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venerdì 26 dicembre 2008

COMING SOON

di Maverick
E’ festa, ed è festa per tutti. Anche il Governo riposa, ha lavorato alacremente per nominarsi. Quindi i nuovi segretari di stato hanno il pieno diritto di rilassarsi e svagarsi un po’. Infatti sono stati visti mentre facevano scorta di DVD per le feste, ed è apparsa molto singolare la loro scelta personale. Ecco cosa risulta abbiano acquistato: Gabrile Gatti ha scelto “Non è un paese per vecchi”, “Io sono leggenda” e “Sette anime” quest’ultimo in versione ‘taroccata’ in anteprima rispetto all’uscita prevista in Italia per i primi di gennaio. Claudio Podeschi, invece, “Pirati dei Caraibi”, “Ombre del passato” e “Nessuna verità”. Antonella Mularoni è andata più sul romantico con “Ho voglia di te”, “Come un uragano” e “Il grande sogno”. Fabio Berardi sembra invece affascinato dal nuovo fantasy “Ember, il mistero della città di luce” e da un drammatico italiano “Tutto e subito”. Per Romeo Morri la scelta è sembrata un po’ scontata: “Come Dio comanda” e “Non mi scaricare”. Gian Marco Marcucci ha preferito “The stranger” e “Yes man” con Jim Carey, anche quest’ultimo ‘taroccato’, poiché in uscita nelle sale a gennaio. La scelta di Augusto Casali è andata su “L'ospite inatteso” e “Un segreto tra di noi”, mentre Valeria Ciavatta senza esitazione ha acquistato “La Duchessa” e, forse per compensare, “La coniglietta di casa”. Per Gian Carlo Venturini la preferenza è andata su “The Spirit” e quella di Marco Arzilli, forse consigliata da qualche membro dell’opposizione, su vecchi classici come “Jurassic Park”, la saga di “Indiana Jones” e quella del maghetto “Harry Potter”.
Auguri e buona visione a tutti!

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mercoledì 24 dicembre 2008

The Christmas Song

Chestnuts roasting on an open fire,
Jack Frost nipping on your nose,
Yuletide carols being sung by a choir,
And folks dressed up like Eskimos.

Everybody knows a turkey and some mistletoe,
Help to make the season bright.
Tiny tots with their eyes all aglow,
Will find it hard to sleep tonight.

They know that Santa's on his way;
He's loaded lots of toys and goodies on his sleigh.
And every mother's child is going to spy,
To see if reindeer really know how to fly.

And so I'm offering this simple phrase,
To kids from one to ninety-two,
Although its been said many times, many ways,
A very Merry Christmas to you

James Taylor

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martedì 23 dicembre 2008

Gender

di: Associazione Culturale LGBT San Marino

Puntuale come un orologio svizzero arriva per il Natale 2008 anche l’augurio del Papa che invece di profondere negli animi un messaggio di pace e di speranza, propende per una versione più omofobica, scagliandosi senza motivo contro le persone transessuali. Rivolgendosi alla curia romana Ratzinger ha affermato che "Non è l'uomo che decide, è Dio che decide chi è uomo e chi è donna" e ha dichiarato che " L’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore”.
L’Associazione LGBT –San Marino, nata con l’obiettivo di difendere i diritti delle persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender, condanna duramente queste parole pronunciate proprio nel 60esimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani e a solo un mese dalla “Giornata della Memoria”, che ricorda le vittime dei campi di concentramento nazisti, tra cui quasi 10.000 omosessuali.
A Benedetto XVI vorremmo ricordare che la scienza ha ormai definitivamente chiarito che l’orientamento amoroso di una persona non dipende dalla sua impostazione biologica nella quale vi è pure una compresenza dei marcatori uomo-donna.
Le opinioni da lui espresse, oltre che essere anacronistiche, non fanno altro che alimentare l’odio, il pregiudizio e il razzismo nei confronti di persone che NON hanno scelto la loro condizione, ma vi si ritrovano per natura.
Anche a causa di dichiarazioni come quelle sopraccitate, i transgender sono spesso costretti a dover fare i conti con una dura realtà, ad essere rifiutati dalla propria famiglia, isolati dagli amici, licenziati dal posto di lavoro, oppressi dal bullismo nelle scuole e a volte purtroppo si trovano a dover pagare con la vita la loro affermazione di autenticità e il loro diritto ad essere se stesse e se stessi.
Dal 1990 ad oggi le persone transessuali e transgender nel mondo assassinate per odio o pregiudizio transfobico hanno costantemente superato la media di una al mese. Tra i dati censiti l’Italia nell’ultimo quadriennio resiste al secondo posto per numero di vittime assoluto dopo gli Stati Uniti.
Ci piacerebbe che Ratzinger, che si adopera tanto per la cosiddetta “difesa della vita”, spendesse una parola per le vittime di questo silenzioso massacro, invece che fomentare l’odio e il fanatismo e lo invitiamo a indirizzare le sue crociate verso nemici che siano realmente tali, come i mafiosi, i pedofili e i politici corrotti.

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lunedì 22 dicembre 2008

Rallentamenti in corso…

di: gli Operatori Postali di Serravalle e Dogana

Con la presente desideriamo portare a conoscenza le problematiche e la conseguente situazione che si è venuta a creare a seguito della nuova Informatizzazione Postale Sammarinese. Il “miglioramento” tanto annunciato, ha di fatto rallentato lo svolgimento delle funzioni operative creando disagio agli operatori e code all’utenza. Tutto questo a ridosso del periodo Natalizio, dove crediamo sia ben chiaro a tutti che i carichi di lavoro sono decisamente più elevati.
Gli Operatori Postali non sono stati formati con un corso specifico, in maniera tale da affrontare poi in modo autonomo lo svolgimento delle mansioni, né ci è stato consegnato un manuale operativo da poter consultare.
Tempo addietro, per sommi capi ci fu illustrato il progetto seguito poi , di recente, da spiegazioni, durante lo svolgimento lavorativo, per alcuni giorni e oseremo dire per alcune ore nei maggiori dei casi.
I Tecnici venivano poi interrotti in continuo perché altri Uffici Postali, anch’essi lasciati allo sbando, trovandosi in difficoltà necessitavano di assistenza.
Di fatto l’ Informatizzazione interna avrebbe dovuto essere utile, lasciare traccia di ogni movimento effettuato, sia per un miglior controllo da parte della Direzione Poste sia per la sicurezza degli Operatori.
Ebbene, così non è stato, perché il sistema necessita di migliorie, di snellimento nell’operatività per poter fornire veramente un servizio efficiente e non parziale, perché molte tariffe non sono presenti (Pacchi esteri) o lo sono in maniera errata nel sistema (telegrammi) , perché parzialmente sono inseriti i nominativi delle Associazioni e della Pubblica Amministrazione che godono di forme diversificate di tasse in abbonamento postale, e i coupons voce non ancora inserita nel sistema………

A seguito di un incontro avuto con le Organizzazioni Sindacali avevamo rimarcato alcune perplessità in merito , ma non vi è stato riscontro perché la Direzione Poste ha accantonato ogni nostra richiesta considerando innovativa la procedura informatizzata.
L’aggravio di alcune mansioni quali la doppia contabilità, il reintegro delle macchine affrancatrici in possesso ai medi e grandi utenti, le tasse nautiche sono quindi parte integrante dell’innovazione !!
Lavoriamo pertanto con tre sistemi informatizzati, non percependo perdita moneta e siamo inquadrati come quinti livelli, mentre in tutta la Pubblica Amministrazione chi maneggia denaro ricopre un sesto livello
Che dire? Figli di un Dio minore ?
Non vorremmo apparire vittimistici ma oltre alla beffa esiste anche il danno.
Di fronte a problematiche espresse la Direzione Poste ha sentenziato che se un dipendente non è in grado di lavorare con il nuovo sistema può tranquillamente cambiare lavoro, oppure si tenta di creare lo spauracchio con lettere dai toni imperanti, senza tenere conto delle difficoltà che gli Operatori quotidianamente devono fronteggiare.
Non era certo questo che ci aspettavamo, anzi, perché oltre alle difficoltà operative ci misuriamo anche con l’utenza la quale non è stata informata in alcun modo e protesta per i rallentamenti.
La Direzione Poste confida quindi nel nostro modo di operare che dovrebbe essere tranquillo, perfetto tale quindi da non dover sborsare denaro a fine turno, e all’abitudine a cui gli utenti dovranno assoggettarsi.
Riassumendo quindi :
maggiori carichi lavorativi
informatizzazione –lumaca
nessuna remunerazione per il rischio del maneggio denaro
quinto livello
Siamo spiacenti di constatare che sempre più spesso a termine turno dai nostri portafogli escono banconote, le nostre banconote.

Verremmo certamente smentiti, si sprecheranno belle parole per far comprendere che ogni innovazione necessita di rodaggio, di pazienza e di collaborazione.
Spesso le parole dovrebbero essere supportate dai fatti e crediamo che a poco serviranno perché le persone potranno trarre le proprie conclusioni notando i “miglioramenti-recenti”.
Non siamo contrari al nuovo sistema informatizzato chiediamo che venga migliorato, che ci venga consegnato un manuale da poter visionare in caso di difficoltà, che la Direzione Poste si attivi per porci in una condizione lavorativa migliore, che sia il nostro referente a cui poter far riferimento.
Crediamo di aver dimostrato collaborazione ma questo non ci rallegra per le motivazioni sopra esposte.

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Lettera aperta alla cittadinanza

di: Ordine degli Psicologi della Repubblica di San Marino

L’Ordine degli Psicologi della Repubblica di San Marino da tempo intende fornire alla cittadinanza una corretta informazione riguardo al ruolo dello Psicologo ed alle funzioni che esso svolge e che sono previste dalla Legge, sia nel nostro Paese, sia in tutti i Paesi a noi confinanti. La necessità diventa ancora più pressante quando le informazioni diffuse sui quotidiani della Repubblica sono errate o incomplete, o al peggio, ritagliate su misura non per il cittadino ma chi vuole ricoprire un ruolo pubblico che non gli compete.

Purtroppo la questione in termini squalificanti così come è stata proposta la settimana scorsa dalle collaboratrici educative impiegate al Servizio Minori, non convince nessuno. Infatti non si tratta della competizione tra due professioni intercambiali, così come non si tratta di una questione formale: all’interno del Servizio Minori si stanno liberando ruoli come Psicologo e non come Pedagogista. Questa è la realtà.
Lo Psicologo ed il Pedagogista sono due professionalità distinte con funzioni e compiti differenti, che devono entrambe avere un riconoscimento ed uno spazio all’interno del suddetto Servizio.
L’Ordine in tal senso ha il dovere di tutelare la professione di psicologo, come stabilito dal Decreto 29 Settembre 1995, n.110 (l’Ordine ha il compito di “vigilare sullo svolgimento della professione, al fine di garantire la correttezza, e reprimere ogni abuso di cui si venga a conoscenza”) ma soprattutto vuole tutelare il diritto del cittadino a ricevere in risposta alla propria domanda di aiuto il lavoro di un professionista in possesso dei requisiti richiesti dalle nuove normative e quindi di quelle competenze che conferiscono al suo intervento una qualità specifica.
La confusione nasce da una vecchia legge del 1993 (Legge 106) che riconosceva l’equipollenza di alcuni titoli in linea con le direttive italiane che attuarono una sanatoria per i professionisti che già operavano nel settore psicologico anche se non in possesso di una laurea in psicologia. Pare ovvio quindi che la legge 106, istituita al fine di permettere a queste figure di ricoprire i ruoli interni al Servizio Minori ed al Servizio di Salute Mentale, comprendesse anche questi titoli (come la laurea in pedagogia) tra i requisiti. In quanto “sanatoria”, tuttavia, il provvedimento era ristretto al preciso momento storico.
In Italia infatti già da molti anni non è più possibile che un professionista che non possieda la Laurea in Psicologia possa svolgere questa professione. Attualmente una sanatoria del genere non ha più senso neanche in territorio sammarinese, sia perchè è presente un numero più che sufficiente di professionisti psicologi di cui l’Ordine garantisce il possesso dei requisiti e dei titoli, sia nel rispetto della più recente Legge 25 Maggio 2004 n°69 che delega il Decreto 5 Maggio 2005, n° 70 o Authority Sanitaria. La Repubblica di San Marino, infatti, attraverso questa nuova Legge è andata adeguandosi alle nuove normative italiane ed europee producendo un “Regolamento in materia di autorizzazione alla realizzazione a all’esercizio delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-educative pubbliche e private nella Repubblica di San Marino”.
Questa Legge ed il successivo Decreto stabiliscono chiaramente, senza più confusione, che può definirsi “Psicologo” (senza alcuna distinzione di indirizzo) esclusivamente un laureato in Psicologia, che abbia sostenuto l’esame di abilitazione all’esercizio della professione e sia regolarmente iscritto all’Ordine Professionale.
Nella dicitura sopra riportata si legge chiaramente che l’Authority ha le stesse funzioni di controllo anche per il Servizio Pubblico: perché è già operativa solo per i professionisti e gli enti privati?
Ci auguriamo quindi che l’Authority ed il Legislatore prendano una posizione in merito poiché la possibilità che venga assunto nel ruolo di “Psicologo dell’età evolutiva” un professionista con titoli differenti, scelta che si sta proponendo nella PA per il Servizio Minori, confonde ulteriormente il cittadino rispetto alle diverse figure professionali, rischiando di non fornire una reale ed adeguata risposta ai suoi bisogni.
Teniamo infine a sottolineare la nostra non appartenenza ad alcun colore politico e, pur non avendo sollecitato l’interpellanza del consigliere di Sinistra Unita in cui è stato citato solo uno stralcio della nostra missiva del 2 novembre 2008, ritiene tuttavia che a livello politico ed istituzionale non ci si possa più esimere dall’affrontare questa annosa questione. L’Ordine degli Psicologi adotterà le misure necessarie affinché ciò avvenga attraverso la richiesta della specifica documentazione alle Università competenti nonché attraverso tutte le procedure consentite dalla legge.

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venerdì 12 dicembre 2008

Voi Sammarinesi

Riflessioni semiserie su un piccolo grande disastro
di Augusto Michelotti

Indiana Mark Arzill Jones, dopo un lungo peregrinare, è giunto ai piedi della formazione calcarea di origine mesozoico-giurassica e finalmente ha trovato il cristallo di giada con dentro la zanzara killer di qualche milione di anni fa.
Il prof. Valentini del DC Laboratory di via delle Scalette, esperto rianimatore di animali grossi ma con il cervello piccolo, riesce ad isolare il DNA di un mastodontico Tirannosaurus Rex di Domus Gnanus (l’odierna Domagnano) e miracolosamente a farlo rivivere. Insieme a lui furono riesumati anche alcuni esemplari di Velociraptus (stronzissimi carnivori voracissimi, velocissimi e pericolosissimi) e un raro esemplare di stregosauro.

Indiana Mark Arzill Jones ci rimase male perché non voleva che il merito di tutte le scoperte andasse all’illustrissimo professore il quale, per farsi perdonare di avergli tolto tutte le luci della ribalta onesta e incorruttibile, gli fece avere un incarico straordinario di minister per lo scambio delle merci e anche della loro produzione; a quel punto Indiana Mark Arzill Jones si accucciò sulla sua poltrona e non proferì più parola. E pensare che, in campagna elettorale, aveva sbandierato ai quattro venti che il rinnovamento ci sarebbe stato e che animali ingombranti come i dinosauri non avrebbero più calpestato l’antico suolo della Repubblica, lo testimoniano le macchinine dipinte con feroci tirannosauri con la scritta “mai più”, non sarà che qualche elettore si senta un po’ preso per il di dietro?
Ma tant’è, più che il dolor poté il digiuno di potere e la credibilità di “Voi Sammarinesi” (nda. Mi scoccia un po’ chiamarli “Noi” perché “Io” sammarinese Doc, non mi riconosco in tale supina nuova sudditanza per cui “Voi Sammarinesi” di là e “Noi Sammarinesi Doc” di qua) in un batter di ciglia è andata a farsi benedire.
Dello stesso tenore la reazione dell’Accademic Power (AP) che non si aspettava di essere fregata in maniera così clamorosa e truffaldina dai non più ex “amici” del DC Laboratory; ma come, non vi ricordavate il famoso detto “La volpe e il gatto perdono il pelo ma non il vizio”?
Anche l’AP aveva concordato il rinnovamento come principio inderogabile per la “Santa Alleanza”, ma di inderogabile per la DC c’è solo la fama di bugiardi matricolati perché a mantenere gli impegni non ci pensavano prima e non ci pensano ora, che volete, sono fatti così, falsi e poco gentiluomini perché tanto a loro che gli frega, sono rettili, sono infidi, sono dinosauri.

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giovedì 11 dicembre 2008

Europa, Italia, San Marino

di MarcOne

Solo adesso, e non prima delle elezioni, i quotidiani sono pieni di consigli e analisi che plaudono alle azioni del nuovo governo in campo finanziario, applaudono perfino alle sentenze politiche del giudice Emiliani e dicono un sacco di bugie o meglio nascondono le verità principali. Prima di tutto il governo non ha emesso alcun provvedimento ufficiale di alcun tipo e quindi occorre attendere.

Ma il nocciolo sta nell'ipocrisia e nella incoerenza della maggioranza dei suonatori della grancassa del governo, i quali erano contro qualsiasi tipo di ammodernamento e perfino di discussione di un nuovo modello riguardante lo sviluppo di questo paese che prendesse sul serio la possibilità di eliminare l'anonimato societario o una sua modifica, in modo tale da poter verificare al bisogno le composizioni societarie, e/o di altre significative modifiche dell'assetto finanziario oggetto di proposte e dibattiti degli anni passati, e si parla di temi di 10 anni fa, mentre oggi fanno a gara a chi abbatte le anonime! Sarà l'effetto Masi che pur di aver la poltrona alla Banca Centrale, dice tutto e il suo contrario in pochi giorni. La questione è semplice: genufletterci davanti alle assurde richieste, peraltro pretestuose, immotivate e politiche, di un qualsiasi PM italiano oppure andare avanti con una dignità statuale completa? (se portare denaro a San Marino fosse stato un reato perchè solo x l'Asset?) Accettare che i nostri cittadini vengano rapiti con l'inganno sul territorio italiano dalla polizia oppure invocare e far rispettare gli accordi esistenti? Trovare più forza nelle istituzioni internazionali che in qualche modo ci proteggano dai rischi che corriamo ogni giorno passando sul territorio di un paese che è divenuto ostile a San Marino nostro malgrado? Fare rete con gli altri piccoli stati ed elevare le nostre relazioni politico diplomatiche con i grandi paesi o continuare a "credere" e subire il protettorato italiano? Per ora, si è scelto di lavarsene le mani politicamente, cioè l'attuale maggioranza lo ha fatto, lasciando che un giudice "salomonicamente" prendesse una decisione. E questo denuncia tutta la debolezza di una classe politica che abdica al proprio ruolo perchè incapace di una elaborazione politica. Con questo atto si segna il primo passo verso l'abdicazione e la disgregazione del nostro millenario Stato e si accettano le pressioni indebite, ingiuste e pericolose di un altro Stato negli affari politici e non di San Marino. Ma il punto è anche un altro: Lussemburgo, Monaco e Andorra hanno forse subito tanto quanto abbiamo subito noi dai rispettivi vicini in nome di una presunta direttiva UE? Cioè Francia, Spagna e Germania hanno preso gli stessi provvedimenti che sono stati applicati dall'Italia contro San Marino? La risposta è no, e le ragioni sono semplici e primariamente politiche. Certo hanno a che vedere con le capacità maggiori di intrattenere rapporti politici di buona vicinanza e di far rispettare accordi precedenti fra Stati. La scusa della UE che l'Italia invoca è chiaramente un atto arbitrario, unilaterale e politico per mettere pressione su uno staterello che ha una classe politica di levatura molto bassa, maggioranza e opposizione, la quale non è stata capace in toto di rinegoziare e mettere rimedio alle condizioni capestro che si sono delineate a partire con gli accordi del 1991-2 e anni seguenti quando si sbancava Andreotti e si ballava con De Michelis. Da allora una serie di errori interminabili, uno sull'altro, senza avere capacità di analisi e lungimiranza politica. L'attuale PSD ci aveva provato a scatenare la questione adesione all'UE si-no-come, ma era solo argomento buono per le elezioni, poi la ciecità politica ha finito con far colassare tutto. DC e Ap non hanno mai preso seriamente in considerazione nemmeno l'ipotesi di fare le opportune analisi circa un ingresso mediato nella UE ed oggi il paese paga a caro prezzo la mancanza di intelligenza di una classe politica che, nonostante le emergenze siano parecchie e la stessa esistenza di San Marino messa in discussione con attacchi a volte anche creati ad arte dall'interno, continua a non capire, non vedere e sopratutto non fare, gli inevitabili passi per arrivare ad un progetto di una "nuova San Marino". Il rischio è che ci impongano dall'esterno una riflessione frettolosa, che ci impongano una riflessione già presa in altre sedi e ci facciano applicare provvedimenti che per San Marino saranno molto dannosi, deflagranti, se non terminali. L'attuale classe poltitica di potere è troppo impegnata in scontri e scaramucce interne - in questo senso la polemichetta della Mularoni, a quale ha vinto le elezioni, contro Stolfi, dimostra che fare il giudice a Strasburgo non assicura alcuna patente per l'educazione politica e, la sua litigiosità, non gioverà certo in fase di accordi internazionali... - o più probabilmente non ha uomini di statura politica, di destra e di sinistra, che possano dare una svolta e far riacquisire a San Marino una dignità politica e internazionale che loro stessi hanno contribuito a far perdere.

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martedì 9 dicembre 2008

La favola del governo rinnovato

Di GSD – Giovani Socialisti e Democratici

C’era una volta sul monte Titano
il Patto per San Marino che parlava di rinnovamento invano
nacque sotto il sole di Ferragosto
e da tante liste era composto
in esso un leader primeggiava
che spesso si domandava:
“specchio specchio delle mie brame
chi è il più furbo del reame?”
“ora sei tu Gabrielino
del governo è in mano tue il destino.”


Eppur anni or sono per una patente
finì lui sotto la lente
il Segretario giovane con gli azzurri occhi espulso lo voleva
che senza potere Gabrielino pazzie commetteva
ma vinse la sua battaglia e fu reintegrato
e ridivenne verginello come fosse appena nato.
Alle elezioni fece quasi il pienone
ma per colpa di quel Pie si ritrovò all’opposizione.
“Accidenti un nuovo scandalo devo inventare
che sto governo devo imbrigliare
ecco l’idea: una cattiva novella
facciam sapere cosa dice il mio amico Scaramella
e mettiam zizzagna anzichenò
parliam in ogni seduta di casinò”
“perdinci bacco sto governo non crolla
mettiam un altro elemento nell’ampolla
con me AP di sicur non tratta
che è per colpa mia che l’Alleanza han fatta
mandiamo avanti Valentini
di certo lui potrà parlar con Mario Venturini”
"pronto son Gabriele c’è Pasqualino?
Che ne dici di fare il Segretario, che sempre sei stato a me vicino?"
"Vai tra poco da quegli ingenui di AP
digli che stiam trattando col PSD
che la crisi è ormai compiuta
digli che il tradimento non li aiuta."
“Eppur mi manca ancora un ingrediente.”
"Pasqualino vieni qui", "eccomi presente"
"c’è quel tuo amico vestito di nero
che è un potere forte per davvero
come si chiama? Porta sempre un anello
Che indurrà AP nel tranello"
"ma sire è sua eccellenza Luigi Negri
La sua presenza a San marino ci rende sempre tanto allegri."
"Ecco, facciam un incontro tutti assieme
che ci vogliam bene e siam figli dello stesso politico seme."
La delegazione si ritira, ecco fatta la frittata
dopo che la legge obiettivo era già passata
“accidenti son ancora trentuno e noi ventinove
bisogna percorrere strade nuove
chiamiamo qui quello piccolo di fatto ma nel cognome grande
lui che in ogni castello costruzioni espande”
"Marino, questo governo ha da morì
perché non fate un partito che lo ospitiamo nella DC?"
A quel punto Pasquale insorse: “ma sire gli EPS nella DC ci stanno
ma quelli Socialisti rimarranno”
“embè”, rise il Nostro coi sondaggi in mano
“ti sembra che io sia Democratico e Cristiano?”
“Guarda che fortuna anche Sinistra Unita ci aiuta
han tolto le preferenze estere, il centro sinistra ha bevuto la nostra cicuta”
“è tutto pronto: ora la ciliegina sulla torta
così che crederanno che il nuovo bussa alla porta
chiamiam ancora la Mularoni, stavolta per farla tornare
la mandiam agli Esteri che i sammarinesi pensan ci possa salvare
e dato che ci siamo roviniamo anche quel pelato cattivo
di tutto la colpa a lui sarà data e io sarò redivivo
poi diciam che i dinosauri son di là
noi abbiam Marco, l’Antonella e Pasquale e che noi vinto si è già.”
Finalmente le elezioni son arrivate.
“Il traguardo è vicino adesso tutti vi svegliate
ecco qua le preferenze, mamma mia quante ne ho
adesso ci devono solo provare a dirmi di no
e guarda EPS e Arengo e Libertà
che affare portarli di qua
gli sforzi al Poliedro non son stati vani
adesso abbiam anche Grandoni e i sette nani.”
“E ti pareva? quelli di AP non l’avevano capito
di rinnovamento i sammarinesi non avranno nemmeno un dito
a meno di avere in meno un Masi Tito
anche lui tanto cattivo con me, le nostre guerre son ormai un mito
e ti metto anche Romeo, Fabietto e Augusto
non son mai stati al governo, giusto?”
“Poi diremo che sarà nel metodo il rinnovamento
tanto saran parole al vento
poveretti si ritrovano al governo anche Gargamella
e pensano ancora che risolverà tutto l’Antonella
ma son proprio smemorati,era scomoda e l’avevo mandata io a Strasburgo
adesso mi è utile e la ho ripresa, ma secondo voi chi è il demiurgo?”
“Siamo anche nello stesso palazzo, al Begni
io di sotto, lei di sopra a mettere in pratica i miei disegni
e mi son preso pure le finanze
bravi sammarinesi conservate tutti le vostre usanze
che son ancora giovane e per arrivare alla pensione
fare il Segretario ancora per 20 anni è mia intenzione.”
E vissero felici e contenti così si dice,
ma stavolta non si può, non è la Repubblica la vincitrice
che nel Patto si respira aria di infernotant’è che deve ancora partire e ci si chiede già:”quanto dura sto governo?”

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giovedì 4 dicembre 2008

Terzo Sindacato, risposta alla CSU

di Loriano Frisoni - Segretario (pro-tempore) del settore industria e artigianato della USL

Dopo aver letto il farneticante comunicato stampa emesso dalla CSU non posso esimermi dal rispondere, riprendendo alcuni passi del comunicato. Non avendo argomentazioni valide da portare in risposta alle chiarissime e più che condivisibili parole pronunciate dal Segretario della UIL Angeletti, in occasione della conferenza stampa della USL dei giorni scorsi, i dirigenti della CSU sopraffatti dalla rabbia e privi di valide argomentazioni, si aggrappano agli specchi e dicono: “A San marino la libertà sindacale esiste e nessuno la mette in discussione”. Certo nessuno la mette in discussione, ad eccezione delle due sigle Sindacali esistenti che si sentono minacciate nelle due P(potere e portafogli).

“La USL è una scatola vuota che non fa nessuna attività sindacale,ma va avanti solo per carte bollate”.
La USL per loro sfortuna non è una scatola vuota, ha uno Statuto chiaro ed innovativo,è composto da persone fisiche che si sono messe in gioco e credono fermamente in quello che fanno.
In pochissimo tempo la USL ha raccolto tante adesioni e consensi tra i lavoratori e questo alla CSU da molto fastidio, fino al punto di fare esternazioni prive di ogni logica.
Dicono:
“La storia millenaria di San Marino ha subìto in passato intromissioni, invadenze, ingerenze e scorribande di ogni tipo, ma il popolo sammarinese le ha sempre fronteggiate con autorevolezza e dignità”.
Quello che i Sindacati non hanno capito o non vogliono capire è che nessuno ha messo in discussione la libertà e l ‘autonomia del popolo Sammarinese,semmai sono loro a volersi ergere a padroni e decidere chi può fare Sindacato a San Marino e chi no, questa è la loro Libertà.
Dicono:
“il problema è che la USL non fa attività sindacale, ma va avanti solo per slogan e carte bollate. Ancora non ha detto assolutamente nulla su cosa propone per superare la crisi economica o sul problema del caro vita, e in generale su tutto quello che interessa i lavoratori e pensionati!”
La USL farebbe molto volentieri a meno di dover usare le carte bollate,se solo la CSU piuttosto che fare ridicoli ricorsi in Tribunale cercasse nell’interesse dei lavoratori la collaborazione di tutti,noi compresi.
Noi abbiamo idee e proposte su tutto il mondo lavorativo Sammarinese,ma prima di esternarle pubblicamente, il metodo che ci siamo dati e che forse la CSU non conosce, è quello del confronto e del dialogo con i lavoratori, perché noi vogliamo essere la “voce” dei lavoratori,non quella dei singoli dirigenti sindacali.
Dicono:
“Non è un timbro che fa un sindacato, ma la qualità della sua azione e proposta. Il consenso lo danno i lavoratori e non i tribunali”
Siamo perfettamente d’accordo ed allora in questa ottica, che senso ha fare ricorso in Tribunale nei confronti della USL ? Lasciamo che siano i lavoratori a decidere in piena libertà e democrazia, a chi dare credito e da chi farsi rappresentare.

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Disattesi gli impegni presi prima del voto

di MarcOne

Dopo tutti i commenti uditi risalta maggiormente quello di Tito Masi di Ap il quale dichiara: "Disattesi gli impegni presi prima del voto", affermazione significativa prima ancora che il governo, da lui voluto, inizi a lavorare. Insomma, il nuovo Patto per San Marino e il proprio governo poggiano le loro basi sul tradimento come prima pietra di una casa che traballa sotto il peso dell'incoerenza.

Incoerenza che si manifesta nel mancato rinnovamento, anzi del fallimento totale di una qualsiasi ombra di rinnovamento. Tornano Gabriele Rex, Podeschi e l'allegra brigata degli anni '90 accompagnati dai paggetti, pardon, damigelle dell'incoerenza di Ap.Questo paese rivedrà al potere coloro lo hanno portato allo sfascio. Solo 2 anni fa Gabriele Rex sembrava un brontosauro, il Pdcs era allo sbando e i grandi strateghi di SU & C. ballavano sul cadavere di entrambi festeggiando con orgie e sbronze varie. La sbronza è durata talmente che in un amen la cosidetta sinistra ha perso 2 o 3 pezzi fondamentali, ha ricompattato il Pdcs alla bella e meglio, consegnato nelle mani degli avversari i voti per vincere le elezioni. Commesso gravi errori politici di ogni tipo fino ad arrivare alla sconfitta senza conoscere a fondo la legge elettorale, cadendo politicamente sui diritti dei cittadini, cadendo poco prima del voto sulla questione degli 800. Una sinistra che del socialismo storico e di quei valori non ha nulla, non ha una idea da concretizzare, un modello di sviluppo appetibile della cittadinanza, dagli imprenditori,, dal paese, ormai si vota il simbolo turandosi il naso, ma quando saranno capaci di un salto di qualità? Quando abbandoneranno le piste dell'architettura istituzionale (che peraltro fa schifo) per pensare alle famiglie, agli operai alla casa e al socialismo illuminato di Blair e Zapatero? A forza di abdicare al ruolo, a forza di non fare politica la sinistra ha lasciato il campo alla CDO che pensa alle famiglie ed all'imprenditoria, ad altri che proteggono il lavoro e chi lavora, ad altre sigle che tutelano i piccoli imprenditori, gli artigiani ecc, Le politiche di sinistra mancano e la sinistra perde.San Marino è ancora costretta alla politica di turiamoci il naso e andiamo avanti, ma Tito lo sapeva già prima che quersta gente è inaffidabile e bugiarda congenita! Non solo Tito si ritrova gomito a gomito con il potere forte che per anni ha combattuto: il" grandonismo", e si ritrova con Gabriele Rex Segretario di Stato!!! Il Paese, se è vero che è in ginocchio, lo si deve alle politiche gattiane degli anni '90 ed al quelle del 2000 che hanno aperto la stagione del gioco d'azzardo tanto combattuto da Arzilli il quale oggi è talmente coerente che fa parte dello stesso governo. Il paese soffre perchè il Pdcs ha governato dal 1986 (compromesso storico) fino al 2005 con piena maggioranza e con politiche che si possono definire oltre che inutili anche dannose e per le quali oggi noi tutti paghiamo, anche come cittadini oltre che come piccolo sistema economico e politico, il fallimento totale di paternalismo, clientelismo e intrallazzo con i servizi segreti o pseudo tali attuato a piene mani dai capi del Pdcs.Incoerenza, demenza senile o incapacità politica? Chiamatela come volete ma è chiaro che nessuno qui pensa al bene del paese. E' palese che prima vengono le poltrone e che non hanno la minima intenzione di pensare al paese ed ai suoi problemi nonostante i fiumi di parole che seguiranno a quelli precedenti.San Marino, il nostro paese, ancora una volta, perde l'occasione per capire, per guardare avanti e oltre, per uscire dalle polemichette nostrane per riformare lo Stato in senso autenticamente liberale, predisporre l'ingresso in Europa. Si continua ad invocare l'emergenza senza pensare quale impatto avrebbe un ingresso ragionato e con deroghe nella UE, il quale forse abbasserebbe le pretese e le "sproporzionate attenzioni" che l'Italia esercita su di noi... Esterovestizione? Patti di buon vicinato? Accordi di cooperazione? Qui si continua a voler gestire il problema come un mero orticello del governo come se non fossero problemi che investono tutti, si continua con accuse patetiche ma non si odono le soluzioni adatte al paese.La Mularoni ha salvato, nei soli numeri (anche se il segno meno è evidente nei risultati), Ap ma non la potrà salvare dall'incoerenza e dai gravi errori politici. Il Patto ha vinto ma è una vittoria di puri numeri, come si può ben leggere negli interventi in Consiglio da parte della maggioranza, da qui ad attuare un programma e un modello si sviluppo utile al paese ne corre parecchia di distanza politica, di coerenza e coesione.I dinosauri della politica sono tornati, grazie anche a quelli che issavano gli slogan contro di loro, all'incoerenza di Ap ed ai molteplici errori che una sinistra senza leader e senza idee ha permesso.

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venerdì 28 novembre 2008

IL SILENZIO SUGLI INNOCENTI

Durante tutta questa settimana sono stato all'estero per lavoro, ma non ho mancato mai, durante questo periodo, di collegarmi più volte al giorno al nostro sito di rassegna stampa e seguire anche a distanza il lavoro dei nostri bravi redattori, tenendomi informato sulle novità di casa nostra.

Ciò che di giorno in giorno più mi stupiva, era che leggendo i giornali inglesi (da Londra) e vedendo i vari canali di news quali BBC, Sky e CNN, ma anche connettendomi ai numerosi siti della stampa italiana, è tutto un martellare di aggiornamenti drammatici sui gravissimi fatti accaduti a Mumbai, mentre niente giunge dalla stampa sammarinese.

L'aggiornamento delle diverse fonti d'informazione era soprattutto riferito al costante aumentare del numero delle vittime e ai vari tentativi di liberare gli ostaggi ancora in mano dei folli terroristi. Tuttavia, durante tutto questo tempo, mi confermavano i redattori di SMN che nessun comunicato ufficiale era giunto in redazione su questi gravissimi fatti di sangue, né da parte di istituzioni né tanto meno dalleforze politiche, sindacali, sociali, gli enti religiosi. Nessuno sembra essersipreoccupato di condannare pubblicamente gli attentati terroristici che hanno causato un numero impressionante di vittime innocenti, fra i morti ed i feriti, né di preoccuparsi per coloro che sono ancora nelle mani dei folli attentatori.

La nostra testata ha invece avvertito il bisogno e il dovere di dare informazioni sugli efferati delitti e di esprimere il proprio rammaricato cordoglio, la propria ferma condanna, il nostro assoluto rifiuto della passiva accettazione di soluzioni così colpevolmente drammatiche, qualsiasi sia la causa che le hanno determinate. Gli assassini non hanno e non avranno mai la benché minima comprensione e giustificazione. Seminare il terrore, la morte e il dolore fra persone innocenti e disarmate è quanto di più folle e codardo possa immaginarsi, anche per difendere la più giusta delle cause. E non ci possono essere vittime più o meno innocenti. Tutte le vittime del terrorismo lo sono, ed il sangue così inutilmente versato non potrà essere distinto né per nazionalità, né per colore, né per religione, né per età, né per censo (si è perfino letto su qualche giornale italiano che i terroristi "cercavano sangue a 5 stelle").

Ora, di fronte a tutto questo, ci chiediamo perché rimanere in silenzio, perché non difendere con forza il nostro presunto ruolo internazionale, votato alla pace ed al dialogo? Perché non sentire il bisogno, quanto meno, di inviare alle famiglie ed ai Paesi delle vittime il cordoglio sofferto e preoccupato del nostro piccolo Paese?

Costava tanto caro? Costava così caro sospendere, almeno per un giorno, le marginali diatribe, i bisticci inutili fra maggioranza e minoranza? Era così difficile mettersi alla tastiera di un computer e scrivere due righe di sincera contrizione e di severa condanna?Non posso crederlo, e non accetto questa grave superficialità e questo egocentrismo del mio Paese. Spero di leggere al più presto, e a chiare lettere, il sentimento di condanna dei terroristi e di pietà per le vittime innocenti che giungano dal nostro popolo, dalla nostra gente, che non voglio credere sia così insensibile quanto lo sono state, in questa occasione, le nostre istituzioni, i nostri rappresentanti politici, i partiti, ancora troppo presi dalle schermaglie di dozzina.

Queste saranno forse parole ovvie e scontate, ma almeno noi abbiamo provato a levare una voce, sofferta e preoccupata, anche da San Marino, assieme a quelle del mondo intero.

Il Direttore di SMN

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giovedì 27 novembre 2008

Facebook: sarcasmo da non sottovalutare

di Alessandro Pejrano
In merito alla notizia da voi pubblicata circa la diffusione su Facebook di gruppi di discussione anti-San Marino, vi segnalo che pochi mesi fa, a titolo personale e come studioso di politica estera, mi ero sentito in dovere (anche per tutelare la dignità di studiosi come me) di inoltrare ad uno dei gestori, un messaggio nel quale informavo che le notizie riportate erano false e probabilmente in violazione dell’articolo 299 del Codice Penale italiano (Offesa alla bandiera o ad altro emblema di Stato estero).

Il gestore del “blog” mi rispose con toni molto gentili, ma nei giorni successivi alcuni inserzionisti non mi risparmiarono da battute poco piacevoli.Vorrei solo portare all’attenzione di tutti, che queste distorsioni nella percezione di San Marino non vanno sottovalutate. Hanno la capacità di diffondersi in tempi molto brevi e sono il terreno di coltura più adatto per il giornalismo scandalistico e poco serio.Io penso che la dimensione culturale della sovranità –oggi- sia il rispetto per la dignità dello Stato. Un Paese con una sua storia, con pregi e difetti, ma pur sempre uno Stato!

Saluti cordiali

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lunedì 17 novembre 2008

La volpe comacina e i suoi cuccioli

di Marino Antimo Zanotti
I maestri comacini furono grandissimi costruttori di cattedrali romaniche; a partire dal VII secolo e per quasi tutto il medioevo, divulgarono la loro arte architettonica per tutta l’Europa, lasciandoci inestimabili tesori pur con l’uso di materiali che oggi chiameremmo, riciclati.Non è detto che il passare dei secoli sia direttamente proporzionale al progresso; specialmente visto da San Marino ciò non è affatto un assioma.

A noi sono rimaste le volpi comacine, impegnate ad accaparrarsi il territorio, costruendo edifici non proprio paragonabili alle meravigliose cattedrali degli antenati costruttori.
Oggi però la ricerca del bello non è al primo posto ed è sempre più difficile coniugare ampiezza delle costruzioni all’eleganza delle strutture, dovendo adempiere innanzitutto alla bramosia d’arricchimento e la necessità di riciclare denari puzzolenti.
Ignoro se a quel tempo i maestri comacini fossero impegnati in politica, onde perorare i loro progetti; purtroppo ho la certezza dei nostri giorni in cui l’inquinamento della politica, da parte delle locali volpi comacine, non è più eco-sostenibile.
Si parla di una volpe comacina con una covata di 6 o 7 cuccioli sparsi nel Consiglio Grande e Generale, forse trasversalmente alle due coalizioni e che sia di fatto la vincitrice delle ultime elezioni.

Se così fosse, i voli fantasiosi di alcuni politici verso la costruzione di due partiti unici, uno per coalizione, sembrano manifestazioni velleitarie che denotano una profonda frustrazione dell’anima.

Ma anche se non esistesse questo cancro lobbistico affaristico, tacendo di altri potentati economici, sarebbe comunque un errore di prospettiva l’agglomerazione di partiti in un soggetto unico.
Bisogna ragionare sul tipo di democrazia per cui intendiamo spenderci.
Personalmente, sperando di non essere in minoranza esigua, mi sbilancio nettamente a favore della democrazia partecipativa, in cui il cittadino ha la possibilità d’incidere sempre più e il potere tende a diffondersi fino a perdere la sua “gradazione alcolica”.
Il destino della democrazia da partito unico è quella tipicamente americana, con una partecipazione elettorale esigua intorno al 45%, al di la degli strombazzamenti mediatici.
La capacità europea, soprattutto italiana, di saldare le fratture della società, è stata possibile grazie anche alla presenza di quei partiti che hanno rappresentato quasi tutte le fasce della società, dall’estrema destra all’estrema sinistra.
Unire tendenze politiche, ma soprattutto interessi economici diversi, all’interno di uno stesso partito, porterebbe a obbiettivi indefiniti (o troppo sbilanciati verso leadership interne), provocando un inasprimento della disaffezione politica.
Un esperimento già fallito con l’unificazione di socialisti e democratici nel PSD.
Sbagliare è umano ma perseverare …

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venerdì 14 novembre 2008

Avete voluto la bicicletta? Ora pedalate …e zitti!

di Paolo Forcellini - direttore….AMBIENTE

Terminate le elezioni, con un vinto ed un vincitore, i cittadini si aspettano ora che la macchina Governativa si rimetta in moto e che possa tagliare il traguardo fra cinque anni che altro non è che quello della normale scadenza della legislatura. Adesso che i cittadini vi hanno accontentato, regalandovi una nuova bicicletta, vista la tanta voglia di pedalare che avevate, anche agli atleti più vecchi e che da tempo sono impegnati in questa fatica, e che di ritirarsi dalla competizione non ci hanno pensato minimamente, avete il dovere di pedalare, e non solo i dieci capitani delle otto squadre in campo, ma anche i gregari dal più fedele al meno affidabile.

Ognuno deve portare acqua al proprio capitano, alla propria squadra, perché la corsa sia piacevole e soprattutto porti benefici ai tanti spettatori che l’applaudono lungo le strade. Inutile fare giochetti di squadra, inutile cercare di rallentare la corsa a questo o a quel protagonista del momento, il pubblico non lo perdonerebbe mai, dopo le tante promesse ed intenti di collaborazione ed unità fatti durante le tante conferenze stampa precorsa. Pertanto, auguri a tutti i componenti la carovana di questo “giro” carovana, quelli vincenti e quelli perdenti, perché possa dare alla popolazione la chiara sensazione che finalmente questa legislatura giungerà al termine della legislatura con una corsa leale, sportiva e combattuta, dove ognuno, capitani, gregari sottogregari, meccanici, dovranno fare la parte che loro compete.

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mercoledì 12 novembre 2008

IPOTESI (ILLUSORIE) SULLA FORMAZIONE DEL NUOVO GOVERNO

Abbiamo già proposto la nostra analisi del voto, ma non ancora quella delle preferenze. Qualunque siano le analisi, mi auguro vivamente che la nuova opposizione di centro sinistra sappia comportarsi con lo stesso à plomb, lo stesso fair play e la stessa signorilità di John McCain dopo la sconfitta elettorale, ma soprattutto che sappia collaborare al salvataggio del Paese con una opposizione costruttiva, intelligente e ragionata.

Se una volta tanto, nella scelta dei 10 congressisti si volesse usare il criterio democratico rispettoso dei numeri, quindi del responso delle urne, oltre a quello della rappresentanza proporzionale delle forze che compongono la coalizione vincente, ritengo che si dovrebbe formare il nuovo governo sulla base di questi dati: 3 rappresentanti del PDCS, 1 di Arengo e Libertà, uno degli EPS, 3 di AP, uno dell'Unione dei Moderati ed un'altro della Lista della Libertà.

Adottando questo criterio di spartizione dei 10 dicasteri, conseguentemente si dovrebbe guardare ai risultati numerici delle singole preferenze. Se così fosse avremmo automaticamente i seguenti componenti il nuovo governo: Gian Carlo Venturini, Pasquale Valentini e Gabriele Gatti, poi Fabio Berardi, quindi Gian Marco Marcucci, tutti per la lista PDCS-AeL-EPS; poi Antonella Mularoni, Valeria Ciavatta e Mario Venturini per AP; quindi Romeo Morri per l'USM e Marco Arzilli per la LdL. Con quali assegnazioni di dicasteri sarebbe tutto da vedere, tranne forse due casi abbastanza certi fin dal principio: quello di Antonella Mularoni, che ha avuto davvero un plebiscito straordinario (un voto su due di AP conteneva la sua preferenza) e che si diceva sarebbe stata assegnata al difficile compito degli Esteri, e quello di Fabio Berardi, che ad avviso di molti non mancherà di pretendere la segreteria al Territorio.

La prima considerazione che balza agli occhi (almeno ai non più giovani) è che 9 dei 10 membri di governo sarebbero così dei democristiani o ex democristiani, ed uno un ex socialista passato al fronte opposto, determinando assieme ad AP la caduta del governo di centro sinistra ed il definitivo ricorso alle urne (a questo proposito qualche anziano estermista scomoda perfino le note vicende storiche del '58 a Rovereta).

Altra considerazione da farsi è che molti dei nomi in ballo non rappresentano esattamente né il nuovo né il cambiamento (Venturini, Gatti, Berardi, Ciavatta e Morri sono già stati autorevoli membri di governo e da lungo tempo nelle leadership dei loro partiti). Se questo criterio, quindi, venisse adottato, ci ritroveremmo con assai pochi cambiamenti, nessuno stravolgimento oggettivo, ma semplicemente un "ritorno al futuro" per i prossimi 5 anni.

Non sono un fautore delle rivoluzioni parlamentari, e non mi schiero dalla parte di chi pensa che tutta la politica si debba gettare via come il bambino della vasca assieme all'acqua sporca, e per questo mi permetto "pacatamente, serenamente" di esprimere la mia moderata contrarietà a quanti intendessero affermare che il Paese ha chiesto ed ottenuto un cambiamento. Che costoro si guardasero bene le cifre che abbiamo già riportato nel precedente editoriale e vi aggiungano le nuove, riferite alle preferenze: tutti i "big" sono rimasti in pole position, anche senza le preferenze estere, e se le cose per qualche partito maggiore sono cambiate, è solo per quanto concerne due o tre fra gli ultimissimi posti delle graduatorie, zone di classifica dove raramente si vanno a piazzare gli esponenti di grido delle leadership affermate.

Il Direttore

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lunedì 10 novembre 2008

EDITORIALE - Il voto dell'immobilismo: fedeltà e attaccamento al simbolo

il Direttore

I sammarinesi hanno dimostrato ieri, andando compatti alle urne, che il Paese è fortemente restìo ai cambiamenti e saldamente legato alle proprie tradizioni di voto. Quindi se il quadro politico deve cambiare, questo può avvenire solo per effetto delle scelte delle segreterie dei singoli partiti (liste e movimenti) e non per la dichiarata volontà popolare attraverso le urne. Ma vediamo perché, col conforto dei numeri.

Partiamo da un dato interessante, nel raffronto fra le elezioni del 2006 e le odierne, quello del calo dei votanti (-1009) per effetto dei seggi esteri che, da soli, sono calati di oltre il 9% delle presenze (primo elemento utile a profonde riflessioni politiche). Fra i votanti, il calo dei voti validi è di 1071 unità, cioè a dire che oggi le liste in lizza si sono spartite 20.975 voti e non i 22.046 del 2006. Questo determinerà un calo generale dei voti per ciascuna singola lista, in modo (come vedremo) abbastanza uniforme ed omogeneo.
In particolare, fra le forze che oggi compongono il Patto per San Marino, la DC, che pure ha subito la fuoriuscita di 4 consiglieri, andati a costituire i DDC, forza alleata oggi con la coalizione opposta, ma ha goduto dell'ingresso di 2 consiglieri eletti nel 2006 fra le file del PSD, la DC dicevamo ha totalizzato questa volta 565 voti in meno, realizzando 20 seggi, cioè 1 in meno rispetto al passato.Alleanza Popolare, che ha svolto il ruolo fondamentale di detonatore della crisi politica e del conseguente ricorso alle urne, ha registrato un calo di preferenze di 240 voti, mantenendo però intatti i propri 7 seggi, guadagnati anche nel 2006.La lista della Libertà si presentava per la prima volta, unendo gli sforzi dei due gruppi NPS e NS, i quali assieme però danno un saldo negativo, rispetto alla loro somma nel 2006, di ben 435 voti, col conseguente calo da 4 seggi a 3, risultando fra le forze che maggiormente subiscono gli effetti della diminuzione nel 2008.In ultimo la lista Unione dei Moderati che raccoglieva i precedenti Popolari Sammarinesi ed ANS, anch'essa oggi con un risultato negativo di 173 voti rispetto al 2006, ma con l'esito positivo di mantenere i propri 2 seggi.
Veniamo ora alla coalizione Riforme e Libertà.Il PSD, che aveva perso due consiglieri, passati nelle file della DC, ma conquistato il seggio appartenente nel 2006 ai Sammarinesi per la Libertà, vede calare i propri consensi di 314 voti, mantenendo però intatti i propri 20 seggi.SU cala anch'essa in numero di voti di 114 unità ma mantiene inalterato il numero di seggi: 5.Discorso diverso va fatto per i nuovi DDC, i quali essendo presenti per la prima volta (erano i 4 seggi fuoriusciti dalla DC) non consentono raffronti ma, quel che è peggio, non permettono di fare calcoli in termini percentuali per nessuna delle liste in campo, falsandoli inevitabilmente nel raffronto col 2006. Ebbene i DDC hanno raggiunto 3 seggi, probabilmente perdendo in termini di singoli consensi anche loro, in quanto precedentemente avevano 4 seggi in Consiglio, seppure guadagnati nel 2006 all'interno di una forza numericamente molto cospicua come la DC.
Nel computo generale, quindi, ne deriva che le forze che compongono la coalizione Patto per San Marino, sommate fra loro, perdono nel raffronto col 2006 ben 1340 voti, mentre la coalizione Riforme e Libertà ne guadagna ben 674 (probabilmente quelli raccolti dai DDC).Se infatti avessimo calcolato i seggi derivanti dai diversi movimenti di singoli consiglieri o intere forze politiche, poco prima del voto, al Patto per San Marino risultava una somma di 32 seggi, mentre a Riforme e libertà restavano i rimanenti 28.
Ebbene, il risultato elettorale "fotografa" esattamente lo status quo del giorno del voto, quindi, a mio avviso, dimostra solo come i sammarinesi siano fedelmente attaccati alla lista per la quale anche prima della crisi poltica avevano votato, ed il cambiamento all'interno delle alleanze e delle coalizioni non determina alcun significativo ripensamento nell'elettorato.Chi determina, quindi, le crisi, i cambiamenti di fronte, la possibile alternanza sono solo ed unicamente le segreterie dei partiti (o movimenti), ai quali gli elettori dimostrano di affidare comunque il proprio consenso, seguendone e condividendone le scelte.
Non parlerei quindi né di "grandi cambiamenti", né di "bisogno di novità", parlerei invece - in base alle fredde risultanze numeriche testé descritte ed enunciate - di assoluta fedeltà e straordinario attaccamento al simbolo da parte dei cittadini sammarinesi, i quali attraverso le urne confermano la propria fiducia alle segreterie dei loro partiti e movimenti politici.Dirmopente, invece, l'effetto della riforma elettorale con l'assegnazione del "premio di stabilità": attraverso questo stratagemma elettorale le due forze in campo si redistribuiscono i seggi a notevole vantaggio dei vincitori e a dispetto delle preferenze di voto di una buona fetta degli elettori.Auguriamoci che questo "sacrificio democratico" possa in futuro servire veramente alla tanto agognata stabilità di questo Paese.

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Segretezza del voto

di: un gruppo di giovani sammarinesi

All'indomani delle elezioni politiche, noi, un gruppo di giovani sammarinesi, convinti che la politica sia uno strumento fondamentale per migliorare la nostra società e le condizioni di tutti i cittadini, siamo indignati dal sistema elettorale sammarinese che non ci consente di esprimere segretamente e liberamente la nostra preferenza di voto. Se un candidato è in grado di risalire con una certa precisione alla provenienza dei voti ricevuti, come possiamo sentirci liberi di votare secondo le nostre convinzioni?

Molti di noi recandosi al seggio hanno rimorsi di coscienza e problemi in famiglia perchè devono dare il voto al parente più prossimo o al conoscente che promette certi appoggi una volta eletto.Perchè un candidato può sapere per ogni singolo seggio quanti voti ha ricevuto?Queste sono le parole del padre di Marco (nome inventato) prima delle elezioni: "Lo zio anche quest'anno si è candidato e ha chiesto il nostro voto, quindi mi raccomando è nostro dovere appoggiarlo. In fondo conoscere qualcuno "che va su" potrebbe sempre farci comodo in caso di bisogno". Ora Marco, che ha raggiunto l'età e la maturità di esprimere una preferenza in base ai valori in cui crede e che sono in contrasto con quelli del partito dello zio, cosa può fare? Segue i suoi principi o vota lo zio per la paura che poi lui vada a controllare i risultati del seggio e si accorga facendo due calcoli che qualcuno della famiglia non l'ha votato? Il problema è proprio questo: i candidati sanno esattamente per ogni seggio il numero di voti ricevuti, e se io e la mia famiglia siamo gli unici sostenitori di un certo candidato per quel seggio, il mio voto non è più segreto.L'articolo 7 della nostra costituzione dice: "Il suffragio è universale, segreto e diretto. Ogni cittadino, all'età e alle condizioni stabilite dalla legge, ha diritto di elettorato attivo e passivo".Pertanto, noi come cittadini sammarinesi chiediamo al nuovo governo di pensare ad un sistema elettorale che possa maggiormante garantire la riservatezza del voto. Crediamo che un politico, che sceglie la politica per il bene del paese, possa adempire al suo mandato senza sapere da quale zona ha ricevuto i voti. Crediamo che gli sia sufficiente conoscere il numero complessivo dei sostenitori in repubblica per sapere quanto le sue idee siano appoggiate e a quante persone debba rendere conto, non in termini di favori personali, ma in termini di rispetto e coerenza ai valori dichiarati in campagna elettorale.Con queste parole vogliamo testimoniare che ci sono giovani che non sono estranei alla politica e che non pensano solo al divertimento. Noi siamo realmente interessati al mondo politico ma ci sentiamo penalizzati e scoraggiati da questo sistema.

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domenica 9 novembre 2008

10 REGOLE FONDAMENTALI (E SEMISERIE) PER ESPRIMERE IL PROPRIO VOTO

di Maverick

In questo 'election day' ritengo utile fare una comune riflessione su quale possa essere il perfetto decalogo dell'elettore modello; vediamo chi di voi lo condivide.

1. Scegliere PRIMA la persona (le persone), poi conseguentemente la lista e la coalizione
2. la prima caratteristica della persona dovrebbe essere la sua effettiva e comprovata capacità politica di ragionare, gestire, decidere
3. la seconda la sua pubblica moralità e coerenza
4. la terza la sua non ricattabilità (non essere al srvizio di nessuno, lobbies, poteri forti o altro)
5. molto utile sarà anche la sua dimostrata capacità di ascolto
6. le regole che precedono eliminano, quindi, tutti coloro che estremizzano le proprie posizioni in forme di irragionevoli pregiudizi e rigidi ideologismi (ivi comprese le manie di giustizialismo)
7. a parità delle precedenti condizioni, scegliere in prima istanza un giovane (sono sempre più freschi d'idee, più motivati e intraprendenti) e SOLO in seconda istanza una donna (la loro partecipazione politica e civile sta crescendo in questi ultimi tempi, ma è ancora sotto la soglia della 'eguaglianza', ma badate che non sia una donna che si atteggia da uomo, sennò è inutile...anzi, peggio)
8. evitate i parenti e gli amici stretti, saranno i primi a deludervi (non vi ringrazieranno della fiducia, ritenuta un 'obbligo' e non potranno mai assolvere al preteso compito di numi tutelari, senza sputtanarsi/vi)
9. ultimamente vanno molto di moda i "giovani abbronzati" (meglio se originari del Kenya), vedete se ce ne fosse qualcuno in lista, chissà...
10. Last but not least, dite a tutti i candidati che avrete la sventura di incontrare che gli date la vostra preferenza: non ci crederanno, ma eviterete di essere trattenuti per ore in chiacchiere e promesse inutili e di sorbirvi il centesimo caffè offerto dell'election day!

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venerdì 7 novembre 2008

Sulle elezioni americane

Di Ing. Giorgio Chiaruzzi NPoC (National Point of Contact) San Marino
Space Generation Advisory Council in support of the United Nations Programme on Space Applications


Il sogno e la visione del Presidente Roosevelt prima, del Giovane Presidente Kennedy poi, continuano con Obama! Dopo l'importante esperienza formativa dello scorso aprile 2006 all'interno della struttura NASA dedicata al Giovane Presidente Democratico Kennedy di una Giovane delegazione di studenti sammarinesi accompagnati dall'Astronauta italiano Paolo Nespoli a Cape Canaveral in Florida,…
quello che rimane più forte nell'animo di un Giovane dopo questa esperienza è la forte consapevolezza che anche le sfide più grandi dell'umanità sono possibili se vi è consapevolezza, motivazione e condivisione sugli obiettivi. L'aspettativa sul 44° Presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama è altissima, perchè si preoccuperà con l'intelligenza e non con la forza, alla soluzione delle tante problematiche americane e mondiali con la pragmatica progettualità tipica dei Presidenti Democratici che lo hanno preceduto e con lo strumento della partecipazione, della condivisione e della motivazione sugli obiettivi, per potersi successivamente dedicare a settori quali la Ricerca, l'Istruzione e le sfide più ambiziose per l'emancipazione dell'intera umanità, che solo le enormi risorse positive degli Stati Uniti d'America possono rendere possibili e che inevitabilmente si ridistribuiscono in maggiore benessere per tutta l'umanità, come succedette dalle grandi ricadute tecnologie e sanitarie che derivarono dall'allunaggio del '69 concepito dal Giovane Kennedy. I migliori auguri al Giovane Presidente degli Stati Uniti d'America Obama, al quale non tarderò di inviare in forma ufficiale le più sentite felicitazioni, attraverso il canale diplomatico che organizzò la prima visita ufficiale di Giovani studenti sammarinesi alla NASA.

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mercoledì 5 novembre 2008

Smentita

di Matteo Casali - Alleanza Popolare

Gentile Direttore, curiosando nel Blog di Sanmarinonotizie.com mi sono per caso imbattuto nella dichiarazione di un utente anonimo in replica ad un intervento di Giorgio Felici "Authority. de che?!" del 24 ottobre u.s:
CMQ COME MAI LE COMMISSIONI NON OPERANO PIU' DA MESI? E VOI DI AP NON VI PRESENTATE PIU' ALLE RIUNIONI DELLE COMMISSIONE (ES. MONUMENTI) Questa affermazione, seguita da altre ingiurie urlate nello stile della "netiquette", corrisponde al falso. Sono il rappresentante di AP in seno alla Commissione Monumenti.

Ho presenziato, ed i verbali possono testimoniarlo, a tutte le sedute convocate. Non ho boicottato la commissione (non è nel mio stile), ne' avrei potuto farlo: su sette membri con diritto di voto sono l'unico rappresentante di AP ed il numero legale per rendere valida la seduta è di quattro commissari. Va da sé che anche volendo non avrei potuto boicottare alcunchè. Ritengo grave che certi personaggi, celandosi dietro l'anonimato, diffondano in piena campagna elettorale notizie false, ad arte o per ignoranza (non so, onestamente, cosa sia peggio), al solo fine di screditare l'avversario.
Tutto ciò testimonia purtroppo un modo di agire vile e mafioso del quale, evidentemente, qualcuno non riesce a fare a meno. Per questo motivo ti chiedo di intervenire al più presto per pubblicare questa smentita dandole il giusto rilievo.
Con immutata stima.

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Obama è stato un grande candidato: sarà anche un buon Presidente?

L'editoriale del Direttore di SMN - Pier Paolo Guardigli

Una prova di coraggio è arrivata nella notte dall’America. Una voglia di cambiamento e di rinnovamento, una dimostrazione di fiducia ad un uomo, a dispetto della sua età, delle sue origini, del suo nome, una fiducia quindi data solo alle sue idee e alle sue proposte [qui il primo discorso del nuovo presidente]. Ma si tratta veramente di un cambiamento radicale? Alcuni ritengono di no, o quanto meno non del tutto, e noi con questi. Si tratta veramente di una vittoria di Obama o piuttosto di una sconfitta di McCain? Anche su questo siamo con chi propende più per la seconda.

Durante il lunghissimo ciclo elettorale, infatti, McCain è apparso appena competitivo solo verso luglio/agosto e quando ha nominato Sarah Palin candidato alla vicepresidenza. Ma nel frattempo Obama incassava proprio da destra una notevole quantità di sostegni.
Bill Kristol (intellettuale conservatore, direttore del Weekly Standard e columnist del New York Times, figlio del più celebre Irving, tra i fondatori del movimento neocon) ha sostenuto durante la campagna elettorale che il senatore John McCain si è prodotto in una serie di scelte disastrose, in particolare lasciando fuori dai temi principali della sua campagna la politica estera, la minaccia nucleare iraniana, lo stesso 11 settembre, il terrorismo, la lotta al jihadismo, finché poi la crisi finanziaria lo ha definitivamente travolto. Kristol ha perfino sostenuto che l’America “si possa permettere” un presidente come Obama, poiché il candidato democratico non è mai stato così radicale ed estremista come alcuni integralisti si ostinavano a dipingere.
E così, oltre a Kristol, anche altri autorevoli esponenti del partito conservatore erano stati definiti sarcasticamente degli “obamacon”, quali ad esempio l’ex Segretario di Stato Colin Powell, schieratosi apertamente con Obama a meno di un mese dalle elezioni, un superfalco del calibro di Adelman (vicino a Donald Rumsfeld ed amico di Paul Wolfowitz), il celeberrimo blogger neocon Andrew Sullivan e molti altri politici, intellettuali, giornalisti e perfino interi giornali.
Ecco quindi la parodia col singolare slogan “Yes, we neocon”; perfino il tradizionalmente liberal NY Times aveva sostenuto in un lungo ed argomentato articolo che Obama condivideva la dura strategia di Bush contro la produzione di uranio degli Ayatollah, a favore di un possibile’intervento militare (come pare gli abbiano suggerito di fare i più esperti Bill Clinton ed il candidato suo vice Joe Biden), più di quanto non dimostrasse di fare il candidato McCain.
Una sorta di rivisitazione dell’interventismo neocon, quindi, attraverso l’affermazione di principio che l’America ha il dovere “morale” d’intervenire militarmente laddove diviene indispensabile (ieri la guerra in Kossovo, senza autorizzazione ONU, domani magari il catastrofico quadrante geopolitico del Ruanda, chissà). In buona sintonia col monito “agire multilateralmente quando è possibile, unilateralmente quando è necessario”, tanto caro a Madeleine Albright, Segretario di Stato durante l’amministrazione Clinton, Obama ha dichiarato durante la sua campagna: “dobbiamo considerare che sia parte dei nostri interessi, dei nostri interessi nazionali, intervenire dove sia possibile”.
Un acuto osservatore della politica americana, autore di approfondimenti, libri ed articoli e autore di un blog, Christian Rocca, ha scritto lo scorso 25 ottobre:“E’ molto probabile, anzi quasi certo, che il presidente Barack Obama deluderà molti suoi fan europei, a cominciare dai leader del Partito democratico italiano e dagli editorialisti già commossi per la storica vittoria del candidato nero del 4 novembre”. Perfino uno spirito libero, ma schierato, come Giuliano Ferrara ha scritto recentissimamente: “ Obama è diventato il candidato democratico perché ha la pelle nera. Punto. Il suo sorriso, i suoi denti bianchi, il timbro da rapper della sua voce, lo spiritualismo comunitario gospel della sua vita di cristiano nero, il linguaggio del suo corpo e la sua scrittura, le sue autobiografie e i suoi miti di famiglia, ruotano intorno a questo cuore identitario: io sono una cosa veramente e fisicamente nuova, il testimone della fine dell’incubo razziale, lo vedete da soli, no? Con il linguaggio unitivo del futuro, della giovinezza, della speranza e del sogno americano ha sbaragliato la macchina dei Clinton, prendendosi molte simpatie anche in ambienti conservatori (me compreso)”.
Personalmente, Obama non mi dispiace affatto, anche tenendo bene in conto che il più radicale dei democratici americani rimane molto più “liberale” del più conservatore dei politici italiani. Semmai, dando ascolto ai media più ipercritici americani, il vero timore lo possiamo riservare non ad Obama, bensì a sua moglie Michelle, dipinta spesso come una donna dalle ambizioni infinite e dallo scarso amor di patria.
Di sicuro, comunque, il giovane democratico si è rivelato un fantastico candidato: comunicativo, abile nella retorica, equilibrato e sempre molto preparato. Ora staremo a vedere se sarà altrettanto efficace durante l’attesissima “presidenza Obama”.
TWO CHEERS FOR OBAMA, quindi, ovvero due hurrà per Obama, ma non tre, come è consuetudine in America, perché il terzo lo riserviamo a dopo i primi importanti e difficoltosi passi della sua storica presidenza, agli inizi del 2009.

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martedì 4 novembre 2008

A proposito di scuola, riforme e proteste

di MarcOne

A proposito di scuola, riforme e proteste, ma anche di innovazione e laboratori di cui "tanto" si parla nei programmi elettorali, mi piace far sapere alcune diversità fondamentali fra il nostro tipo di vivere al scuola e quella ad esempio della UE. Solo in Italia e San Marino esiste il valore legale del titolo di studio che non aggiunge alcuna garanzia di qualità e nemmeno di autonomia, non mette in competizione le scuole e le università perchè un titolo preso a Roma in una scuola di qualità vale esattamente come quello preso in una di scarsa qualità e sappiamo tutti che è così.

In UE si fanno meno ore di scuola e la qualità è più elevata. Qualità e quantità di ore non vanno di pari passo e non sono sinonimo una dell'altra. In Italia e San Marino a qualità dell'insegnamento è molto bassa e non verificabile periodicamente e mai sottoposta a riposizionamenti in corso d'opera per migliorarne la qualità, mentre in UE lo è. A partire dalla scelta che i genitori possono fare fra scuole di un certo tipo che offrono garanzie di un certo tenore mentre non parliamo nemmeno delle inconsistenti garanzie che offrono le scuole sammarinesi e italiane comprese le università e lussuosi corsi con lezioni svolte da incomprensibili e scarsi insegnanti. Strutture, organizzazione, qualità e autonomia di insegnamento stanno alla base della qualità scolastica, come facciamo a competere in uno scenario dove tutti sono obbligati dai programmi ministeriali a insegnare le stesse cose?
Il piacere però di vedere che qualcosa pur si muove viene da "Piacere, siamo i nativi digitali" di Eleonora Pantò che potete leggere qui: http://www.apogeonline.com/webzine/2008/11/03/19/200811031901

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lunedì 3 novembre 2008

Dov'è il 'muretto'?

di Alberto Masi (Cittadino sammarinese)

Ho letto della tavola rotonda che si terrà in questo periodo di campagna elettorale, con tutti i candidati residenti in Città. L’argomento in discussione non sono i soliti programmi, ma il centro storico. Come rilanciare il centro storico. Interessante argomento visto che il nostro Monte è diventato patrimonio dell’Unesco. Ora ancora di più dobbiamo interessarci del nostro centro storico.

Ho sentito poi in uno dei tanti dibattiti di questi giorni in tv, il direttore di Rtv, Carmen La Sorella che giunta a San Marino si è chiesta: dov’è il muretto? Dov’è la piazza del centro dove tutti si ritrovano?
Oggi non c’è più. Ma una volta i giovani avevano il loro muretto. E’ quello dello Stradone. Oggi non viene più usato. E’ morto, come è morto tutto il centro storico, a chi investe perché ci è nato e ci vuole vivere, viene penalizzato. Se un qualsiasi turista o cittadino si affaccia dal muro dello Stradone vede un rudere: Villa Malagola., i lavori di restauro iniziati nel 2001 non possono andare avanti perchè a nessun governo dal 2001 ad oggi è interessato concludere la pratica. E’ tutto un cantiere, ma un cantiere abbandonato. Di sicuro non dà lustro al nostro Paese.
Questo succede a pochi metri da quel muretto, a pochi metri dalla Porta del Paese, a pochi metri dal Patrimonio dell’Unesco .
Come si può porre fine a tutto questo? Io lo saprei: semplicemente dandomi la possibilità di proseguire i lavori.
I politici invitati il 3 novembre, sono residenti in Città, la cosa dovrebbe riguardarli anche personalmente. Perché non mi chiedete di vedere come sarebbe la villa un volta finito il restauro? Sarei lieto di farlo.
RIMANGO IN ATTESA DI UNA RISPOSTA DA TUTTI I CANDIDATI.

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venerdì 31 ottobre 2008

Se la cantano e se la suonano

Di Maverick
I sondaggi elettorali di questi giorni fanno riflettere su alcune questioni. Un sondaggio può avere senso solo se è basato su dati statisticamente accettabili, su campioni statisticamente selezionati, e se privo di tesi precostituite da dimostrare. A commissionarli, quindi, non dovrebbero mai essere i soggetti politici interessati, bensì degli osservatori esterni, come i giornali o gli istituti di ricerca. Nella nutrita serie di exit poll sulla presidenza americana, ad esempio, ne emerge uno commissionato dal New York Times in collaborazione col network televisivo CBS.

Mi pare quindi che nessuno dei sondaggi visti qui da noi fino ad oggi abbiano tali requisiti. Questo li rende non attendibili? Direi di no, anzi. Partendo dal presupposto che nessuna forza politica renderebbe noti i risultati di segno negativo su se stessa, qualora se ne evidenziassero, basterà fare dei calcoli di interpolazione. Infatti, nessuna società di rilevamento minimamente seria potrebbe far risultare cifre lontane mille miglia dal reale (o dal 'possibile' reale) senza squalificarsi e perdere ogni credibilità sul mercato. Quindi in genere si offre ai committenti, assieme alle cifre definitive, un cosiddetto 'margine d'errore', cosicché nessuno potrà obiettare o criticare troppo aspramente l'eventuale fallimento della previsione. Questi margini sono talvolta anche molto alti, nell'ordine dell' 8/10 %, sia in un senso che nell'altro (cioè in più o in meno). Prendendo allora ad esempio l'ultimo sondaggio commissionato da AP alla SWG e pubblicato sulla stampa di oggi, in base al quale il Patto per San Marino dovrebbe ricevere il 54% dei consensi dell'urna mentre Riforme e Libertà fermarsi al 46%, se applicassimo i margini d'errore anche solo di un minimo 6%, ecco che magicamente Riforme e Libertà giungerebbe al 52% mentre il Patto scenderebbe al 48%. Quindi, cari elettori, prendete pure col dovuto beneficio d'inventario questi allettanti e coloratissimi grafici, tanto per ora sono solo subdole forme di comizi elettorali camuffati da indagini scientifiche.

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Il Pacco per San Marino

Di MarcOne
Ripassare fa bene all'informazione, un cittadino informato vota consapevolmente. Il Nuovo Partito Socialista (PSN) nasce per dissenso alla politica di unione fra Democratici e PSS (e per i soliti problemi personalistici), si dichiara apertamente di sinistra o casa di tutti i socialisti, si iscrive alla internazionale socialista ed ha nelle sue fila illustrissimi ex-socialistii quali hanno ricoperto le cariche più alte nel PSS nel governo e preso i voti per fare politiche di sinistra, gli elettori così credevano.
L'equazione sarebbe facile, ma siccome la coerenza è virtù rara la si lascia in disparte, e il PSN va a destra. Andando a destra tradisce le sue stesse origini e promesse e perde molti iscritti e simpatizzanti, inganna tanti sammarinesi. Per andare a destra non sceglie una politica, ma sceglie di salire su un carretto appena poco più incoerente, quello di NS che dopo la ribellione dalla Dc e le alzate di scudi, torna alla casa madre formando così la parte più piccola della matriosca di destra. Il PSN pertanto, non è un partito socialista, ma sono ex-socialisti che hanno tradito le origini e le promesse, travestiti da politici di destra e NS che ha fatto nel 2006 un solo seggio, sono solo pochi ex-democristiani scontenti dopo una operazione personalistica di vertice andata male.
Gli Europopolari, campioni di coerenza, pur di entrare in un fantomatico governo tornano all'ovile, senza aver detto o fatto alcuna politica che abbia i connotati di centro, non hanno alcuna personalità politica in grado di governare, si sono sempre limitati ad accusare i vertici DC, salvo poi ritornare sui propri passi senza un progetto politico di spessore.
(Omissis)
Infine, la coppa coerenza politica è di AP che non più tardi di qualche mese fa definiva la Dc ed i suoi dirigenti colpevoli di tutte le possibili storture di questo paese perfino di alto tradimento dello Stato ed oggi gli è fedele e sottomesso alleato. Ma non basta. Anche il programma di governo sconfessa la linea storica di AP che con i suoi dossier contro un certo metodo di fare politica aveva conquistato elettori ed oggi li perde per le ragioni opposte: quelle della coerenza, della storia e della genuflessione al capo supremo. Parlare di politica e di progetti quando non se ne vede nemmeno l'ombra è difficile davvero, però le differenze fra AP dei bei tempi e quella di oggi sottomessa e incapace di un progetto alternativo ai poteri forti è sotto gli occhi di tutti. La scelta di campo a destra è in tutta evidenza una ammissione di fallimento dei presupposti per i quali AP è nata, è una ammissione di fallimento politico perchè fin dall'inizio si è sempre presentata come partito di centro-sinistra alternativo alla DC e dalla quale aveva preso le distanze in maniera chiara ed inequivocabile, mentre oggi si rimangia tutto e si schiera in campo opposto con i padri fondatori del casinò e delle leggi sul gioco d'azzardo. Se questa è coerenza in politica, significa che AP dovrà pagare il prezzo di certe scelte che tradiscono gli elettori della base e quelli della prima ora che oggi non sono disposti a tapparsi il naso e votare comunque un simbolo che ha tradito le sue stesse origini.
AP ha tradito gli elettori, gli stessi iscritti e la sua storia, sta perdendo i pezzi e gli aderenti, per salvarsi, imbarca improbabili ex-sinistra unita che si ritroveranno faccia a faccia con gli uomini della DC. Il Ribaltone globale è servito e qualcuno dice ancora che la destra ha un progetto serio per governare il paese! Con una accozzaglia di incoerenti di questo livello, il paese subirà ancora più danni di quanti ne abbiano già fatti in passato.
Ap si ritrova con una destra raffazzonata che lancia continui attacchi personali per coprire enormi carenze di progetto politico, si mette in società con l'altra piccola matriosca formata dai popolari e alleanza nazionale dai quali eredita la linea della repressione a tutto campo e nessuna idea politica o leader capace. Quel che è peggio è che si mette con quelli che stanno tramando a Roma: pur di vincere è lecito anche affossare il paese; e giocando sui tavoli dei partiti italiani per mendicare aiuti a scapito del nostro paese; per denigrare tutto il possibile e per cercare con ogni mezzo di arrivare alle poltrone, vero ed unico obiettivo di una classe politica impresentabile.
Personaggi che hanno già disfatto il paese e si definiscono nuovi, che hanno governato negli anni '90 e hanno ideato e firmato gli accordi capestro con la UE, ideato e firmato l'accordo capestro con l'Italia che oggi paghiamo tutti, ideato e firmato le politiche e le leggi per avviare e ampliare il gioco d'azzardo, per metterci contro l'Italia, per avere la finanza ai confini, per riciclare ed evadere, per coprire le bande varie e per stuprare il territorio, consegnando il paese in mano ai poteri forti che ancora oggi sono forti alleati e sponsor della destra (su tutti questi argomenti AP prendeva posizione contro i dittatori di allora ed oggi gli è fedele alleata).
I cittadini devono sapere cosa c'è dentro quel patto per non rischiare di votare e... prendere il pacco!

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giovedì 30 ottobre 2008

Elezioni imminenti: dagli USA a San Marino

L'articolo di apertura del numero di San Marino Fixing da domani in distribuzione guarda con attenzione alle elezioni. Quelle più imminenti, quelle statunitensi, analizzate da una prospettiva interna, quella di Roberto Balsimelli, Console generale della Repubblica di San Marino a New York. Ecco il testo completo dell'intervista, realizzata da Saverio Mercadante.


Mancano pochi giorni al voto presidenziale americano. Tutto il mondo volge lo sguardo verso il gigante in crisi per vedere chi si siederà nella stanza ovale della Casa Bianca. In questo ultimo mese della campagna elettorale la crisi finanziaria e economica è stata la madre di tutti i comizi elettorali dei due candidati. Barack Obama ha puntato a presentare il candidato repubblicano come la fotocopia di George W. Bush, quello che farà cadere l'America in una crisi senza fine. John McCain ha soffiato sul fuoco dell'aumento delle tasse e delle redistribuzione dei redditi, annunciati da Barak. Roba da marxisti, insinua la candidata vicepresidente, Sa­rah Palin. Il vecchio marine che ha fatto la guerra del Vietnam si batte contro lo stile cool del primo afroamericano che ha fatto breccia nel partito democratico, sconfiggendo contro ogni previsione Hillary I, presidente designata della casata dei Clin­ton, che insieme a quella dei Bush, da sedici anni regnano sulla Terra dei Due Oceani. Da almeno cento anni ancora una volta la modernità passa dagli Stati Uniti. Chiunque vinca, i giovani, le donne, le minoranze razziali sino a sessant'anni fa sot­to il giogo delle leggi segregazioniste negli sud degli Stati Uniti d'America, sono stati i ve­ri protagonisti di queste elezioni USA di inizio del terzo millennio. Da New York, all'interno dell'analisi di questi ultimi giorni della campagna elettorale, Roberto Balsimelli è stata la nostra "voce di dentro": ci ha portato un punto di vista inu­suale sulle elezioni americane e sulla comunità dei sam­ma­rinesi d'America. "Come tutte le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, anche questa volta si sentono e non si sentono. Se ne parla molto più nelle televisioni e nei giornali. La percentuale di votanti qui è molto bassa rispetto a quella altissima di San Marino e dell'Europa. Anche nei bar, nei pub, nei posti di lavoro o in quelli pubblici se ne discute molto poco. Comunque, la crisi finanziaria e economica è stato certamente un fattore che ha determinato un interesse maggiore del solito". Le parole di Roberto Balsimelli, il Console generale della Repubblica di San Marino, ci arrivano da New York pochi giorni prima delle elezioni presidenziali americane americane. Il suo punto di vista di osservatore dall'interno degli umori metropolitani è molto interessante sia sul versante Usa che su quello dei sam­ma­ri­nesi d'America. Mentre scriviamo, sulle prime pagine di tutto il mondo la notizia di un complotto per assassinare il candidato presidente degli Stati Uniti Ba­rack Obama e uccidere, sparando o decapitandoli afro­ame­ri­cani in Tennessee. Il piano, messo a punto da due presunti neona­zi­sti skinheads, è stato sventato da investigatori federali america­ni. Ne ha dato notizia il net­work televisivo Fox News. In un'in­tervista alla Bbc Obama ha provato a stemperare i toni, mini­miz­zando l'accaduto: "Si tratta di gruppi completamente marginali, non rappresentano la realtà dell'America" ha detto il senatore dell'Illinois. D'altra parte, Obama in queste ore forse è più preoccupato dai sondaggi che vedono in risalita il candidato repubblicano John McCain. Infatti, continua ad assottigliarsi il suo vantaggio. Mc­Cain lo insegue con soli 4 pun­ti percentuali di distacco nelle intenzioni di voto dei potenziali elettori americani: per la precisione, il candidato democratico è accreditato del 49 per cento a fronte del 45 per cento dell'avversario. E' quanto emerge, quando andia­mo in stampa, dall'ultimo ag­gior­namento in ordine di tempo del sondaggio realizzato dall'istituto demoscopico 'Zogby' per conto dell'agenzia di stampa 'Reu­­ter's' e del notiziario tele­ma­ti­co 'C-Span', e che è corretto ogni 24 ore sulla base di blocchi di tre giorni consecutivi, così da garantire la massima attendibilità possibile. La grande paura: la crisi economica e finanziaria Ma torniamo all'analisi del nostro "inviato speciale" da New York. "Per quanto riguarda le te­ma­ti­che economiche, Barack Obama fa discutere - sottolinea Balsimelli - perché lui dice che aumenterà le tasse a chi fa molti soldi. E quelli che fanno molti soldi dicono: io vado via e allora chi impiegherà quelli che hanno pochi soldi? Gli exit poll indicano che Barack Obama è davanti, ma io credo che ci sia ancora molta incertezza". "La mia opinione sulla crisi - continua Roberto Balsimelli - è che dopo il boom economico dei prodotti tecnologici e informatici durante la presidenza Clinton che ha creato fatturato per l'A­me­rica in tutto il mondo, è rimasto poco. Ora non c'è sul mercato americano un altro settore come quello che può esportare i suoi prodotti sui mercati mondiali. C'è una 'calma' tremenda. L'altro problema, è quello che anche da noi il lavoro viene delo­ca­liz­zato in Messico, Sud­ame­rica, in India. Gli operai americani sono fortemente penalizzati. E' un tema da affrontare, non si può andare avanti in questo modo. Sul fronte dei mutui sub­prime, anche tra i cittadini sam­marinesi senza dubbio qualcuno ha perso molto. Tutti sono fermi, non vendono le loro azioni, è meglio tenerle nel 'gioco' finanziario piuttosto che venderle". Il peso di otto anni di presidenza George Bush "Dopo ventuno mesi e tre dibattiti, il senatore McCain non è stato ancora in grado di dire al popolo americano quale sia una sola cosa significativa che farebbe di diverso da George Bush sull'economia". E' stato questo il pilastro del discorso che Barack Oba­ma ha tenuto a Canton, in Ohio, lo Stato-chiave che ha votato due volte per Bush ma che vede ora lui avanti nei sondaggi. "La presidenza Bush - commenta il Console - ha attraversato certamente un periodo molto difficile, dall'11 settembre alla guerra in Iraq. La famiglia Bush è stata fedele ai suoi principi, sbagliando e non sbagliando, ma non ha mai fatto scandali. George Bush non è stato un playboy - insinua divertito Roberto Balsimelli - forse è stato duro nelle sue decisioni, solo la storia nel futuro potrà darci un giudizio sereno sulla sua presidenza. Come con Ronald Reagan". Quella dell'Ohio da parte di O­ba­ma, d'altronde è stata una scelta di profondo valore simbolico. Da quando Abramo Lincoln fu eletto nel 1860, nessun repubblicano ha mai raggiunto la presidenza senza imporsi in Ohio: in questo stato gli elettori hanno indicato il vincitore nelle ultime undici gare presidenziali. In casa repubblicana, il tema dell'economia è diventato il tor­men­to­ne anti Obama degli ultimi co­mizi di McCain: sta battendo come non mai sui temi dell'aumento delle tasse e sulla re­di­stribuzione della ricchezza, proposti da Ba­rak Obama. Sarah Palin, la discussa candidata alla vice presidenza, ha accusato Obama addirittura di ispirarsi al Manifesto di Carlo Marx. Intanto McCain è stato costretto a trascorrere lo scorso fine settimana facendo comizi negli stati tradizionalmente repubblicani, dove l'effetto Obama sta prendendo sempre più piede. La comunità sammarinese è divisa tra repubblicani e democratici "Non abbiamo avuto contatti diretti con i due candidati - ci dice Balsimelli dalla costa occidentale -, io personalmente ho assistito a un dibattito nel Long Island, ma solo perché era molto vicino a casa mia. Gli unici contatti - scherza il console - sono con la Casa Bianca che ci manda i suoi augu­ri per la Festa di Sant'Agata". "Qui a New York la comunità sam­marinese non esprime un voto in una sola direzione: è divisa tra chi vota repubblicano e democratico, ma anche su come sono cambiati i due partiti in queste elezioni, in senso più liberale o conservatore". "Credo che nelle scorse elezioni - prosegue -, secondo il mio feeling, i sam­ma­ri­nesi siano stati più vicini ai democratici che ai repubblicani. D'altronde le tendenze liberali sono più forti sulle coste americane che non nel cuore degli Stati Uniti. Lì si è molto più conservatori". "Dopo queste elezioni - conclude il Console Roberto Balsimelli - come tutti i cittadini americani anche i sammarinesi d'America si uniranno al vincitore di queste elezioni. Noi sammarinesi, comunque rimaniamo ancora così attaccati alla nostra Repubblica che sentiamo un po' meno le elezioni americane, ci sentiamo più vicini a quelle sam­ma­ri­nesi. Forse perché il nostro Stato è così piccolo siamo così attaccati alla nostra patria". Quella che va verso le elezioni del 4 novembre, è un'America ferita e lacerata nel suo ruolo forse sempre più anacronistico di sce­riffo mondiale della democrazia. E' un'America indebitata e impoverita, in crisi di credibilità dopo il fallimento della suicida finanza creativa che troppe illusioni aveva sparso e ha la­sciato sul lastrico troppe famiglie. I barili di carta, i futures, e la finanza di carta, i derivati, sono i simboli veri di questa America di inizio secolo assediata più dal­le sue speculazioni assassine che da Bin Laden. E' un'America che rischia come mai, almeno dal dopoguerra ad oggi, di vedere messa in discussione la sua leadership mondiale. Eppure, nonostante i segni inop­pugnabili della crisi di un'era che sta finendo, la campagna elettorale americana, è quella che manda, più di ogni altra, al mondo intero, al di là del proprio ruolo di naturale leader planetario, i segnali più interessanti della modernità del terzo millennio. I giovani, le donne, gli afro­ame­ri­cani, (il fattore "black" può essere ancora decisivo in un Paese che solo sessant'anni fa ha abolito negli stati del sud le leggi segregazioniste), le cosiddette minoranze, sono i protagonisti, e "rischiano" o "hanno rischiato", di diventare presidenti degli Stati Uniti. Qualunque sia il risultato, se non punterà sul cambiamento invece che sullo status quo, sulla speranza invece che sulla paura, su l'unità invece che sulla divisione, gli Stati Uniti non faranno ma­le solo a se stessi ma al resto del mondo.

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lunedì 27 ottobre 2008

Diritti negati e coscienze sporche

di MarcOne

Dalla sentenza del Giudice Felici, contro il diritto di voto a circa 800 sammarinesi alle prossime elezioni, emergono alcuni fatti e si desumono tutte le criticità di un sistema neofeudale dove pochi possono vivere al di sopra delle regole.
Prima di tutto occorre far emergere la responsabilità politica di un atto irresponsabile quanto lesivo del diritto fondamentale di voto che in democrazia è tutto ed è tutelato da precise disposizioni interne e sovranazionali. La politica ha creato un mostro costituito da 800 impossibilitati a votare. La causa è da ricercare in una condotta politica inadatta a far parte di un parlamento e del responsabile degli Interni (di Ap) che doveva verificare pro, contro e criticità di un provvedimento che ha creato un vulnus e segnalare ancor prima del voto, le conseguenze che si sarebbero verificate a danno dei cittadini. Questo è un dato molto chiaro che emerge anche dalla relazione del Giudice il quale dice che il Consiglio Grande e Generale doveva riaprire i termini per la revisione delle liste e non lo ha fatto. Tutti colpevoli con qualche irresponsabile più colpevole di altri perchè sapeva ed ha taciuto fin dalla sua preparazione. Sul merito della sentenza ha ragione l'avv. Bonelli, in quanto il Giudice ha sbagliato nettamente a valutare, poichè la modifica intervenuta è seguente alla chiusura delle liste, quindi il ricorso si poteva fare solo dopo aver saputo del problema creato e non prima. Il fatto che la sentenza di un qualsiasi giudice sia definita inapellabile, lascia esterefatti i giuristi di tutto il mondo e fa inorridire il diritto e la nostra Carta dei Diritti nonchè ogni principio più elementare che dà facoltà a chiunque di ricorrere in tutti i gradi di giudizio possibili.
L'abbaglio del Giudice Felici è evidente ed è chiaro che occorre fare ricorso al Collegio dei Garanti poichè è di tutta evidenza che 800 persone non potranno votare perciò non potranno esercitare un diritto fondamentale e tutelato. Dai giornali si apprende che nella sentenza, Felici si nasconde dietro un "...
l'enunciazione di un diritto di per sè non è sufficiente a far maturare il diritto stesso senza precise leggi che lo rendono attualbile...". Tutti sanno bene che invece la Carta dei Diritti enuncia dei principi precisi e inequivocabili come pure le leggi. Quando tutti sanno bene che non esiste una legge che indica chiaramente come usufruire della mensa e come devi esercitare il diritto alla pastasciutta, oppure come esercitare il diritto allo sciopero, tuttavia in questo paese si sciopera e si mangia... Sfugge il perchè gli 800 non possono votare.
Un principio che il Giudice dovrebbe ripassare e con lui tutti i Consiglieri é, al cittadino è consentito tutto, fatto salvo quanto espressamente vietato dalla legge. Il diritto al voto rientra nel diritto naturale, cioè fra quei diritti fondamentali e indisponibili quali i diritti politici e sociali per i quali non c'è necessità di chiarire, ma solo di esercitare. In effetti lo Stato per attuare il diritto di voto mette già in campo una complessa struttura organizzativa che appunto ne consente l'esercizio e lo rende possibile. Pertanto il diritto di voto attivo e passivo non si può sospendere o impedire solo perchè gli 800 non si trovano, loro malgrado e senza alcuna colpa, nelle liste, e nemmeno perchè qualcuno si è dimenticato di inserirli o di segnalarlo alle autorità. Adesso c'è chi lo ha segnalato e riaprire le liste è il minimo che si possa fare in uno Stato di Diritto autentico. Gli 800 elettori dovranno andare fino in fondo e invalidare le elezioni, se sarà necessario, con l'aiuto delle corti supreme internazionali, perchè una simile sentenza grida vergongna per un paese che ogni giorno non smette di stupire per la sua mancanza di intelligenza e di rispetto per i diritti fondamentali. In tanti si riempiono la bocca di principi e morale...
Cosa hanno fatto in Consiglio per impedire di arrivare a questa situazione?
Sentire che uno [omissis] segretario di stato con il fedele funzionario si compiacciono per non avere infranto la legge, suona come le dichiarazione dei vecchi burocrati dell'URSS che si nascondevano dietro le carte per non affrontare la questione dei diritti di tutti, quelli da difendere sempre e comunque ad ogni costo. Sarebbe stato più equo un impegno fattivo a riaprire le liste elettorali con sentenza che lo stesso segretario agli interni (di Ap) doveva sollecitare al Collegio Garanti per dimostrare che sostiene i diritti dei cittadini e non una parte politica. Ma si perde sempre l'occasione per fare la cosa giusta e altruista! A parti invertite, con i signori del Consiglio fuori dalle liste elettorali, mi sarebbe piaciuto vedere come andava a finire?
Ipocriti, San Marino è piena!

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Ci stupiamo di cose ataviche?

di Paolo Forcellini

L’uscita di Mons. Negri sulla sua “simpatia” politica, ha suscitato un gran disappunto non solo nella coalizione di Sinistra, ma anche qualche mugugno in qualche rappresentante di lista facente parte del “Patto per San Marino.” Un’uscita che forse era meglio non esternare pubblicamente, ma che in fondo nulla ha di diverso dalle tante uscite fatte da rappresentanti del clero in questi ultimi sessant’anni. Non ricordo elezione politica dove qualche prelato non abbia detto la sua, più o meno velatamente, ma pur sempre intromettendosi nella politica del nostro paese . Una bufera su queste elezioni, come la definisce alcuna stampa nostrana e non, che bufera non è. Lo definirei una brezza. E’ solo il solito bailamme pre-elettorale , talvolta esaltato per mascherare o per non parlare di problemi più importanti quali oggi sono quelli dei rapporti con l’Italia e con i Tribunali del circondario, che ci stanno ridicolizzando in tutta la penisola e distruggendo i valori della nostra Repubblica sino a poco tempo fa custoditi con gelosia. Altro che ingerenza ecclesiastica, qui ci sono ben altre ingerenze che vanno affrontate con decisione e con unità d’intenti. Che dire poi di certi interventi fatti in tempi non lontani, delle così dette “tonache rosse” per le quali non si sono mai levati cori di protesta? Per quelli tutti zitti dietro al macchione. Ma! Lasciamo perdere….abbiamo ben altri problemi che non le confidenze di Mons. Negri . Ricordiamo, per sdrammatizzare il tutto, che in un film tratto da un romanzo di Guareschi, già negli anni 50 , un certo Don Camillo, il prete del piccolo paese lungo il Po, durante un suo sermone domenicale, davanti all’amico–nemico vero autentico comunista, Peppone, ebbe a dire fra l’altro, in occasione delle prossime elezioni Italiane: “ Cittadini! Alle prossime elezioni vi invito a votare per un partito che sia democratico…se poi è anche cristiano molto meglio”.
Come vedete nulla di nuovo…all’orizzonte!

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venerdì 24 ottobre 2008

Authority ….de che?!

di Giorgio Felici

Apprendiamo dai giornali , che l’AUTHORITY dell’energia torna a riunirsi per determinare e valutare la richiesta dell’Azienda dei servizi di aumentare , DI NUOVO, le tariffe dell’energia (Luce, acqua, gas? O solo luce, gas?). Siamo l’unico paese al mondo che ha approvato una legge inutile , che deresponsabilizza la politica sulle dinamiche dei costi energetici, e delega questa responsabilità alla AUTHORITY , famoso organismo , cieco, muto e asettico , che prende atto e AUMENTA LE TARIFFE. Sarebbe curioso capire quali sono i costi della materia prima , mai dati a conoscere , perchè si ritengono riservati e segreti, unici anche in queto. Questa Authority , oggi due persone ( un commercialista sammarinese e uno di Bologna perchè il terzo è dimissionario) decide alla faccia del confronto almeno con le associazioni dei consumatori. Si tira diritto!!!! Tutto questo alla vigilia delle elezioni politiche. Ma dovè il Segretario di Stato all’Industria? Dove si nasconde , dietro l’Authority ? Un organismo inutile che deve decidere in regime di monopolio( ed è giusto che l’AASS rimanga allo Stato) cosa serve? Siamo al paradosso , i cittadini inconsci, ascoltano comizi inconcludenti, molte volte barbosi e insignificanti non esiste più opposizione politica ( perchè è tutto un ribaltone), e intanto aumentano le tariffe.

E’ immorale pretendere dalla politica che si assuma le responsabilità che gli competono? NO, penso proprio di no, ma stanare il Segretario di STATO ALL’INDUSTRIA NON è SEMPLICE, già due anni fà furono raccolte molte migliaia di firme contro l’iniziativa di aumentare le tariffe senza alcun confronto, senza far sapere quali incidenze sulla materia prima, quali conseguenze per le famiglie . Il prezzo del petrolio è tornato sotto gli 80 dollari il barile , allora , quali sono le cause stavolta? L’AASS, spende troppo ? La politica non vuole assumersi le responsabilità? FACILE USARE LO STRUMENTO DELL’AUTHORITY , FACILE DIRE è l’Authority che ha deciso!!!!!!!!!!!!

Cittadini lasciate a casa questi signori che continuano a dire così , il 9 novembre ne avete l’occasione, dicano che l’authorithy non serve , che verrà cancellata , che sarà ripristinato il confronto con i rappresentanti dei consumatori, che ci saranno dati i veri costi della materia prima, che ci sarà detto chi sono i privilegiati delle tariffe energetiche. Se questo non sarà , non credetegli , lasciateli a casa……….

se vi diranno che è stata l’AUTHORITY …………….MA AUTHORITY ..DE CHE????!!!!

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giovedì 23 ottobre 2008

Il Cardinale Alberoni

di Pietro Solferini

Gentilissimo direttore,
mi trovo ancora una volta costretto a chiedere ospitalità sul blog, in questa occasione per esternare pubblicamente le mie considerazioni circa il noto intervento di Monsignor Luigi Negri, Reverendissimo Vescovo della nostra Diocesi, che in occasione della prossima tornata elettorale ha invitato ad esprimere la propria preferenza in favore della Democrazia Cristiana.
Premetto che sono un cattolico fervente, praticante e da sempre seguo e ammiro l’operato pastorale di S.E. il Vescovo. Lo ringrazio per averci illuminato con il suo saggio e reverendo avvisamento, che mi appresto a ricevere ed esaudire con pìa devozione. Egli tuttavia, in questa occasione, ha mancato confrontarsi con le umane costrizioni, che limitano l’espressione delle proprie preferenze in favore di soli tre candidati. Mi permetterei pertanto di ossequiosamente domandarGli se volesse cortesemente degnarsi di completare la propria vocazione, esprimendo altresì un segno verso quei candidati Democratici Cristiani che a parere del Divino appaiono più degni e meritevoli.
E in proposito mi rivolgo al Nostro Reverendissimo Signor Vescovo per segnalare che domenica scorsa, in occasione della Santa Messa, ho notato come un candidato (di cui non posso fare il nome, ma che Egli certamente saprà) ha mancato di comunicarsi! Sono rimasto ovviamente allibito e ciò ha turbato non poco il mio devoto raccoglimento, che non è potuto essere così profondo come lo è di solito.
In altra occasione ho assistito personalmente ad un alterco tra un altro candidato (come sopra) e la propria moglie. Ebbene questo candidato, schiaffeggiato dalla consorte, ha assolutamente mancato di porgere l’altra guancia, come Santa Apostolica Dottrina impone, ma viceversa ha cominciato a prenderla a male parole.
Sono certo che il Reverendissimo Signor Vescovo non mancherà di allontanare tali individui spregevoli dalla Sua Considerazione elettorale, così come probabilmente saranno allontanati dalla mensa del Signore.
Resto in attesa di un Suo segno.

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