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lunedì 22 settembre 2008

Lettera aperta al Presidente della Consulta

di Gian Nicola Berti - Noi Sammarinesi

Ho letto con estrema attenzione la Sua analisi sulle criticità del rapporto tra cittadini residenti ed esteri, apprezzando le Sue proposte e riconoscendo il Suo amore verso la nostra Repubblica. Sono certo che Voi concittadini residenti all’estero siate i naturali Ambasciatori nel mondo del nostro piccolo Stato. Sottoscrivo, con piena ed assoluta condivisione, la Sua analisi sull’importanza che hanno ed hanno avuto i concittadini residenti all’estero nel difendere la loro sammarinesità, nell’aiutare il paese con le loro rimesse e le loro competenze a riprendersi dalla grave crisi economica che aveva generato il fenomeno dell’emigrazione. Come Lei, credo che i sammarinesi residenti all’estero siano una risorsa ancora del tutto inesplorata, certamente determinante per fare uscire il nostro paese dalla crisi, anche di valori, in cui è caduto.
Anche lei, come tutti i cittadini residenti avrà avuto modo di constatare come l’immagine della nostra Repubblica sia gravemente compromessa; il nome del nostro piccolo Stato è continuamente accostato a fenomeni di malavita e di scorrettezza di comportamenti. Agli occhi dei paesi limitrofi San Marino sembra divenuto il ricettacolo di tutte quelle attività illegali che sono in altri stati.
Questa non è certamente la Repubblica dei sammarinesi, residenti e non.
Tutti noi vogliamo continuare ad essere orgogliosi della nostra appartenenza a questa meravigliosa Repubblica.
La colpa di ciò non è certo dei sammarinesi residenti all’estero, ma quando Lei si chiede “cui prodest” tanto accanimento verso di essi, e perché i cittadini che ritornano al proprio paese “ si sentono guardati con sospetto, considerati estranei e demonizzati”, mi permetta di tentare di farle comprendere cosa sta accadendo.
Da alcune legislature si assiste ad un fenomeno, che non esito a definire sconcio, in cui organizzazioni criminali gestiscono ed organizzano viaggi elettorali di persone, che sebbene di cittadinanza sammarinese, hanno completamente perso ogni legame con il paese di origine. Ciò nonostante essi si prestano a venire in Repubblica per esprimere un voto di lista e di preferenza, che non è certamente consapevole. Un voto che annulla quello di chi deve fare le spese, quotidianamente, del malgoverno di chi non si sostiene con una oculata e competente gestione della cosa pubblica, ma che alimenta il proprio consenso elettorale con clientelismo, con il voto di scambio e con una sorta di “deportazione per fini elettorali” di ignari residenti all’estero, che, un bel giorno, hanno scoperto di essere cittadini e di aver un voto da spendere. Il risultato: Noi Sammarinesi, che viviamo ancora in questo paese, ci vediamo governati da rappresentanti politici che non ci appartengono, da lobby di potere che mettono a disposizione delle organizzazioni criminali i fondi per il reclutamento all’estero di voti. Infine, all’interno dei partiti politici il voto di preferenza è stato determinante per impedire, a prescindere dai partiti che si sono succeduti al governo, quel ricambio di guida del paese necessario per superare questo difficile momento.
Mai l’autorità giudiziaria, sebbene abbia constatato il fenomeno, è stata in grado di assicurare alla giustizia i colpevoli.
Io stesso nel 2006, in quel di Misano, con tanto di telecamera e alla presenza di altre persone appartenenti a diversi movimenti politici, sono stato testimone di come questi concittadini, onorabilissimi ma al tempo stesso ignari degli effetti devastanti del loro voto inconsapevole sul governo della nostra Repubblica, vengono mantenuti rigorosamente fuori del territorio per esservi trasportati solo per il tempo strettamente necessario per esprimere il loro voto. Cittadini che avevano paura a dichiarare la loro cittadinanza perchè terrorizzati da queste stesse organizzazioni criminali che, dopo averli portati a Misano, rappresentavano loro che sarebbero stati passibili di sanzioni se avessero ammesso che qualcuno gli aveva pagato il viaggio elettorale. Cittadini, che per ammissione di un loro familiare, nemmeno avevano mai avuto la possibilità economica per visitare il paese in cui vivono e per i quali un viaggio in Europa valeva certamente il voto da spendere, del quale mai avrebbero subito le conseguenze.
Per cercare di interrompere questa spirale di voto inconsapevole di cui fanno le spese solo i residenti, Noi Sammarinesi nel corso della precedente legislatura abbiamo ottenuto la modifica dell’art. 394 del codice penale affinchè il concittadino che abbia ricevuto sovvenzioni in cambio del voto sia esente da pena se confessa il fatto.
Ma questo non basta, è necessaria la collaborazione di Voi concittadini esteri che, certamente come Lei, effettivamente amate questo paese. E’ necessario che proprio le 25 comunità di residenti all’estero, che Lei propone far divenire nuovi castelli della sammarinesità, siano attente e vigili della legalità del voto, denunciando all’autorità giudiziaria quei fenomeni del voto di scambio che sono sotto gli occhi di tutti. Anzi proprio Voi concittadini esteri dovete prendere atto che l’uso distorto del voto è la esclusiva causa di frizione all’interno della nostra comunità e che Voi, per primi, avete la possibilità di valorizzare e dimostrare la Vostra sammarinesità segnalando e denunciando prontamente ogni tentativo di mercato di voto.
Fino a quel momento, purtroppo, saranno i sammarinesi residenti a sentirsi cittadini di serie B, costretti loro malgrado a subire gli effetti del voto del voto di scambio.

P.S. Mi creda i sammarinesi residenti sarebbero ben felici di avere nel nostro parlamento l’importante contributo dei rappresentanti delle comunità estere; il problema è solo il voto inconsapevole verso persone che non hanno la fiducia di quei cittadini residenti che, quotidianamente, debbono fare le spese con il malgoverno di costoro.

2 commenti:

  1. di Anna Neri Ceccoli

    Egr. Dott. Giannicola Berti.

    Sono lieta di trovarla d’accordo su diversi punti della mia “Analisi”.
    Il discorso della distorsione del voto estero è ormai una giustificazione ai sentimenti antiesteri che ho sentito tante volte.
    Ammettendo che ci sia o ci sia stato un mercato di voti promosso da politici residenti (e non certo da quei personaggi sprovveduti che Lei descrive con tanta efficacia) questo non toglie che su un numero di cittadini all’estero, valutato, se non vado errata, sui 15.000, ci sia la maggioranza di persone onestissime e che sono legate a San Marino solo da sentimenti nobili.
    Credo che in una certa misura il voto di scambio sia fisiologico e sembra che non facciano eccezione i sammarinesi residenti, ai quali, con ogni probabilità, forse non basta il pagamento di un viaggio per farli votare.
    Lei dice che siamo noi a dover vigilare sul comportamento dei nostri iscritti, ebbene posso dirle che è un preciso intento della Consulta, che può verificare sulle nostre risoluzioni conclusive.
    Se noi vigiliamo sui concittadini iscritti alle nostre Comunità, e mi auguro che lo facciano tutti i presidenti, speriamo che Lei faccia altrettanto vigilando sui suoi concittadini residenti, che da comportamenti del genere sembra non siano immuni. O forse è delinquenziale solo il comportamento distorsivo di chi vive all’estero?
    Fra l’altro, Le faccio presente che i cittadini all’estero non iscritti nelle nostre Comunità sono fuori del nostro controllo, perché spesso non li conosciamo nemmeno.
    Come sono fuori del nostri controllo quei politici che, a suo dire, hanno strumentalizzato gente lontana e, se è così , sicuramente in buona parte ingenua dal momento che, come dice Lei, non sapeva forse nemmeno dov’era San Marino. gente che, ne deduco, che se non fosse stata sollecitata non ci avrebbe nemmeno pensato. In ogni modo le posso assicurare che noi, del Direttivo della Consulta siamo contrari più di Lei ai comportamenti distorsivi e che l’Ufficio di Presidenza ripetutamente ha dichiarato di volere che la Magistratura punisse eventuali colpevoli di comportamenti illegali in occasioni delle elezioni.
    Non mi sembra si siano trovati colpevoli ne’ all’esterno ne’ all’interno.
    Quindi la soluzione migliore è quella di demonizzare tutti quei concittadini che per varie circostanze vivono all’estero, mettendo in atto comportamenti tendenti a criminalizzare indiscriminatamente tutti i cittadini residenti all’estero e facendo d’ogni erba un fascio. Un capro espiatorio è sempre utile, anche perchè da quando mondo è mondo la Xenofobia ha sempre procurato le simpatie di una parte della popolazione e le simpatie portano voti.
    Ma a me non va di sentirmi accomunata a chi nemmeno conosco e criminalizzata in conseguenza. Come tanti altri cittadini che vivono all’estero vorrei essere rispettata da quella brava persona che mi vanto di essere.
    Amo San Marino come la mia Patria, anche se non ci sono nata.
    Non ho mai preso un rimborso di viaggio nemmeno quando era legale esser rimborsati.
    Nell’esercizio del mio incarico, pur non trascurando gli interessi dei miei rappresentati ho sempre presente il bene del Paese e lo metto, come ritengo facciano gli altri, al primo posto, ma Le ripeto con piena convinzione che l’amore unilaterale non dura e che, se non cambieranno le cose il rapporto di affetto e l’attaccamento dei cittadini non residenti verso il loro Paese di origine potrebbe non durare e si potrebbe verificare quello che forse qualcuno si augura, che i cittadini all’estero perdano il bel sogno di appartenere alla loro terra di origine e che San Marino perda i suoi contestati cittadini all’estero, ma rimango convinta che se questo avvenisse non rappresenterebbe il bene del nostro comune amato Paese.
    La saluto cordialmente.

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  2. Ex voto "straniero"
    di Maverik
    Gentile Direttore, leggo l'appassionante querelle fra il Presidente della Consulta Anna Neri Ceccoli e l'avv. Gian Nicola Berti sui cittadini non residenti, e mi limito a constatare che, se ci sono evidenti disastri nel nostro Paese, di certo non sono stati causati da questi ultimi, mentre noi qui sul Titano ne sappiamo qualcosa. E' vero: la storia è piena di capri espiatori.

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