche Alberto Selva era salito alla più alta magistratura dello stato. Lo stesso Alberto Selva che, secondo le indiscrezioni, sarebbe pronto a candidarsi per il coordinamento di Alleanza popolare.

Il dato politico è importante perché vede due esponenti del Movimento Biancazzurro in Consiglio grande e generale, uno dei quali alla più alta carica dello stato, l’altro lanciato verso la più alta carica del movimento. Viene da chiedersi, allora, se quella campanella, oggi, non stia suonando per i vecchi fondatori di Ap. Bindi si è fatto da parte da un po’, non condividendo le ultime scelte del Movimento di allearsi con la Dc di Gatti. Masi si è fatto da parte adesso, uscendo dal Consiglio e accettando l’incarico di presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Sums. Mario Venturini resta in aula, ma ha deciso di lasciare ad altri l’incarico di coordinatore. Insomma una avanzata del Movimento biancazzurro, che oggi non esiste più, ma i suoi uomini ci sono e sono attivi all’interno di Alleanza popolare. Tanto che qualcuno dei vecchi fondatori si sta chiedendo: per chi suona la campanella? Verrebbe da rispondere: “Non chiederti per chi suona la campanella. Essa suona per te”.

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sabato 3 ottobre 2009

Felicità e politica

Di Maverick

Caro Direttore, recentemente ho ascoltato un suo intervento nel quale, forse per la prima volta qui a San Marino, si è osato accostare due termini apparentemente inconciliabili: felicità e politica. Secondo me, la modestia delle pretese che una certa bassa politica insiste ad avanzare in proprio nome vanifica le nostre speranze di felicità ed anche l’attenzione e l’ammirazione che vi si può riporre. Per questo la determinazione di alcuni nel disprezzare la politica viene talvolta compensata da vani tentativi individuali, altrettanto ostinati, di plasmare la propria vita dandogli una forma gradevole. Chi ha tentato sa bene che questa formula non funziona, o almeno non è requisito sufficiente.
La politica ci desta perplessità perché non sembra più in grado di creare quella felicità di cui riempie le proprie promesse e le nostre aspettative. In dubbio non è solo la funzione della politica come garante della felicità delle persone: essa è anche esposta all’accusa di non riuscire più a migliorare la qualità della nostra vita, e quindi la subiamo passivamente. Si dice che sia nella sperimentazione delle difficoltà che le molte cose belle conquistate in passato riacquistano il loro vero valore. Così oggi, spesso, le rimpiangiamo, smarrendo però la consapevolezza che il presente ci sta offrendo – sia pure col carico della sua crisi profonda – l’opportunità per un cambiamento radicale, per un ritorno alla conquista del nostro benessere, sia quello fisico che morale, sia materiale che spirituale, attraverso le migliori qualità della nostra indole. Riuscirà quindi la politica a garantire a noi cittadini una ritrovata felicità? Potrà assolvere a quello che, storicamente e filosoficamente, appare come il suo primario compito? Ne sono perplesso, tuttavia apprezzo il suo rinnovato ottimismo.

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venerdì 2 ottobre 2009

Riforma PA, se ci sei batti un colpo

Di Pietro Solferini

Sono ormai trenta giorni che le tanto sbandierate Leggi di riforma della P.A. sono entrate in vigore. La madre di tutte le riforme, il volano per l’economia ed il settore privato, il motore dell’efficienza e della funzionalità degli Uffici Pubblici è avviato da oltre un mese e nessuno se n’è accorto, mi pare.
Qualche cittadino ha notato uno snellimento delle procedure burocratiche in qualche ufficio della P.A.? se si, è pregato di segnalarlo. Qualche Ufficio funziona meglio, ha migliorato le proprie prestazioni, ha introdotto economicità rispetto al mese scorso? Non ci è dato saperlo. Qualche dipendente indolente, incapace, fannullone, incompetente – non che ve ne siano – è stato punito in base alle nuove norme disciplinari? Qualche Dirigente è divenuto più manageriale, professionale, competente? Se ne avete notizia, segnalate anche questo al numero in sovrimpressione.


Qualcuno, dall’alto, ci risponderà che occorre tempo, che stanno lavorando per noi, che per vedere gli effetti positivi occorre pazienza, che il mondo non fu fatto in un giorno, che la situazione preesistente era disastrosa, ecc. ecc…il ritornello lo conosciamo. E il ritornello lo potrei accettare senza problemi, se non sapessi che invece, nelle more di questa attesa, le manovre sotterranee e furtive di privilegi e nepotismo continuano imperterrite a pieno ritmo e senza attesa alcuna.

Tra le nuove formule di assunzione, ad esempio, stanno andando per la maggiore le borse di studio. Invece di procedere a ricoprire i posti vacanti presso gli Uffici secondo le leggi in vigore, con la scusa della Riforma in itinere, si procede alla copertura con borse di studio. Qual è il vantaggio? È semplice: non si deve sottostare a criteri e norme di sorta, si può procedere e reclutare il borsista come meglio si crede, in base alle esigenze e circostanze del momento. Si fa una commissione di Coordinatori (alter ego dei rispettivi Segretari di Stato), si esaminano i candidati con prove di cui non si sa nulla, si fanno graduatorie interne e inappellabili. Recentemente ne sono state emesse diverse (in data 25 maggio: 3 all’Ufficio Urbanistica e 3 all’Ufficio del Catasto; l’8 giugno: 7 presso i Dipartimenti…). Poi che fine faranno questi poveri borsisti? Dopo un anno saranno rispediti alle rispettive case? Non credo. Vuoi disperdere un così prezioso patrimonio umano? vuoi sprecare i costi sostenuti dall’Amministrazione per formare il borsista? ne vuoi sostenere altri per formare dipendenti provenienti dalle graduatorie a svolgere le medesime funzioni? neanche per sogno: una bella infornata e via.

Come diceva Moretti: continuiamo così, facciamoci del male….

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