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martedì 30 settembre 2008

La Comunità sammarinese di Detroit oggi

di: Gruppo di Uomini e Donne Sammarinesi di Detroit

Fra pochi giorni inizieranno i lavori della Consulta. “ che parte fara` Detroit?” Un gruppo sempre piu` numeroso di sammarinesi residenti in Michigan (Con residenza in Michigan e non con Residenza fittizia in San Marino) si stanno ponendo tante domande e non riuscendo ad ottenere chiarimenti qua, dobbiamo forzatamente rivolgerci a San Marino con la speranza di ottenere alcune risposte.
Anni fa, poter far parte della Comunita` Sammarinese di Detroit era motivo di orgoglio, ma negli ultimi anni questo é cambiato parecchio! Il Ponte fra Detroit e San Marino è crollato e chissa` se si potra` mai piu` ricostruire!
Da diversi mesi che a San Marino e` caduto il governo,- il Direttivo della Comunita` Sammarinese di Detroit non ha informato i soci;
Il 9 novembre 2008 ci saranno le elezioni politiche a San Marino, - il Direttivo della Comunita` Sammarinese di Detroit non ha informato i soci;
Abbiamo saputo della abolizione dell’Articolo 7, che per anni e anni, tutte le Comunita` sammarinesi hanno unanimemente lottato per vederlo abolito, eppure anche di questo nuovo sviluppo, il Direttivo della Comunita` Sammarinese di Detroit non ha informato i soci;
Il 2, 3 e 4 ottobre 2008 ci sara` la XXIX Consulta in San Marino. Chi saranno i partecipanti da Detroit? Non sappiamo se il Direttivo di Detroit sara` presente, se il Presidente avra` tempo di esserci. Avra` oppure no, un portavoce in Consulta la Comunita` di DETROIT? Ancora una volta, il Direttivo della Comunita` Sammarinese Detroit non ha informato i soci;
Come consuetudine si deve decidere fra soci, durante una riunione, quali argomenti si porteranno in Consulta.
Quali punti e argomenti, Detroit portera` in Consulta quest’anno? Non ci sono stati comunicati o riunioni in merito. Il Direttivo della Comunita` Sammarinese di Detroit non ha informato i soci.
Abbiamo saputo che nel programma provvisorio dei lavori e` inserita una discussione sull’argomento: “La donna nella societa` sammarinese: evoluzione e discriminazioni”, anche di questo il Direttivo della Comunita` Sammarinese di Detroit non ha informato i soci.
Abbiamo saputo che nei primi giorni di settembre sono stati in visita nella nostra Comunita` di Detroit, Paride Andreoli e Fiorenzo Stolfi. Ci è stato detto che non erano in visita ufficiale eppure, alla festa tradizionale di San Marino, il 6 settembre, Fiorenzo Stolfi e` stato invitato a fare un discorso. E noi, soci della Comunità anche in questa occasione, non siamo stati informati di questa visita, ` il Direttivo della Comunita` Sammarinese di Detroit non ha informato i soci.
E` forse divenuto un circolo chiuso?
I politici di San Marino vengono solo per alcuni “sammarinesi”? Forse solo per quelli che hanno una “residenza in San Marino”?
Ci meraviglia veramente sapere che alla Consulta di quest’anno si trattera` “l’argomento della discriminazione della donna sammarinese”, ci saranno incontri “…con donne sammarinesi che si sono particolarmente distinte in ambito istituzionale, imprenditoriale, culturale o sociale… Incontro con le Associazioni femminili Culturali e di Categoria.”
Se ne fossimo stati informati avremmo potuto anche noi, a nostre spese, partecipare a questa Consulta, noi che ne sappiamo qualcosa di discriminazione, anzi, possiamo dire che siamo esperte in materia!
Da oltre dieci anni un gruppo composto da uomini e donne sammarinesi di Detroit lotta per far si` che le donne sammarinesi possano far parte del San Marino Social Club.
E` stata sempre rigettata la richiesta dicendo che questo club e` privato e riservato ai sammarinesi. Noi non ne discutiamo il principio, ma se effettivamente e` privato per i sammarinesi, fino a prova contraria, sono sammarinesi sia gli uomini che le donne.
Noi chiediamo parita` di diritti per le mamme, le mogli, le sorelle e le figlie degli uomini sammarinesi.
La Comunita` Sammarinese di Detroit e` “aperta” ad ambedue i sessi, il comitato direttivo attuale, mantiene ottimi rapporti con il San Marino Club, collabora con questi uomini ma non ha mai fatto ne detto nulla, per lottare contro questa discrimazione e difendere i diritti delle tantissime donne sammarinesi.
Sicuramente e` bello venire a San Marino a spese pagate – le vacanze piacciono a tutti, specialmente se non si pagano, ma sembra veramente ironico e atto ipocrita, venire a San Marino in Consulta e voler fingere di ragionare sulla discriminazione delle donne e voler far credere di sostenere tali credenze! IL BUON ESEMPIO SI VEDE IN CASA!

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lunedì 29 settembre 2008

Consapevolezza

Pubblichiamo un curioso e provocatorio intervento inviato in redazione da un non meglio identificato: Pietro Solferini

Gentilissimo direttore,
vorrei cortesemente profittare del suo blog per sollecitare una riflessione che mi pare ai più sia sfuggita.
Con l’approvazione dell’art. 12 della legge qualificata n. 1 del 5 agosto 2008, che ha giustamente e doverosamente impedito ai cittadini residenti all’estero di esprimere la propria preferenza personale, è stato introdotto un principio importante, del quale non credo siano state colte tutte le implicazioni. Infatti, con l’approvazione di questo articolo è stato fatto molto, ma a mio parere si poteva - e si doveva - fare di più.
La norma così approvata ha consentito di eliminare quei vergognosi fenomeni distorsivi di voto di scambio, cui troppe volte abbiamo assistito nelle ultime tornate elettorali. Ogni persona dotata di buon senso ed elevata cultura capisce bene, infatti, che i concittadini residenti all’estero - di cui ho la massima stima e riconoscenza - non possono esprimere un voto libero e consapevole. Essi infatti sono facilmente comprabili, per via dei viaggi elettorali, e non hanno consapevolezza del voto che esprimono. Quanti di essi sanno, ad esempio, cosa sia l’Arengo o chi ricopra l’incarico di Segretario di Stato per i rapporti con l’AASFN in questo momento o quali siano le funzioni del Consiglio dei XII o quali incarichi di Governo, di partito, per quanto tempo e con quali risultati abbia ricoperto un tale candidato nel corso degli anni?
A mio parere, però, ai valorosi legislatori che hanno introdotto questo principio è sfuggita l'opportunità di estendere il ragionamento anche ad altre categorie e profittare della favorevole occasione per - come sul dirsi - cogliere due piccioni con una sola fava. Mi riferisco in particolar modo agli infermi e agli ultra ottantenni. Come possono esprimere un voto libero e consapevole questi concittadini, accompagnati alla cabina elettorale sin sull'uscio di essa da premurosi quanto interessati sedicenti congiunti, che tediano i malcapitati con esortazioni di comodo e li spingono ad apporre la tremolante crocetta sul simbolo e sul nome indicati con forza e con plagiante insistenza? Mi viene in mente scrivendo che le fave di cui sopra avrebbero potuto essere addirittura tre, e forse altre avrebbero fatto facilmente capolino, se solo ci si fosse ragionato un po’ sopra. Mi riferisco agli abitanti di Chiesanuova. Che cos'hanno in fondo da condividere con noi gli sperduti abitanti di quell'amena comunità dell'appennino tosco - pesarese? Per conformazione geologica e geografica sono interessati da fenomeni diversi, da problemi propri ed endemici, che poco o nulla hanno a che spartire con le problematiche cui devono giornalmente attendere i nostri governanti. Si potrebbe per loro studiare una forma partecipativa diversa e più funzionale. Per esempio un loro rappresentante di Giunta potrebbe partecipare - ma senza diritto di voto - alle commissioni consiliari permanenti.
Pazienza. Contentiamoci che per ora sia passato il principio. Mi auguro che presto vi si possano ricomprendere altre categorie di concittadini, che secondo noi siano comprabili o non abbiano piena consapevolezza della preferenza che sono chiamati ad esprimere.
Pietro Solferini

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Stato di diritto

di Alberto Masi (un cittadino in attesa dei suoi diritti)

“Ma cos'è la destra cos'è la sinistra” cantava Giorgio Gaber. Anche noi, in vista delle prossime elezioni, dobbiamo farci questa domanda. Per la prima volta a San Marino, grazie alla nuova legge elettorale dovremo scegliere fra due poli. Ma non sarà scegliere.
“L'ideologia dov'e' andata non si sa”, continuava Gaber. E’ vero anche questo, ormai non esistono più gli ideali. Allora come comportaci il 9 novembre?
Leggeremo i programmi che, sicuramente, come in Italia, saranno uguali.
Personalmente sceglierò la coalizione che difenderà di più lo STATO DI DIRITTO. Perché senza diritti è impossibile vivere in modo civile. E voglio credere che San Marino è, non solo la Repubblica più antica, ma anche la più civile del mondo.
Perché dico questo? Perché il lavoro e la casa sono un diritto.
Il primo non mi manca, la seconda nemmeno, però mi viene impedito di abitarla. E’ come non averla. In questo momento vivo in uno “stato di non diritto”. Questo perché è da otto anni che cerco invano di portare al vecchio splendore Villa Malagola, per poterla poi abitare. Ma da otto anni, dopo telefonate, incartamenti, progetti, avvocati, arrabbiature di vario tipo, senza contare i soldi che ho perso, sono al punto di partenza.
“Non si sa se la fortuna sia di destra, e la sfiga di sinistra” cantava sempre Gaber. Ma qui non si tratta di fortuna o sfortuna. Qui ci sono diritti lesi. Non posso andare ad abitare a Villa Malagola perché non posso proseguire la ristrutturazione iniziata. Il cantiere non va avanti perché non mi danno la convenzione, nonostante ci sia stato un SI ai lavori poi diventato inspiegabilmente NO. Nello stesso tempo c’è chi si lamenta dello stato di incuria in cui si trova.
Cosa deve fare un onesto cittadino in una situazione del genere? Non è questo un diritto calpestato? Cosa dicono le coalizioni, sullo stato di diritto dei cittadini? In attesa…
Alberto Masi

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Problema Sicurezza

di Paolo Bollini - Candidato PSD

Ho provato la brutta esperienza di subire un furto in casa. Durante la notte i ladri sono entrati forzando una porta finestra e, probabilmente usando uno spray per far dormire me e la mia famiglia, hanno portato via un televisore, dei vestiti e un’automobile. Un colpo facile, portato a termine con la massima tranquillità, dal momento che quella sera solo due pattuglie erano in servizio per controllare tutto il territorio. Si tratta di un episodio, come altri simili accaduti nei giorni scorsi, che fa riflettere sulla sicurezza di questo paese: quella notte i malviventi hanno potuto muoversi indisturbati nel nostro territorio per più di due ore. Hanno dapprima rubato una Twingo che è servita per arrivare a Cerbaiola, zona di confine, per poi abbandonarla dopo un furto in una casa e aver rubato un’altra auto. A quel punto, con una macchina rubata targata San Marino, sono venuti a casa mia. Con le due auto si sono allontanati indisturbati percorrendo la strada che porta a Montescudo. La conseguenza del furto, almeno per me e la mia famiglia, è che non riusciamo più a dormire tranquillamente, abbiamo paura e non sappiamo come comportarci. Non credo certo che, in caso dovesse capitare nuovamente, sia saggio farsi giustizia da soli, anche perché non si possono prevedere le reazioni di chi ci si trova di fronte.
Purtroppo questo episodio mi ha segnato fortemente. Il mio sfogo non è fine a se stesso, ma mi sento di denunciare la scarsa sicurezza in cui il cittadino si trova oggi a vivere. Non si tratta di un’accusa, ma del prendere coscienza che quello dei furti nelle case è un fenomeno in espansione, dal quale forse, fino a poco tempo fa, il nostro Stato pensava di essere immune. Sta di fatto che la sicurezza oggi a San Marino è un problema e se ne deve parlare. Sono due le cose fondamentali che i cittadini chiedono: la sicurezza e la salute. Certo, i temi, le idee e i progetti sono tanti, ma le parole sicurezza e salute stanno alla base della società civile, per questo ritengo che la sicurezza sia tra gli obiettivi prioritari. All’interno del mio partito e della mia coalizione, mi impegnerò in prima persona affinché questi due temi vengano affrontati immediatamente in maniera seria e costruttiva. Non è più tempo di parlare, ma di agire. I provvedimenti da mettere in campo sono diversi, il primo tra tutti è sicuramente quello di rafforzare le nostre forze dell’ordine e fare in modo che il territorio sia meglio pattugliato. Devono d’altra parte essere le forze dell’ordine, gli addetti alla sicurezza dei cittadini, ad indicare agli amministratori politici gli interventi che possano migliorare e potenziare il loro lavoro. Di sicuro è un tema sul quale bisogna intervenire al più presto, perché è un problema trasversale, che interessa tutti al di là del colore politico. E’ per questo che l’intera classe politica deve prendere un impegno preciso nei confronti della cittadinanza.

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Saconda risposta

di Anna Neri Ceccoli - Presidente della Consulta dei Sammarinesi residenti all'estero

Egr avvocato Gian Nicola Berti,
La ringrazio per la Sua risposta che, comunque, indica un’attenzione ad un problema di interesse comune, ma credo che il nostro dialogo/scontro debba finire qui. Prima di tutto perché non intendo entrare in polemica in clima di campagna elettorale, dal momento che rappresento tutti i cittadini iscritti alle Comunità, e che questi appartengono a tutte le aree politiche.Quindi, anche se volessi, non potrei mai schierarmi o prendere posizioni politiche in loro rappresentanza.Ho invece l’impressione che il nostro confronto rischi di debordare dai limiti dell’argomento, imboccando la strada dei temi politici, anzi partitici, strada sulla quale non ho nessuna intenzione di seguirLa.Ma devo farLe presente che le “constatazioni” non sono “apprezzamenti”, e che le constatazioni rientrano a buon diritto in quella “analisi” da cui è partito il nostro confronto. Quindi, che in una certa misura il voto di scambio sia fisiologico in ogni elezione, è, e resta, soltanto una constatazione e non un giudizio positivo. Come non posso fare a meno di ricordarLe che i diritti politici, compreso quello di scegliere, assieme agli altri, i Governanti del proprio Paese, emanano dalla cittadinanza e sono inalienabili.Le ricordo, inoltre, che molti di quelli che vivono all’estero non pagano le tasse anche perché non usufruiscono di nessun servizio per il quale le tasse vengono pagate , come l’assistenza medica, il diritto alla scuola, i servizi sociali e via dicendo, inoltre non hanno un lavoro a San Marino e non vi possiedono immobili, altrimenti le pagherebbero. Per quanto riguarda la nostra rappresentanza, vorrei farLe notare che i cittadini all’estero hanno già la Consulta come organismo istituzionale, che, ristrutturata, potrebbe divenire una sede di confronto con le istituzioni del Paese.In quanto alle altre risposte le darà la risoluzione conclusiva della Consulta, che avrà luogo fra pochi giorni ed alla quale spero troverà il tempo di assistere.Così potrà prendere atto di decisioni e posizioni che non riguardano solo la mia persona, ma tutta la nostra assemblea rappresentativa delle Comunità.Non tema comunque troppo il voto dei cittadini altrove residenti, sia di quelli iscritti alle Comunità che di quello che a noi non fanno capo e che spesso non conosciamo, ma i cui possibili difetti ci vengono indiscriminatamente attribuiti.Le leggi via via promulgate, l’abolizione dei rimborsi statali decisa da un referendum votato quasi esclusivamente da residenti ( questa volta siamo stati noi a subire decisioni di un’altra parte di cittadini, è la democrazia) i problemi individuali di salute, di età, di difficoltà economiche, gli impegni di famiglia e di lavoro, il viaggio, non permetteranno a molti di venire ad esercitare questo diritto. Comunque, se la popolazione all’estero è valutata in circa 15.000, Lei non ha tenuto presente che non tutti hanno diritto al voto, nemmeno i giovani nati all’estero che hanno raggiunto la maggiore età, i quali, pur avendone riacquisito il diritto, per volontà politica non lo potranno esercitare alle prossime elezioni.Con questo La saluto, definitivamente per quanto riguarda questo stimolante dialogo, ma restando, personalmente, a Sua completa disposizione.

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''Rinnovare'' la politica in senso riformista.

di Alessandro Corbelli - Candidato indipendente PSD – Coalizione Riforme e Libertà

Con l’uscita di AP dal governo di centro sinistra, la conseguente caduta del governo, l’uscita dal PSD dei consiglieri Berardi e Ottaviani, i quali all’ultimo minuto hanno fatto mancare i numeri per la formazione del nuovo governo, il nostro Paese è stato gravemente danneggiato! Ora basta, è giunta l'ora di restituire al nostro popolo la dignità che gli compete e di mandare a casa tutti i Politici che invece fino ad oggi l'hanno calpestata per il singolo beneficio dei propri interessi personali e delle logiche di potere. Il Paese necessita di un nuovo corso della politica, fatta da persone e partiti credibili e competenti. Non è più possibile tollerare una situazione politica preda di personalismi e avidità di potere. E' giunta l'ora di affrontare con responsabilità e amore per lo Stato, il cambiamento ed il rinnovamento del sistema politico sammarinese in senso riformista; offrendo agli elettori la possibilità di decidere le sorti dell'intero Paese! Bisognerà decidere se continuare ad usare il voto clientelare, o affidare a Politici competenti e credibili, la responsabilità di governare al meglio San Marino. Lo sviluppo del Paese deve essere considerato in funzione della capacità di produrre ricchezza e di garantirsi le risorse economiche necessarie, quindi sulla qualità e sulle potenzialità dell’intero sistema economico. Va rilanciato il confronto con le parti sociali, i sindacati, le categorie e le associazioni. Il compito di tutti i riformisti è quello di aprire un ciclo nuovo nella vita della Repubblica di San Marino, della sua democrazia, delle sue istituzioni. Serve un governo in grado di dare una guida politica e morale al Paese, di farlo crescere, di rinnovare la fiducia in se stesso, di costruire l’identità di una nazione moderna. In questo senso, metto a disposizione dei cittadini il mio impegno a costruire una Società fondata su nuovi valori, forti e positivi, che spingono a guardare lontano, a guardare oltre il presente. Uno Stato è composto da donne e uomini capaci di guardare lontano.
Ecco, questo è il mio sogno per San Marino: fare in modo che un intero Paese viva con una voglia di comunità proiettata nel mondo.Possiamo farlo, insieme.

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venerdì 26 settembre 2008

Ancora sul voto estero

di Gian Nicola Berti (Noi Sammarinesi)

Illustre Presidente, mi permetta replicare al Suo intervento di ieri, innanzi tutto per dissentire dalla Sua affermazione secondo la quale “il voto di scambio sia fisiologico”. Temo che sia estremamente diseducativo sottovalutare o, ancor peggio, giustificare il fenomeno; così come non nego che anche all’interno la politica clientelare sia presente e vada contrastata con ogni mezzo ed in ogni contesto.
E’ ben vero, come Lei sostiene, che la Magistratura non è mai stata in grado di punire i colpevoli del voto di scambio; ma mi permetta di ritenere che la mancanza di “ risultati “ sia esclusivamente conseguente alla mancanza di una politica di prevenzione e di segnalazione dei fenomeni da parte di chi viene sollecitato a scambiare il voto in cambio di un viaggio. La effettiva collaborazione dei residenti all’estero è imprescindibile, poiché dall’interno ed a reato commesso ricercare le prove all’estero è assai problematico data la scarsità di strumenti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Mi sembra assai semplicistico trincerarsi dietro la accusa di Xenofobia per fini elettorali, per fingere che le distorsioni derivanti da voti inconsapevoli non esistano o siano un fenomeno del tutto fisiologico.
Se permette, osservo che il voto, qualunque voto, determina la vita politica ed il governo del paese e di chi ci abita. Paese che come Lei amo, ma nel quale vivo e, a differenza di chi risiede all’estero, pago le tasse. Spero che sia d’accordo anche Lei che gli effetti del voto inconsapevole o di scambio si ripercuotono sulla vita di chi in questa Repubblica risiede, di chi tutti i giorni deve sottostare al potere di coloro che preferiscono, perché del resto non hanno molte altre speranze all’interno, legittimare il proprio potere con i voti di chi ha la fortuna di non dover sottostare quotidianamente al malgoverno che hanno generato.
Ma Lei si immagina se alla prossima tornata elettorale il risultato del voto dei seggi esteri dovesse essere determinante per il premio di maggioranza e la formazione del nuovo governo? Assisteremo all’ingiustizia che i cittadini residenti sarebbero governati da coloro i quali hanno democraticamente bocciato! Lo ha detto Lei stessa che gli aventi diritto al voto residenti all’estero sono 15.000; l’ipotesi è tutt’altro che remota.
Non sarà sfuggito nemmeno a Lei come proprio i responsabili di certi fenomeni di “gestione del voto estero” oggi sostengano a più riprese di essere stati i paladini del diritto di voto dei concittadini residenti all’estero; incuneandosi nel cuore del problema per amplificarlo con l’esclusivo fine di ottenere consensi elettorali. Magari dopo essere stati i responsabili delle distorsioni che hanno portato a rivedere le norme in materia elettorale.
Ancora oggi un politico, ben noto anche per la bianca chioma, mi è stato riferito che avrebbe scritto a tutti i cittadini esteri, e sia ben chiaro solo a Voi, per magnificare i “buoni servigi” da lui resi alla causa della difesa del voto dei cittadini residenti all’estero. Ma non era lui a governare?
Credo, senza stare a rimbalzare da una parte all’altra della cittadinanza le cause del decadimento nella guida del paese, che si debba affermare la necessità che il voto non debba venir espresso per simpatia, ma per risolvere i problemi del paese in cui vive o quelli di chi lo esercita. In questa ottica e per perseguire questa finalità riterrei importante che il nodo del voto estero debba essere risolto attraverso proposte come quella che ha avanzato la Comunità di Milano nel 2006, ovvero di allargare la rappresentanza in Consiglio Grande e Generale ai cittadini non residenti con funzione deliberativa solo su quelle tematiche che riguardano l’intera cittadinanza ( carta dei diritti, cittadinanza, temi che in genere che riguardano anche i cittadini esteri) , lasciando che i Consiglieri eletti all’interno siano i soli ad essere competenti per deliberare sulle materie che riguardano la vita interna della Repubblica. In alternativa, si potrebbe prevedere che i voti esteri valgano esclusivamente ad eleggere all’interno del Consiglio Grande e Generale alcuni rappresentanti delle Comunità all’estero, affinché essi possano tutelare gli interessi dei non residenti.
Come vede non vi è alcuna volontà di punire chi non risiede più in Repubblica, semmai vorremmo valorizzare e qualificare il voto dei concittadini esteri, affinché eleggiate tra Voi chi possa rappresentare le Vostre istanze certamente meglio di chi lo ha fatto fino ad ora.

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Malinconico autunno

di Orazio Mazza - Presidente dell’Assemblea dei Democratici di Centro

Per mercoledì prossimo è previsto l’avvicendamento semestrale della Reggenza e il fatto si colloca in un processo secolare e quindi, per certi versi, scontato. Il caso, però, che si è materializzato nelle figure di due eroi che hanno trovato asilo politico totalmente disinteressato nelle braccia accoglienti del Partito curiale, dopo essere scappati dal lager della sinistra riformista brutta e cattiva, dove erano torturati con atrocità indescrivibili, ha regalato ai sammarinesi una Reggenza che solo uno stravagante oroscopo avrebbe potuto prevedere appena pochi mesi fa. Infatti, molti di coloro che si occupano in modo non fazioso di cose politiche, dopo il salto di AP nell’altra parte del campo, ritenevano normale e quasi doverosa una Reggenza di garanzia espressa dalle due coalizioni che, allo stato delle cose, sono sostanzialmente equivalenti. Tanto più che la differenza numerica a favore della destra è il risultato della migrazione dei due Consiglieri Berardi e Ottaviani allo scadere della ventiquattresima ora. A dimostrazione di un profondo travaglio ideale e di coscienza!
L’imminenza delle elezioni, di una fase cioè che richiede ancora più garanzie di imparzialità nei fatti e nell’immagine, rafforzava decisamente tale scelta. Nel semestre ottobre 2003 – aprile 2004, in un contesto nel quale le elezioni politiche non erano alle porte, anche se qualcuno le chiedeva, si era realizzato un accordo per una Reggenza di garanzia. E i numeri non erano quelli di oggi. Il periodico di AP, nell’ottobre del 2003, in un lunghissimo articolo, si augurava, fra l’altro, che “la Reggenza di garanzia diventi una costante della nostra vita istituzionale”.
Oggi, in un quadro che avrebbe valorizzato ed elevato la lotta politica più dello strapotere vincente dell’immobiliarista, o degli immobiliaristi, e degli altri poteri forti, compresi quelli curiali, la Reggenza di garanzia avrebbe rappresentato un atto di altissimo valore democratico e di normalità politica.
Sono i fatti a dire chi non l’ha voluta! Tutto è mutato, e molto rapidamente, tra maggio e giugno di quest’anno e non mancherà il tempo per ricostruire lo spregiudicato cambiamento di alleanze maturato in quel periodo e per far uscire allo scoperto gli attori politici, spirituali e affaristici che lo hanno determinato. Una DC anacronistica, disorientata e con pochi inconsistenti alleati, è stata letteralmente miracolata dall’azione congiunta di cemento, finanza e turibolo. Ha imposto, in accordo con la pecorella smarrita 15 anni fa e ritrovata nel ruolo di misericordiosa salvatrice, un candidato a Capitano Reggente al quale sempre il periodico di AP aveva ripetutamente dedicato un’attenzione non proprio benevola per le imprese sudamericane (da non confondere con quelle di Ernesto Che Guevara) e più recentemente, nel 2006, per l’organizzazione logistico - elettorale estera negli alberghi di Viserba e di Misano e lo aveva identificato come persona di assoluta fiducia e di stretta osservanza delle volontà del capo indiscusso degli anni ’90.
Oggi gli uomini e la politica dei “micidiali anni ‘90”, come usa ripetere il Prof. Bindi, sono tutti riemersi dalla neppure lunga apnea. Ci sono quelli che hanno svenduto il Camping, il Palazzo INAIL, che hanno tramato con Scaramella, che hanno portato i giochi a SanMarino, che hanno provato a svendere Ca’ Montanaro e le Cinque Vie.
La mancata Reggenza di garanzia non si giustifica quindi politicamente, ma si spiega. Il patto fra DC e chi ha saltato il fosso sembra sulla linea della prova di forza ed è molto difficile che “i cespugli” della destra possano costituirne un argine. E’ invece più probabile che ne facciano le spese. E non è da escludere che il ruggito del leone che si oppone ai poteri forti si trasformi, se già non lo ha fatto, nel lamento di un coniglio.

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giovedì 25 settembre 2008

L'Università degli Studi protagonista della crescita culturale del Paese

di Maria Grazia Pasquinelli (Direttivo PSD)

Oggi l’Università degli Studi con i suoi Corsi di laurea porta a San Marino una presenza forte di oltre 400 studenti, 70 docenti, creando anche un presupposto non indifferente di crescita economia sana, fatta della presenza di giovani che vivono a San Marino, partecipano e fanno crescere la nostra realtà sociale e culturale.

In particolare gli oltre 300 studenti afferenti al Corso di laurea in disegno industriale - oltre a dimostrare il pieno successo di un progetto avviato solo 4 anni fa, nel quale ha creduto l’Università sammarinese insieme con lo IUAV di Venezia attraverso la convinta e determinata azione del direttore Gaddo Morpurgo e di tutti i docenti e collaboratori - hanno creato i presupposti per il ritorno di San Marino alla XI Biennale di Architettura di Venezia.

Questo importante avvenimento, voluto insieme con le istituzioni sammarinesi, ha fatto si che il ritorno di San Marino a Venezia, in questa prestigiosa vetrina internazionale, fra i grandi della cultura, abbia fatto esprimere al nostro Paese una sensibilità forte alle problematiche del sud del mondo, offrendo risposte e soluzioni attraverso i progetti esposti nella importante sede dell’UNESCO a Venezia.
Il progetto South out there – Progetti per il sud del mondo: acqua, igiene e salute, nato, cresciuto e realizzato attraverso il Corso di Laurea in disegno industriale, guarda infatti con attenzione alle problematiche del sud del mondo e cerca di dare risposte e proporre soluzioni alla potabilizzazione dell’acqua, ai mezzi di trasporto, alle comunicazioni in quella parte del pianeta.

Credo che con entusiasmo dobbiamo applaudire a questi importanti risultati, non disperdere energie preziose ma cercare di potenziarne per il futuro altrettanti, affinché il nostro Paese possa sempre più essere punto di riferimento e di esempio per una prospettiva di crescita sociale ed economica equa nel rispetto dei bisogni di tutte le persone, anche così come ha scritto e ripetuto il Commissario Leo Marino Morganti “Oltre a rendere concreti i diritti di solidarietà, altro ruolo che il nostro Paese è legittimato ad esercitare è quello di mediatore di pace”.

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A proposito di dipendenti I.S.S.

di Amedea Conti (candidata PSD)

Autonomia e indipendenza sono parole chiave imprescindibili per lo sviluppo e il buon funzionamento dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, che non può essere messo sullo stesso piano di altri settori della Pubblica Amministrazione. Non può perché si parla della salute dei cittadini, che hanno diritto a ottime prestazioni sanitarie e a figure professionali di alto livello.Dal 2004 è stata avviata una riforma dell’Istituto Sicurezza Sociale che ci ha fatto fare molti passi avanti: soprattutto quello dell’articolazione in dipartimenti che sovrintendono le diverse Unità Organizzative (Ospedale, Servizio Minori, Medicina Generale, Servizio Farmaceutico, ecc.) sul modello delle AUSL italiane. Sono inoltre stati chiusi accordi con professionisti e realtà italiane che stanno portando a livelli di eccellenza il nostro Ospedale e che, dal punto di vista economico, fanno rilevare un bilancio che pochi anni fa era solamente auspicabile. La nostra sanità sta vedendo finalmente la luce che non vedeva da tempo.La riforma ha però subito una battuta d’arresto per quanto riguarda il riordino e le competenze del personale, aspetto legato alla riforma della Pubblica Amministrazione, una riforma lenta, che non sta facendo passi avanti. All’interno dell’istituto, che conta circa 1000 dipendenti, ce ne sono 200 ancora precari, che da anni attendono una stabilizzazione. Questi dipendenti lavorano gomito a gomito con i colleghi, svolgendo le stesse mansioni, ma con una retribuzione più bassa. Con il permanere dello stato di precarietà si crea fra i dipendenti il malcontento e la demotivazione, elementi non utili. Il benessere psico-fisico e sociale del lavoratore porta all’autorealizzazione, alla valorizzazione di se stessi. Questo fa sì che molti di loro, che attendono da anni, cerchino maggiore realizzazione professionale ed economica in Italia. Per L’ISS significa perdere professionalità qualificate.Per questo ribadisco che la riforma dell’ISS non può essere legata a quella della Pubblica Amministrazione, che continua a non vedere la luce. Chi ha in mano la nostra salute non può attendere riforme lente e farraginose come quelle della P.A. E’ necessario dare massima applicazione alle Leggi già esistenti che confermano appunto l’autonomia gestionale dell’ISS e la sua nuova organizzazione. I precari devono sapere che se il loro stato giuridico è ancora tale, le responsabilità sono di chi non vuole la piena autonomia dell’ISS.

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mercoledì 24 settembre 2008

Ex voto "straniero"

di Maverick
Gentile Direttore, leggo l'appassionante querelle fra il Presidente della Consulta Anna Neri Ceccoli e l'avv. Gian Nicola Berti sui cittadini non residenti, e mi limito a constatare che, se ci sono evidenti disastri nel nostro Paese, di certo non sono stati causati da questi ultimi, mentre noi qui sul Titano ne sappiamo qualcosa. E' vero: la storia è piena di capri espiatori.

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Sovranità al popolo, responsabilità alla politica

di Alessandra Renzi (candidata PSD nella coalizione Riforme e Libertà)
La nuova Legge Elettorale inizia ad avere il suo effetto. Si delineano in modo chiaro gli argini del fiume in piena della politica sammarinese. Le alluvioni degli ultimi mesi paiono essersi arrestate e la politica ritrova due sponde ben definite: una a sinistra e una a destra. Anche gli attraversamenti “carontiani”, da ultimo quello dei due “Conti Ugolini” in palese contraddizione con valori e principi ideali di riferimento, sembrano essere terminati. Il sereno non è ancora tornato ma la situazione appare rischiarata e certo meno ingarbugliata (almeno per la sinistra) di quel che sembrava. Questo è quel momento, per certi versi magico, in cui tutta la sovranità ritorna nelle mani del suo legittimo proprietario: il Popolo. Ora la cittadinanza sarà chiamata a scegliere a chi cedere la difesa dei propri diritti e la gestione della Res Publica, del Paese. Chi si propone a questo onorevole compito, come me, questa volta ha sulle spalle una doppia responsabilità: da una parte quella di garantire continuità al riformismo dando esecuzione a tutte le riforme e i provvedimenti avviati dal precedente Governo. D’altra parte siamo chiamati anche a rimediare alle azioni di chi, tradendo gli interessi della collettività, ha gettato fango su tutti. Adesso non ci è permesso sbagliare, il Paese ha urgente bisogno di persone responsabili, ha bisogno di una coalizione che garantisca stabilità da subito, con un Programma di Governo già collaudato e pienamente condiviso, una coalizione coerente nelle scelte che assicuri un impegno politico e morale dinnanzi a tutto il Paese. La politica non può più essere un fattore di crisi per la società, al contrario deve difendere le posizioni più deboli e liberare la società da un soffocante conservatorismo che non permette la libera espressione di tutte le identità. Abbiamo bisogno di persone che facciano politica per garantire pari dignità e progresso per tutti i cittadini. La politica deve adeguarsi da subito e rispondere prontamente ai velocissimi cambiamenti sociali. Per questo è necessario che ascolti e si faccia indirizzare da tutto quell’humus sociale fatto di associazionismo e volontariato in cui, più che in altri luoghi, si esprimono i bisogni e le problematiche sociali. Abbiamo anche bisogno che le donne crescano politicamente e maturino una propria cultura di governo; di donne che ci rendano fiere della nostra identità. Per queste donne e per tutte le altre donne che quotidianamente si dividono fra casa e lavoro, sarà necessario potenziare il nostro welfare, sostenere e creare nuovi servizi a sostegno delle famiglie, ricercare soluzioni mirate alla conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa. Il lavoro che ci aspetta è tanto, ma è altrettanto grande la volontà di realizzarlo. Ai cittadini la scelta, a chi sarà scelto la responsabilità.

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martedì 23 settembre 2008

Contro-replica

di Iro Belluzzi - PSD

La vittoria della prossima tornata elettorale, contrariamente a tutti i nefasti auspici del centro destra, rappresenta una certezza fra quanti sono schierati nella coalizione riforme e libertà.
Ritengo, pur nella amara consapevolezza che fra i cittadini la politica goda, grazie al modo in cui è stata interpretata in passato ma anche nel presente, sempre di minore credibilità, che a questo punto sia necessario da parte della popolazione tutta un atto di orgoglio che la induca a scegliere, chi sa guardare avanti, mettendo in campo progetti concreti di stampo riformista, così da cancellare una volta per tutte i nostalgici ricordi di un modello che mai più si dovrà realizzare.
Certamente questi anni hanno visto aumentare la capacità critica della popolazione sammarinese; la maggiore conoscenza dei fatti del più recente passato ed una maggiore consapevolezza delle necessità del Paese, ha fatto sì che questa non possa essere tratta in inganno dalle dichiarazioni, di chi ammassato nel centro destra nella speranza di far rivivere vecchie stagioni, pretenda di vincere le elezioni così da governare la Repubblica ancor prima di aver fatto conoscere il suo programma elettorale.
Non ci si deve infatti dimenticare che il punto cardine della nuova legge elettorale è proprio il programma da sottoporre all’elettorato contestualmente alle liste elettorali stesse.
Non credo proprio che i cittadini sammarinesi vogliano firmare un assegno in bianco ad una classe politica che già si è fatta ben conoscere e poco è riuscita a garantire.
Ieri leggendo la replica del segretario Tito Masi mi è ritornato in mente quando AP, allora forza di opposizione, e Masi in prima persona, hanno dato battaglia sulla vicenda del buco di bilancio, a quel tempo accuratamente occultato, celato tramite bilanci manipolati.
Anche in quel caso vi era una struttura amministrativa ed un dirigente, ma secondo AP le responsabilità dovevano ricadere sull’allora Segretario di Stato competente, responsabilità prettamente politiche.
In modo non dissimile da allora, oggi si chiede a coloro che governano l’assunzione di una responsabilità politica, eventualità a cui devono essere pronti coloro che decidono di candidarsi al governo di un paese.
Troppo spesso in nome del conservatorismo, non si vogliono affrontare i problemi; si preferisce nasconderli per non allarmare la popolazione, nel tentativo di mantenere il consenso per sé e per la propria fazione, creando in tal modo gravi problemi strutturali e di prospettiva al Paese.
Ritornando brevemente alla replica del Segretario Masi riguardo alle vicende che interessano l’A.A.S.S., pur non volendo scendere su un piano troppo personale, mi si consentirà di dire che torpido forse appare chi investito da grandi responsabilità di gestione e di elaborazione al di là di tanti proclami, poco o nulla riesce a produrre.
Voglio poi rammentare che chi sceglie di impegnarsi politicamente agisce in forza di un mandato popolare qualsiasi incarico o funzione vada a ricoprire; in questo senso un politico deve sempre agire “per conto terzi”, cioè deve agire funzionalmente alla delega che gli è stata conferita dagli elettori nel più alto rispetto del corpo elettorale tutto.
Mai deve capitare che gli interessi personali o di parte sopravanzino quelli della collettività.

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Chi non e' parte della soluzione, forse e' parte del problema

di Mirko Tomassoni - PSD

Di certo, una cosa buona fatta dal Governo uscente, su cui nessuno apparentemente si azzarda ad avanzare obiezioni, è il varo della Nuova Legge Elettorale, che oltre ad esser considerata opportuna per la semplificazione del panorama partitico sammarinese, rappresenta l’unico elemento di grande aspettativa dei cittadini sammarinesi per richiamare la classe politica al senso di responsabilità, e per la soluzione dell’ormai “stabile instabilità” del quadro politico di questo Paese.

Una Legge molto importante (approvata quasi ad inizio Legislatura con i voti dichiarati del PSD, SU, AP ed anche DDC, che in quel momento non faceva ancora parte della maggioranza, mentre le restanti forze politiche si sono espresse con l’astensione ), per la quale vorrei ringraziare l’allora costituito Comitato Pro-Riforma Elettorale, composto da cittadini e cittadine, per la maggior parte riconducibili politicamente all’area Riformista di questo Paese.

Ebbene, il prossimo 9 novembre potremo finalmente sperimentare anche a San Marino, un Sistema bipolare che poggia, come avviene quasi ovunque nei Paesi Occidentali, su due grandi blocchi, uno di centrosinistra e uno di centrodestra, che fungano da poli di aggregazione (coalizioni) di possibili maggioranze governative, obbligando quindi i partiti più piccoli a schierarsi. Un modello elettorale, mediante il quale, potremo nel prossimo futuro, vivere anche in Repubblica la democrazia dell’alternanza, dove il rapporto di fiducia tra eletti ed elettori, sarà qualitativamente diverso, e ciascuna forza politica matura dovrà sempre e comunque, scegliere l’opzione di fondo che riterrà più affine alla propria visione e tradizione politica.

Una Legge, che permetterà al nostro sistema Paese di stroncare il malvezzo del “ribaltone”, ossia quel metodo poco igienico per il buon funzionamento della democrazia, una pratica divenuta ormai consuetudine per quei Consiglieri compiacenti che legati a taluni “poteri forti”, sono corresponsabili di una lunga stagione di diseducazione politica e di consociativismo.

Per la nostra Repubblica, il passaggio al bipolarismo sarà un cambio radicale, epocale direi, della nostra vita politica, ma sebbene sia trascorso già un anno e mezzo circa dal varo della Riforma Elettorale, quello che noto con molta preoccupazione, è che qualche partito, ed alcuni (non pochi!) esponenti politici, denotino una sorta di grave ritardo culturale, rispetto ai principi che questo nuovo Sistema bipolare introduce. Voglio dire che mi sembra alquanto deprimente, come qualche movimento politico e qualche “addetto ai lavori”, abbiano subito passivamente gli eventi che si sono succeduti nel corso dell’ormai chiusa XXVI Legislatura, senza maturare, e senza imporsi le necessarie trasformazioni, manifestando così una grave mancanza di “strategia” politica ( questo lo si è riscontrato anche nei vari round di consultazioni per formare nuove maggioranze di Governo, a seguito delle crisi intervenute, dove ancora qualche partito di opposizione ragionava ancora secondo la vecchia elettorale).

In genere, un Partito che nasce con premesse ed ideali importanti, dovrebbe fare del rilancio della democrazia la sua prima ragion d’essere, e quindi deve avere una visione compiuta del sistema elettorale vigente e della qualità democratica del proprio paese.

Basta confrontare le due coalizioni in competizione, per rendersi conto di alcuni paradossi evidenti:

Nel raggruppamento di Centro Sinistra “Riforme e Libertà”, formata da PSD, SU, DDC e SPL, seppur tra mille sofferenze e vicissitudini, si è intrapreso già dal Giugno 2006 il percorso per il Progetto di un Polo Social - Riformista, Democratico ispirato ai valori del Cattolicesimo, della Laicità dello Stato, dei Diritti della Persona…,per cui si può ragionevolmente parlare dell’esistenza di una temprata coesione (e coerenza) politica.

Nel raggruppamento di Centro Destra “Patto per San Marino, è paradossale accorgersi che nel momento in cui abbiamo posto, proprio grazie alla bipolarizzazione del sistema politico, le basi per una “valida democrazia”, realizzando la chiara alternanza tra maggioranza e opposizione, gli elementi consociativi non sono scomparsi. Anzi, per certi versi si sono ancor di più rafforzati: un andirivieni di Consiglieri sbalorditivo in una macedonia di forze che copre quasi l’intero panorama parlamentare.

Una situazione, tale per cui in quella coalizione saranno obbligati a raggiungere compromessi al “minimo comune denominatore”, e quindi le perplessità sulla capacità di attuare il programma elettorale e di portare avanti prontamente l’azione di governo appaiono davvero più che giustificate.

Coesione e coerenza faranno la differenza sia in questa tornata elettorale, che in futuro, perché questa nuova Legge non garantisce in assoluto la stabilità. Ciascuna forza dalla più piccola alla più grande che si aggrega al Partito-Polo, presentandosi con una Lista propria, sa di essere indispensabile per la tenuta della maggioranza, e sa che di essa vi sarà necessariamente bisogno per la formazione del governo. Per cui, anche da questo punto di vista mi sembrano oggettive le difficoltà e poco fondato l’ottimismo della coalizione di Centro Destra.

Un’alleanza “ne carne e ne pesce”, variegata a tal punto che non riuscendo a trovare un identità comune, e che trovandosi “a non saper ne leggere e ne scrivere” (come si dice in gergo) il Programma di Governo, come coalizione si dicono essere di Centro (non Centro Destra come logica vorrebbe). L’intenzione, un po’ banale mi sentirei di dire, è dissipare in questo modo, le molteplici contraddizioni interne, mantenendo quella cultura dell’ambiguità, che ha svuotato i valori della politica e della democrazia in questo Paese.

Una foglia di fico insomma, che oltre a confermare la vecchia maniera di far politica, testimonia, scarsa dimestichezza e, lo ripeto, la non comprensione degli impegni ed i propositi assoluti della nuova Legge Elettorale.

Un Leader politico di sinistra come Antonio Lazzaro Volpinari ad esempio, che mi chiede “ Allearsi con la DC ieri andava bene, come mai oggi non va più bene?“ ci fa capire che non ha capito nulla della nuova Legge Elettorale…

Da qualche altro leader politico scafato, ho sentito anche dire “beh, non essendoci stata una transizione graduale verso questo nuovo Sistema Elettorale, l’elettorato non è maturo...”.

No, non è così. Come nel caso di Volpinari e del suo Partito ( ma vi sarebbero altri esempi nella coalizione di Centro Destra), l’elettorato è maturo, non sono mature semmai, certe forze politiche che pensano di rappresentarlo, e che invece di incamminarsi sulla via di una matura democrazia maggioritaria e dell’alternanza, non riescono ad uscire dalla logica opportunistica della “politica di governo”.

Insomma, piuttosto di prevalere il “senso di cittadinanza responsabile” (non so come meglio spiegarlo in parole), è ancora molto più forte ed influente in diversi personaggi politici di quella coalizione, “il senso bramoso del disporre della poltrona”.

Ne deduco, che “chi non è parte della soluzione, allora è parte del problema” …

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lunedì 22 settembre 2008

Lettera aperta al Presidente della Consulta

di Gian Nicola Berti - Noi Sammarinesi

Ho letto con estrema attenzione la Sua analisi sulle criticità del rapporto tra cittadini residenti ed esteri, apprezzando le Sue proposte e riconoscendo il Suo amore verso la nostra Repubblica. Sono certo che Voi concittadini residenti all’estero siate i naturali Ambasciatori nel mondo del nostro piccolo Stato. Sottoscrivo, con piena ed assoluta condivisione, la Sua analisi sull’importanza che hanno ed hanno avuto i concittadini residenti all’estero nel difendere la loro sammarinesità, nell’aiutare il paese con le loro rimesse e le loro competenze a riprendersi dalla grave crisi economica che aveva generato il fenomeno dell’emigrazione. Come Lei, credo che i sammarinesi residenti all’estero siano una risorsa ancora del tutto inesplorata, certamente determinante per fare uscire il nostro paese dalla crisi, anche di valori, in cui è caduto.
Anche lei, come tutti i cittadini residenti avrà avuto modo di constatare come l’immagine della nostra Repubblica sia gravemente compromessa; il nome del nostro piccolo Stato è continuamente accostato a fenomeni di malavita e di scorrettezza di comportamenti. Agli occhi dei paesi limitrofi San Marino sembra divenuto il ricettacolo di tutte quelle attività illegali che sono in altri stati.
Questa non è certamente la Repubblica dei sammarinesi, residenti e non.
Tutti noi vogliamo continuare ad essere orgogliosi della nostra appartenenza a questa meravigliosa Repubblica.
La colpa di ciò non è certo dei sammarinesi residenti all’estero, ma quando Lei si chiede “cui prodest” tanto accanimento verso di essi, e perché i cittadini che ritornano al proprio paese “ si sentono guardati con sospetto, considerati estranei e demonizzati”, mi permetta di tentare di farle comprendere cosa sta accadendo.
Da alcune legislature si assiste ad un fenomeno, che non esito a definire sconcio, in cui organizzazioni criminali gestiscono ed organizzano viaggi elettorali di persone, che sebbene di cittadinanza sammarinese, hanno completamente perso ogni legame con il paese di origine. Ciò nonostante essi si prestano a venire in Repubblica per esprimere un voto di lista e di preferenza, che non è certamente consapevole. Un voto che annulla quello di chi deve fare le spese, quotidianamente, del malgoverno di chi non si sostiene con una oculata e competente gestione della cosa pubblica, ma che alimenta il proprio consenso elettorale con clientelismo, con il voto di scambio e con una sorta di “deportazione per fini elettorali” di ignari residenti all’estero, che, un bel giorno, hanno scoperto di essere cittadini e di aver un voto da spendere. Il risultato: Noi Sammarinesi, che viviamo ancora in questo paese, ci vediamo governati da rappresentanti politici che non ci appartengono, da lobby di potere che mettono a disposizione delle organizzazioni criminali i fondi per il reclutamento all’estero di voti. Infine, all’interno dei partiti politici il voto di preferenza è stato determinante per impedire, a prescindere dai partiti che si sono succeduti al governo, quel ricambio di guida del paese necessario per superare questo difficile momento.
Mai l’autorità giudiziaria, sebbene abbia constatato il fenomeno, è stata in grado di assicurare alla giustizia i colpevoli.
Io stesso nel 2006, in quel di Misano, con tanto di telecamera e alla presenza di altre persone appartenenti a diversi movimenti politici, sono stato testimone di come questi concittadini, onorabilissimi ma al tempo stesso ignari degli effetti devastanti del loro voto inconsapevole sul governo della nostra Repubblica, vengono mantenuti rigorosamente fuori del territorio per esservi trasportati solo per il tempo strettamente necessario per esprimere il loro voto. Cittadini che avevano paura a dichiarare la loro cittadinanza perchè terrorizzati da queste stesse organizzazioni criminali che, dopo averli portati a Misano, rappresentavano loro che sarebbero stati passibili di sanzioni se avessero ammesso che qualcuno gli aveva pagato il viaggio elettorale. Cittadini, che per ammissione di un loro familiare, nemmeno avevano mai avuto la possibilità economica per visitare il paese in cui vivono e per i quali un viaggio in Europa valeva certamente il voto da spendere, del quale mai avrebbero subito le conseguenze.
Per cercare di interrompere questa spirale di voto inconsapevole di cui fanno le spese solo i residenti, Noi Sammarinesi nel corso della precedente legislatura abbiamo ottenuto la modifica dell’art. 394 del codice penale affinchè il concittadino che abbia ricevuto sovvenzioni in cambio del voto sia esente da pena se confessa il fatto.
Ma questo non basta, è necessaria la collaborazione di Voi concittadini esteri che, certamente come Lei, effettivamente amate questo paese. E’ necessario che proprio le 25 comunità di residenti all’estero, che Lei propone far divenire nuovi castelli della sammarinesità, siano attente e vigili della legalità del voto, denunciando all’autorità giudiziaria quei fenomeni del voto di scambio che sono sotto gli occhi di tutti. Anzi proprio Voi concittadini esteri dovete prendere atto che l’uso distorto del voto è la esclusiva causa di frizione all’interno della nostra comunità e che Voi, per primi, avete la possibilità di valorizzare e dimostrare la Vostra sammarinesità segnalando e denunciando prontamente ogni tentativo di mercato di voto.
Fino a quel momento, purtroppo, saranno i sammarinesi residenti a sentirsi cittadini di serie B, costretti loro malgrado a subire gli effetti del voto del voto di scambio.

P.S. Mi creda i sammarinesi residenti sarebbero ben felici di avere nel nostro parlamento l’importante contributo dei rappresentanti delle comunità estere; il problema è solo il voto inconsapevole verso persone che non hanno la fiducia di quei cittadini residenti che, quotidianamente, debbono fare le spese con il malgoverno di costoro.

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La Stampa "Mal-Destra"

di MarcOne

Gentile Direttore,conosco la sua attenzione particolare su questo tema e credo sia opportuno che in campagna elettorale e per sempre, vi sia una vigilanza molto elevata sulla professionalità della carta stampata, sui loro responsabili e su chi deve far rispettare le leggi.C'è una stampa "mal-destra" a San Marino che da anni pubblica lettere anonime e false facendole passare come vere, gridando a tutta prima pagina verità da bar, burle da amici miei. Persino inchieste inventate con dati inventati, personaggi inventati, notizie false che vengono propinate ai lettori senza alcun controllo e che confermano che taluni operatori dell'informazione sono in realtà dei dilettanti allo sbaraglio.Questo non sarebbe un male se i taluni operatori non cercassero ogni giorno di far la morale ai cittadini, più o meno noti, più o meno sprovveduti che a turno vengono presi di mira dai quotidiani che sono abituati a non controllare le fonti, a pubblicare anonimi, interventi inventati, prefabbricati in redazione, oppure articoli di intervista quando sono gli stessi intervistati a prerare domande e risposte, tutti lo sanno benisimo che gli articoli sono predisposti nelle segreterie di partito o, peggio nelle redazioni stesse, e trasformati allegramente in pseudo-interviste.Il codice deontologico di cui si riempiono la bocca viene ogni giorno violato con estrema leggerezza e questi vorrebbero anche la patente di giornalista professionista?La verifica delle fonti non è una-tantum, ma ogni volta prima di pubblicare, ma si sa che taluni direttori o presunti tali, preferiscono strillare notizie false o artefatte anzichè verificare, anzichè offrire ai clienti-lettori un servizio professionale e puntuale dove correttezza e trasparenza non siano degli optional ma delle costanti, delle certezze incrollabili. Serietà, capacità e professionalità sono oramai obiettivi irragiungibili per taluni, mentre rimane una grave diminuzione nelle libertà dei cittadini che sono informati attraverso talune testate di qualità pessima e sono ingannati da notizie totalmente false. Episodi non isolati che si ripetono periodicamente e che soffocano la democrazia, la libertà di espressione e il diritto ad essere correttamente informati. Per fortuna c'è una nuova RTV che con il nuovo direttore pare stia cambiando rotta verso un giornalismo più trasparente con meno "panini" e meno veline di palazzo.MarcOne

P. S. Direttore come non dirsi stupiti delle dichiarazioni di M. Zanotti di R&T, che a questo punto si chiamerà Marino Walter Nutella, per il suo buonismo e per la sua così scarsa sensibilità su un fatto molto grave. Certo che talvolta gli estremi si toccano, è vero! Ma diventa penosa l'assuluzione di Marino Walter Nutella a Tribuna (solo a loro?) quando in ballo non c'è R&T, ma uno dei capisaldi della domocrazia e del diritto, ovvero quello dei cittadini ad una libera e corretta informazione, l'osservanza del codice deontologico e quello delle leggi.

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Alleanza… poco Popolare

di Giovanni Giannoni - Psd

La campagna elettorale è ormai alle porte, anzi si può dire che di fatto è già iniziata. Credo sia molto importante in questa fase avere un confronto aperto e serio con la cittadinanza, ma anche tra tutte le forze politiche. Solo con un confronto aperto e democratico si può fare qualcosa di concreto e utile per il Paese, non certo dando spazio al dialogo solo se questo in qualche modo è di parte. E’ inutile dire: sono disposto ad ascoltarti, ma solo se mi parli di ciò che mi interessa. Il partito di cui faccio parte e l'intera coalizione ha messo al centro il dialogo ed il confronto, non soltanto con le altre forze politiche, ma soprattutto con la cittadinanza, perchè è questa a fare il Paese. Scrivo questo prendendo spunto da un dibattito politico che si è tenuto a Dogana al quale ho assistito. Erano presenti rappresentanti di diverse forze politiche e il presidente del Forum dei Giovani. Un’iniziativa di per sé certamente valida, ma che ha lasciato poco spazio all’intervento del pubblico. Ritengo sia estremamente importante dare spazio ai cittadini, ascoltare direttamente dalla loro voce quali siano i problemi che affrontano quotidianamente, ai quali noi siamo chiamati a dare una risposta. Non è certo produttivo fare una politica demagogica, ossia chiamare la cittadinanza in piazza per poi fare il censimento dei politici buoni e di quelli cattivi, come ho sentito fare in quell’occasione da un rappresentante di Alleanza Popolare. Evidentemente Alleanza Popolare, non ha l’abitudine al confronto sereno sia con le altre parti politiche sia con la cittadinanza, nonostante citi nella sua denominazione l’aggettivo “popolare” e pur definendosi di centro. Il suo comportamento è quello caratteristico di forze politiche di tutt'altra area. Forse è più "alleanza" che "popolare".
C’è un atteggiamento verticistico, sia all’interno del movimento che nel modo di comunicare all’esterno. Queste sono sempre state prerogative delle forze politiche di destra.
Non credo che la politica del confronto trovi spazio all’interno di Alleanza Popolare.
Noi del PSD crediamo invece che il confronto aperto con la popolazione sia la politica del futuro, il nostro modo di lavorare è quello di coinvolgere le persone, perché la politica va vissuta tutti i giorni. In un paese democratico ciascuno ha il diritto di dare il proprio contributo.

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venerdì 19 settembre 2008

Lettera aperta agli autori del sito 'Vendoilmiovoto'

di Denis Amici - Arengo e Libertà

Cari ragazzi,
il vostro voto lo “compro” io. E, con esso, intendo “acquistare” anche il vostro impegno, la vostra visione moderna della società, nonché l'entusiasmo che, certamente, caratterizza ogni vostra iniziativa.
Cari ragazzi, non vi nascondo che fino a qualche mese fa ero esattamente come voi: disilluso dalla classe dirigente, arrabbiato di fronte ad azioni politiche più funzionali ad interessi privati che collettivi, pessimista sul futuro della nostra Repubblica e, quindi, dei miei figli. Poi mi sono chiesto se era logico continuare a criticare senza fare null'altro. Mi sono chiesto cosa potevo fare... E dopo una lunga riflessione ho concluso che potevo almeno provare a fare qualcosa per cambiare la situazione, per riavvicinare la politica alla gente, a noi comuni cittadini che lavorano ogni giorno e che sudano ogni singolo euro guadagnato. Ho deciso che dovevo almeno provare e, seppure non avessi mai fatto politica attiva prima, ho contribuito a fondare Arengo e Libertà. Questo mi ha ridato speranza verso il futuro mio e dei miei figli.
Non vi nascondo che sono rimasto stupito, l'altro giorno, leggendo sui giornali della vostra provocatoria iniziativa. Consapevole che, con la messa on line del sito, non intendevate realmente mettere all'asta il vostro voto -anche perché è reato penale- ma soltanto esprimere in maniera forte, risonante, eclatante il vostro malcontento e la vostra disillusione verso il futuro.
Ma veniamo al dunque... Alla nostra trattativa! Per il vostro voto non vi offro né soldi, né promesse di favori personali. Vi offro, però, la possibilità di tornare a sperare in un futuro di certezze, benessere e sviluppo. Vi offro la possibilità di espellere dal Consiglio Grande e Generale tutti quei politici che fanno politica sfruttando per fini personali le risorse del nostro amato Stato sottraendole alla comunità.
In cambio non vi chiedo un voto per me o per il movimento in cui milito, ma vi chiedo di assumervi le vostre responsabilità attraverso l'espressione di un voto consapevole, meditato e finalizzato alla riqualificazione della politica e della sua classe dirigente.
Se San Marino oggi si trova ad attraversare uno dei momenti più difficili della sua storia, la responsabilità è senza dubbio dei politici che lo hanno guidato, ma, al tempo stesso, lo è anche di quei cittadini che, con il loro voto, hanno garantito il potere a chi non lo meritava.
Cari ragazzi, non continuate a “vendere” il vostro voto per pochi “spiccioli”, ma pretendete di più: dai politici e dai partiti che andrete a votare pretendete serietà, onestà, spirito di servizio e, soprattutto, amore per la nostra amata Repubblica di San Marino.

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Unire società e politica

di Alessandro Corbelli - Presidente PD Sammarinese

In questo particolare grave momento di sfiducia della società nei confronti della politica, in cui le persone pensano che nulla potrà cambiare in meglio e che qualunque siano i partiti al governo tutto resterà uguale, come se si accettasse con triste rassegnazione di vivere il futuro senza alcuna speranza, invece la politica deve uscire da questo meccanismo per mostrare quanto al contrario ogni momento della giornata di un individuo possa essere un tempo emozionante fatto di grandi opportunità e di grandi rischi, anche perchè il tempo che scorre veloce ci obbliga a guardare lontano. Compito della politica è quello di mostrare altre vie, altre soluzioni, mostrare un futuro nuovo, far uscire la gente da questa rassegnazione al presente e rinuncia al futuro, instillati invece dalla destra, che ha contribuito al radicarsi di una società basata sul culto della competizione, confronto e consumismo. La missione della politica sta nell’indicare nuove vie, essere una nuova alternativa e rispondere a questa esigenza di futuro, esigenza che i giovani invece cominciano a sentire in maniera sempre più forte. Speranza e futuro è ciò che chiedono. Per questo la politica deve avere più coraggio e affrontare la grandi questioni del tempo, deve infondere speranza, deve combattere anche quelle paure generate dalla complessità delle società globali perché mai come ora la politica, sempre più spesso di fronte a questioni complesse e a domande inedite, può e deve essere lo strumento per fare sintesi e riuscire a dare risposte. La politica deve soprattutto “guidare e non trascinare”. La politica deve saper leggere i tempi e interpretarli, deve comprendere i cambiamenti in atto, mutamenti sempre più accelerati a causa della globalizzione e delle nuove tecnologie che spingono sempre di più verso una società dove il tempo è la cosa più preziosa propria perché manca. Dunque la politica deve giocare d’anticipo, deve spingere il Paese verso nuovi modelli culturali e di sviluppo. Questa è la vera vocazione di un nuovo partito riformista. Il PD nella sua missione vuole contribuire alla costruzione di nuove idee e dare risposte nuove. Vuole evitare di cadere nel tranello dell’accettazione dei modelli esistenti cui proporre solo qualche correzione, e indicare invece modelli alternativi e strade diverse da percorrere. Il PD vuole impegnarsi a costruire una società fondata su nuovi valori, forti e positivi, che spingono a guadare lontano, a guardare oltre quel presente senza speranza da altri proposto. Il Partito democratico vuole essere il motore per una società diversa e migliore. Solo così infatti la via riformista può lavorare mantenendo intatte le peculiarità che rendono San Marino una Repubblica "fiore all’occhiello del mondo”.

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La Reggenza dimezzata

di Maverik

Gentile Direttore, in un Consiglio Grande e Generale spaccato a metà come una mela (mezza marcia), il primo ottobre nomineremo una Eccellentissima Reggenza che ne rappresenta solo una parte: sarà quella guasta o quella commestibile?

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giovedì 18 settembre 2008

Gli speculatori ringraziano

di Augusto Michelotti - Membro del Direttivo dell’Associazione Micologica

Finalmente sono fuori, finalmente posso dire quello che mi pare in assoluta libertà senza problemi etici di correttezza e di condivisione forzata delle altrui scelte o non scelte. Finalmente ho potuto riassaporare la diretta radiofonica del Consiglio G. e G. seduto su una poltrona che non era quella consiliare, finalmente ero e sono fuori da quella sala, dove si compiono molte nefandezze (anche se una parte dei consiglieri è politicamente sana e in buona fede, ma di solito è quella che conta meno) e quando sei entrato lì dentro, dopo un po’ ti accorgi che tutto o quasi tutto non è mai diretto verso la cura degli interessi del paese e dei cittadini ma va sempre nella direzione funzionale alle logiche politiche (?) dei vari schieramenti, alla conservazione del potere tuot-court, alla tutela dei propri iscritti e dei propri accoliti ed in taluni casi alla tutela dei propri interessi. Il governo di centro sinistra non è mai pienamente decollato perché dava fastidio alle lobby affaristiche che vedevano frenati i propri sporchi interessi e, attraverso la compiacente disponibilità di alcuni consiglieri corrotti, non si è mai potuta mettere in campo tutta la progettualità legislativa e di riforme di cui il paese aveva ed ha estremo bisogno. Ascoltando l’ultimo Consiglio, mi sono accorto che il sistema ed il modo di ragionare non è cambiato, mi aspettavo che data la particolare situazione (siamo in conclamato periodo pre-elettorale e le posizioni politiche ora sono ben chiare e definite per tutti) in cui si andavano a discutere le Istanze d’Arengo, si sarebbe potuto avere, da parte dei consiglieri, un comportamento un po’ più libero dalle scelte preventive dei partiti o del governo. Così non è stato, come al solito in molti hanno predicato bene e razzolato male votando il contrario esatto di quello che a parole avevano sostenuto. Brutto vizio che ha vanificato, per l’ennesima volta, le buone intenzioni di quei cittadini che hanno cercato, con l’unico mezzo a loro disposizione, di raddrizzare una situazione che oserei dire ormai disperata. Porto ad esempio un’Istanza su tutte, quella che chiedeva di regolamentare il concetto di “interrato” riportandolo alla sua originale e logica definizione e cioè: “Interrato = locale sotto terra (sotto il profilo del terreno)” e non come succede oggi su tutti i cantieri e su tutti i progetti presentati dai progettisti “Interrato = locale completamente fuori terra e su cui appiccico un po’ di terra o lo circondo di fioriere. Una prassi sconsiderata ed urbanisticamente altamente scorretta che aumenta a dismisura il carico urbanistico nel paese, eppure beatamente tollerata dai nostri uffici come se l’abuso, una volta concesso a qualcuno, potesse diventare una prassi valida per tutti. No signori, non funziona così, e come quella volta che 20 consiglieri impedirono con il loro voto il salvataggio della “villa Marcucci” a Fiorina, anche in questo caso 20 sono stati i voti contrari ad un’Istanza che non avrebbe forse salvato il paese ma avrebbe di sicuro fatto finire uno scandalo che ci rende ridicoli. Gli speculatori ringraziano, adesso potranno continuare a fare il loro comodo come prima e più di prima, adesso sono certi che la classe politica è dalla loro parte e che possono tranquillamente osare ancora di più. Tra l’altro è successa una cosa strana, durante la votazione di questa Istanza i consiglieri presenti al voto erano 39, mentre per la votazione successiva avvenuta circa 2/3 minuti dopo, i consiglieri votanti erano 54, come mai? 15 consiglieri assenti nel giro di pochi minuti sono un fatto strano, verrebbe da pensare ad un guasto del sistema di votazione o ad un menefreghismo troppo pesante. Un’ultima annotazione vorrei riservarla a due consiglieri, Fabio Berardi e Giancarlo Venturini, che hanno decantato le loro competenze in campo urbanistico perché entrambi sono stati in passato Segretari di Stato al Territorio; bravi, veramente bravi, c’è di che vantarsi a non avere fatto nulla di veramente importante per la gestione urbanistica del territorio lasciandolo in mano a tutti tranne che allo Stato. Avere il potere e le competenze senza lasciare alcuna traccia positiva non è una bella cosa, è senz’altro meglio il pudore del silenzio perché durante e dopo il vostro mandato gli speculatori si sono scappellati ringraziando ulteriormente per le riforme ed i progetti infrastrutturali tanto cari a Berardi, non fatti.

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mercoledì 17 settembre 2008

Tariffe e popolarità

di Iro Belluzzi (PSD)

Come ogni questione controversa e complessa, anche quella che riguarda il “buco” di nove milioni di euro nel bilancio dell’A.A.S.S. si presta ad essere confusa ed a nascondersi dietro una interminabile serie di dissertazioni tecniche, politiche ed economiche, che tendono a non far capire ai cittadini, cioè a coloro che alla fine pagano il conto, se vi sono e di chi sono le responsabilità.
E’ bene allora fare anche ragionamenti più semplici e chiari, non per qualunquismo o superficialità ma per consentire alla gente di farsi un’idea.
Un’Azienda pubblica ha un Presidente ed un Consiglio di Amministrazione che riferiscono al Responsabile politico che, in questo caso, è il Segretario di Stato all’Industria, Tito Masi, il quale, a sua volta, è tenuto a portare le varie questioni in Congresso di Stato che, come è noto, assume decisioni in modo collegiale.
Immagino che, l’evoluzione negativa del bilancio dell’A.A.S.S. sia stata ampiamente prevista dalla Direzione e dal Consiglio di Amministrazione della stessa Azienda e che, di tale tendenza, il Segretario di Stato competente sia stato tempestivamente e perfettamente informato, tanto è vero che , oggi che la questione è venuta a galla, si sa che il prossimo anno questo deficit potrà addirittura raddoppiare.
Masi, dopo essersi assunto la”responsabilità” di proporre un aumento delle tariffe del 15%, pur sapendo che era nettamente insufficiente, ha proposto la creazione di una apposita “Autorità di regolazione per i Servizi Pubblici”, con l’evidente intento di scaricare su altri l’impopolare responsabilità di decretare ulteriori aumenti delle bollette ma, purtroppo per lui, questa “Autority” non può servirgli da paracadute per le sue evidenti responsabilità pregresse.
Queste precise responsabilità consistono nel fatto che, essendo egli perfettamente informato su come stava andando in “profondo rosso” il bilancio dell’A.A.S.S. , avrebbe dovuto proporre al Congresso di Stato le contromisure sufficienti ad invertire quella tendenza, cosa che si è guardato bene dal fare.
Oggi, per porre rimedio a questa situazione, saranno comunque i cittadini a pagare e dovranno farlo, non solo attraverso il copioso aumento delle tariffe, ma anche attraverso la necessità supplementare di risanamento del bilancio dell’Azienda che, alla fine, graverà pur sempre sulle loro tasche.
In questo caso, mi pare che Masi, sempre pronto a mettere avanti il bene del Paese, abbia dato la precedenza alla sua immagine politica ed a quella del suo partito, cercando di evitare una impopolarità che, comunque, questa vicenda gli farà ricadere addosso.

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Coerenza

di Mirko Tomassoni - PSD

Preg.mo Presidente del Nuovo Partito Socialista, come buona parte dei cittadini e cittadine di questa Repubblica, anche il sottoscritto di tanto in tanto da un occhiata alle notizie che vengono riportate sui giornali, in tv e così via… E mi è capitato di leggere su un quotidiano sammarinese, il Suo proclama alla coerenza della Sua forza politica e conseguentemente Sua personale.

Dopo aver risposto al Presidente della DC Giuseppe Guidi, per ricordargli la collocazione del suo Partito, ora replicando anche a Lei, davvero rischio di passare nell’opinione pubblica come colui, che pensa di avere il dono della saggezza o che ha la presunzione di poter giudicare tutti e l’ambizione di non fallire mai…in realtà, penso solo di avere una buona educazione al rispetto di tutte le persone, mentre per il resto sono ben consapevole dei miei tanti, tantissimi, limiti.

Di fronte però a quanto da Lei affermato io sento di non poter tacere, data la mia, seppur molto semplice, partecipazione attiva alla vita sociale e politica, di questo Paese.

Innanzitutto, mi permetta di osservare, che di quel “Governo Straordinario” (dicembre 2004-giugno 2006) a cui Lei imputa le cause delle disgrazie di questo Paese, forse sarebbe il caso anche di ricordare alla cittadinanza che il sig. Antonio Lazzaro Volpinari ricopriva il ruolo di Coordinatore delle Sedi di Confronto, una sorta di Segreteria di Stato extra.

Il Nuovo Partito Socialista, se qualcuno ancora nutriva dei dubbi, oggi è ufficialmente schierato, nella Coalizione di Centro Destra “Patto per San Marino”, assieme alla Democrazia Cristiana, Alleanza Nazionale, Arengo e Libertà, e continui pure Lei la lista…

La coerenza in politica è una cosa seria, ed a parer mio anche un tantino diversa da quella che Lei vuol sostenere con una certa solennità, nel suo intervento.

Il Nuovo Partito Socialista, lei sostiene, "è rimasto coerente alle scelte di fondo fatte sin dalla sua nascita…".

La Nuova Legge Elettorale Presidente Volpinari, nasce principalmente con lo spirito di semplificare il quadro politico, di valorizzare e rispettare maggiormente le scelte dei cittadini e favorire la politica dell’alternanza democratica. In un certo qual modo offre una visione della politica davvero molto chiara, un sistema elettorale che tende al bipolarismo, adottato nei Paesi occidentali democraticamente più evoluti: in sostanza due versanti con due proposte politiche diverse, presentate al corpo elettorale…

La vita politica di un Paese Sovrano e democratico, qual è anche San Marino, con una Legge Elettorale di questo tipo, dicono che debba raffigurarsi come un fiume, con le forze politiche collocate sulla riva che ritengono più affine alla propria linea politica ed alla propria tradizione storica.
Un versante destro ed uno sinistro quindi, o ancor meglio di centro–destra e centro-sinistra, ciascuno dei quali si tradurrà o in maggioranza o in minoranza, attraverso il Voto degli elettori.

La scelta di campo del Nuovo Partito Socialista, è chiara da tempo avendo fatto da porta borraccia alla Democrazia Cristiana, da ancor prima lo svolgimento delle Elezioni Politiche del 2006 sino ad oggi…insomma il Nuovo Partito Socialista ha percorso da tempo il ponte sul fiume della politica sammarinese che permette di passare, agevolmente come abbiamo visto, da un fronte all’altro senza imbarazzo alcuno.

E sin qui nulla di particolarmente inquietante o da eccepire nel merito, nel senso cioè che è una scelta ormai assodata e quindi saranno i cittadini a giudicare, ma la coerenza, voglio ribadirlo è una cosa seria, ed affermare che ''Il Nuovo Partito Socialista è rimasto coerente alle scelte di fondo fatte sin dalla sua nascita…'', cozza non poco da quanto sancito dal Documento Congressuale del Nuovo Partito Socialista, che riporto testualmente più sotto:


“Il Nuovo Partito Socialista forte della sua tradizione storica sul Piano Sociale mette al primo posto la tutela delle categorie più deboli, dei giovani, delle donne e degli anziani. Il Nuovo Partito Socialista si colloca, sulla base della sua tradizione storica, nella sinistra democratica sammarinese in cui si pone quale stimolo per la sua crescita e nel solco del Socialismo Europeo ed Internazionale. Quindi con questa vocazione ricercherà con le altre forze della sinistra democratica e riformista, nessuna esclusa, il massimo rapporto di collaborazione per costruire tutte le condizioni possibili per portare la sinistra ad essere protagonista della vita politica sammarinese.”

http://www.mirkotomassoni.info/

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Parola d'ordine

di Maverick

Gentile Direttore, in considerazione della modesta efficacia ed utilità dell'azione politica degli ultimi anni, suggerisco alle coalizioni in lizza per la prossima tornata elettorale uno slogan moderno che risponde perfettamente alla qualità del loro scarso impegno: YES, WE KEND

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Energia, acqua e rifiuti

di Luciano Zanotti -Responsabile Gruppo per le politiche energetiche del PSD

Ho notato con piacere alcuni interventi sulla stampa locale nei quali si richiamava con favore l’opera svolta nel campo delle Energie Rinnovabili dall’attuale esecutivo e nei quali si criticava lo stallo attuale.
Come presidente del “Gruppo per le politiche energetiche del PSD”, intendo ribadire attraverso il presente comunicato la mia personale soddisfazione, unita a quella del gruppo da me coordinato, per l’importante risultato ottenuto in ambito consigliare con l’approvazione della relativa legge e del piano energetico che recepisce nel suo impianto generale, i concetti scaturiti dai numerosi confronti attuati nel paese negli ultimi 3 anni.
In oltre 90 riunioni operative, 2 conferenze pubbliche che hanno riscosso l’incredibile favore di centinaia di persone, un’udienza presso la Eccellentissima Reggenza sul protocollo di Kyoto e più di 50 articoli e interventi sulla stampa locale ci siamo ritrovati d’accordo nel concretizzare i seguenti concetti:

“Sarà utilissimo incentivare tramite l’Università della Repubblica di San Marino il dibattito e l’attività congressuale garantendogli sostegno, fiducia ed investimenti .
E’ fondamentale aumentare parallelamente la nostra sensibilità ai temi ambientali creando nel tempo una comunità interamente eco-compatibile e divenendo l’appetibile esempio europeo di prima nazione interamente eco-compatibile.
Tutto questo traendo vantaggi di immagine legati all’attività congressuale, creando nuovi posti di lavoro qualificati e conoscenze tecnologiche importanti distribuite sul territorio e fra la popolazione.”

L’obiettivo è senza dubbi ambizioso, il percorso sarà ancora lungo in quanto al di là delle idee e dei confronti serve innanzitutto stabilità politica che agevoli, senza interromperli, i percorsi virtuosi e difficili che già almeno due volte si sono fermati in altrettante “cadute” a livello politico. Almeno nell’ultimo caso, qualche cosa si sarebbe potuto evitare per non dare un ulteriore stallo al paese ed ai suoi cittadini.

Il nostro gruppo ha fatto il possibile per rendere la politica protagonista di un cambiamento che, se colto appieno, potrebbe essere epocale e porterebbe margini di benessere importante alle future generazioni. Poi, come da tempo succede, tutto si ferma e degli oltre 16 DD (Decreti Delegati) necessari a dare gambe e regole alla legge, ancora nessuno è diventato operativo con un ritardo sul tabellino di marcia di oltre 6 mesi.
Sono pronti in bozza alcuni decreti tecnici che un governo in ordinaria amministrazione non puo’ concretizzare!

Mentre questo accade le cose attorno a noi si incancreniscono e si aggravano aggiungendo problemi ai problemi.
Acqua e rifiuti saranno le due emergenze da risolvere nel prossimo futuro, il nostro gruppo ha già elaborato alcune proposte e spera di riuscire a dare il suo contributo come lo ha fatto nell’ambito dell’energia, ma questo dipende dall’esito e dalla volontà di coloro che devono dare forza alle idee ed ai programmi con il loro voto.
Noi continueremo a lavorare ed a proporre soluzioni, perchè ai problemi c’è già chi ci sta lavorando da tempo...

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La maschera del voto segreto

di Elia Fabbri (Giovani Socialisti e Democratici)
Ho appreso con forte dispiacere che in data 15 Settembre il Consiglio Grande e Generale ha respinto l’Istanza di Arengo numero 5, che proponeva una mini riforma in tema di voto segreto. Il movimento dei Giovani Socialisti e Democratici, a cui appartengo, ha proposto nelle modalità e nei tempi tipici dell’istituto in questione, la ferma volontà di voltare pagina in tema di votazione consigliare, cercando di combattere una spiacevole abitudine di alcuni dei politici della nostra Repubblica, di nascondersi dietro a una maschera quando è il momento di servire il paese e rappresentare i cittadini dai quali sono stati legittimati a presiedere l’aula Consigliare. Oggigiorno, il regolamento in merito al voto segreto dispone la possibilità di convertire una deliberazione da palese in segreta, anche qualora la richiesta sia avanzata da un solo consigliere. Questa opzione è oggetto di abusi da parte di chi non ha nessuna intenzione di mostrare ai propri cittadini in base a quali principi e a quali valori etici intenda svolgere il proprio mandato. Mi chiedo se questa è democrazia rappresentativa!! Come faccio a sapere se il candidato o i candidati da me legittimati si comportano come avevano proclamato con tanto di retorica durante la campagna elettorale?
La proposta del GSD era quella di applicare la votazione segreta in principio di ogni deliberazione, qualora fossero concordi almeno 31 consiglieri, con ciò sottolineando la volontà di concederla solo qualora vi fosse una volontà il più possibile collettiva e non di solo pochi membri del Consiglio.
Ma questa proposta è stata respinta proprio da chi non ha a cuore il dovere morale di rendere conto delle proprie scelte. Mi piacerebbe davvero pensare che non sia necessaria una modifica regolamentare per rinfrescare la memoria a tutti quelli che non ricordano più come l’onore di ricoprire una carica istituzionale sia funzionale a servire la Repubblica e gli interessi dei suoi cittadini, ma che tutto ciò sia frutto di spontaneità e di alto senso del dovere. Inoltre vorrei ringraziare la solidarietà verso la nostra proposta, mostrata tramite mezzi stampa, da parte di Mirko Tomassoni, concordo con lui riguardo al fatto che “la classe politica poteva fare di più”. Chissà se qualcuno se ne ricorderà durante questa campagna elettorale!? Dulcis in fundo…quasi dimenticavo di sottolineare che la nostra Istanza è stata votata e respinta proprio con il ricorso al voto segreto…cioè…. oltre il danno anche la beffa!

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martedì 16 settembre 2008

Famiglia. Giovani. Stato sociale

di Alessandro Corbelli - Presidente PD sammarinese

E’ con gratitudine e riconoscimento verso le donne e gli uomini che hanno scelto d’impegnarsi con dedizione nell’attività sindacale , che il PD sammarinese riconosce i meriti per aver saputo offrire ai lavoratori sammarinesi e non solo dei reali punti di riferimento nel veder tutelati i propri diritti. I sindacati sono nati prima di tutto per rappresentare il mondo del lavoro e affermarne i diritti e la dignità. In questo senso è necessario che anche la Politica faccia la sua parte e si adoperi affinché la società sammarinese torni a riconoscere il valore del lavoro – sia intellettuale, che materiale e in tutte le sue forme – come l’espressione della personalità, della creatività e dell’ingegno umano. Obiettivo primario è la crescita per ottenere piena e buona occupazione. Il lavoro e la sua qualità sono la condizione strategica per realizzare uno sviluppo economico equo, stabile e duraturo, e va pertanto riconosciuto e valorizzato a partire dalla realizzazione di un mercato del lavoro che assicuri a ogni lavoratrice e lavoratore una formazione permanente, che lo accompagni nel suo percorso professionale; un sistema di tutele del reddito nei periodi di non lavoro o di ristrutturazione aziendale; incentivi e sostegni per l’incremento dell’occupabilità femminile e giovanile; un sistema pensionistico certo per tutti, anche per chi ha un’attività discontinua o parasubordinata; una politica salariale che tuteli il valore reale delle retribuzioni, e punti alla loro crescita in rapporto alla produttività anche valorizzando professionalità e lavoro manuale. Una Repubblica capace di contrastare il lavoro nero, illegale, di tutelare la salute di chi lavora. Confronto, dialogo sociale e concertazione con le parti sociali e con il movimento sindacale, sono essenziali, per una condivisione delle scelte di sviluppo e di equità e per promuovere partecipazione responsabile sulle grandi scelte di politica economica e sociale. Vogliamo una Repubblica che investa prioritariamente sulle risorse umane – il principale capitale di una società – e su sapere, conoscenza, formazione, educazione, facendo del nostro Paese un polo qualificato per l’intero sistema culturale europeo, investendo sull’infanzia e su strutture per i zero-sei anni, dedicando più risorse alla scuola, all’università e alla ricerca, ancorando i finanziamenti a valutazioni di qualità e di competenza, innalzando l’obbligo scolastico e riqualificando la formazione professionale, facendo della formazione permanente lo strumento per un mercato del lavoro moderno in cui la flessibilità sia liberata dai rischi di precarietà, promuovendo stabilità e formazione per chi ha il delicato compito di educare e di istruire. Vogliamo la Repubblica di San Marino con uno stato sociale nuovo, non solo risarcitorio, ma creatore di chances, opportunità e sviluppo. Uno Stato che non lasci sole le persone e le famiglie, riorganizzando la spesa pubblica secondo nuove priorità: asili nido e strutture per l’infanzia, promozione di genitorialità, sostegni per la non autosufficienza, servizi a chi è portatore di disabilità, un sistema di ammortizzatori sociali e di formazione permanente per accompagnare il lavoratore e tutelarlo dalla precarietà, un sistema sanitario che assicuri universalità di prestazioni. Vogliamo uno Stato che sappia crescere i suoi bambini e i suoi adolescenti riconoscendo i loro diritti e rimuovendo ogni ostacolo sociale e culturale ad una crescita sana e allo sviluppo della personalità. Una società che preservi e tuteli i territori e gli spazi per l’infanzia e l’adolescenza con asili nido e scuole zero-sei anni, programmi televisivi pensati per bambini e adolescenti, città e territori progettati per i più piccoli, servizi di sostegno per l’adolescenza, tutela da ogni forma di abuso e violenza, innalzamento dell’obbligo scolastico. Vogliamo uno Stato nel quale chi ha i capelli bianchi viva la sua età matura come una “età libera” senza l’angoscia della solitudine, dell’indigenza, dell’emarginazione. E, dunque, una società solidale che assicuri pensioni dignitose; gradui l’età pensionabile in funzione del lavoro svolto; incentivi la permanenza al lavoro; promuova servizio civile e attività di pubblica utilità a cui ogni cittadino possa mettere a disposizione il ricco patrimonio di sapere, competenza, affettività, esperienza di vita. Ecco perché noi del PD sammarinese poniamo al centro del dibattito politico tre temi fondamentali:Famiglia: il suo primato nella società; Giovani: cultura dell’ascolto e maggiori opportunità; Stato Sociale: nuove alleanze tra società ed economia.

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Voto segreto

di Mirko Tomassoni - PSD

Sull’Istanza n.5 : Richiesta modifica del Regolamento Consiliare per riformare il Voto Segreto, la classe politica poteva fare di più… Sull’Istanza a cui aderivano anche i Giovani del PSD, che richiedeva di rivedere (non abrogare) la regolamentazione del Voto a scrutinio Segreto in Consiglio Grande e Generale, l’Aula si è espressa ( segretamente), con 35 voti contrari, 23 favorevoli e un non votante.
Al richiamo morale verso i Consiglieri ed all’etica della politica in Consiglio Grande e Generale, essenza di quell’Istanza, ha prevalso la posizione di coloro che han dichiarato altrettanto praticamente "si il problema esiste, vedremo"…
Sebbene la pressoché totalità dei Consiglieri intervenuti, ha ricordato le frequenti manifestazioni dei franchi tiratori che si sono verificate anche durante l’ormai chiusa XXVI Legislatura, non si è avuto il coraggio di approvare un “Atto stringente” per la soluzione della questione.
Di fatto, anche nel corso di questa ultima legislatura, abbiamo visto soccombere le forze che sostenevano il governo durante alcune votazioni a scrutinio segreto, sia in Consiglio che durante i lavori delle Commissioni Parlamentari.
E’del tutto evidente che consiglieri di maggioranza hanno inteso manifestare, dietro lo scudo del voto segreto, il proprio dissenso rispetto a questo o quel provvedimento, in disaccordo con l’indicazione dell’Esecutivo, o magari anche del proprio partito…, e vi son state fondate e riscontrabili ragioni per ritenere che il voto dei “franchi tiratori” cosidetti, sia arrivato da soggetti facenti parte più Gruppi Consiliari. A volte, anche Gruppi Consiliari per intero hanno utilizzato lo strumento dei franchi tiratori senza aver il coraggio di dichiarare apertamente la propria posizione, ben consapevoli che questo strumento offusca la trasparenza e consente l’intervento di coloro che, fidando di non essere smascherati, votano contro le indicazioni del proprio partito, e che nel corso del proprio intervento dichiarano una cosa, bleffando naturalmente, poi votano diversamente.

In Consiglio Grande e Generale questa abitudine, è diventata ormai una normale dialettica di comodo dell’agire parlamentare. Come sappiamo, da noi è sufficiente che un solo Consigliere ne faccia richiesta e si procede al voto segreto. Tutto ciò, oltre a consentire ad ogni gruppo politico di approfittare di un eventuale-presunto disaccordo all’interno del fronte avversario, favorisce purtroppo gli accordi sottobanco, e permette come ho già detto, di lasciar campo aperto a tutte le interpretazioni dell’esito della votazione.

La facilità del modo con cui questo artificio, questa scappatoia del Voto Segreto, viene utilizzato è una forma che rifugge “vigliaccamente”, dalla trasparenza, che invece deve essere garantita ai cittadini elettori da parte dei Consiglieri ai quali essi hanno espresso la loro fiducia sulla scheda elettorale.

Tale comportamento, ormai sembra esentare completamente quei Consiglieri che si avvalgono di questi “mezzucci”, dalla necessaria assunzione di responsabilità di fronte al corpo elettorale, “mezzucci” che vanificano il lavoro e tradiscono la fiducia che i cittadini ripongono in Governi legittimamente insediati.

L’approvazione di quella Istanza invece poteva essere l’occasione per palesare, lo sdegno per il grave danno che tale comportamento produce alla dignità della politica, ma soprattutto al benessere ed al rispetto della collettività.

I cittadini hanno il diritto di conoscere l’operato dei consiglieri da loro votati e questi hanno il dovere di rendere conto del loro operato ai loro elettori.
Il voto segreto invece sempre più spesso viene usato per giochi di potere che nulla hanno a che fare con gli interessi della collettività tradendo così la fiducia dei cittadini elettori.

Aggiungo infine una riflessione: tra i firmatari dell’Istanza, figurano proprio i Giovani del PSD. PSD che certa stampa e certe forze politiche puritane, spesso dipingono settariamente come il covo dei briganti e di facinorosi e senza scrupoli. Critiche inquisitorie che dimenticano sempre una cosa molto semplice, e cioè che il PSD, sebbene sia il frutto di un Progetto recente, è un Partito con una linea politica fatta di regole e di un dialogo democratico interno, che non sarà ancora efficacissimo ma almeno ha evitato certe “strambate inconsulte”, che qualcuno di tanto in tanto pretendeva e che, trovandosi alla fine impotente, ha mollato andandosene per altri lidi, in cerca di altre fortune…

Giovani militanti attivi dunque, e attenti alle distorsioni della politica, che con questa proposta, con la presentazione di questa Istanza, hanno risposto segnatamente oltre che al Paese, anche ai comunicati critici di loro coetanei” di altri partiti.
Gli articoli di Alleanza Giovanile (AP) ad esempio, dal taglio tanto legittimo e vivace dando l’impressione di poter ergersi ad incendiari di tutto il marciume del Paese, ma altrettanto vaghi ed acerbi nel giustificare la capriola del partito d’appartenenza, che rischiano di ritrovarsi pompieri e salvatori del vecchio Sistema.
Quindi oltre ad incoraggiare l’attività dei giovani del PSD, non mi rimane altro che confidare che chi siederà nell’Aula Consiliare dopo il 9 novembre, si adopererà in modo solerte, ad apportare tutte le modifiche necessarie al Regolamento Consiliare.

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lunedì 15 settembre 2008

Il padrone

di Luca Lazzari – Sinistra Unita

C’era un tempo il padrone dei campi e della fabbrica, il padrone contro cui il proletariato combatteva la sua guerra per consegnare alla storia la «futura umanità». Ahimè, quel tempo si è esaurito e solo il padrone è sopravvissuto a esso. Eppure, quello che è chiamato welfare o stato sociale e che rappresenta ancora oggi il più importante riparo per le vite di ciascuno di noi, scaturì proprio dallo scontro di quegli anni, dal biasimato conflitto fra classi. Ma allora ai proletari era il pane a mancare. E così, nella serenità di condizioni di vita molto migliorate la tensione ideale si è estinta e “il sogno si è rattrappito”.
Ma qualcosa potrebbe riavviare quel tentativo spezzato; qualcosa su cui la sinistra non ha ancora saputo riflettere nel modo dovuto: così come nei laboratori analisi i terreni di coltura riproducono le esigenze metaboliche del microrganismo che si vuole coltivare, allo stesso modo il modello economico impiantato dalla Democrazia Cristiana sul finire degli anni ’80 ha creato le condizioni per lo sviluppo di un nuovo tipo di padrone. Un padrone che non ha nome, che non ha fisicità ma che è capace più di ogni altri di determinare la nostra realtà sociale, che sormonta i vecchi antagonismi, che è padrone dei vecchi padroni e che regna finanche sulla politica. Un padrone le cui tracce si ritrovano nelle speculazioni immobiliari, nelle transazioni bancarie e in un PIL che continua fortemente a crescere benché non sorretto da solide realtà produttive. Tutti sappiamo che senza quel padrone le nostre preoccupazioni si moltiplicherebbero, che le piacevoli futilità cui spesso ci concediamo dovrebbero essere abbandonate, che la ricchezza nella quale ci rallegriamo presto si esaurirebbe. Basta dare uno sguardo a una qualsiasi pagina di giornale per rendersi conto di quanto la sorte ci abbia favoriti: i campi di battaglia sono lontani, ci sorregge una delle reti di protezione sociale più solide d’Europa, ogni giorno abbiamo di che mangiare e avanza sempre abbastanza per un paio di vacanze l’anno o per un nuovo modello di automobile o per assecondare una qualsiasi altra frivolezza. Ecco perché da vent’anni continuiamo a spingerci lungo la stessa cattiva strada: perché la richiesta di cambiamento che attraversa il Paese non è sincera; perché ciò che intimamente tutti vogliono è che lo stato di cose presente si conservi immutato.
Ma qual è il prezzo che paghiamo a questo nuovo padrone perché ci sollevi dalle nostre responsabilità? Non è forse vero che egli ci libera sì dalla fatica del lavoro ma per consegnarci tutti alle logiche del suo interesse? Che il sostentamento offerto esige obbedienza? Ci abbandoniamo alla sua guida così come un figlio si abbandona a quella del proprio padre. E questo ci abbassa a «società adolescenziale», ci porta a disinteressarci dei problemi collettivi o ad ignorarli del tutto. Ma quando il ciclo si esaurirà e i capitali che ora ci sorreggono come cuscini d’aria verranno ritirati, rimarrà ben poco dell’amata e antica Terra della Libertà.
È in quest’ottica, a mio modesto parere, che si deve pensare alle vicine elezione. Ovvero come ad un’opportunità per introdurre nuovi modelli economici, per fare della nostro Paese un luogo di conoscenza in cui dominino ricerca e cultura – e non immoralità, decadimento e malaffare. La riconversione non potrebbe che essere difficile, lenta e attentamente misurata: ma esistono percorsi emancipatori diversi da questo? Ciò che abbiamo da guadagnare è il nostro futuro, il diritto ad autodeterminarci e a decidere delle nostre vite in ragione di valori condivisi e di una tradizione che appartiene a noi soltanto. La gioia di una ritrovata dignità collettiva è a pochi passi soltanto. Mettiamoci in marcia.

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Reggenza e voto ai 18enni

di Giuseppe Morganti

Mai come questa volta il Consiglio Grande e Generale dovrà sciogliere un nodo cruciale per la vita democratica di San Marino. In gioco ci sono due grandi questioni: la prima riguarda la capacità di agire per l'affermazione di un diritto inalienabile, quello dell'esercizio del diritto di voto per oltre 600 giovanni che hanno compiuto 18 anni dopo il 2001; la seconda attiene alla necessità di nominare una Reggenza che sia espressione di una maggioranza politica vera e non fasulla, come quella esistente da poche settimane. Su entrambe le questioni incombe la nera nube dell'arroganza e della scarsa lungimiranza di un gruppo eterogeneo di forze politiche che si ritiene legittimato a decidere da solo perchè si è ritrovato ad avere un voto in più contando i consiglieri che si sono spostati all'ultimo momento verso destra. Cosa rappresenta nel Paese, come riflesso naturale della rappresentanza, come raffigurazione della regola del trasferimento della volontà del corpo elettorale, questo aglomerato eterogeneo di consiglieri? Nulla. Cosa può rappresentare Ap, e lo dico con grande rammarico, che ha abbandonato il progetto politico per cui era nata, lo stesso col quale ha chiesto il consenso alle elezioni del 2006? Cosa rappresenta il Nuovo Partito Socialista che sceglie di espimere a destra il consenso che invece ha ottenuto a sinistra? Cosa possono rappresentare i tanti gruppi quali i Popolari, Noi Sammarinesi, gli Eps, che in fasi diverse si sono staccati con grande clamore dalla Dc per dimostrare un modo nuovo di gestire il centro ed invece si ritrovano ad essere forze irrilevanti, funzionali solo al vecchissimo progetto di Gatti? Cosa rappresentano i transughi Berardi e Ottaviani non mi azzardo neppure a pensarlo, eppure è in base ai loro due voti che il Consiglio deciderà la nuova Reggenza. A dire il vero l'unico sottogruppo che rappresenta qualcosa occorre cercarlo dentro la Dc, quello che ha vinto il congresso del 2007. Un gruppo non molto ampio nei numeri, ma molto forte grazie alle capacità del segretario Valentini e alle astuzie di Gatti. Su questo gruppo non do un giudizio di merito, so che è un gruppo antagonista del centro sinistra, so che ha il progetto di unire i cattolici sotto la guida di Comunione e Liberazione, unica organizzazione ormai in grado di mettere in pratica l'idea di formare personale da trasferire nella politica e nell'economia, con l'obiettivo di applicare valori, rigidamente scelti dalla gerarchia conservatrice che governa parte del mondo cattolico. Sebbene anch'io riconosca il valore fondamentale dei principi del cristianesimo, penso tuttavia che lo Stato e quindi la politica, non possano essere governati se non attraverso un laico concetto di democrazia, cioè dalla somma dei valori sui quali in un dato momento converge la maggioranza della comunità. Per questo semplice motivo mi sento antagonista della politica della nuova Dc di Gatti e Valentini, ma la rispetto, anche se ciò non può assolutamente giustificare l'arroganza di questi giorni. Se, come ha già detto Alessandro Rossi, nel centro destra hanno fatto fuoco e fiamme perchè una maggioranza residua, ma legittima in quanto espressione di un progetto politico, ha tentato di dare vita al governo dei 31, mi chiedo con quale spirito gli stessi che hanno gridato allo scandalo (Ap in prima linea) oggi possano invece permettersi di nominare una Reggenza e impedire che il diritto di voto di centinaia di giovani venga esercitato, basando il loro potere di coercizione sui voti di qualche volta gabbana dell'ultima ora. Quando, se non in questo momento, le forze politiche dovrebbero trovare un accordo bipartisan per dare risposte così serie e importanti? Non abbiamo forse fatto così noi nei momenti critici del passaggio di sistema, quando abbiamo appoggiato una Reggenza di garanzia (Ciavatta-Lonfernini)? L'arroganza attuale sembra invece configurarsi molto di più con la decisione della Reggenza monocolore voluta da Menicucci. All'epoca il giudizio dei cittadini fu severo, credo che anche questa volta non potrà che esserlo altrettanto.

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