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giovedì 25 settembre 2008

A proposito di dipendenti I.S.S.

di Amedea Conti (candidata PSD)

Autonomia e indipendenza sono parole chiave imprescindibili per lo sviluppo e il buon funzionamento dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, che non può essere messo sullo stesso piano di altri settori della Pubblica Amministrazione. Non può perché si parla della salute dei cittadini, che hanno diritto a ottime prestazioni sanitarie e a figure professionali di alto livello.Dal 2004 è stata avviata una riforma dell’Istituto Sicurezza Sociale che ci ha fatto fare molti passi avanti: soprattutto quello dell’articolazione in dipartimenti che sovrintendono le diverse Unità Organizzative (Ospedale, Servizio Minori, Medicina Generale, Servizio Farmaceutico, ecc.) sul modello delle AUSL italiane. Sono inoltre stati chiusi accordi con professionisti e realtà italiane che stanno portando a livelli di eccellenza il nostro Ospedale e che, dal punto di vista economico, fanno rilevare un bilancio che pochi anni fa era solamente auspicabile. La nostra sanità sta vedendo finalmente la luce che non vedeva da tempo.La riforma ha però subito una battuta d’arresto per quanto riguarda il riordino e le competenze del personale, aspetto legato alla riforma della Pubblica Amministrazione, una riforma lenta, che non sta facendo passi avanti. All’interno dell’istituto, che conta circa 1000 dipendenti, ce ne sono 200 ancora precari, che da anni attendono una stabilizzazione. Questi dipendenti lavorano gomito a gomito con i colleghi, svolgendo le stesse mansioni, ma con una retribuzione più bassa. Con il permanere dello stato di precarietà si crea fra i dipendenti il malcontento e la demotivazione, elementi non utili. Il benessere psico-fisico e sociale del lavoratore porta all’autorealizzazione, alla valorizzazione di se stessi. Questo fa sì che molti di loro, che attendono da anni, cerchino maggiore realizzazione professionale ed economica in Italia. Per L’ISS significa perdere professionalità qualificate.Per questo ribadisco che la riforma dell’ISS non può essere legata a quella della Pubblica Amministrazione, che continua a non vedere la luce. Chi ha in mano la nostra salute non può attendere riforme lente e farraginose come quelle della P.A. E’ necessario dare massima applicazione alle Leggi già esistenti che confermano appunto l’autonomia gestionale dell’ISS e la sua nuova organizzazione. I precari devono sapere che se il loro stato giuridico è ancora tale, le responsabilità sono di chi non vuole la piena autonomia dell’ISS.

1 commento:

  1. Condivido pienamente quanto scritto dalla Sig.ra Amedea Conti. I precari che lavorano sotto la PA e all'ISS sono ancora tanti e rimango convinto che una giusta allocazione delle risorse sia fondamentale per migliorare le condizioni dei lavoratori. Ciò di cui il Nostro Paese ha bisogno è di piani strategici moderni e innovativi, condivisi a lungo termine da tutte le forze politiche, volti al miglioramento dei servizi in termini di qualità ed efficienza. E di certo, la soddisfazione del lavoratore rappresenta la "condicio sine qua non" per garantire questo passo in avanti!

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