Vuoi proporre un intervento per il Blog? Invia lettere, commenti e opinioni (purché firmate) a:
redazione@sanmarinonotizie.com

lunedì 31 agosto 2009

Tremonti di nebbia

di MarcOne
La conferenza stampa di Gatti Tremonti e marginalmente Mularoni, ha detto tutto quello che c'era da dire. Prima di tutto non si organizza/si accetta un incontro di quel genere, non ufficiale, senza copione, dove a rimetterci davanti ai media siamo solo noi sammarinesi, mentre un Ministro italiano fa il suo show con dati sparati a caso e non veritieri.Non si accetta che sia chiuso alle domande dei giornalisti che la RTV non abbia potuto fare alcuna domanda, si propone invece una sede istituzionale ed un arbitro leale. Così è stato come incontrare l'attore che fa il suo monologo, ringrazia e se ne va. Una farsa in grande stile come Gatti ci ha abituati.

Al di la della conferenza stampa ingloriosa, cosa manca? Cosa è mancato fino ad oggi? E' mancato l'orgoglio di un sammarinese vero, cioè di noi che ci sentiamo orgogliosi di esserlo, cioè di tutti noi che abbiamo presente da dove veniamo, le nostre origini e dove vogliamo andare: non certo dietro a Tremonti e Gatti.
E' mancato Gatti quello vero che sbancava Andreotti, Forlani, De Michelis & C. è mancato il suo orgoglio, la sua sammarinesità che fino ad oggi non aveva perso, ma invece davanti a Tremonti si è dovuto chinare.
Gatti, si è dimenticato di prepararsi per una conferenza stampa e invece di essere "felino con pedigree" come tutti noi lo abbiamo conosciuto si è ridimensionato davanti a Tremonti presentandosi impreparato e mansueto come un "castrato qualsiasi" senza pedigree e senza argomenti.
Ha accettato una conferenza stampa dove Tremonti ha solo sparato sciocchezze e accusato San Marino di ogni possibile crimine, dimenticandosi che San Marino è uno Stato Sovrano e che le tasse qui le pagano tutti a differenza dell'Italia.
Se questi sono le basi e gli argomenti che Tremonti può mettere in campo allora possiamo anche stare più tranquilli per il buon esito degli accordi...Che però dipende anche dai nostri... Segretari di Stato i quali si sono dimenticati di essere sammarinesi ed è una cosa intollerabile e gravissima.
Gatti poteva argomentare e ribattere come ad es. l'Italia negli ultimi 2 anni ha avuto oltre 240 procedimenti di infrazione dalla UE perché non rispetta le regole, infrange i diritti dei cittadini e non vuole allinearsi alle regole del mercato e della concorrenza, non rispetta l'ambiente, accumula infrazioni sopratutto in materia FISCALE e delle società, della revisione dei conti alle società, sulla borsa, sulla mancata eliminazione della golden share delle aziende ex di Stato cioè di una infrazione che riguarda il mercato e il monopolio dello Stato che non deve esserci; la messa in mora della legge Gasparri sul sistema radio-TV da parte della UE, sulla tragica situazione dell'informazione in Italia ecc ecc.
Gatti poteva ricordare che il paese di evasori fiscali n.1 in UE è, dati alla mano, l'Italia. Le proporzioni dell'evasione in Italia sono tali (fra il 27 e il 45% deI PIL secondo le stime dell'Ares) da rendere ingenuo il pensare che si tratti di un'anomalia in un corpo fondamentalmente sano e produttivo. Evasione fiscale, evasione contributiva, elusione, lavoro nero e grigio, riciclaggio, fuoribusta, caporalato, tangenti, falso in bilancio, aggiotaggio...
Gatti e Mularoni potevano ricordare a Tremonti come funziona la giustizia e quante volte l'Italia ha subito condanne dalla UE per la giustizia ingiusta e lenta, oppure delle condizioni disumane delle carceri italiane e della inciviltà recentemente portata alla cronache.
Potevano gentilmente rilevare che prima Tremonti si dovrà occupare della sua Italia e del suo Nord, dove le partite IVA sono le prime ad evadere ed eludere, si dovrebbe occupare di risanare il proprio paese prima di dare lezioni (e dati errati) agli altri. Gatti poteva ricordare al suo collega che in Italia chiunque evade le tasse perchè sono troppe e ingiuste e perchè altrimenti l'economia non andrebbe affatto e gli italiani farebbero la fame, Forse poteva dare a Tremonti qualche consiglio sulle politiche fiscali per risanare la bella Italia. Oppure ricordare della Casta dei politici che con quasi 1000 parlamentari è il carrozzone che succhia di più se rapportato con tutti gli altri paesi del G8 e della UE.
Ma la colpa non è di Tremonti o almeno non tutta, anche se i suoi amichetti che miravano a Delta hanno avuto tutto il suo supporto per portare a casa il risultato che volevano ottenere conquistando il gruppo leader in Italia per i prestiti e affini. La colpa è dei sammarinesi che dicono che ci siamo meritati tutto questo perchè ci sono le SA e non abbiamo l'IVA. Quelli che dicono così sono dei coglioni abituati a farsi comandare dal capobastone e non comprendono il senso della sovranità, delle peculiarità che un piccolo Stato deve poter tenere in piedi per garantire una dignitosa sopravvivenza nel mondo fatto da squali che provengono da Italia e altri grandi paesi e che vogliono, specie in momenti difficili come questo e dopo aver sconvolto il mondo con la finanza creativa (a proposito Tremonti!!?), fagocitare i piccoli per sopravvivere comodamente alla crisi che si è generata proprio perchè è venuta a mancare la saggezza che invece a San Marino, i vecchi sammarinesi hanno sempre saputo coltivare.
Oggi Gatti è con il cappello in mano a mendicare un accordo quando invece dovrebbe stare nella UE e all'ONU a battere i pugni sul tavolo per far rispettare la sovranità del nostro Stato, i cittadini e il nostro sistema che non è né marcio, né compromesso, né colpevole, ma abbisogna di piccoli aggiustamenti necessari a renderci trasparenti verso le istituzioni internazionali ma non succubi e sottomessi all'Italia.
La pochezza delle nostre azioni politico-diplomatiche rischia di travolgere San Marino e la cittadinanza, si rischia di riportare indietro la lancetta del tempo e molti sammarinesi dovranno emigrare e subire le disparità che già emergono con il rinnovo dei contratti che crea di fatto una casta della PA rispetto al paese che lavora.
Gatti forse dovrebbe pensare a far accompagnare al confine i frontalieri e chiudere le fabbriche degli italiani che speculano anche sulle nostre teste ottenendo la cassa integrazione. Dovrebbe pensare a disfarsi dei consulenti da 3 mila euro al mese per non fare nulla, che non pagano le tasse in Italia; disfarsi di tutti i forensi che vengono qui solo per profittare della nostra ospitalità, ma sopratutto smettere di copiare ed ascoltare gli italiani che non hanno nulla da poter insegnare a chicchessia specie in materia fiscale, giustizia e funzionamento della democrazia.
Mi meraviglio, così come molti altri che il Vescovo ancora non abbia affrontato nel merito un tema così fondamentale per la sua diocesi e per i cittadini onesti che sostengono la comunità con il sudore e il sacrificio.
Un ultimo spunto lo da il botta e risposta fra ECSO e Ciavatta: sarebbe opportuno che entrambi valutassero di sottoscrivere un piano politico che preveda A dimezzare in 2 anni la PA e privatizzare alcuni settori; B ridurre a 1000 i frontalieri e chiudere le fabbriche di manodopera generica; C rilanciare l'economia dei servizi con una programmazione economica adatta ai giovani sammarinesi scolarizzati; D moratoria su Casino, territorio e costruzioni: ristrutturazione degli edifici esistenti a norme eco e politica della casa per tutti a prezzi bassi; E riforma della legge elettorale.
Forse si potrebbe ripartire a pensare veramente ad un modello di sviluppo a misura di San Marino e dei sammarinesi.

Leggi tutto...

venerdì 28 agosto 2009

Associazionismo e Politica

“Casinò a San Marino, corsie preferenziali per i ricchi (chi ha un aereo privato potrà atterrare a Torraccia), svendita delle residenze a “professionisti benestanti”, edificazione massificata del paese. Nulla di nuovo, le solite sparate della vecchia politica, che non vede altra strada che quella degli affari meno chiari possibile (e certo malvisti da fuori confine e contrari al benessere del cittadino medio) per risolvere una crisi complessa che è stata lei stessa a creare”.
San Marino si è retto per decenni su introiti bancari e finanziari, poco importa se non trasparenti, e sull’edificazione di massa del territorio.
Contemporaneamente defiscalizzazioni, crediti, agevolazioni e altre misure simili, hanno lasciato che i proprietari di licenza più privi di scrupoli arricchissero senza contribuire in alcun modo alle spese del paese, e non riconvertendo le proprie attività che ora sono fuori mercato.

Così, caduto il segreto bancario e la facilità di attrarre capitali “di dubbia provenienza”, San Marino non sa che pesci prendere, e si risolleva l’idea di svendere il territorio, il gioco d’azzardo ecc.
Come non vedendo che ovunque l’edilizia è a rischio di infiltrazioni mafiose, e come se San Marino, da questo punto di vista, fosse al sicuro!
Ma finché si tratta dei politici… Ora invece è una “associazione”, la ECSO, a farsi portavoce di queste teorie del rilancio col mattone e la montecarlizzazione, con cadenza quasi quotidiana e parole d’ordine come “Il paese è in guerra, non possiamo continuare a ragionare in senso antieconomico”, oppure “non possiamo bloccare il progresso”: un progresso univoco, che traccia un futuro già vecchio, e che se coincide con quello – desolante – italiano, non coincide certo con quello all’avanguardia di chi punta proprio sul blocco delle costruzioni e sulla ristrutturazione in termini ecosostenibili dell’esistente per superare la crisi.
Un’associazione che smaccatamente pubblicizza il “grande centro”, cioè alla sammarinese il contenitore in cui far confluire chiunque abbia legami con i blocchi economico/finanziari in macerie. E perché se si deve svendere le residenze (che comportano anche spese enormi per l’assistenza socio-sanitaria di chi le otterrà) non si pensa mai di darle ai frontalieri che pagano, loro sì e fino all’ultimo centesimo, senza poter truccare bilanci, il nostro fondo pensioni?
Ebbene, sono certo, l’ho già scritto, che alle prossime elezioni, non più tardi del 2010, la coalizione che vincerà sarà composta almeno da PDCS (escluso qualche volto noto), A&L, EPS, PSR e DdC. Così come otterrà i suoi obiettivi la ECSO, non obiettivi culturali ma professionali, come loro stessi confermano quando a proposito della dismissione dell’ex pattinaggio di Città dicono che “La nostra è solo una proposta (anche se abbiamo già contatti per procedere)”, e individueremo un altro posto per i giovani, anzi a dire il vero “l’avremmo già in mente”.
Insomma, ognuno è pienamente legittimato a sostenere la sua causa e a spianare la strada ai suoi affari (e a quelli dei suoi mandanti), ma almeno lo faccia con trasparenza, e dica chiaro chi sono i mandanti e quale lo scopo finale, senza fingere di parlare a nome di una scatola vuota.
L’associazionismo sammarinese, già debole e scarsamente indipendente, non ne ha proprio bisogno.

Leggi tutto...

lunedì 24 agosto 2009

Attacchi mediatici ed interessi economici

Da: La tribuna Sammarinese

Il Corriere della Sera, valutando la notizia del possibile interesse del gruppo Intesa San Paolo per l’acquisto del gruppo Delta, si spinge in una serie di considerazioni che riprendono sostanzialmente il motivo di fondo che la stampa italiana usa nel giudicare gli eventi sammarinesi. Partendo dal presupposto usato da Libero, uno dei giornali direttamente legati al premier Berlusconi, per cui le finanze di San Marino sarebbero a rischio a causa del presunto buco stimato di 3 - 4 miliardi di euro, il Corriere della Sera rivela come sia stato l’avvocato Guido Rossi, incaricato dalla Sopaf dei fratelli Magnoni, a denunciare lo “scandalo attraverso un esposto alla magistratura. In seguito — continua il Corsera — si muove anche la vigilanza di via Nazionale che in tandem con la procura di Forlì, arriva a scoperchiare un sistema truffaldino con un clamoroso giro di assegni con intestatari sconosciuti”.
Si dà per assodato che gli elementi sollevati dalla procura di Forlì nei confronti della Cassa di Risparmio siano passati in giudicato e quindi le accuse di riciclaggio siano diventate fatti certi tanto da dover ringraziare l’avvocato Rossi per avere tolto il coperchio alla pentola, mentre è ormai chiaro per quale motivo egli abbia agito.

In questo scenario si inserisce la decisione del Tribunale del Riesame di Bologna che confermando gli arresti domiciliari per i vertici dell’istituto bancario, induce qualche preoccupazione e fa pensare che la magistratura possa avere acquisito elementi che vanno al di là della semplice e comprovata accusa di dominanza nel gruppo bancario Delta da parte della banca sammarinese.
A parte questa considerazione, non è così assodato che vi siano elementi di certificata certezza rispetto all’accusa di riciclaggio, tanto che anche il Corriere della Sera, forse il più autorevole quotidiano italiano, insinua solo il dubbio derivante dall’ormai datata considerazione per cui sia stata coinvolta nell’indagine anche la Procura Nazionale Antimafia, dalla quale per altro in tre mesi non è giunta alcuna considerazione.
Ulteriore elemento critico rispetto alla tesi del riciclaggio è la stessa ‘maxi-rogatoria’ che la procura di Forlì avrebbe inviato al Tribunale di San Marino. Fino a ieri il pool di Di Vizio aveva fatto sapere di non avere bisogno dell’assistenza giudiziaria sammarinese, ora invece chiede, attraverso 4.000 pagine, informazioni. Le ipotesi possono essere due. O si stanno approfondendo tracce di indagine già solidamente comprovate, ma in questo caso l’atteggiamento degli inquirenti risulterebbe contraddittorio con il passato quando, in modo quasi sprezzante, avevano dichiarato la propria autosufficienza, oppure l’indagine ha la necessità di prove che non sono ancora state trovate e quindi Di Vizio sonda l’ultima possibilità, quella che per ragioni politiche e non certo giuridiche, la procura di Forlì ha sempre voluto evitare.
Ma c’è in questa direzione anche una terza via interpretativa: l’azione giudiziaria mossa nei confronti della Cassa di Risparmio non ha risvolti di carattere solo e squisitamente giuridico, ma è mossa da almeno due altri interessi: quello nazionale italiano di mostrare il pugno duro contro un’entità istituzionale, debole perché colpevolmente in ritardo sulla strada della trasparenza, che si preferisce costringere alla ‘svolta’, piuttosto che coadiuvarla usando la via della cooperazione. Ma anche quello dell’interesse privato per un gruppo bancario del credito al consumo che aveva battuto la concorrenza di tanti altri e che ‘rischiava’ di crescere troppo.
Queste ultime ipotesi, al di là delle esternazioni fatte dal Segretario agli Esteri sulla stampa di sinistra, spiegano esattamente l’atteggiamento assunto dai media italiani sulla vicenda Cassa di Risparmio e ancora di più l’attacco violento a cui è sottoposta la Repubblica di San Marino. Per giustificare un livello di aggressione così elevato da parte della magistratura e del governo italiano nei confronti del micro sistema economico di un altro Stato, l’unico modo è quello di agire attraverso i mezzi di informazione che devono creare nell’opinione pubblica l’idea del caso eclatante, lasciando magari trapelare ogni tanto qualche apparente prova documentale.
La campagna mediatica cui è sottoposta la Repubblica di San Marino dipende strettamente da interessi molto grandi e soprattutto molto diretti. Se il governo di San Marino riesce a comprendere questi fatti forse riuscirà anche ad iniziare a dare qualche risposta convincente.

Leggi tutto...

venerdì 21 agosto 2009

Offshore - Onshore

Di Marco Bodellini, su La Tribuna Sammarinese

Da mesi assistiamo a continui attacchi provenienti dall’Italia nei confronti di San Marino, come se quest’ultimo rappresentasse la causa del problema dell’evasione fiscale italiana (in Italia, si stimano oltre 110 miliardi di euro di evasione fiscale all’anno) o il luogo in cui sono custoditi i capitali italiani esportati all’estero (i capitali italiani all’estero sarebbero stimat in circa 550 miliardi di euro).
Posto che, se non altro per dimensioni, San Marino non può essere “il problema italiano” come da mesi si tenta di fare credere, mi chiedo quali benefici possa ottenere l’Italia da un rapporto così tumultuoso col proprio “vicino di casa”? Gli errori fatti da San Marino in passato sono innegabili, ma altrettanto evidenti e significativi sono gli sforzi da esso compiuti in tutti i settori per conformarsi alle richieste internazionali, del Moneyval e del G20 su tutte.

Sono fermamente convinto che se l’Italia considerasse San Marino come una risorsa e non più come il suo principale problema sarebbe la prima a trarne benefici economici e politici, benefici probabilmente molto maggiori anche degli effetti dello stesso scudo fiscale.
Le mie considerazioni devono necessariamente trarre origine da alcune condivisibili riflessioni già elaborate dallo Studio Ambrosetti in occasione del San Marino Forum; secondo tali riflessioni la più parte della ricchezza sammarinese è veicolata, necessariamente, verso la vicina Italia attraverso gli investimenti delle imprese locali in quello che spesso è uno dei mercati di riferimento, attraverso i consumi delle famiglie sammarinesi, e più in generale dei sammarinesi, in Italia, perlopiù nelle provincie confinanti di Rimini e Pesaro, poi ancora, attraverso il pagamento degli stipendi degli oltre 7.000 lavoratori frontalieri italiani alle dipendenze delle imprese sammarinesi, e infine attraverso gli investimenti in strumenti finanziari di diritto italiano delle banche, delle finanziarie, delle fiduciarie, e da qualche tempo anche delle società di gestione di fondi e delle compagnie di assicurazione sammarinesi.
Muovendo da tali premesse, mi chiedo per quale ragione l’Italia non cerca in San Marino un fedele alleato per la lotta contro la fuga dei “propri” capitali all’estero, posto che i capitali italiani a San Marino rimangono indirettamente in Italia, o qui tornano nelle modalità precedentemente indicate?
Per esempio, se San Marino si dotasse degli strumenti normativi necessari per divenire una efficiente piazza di attrazione per le holding e le sub-holding finanziarie, e se, conseguentemente i gruppi italiani che attualmente hanno società controllanti, controllate e collegate in Lussemburgo, Belgio, Olanda, Malta, Svizzera, o magari in qualche isola caraibica, spostassero le loro società a San Marino, l’Italia per i motivi precedentemente citati non ne trarrebbe grossi vantaggi economici? Io penso proprio di si. Le stesse riflessioni valgono per il trust, per gli hedge funds (che purtroppo in Italia non hanno mai conosciuto uno sviluppo e una diffusione significativa) per il private equity e per il venture capital (che nonostante la sua importante funzione economica di sostegno alla ricerca scientifica in Italia è ancora a uno stadio embrionale), per le polizze unit linked, per lo sfruttamento dei diritti d’autore, dei marchi e dei brevetti e più in generale per ogni strumento giuridico o finanziano che spinge capitali italiani all’estero per ragioni di fiscalità e di regolamentazione. San Marino negli ultimi anni ha disciplinato ognuno degli strumenti citati con normative trasparenti, efficienti, e conformi agli standard internazionali, ma, allo stesso tempo rese vantaggiose ed interessanti anche, ma non solo, dal trattamento fiscale; ritengo che l’Italia trarrebbe grossi benefici economici qualora i propri gruppi industriali e finanziari investissero in tali strumenti sammarinesi piuttosto che in analoghi strumenti di diritto estero, spostando ricchezza prodotta in Italia lontano dall’Italia.
Allo stesso modo un rinnovato e armonioso rapporto Italia — San Marino potrebbe prevedere l’utilizzo degli agili veicoli societari sammarinesi per attrarre investimenti esteri in Italia, e segnatamente nelle aree di confine, la costa adriatica in primis. Non è un mistero che l’Italia non risulti essere una realtà particolarmente vantaggiosa dal punto di vista fiscale per i potenziali investitori esteri interessati al Bel Paese. E’ conseguente poi che una crescita in tale senso della Repubblica di San Marino garantirebbe a quest’ultima una certa considerazione a livello internazionale, aprendole nuove prospettive di business con i Paesi stranieri.
Quanto fin qui rilevato mette in luce come San Marino potrebbe divenire la “piazza offshore -onshore dell’Itaha”, trasparente, regolamentata nel rispetto degli standard internazionali, ma al tempo stesso attrattiva e conveniente, e conveniente tanto per se stessa quanto per la vicina Italia che potrebbe finalmente riuscire a ridurre il suo eterno problema della fuga dei capitali all’estero, e ad attrarre forti investimenti stranieri.
Il risultato da conseguire non è né facile né immediato, ma il punto di partenza non può che essere quello delle ridefinizione di un rapporto che per il bene non solo di San Marino ma anche della stessa Italia deve cambiare radicalmente. Penso che l’auspicio tanto degli italiani quanto dei sammarinesi sia proprio quello di vedere il più presto possibile i propri Paesi legati da una relazione di amicizia, di armonia e di reciproca correttezza finalizzata al raggiungimento del bene comune.

Leggi tutto...

mercoledì 19 agosto 2009

I Socialisti e il socialismo

di MarcOne
Sono anni che si unificano e si dividono e all'osservatore nostrano appare chiaro che la causa principale delle divisioni non sono le politiche e le vision strategiche, ma fatti personali che principalmente occupano le ragioni della divisione e della diaspora.Incapaci di trovare una sintesi e politiche socialiste per una moderna società, oggi i socialisti sammarinesi sono leteralmente ovunque, ma non contano nulla. Sono diventati partito di maggioranza relativa e, subito dopo aver raggiunto l'apice si sono nuovamente spaccati.

Spaccatura dopo l'altra oggi sono:
NPS usciti prima dell formazione del PSD il cui riferimento è Augusto Casali, conta 3 seggi in Consiglio ed è schierato alternativamente al centro e a sinistra ma è al governo con la destra;
PSRS usciti di recente dal PSD fanno riferimento a De Biagi e Andreoli, contano 8 seggi, si schierano a sinistra aperti a collaborazioni per progetti al centro e sono all'opposizione e nel manifesto fondativo di politica concreta se ne vede poca;
PSD 10 seggi, opposizione e un documento politico leggerino che difficilmente troverà applicazione e sopratutto alleanze di governo;
Alcuni fanno parte di Socialisti per la Libertà che non è più presente in Consiglio ma attiva nel paese;
2 autorevoli transfughi dal PSD hanno fondato Arengo Sammarinese, sono al governo ed hanno sottoscritto il programma con la destra, tentano di tenere accesa la voce delle riforme nel governo ma con scarso successo.
A conti della serva fatti, i socialisti sarebbero al governo, sarebbero il partito più forte se non fosse per quella predisposizione alla lite ed al personalismo che rovina tutto. La tendenza dei cittadini sammarinesi è chiara, votano i socialisti, vogliono che il paese sia ispirato da politiche socialiste, da riforme capaci di cambiare il paese e portarlo fuori dalla crisi e proiettarlo nella sfera della UE a pieno titolo, sono orgogliosi di essere sammarinesi e credono che il socialismo, quello vero, quello che in questo paese ha fatto tante cose buone a favore di tutti, governi la Repubblica. Sfortunatamente ci sono pochi socialisti nei partiti, molti opportunisti, tanti fancazzisti ma sopratutto non c'è una coesione sulle politiche di fondo, si parla tanto e si fa poco, si perde tempo nelle scaramucce personali e intanto gli altri governano. Esiste una predisposizione alla lite perenne, di tanto in tanto sopita, ma costantemente condita da attacchi personali, calunnie sotterranee, racconti e bugie che si suggeguono nelle stanze dei bottoni come negli uffici pubblici, falsi miti e fantasticherie varie che raccontano di personaggi e di storie che nulla hanno a che vedere con la politica e le riforme.
Ai socialisti, ci piacerebbe vederli alle prese con una politica della casa che non passi più dai portafogli dei cittadini e dalle casse delle banche, ma a nuove politiche capaci di garantire ai giovani la casa ecosostenibile a prezzi adeguati, senza liste di attesa dove lo Stato sia il promotore di un nuovo ciclo virtuoso. Ci piacerebbe vedere realizzati i sogni dei giovani sammarinesi abilitati da studi universitari di elevata specializzazione a ricoprire posti di lavoro di qualità in un terziario avanzato che non è mai decollato e dove invece si continuano a produrre posti per manodopera generica, quest'anno sono stati oltre 900 i posti di lavoro creati, posti che non servono a nessuno senza qualità, ma che forse servono a qualcuno che profitta della cassa integrazione e fa pagare alla cittadinanza le proprie debolezze mentre incassa gli utili a fine anno. Cosa servono 900 posti di lavoro nuovi quando i nostri giovani attendono ben altro? A chi giova questo tipo di politica anti-sammarinese,? Mentre l'Italia ci attacca, noi paghiamo la cassa integrazione a migliaia di lavoratori dei quali potremmo fare a meno e ci guadagneremmo anche tanto di più se con la metà dei soldi sprecati per tale politica ottusa, si utilizzassero per creare posti di lavoro di eccellenza tecnologica, di ricerca universitaria e servizi moderni !!Ci piacerebbe vederli impegnati nella modernizzazione del nostro Stato, più che coinvolti nelle bagarre del casino e dei giochi, vorremmo toccare con mano politiche che promuovono più tecnologia, più servizi, più libertà e tutela del cittadino, più giustizia e più spazio ai sammarinesi. Ci sono troppi forensi che ci dicono cosa dobbiamo fare, dove dobbiamo rivolgerci e chi dobbiamo ascoltare.
la questione della adesione alla UE rimane un nodo centrale, ma finchè non ci saranno esperti di politiche e regole UE nella nostra classe dirigente sarà dura e questo teatrino fra un Segretario di Stato confuso e impotente che magari vorrebbe ma non può e dall'altra l'improvvisa uscita del PSD sulla adesione dopo che aveva lasciato cadere la cosa che prendeva le mosse già da prima delle elezioni del 2001, sono segnali politici che indicano chiaramente la necessità di spazzare via una classe politica e dirigente ancorata a un passato che fortunatamente non tornerà.
In attesa che tutti i socialisti che si credono furbi tornino a ragionare di politica socialista e non di personalismi... Teniamo botta.

Leggi tutto...

martedì 18 agosto 2009

Meditazione dal paradiso


di Steven Busignani

Scrivo dal paradiso, dalla grande e immensa foresta dell’ amazzonia.
Precisamente da un remoto villaggio sul grande fiume huallaga dal nome (Quechua) llucanayacu.
Uso la parola paradiso, nel sentito etimologico del termine, dall’antico persiano, giardino protetto.
Chi in cuor suo non si e’mai commosso vedendo i colori dei fiori, dell’acqua mentre scorre illuminata da scintillanti raggi di luce (sia lunare o solare) o dall’aria quando si fa mitica assumendo le tonalità rosee di un tramonto o le brume dell’alba? Per non parlare (questa immagine e’ spesso usata) degli occhi di un cucciolo animale (si anche umano)?
Perchè ho deciso di vivere qui?
Perchè e’il luogo al mondo dove esiste maggior ricchezza per quando riguarda la biodiversità dove migliaia di forme distinte di vita fanno di ogni giorno una nuova e unica scoperta.


Il villaggio in cui vivo e’ una microrealtà e quando arrivai vi erano solo una ventina di famiglie.
Le attività principali degli uomini erano ovviamente la caccia e la pesca, però negli ultimi anni si e’ intensificata l’agricoltura con conseguenze drammatiche per la foresta ed i suoi equilibri.
Nonostante i numerosi ingegneri agrari che si sono avventurati, per fare scuola, da queste parti, ancora si coltiva tradizionalmente(uso questa parola in modo improprio poiché non esiste una tradizione in questo senso).
Cioè facendo tabula rasa, tagliando il bosco a zero e poi bruciando i resti vegetali, garantendo buoni raccolti nei primi anni ma contribuendo a rendere sterile la terra in seguito, per non parlare dei piccoli esseri che in questo modo muoiono miseramente.
Felicemente negli ultimi anni le coltivazioni che erano prevalentemente di coca, oggi sono esclusivamente di cacao.
Scrivo questo perchè dall’esperienza delle piccole comunità si può imparare tanto.
E anche perché San Marino tutto sommato è una piccola realtà.
All’inizio, come ho gia scritto le famiglie erano una ventina… qui si elegge un rappresentante (capo villaggio) che ha la funzione di commissario e di organo di controllo, ed e’ eletto democraticamente anche se sono sempre gli stessi a governare, quelli infatti che appartengono alla famiglia più grande hanno ovviamente sempre la maggioranza di voti. Aquilino l’anziano attuale capo villaggio e’ un mio amico ed e’ una persona aperta ai problemi ambientali e della collettività.
Considerando che ogni famiglia coltiva circa tre ettari per il proprio sostentamento, più o meno la superficie di foresta coltivata corrispondeva (fino all’anno scorso) ad un centinaio di ettari coltivati.
Nell’ultimo anno un fenomeno di migrazione interna del paese (il Peru) ha aggiunto al villaggio venti famiglie in più e oggi siamo quarantatre famiglie a vivere qui. Gli ettari coltivati sono arrivati a duecento.
Dato l’enorme disboscamento sono iniziati i primi problemi, i torrenti dalle montagne diminuirono la portata dell’ acqua,… qua e là si vedono i primi segni del passaggio devastante dell’uomo.
Eppure ogni famiglia del mondo ha diritto a far mangiare i figli, e assicurarsi un’ avvenire, qualcuno tra i fanatici dell’ecologia vorrebbe magari che l’uomo sparisse dal pianeta per assicurare la salvezza della natura, ma e’ chiaro la strada deve essere un’ altra.
Quindi non rimane altro da fare che imparare dagli errori. Rispettando le persone, qualsiasi sia il loro credo e quali siano le differenze di stile di vita, si deve cercare un dialogo e tra le altre cose insegnare anche il valore della pace, il valore della diversità,… pensate alle piante o agli animali se nel mondo vi fosse solo una specie di pianta o una specie di animale...
Fortunatamente in una piccola realtà si sono prese subito le dovute precauzioni….almeno evitare di tagliare gli alberi attorno al ruscello, che tra le altre cose dà cibo e acqua a tutto il villaggio.
A piccoli passi fare percepire gli esseri che convivono con noi come degni di rispetto e utili. Iniziare creando piccole riserve naturali, ad esempio, in ogni appezzamento coltivato di terreno , e a piantare alberi che solo saranno alti tra venti o trenta anni, per dare la possibilità anche a chi viene dopo di noi di poter goderne.
Forse la gente nella foresta in tempi remoti era in armonia con la natura ma purtroppo oggi non e’ più cosi, la foresta e’ vista come qualcosa di cui ce se ne appropria per speculare, spesso per guadagnare velocemente qualche soldo.
Il grande fiume (il huallaga, quello che poi andrà a sfociare nel grande rio amazonas raggiungendo il Brasile) ogni giorno diventa sempre più la discarica delle cose che non servono, dei rifiuti che il mondo fatto di consumi e notevoli produzioni non può fare a meno di creare.
Probabilmente avverrà quello che e’ successo in altri luoghi, trattando l’ambiente come se non fosse importante come fossimo esseri che non dipendiamo dall’aria dal acqua e dalle piante.
Ricordate il film armageddom?
Dove Bruce Willis sparava ad una imbarcazione di Green Peace (beh, lui recitava il ruolo di petroliere) poi salva il mondo trapanando un asteroide? Mi chiedo che mondo ha salvato…forse come quando ad un malato si prolunga di poco la vita….
Allora la cultura gioca una carta importante, grazie a numerosi studi e impegni da parte di persone da tutto il mondo oggi abbiamo i mezzi e la conoscenza per fare le cose meglio, recuperando una igiene ed un’economia della natura a portata umana.
E credetemi… anche noi nel nostro piccolo possiamo fare molto.
Piccoli gesti, forse serviranno a poco possono obiettare alcuni, ma provarci fa parte di una questione morale. Il mio ruolo qui e di insegnare e imparare allo stesso modo uno sviluppo sostenibile, creando e portando avanti progetti principalmente rivolti ai giovani, che saranno gli uomini di domani i quali erediteranno il mondo.
Questa sarà la sfida per il futuro, gli errori sono stati fatti anche nella più grande foresta del mondo, dove ogni giorno e`minacciata da nuove aggressioni, il petrolio, il traffico di legname, lo sfruttamento agricolo, gli allevatori di animali.
Dagli errori possiamo tutti imparare, non serve più fare la guerra a chi ha sbagliato, ma rimboccarsi le maniche per fare meglio ed educarci ed educare le generazioni future.
Siamo abituati a curare solo il nostro giardino o al limite i vasi di piante aromatiche e qualche fiore ornamentale sul terrazzo, ma se spostiamo il pensiero più in là anche il pianeta, può diventare il nostro giardino non in senso di possesso ma nel senso di curarlo averne dei riguardi. In fondo forse il pianeta non e’ altro che il giardino degli uomini, riprendendo un’altra volta la parola mitica di paradiso.
Vivere in un posto bello fa bene all’ umore e si può fare oggi, ci si può anche permettere di costruire in armonia con la natura ci si può anche permettere di continuare a vivere desiderando un mondo migliore, seminando qualcosa per quelli che verranno dopo di noi,… forse ce lo gradiranno.
Sarebbe bello che anche nella nostra piccola comunità di san marino, la gente comici a fare proposte a riappropriarsi del territorio.
San marino, credetemi, e’ un esempio per il mondo, e so per certo che ogni sammarinese come me e’ orgoglioso della nostra piccola e unica realtà.
Parlo spesso dei valori che avevano come fondamenta i primi sammarinesi, e che oggi dovuto allo sconsiderato comportamento di tutti (perchè noi siamo la comunità… senza dare sempre la colpa ai politici) purtroppo cominciamo ad essere un esempio non sempre alto di etica e cultura.
Credo che ognuno esalti all’estero il proprio paese, perchè non cominciano a farlo anche chi ci governa? Uscendo da quella mentalità di provincia che ahimé ci contraddistingue?
Che ci piaccia o no il mondo oggi e’ globale, pensate che scrivo adesso dalla amazzonia, non guardiamo in questo caso solo le cose negative ma anche positive,
sentiamoci parte di un mondo cominciamo ad accettare le differenze e a cercare un dialogo. Il nostro paese ripeto e’ una piccola comunità simile per certi versi al villaggio in cui vivo nella selva, allora possiamo fare leggi nuove, possiamo prendere accorgimenti nel rispetto della nostra terra dei nostri concittadini, nella riscoperta della nostra cultura che non e’ solo fare sagre di paese in estate o feste stile medioevale spesso triste stereotipo di altri luoghi( lungi da me criticare ogni intento di migliorarsi). Se siamo il primo mondo( perchè qui e’ considerato terzo), quale esempio possiamo dare e offrire? L’ arrivismo a tutti i costi? Il valore dell’oggetto? Ma dove e’ finito l’uomo? I valori dell’arrivismo, della prepotenza e del potere personale a dispetto del prossimo, della materia, ci fanno sempre più rendere conto che allontanano da quella felicità che tutti aneliamo.
E’ compito oggi informarsi, cercare di intraprendere un nuovo e più incoraggiante viaggio, mi scuso un’altra volta per questi pensieri, ma credetemi i soldi non sono tutto nella vita(lo so…. sembra retorica, poi dipende sempre come e dove si spendono….) ma guardatevi attorno…vale la pena correre come pazzi verso l’imbruttirsi della natura, della politica, dei rapporti umani, della vera qualità della vita?

Un altro giorno e’ andato..., non so di preciso quando, ma comincio a pensare cosi dal primo cambio di luce che poco a poco colora il bosco, il ruscello e le coltivazioni di rosso. Colgo l’occasione per fare il giro della casa, qualche passo sui grandi sassi del torrente risalgo fino alla piantagione di caffé dove la terra sotto i piedi e’ soffice, sabbiosa, penso sia un luogo ideale per seminare carote. Controllo i piccoli alberi trapiantati di recente, non sia che gli manchi l’acqua avendo le radici appena iniziato ad espandersi nella nuova e definitiva dimora.
Intanto la luce cambia ancora, adesso il bosco si e’colorato di un blu indaco. Gli ultimi raggi di sole, fanno intravedere i pipistrelli che velocemente da un lato all’altro del cielo cercando la cena a base di insetti, volano senza sosta come avessero a disposizione solo pochi minuti per riempirsi lo stomaco. Sono arrivato alla casa, appoggiandomi al corrimano osservo un ragno preparando la tela. Sono sicuro la terra e’ il paradiso, e la responsabilità e di tutti per non renderla un inferno.
La natura e’ perfetta, non responsabilizzo dio o il diavolo, perchè alcune cose sulla terra sembrano dire il contrario, la responsabilità e’ nostra, mia, di tutti.
Un mondo migliore e’ possibile, questo non lo voglio dimenticare, cosi scrivo queste due righe per premura, non sia mai che me ne dimentichi, perché esistono le parole ed il loro contrario….
Qui di seguito lascio alcune considerazioni di MOKITI OKADA, un altro eroe di questo bel pianeta:

“IL paradiso terrestre al quale siamo abituati a riferirci e’ in termini più chiari, il mondo del bello.
In relazione all’uomo e’ la bellezza dei sentimenti, o il bello spirituale.
Naturalmente le parole e le attitudini dell’uomo (e della donna qui e’ sottoscritto) devono essere belle.
Dalla espansione del bello individuale nascerà il bello sociale, cioè, le relazioni personali diverranno belle, cosi come le case, le strade, i mezzi di comunicazione, le piazze pubbliche. A grande scala, com’è naturale che la pulizia accompagni il bello, la politica, l’educazione e le relazioni economiche, diverranno belle e pulite ,allo stesso modo le relazioni diplomatiche tra i paesi.
Pensando in questa maniera, possiamo percepire fino a che punto la società contemporanea e’ piena di brutture e cattiverie.
Nelle classi basse principalmente, il bello e’ troppo scarso in virtù delle pessime condizioni finanziarie, che spesso, sono causa di decadenza dell’istruzione e la precarietà degli stabili e delle installazioni di attenzione al pubblico.
Da qui, conseguentemente, nasce la mancanza di tranquillità sociale. Adesso mi piacerebbe parlare in maniera speciale sulla parte relativa ai divertimenti. In questo campo il bello, richiede essere molto arricchito perché la coscienza del bello e’ il meglio che c’è per la evoluzione dei sentimenti umani. Questo e’ uno dei motivi per il quale sempre incentiviamo l’arte. E non e’ necessario menzionare quando e’ basso il livello dell’arte nell’epoca attuale, e che sta degradando la spiritualità delle persone”
Queste parole, le pronunciava il 3 giugno del 1950.
Grazie per averle compartite.
Buona giornata.
steven

Leggi tutto...

lunedì 17 agosto 2009

4 Milioni in 7 mesi

(DIRE) L'amore per le due ruote costa caro ai sammarinesi, soprattutto in tempo di crisi. La Repubblica spende la bellezza di 882 mila euro per venire citata nella denominazione del MotoGp, mentre 220 mila li ha destinati all'organizzazione delle prove del campionato mondiale di Superbike dello scorso giugno.
Sono i contenuti di due delibere licenziate quest'anno dal Congresso di Stato della Repubblica di San Marino, che negli ultimi sette mesi ha speso oltre quattro milioni di euro in consulenze professionali, eventi e pubblicita'.

Nella lista della spesa pubblica autorizzata da gennaio a luglio 2009 dal nuovo governo di centrodestra figurano infatti anche assegni fino a 160mila euro staccati per le consulenze di esperti. Ne sono serviti poi 72 mila per ritrarre le bellezze del monte Titano in un video. Quasi quanto la "quota" di partecipazione al prossimo Meeting di Rimini che costera' ai sammarinesi 80 mila euro. Malgrado l'aria di crisi e le previsioni nefaste sulle entrate del prossimo anno, stimate un terzo di meno dal segretario alle Finanze Gabriele Gatti, il governo sammarinese non ha ancora preso il passo della "formica". Ha usato il polso fermo, dicendo no ai sindacati per gli aumenti delle indennita' dei dipendenti pubblici che avrebbero comportato un sovraccarico in due anni di 700 mila euro. Ma non ha potuto resistere alla tentazione di portare, per esempio, il "bacio" di Piazza della Liberta', immagine promozionale, nei periodici di viaggio e nei principali quotidiani e settimanali italiani: un bacio salato, da 370 mila euro. E quasi altrettanti, 350 mila, sono stati spesi per la l'Alba sul Monte, la notte bianca patriottica vissuta sul Titano il 18 luglio scorso. Nella difficolta' congiunturale di mantenere lo standard di spesa per eventi e promozione turistica, sul groppone del governo resta un lascito del passato esecutivo di centrosinistra, battuto alle elezioni di novembre 2008: due delle quote da versare per la partecipazione all'Expo' di Shanghai 2010: 500 mila euro entro quest'anno e altri 900 mila nel 2010. Una partecipazione oramai obbligata. E se agli eventi piu' importanti, come la MotoGp, e' impossibile rinunciare, dove iniziare a tagliare? Difficile scegliere tra i 145 mila versati per la partecipazione all'esposizione d'arte Biennale di Venezia o i 110 mila euro spesi per la rassegna di spettacoli "Estate con noi".

Le tanto criticate consulenze di professionisti ed esperti sono un capitolo meno esoso. Alcune sono irrisorie: due mila euro, richieste da Franca Tamburini, per la consulenza fornita all'ufficio personale della scuola. Sei mila euro all'indirizzo di Marco Pari per promuovere azioni volte a prevenire il disagio giovanile a San Marino. Hanno invece fatto discutere gli 8 mila euro per la consulenza fornita dall'avvocato Gian Luca Mularoni, per predisporre il progetto di legge sulle rogatorie internazionali. Lo stretto parente del segretario di Stato per gli affari esteri Antonella Mularoni e' stato persino oggetto di un'interpellanza dei consiglieri Ddc. Il piu' "caro" tra la schiera dei consulenti e' invece Piergiorgio Valente, noto esperto di fiscalita' internazionale, dello studio legale tributario Geb Partners di Torino. La sua collaborazione per i negoziati in corso per la sottoscrizione di convenzioni contro le doppie imposizioni e' costata 160 mila euro.

Un peso maggiore sulle casse del governo sammarinese l'hanno invece avuto le comunicazioni delle istituzioni pubbliche: per coprire le spese telefoniche di quest'anno di tutti gli uffici pubblici l'esecutivo ha autorizzato il versamento di 500 mila euro a Tms e Smt. E tra le spese per la Pubblica amministrazione ci sono voci curiose: tre tappeti nuovi per gli arredi di Palazzo Begni, sede della Segreteria agli Esteri, sono costati 45.300 euro, mentre 27 mila euro sono stati destinati all'acquisto di rose e piante per abbellire le aree verdi. E ancora, gli addetti al campanone l'hanno spuntata e dallo scorso marzo ricevono un aumento di cinque euro a prestazione: una loro performance in occasione delle cerimonie pubbliche costera' allo Stato 35 euro. Dodici auto nuove a servizio dei dipendenti pubblici sono invece costate 221 mila euro. Non mancano i contributi del Congresso destinati al volontariato nel terzo mondo: 20 mila euro sono state inviate alla missione di Padre Marcellino in Congo, mille a un progetto umanitario in Sierra Leone. Infine, tra le delibere di spesa di quest'anno dell'esecutivo, figura anche quella all'indirizzo dei fratelli scalatori, Antonio e Roberto Pazzaglia: un contributo di due mila euro per far sventolare la bandiera sammarinese in cima all'Everest.

Solo la somma di tutte le spese incluse nelle delibere sopra citate e' di 3 milioni 221 mila euro, escluso il capitolo Expo'. A questa cifra si devono poi aggiungere i contributi per i tanti eventi "minori" non menzionati (Smiaf, Giornate Medioevali, Geometrie Sonore, Etnofestival...) che in totale hanno richiesto l'esborso di altri 831.750 euro. Ma anche numerosi contratti di consulenza con professionisti a carico delle diverse segreterie di Stato che superano i 70 mila euro. Di qui, in sette mesi, dalle casse dello Stato la fuoriuscita di oltre quattro milioni di euro in eventi, pubblicita' e consulenze.
(Cri/ Dire)

Agenzia di Stampa DIRE
www.dire.it

Leggi tutto...