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lunedì 25 maggio 2009

Ancora su Report: il j’accuse dell’Avv. Antonio Atria, già amministratore di Sogefin sa

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo la lettera aperta che Antonio Atria "da Castelvetrano" ci invia a commento di un pessimo modo di fare informazione, del tutto incline ad insinuare e mai propenso ad avvertire l’obbligo del cosiddetto ‘onere della prova’. La diffamazione, spesso, non passa in modo esplicito, ma in modo ben più sottile essa viene sottaciuta e lasciata intendere, come sospetto, come ipotesi, come dubbio, senza il conforto di alcuna dimostrazione. Questo è il giornalismo sensazionalistico che aborriamo e che non aggiunge nulla al patrimonio d’informazione dei cittadini, bensì toglie, sia in termini di dignità delle persone che in quello di credibilità di carriere costruite, con fatica e abnegazione, in anni e anni di serio lavoro. Questo è solo il giornalismo da dare in pasto ai soliti Censori della Morale Pubblica, ai soliti forcaioli, i quali vorrebbero che la democrazia si garantisse non con la partecipazione informata, consapevole e matura, ma più banalmente attraverso i processi mediatici sommari o addirittura per via giudiziaria. All’avvocato Atria vada tutta la nostra incondizionata solidarietà.


Egr. Direttore,
dalla improvvida iniziativa di un giornalista dedito al sensazionalismo a tutti i costi, mi vedo costretto ad una difesa che davvero non avrei mai immaginato di dovere sostenere.
L'immagine che della mia persona è uscita dalla trasmissione "Report" di domenica 10 maggio scorso, e che mi offende sia come uomo che come professionista, non soltanto è distante dalla realtà - e come tale gravemente lesiva della mia reputazione, tanto da obbligarmi a difendermi nelle opportune sedi giudiziarie - ma è forzata in quanto artatamente creata con l'unico scopo di provocare sensazione.
Il giornalista costruisce un assioma che potremmo agevolmente cosi riassumere: "le mafie raggiungono i paradisi fiscali", "San Marino è un paradiso fiscale", "a Castelvetrano in provincia di Trapani (terra di mafia) vive l'Avv. Antonio Atria", "l'Avv. Atria è amministratore di So.Ge.Fin. S.A.", "alla So.Ge.Fin. è stata revocata la abilitazione ad operare". Ergo: "l'Avv. Atria e Sogefin sono contigui alla mafia e per questa ragione operano a San Marino". Ed a nulla serve affrettarsi a precisare come fa "il giornalista" che "Sogefin non è accusata di mafia", essendo chiaro il fine cui tende il servizio e quanto si intendeva alludere ed ingenerare nel pubblico.
Ma essendo falsi i presupposti da cui parte il servizio è conseguentemente falsa la conclusione cui il paradigma costruito perviene.
Ma vediamo con ordine:
E' falso, in primo luogo che io sia mafioso o, anche latamente contiguo alla mafia!
Non ho parentele o amicizie con personaggi mafiosi!
Non li frequento né li ho mai frequentati!
Nemmeno li assisto professionalmente (ammesso che tale circostanza possa mai rappresentare un indizio di contiguità)!
Paradossalmente nemmeno vivo a Castelvetrano!
Al contrario, come sarebbe facile verificare, ho rapporti personali e professionali con il mondo dell'antimafia, con magistrati, docenti, sociologi, politici che della lotta alla mafia hanno fatto un carattere distintivo della loro vita e che io ho sempre ritenuto un esempio da seguire.
L'unica mia "colpa", poiché tale evidentemente "il giornalista" la ritiene (figurarsi se avesse avuto un qualsiasi altro appiglio!!), è esclusivamente di essere nato a Castelvetrano, circostanza che diventa un marchio con cui timbrare a fuoco di infamia tutti coloro che abbiamo avuto la ventura (o sventura) di nascervi.
Ma Castelvetrano non è soltanto (e con grande dolore) terra di mafia, ma è al contrario un paese contadino, operoso, dalla storia epica (la vicina Selinunte) sede di riferimento di scuole e licei che hanno formato tanti personaggi illustri, che si sono distinti nella storia per il pensiero e le loro azioni.
Penso a Giovanni Gentile, filosofo illustre padre della moderna riforma scolastica; a Gennaro Pardo, pittore moderno che ha caratterizzato la sua epoca. Penso all'ottima scuola di giudici, che da Castelvetrano hanno occupato ed occupano tutt'oggi le cariche più prestigiose della magistratura. Penso ai tanti castelvetranesi onesti che come me vivono con sofferenza il pregiudizio che il luogo di nascita frettolosamente ingenera.
Ma non è falso soltanto che io sia mafioso o contiguo, poiché è falso e calunnioso che nella mia attività di consigliere di amministrazione di Sogefin possa aver compiuto alcunché riconducibile o riferibile alla mafia.
Per il mio tramite (o soltanto in conseguenza della mia presenza), oltre che in assoluto, la Sogefin non ha mai intrattenuto rapporti con soggetti vicini alla mafia.
Come sarebbe facile accertare non ha un solo cliente siciliano (pur cosciente così di perpetuare l'odioso pregiudizio) né comunque riconducibile anche indirettamente ad ambienti mafiosi. Né le ragioni che hanno condotto al suo commissariamento (per quanto contestabili e tuttora sub judice per accertarne la legittimità) hanno mai avuto a che fare con addebiti di qualsiasi natura riconducibili direttamente o soltanto indirettamente a rapporti che hanno anche lontanamente a che fare con la mafia.
Devo sottolineare peraltro, e solo per chiarezza e completezza, che in Sogefin ho svolto sin dall'inizio il ruolo di semplice Consigliere di Amministrazione, per il quale ho ricevuto preventivamente il gradimento di Banca Centrale e non mi sono mai occupato delle attività tipiche, non ho mai avuto deleghe né aperto rapporti di qualsivoglia natura a chicchessia.
Le stesse operazioni segnalate da Banca Centrale erano state da me, dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegio Sindacale, contestate all'Amministratore Delegato che le aveva compiute e gestite, il quale si è dimesso proprio in conseguenza dei nostri addebiti di responsabilità.
Daltronde frequento San Marino da tanti anni e nessuno tra le persone, i professionisti e le autorità che conosco (e dai quali forse mi sarei aspettato almeno un cenno di solidarietà) hanno mai avuto da ridire sulla mia persona o soltanto sulla mia provenienza geografica.
Ma che eco giornalistica avrebbe potuto avere una notizia che riguardava me e la Sogefin se ci si fosse limitati a riferire la realtà dei fatti?
A chi potevano interessare le sorti di una delle tante fiduciarie Sammarinesi, per di più una delle ultime autorizzate ed in fase di start up, indipendente, lontana da logiche di appartenenza?
Ecco allora che si monta il caso. Si dice, ma non si dice; si parla di Sogefin parlando della mafia, ma si dice che non è accusata di mafia; si fa menzione di un unico consigliere, guarda caso perché è nato a Castelvetrano, pur guardandosi bene dal dire che è mafioso, consapevoli d'altronde che mafioso non è.
Si dice che la società avrebbe avuto "non meglio precisati rapporti" con Giovanni Picciotto, ma non per se stesso, ma perché figlio di tale Francesco, che forse nel 1970 aveva frequentato un boss mafioso.
Continuiamo con gli assiomi ed i pregiudizi (dai quali questa volta non si sono sottratti i politici Sammarinesi pensando di dare noi in pasto alla stampa, senza rendersi conto di dare invece se stessi in pasto, offrendo uno spettacolo pessimo per mancanza di dignità ed amor proprio).
La Sogefin non intratteneva rapporti di non chiara natura con Giovanni Picciotto. La Sogefin non intratteneva rapporti di nessuna natura con Giovanni Picciotto.
Giovanni Picciotto ha i suoi interessi a San Marino (diversi da Sogefin) e so che nell'ambito di questi gode stima di affidabilità e serietà.
Ma anche a volere per un attimo dare per vero ciò che vero non è, quale rilevanza tale circostanza potrebbe avere ai fini della questione che ci occupa e tanto clamore ha sollevato. Conosco bene Giovanni Picciotto ed escludo con certezza che sia mafioso o soltanto vicino alla mafia.
In tanti anni, né in Sicilia né altrove, lo ho mai visto frequentare nessuno riconoscibile o soltanto riconducibile a fatti di mafia, o compiere alcun gesto o affermato alcunché che manifestasse anche solo un’indole che potesse accomunarlo alla mafia. Conosco meno il padre Francesco. Non mi risulta che sia mafioso, né sia stato mai accusato di mafia. So invece dei rapporti difficili che ci sono sempre stati tra i due.
Ma tutto questo cosa ha a che vedere con Sogefin, con San Marino, con i paradisi fiscali e con la mafia? La verità è che non ci può essere addebitato alcunché percé non c'è nessun fatto o atto che possa giustificarlo. La verità è che se fossi nato ad esempio a Milano, o chissà dove, non avrebbero fatto il mio nome come non hanno fatto quello degli altri consiglieri che siciliani non sono. La verità è che ci vuole tanto a costruire, ma pochissimo a demolire con il dubbio ed il sospetto.
Non lo accetto! E combatterò con tutte le mie forze e contro chiunque, a tutela della mia onorabilità personale e professionale.
Grazie per l'opportunità concessami.

Con stima,

Antonio Atria


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venerdì 15 maggio 2009

Io tifo Carisp

di Francesca Masi su La Tribuna Sammarinese

Il mio primo libretto di risparmio lo ricevetti a scuola. Conteneva 50.000 lire ed aveva una copertina in plastica rossa con su stampato “Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino. Avevo 8 anni, leggevo Topolino e mi sentivo Paperone. All’epoca avevamo un casa in affitto ma qualche anno dopo i miei genitori comprarono un appartamento accendendo un mutuo alla”Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino”
In terza liceo fui eletta presidente dell’Associazione Studentesca: ci servivano fondi per organizzare il veglione e la “Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino” ci diede un milione di lire.
La mia prima auto l’ho acquistata coi soldi della borsa di studio della Scuola di Specializzazione e con un assegno della”Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino”.


Attualmente faccio il medico all’ISS e prescrizioni e certificati si fanno su Carta Azzurra, iniziativa sponsorizzata dalla “Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino”.
Ecco perché voglio bene ad “una banca”. Fa parte della mia storia. E non credo solo della mia.
Non sono un economista ma non mi pare che per la legge di mercato, il mercato occidentale, sia reato investire per ricavare profitti; o sia reato essere lungimiranti ed ampliare i propri orizzonti d’affari; o sia reato capire per primi che per garantirsi una piazza finanziaria competitiva occorre superare i confini di uno Stato, straordinariamente sviluppato e produttivo, ma pur sempre di 60 Km2 e 30.000 abitanti. Eppure anche tentare di esistere diventa illecito nella storia secolare della prevaricazione del più grande sul più piccolo, che millenni di civiltà non hanno smorzato, almeno non laddove ci siano dei soldi. Molti soldi.
E’ una guerra mediatica. Se è una guerra però si deve combattere. Con armi forse spuntate ma indispensabili: responsabilità e dignità. Nel caso i nostri generali non siano in grado di usarle provino a lasciare il comando dell’esercito agli avvocati della Cassa di Risparmio che, almeno fino a prova contraria, ha la sola colpa di averci garantito stipendi, pensioni e benessere. Personalmente, qualora fossi chiamata in prima linea vorrei poter difendere la mia storia. Io tengo per la Cassa di Risparmio .. .e per la libertà.

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giovedì 14 maggio 2009

Ma quale collaborazione, è il momento dell'attacco frontale

di MarcoOne

L'opposizione, non tutta, si arrampica sulla strada della collaborazione con il governo per difendere San Marino, ma i conti non tornano. Lonfernini è rimasto l'unico uomo politico a capire qualcosa oppure c'è ancora qualche uomo libero di pensare con la propria testa? Nel momento in cui vengono date precise informazioni ai cittadini sammarinesi di un segretario di stato che si è fatto intermediario di una vicenda privata per favorire il passaggio delle quote nelle mani del socio straniero e che sono state così traditi tutti i sammarinesi, visto che si insiste a dire che la Carisp è di tutti, e che addirittura egli sia immischiato in una vicenda finanziaria che ha portato il potere finanziario italiano o una sua parte comunque di rilevanza, ad attaccare il sistema San Marino, mettendoci contro Media, Guardia di Finanza, Banca di Italia e potenti lobbies affaristiche, parte della opposizione si trastulla con richiami all'unità!!

Qui occorre fare cadere il governo, allontanare le persone chiacchierate e incapaci che si mascherano dietro una presunta ingenuità di verginelli di primo pelo, e ricostituire le forze sane per costruire una nuova San Marino. Per farlo occorre attaccare su tutti i fronti, lavorare duramente per far crollare un castello di stupidaggini costruite su fondamenta di letame.
Ci si meraviglia che la Dc ancora non abbia capito che il lupo perde il pelo ma non il vizio, e che su questa strada si perderanno ancora consensi perchè i cittadini non sono stupidi e capiscono bene.
In pochi mesi si è caduti dalla padella alla brace, peggio di così il governo non poteva fare, lasciando nelle mani di un uomo solo il controllo delle operazioni.
Non è un caso che le telecamere della RAI siano uscite insieme alla GdF e che alcuni giornali controllati da Sopaf & C. abbiano sostenuto e sostengono l'operazione di distruzione dell'immagine di San Marino. Ma l'immagine è solo un paravento.
Infatti, chiunque avesse il controllo della Carisp, avrebbe il controllo su San Marino, avrebbe il potere smisurato di far collassare o meno il nostro sistema finanziario ed economico in soli 5 minuti. Oppure controllarlo per utilizzarlo a proprio piacere. Oppure per far fallire qualche azienda scomoda, piuttosto che altri disegni criminogeni.
Che piaccia o meno è nostro sistema e che l'Italia non può giudicare, altrimenti come giustamente scrive R. Faetanini su Tribuna il reato di falso in bilancio...? E, aggiungo, l'attività mafiosa e di evasione fiscale più grande del mondo? Chi è quel paese che è condannato più degli altri per il mancato rispetto della legge? Chi è quel paese che vive sommerso nell'immondizia e che fa delle tangenti il rapporto di lavoro preferito? Esiste un accordo bilaterale fra due stari sovrani che garantisce la nostra sopravivenza.
La opposizione dovrebbe preoccuparsi che tale accordo non venga cancellato con uno nuovo penalizzante perchè tutte queste vicende lasciano presagire che lo scopo sia proprio quello: firmare un nuovo accordo nel momento di maggiore debolezza ed essere costretti ad accettare tutto.
Saggio sarebbe rimandare tutto a momenti migliori, con un governo nuovo, spendibile che sappia entrare nelle stanze di Roma ma anche in quelle della UE e di Washington con dignità e raccogliere risultati.

MArcOne


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martedì 12 maggio 2009

Umiltà e mea culpa

di Mattia Guidi (AP)

La puntata di Report è passata, così come l'iniziale bufera giornalistica della carta stampata e dell'informazione in generale. Giunti ad oggi, ci sono due aspetti da cogliere, che evidentemente provengono o da interessi contrapposti o da punti di vista differenti. C'è un'opposizione che non comprende la differenza fra problemi politici e problemi giudiziari e strumentalizza ciò che in questi giorni ha investito

la nostra amata Repubblica, un comportamento veramente spregiudicato. Non tengono conto del fatto che tutti siamo amareggiati e tutti siamo colpiti da quello che è capitato. Non comprendono che questo loro modo di agire, che ricorda perfettamente quello dei precedenti governi, non fa altro che peggiorare la nostra posizione pubblica e l'immagine già sbiadita di San Marino soffre ulteriormente. Ma pare che questo a loro non interessi, l'importante è fare polemica e attaccarsi ad ogni appiglio per fendere il governo, non capendo che così colpiscono ulteriormente tutto il Paese.
Già la pessima figura che l'On. Stolfi ha fatto di fronte alle telecamere di Report, dovrebbe essere un valido motivo di vergogna per lui e per l'opposizione. E' veramente deprimente notare che nemmeno in situazioni di emergenza, la nostra politica abbia la capacità di essere unita e conforme ad un solo impegno ed obiettivo.
In contrapposizione a tutto questo "tam tam" di strumentalizzazioni e polemiche deleterie, c'è un governo che ieri ha convocato l'Ambasciatore d'Italia, c'è un'area politica che propugna la difesa senza mezzi termini della Carisp e del sistema così come oggi lo vediamo. Dicono che i cittadini sammarinesi dovrebbero "voler bene alla banca storica”. Francamente a me un'affermazione simile mi sa di "presa in giro", se permettete io posso voler bene all'Eccellentissma Reggenza ma non ad una banca, che resta un operatore economico. Ma vista la brutta figura che il Segretario Gatti ha voluto fare di fronte alle telecamere della Rai, così accompagnando il collega Stolfi, non mi stupisco più di niente ma insisto a volerne parlare nonostante la recidività della situazione.
Il governo annuncia che "esprimerà indignazione all'ambasciatore d'Italia" per ciò che Report ha mandato in onda su Rai Tre. Se la strategia è quella di negare "fino alla morte", questa è la strada. Ma, cari cittadini sammarinesi, quella mostrata da Report, a parte la faziosità, le imprecisioni e le stupidaggini – che pure ci sono state – è la realtà delle cose che non coinvolge tutta l’economia sammarinese ma che non è per niente estranea al nostro Paese. Uno dei punti più bassi di questa vicenda è che “non c'è niente di nuovo sotto il sole”, tutti conosciamo la situazione di San Marino, ma l'aria omertosa che si respira è paragonabile a quella di un quartiere camorristico”.

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lunedì 11 maggio 2009

San Marino massacrato da Report e dalla vecchia politica

di Paolo Malpeli
Sono un Cittadino Sammarinese residente, che oggi 11 Maggio 2009, dopo il programma televisivo Report andato in onda la serata del 10 Maggio, è molto arrabbiato, dispiaciuto, costernato, allibito e non riesco a trovare parole per esprimere il mio sentimento. Ieri sera ho assistito ‘impotente’ al massacro del mio Paese, un massacro continuato per due ore e le uniche voci che cercavano, inutilmente, di controbattere, erano nella maggior parte dei casi le stesse che ci hanno portato a questo punto.

Mi sento molto impotente e il mio pensiero va alla classe politica che non solo resta muta e inconcludente, ma non riesce neanche a riunire il Consiglio Grande e Generale per discutere della grave situazione senza contrapposizioni di parte. In questo momento i nostri politici dovrebbero comportarsi come ‘’BUONI PADRI DI FAMIGLIA’’, ma la sensazione è che per loro la famiglia sia solo la convenienza.
Come può una classe politica che è al potere da decenni riportare alla normalità una situazione venutasi a creare durante i loro mandati e poter ripristinare il buon nome della nostra Repubblica?
Cari concittadini, una cosa che non riesco a spiegarmi è come in tutte le elezioni, e ne abbiamo fatte!, siano eletti sempre gli stessi politici e, soprattutto, con un numero di preferenze così elevate. Leggiamo spesso sui giornali delle discussioni, fra fazioni politiche, su nominativi di personaggi italiani che dovrebbero ricoprire importanti incarichi a San Marino e non solo nella Pubblica Amministrazione, ma anche in società o banche private, ma è possibile che non ci siano sammarinesi in grado di ricoprire almeno alcuni di questi posti di prestigio e responsabilità?
Tutta la società di San Marino, dai politici, ai sindacati a tutte le associazioni di categoria, non fanno che parlare di giovani che devono crescere e prendere il posto dei vecchi dirigenti e politici, ma ormai stanno diventando vecchi anche i giovani a forza di aspettare, perché non viene data loro nessuna possibilità in qualsiasi ambito, specialmente politico.Sono sicuro che il sentimento di tristezza nel vedere il nostro Paese trattato e considerato come lo hanno mostrato nella trasmissione televisiva è condiviso da molti concittadini e farebbe piacere che i nostri politici si muovessero in fretta, per dimostrare a tutti che il Paese può e deve cambiare in meglio e ritornare a essere la Repubblica di San Marino amata dai nostri vecchi genitori e da noi.

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IO AMO SAN MARINO

Di Pier Paolo Guardigli – Direttore di SanMarinoNotizie.com

Nella catena di controllo della democrazia di un Paese civile la politica ha un suo rilevante potere, ma ce l’ha anche l’informazione. Si afferma che il giornalista deve essere il “cane da guardia” della politica, ovvero fungere da attento osservatore e controllore delle dinamiche politiche. Ma è lecito chiedersi: e chi fa, allora, il cane da guardia dell’informazione? Mi auguro vivamente che nessuno risponda: la magistratura! Poiché in questo caso la catena di controllo (e di comando) finisce tutta nelle mani di un solo organo dello Stato, trasformandosi così da democrazia in magistratocrazia. Peggio sarebbe, poi, se a questa domanda si rispondesse ‘la magistratura’ e poi, per estensione del quesito, si dicesse che a sua volta questa dovrebbe essere controllata dalla politica, innescando così un circuito vizioso senza via d’uscita.
Il giornalismo d’inchiesta, perno fondamentale dell’informazione, si basa sul fatto che si debba offrire al lettore (ascoltatore o spettatore che sia) tutta una serie di documenti, di fonti, di testimonianze affinché questi possa farsi una propria, autonoma e fondata opinione sui fatti accaduti e descritti. Diverso, invece, è il giornalismo militante: in questo caso è l’opinione del giornalista (o della testata a cui appartiene) che prevale e le fonti, le testimonianze ed i documenti saranno utilizzati esclusivamente (e con abilità spesso artificiosa) a dimostrare la tesi pregiudizialmente sostenuta.

Nella trasmissione Report di ieri abbiamo assistito a questo genere d’informazione, portato per giunta alle estreme conseguenze, nel quale il solo scopo finale era quello di dimostrare una tesi precostituita e faziosa. Direi che ci sono riusciti perfettamente. Gli strumenti sono semplici: travisare non per “informare” ma per “deformare”, usando stratagemmi tecnici (il montaggio), la scelta delle risposte da mandare in onda, un uso ispettivo delle telecamere e (dulcis in fundo) la compiacente collaborazione della Guardia di Finanza e soprattutto della Procura di Forlì: mi chiedo, infatti, chi avesse mobilitato gli operatori di una sola trasmissione televisiva durante l’arresto degli indagati (e ricordo, concetto mai abbastanza ripetuto, che di “indagati” si tratta, e non già di colpevoli: saranno per fortuna altri a giudicare la colpevolezza o l’innocenza degli interessati, non certo le impietose, ideologiche e giustizialiste telecamere di Report).

Mi rincresce che molti (tecnici e politici) coinvolti nella trasmissione, e forse blanditi dalla prospettiva di avere un palcoscenico di rilievo internazionale, si siano fatti convincere a concedere un’intervista a chi, qualsiasi cosa essi avessero detto, aveva già formulato le proprie risposte per lo spettatore. Grave ingenuità, che non perdono a persone così esperte e navigate, con altissime responsabilità.

Questo mi dà l’agio, oltretutto, di esprimere qui la mia più sincera e sentita solidarietà a tutti gli indagati dalla Procura di Forlì, quelli di ieri e quelli di oggi; questo almeno fino a quando, passati per tutti i diversi gradi di giudizio, non verranno definitivamente dichiarati colpevoli (e nella speranza che la magistratura italiana si attenga a rigidi principi di equità, come ha già saputo fare la Cassazione, non dimentichiamolo!).

Non saranno né i giornalisti (o meglio ‘gazzettieri’) “militanti” dallo scandalo facile, né gli inquirenti con bizzarri teoremi precostituiti a farmi cambiare sentimento nei confronti del mio Paese. Io amo San Marino e credo che vi siano i presupposti affinché si possa riscattare il nostro plurisecolare buon nome. Ma ci vorrà il tempo, una pazienza certosina, il dominio dei nervi e soprattutto una volontà politica condivisa. Ecco, appunto, ‘condivisa’. E’ qui che si innesca il mio peggior dubbio. Avendo visto come, fra esponenti del governo ed altri dell’opposizione, si sia indugiato con astio in gravissime accuse reciproche, temo che lo spaccamento interno possa divenire l’unica efficacissima arma dell'aggressore esterno per soverchiare il nostro Paese, inondandolo di accuse infamanti (collusione con la mafia, riciclaggio, istigazione all’evasione fiscale, concorrenza sleale e chissà quali altri capi d'accusa).

Se il “dìvide et ìmpera”, che i poteri forti della penisola tentano di applicare per annientare uno ‘scomodo’ vicino di casa, avrà ragione e sopravvento, allora possiamo già da oggi dichiararci sconfitti. Ma se in questa terribile aggressione, anzi, vera e propria “guerra fredda” sapremo restare uniti, non facendoci illudere che se ne possa trarre profitti per battaglie politiche interne, se riusciremo a non farci accecare dall’astio politico domestico e soprattutto personale, se sapremo fare fronte comune, allora forse potremo recuperare credibilità, forza e con esse la giusta progettualità per uscire dal vortice in cui ci stanno cacciando.

Vedremo chi, fra noi, dimostrerà con i fatti e con le parole di amare San Marino: da parte mia vigilerò soprattutto su questo. Da oggi sarò attento a valutare chi intende lavorare per il mio Paese e chi (per interessi propri, di parte, di casta, di famiglia, di lobby o più biecamente personali o aziendali) si comporterà danneggiando la mia amata Repubblica. Registrerò con attenzione chi, fra noi, ha già pronunciato sentenze di colpevolezza del nostro sistema, senza appello; chi si farà troppo facilmente ammaliare dai deboli teoremi dell’accusa; elencherò gli sciacalli che cercheranno profitti dal massacro della nostra economia, della nostrà comunità, della secolare sovranità. Non tollererò più giochini e giochetti sulla pelle dei sammarinesi, gente onesta, laboriosa, affettuosa, solidale. Fuori da San Marino i traditori della Patria.

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giovedì 7 maggio 2009

Pediatria a San Marino: situazione insostenibile

di: Un Gruppo di Genitori
Chi scrive è un gruppo di genitori che usufruisce del servizio pediatrico sammarinese. Negli ultimi mesi ci siamo impegnati per questo servizio con la speranza che qualcosa cambiasse in meglio. Qualche piccolo passo c’è stato, se pensiamo che nel pomeriggio abbiamo quasi sempre trovato due pediatri per l’ambulatorio delle urgenze, con netta diminuzione dei tempi d’attesa e la possibilità conseguente, da parte del medico, di poter dedicare più tempo a ciascun bambino.

Fin qui le cose sembravano migliorate di molto con poco impegno.
Dalla fine di giugno si rischierà di tornare alla situazione di prima in considerazione del fatto che anche nei periodi estivi passati i genitori sono stati costretti a lunghe attese in spazi ristretti.
Nel servizio pediatrico si sono avvicendati molti medici, alcuni hanno scelto spontaneamente carriere fuori dall’ISS, altri sono stati costretti ad interrompere il loro sevizio perché non compresi all’interno di un organico numericamente misero rispetto alle nuove esigenze della popolazione.
Dal prossimo giugno si ripeterà la buona vecchia storia di San Marino, andrà via un altro medico perché l’organico deve essere ridotto indipendentemente dall’esigenza della popolazione. In questo modo i nostri figli saranno nuovamente rimpallati fra un professionista e l’altro.
L’associazione “Probimbi” ha cercato di mediare con la direzione generale, riuscendo anche a comunicare con il direttore dott. Pier Paolo Pasini, in merito all’ampliamento dei locali pediatrici. Ma non capiamo come sia possibile ampliare gli spazi e ridurre il personale senza considerare che questo porterà disservizi all’utenza.

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martedì 5 maggio 2009

Li aspettavamo al varco...

di: MarcOne

Li aspettavamo al varco...
Dopo Asset si sono uditi solo insulti, polemiche, ramanzine e sermoni che nulla hanno portato di buono e di nuovo.
Qualche uomo lungimirante aveva perfino agitato il cappio per impiccare qualcuno.
Oggi, capita la stessa identica cosa e direttori di giornale già azionisti, così come improbabili governanti ed ex tali, pure loro azionisti dell'imputata banca, corrono in difesa tirando in ballo il buon nome della Repubblica...
Delle due l'una: la Repubblica è sempre sovrana e da difendere, sempre oppure ci sono persone che meritano di essere difese ed altre meno...

Che spettacolo signori! C'è sempre chi è figlio di un dio minore e c'è sempre chi si sveglia troppo tardi e giunge a conclusioni tardive o piuttosto volutamente tardive, quindi di parte e non obiettive, cioè che non servono alla collettività ma solo ad una parte.
Occorre aprire gli occhi e ragionare per il bene del paese.
E' incredibile come la classe politica abbia nuovamente fallito nei propri compiti primari e come perseveri nell'errore nonostante i fatti parlino chiaramente ed inequivocabilmente.
La necessità di svincolarsi dall'Italia è ormai un tema politico che nonostante lo si sia voluto lasciare sotto il tappeto, come si fa nelle case sporche nascondendo la polvere, è venuto fuori con tutta la sua dirompenza, grazie ad un atteggiamento inconmprensibile della controparte (ex buonvicini ed amici) italiana.
Sono finite tutte le lune di miele, gli accordi e le filippiche di Frattini e dei proconsoli che si sono susseguiti e che dai vari pulpiti si sono udite negli ultimi tempi.
L'Italia sta aggredendo San Marino con una morsa che di questo passo toglierà ossigeno vitale alla Repubblica e si rende più che mai necessario avere un back-up, una via di uscita, collegandosi in rete con altri sistemi bancari e finanziari di altri paesi, fare sistema con i piccoli stati chidendo alla UE deroghe che garantiscano la sopravvivenza di comunità minuscole che la storia ha già decretate innocue sotto ogni punto di vista.
I malviventi e le organizazioni criminali non sono qui, così come non è qui il riciclaggio di denaro sporco, la droga ecc ecc.
Ci sono voluti mesi prima di smantellare una per una tutte le accuse di un PM che mette in discussione gli accordi firmati fra due Stati sovrani e la Cassazione lo boccia, mesi e solchi profondi lasciati sulle persone, arrestate con stratagemmi degni dei film contro i quali nessuno ha mosso un dito per difendere i nostri cittadini.
Oggi che sulla graticola ci sono anche cittadini italiani che qui hanno operato per anni e che le accuse sono altrettanto pesanti vedremo quale profilo terrà la politica, se ancora sarà genuflessione oppure ci sarà la reazione.
I nostri presunti politici si sono accorti solo ora del problema, forse perchè prima facevano battute sui soldi nelle mutande e se la ridevano in vista del cambio di governo.
Oggi il nuovo governo ha fallito nuovamente ogni possibile obiettivo che servisse a terminare gli assalti italiani, nonostante si sia svenduto il nostro patrimonio sovrano con accordi penalizzanti e vessatori, nonostante ci si sia piegati e inginocchiati davanti all'Italia, aprendo anche le mutande, la guerra del forte contro i deboli continua, e questo è un grande fallimento per un governo che si diceva difensore degli interessi sammarinesi ed aveva come primo obiettivo il ripristino del rapporto con l'Italia: se questo è il buongiorno dopo la firma degli accordi capestro!! Esiste solo una via per ripristinare la Repubblica ed i suoi assetti: distaccarsi dall'Italia, fare alleanze nuove, nuove politiche, fare rete e sistema con i piccoli stati, andare alla UE e insieme chiedere deroghe in vista di un ingresso ponderato e negoziato non con i vicini, ma direttamente a Bruxelles.Per anni si è rimandata la discussione sull'ingresso nella UE per dedicarsi a fare una porcheria di legge elettorale che consegna in toto il potere nella mani di una maggioranza che per essere tale deve rubare d'ufficio i seggi alla minoranza, ma che razza di democrazia è questa? La classe politica ha fallito ogni suo possibile obiettivo, occorre mandarli a casa subito, una nuova legge elettorale democratica poi tutti al voto per poi mettersi al lavoro per ricostruire il paese.

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