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venerdì 31 ottobre 2008

Se la cantano e se la suonano

Di Maverick
I sondaggi elettorali di questi giorni fanno riflettere su alcune questioni. Un sondaggio può avere senso solo se è basato su dati statisticamente accettabili, su campioni statisticamente selezionati, e se privo di tesi precostituite da dimostrare. A commissionarli, quindi, non dovrebbero mai essere i soggetti politici interessati, bensì degli osservatori esterni, come i giornali o gli istituti di ricerca. Nella nutrita serie di exit poll sulla presidenza americana, ad esempio, ne emerge uno commissionato dal New York Times in collaborazione col network televisivo CBS.

Mi pare quindi che nessuno dei sondaggi visti qui da noi fino ad oggi abbiano tali requisiti. Questo li rende non attendibili? Direi di no, anzi. Partendo dal presupposto che nessuna forza politica renderebbe noti i risultati di segno negativo su se stessa, qualora se ne evidenziassero, basterà fare dei calcoli di interpolazione. Infatti, nessuna società di rilevamento minimamente seria potrebbe far risultare cifre lontane mille miglia dal reale (o dal 'possibile' reale) senza squalificarsi e perdere ogni credibilità sul mercato. Quindi in genere si offre ai committenti, assieme alle cifre definitive, un cosiddetto 'margine d'errore', cosicché nessuno potrà obiettare o criticare troppo aspramente l'eventuale fallimento della previsione. Questi margini sono talvolta anche molto alti, nell'ordine dell' 8/10 %, sia in un senso che nell'altro (cioè in più o in meno). Prendendo allora ad esempio l'ultimo sondaggio commissionato da AP alla SWG e pubblicato sulla stampa di oggi, in base al quale il Patto per San Marino dovrebbe ricevere il 54% dei consensi dell'urna mentre Riforme e Libertà fermarsi al 46%, se applicassimo i margini d'errore anche solo di un minimo 6%, ecco che magicamente Riforme e Libertà giungerebbe al 52% mentre il Patto scenderebbe al 48%. Quindi, cari elettori, prendete pure col dovuto beneficio d'inventario questi allettanti e coloratissimi grafici, tanto per ora sono solo subdole forme di comizi elettorali camuffati da indagini scientifiche.

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Il Pacco per San Marino

Di MarcOne
Ripassare fa bene all'informazione, un cittadino informato vota consapevolmente. Il Nuovo Partito Socialista (PSN) nasce per dissenso alla politica di unione fra Democratici e PSS (e per i soliti problemi personalistici), si dichiara apertamente di sinistra o casa di tutti i socialisti, si iscrive alla internazionale socialista ed ha nelle sue fila illustrissimi ex-socialistii quali hanno ricoperto le cariche più alte nel PSS nel governo e preso i voti per fare politiche di sinistra, gli elettori così credevano.
L'equazione sarebbe facile, ma siccome la coerenza è virtù rara la si lascia in disparte, e il PSN va a destra. Andando a destra tradisce le sue stesse origini e promesse e perde molti iscritti e simpatizzanti, inganna tanti sammarinesi. Per andare a destra non sceglie una politica, ma sceglie di salire su un carretto appena poco più incoerente, quello di NS che dopo la ribellione dalla Dc e le alzate di scudi, torna alla casa madre formando così la parte più piccola della matriosca di destra. Il PSN pertanto, non è un partito socialista, ma sono ex-socialisti che hanno tradito le origini e le promesse, travestiti da politici di destra e NS che ha fatto nel 2006 un solo seggio, sono solo pochi ex-democristiani scontenti dopo una operazione personalistica di vertice andata male.
Gli Europopolari, campioni di coerenza, pur di entrare in un fantomatico governo tornano all'ovile, senza aver detto o fatto alcuna politica che abbia i connotati di centro, non hanno alcuna personalità politica in grado di governare, si sono sempre limitati ad accusare i vertici DC, salvo poi ritornare sui propri passi senza un progetto politico di spessore.
(Omissis)
Infine, la coppa coerenza politica è di AP che non più tardi di qualche mese fa definiva la Dc ed i suoi dirigenti colpevoli di tutte le possibili storture di questo paese perfino di alto tradimento dello Stato ed oggi gli è fedele e sottomesso alleato. Ma non basta. Anche il programma di governo sconfessa la linea storica di AP che con i suoi dossier contro un certo metodo di fare politica aveva conquistato elettori ed oggi li perde per le ragioni opposte: quelle della coerenza, della storia e della genuflessione al capo supremo. Parlare di politica e di progetti quando non se ne vede nemmeno l'ombra è difficile davvero, però le differenze fra AP dei bei tempi e quella di oggi sottomessa e incapace di un progetto alternativo ai poteri forti è sotto gli occhi di tutti. La scelta di campo a destra è in tutta evidenza una ammissione di fallimento dei presupposti per i quali AP è nata, è una ammissione di fallimento politico perchè fin dall'inizio si è sempre presentata come partito di centro-sinistra alternativo alla DC e dalla quale aveva preso le distanze in maniera chiara ed inequivocabile, mentre oggi si rimangia tutto e si schiera in campo opposto con i padri fondatori del casinò e delle leggi sul gioco d'azzardo. Se questa è coerenza in politica, significa che AP dovrà pagare il prezzo di certe scelte che tradiscono gli elettori della base e quelli della prima ora che oggi non sono disposti a tapparsi il naso e votare comunque un simbolo che ha tradito le sue stesse origini.
AP ha tradito gli elettori, gli stessi iscritti e la sua storia, sta perdendo i pezzi e gli aderenti, per salvarsi, imbarca improbabili ex-sinistra unita che si ritroveranno faccia a faccia con gli uomini della DC. Il Ribaltone globale è servito e qualcuno dice ancora che la destra ha un progetto serio per governare il paese! Con una accozzaglia di incoerenti di questo livello, il paese subirà ancora più danni di quanti ne abbiano già fatti in passato.
Ap si ritrova con una destra raffazzonata che lancia continui attacchi personali per coprire enormi carenze di progetto politico, si mette in società con l'altra piccola matriosca formata dai popolari e alleanza nazionale dai quali eredita la linea della repressione a tutto campo e nessuna idea politica o leader capace. Quel che è peggio è che si mette con quelli che stanno tramando a Roma: pur di vincere è lecito anche affossare il paese; e giocando sui tavoli dei partiti italiani per mendicare aiuti a scapito del nostro paese; per denigrare tutto il possibile e per cercare con ogni mezzo di arrivare alle poltrone, vero ed unico obiettivo di una classe politica impresentabile.
Personaggi che hanno già disfatto il paese e si definiscono nuovi, che hanno governato negli anni '90 e hanno ideato e firmato gli accordi capestro con la UE, ideato e firmato l'accordo capestro con l'Italia che oggi paghiamo tutti, ideato e firmato le politiche e le leggi per avviare e ampliare il gioco d'azzardo, per metterci contro l'Italia, per avere la finanza ai confini, per riciclare ed evadere, per coprire le bande varie e per stuprare il territorio, consegnando il paese in mano ai poteri forti che ancora oggi sono forti alleati e sponsor della destra (su tutti questi argomenti AP prendeva posizione contro i dittatori di allora ed oggi gli è fedele alleata).
I cittadini devono sapere cosa c'è dentro quel patto per non rischiare di votare e... prendere il pacco!

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giovedì 30 ottobre 2008

Elezioni imminenti: dagli USA a San Marino

L'articolo di apertura del numero di San Marino Fixing da domani in distribuzione guarda con attenzione alle elezioni. Quelle più imminenti, quelle statunitensi, analizzate da una prospettiva interna, quella di Roberto Balsimelli, Console generale della Repubblica di San Marino a New York. Ecco il testo completo dell'intervista, realizzata da Saverio Mercadante.


Mancano pochi giorni al voto presidenziale americano. Tutto il mondo volge lo sguardo verso il gigante in crisi per vedere chi si siederà nella stanza ovale della Casa Bianca. In questo ultimo mese della campagna elettorale la crisi finanziaria e economica è stata la madre di tutti i comizi elettorali dei due candidati. Barack Obama ha puntato a presentare il candidato repubblicano come la fotocopia di George W. Bush, quello che farà cadere l'America in una crisi senza fine. John McCain ha soffiato sul fuoco dell'aumento delle tasse e delle redistribuzione dei redditi, annunciati da Barak. Roba da marxisti, insinua la candidata vicepresidente, Sa­rah Palin. Il vecchio marine che ha fatto la guerra del Vietnam si batte contro lo stile cool del primo afroamericano che ha fatto breccia nel partito democratico, sconfiggendo contro ogni previsione Hillary I, presidente designata della casata dei Clin­ton, che insieme a quella dei Bush, da sedici anni regnano sulla Terra dei Due Oceani. Da almeno cento anni ancora una volta la modernità passa dagli Stati Uniti. Chiunque vinca, i giovani, le donne, le minoranze razziali sino a sessant'anni fa sot­to il giogo delle leggi segregazioniste negli sud degli Stati Uniti d'America, sono stati i ve­ri protagonisti di queste elezioni USA di inizio del terzo millennio. Da New York, all'interno dell'analisi di questi ultimi giorni della campagna elettorale, Roberto Balsimelli è stata la nostra "voce di dentro": ci ha portato un punto di vista inu­suale sulle elezioni americane e sulla comunità dei sam­ma­rinesi d'America. "Come tutte le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, anche questa volta si sentono e non si sentono. Se ne parla molto più nelle televisioni e nei giornali. La percentuale di votanti qui è molto bassa rispetto a quella altissima di San Marino e dell'Europa. Anche nei bar, nei pub, nei posti di lavoro o in quelli pubblici se ne discute molto poco. Comunque, la crisi finanziaria e economica è stato certamente un fattore che ha determinato un interesse maggiore del solito". Le parole di Roberto Balsimelli, il Console generale della Repubblica di San Marino, ci arrivano da New York pochi giorni prima delle elezioni presidenziali americane americane. Il suo punto di vista di osservatore dall'interno degli umori metropolitani è molto interessante sia sul versante Usa che su quello dei sam­ma­ri­nesi d'America. Mentre scriviamo, sulle prime pagine di tutto il mondo la notizia di un complotto per assassinare il candidato presidente degli Stati Uniti Ba­rack Obama e uccidere, sparando o decapitandoli afro­ame­ri­cani in Tennessee. Il piano, messo a punto da due presunti neona­zi­sti skinheads, è stato sventato da investigatori federali america­ni. Ne ha dato notizia il net­work televisivo Fox News. In un'in­tervista alla Bbc Obama ha provato a stemperare i toni, mini­miz­zando l'accaduto: "Si tratta di gruppi completamente marginali, non rappresentano la realtà dell'America" ha detto il senatore dell'Illinois. D'altra parte, Obama in queste ore forse è più preoccupato dai sondaggi che vedono in risalita il candidato repubblicano John McCain. Infatti, continua ad assottigliarsi il suo vantaggio. Mc­Cain lo insegue con soli 4 pun­ti percentuali di distacco nelle intenzioni di voto dei potenziali elettori americani: per la precisione, il candidato democratico è accreditato del 49 per cento a fronte del 45 per cento dell'avversario. E' quanto emerge, quando andia­mo in stampa, dall'ultimo ag­gior­namento in ordine di tempo del sondaggio realizzato dall'istituto demoscopico 'Zogby' per conto dell'agenzia di stampa 'Reu­­ter's' e del notiziario tele­ma­ti­co 'C-Span', e che è corretto ogni 24 ore sulla base di blocchi di tre giorni consecutivi, così da garantire la massima attendibilità possibile. La grande paura: la crisi economica e finanziaria Ma torniamo all'analisi del nostro "inviato speciale" da New York. "Per quanto riguarda le te­ma­ti­che economiche, Barack Obama fa discutere - sottolinea Balsimelli - perché lui dice che aumenterà le tasse a chi fa molti soldi. E quelli che fanno molti soldi dicono: io vado via e allora chi impiegherà quelli che hanno pochi soldi? Gli exit poll indicano che Barack Obama è davanti, ma io credo che ci sia ancora molta incertezza". "La mia opinione sulla crisi - continua Roberto Balsimelli - è che dopo il boom economico dei prodotti tecnologici e informatici durante la presidenza Clinton che ha creato fatturato per l'A­me­rica in tutto il mondo, è rimasto poco. Ora non c'è sul mercato americano un altro settore come quello che può esportare i suoi prodotti sui mercati mondiali. C'è una 'calma' tremenda. L'altro problema, è quello che anche da noi il lavoro viene delo­ca­liz­zato in Messico, Sud­ame­rica, in India. Gli operai americani sono fortemente penalizzati. E' un tema da affrontare, non si può andare avanti in questo modo. Sul fronte dei mutui sub­prime, anche tra i cittadini sam­marinesi senza dubbio qualcuno ha perso molto. Tutti sono fermi, non vendono le loro azioni, è meglio tenerle nel 'gioco' finanziario piuttosto che venderle". Il peso di otto anni di presidenza George Bush "Dopo ventuno mesi e tre dibattiti, il senatore McCain non è stato ancora in grado di dire al popolo americano quale sia una sola cosa significativa che farebbe di diverso da George Bush sull'economia". E' stato questo il pilastro del discorso che Barack Oba­ma ha tenuto a Canton, in Ohio, lo Stato-chiave che ha votato due volte per Bush ma che vede ora lui avanti nei sondaggi. "La presidenza Bush - commenta il Console - ha attraversato certamente un periodo molto difficile, dall'11 settembre alla guerra in Iraq. La famiglia Bush è stata fedele ai suoi principi, sbagliando e non sbagliando, ma non ha mai fatto scandali. George Bush non è stato un playboy - insinua divertito Roberto Balsimelli - forse è stato duro nelle sue decisioni, solo la storia nel futuro potrà darci un giudizio sereno sulla sua presidenza. Come con Ronald Reagan". Quella dell'Ohio da parte di O­ba­ma, d'altronde è stata una scelta di profondo valore simbolico. Da quando Abramo Lincoln fu eletto nel 1860, nessun repubblicano ha mai raggiunto la presidenza senza imporsi in Ohio: in questo stato gli elettori hanno indicato il vincitore nelle ultime undici gare presidenziali. In casa repubblicana, il tema dell'economia è diventato il tor­men­to­ne anti Obama degli ultimi co­mizi di McCain: sta battendo come non mai sui temi dell'aumento delle tasse e sulla re­di­stribuzione della ricchezza, proposti da Ba­rak Obama. Sarah Palin, la discussa candidata alla vice presidenza, ha accusato Obama addirittura di ispirarsi al Manifesto di Carlo Marx. Intanto McCain è stato costretto a trascorrere lo scorso fine settimana facendo comizi negli stati tradizionalmente repubblicani, dove l'effetto Obama sta prendendo sempre più piede. La comunità sammarinese è divisa tra repubblicani e democratici "Non abbiamo avuto contatti diretti con i due candidati - ci dice Balsimelli dalla costa occidentale -, io personalmente ho assistito a un dibattito nel Long Island, ma solo perché era molto vicino a casa mia. Gli unici contatti - scherza il console - sono con la Casa Bianca che ci manda i suoi augu­ri per la Festa di Sant'Agata". "Qui a New York la comunità sam­marinese non esprime un voto in una sola direzione: è divisa tra chi vota repubblicano e democratico, ma anche su come sono cambiati i due partiti in queste elezioni, in senso più liberale o conservatore". "Credo che nelle scorse elezioni - prosegue -, secondo il mio feeling, i sam­ma­ri­nesi siano stati più vicini ai democratici che ai repubblicani. D'altronde le tendenze liberali sono più forti sulle coste americane che non nel cuore degli Stati Uniti. Lì si è molto più conservatori". "Dopo queste elezioni - conclude il Console Roberto Balsimelli - come tutti i cittadini americani anche i sammarinesi d'America si uniranno al vincitore di queste elezioni. Noi sammarinesi, comunque rimaniamo ancora così attaccati alla nostra Repubblica che sentiamo un po' meno le elezioni americane, ci sentiamo più vicini a quelle sam­ma­ri­nesi. Forse perché il nostro Stato è così piccolo siamo così attaccati alla nostra patria". Quella che va verso le elezioni del 4 novembre, è un'America ferita e lacerata nel suo ruolo forse sempre più anacronistico di sce­riffo mondiale della democrazia. E' un'America indebitata e impoverita, in crisi di credibilità dopo il fallimento della suicida finanza creativa che troppe illusioni aveva sparso e ha la­sciato sul lastrico troppe famiglie. I barili di carta, i futures, e la finanza di carta, i derivati, sono i simboli veri di questa America di inizio secolo assediata più dal­le sue speculazioni assassine che da Bin Laden. E' un'America che rischia come mai, almeno dal dopoguerra ad oggi, di vedere messa in discussione la sua leadership mondiale. Eppure, nonostante i segni inop­pugnabili della crisi di un'era che sta finendo, la campagna elettorale americana, è quella che manda, più di ogni altra, al mondo intero, al di là del proprio ruolo di naturale leader planetario, i segnali più interessanti della modernità del terzo millennio. I giovani, le donne, gli afro­ame­ri­cani, (il fattore "black" può essere ancora decisivo in un Paese che solo sessant'anni fa ha abolito negli stati del sud le leggi segregazioniste), le cosiddette minoranze, sono i protagonisti, e "rischiano" o "hanno rischiato", di diventare presidenti degli Stati Uniti. Qualunque sia il risultato, se non punterà sul cambiamento invece che sullo status quo, sulla speranza invece che sulla paura, su l'unità invece che sulla divisione, gli Stati Uniti non faranno ma­le solo a se stessi ma al resto del mondo.

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lunedì 27 ottobre 2008

Diritti negati e coscienze sporche

di MarcOne

Dalla sentenza del Giudice Felici, contro il diritto di voto a circa 800 sammarinesi alle prossime elezioni, emergono alcuni fatti e si desumono tutte le criticità di un sistema neofeudale dove pochi possono vivere al di sopra delle regole.
Prima di tutto occorre far emergere la responsabilità politica di un atto irresponsabile quanto lesivo del diritto fondamentale di voto che in democrazia è tutto ed è tutelato da precise disposizioni interne e sovranazionali. La politica ha creato un mostro costituito da 800 impossibilitati a votare. La causa è da ricercare in una condotta politica inadatta a far parte di un parlamento e del responsabile degli Interni (di Ap) che doveva verificare pro, contro e criticità di un provvedimento che ha creato un vulnus e segnalare ancor prima del voto, le conseguenze che si sarebbero verificate a danno dei cittadini. Questo è un dato molto chiaro che emerge anche dalla relazione del Giudice il quale dice che il Consiglio Grande e Generale doveva riaprire i termini per la revisione delle liste e non lo ha fatto. Tutti colpevoli con qualche irresponsabile più colpevole di altri perchè sapeva ed ha taciuto fin dalla sua preparazione. Sul merito della sentenza ha ragione l'avv. Bonelli, in quanto il Giudice ha sbagliato nettamente a valutare, poichè la modifica intervenuta è seguente alla chiusura delle liste, quindi il ricorso si poteva fare solo dopo aver saputo del problema creato e non prima. Il fatto che la sentenza di un qualsiasi giudice sia definita inapellabile, lascia esterefatti i giuristi di tutto il mondo e fa inorridire il diritto e la nostra Carta dei Diritti nonchè ogni principio più elementare che dà facoltà a chiunque di ricorrere in tutti i gradi di giudizio possibili.
L'abbaglio del Giudice Felici è evidente ed è chiaro che occorre fare ricorso al Collegio dei Garanti poichè è di tutta evidenza che 800 persone non potranno votare perciò non potranno esercitare un diritto fondamentale e tutelato. Dai giornali si apprende che nella sentenza, Felici si nasconde dietro un "...
l'enunciazione di un diritto di per sè non è sufficiente a far maturare il diritto stesso senza precise leggi che lo rendono attualbile...". Tutti sanno bene che invece la Carta dei Diritti enuncia dei principi precisi e inequivocabili come pure le leggi. Quando tutti sanno bene che non esiste una legge che indica chiaramente come usufruire della mensa e come devi esercitare il diritto alla pastasciutta, oppure come esercitare il diritto allo sciopero, tuttavia in questo paese si sciopera e si mangia... Sfugge il perchè gli 800 non possono votare.
Un principio che il Giudice dovrebbe ripassare e con lui tutti i Consiglieri é, al cittadino è consentito tutto, fatto salvo quanto espressamente vietato dalla legge. Il diritto al voto rientra nel diritto naturale, cioè fra quei diritti fondamentali e indisponibili quali i diritti politici e sociali per i quali non c'è necessità di chiarire, ma solo di esercitare. In effetti lo Stato per attuare il diritto di voto mette già in campo una complessa struttura organizzativa che appunto ne consente l'esercizio e lo rende possibile. Pertanto il diritto di voto attivo e passivo non si può sospendere o impedire solo perchè gli 800 non si trovano, loro malgrado e senza alcuna colpa, nelle liste, e nemmeno perchè qualcuno si è dimenticato di inserirli o di segnalarlo alle autorità. Adesso c'è chi lo ha segnalato e riaprire le liste è il minimo che si possa fare in uno Stato di Diritto autentico. Gli 800 elettori dovranno andare fino in fondo e invalidare le elezioni, se sarà necessario, con l'aiuto delle corti supreme internazionali, perchè una simile sentenza grida vergongna per un paese che ogni giorno non smette di stupire per la sua mancanza di intelligenza e di rispetto per i diritti fondamentali. In tanti si riempiono la bocca di principi e morale...
Cosa hanno fatto in Consiglio per impedire di arrivare a questa situazione?
Sentire che uno [omissis] segretario di stato con il fedele funzionario si compiacciono per non avere infranto la legge, suona come le dichiarazione dei vecchi burocrati dell'URSS che si nascondevano dietro le carte per non affrontare la questione dei diritti di tutti, quelli da difendere sempre e comunque ad ogni costo. Sarebbe stato più equo un impegno fattivo a riaprire le liste elettorali con sentenza che lo stesso segretario agli interni (di Ap) doveva sollecitare al Collegio Garanti per dimostrare che sostiene i diritti dei cittadini e non una parte politica. Ma si perde sempre l'occasione per fare la cosa giusta e altruista! A parti invertite, con i signori del Consiglio fuori dalle liste elettorali, mi sarebbe piaciuto vedere come andava a finire?
Ipocriti, San Marino è piena!

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Ci stupiamo di cose ataviche?

di Paolo Forcellini

L’uscita di Mons. Negri sulla sua “simpatia” politica, ha suscitato un gran disappunto non solo nella coalizione di Sinistra, ma anche qualche mugugno in qualche rappresentante di lista facente parte del “Patto per San Marino.” Un’uscita che forse era meglio non esternare pubblicamente, ma che in fondo nulla ha di diverso dalle tante uscite fatte da rappresentanti del clero in questi ultimi sessant’anni. Non ricordo elezione politica dove qualche prelato non abbia detto la sua, più o meno velatamente, ma pur sempre intromettendosi nella politica del nostro paese . Una bufera su queste elezioni, come la definisce alcuna stampa nostrana e non, che bufera non è. Lo definirei una brezza. E’ solo il solito bailamme pre-elettorale , talvolta esaltato per mascherare o per non parlare di problemi più importanti quali oggi sono quelli dei rapporti con l’Italia e con i Tribunali del circondario, che ci stanno ridicolizzando in tutta la penisola e distruggendo i valori della nostra Repubblica sino a poco tempo fa custoditi con gelosia. Altro che ingerenza ecclesiastica, qui ci sono ben altre ingerenze che vanno affrontate con decisione e con unità d’intenti. Che dire poi di certi interventi fatti in tempi non lontani, delle così dette “tonache rosse” per le quali non si sono mai levati cori di protesta? Per quelli tutti zitti dietro al macchione. Ma! Lasciamo perdere….abbiamo ben altri problemi che non le confidenze di Mons. Negri . Ricordiamo, per sdrammatizzare il tutto, che in un film tratto da un romanzo di Guareschi, già negli anni 50 , un certo Don Camillo, il prete del piccolo paese lungo il Po, durante un suo sermone domenicale, davanti all’amico–nemico vero autentico comunista, Peppone, ebbe a dire fra l’altro, in occasione delle prossime elezioni Italiane: “ Cittadini! Alle prossime elezioni vi invito a votare per un partito che sia democratico…se poi è anche cristiano molto meglio”.
Come vedete nulla di nuovo…all’orizzonte!

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venerdì 24 ottobre 2008

Authority ….de che?!

di Giorgio Felici

Apprendiamo dai giornali , che l’AUTHORITY dell’energia torna a riunirsi per determinare e valutare la richiesta dell’Azienda dei servizi di aumentare , DI NUOVO, le tariffe dell’energia (Luce, acqua, gas? O solo luce, gas?). Siamo l’unico paese al mondo che ha approvato una legge inutile , che deresponsabilizza la politica sulle dinamiche dei costi energetici, e delega questa responsabilità alla AUTHORITY , famoso organismo , cieco, muto e asettico , che prende atto e AUMENTA LE TARIFFE. Sarebbe curioso capire quali sono i costi della materia prima , mai dati a conoscere , perchè si ritengono riservati e segreti, unici anche in queto. Questa Authority , oggi due persone ( un commercialista sammarinese e uno di Bologna perchè il terzo è dimissionario) decide alla faccia del confronto almeno con le associazioni dei consumatori. Si tira diritto!!!! Tutto questo alla vigilia delle elezioni politiche. Ma dovè il Segretario di Stato all’Industria? Dove si nasconde , dietro l’Authority ? Un organismo inutile che deve decidere in regime di monopolio( ed è giusto che l’AASS rimanga allo Stato) cosa serve? Siamo al paradosso , i cittadini inconsci, ascoltano comizi inconcludenti, molte volte barbosi e insignificanti non esiste più opposizione politica ( perchè è tutto un ribaltone), e intanto aumentano le tariffe.

E’ immorale pretendere dalla politica che si assuma le responsabilità che gli competono? NO, penso proprio di no, ma stanare il Segretario di STATO ALL’INDUSTRIA NON è SEMPLICE, già due anni fà furono raccolte molte migliaia di firme contro l’iniziativa di aumentare le tariffe senza alcun confronto, senza far sapere quali incidenze sulla materia prima, quali conseguenze per le famiglie . Il prezzo del petrolio è tornato sotto gli 80 dollari il barile , allora , quali sono le cause stavolta? L’AASS, spende troppo ? La politica non vuole assumersi le responsabilità? FACILE USARE LO STRUMENTO DELL’AUTHORITY , FACILE DIRE è l’Authority che ha deciso!!!!!!!!!!!!

Cittadini lasciate a casa questi signori che continuano a dire così , il 9 novembre ne avete l’occasione, dicano che l’authorithy non serve , che verrà cancellata , che sarà ripristinato il confronto con i rappresentanti dei consumatori, che ci saranno dati i veri costi della materia prima, che ci sarà detto chi sono i privilegiati delle tariffe energetiche. Se questo non sarà , non credetegli , lasciateli a casa……….

se vi diranno che è stata l’AUTHORITY …………….MA AUTHORITY ..DE CHE????!!!!

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giovedì 23 ottobre 2008

Il Cardinale Alberoni

di Pietro Solferini

Gentilissimo direttore,
mi trovo ancora una volta costretto a chiedere ospitalità sul blog, in questa occasione per esternare pubblicamente le mie considerazioni circa il noto intervento di Monsignor Luigi Negri, Reverendissimo Vescovo della nostra Diocesi, che in occasione della prossima tornata elettorale ha invitato ad esprimere la propria preferenza in favore della Democrazia Cristiana.
Premetto che sono un cattolico fervente, praticante e da sempre seguo e ammiro l’operato pastorale di S.E. il Vescovo. Lo ringrazio per averci illuminato con il suo saggio e reverendo avvisamento, che mi appresto a ricevere ed esaudire con pìa devozione. Egli tuttavia, in questa occasione, ha mancato confrontarsi con le umane costrizioni, che limitano l’espressione delle proprie preferenze in favore di soli tre candidati. Mi permetterei pertanto di ossequiosamente domandarGli se volesse cortesemente degnarsi di completare la propria vocazione, esprimendo altresì un segno verso quei candidati Democratici Cristiani che a parere del Divino appaiono più degni e meritevoli.
E in proposito mi rivolgo al Nostro Reverendissimo Signor Vescovo per segnalare che domenica scorsa, in occasione della Santa Messa, ho notato come un candidato (di cui non posso fare il nome, ma che Egli certamente saprà) ha mancato di comunicarsi! Sono rimasto ovviamente allibito e ciò ha turbato non poco il mio devoto raccoglimento, che non è potuto essere così profondo come lo è di solito.
In altra occasione ho assistito personalmente ad un alterco tra un altro candidato (come sopra) e la propria moglie. Ebbene questo candidato, schiaffeggiato dalla consorte, ha assolutamente mancato di porgere l’altra guancia, come Santa Apostolica Dottrina impone, ma viceversa ha cominciato a prenderla a male parole.
Sono certo che il Reverendissimo Signor Vescovo non mancherà di allontanare tali individui spregevoli dalla Sua Considerazione elettorale, così come probabilmente saranno allontanati dalla mensa del Signore.
Resto in attesa di un Suo segno.

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martedì 21 ottobre 2008

Delinquenti e fuorilegge tutti italiani

di MarcOne

"Non c'è stato bisogno di salire sul Monte, ci siamo fermati a Rimini", questa è una parte della dichiarazione delle Fiamme Gialle dopo l'operazione che ha sgominato una gang di marocchini e italiani con una delle varie sedi sul Titano. Il commento a frasi simili può essere uno solo: non c'è bisogno di salire sul Monte, i delinquenti sono tutti lì vicino a voi e, spesso, vostri concittadini.
E ci dovrebbero provare a entrare nel nostro paese con le auto della Finanza, per vedere che cosa succede!
Sono più che certo che questa campagna intimidatoria e di continua denigrazione che passa anche da precise dichiarazioni che si ripetono da qualche tempo sui Media, le quali coinvolgono la nostra Repubblica, sia quanto di più becero e inqualificabile un pubblico ufficiale possa fare e sia anche un clamoroso autogol ogni volta, in quanto nel 99,9% dei casi, risultano sempre cittadini italiani quelli che evadono, delinquono e trafficano illecitamente alle spalle della Repubblica e di noi tutti.
Non si può più stare in silenzio di fronte a continui attacchi contro San Marino e al suo sistema che non può essere oggetto di attenzioni, nè critiche, nè indagini da parte di istituzioni italiane. Che pensino ai loro problemi e ne hanno molti a cui pensare. Siamo un paese democratico e civile con le nostre istituzioni e leggi, e questa dell'Italia, si chiama ingerenza negli affari di un paese sovrano e libero.
Ora basta, occorre denunciare questi gravi comportamenti nelle sedi europee e procedere senza indugi alla denuncia sistematica di ogni piccolo-grande fatto che ogni giorno accade. Si è iniziato con i rapimenti tramite inganno di cittadini sammarinesi, convocati con stratagemmi in Italia e arrestati come delinquenti quando non hanno alcuna responsabilità. Lo Stato sammarinese deve tutelare non solo l'immagine, ma l'incolumità stessa dei citadini ed i principi fondamentali del nostro Stato, pena la conquista da parte dell'Italia del nostro territorio entro breve. Occorre avanzare una nota diplomatica ufficiale all'ambasciata e alla UE nonchè al Consiglio d'Europa ed alle Nazioni Unite.
I cittadini devono essere tutelati, l'informazione deve essere corretta e smascherati tutti i casi di ingerenza e attentato grave alla dignità del nostro paese.
Il governo e il Segretario di Stato agli Esteri si facciano sentire pubblicamente con una posizione chiara, altrimenti significa che sono succubi e pavidi.
C'è bisogno di orgoglio sammarinese e smascherare i detrattori ovunque essi siano.

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venerdì 17 ottobre 2008

Giustizia e tutela dei diritti

di Sylviane Stefanelli

Mi chiamo Sylviane Stefanelli, ho 58 anni, sono cittadina Sammarinese d’origine, residente a Santarcangelo di Romagna dal 29 aprile 2008 per poter tranquillamente divulgare oggi la mia storia. In questi giorni caldi per la politica sammarinese, attraverso pubbliche proteste, ho cercato di richiamare l’attenzione dei cittadini sui problemi della giustizia e della tutela dei diritti.
Purtroppo ho dovuto constatare che ai sammarinesi interessano poco tali problemi, almeno fino a quando essi stessi non siano costretti a scontrarsi con la crisi che oggi investe la giustizia a San Marino, come purtroppo è successo a me, “infatti” a seguito di un procedimento penale dichiarato, 8 febbraio 2000, dalla Corte Europea per i diritti dell’uomo in contrasto con il fondamentale diritto ad un giusto processo, ho subito condanne, sono stata incarcerata, ho perso il posto di lavoro presso privati, sono stata costretta a frequentare le aule dei tribunali sammarinesi ed internazionali. Le conseguenze che ho dovuto subire sul piano economico, finanziario e psicologico sono notevolissime, e tutto, ripeto, in base ad un processo ingiusto. La classe politica, i vari Segretari di Stato alla Giustizia nulla hanno fatto, né sul piano legislativo, né su quello personale, per contrastare dette ingiustizie.
Quello che è capitato a me, è successo anche ad altri, che ancor oggi devono combattere con le conseguenze di un’ingiustizia, o che hanno dovuto raggiungere compromessi umilianti per sottrarre la Repubblica alle censure internazionali.
Come dicevo, i sammarinesi in generale non fanno attenzione a questi problemi!
Troppo spesso anche la stampa tace per non urtare i conduttori del Paese. Per tale motivo uso i messaggi che l’informatica mette oggi a disposizione. Spero che coloro che lo riceveranno, o che avranno modo di leggerlo sulla stampa siano indotti a comunicarmi, sempre in via telematica o telefonicamente (335 7331668) le Loro opinioni in merito.
Ringrazio per l’attenzione.

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Le ricette giuste per svendere la Repubblica a pezzi

di MarcOne

Si legge e si rilegge, ma emerge solo demagogia e populismo da gran parte degli interventi di destra e di sinistra. Ma la destra batte tutti con quella tradizionale retorica demagogo-populista che vuole far credere che verranno fatte le cose più belle e migliori mentre la sinistra è il covo di comunisti da battere. Siamo alla politica 0.0001, roba del 1950, arnesi vecchi e arrugginiti per affrontare una campagna elettorale che invece avrebbe bisogno di soluzioni ai problemi esistenti che tutti ben conosciamo.
Ma dove vengono i problemi? Pochi ricordano e, tutti gli altri a destra fanno finta di non ricordare, che nel 1991 c'era chi sbancava Andreotti e danzava con De Michelis e si vantava di un accordo convenzionale valutario ed uno con la UE che oggi mostrano definitivamente tutti i limiti di una politica poco lungimirante e affatto adatta a San Marino. Mentre tutti gli altri piccoli stati si sono mossi per trovare un sistema per convivere serenamente con i confinanti e da essi hanno tratto benefici e amicizia, noi al contrario, abbiamo preso la strada inversa e oggi ci ritroviamo con il sedere per terra. Nel 1991 erano pochi quelli che contestavano gli accordi e che spiegavano a quali problemi si sarebbe andati in contro, perchè all'epoca, come oggi, c'erano "i sissignore" gli adoratori dell'uomo forte che nemmeno discutevano, obbedivano e basta. Caso strano nel 1991 una pattuglia di democristiani usciva dal PDCS e fondava, dopo alcuni mesi di "purificazione" Alleanza Popolare. Oggi questi stessi uomini sono nuovamente d'accordo per tornare in sella a fare nuovi danni contro il paese e gli slogan sono gli stessi: moralità, repressione e Stato clericale. Nel 1991 la Repubblica di San Marino, grazie alle politiche del PDCS, svendeva la propria sovranità all'Italia ed oggi i nostri vicini utilizzano il loro potere per tenere il paese sotto scacco. Nel 1991 una maggioranza di destra ha gettato le basi per dilaniare il paese oggi: le società anonime crescevano in maniera esponenziale, il territorio veniva stuprato in lungo e in largo, di li a poco si succedevano gli scandali vari di long drink & C. Nei primi ani 2000 siccome il PDCS era sempre al comando del governo non ha mancato di peggiorare le cose con accordi ulteriori con l'Italia nel 2002, gli scambi di lettere, le intese sottobanco, per finire col tentare di destabilizzare il nostro paese attraverso lo s-caramella di turno. Un governo di destra che oggi vede gli stessi protagonisti (a cui però serve come detersivo la presenza di Ap che apparentemente smacchia la Dc) ancora più arroganti e disposti a fare anche peggio di quel che hanno fatto in passato, pur di prendere il potere e le ammucchiate a destra confermano pienamente il metodo con cui si intende operare. Lasceranno ancora mano libera agli speculatori del territorio, campo aperto agli allegri industrialotti di casa nostra, piene mani sulla finanza ai loro amici del leasing e delle case, e pieni poteri ai loro parenti per operare con le banche e le anonime, ma non penseranno mai al bene comune, come vogliono far credere, perchè non hanno alcuna intenzione né capacità, ma solo avidità di utilizzare il potere per fini personali. Come non vedere che l'armata Brancaleone di un patto basato sul potere fine a se stesso con ex socialisti, ex democristiani ed ex e basta, si presenta solo per denigrare gli altri e non ha alcuna idea su cosa serve veramente a questo nostro paese! Ai baciapile vescovili non poteva mancare l'appello del vescovo, così come nel 1991 quando furono svendute le perfino le festività della Repubblica e accordato una convenzione dal canone milionario (si dice oltre 4 milioni alla Chiesa cattolica che San Marino versa puntualmente), oggi cosa succederà se dovessero vincere questi vecchi rappresentanti di una impresentabile destra?
Un paese ha sempre una storia e da quella occorre imparare per un futuro migliore. Quando la sinistra avanza nel paese e guadagna consensi, la destra apre le sante battaglie per la moralizzazione accusando tutti e tutto. Quando la sinistra chiede tasse eque, servizi sociali e riforme, la destra scatena la piazza e muove le cinghie di trasmissione. Quando la sinistra è al governo la destra cerca a Roma le maniere di destabilizzare il paese e, non importa se con la sinistra cade anche il paese. La stessa vecchia destra di sempre con arnesi vecchi e niente progetti. Le stesse vicissitudini che viviamo oggi con la finanza ai confini e l'Italia che preme sono solo un passato che ritorna magari con modalità diverse ma sempre con gli stessi burattinai interni che manovrano allo scopo del ribaltone, si affannano ad accreditarsi come uomini nuovi e del cambiamento quando da anni fanno le stesse cose: pur di prendere il potere si svendono la Repubblica a pezzi.

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mercoledì 15 ottobre 2008

Strumentalizzazione

di Rosamaria Corbelli
(Nei commenti: risposta di David Oddone - L'Informazione)

Mi rivolgo a tutta la stampa locale per denunciare le strumentalizzazioni messe in atto dalle testate del Corriere di Romagna, il Resto del Carlino, LaVoce e in particolar modo l’Informazione nel riportare i contenuti della conferenza stampa di presentazione della rassegna cinematografica intitolata “Towanda”, svoltasi martedì 15 ottobre.
La rassegna in questione tocca il delicato e taciuto tema dell’omosessualità femminile, ma ciò che anche in conferenza stampa si è sottolineato, è il valore liberatorio della parola “Towanda”: un grido contro gli abusi di potere, le torture e le vessazioni che tutte le donne nel mondo subiscono.
I giornali sopraindicati, anziché riportare le intenzioni e le finalità dell’iniziativa, hanno invece trasformato in «notizia» quello che è stato uno scambio di battute tenutosi a margine della conferenza.
Ciò su cui io mi sono a lungo impegnata è stato quasi del tutto ignorato per insistere invece su una presunta volontà dell’Associazione LGBT di portare a San Marino il gay-pride. Ma, al di là delle opinioni presenti in LGBT, non era il gay-pride l’oggetto della conferenza stampa da noi tenuta.
Mi ha profondamente offesa l’aver assistito ad una strumentalizzazione del mia sensibilità e del mio lavoro. Con un po’ di ingenuità ho creduto che la politica non arrivasse ad inquinare anche l’impegno civile. Mi ero sbagliata. Evidentemente, qualcuno, credendomi un bersaglio facile, spara su di me per colpire Sinistra Unita, il Movimento nel quale mi sono candidata. Ma quel qualcuno si sbaglia. Io sono “Towanda”.

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Anche la politica ha un cuore?

di Maverik

Fra qualche settimana andiamo a votare, e questa volta non solo un partito, non solo un candidato, bensì un governo, un governo che avrà i numeri (comunque ed eventualmente grazie al premio di stabilità) per poter tranquillamente governare il nostro Paese per un quinquennio (sempre che lo voglia e che ci riesca). Questo è il principale esito della profonda riforma elettorale, di cui molti sammarinesi ancora non hanno preso effettiva coscienza.
Ebbene, a distanza appunto di solo poche settimane dal voto, ancora non si riesce a capire quali siano i programmi delle due coalizioni in lizza; e non i programmi elettorali, si badi bene, ma quelli di governo, perché tale deve essere la proposta chiara da rivolgere oggi a noi elettori.
Riforme e Libertà, ad onor del vero, un embrione di proposta mostra di averlo, e sembra essere la riproposizione del programma riformista del vecchio governo, non portato a compimento e caduto (a loro dire) proprio per la forte resistenza ai cambiamenti di Alleanza Popolare. Quindi si può affermare che nel centro sinistra si profila un’anima, anzi meglio, un cuore riformatore, centro propulsivo della propria politica di governo.
Dall’altra parte, nel Patto per San Marino, la situazione appare più complessa. La disomogeneità delle forze che compongono quella coalizione (dai socialdemocratici alla destra storica, passando per la vecchia e nuova DC) lasciano presagire maggiori difficoltà di trovare un comune denominatore, un’anima condivisa, un cuore che batta all’unisono. L’unica vera unità di quel fronte sembra essere l’opposizione al PSD: un fronte ‘anti’ e non un fronte ‘per’ una proposta di governo unitaria e condivisa.
Vien fatto di pensare che se vincerà questa coalizione di centro-sinistra-destra avrà bisogno di un dettagliato programma di governo firmato PSD per poter fare….tutto il contrario, con tutto il cuore.

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Risposta al Segretario

di Loris Censoni

In risposta a quanto apparso su SanMarinoNotizie.com dalla Segreteria degli Interni, condivido degli avvenuti ingorghi e disagi alla popolazione, della immondizia lasciata qua e la e dell'importanza dell'immagine di tali manifestazioni per lo Stato di San Marino. Io ribadisco solo il fatto che è giunto il momento di ultimare quell'Istanza d'Arengo datata 26/02/1998. Si tratta solo di 200mt di strada bianca da asfaltare. Visto che negli ultimi 10 anni, è stato speso (a mio avviso) molto di più nella sistemazione provvisoria con stabilizzato, che dell'asfaltatura prevista. Posso capire che quel pezzo di strada fa 'gola' a tali manifestazioni così come si trova di fatto, ma reca disagio a tutti quelli che transitano in quella direzione tutti i giorni dell'anno causa fondo stradale pericoloso, larghezza minima della stessa, transito di mezzi di tutti i tipi e mancanza di protezione che delimita il torrente Ausa.



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martedì 14 ottobre 2008

Candidati mal-viventi

di MarcOne

Leggendo i quotidiani degli ultimi giorni, ha stupito molto la pubblicazione dei redditi dei candidati alle elezioni politiche. Le cifre meritano alcune considerazioni forse fuori dal coro, ma necessarie a capire.Stupiscono le cifre: maestre e insegnanti che percepiscono fra i 37 e i 49 mila euro all'anno; medici statali (che poi lavorano liberamente nelle cliniche) oltre gli 80 mila all'anno; impiegati dello Stato fra i 45 e 46 mila euro all'anno...Sinceramente scatenano perplessità! Intendiamoci, non sono rubati, nè singolarmente immeritati, ma quanto più occorre fare un ragionamento per paragoni, opportunità e congruità.Gli insegnanti lavorano meno di tutti: orario di lavoro con 3 mesi di vacanza pagata, tutte le feste scolastiche con i ponti festivi, le gite e le escursioni che in fabbrica non si fanno e nemmeno in azienda. Tanto per avere dei riferimenti, dalle parti di Londra e UK la media è 35.000 euro anno. In USA 33.000 euro anno.Medici di famiglia e non specializzati in UK guadagnano a partire da 35.000 euro e al massimo arrivano a 70.000 euro l'anno. Un impiegato pubblico in UK al massimo arriva a percepire 45.000 euro l'anno, ma più spesso si tratta di 28.000 euro.Fra i paesi dove gli stipendi medi sono i più elevati si arriva al massimo della Svizzera, dove si percepisce una media di 42.352 euro l'anno; Germania e Francia 38.000 euro e sono già nazioni sopra la media UE.Medici sammarinesi che non hanno alcuna possibilità di passare alla storia della scienza per aver scoperto o pubblicato qualche interessante articolo scientifico o salvato qualche vita, magari con promozioni politiche sul campo, si portano a casa stipendi statali da favola e sono pure liberi di andare a lavorare nelle cliniche private per arrotondare. Mi chiedo perchè loro possono e tutti gli altri dipendenti statali non possono fare il secondo lavoro? Nessuno è contro gli stipendi alti per partito preso, ma nessuno è tanto stupido da sprecare risorse di tutti a favore di pochi. E' scandaloso che lo Stato paghi stipendi da favola di questo tenore, istituendo una corsa al rialzo personale e di categoria che non ha alcun fondamento nel principio di sana amministrazione, correttezza ed efficienza del bilancio dello Stato e dei servizi erogati ai cittadini. Ma avete presente cosa significa vivere con stipendi che si aggirano fra i 3500 e 6600 euro al mese? Avete presente che tutti i cosidetti normali cittadini portano a casa fra i 1600 e 1900 euro al mese!!E questi sono solo alcuni degli esempi più eclatanti. Il fatto è che stipendi simili sono a carico della comunità, cioè di tutti, in pratica noi paghiamo "professionalità" tutte da verificare, ma le paghiamo smisuratamente tanto e in cambio che tipo di qualità abbiamo nelle scuole, nella sanità e negli uffici pubblici?Secondo punto. Alcuni candidati vivono male con pochi euro l'anno di reddito, quindi sono mal-viventi? Ha ragione Frisoni, bisogna che adottiamo qualche politico perchè ha fame e non può permettersi una cena completa! Con quale coraggio, ci chiediamo tutti, certi politici dichiarano 2000 euro l'anno di reddito? Delle due l'una o sono veramente convinti che noi ci beviamo tutto, oppure è meglio che si mettano a lavorare seriamente. Chi ci crede che uno campa con 2000 euro all'anno?!!Infine, si deve sicuramente istituire per legge una anagrafe degli eleggibili a qualsiasi tipo di carica pubblica (comprese Giunte di Castello, enti e aziende dello Stato) con l'imposizione per legge di presentare qualsiasi reddito, proprietà, partecipazione e rendita e le sanzioni da comminare a coloro infrangono le regole della legalità che nella questione pubblica è reato più grave. Si deve concedere il doppio lavoro a tutti, regolare e pagando le tasse. Si deve porre in discussione l'ammontare dei singoli stipendi nella PA e ridimensionare fortemente ogni tipo di ambizione ulteriore di aumenti e rivalutazioni per almeno i prossimi 5 anni, nonchè prendere in seria considerazione un taglio netto che riporti nelle medie elevate della UE gli stipendi pubblici sammarinesi.

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Voto estero e diminuzione dei diritti

di Pietro Solferini

Gentilissimo direttore,
chiedo scusa se profitto ancora una volta del suo blog, per tornare di nuovo sul tema della preferenza unica per gli elettori esteri, ma davvero credo che non ci sia ancora resi ben conto delle implicazioni a tutto tondo che il principio ivi introdotto possa consentire. Tale principio, in base al quale una maggioranza può tranquillamente sminuire i diritti - anche fondamentali - di una minoranza (principio già in vigore nei buoni tempi andati, quando le cose andavano meglio e le persone rigavano dritto!) consente una marea di virtuose applicazioni, oltre a quelle già indicate nel mio precedente intervento.
Mi riferisco oggi al campo sanitario. Perché non sottrarre ai fumatori e agli obesi l’assistenza sanitaria gratuita? Per il nostro sistema sanitario essi rappresentano quanto di più pernicioso possa esistere. Non solo i fumatori appestano l’aria e fanno subire a tutti noi gli effetti nefasti del fumo passivo, ma essi, abbattendo le barriere protettive del proprio organismo ormai devastato e disfatto internamente, si prestano all’attacco di ogni sorta di virus ed agenti patogeni, pesando così gravemente sulla spesa sanitaria globale. Ugualmente gli obesi. Come consolidata letteratura scientifica ormai ha dimostrato in maniera lampante, essi sottopongono il proprio corpo ad uno stress cardio e vasco circolatorio continuo, che li porta facilmente verso infarti, neoplasie ed ogni sorta di patologie tumorali, che comportano cure estenuanti e costosissime a carico di tutta la comunità.
Considerato tutto ciò, considerato l’antico detto: “chi è causa del suo mal, pianga sé stesso”, e considerato altresì che i fumatori e gli obesi sono una minoranza che non può protestare, io suggerirei di togliere loro l’assistenza sanitaria gratuita, per investire il ricavato in attrezzature e macchinari medici a favore della popolazione sana.
Considerato infine che gli studi scientifici e le statistiche regionali prevedono un tendenziale aumento della popolazione obesa, suggerirei di procedere in tempi brevi.
Prima che diventino loro la maggioranza e tolgano a noi l’assistenza sanitaria!

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lunedì 13 ottobre 2008

Adotta un politico

di Loriano Frisoni

Ho letto nei giorni scorsi le dichiarazioni dei redditi dei nostri candidati alle prossime elezioni. Un senso di profondo turbamento mi ha pervaso ed è stato forte il senso di smarrimento. Poi ho riflettuto e mi son detto che i cittadini Sammarinesi, non possono rimanere indifferenti e far finta di niente. Siamo in presenza di una situazione di grande povertà e sofferenza. Dobbiamo metterci una mano sul cuore ed una al portafoglio.
Per venire al concreto, la mia proposta è quella di creare un'associazione umanitaria e di istituire un fondo per l'adozione a distanza di un politico. E' vero, i casi disperati sono tanti e forse non potremo salvarli tutti, ma dobbiamo fare tutto quanto è umanamente possibile.
Dobbiamo ridare un sorriso a questi poveretti ed una speranza in un futuro migliore.
Sono certo che i Sammarinesi, che si sono sempre dimostrati sensibili e ricchi di umanità, non rimarranno indifferenti a questo mio appello.

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venerdì 10 ottobre 2008

Ecco che ci risiamo...

di Loris Censoni

E' sempre la stessa storia. Il prossimo week end a San Marino si corre il rally, e precisamente anche in quel pezzo di strada di via La Ciarulla (foto), dove il Congresso di Stato in data 26/02/1998, accolse ad unanimità l'Istanza d'Arengo per la sistemazione della stessa. A tutt'oggi non è ancora successo nulla. La delibera firmata dalla segreteria Affari Interni dice che la strada è chiusa questo venerdì sera-notte e sabato mattina-sera, chiudendo l'unica via di accesso possibile a quei pochi abitanti della zona. La mia domanda è sempre la stessa: perché per manifestazioni come questa si chiude la strada e per un'Istanza d'Arengo non si è fatto ancora nulla?



Il rally legend è finito e questo è il risultato di come lasciano la strada di via La Ciarulla (foto). Ora sarebbe giunto il momento di sistemare con una bella asfaltatura come da Istanza d'Arengo approvata del 26/02/1998 delibera 64. Vorrei almeno che qualcuno di competenza mi comunichi come lo Stato voglia procedere e risolvere questa questione e quali siano i tempi, visto che sono trascorsi 10 anni. Grazie.

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giovedì 9 ottobre 2008

Riforma della PA per eliminare le ingiustizie

di Patrizia Pellandra ed Elena Malpeli
Dopo venti anni di esperienze di lavoro nella Pubblica Amministrazione ci sentiamo in dovere di intervenire su tale ambito ed esprimere la nostra opinione di cittadine e lavoratrici. Da diverso tempo si prospetta la necessità di riformare la P.A. tanto che gli ultimi Esecutivi hanno elaborato proposte di legge, mai sviluppate per l’instabilità politica del Paese. Certo, le leggi vanno riviste, i titoli di studio aggiornati, ma soprattutto ciò che dovrebbe essere riformata è la politica delle assunzioni: oltre alle classiche ed ormai scontate infornate pre- elettorali, succede spesso che le assunzioni nella P.A. vengano fatte in modo totalmente arbitrario e senza pudore, disattendendo leggi e regolamenti, senza rispetto per i diritti di chi è in regola per ambire giustamente a determinati posti.
Ma procediamo con ordine.
Nel 1995 a seguito del surplus di personale nella P.A., furono bloccati i Concorsi Pubblici e fu detto che non sarebbero più state fatte assunzioni tramite convenzioni, contratti annuali e allegati D.
Nel 2005 per chi già lavorava da un numero di anni ci fu la stabilizzazione divisa in tre fasce: la terza deve ancora essere regolarizzata. E comunque la stabilizzazione e la successiva messa in organico furono subordinate alla partecipazione ad un corso teorico, corso di computer, elaborazione e discussione di tesi finale…questa è stata la prassi regolare.
Ci chiediamo se ne sia valsa la pena seguirla!!! Basta guardarsi attorno per vedere che c’è sempre qualcuno che riesce comunque, senza anni di esperienza, senza gavetta, ad entrare nella P.A. e ricoprire posti vacanti. A volte non c’è neanche bisogno del posto vacante, se c’è da far accomodare qualcuno lo si fa entrare e basta, tanto è vero che quando se ne va, naturalmente perché c’è già un posto pronto da un’altra parte, il suo ruolo PUFF scompare come per incanto!
Questo modo di agire non è ammissibile, la Pubblica Amministrazione non è una azienda privata! Ci chiediamo perché le leggi non vengano applicate per tutti allo stesso modo.
Il nostro caso è emblematico. Siamo due dipendenti statali, abbiamo compiuto un iter scolastico idoneo per accedere a ruoli previsti all’interno del nostro Servizio. Abbiamo cambiato diverse Dirigenze, durante le quali si sono liberati posti che avremmo potuto ricoprire; alla nostra richiesta di poter subentrare, come di diritto, la risposta è sempre stata negativa oppure non c’è stata affatto. Regolarmente dopo qualche tempo i posti venivano ricoperti da persone esterne chiamate nominalmente. Secondo quali criteri? Secondo quali normative?
Sarebbe necessaria in primo luogo una revisione degli organici, ma anche una forte volontà di trovare una soluzione al problema del precariato, per poi definire una nuova modalità di accesso nella P.A. Queste poi sono anche le proposte delle Organizzazioni Sindacali; ci auguriamo vivamente che vengano accolte al più presto , perché c’è proprio bisogno di una tutela “super partes” per tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione.
Nel frattempo però abbiamo una Dotazione Organica del 1993 ed un Regolamento del febbraio 2007 che definiscono i modi dell’accesso dei dipendenti nei vari ruoli, allora perché si chiamano e si assumono persone a proprio piacimento?
Sembra strano ma non tutti a San Marino amano sbandierare le proprie scelte politiche, utilizzarle come merce di scambio per ottenere favori; solo che queste persone hanno poca possibilità di carriera e noi ce ne stiamo accorgendo sulla nostra pelle.
Ci chiediamo quale sia l’insegnamento da tramandare ai nostri figli. I nostri genitori ci hanno trasmesso valori quali l’importanza dell’ istruzione,dell’educazione e della correttezza; in Repubblica non basta, l’insegnamento fondamentale che un genitore dovrebbe dare,é quello di prendere una tessera di partito e stare con le persone giuste per avere successo; peraltro l’impressione è che questa linea educativa sia stata seguita da molti a San Marino.
Siamo consapevoli di non essere le prime ad arrivare ad una conclusione simile, proprio per questo la tristezza che proviamo è infinita. Non basta avere le qualifiche, l’esperienza, non è abbastanza svolgere il proprio lavoro con competenza e serietà, non lo è neanche avere le leggi dalla propria parte.
Ma nonostante tutto non ci vogliamo rassegnare, vogliamo anzi dobbiamo sperare che questa situazione cambi, che una coscienza civica si consolidi a San Marino.
Abbiamo voluto rendere pubbliche le nostre amarezze, ma esiste in noi anche una forte volontà nell’affrontare con tutte le armi in nostro possesso le ingiustizie, per cercare di contrastarle, tentando nello stesso tempo di formare una consapevolezza che sia il primo mattone per una Pubblica Amministrazione meritocratica, egualitaria e seria.

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mercoledì 8 ottobre 2008

Crisi finanziaria

di Italo Pedini

La crisi dei mercati finanziari, a livello mondiale, sta destando preoccupazione e per l’economia reale e per i risparmiatori che non conoscono se esistono pericoli per quanto riguarda i loro risparmi, depositati presso gli istituti di credito. E’ un periodo dove giornalmente vengono evidenziati sulle prima pagine dei quotidiani gli effetti di quello che viene definito, dal Fondo Monetario Internazionale, “un terremoto senza precedenti” e che costerà alla fine almeno 1.400 miliardi di dollari, probabilmente anche di più. La crisi dei subprime non è finita. I subprimi sono prestiti concessi a debitori con un basso punteggio di credito e con storie creditizie fatte di inadempienze, pignoramenti fallimenti e ritardi e proprio per queste condizioni comportano tassi di interesse più elevati. Gli Stati Uniti hanno abbondato nella pratica di concessione dei mutui subprime ed ora centinaia di migliaia di debitori sono costretti all’insolvenza, in seguito alla crescente crisi dell’industria statunitense. Abbiamo assistito a fallimenti di banche quali la Lehman Brothers, la quarta banca di investimenti d’America, che hanno avuto ripercussioni su tutti i mercati finanziari mondiali, provocando il crollo di tutte le Borse.
I ministri dell’economia e delle finanze dell’Unione Europea stanno studiando misure volte ad arginare la crisi finanziaria in continua evoluzione. Parlano di iniezioni di liquidità, di ricapitalizzazioni bancarie e di misure di protezione dei depositi.
I cittadini sammarinesi sono preoccupati da queste notizie e soprattutto perché non sanno se i nostri istituti bancari sono in grado di fare fronte a questa crisi a livello mondiale. Temono per la sicurezza dei loro depositi e per le varie tipologie di investimento, quali fondi comuni, obbligazioni, certificati di deposito. Perché le nostre autorità finanziarie e politiche non fanno chiarezza in proposito? Potrebbero dirci quali investimenti sono sicuri e quali, invece, sono soggetti a rischio (e in che misura).
Come sono stati investiti i Fondi pensioni dei dipendenti? In che misura, se ne sono coinvolti, stanno risentendo di questa grave crisi che ha ripercussioni generali?
Sembra di assistere ad un quasi silenzio che, anziché tranquillizzare, sta ottenendo l’effetto opposto.
La presente vuole essere un invito ad informare e a stimolare gli organi di stampa affinché riescano ad ottenere le notizie, che il momento critico esige.

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martedì 7 ottobre 2008

Corbelli Vs.Corbelli

di Agostino Corbelli, Direttore de “Il Giornalino dei Popolari”

Ho letto con attenzione la risposta del candidato del Psd Corbelli rispetto al nostro articolo sull’economia reale. Le nostre teorie saranno anche medievali, pur rispettando la finanza e il suo mondo, le piccole e le medie aziende della nostra Repubblica chiedono i loro finanziamenti alle banche e non si mettono a fare obbligazioni o azioni!! Quello che i Popolari vogliono sostenere è che nel nostro Paese le piccole e medie aziende sono indispensabili per l’economia nazionale, perché i cittadini sammarinesi abbiano un reddito certo e che lo Stato si preoccupi di incentivare coloro che vogliono lavorare con le mani e produrre ricchezza. I Popolari non credono che i castelli di carta costruiti sulle speculazioni finanziarie possano essere considerati strumenti di sviluppo, così come dimostra la cronaca mondiale degli ultimi giorni che sta creando apprensione e preoccupazione anche nei nostri concittadini.
I Popolari credono, invece, che turismo artigianato e piccole imprese possano crescere e svilupparsi anche con il supporto delle banche, ma tutto il sistema economico deve essere costruito su basi solide, trasparenti e con regole riconosciute anche dall’esterno. Inoltre vorrei ricordarle che l’apice del benessere a San Marino è stato raggiunto quando l’artigianato, il commercio, anche nel suo settore turistico, e la piccola impresa costituivano la fonte di reddito primario creando ricchezza, posti di lavoro. Comunque io preferisco essere orgogliosamente medievale perché l’uomo che dimentica da dove è venuto il suo pane è un uomo che non ha futuro. Posso affermare con certezza che la strada intrapresa dal Patto per San Marino, e lo dico dopo aver analizzato il programma scaturito, è assolutamente quella giusta: non facciamo promesse mirabolanti, ma siamo consapevoli che rimboccandoci le maniche saremo in grado di risollevare le sorti di questo Paese. Paese che è stato portato allo sfascio da chi crede nella finanza creativa, da chi ha fatto della cosa pubblica una cosa privata, senza curarsi delle difficoltà e dei problemi che a San Marino incontrano tutte quelle persone che vogliono intraprendere un’attività e che costituiscono la vera ricchezza della nostra Repubblica.

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Le potenzialità di San Marino

di Federico Pedini Amati - Candidato Partito dei Socialisti e dei Democratici

Durante i sei mesi reggenziali ho avuto la possibilità di partecipare ad alcuni eventi internazionali, che mi hanno dato l’opportunità di vedere personalmente la considerazione di cui gode il nostro Paese all’estero. Una percezione che spesso non abbiamo, che non riusciamo a toccare, perché il rapporto con l’estero che si vive a San Marino è prevalentemente quello riferibile alla vicina Italia e poco quello a livello internazionale.
La percezione che si ha vivendo attraverso una veste istituzionale questi rapporti e questi momenti è molto diversa. Un esempio di ciò è stata la partecipazione ai Giochi Olimpici di Pechino: in Cina, in qualità di Capitani Reggenti, siamo stati accolti e trattati al pari di George Bush o Nicolas Sarkozy. Anche per le organizzazioni internazionali, come l’Unesco che quest’anno ha introdotto San Marino tra i patrimoni dell’umanità, la nostra Repubblica ha lo stesso valore e lo stesso peso di nazioni molto più grandi e che noi giudichiamo molto più importanti. Uscendo dai nostri confini, si ha la possibilità di vedere e sentire la grande considerazione di cui gode San Marino, specialmente per chi lo vive in veste istituzionale.
D’altra parte il mio ruolo di Capitano Reggente mi ha anche permesso di approfondire le dinamiche interne alla nostra società e alla nostra politica, il rovescio della medaglia. Sei mesi fa c’era un governo formato da quattro forze politiche con un programma chiaro e definito per dare delle risposte ai cittadini, oggi ci troviamo invece in vista di elezioni anticipate. Il dato oggettivo è che purtroppo la politica non riesce a dare un governo stabile al Paese e questo crea sfiducia nei cittadini, nel mondo economico e danneggia l’immagine del Paese prima di tutto all’interno dei propri confini.
Qualcuno si starà domandando quale possa essere il rapporto tra i due riferimenti, invece un legame c’è, un legame che fa porre delle domande.
A mio avviso è molto evidente la grande contraddizione tra la considerazione di cui gode la nostra Repubblica nel mondo e l’amministrazione politica del nostro Paese: la nostra classe politica infatti non sembra rendersi conto delle grandi potenzialità di San Marino. Questo non è giustificabile soprattutto da parte di chi ha avuto la possibilità di uscire dal Paese in veste istituzionale e che sicuramente ha vissuto come me, come sammarinese ed in quanto innamorato della propria terra, le stesse sensazioni e le stesse emozioni.
Fare politica non è semplice, anzi, ci vuole molta maturità e una grande dose di buon senso. In politica bisogna essere in grado, quando serve, di trovare validi compromessi e mediazioni. Vanno spesso accettate delle posizioni giudicate impopolari, come in una famiglia, in cui il padre è chiamato a prendere decisioni anche sofferte per il bene di tutta la famiglia. Per questo considero immaturo e irresponsabile chi, da un giorno all’altro, decide di passare da una parte all’altra per interessi personali o di parte, coinvolgendo l’intero Paese.
Sono sinceramente amareggiato dal comportamento arrogante di chi si permette di utilizzare la cosa pubblica come strumentalizzazione politica.
Viviamo un momento storico in cui l’intera piazza finanziaria mondiale, quindi in parte anche San Marino, sta vivendo un periodo di recessione e difficoltà e proprio per questo dobbiamo difendere l’integrità e l’autonomia della nostra Nazione, anche da parte di chi in modo interessato, cerca di gettare fango sul nostro Paese.
Questo è uno dei miei obiettivi principali: difendere il mio Paese e contribuire al suo sviluppo economico, sociale e culturale, dentro e fuori i suoi confini.

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lunedì 6 ottobre 2008

Sicurezza e politiche giovanili le due priorità per San Marino

di Luciano Zanotti - Partito dei Socialisti e dei Democratici - Riforme e Libertà
Il 9 novembre siamo invitati al voto per dare alla Repubblica un governo che la governi e una politica che ne tracci le linee di sviluppo per i prossimi decenni. Un momento importante dopo il quale, la coalizione vincente, dovrà farsi carico di indirizzare il paese verso la stabilità, la sicurezza e la vivibilità che da alcuni, troppi anni, abbiamo perduto. La situazione attuale è da rivedere e correggere anche alla luce dei tanti problemi che ci troviamo ad affrontare quotidianamente; parlo dell’urbanizzazione speculativa e della difficoltà estrema per le giovani coppie e non solo di procurarsi un alloggio, fino a pochi decenni fa dignitosamente reperibile con sacrifici affrontabili . Parlo anche dell’impossibilità di percorrere il tragitto Dogana-Città in meno di 30 minuti, senza correre il rischio di tamponare altre auto o investire qualche povero diavolo sulle strisce pedonali. Parlo di enormi complessi nati con una finta ed inesistente pianta parcheggi, di edifici nati sull’orlo di strade trafficate e pericolose, di sottopassi opportunamente ristretti e resi pericolosi per non suscitare proteste di privati e di potenziali elettori. Parlo di una legge sul risparmio energetico scomoda che fatica a trovare la sua effettiva applicazione e che potrebbe innescare un vero cambiamento nei costumi e nella sensibilità con incentivi e possibilità economiche importanti per tutti i cittadini. Parlo in sintesi di un territorio che per un terzo ha raggiunto uno stato di accertata invivibilità e che per quanto riguarda gli altri due terzi è in attesa della stessa sorte. È stato portato a termine il censimento edilizio. In parallelo sono in cantiere la riforma del catasto e il testo unico per l’avvio dello studio sulla pianificazione urbanistica che grazie all’instabilità politica subiranno ulteriori ritardi e slittamenti. La notizia è che abbiamo 9000 appartamenti sfitti con la conseguenza della crisi di un settore fino a ieri inaspettata e oggi addirittura assurda. Ma la cosa più assurda è che si continui a costruire. Allo stesso tempo i prezzi degli immobili sono fra i più alti della zona con una qualità dell’edificato sicuramente non ai massimi livelli. Credo sia giunto il momento di “darci una regolata” sia in termini di quantità che di qualità dell’edificato e, senza toccare i diritti acquisiti, incentivare nel paese un dibattito che miri a conciliare le lecite aspettative del settore con le lecite possibilità delle famiglie sammarinesi alla ricerca di un compromesso che venga poi sostenuto con leggi a sostegno in particolare delle famiglie e delle giovani coppie. Non dobbiamo dimenticare le varie situazione di sofferenza, continuamente rimarcate dai nostri cittadini come il parcheggio per l’Ospedale, il parcheggio della zona funivia di Borgo Maggiore, la sistemazione di piazze e strade diventate ormai veri e propri cantieri sempre aperti, la variante di “fondo Ausa” e tutte le altre opere necessarie alla comunità che al momento sono realizzabili solamente con stanziamenti mirati e stabilità di governo.A conclusione di questa mia riflessione a tutto campo “metto sul fuoco” altre due cose importanti: la sicurezza e la certezza di un futuro sereno per le nuove generazioni. Auspicherei una svolta decisa e decisiva per il controllo del territorio invece di attendere il peggio e leggerlo sui quotidiani. Inoltre, per i giovani, vorrei incentivare una politica mirata a far si che si creino locali e punti di ritrovo concedendo alle iniziative private fondi e possibilità affinché questo si possa effettivamente realizzare. Anche se con ritardi e con difficoltà enormi questi temi sono contenuti nelle priorità della coalizione di centro sinistra in cui mi riconosco e nella quale sono candidato con molta fiducia. Su molti temi esiste già un lavoro avviato importante che non sarebbe opportuno interrompere e che, se lo vorranno gli elettori, non si interromperà e in questo mi impegno seriamente. Una cosa è certa, la gente non ha più pazienza di aspettare i tempi e le moine della politica e quindi è importante che la gente diventi “LA POLITICA”, interessandosi del proprio paese in un’ottica molto meno personalistica, egoista e molto più altruista. Dobbiamo farci carico tutti delle sorti di un’anziana e arzilla signora chiamata Repubblica di San Marino che, dopo 1700 anni, è stata riconosciuta dall'Unesco come testimonianza preziosa di libertà e speranza per l’intera umanità. Prestiamo dunque attenzione, prepariamoci con impegno e dedizione meritandoci questo riconoscimento che potrebbe rappresentare un punto di partenza per un nuovo modo di vedere e pensare il nostro Paese.

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Sinistra e destra, falso problema

di Erik Casali - NPS
La questione portata avanti da Riforme e Libertà su centro sinistra e centro destra è un falso problema per coprire le mancanze e l’impotenza di certuni che sotto la bandiera della sinistra non hanno portato avanti i problemi della gente comune, cosa che intende fare il Patto per San Marino.
Privilegiare il Casinò, le residenze ai ricconi, permettere che il sistema bancario corra rischi fino a qualche tempo fa inimmaginabili, mettendo così a repentaglio la serenità di chi ha un conto corrente, non essere intervenuti sulle pensioni, non aver fatto nulla contro il caro-casa ed il costo della vita, lasciare che la sanità arrivasse ai minimi della fiducia, non è atteggiamento da gente di sinistra.
Il fatto poi di avere schierato nelle proprie liste di candidati ancora coloro che hanno rovinato il rapporto con L’Italia, che hanno contribuito allo sfascio del Turismo, gente che ha reso vano il lavoro dei tanti che ogni giorno lavorano bene nel nostro ospedale, presentare ancora il principe del voto argentino e la sua banda telecomandata, che nulla ha da spartire con la sinistra perbene, così poco rappresentata, nonostante siano tanti, è un chiaro segnale che si vuol continuare con lo stesso metodo degli ultimi anni, cioè privilegiando pochi intimi, magari sempre gli stessi, colpendo i nemici col metodo comunista a loro tanto caro, negando diritti palesi, nonostante leggi e decreti.
Chi scrive è ben contento di far parte di un partito di sinistra che nulla a che a vedere con certi altri che di sinistra hanno solo la facciata, mentre dietro sono solo un enorme Banca d’Affari, i cui titolari sono sempre quei 3 o 4 individui che pur di star lì farebbe patti anche col diavolo, che non è di sicuro di sinistra.
Non si capisce poi perché se un partito socialista si allea con DC ed Ap sia un centro sinistra, mentre se la stessa alleanza la fa un altro partito di sinistra, sia un centro destra?
Questa volta la gente potrà votare un poco più libera, scegliendo tra chi ci mette la propria faccia per raddrizzare un paese che sta sprofondando dritto nel baratro, senza oscillazioni a destra o sinistra, che come già detto sono un falso problema, quello vero è sotto gli occhi di tutti ed è dentro la Coalizione di chi attualmente ci governa in maniera così maldestra!.

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E adesso le riforme

di Simone Celli - Consigliere e Candidato PSD
L’immobilismo e l’incapacità decisionale, che hanno caratterizzato la politica degli ultimi tempi, hanno impedito la strutturazione di un nuovo Sistema San Marino, capace di affrontare le sfide e di cogliere le opportunità che, quotidianamente, la globalizzazione e la società della conoscenza ci pongono di fronte. Oggi non è più possibile tergiversare dinanzi all’esigenza di mettere in campo le riforme diventate indispensabili per garantire ai giovani sammarinesi un futuro di sicurezza, libertà e ricco di opportunità.
Il Partito dei Socialisti e dei Democratici, insieme a Sinistra Unita e ai Democratici di Centro, è pronto ad assumersi la responsabilità di guidare con coraggio, passione e dignità la nuova fase politica che si aprirà dopo le prossime elezioni politiche e che si dovrà caratterizzare per i risultati concreti, e non per le chiacchiere e per i giochi di potere, che già hanno causato troppi danni al nostro Paese.
I sammarinesi, soprattutto le nuove generazioni, desiderano un Sistema Paese moderno, che sia in grado di offrire a tutti opportunità di crescita e di realizzazione individuale; un Sistema Paese, nel quale venga premiato chi merita e non chi è raccomandato; un Sistema Paese, dove chi ha idee, competenze e professionalità, sia messo nelle condizioni di utilizzarle in progetti concreti.
I valori di riferimento del riformismo, ispirati alla modernità e alla meritocrazia, ma anche alla solidarietà e alla giustizia sociale, consentiranno di sviluppare un disegno complessivo ed equilibrato del nuovo Sistema San Marino, che permetterà alle nuove generazioni di guardare al futuro con ottimismo ed entusiasmo. Sono certo che ce la faremo.
Per rendere più moderno il nostro Paese, le principali sfide che dobbiamo immediatamente cogliere sono tre: la formazione, l’innovazione tecnologica e le politiche energetiche.
Oggi, nel pieno dell’era della globalizzazione e della società della conoscenza, i giovani sammarinesi devono avere la possibilità di confrontarsi e, soprattutto, di competere non più e non soltanto con il coetaneo vicino di casa, bensì con giovani di tutta Europa. I giovani sammarinesi devono conoscere perfettamente la matematica, la chimica, la fisica e la biologia; devono comprendere e parlare in modo fluente almeno la lingua inglese, come fanno gran parte dei coetanei europei. In questo modo, i ragazzi e le ragazze sammarinesi non vedranno più la globalizzazione come un pericolo, ma la considereranno una grandissima opportunità di crescita umana e professionale. Ecco perchè è fondamentale investire risorse in formazione. Se ben preparate culturalmente e professionalmente, le nuove generazioni potranno disporre di molte nuove opportunità.
In secondo luogo, è diventata strategica una riconversione del nostro sistema economico. I capisaldi e le peculiarità, che hanno retto la nostra economia fino alla soglia del Terzo Millennio, non garantiscono più la competitività che ha permesso al nostro sistema di produrre ricchezza diffusa e di creare buona occupazione. Oggi, una politica industriale lungimirante, mirata al futuro benessere del Paese, deve incentivare lo sviluppo di iniziative imprenditoriali nel settore della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica. Privilegiare investimenti nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica significa sviluppare un nuovo tipo di economia, più compatibile con il nostro Sistema Paese ed in grado di creare opportunità lavorative più qualificate e gratificanti per i nostri giovani, il cui livello di scolarizzazione, fortunatamente, cresce di anno in anno.
Terza ed ultima sfida, che il riformismo dovrà cogliere, è l’adozione di politiche energetiche tese al contenimento degli sprechi e all’approvvigionamento mediante lo sfruttamento delle fonti rinnovabili. La “questione energetica” sta assumendo grande rilevanza in tutto il mondo, e nonostante le piccole dimensioni del nostro territorio, anche a San Marino dobbiamo assolutamente affrontare queste tematiche. Pensiamo soltanto ai vantaggi che avrebbe il nostro Paese se fosse, anche in minima percentuale, capace di produrre autonomamente energia, magari mediante l’utilizzo di pannelli fotovoltaici. Pensiamo al potenziale risparmio di energia, se tutti gli edifici pubblici e privati fossero costruiti seguendo determinati criteri propedeutici al risparmio energetico. In questa direzione, il nostro partito ha già prodotto un notevole sforzo, che nella legislatura appena conclusa ha portato all’approvazione della legge quadro in materia di risparmio energetico e utilizzazione delle fonti di energia rinnovabili. Il lavoro svolto è importante, ma non basta: la politica deve ancora concretizzare progetti fondamentali per rendere il nostro piccolo stato un “Paese Verde”, come ad esempio l’adesione al Protocollo di Kyoto.
Dunque, occorre un forte rinnovamento nelle politiche del fare, nei modi di pensare e nella visione del futuro.
Giovani preparati, un’economia moderna ed il rispetto dell’ambiente in cui viviamo sono i capisaldi di una società che guarda al futuro con ottimismo e maturità..
Su queste linee il mio impegno politico sarà totale.

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L'Armata Brancaleone

di Pietro Solferini
Gentilissimo direttore,
Le trasmetto la fedele trascrizione di un interessante dibattito che ho avuto modo di carpire l’altra sera, passeggiando per caso sotto la finestra di una nota forza politica sammarinese, e del quale credo che Lei e i suoi lettori dobbiate essere resi edotti, in vista delle prossime consultazioni elettorali.
“…bene. Allora adesso dobbiamo completare la lista. Chi di voi è in grado di procacciare voti? Eh, quante mani alzate. Tu? Io faccio il parrucchiere, ho decine di clienti, potrei fare uno sconto speciale a quelli che mi voteranno. Benissimo, arruolato. Tu? Io sono p.r. di due locali della riviera, conosco tantissimi giovani. Posso fare entrare gratis quelli che mi votano fino il giorno delle elezioni. Benissimo, reclutato. Tu? Io sono uno sportivo, ho tanti appassionati che seguono le mie gare, potrei chiedere loro di votare per me. Perfetto, arruolato anche te. Tu? Io sono commerciante, ho tant…No grazie, il commerciante ce l’abbiamo già. Tu? Io sono attivista di una associazione di volontariato che opera nel sociale. Perfetto, quelle fanno molta presa, reclutato anche tu. Ora qualche donna, su qualche donna. Tu? Io sono donna. Benissimo, arruolata. Qualche giovane, tu? Io sono giovane. Bene, forza, tu? Io sono il rampollo di una storica famiglia sammarinese, non ho mai combinato niente nella vita, forse potrei riuscire in politica. Perché no? proviamoci, ingaggiato. Tu? Io la scorsa volta ero candidato per una lista avversaria, potrei attingere qualche voto da quel bacino. Perfetto, proprio quello che ci serviva. Bene, mi sembra che ormai ci siamo, la lista è completa. Ora c’è qualcuno tra di voi che è anche capace di governare? (silenzio, poi dopo un po’, dal fondo)…posso provarci io. Come: “Posso provarci”? Guarda che dobbiamo andare a Roma a discutere di mercato del lavoro con professori universitari che hanno dedicato una vita allo studio di queste tematiche. Sì, io lo conosco il lavoro del mercato, perché prima del negozio avevo una bancarella e per cinque anni mi sono fatto tutti i giovedì del Borgo.
Perfetto, mi pare che abbiamo messo insieme una squadra dinamica e gagliarda, in grado di governare per i prossimi cinque anni. Ora possiamo presentarci al Paese…”

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Le mie priorita’? Le unioni civili

di Michele Pazzini, candidato indipendente nella lista di Sinistra Unita - attivista del movimento LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transgender)

Mi è sempre piaciuto pensare di vivere in un paese che precorre i tempi. Purtroppo, in materia di diritti civili viviamo nell’arretratezza. In particolare mi riferisco alle unioni civili. E quando parlo di unioni, faccio un discorso a 360 gradi in cui includere ogni tipologia di coppia: uomo-donna, uomo-uomo e donna-donna. Geograficamente San Marino si trova in mezzo a nazioni in cui il riconoscimento delle coppie di fatto avviene già da diversi anni. Ciò che mi sono sempre chiesto è perché anche nel nostro paese non è possibile ottenere giustizia. Le coppie che convivono, attendono una risposta concreta ai loro bisogni, per evitare quell’odiosa discriminazione che continuano a subire. Per una qualsiasi coppia è indispensabile poter vivere nella legalità: questo significa che i diritti successori, di assistenza e di decisione nelle cure, sono costituiti da una normativa chiara basata sulla tutela. Ci sono coppie, giovani e meno giovani, che vivono nel disagio e pretendono, con tutta la legittimità, gli stessi diritti che tutti hanno, cioè: accesso alle liste per le case popolari, agli asili nido quando ci sono dei figli, l’accesso a contributi e sostegni.
In Italia, ad esempio, cosa sta succedendo? Le città di Pescara e Grosseto hanno riconosciuto il Registro delle Unioni Civili, per mezzo del quale, coppie eterosessuali e omosessuali possono risultare come coppie: questi registri al momento hanno solamente un valore simbolico, rilasciano un certificato che attesta la formazione di una nuova famiglia, poi dal lato pratico le cose cambiano ben poco. Segnano però una nuova conquista culturale e sociale per queste città, perché riconoscere le unioni civili significa accettare, e non sminuire i valori della famiglia.
Io vorrei che anche San Marino non stesse ad occhi chiusi e iniziasse invece a confrontarsi con questi temi, con la modernità, che non è solo economia. La mia idea non è quella di istituire detti registri anche a San Marino (che sì, servono alla crescita culturale del paese, e dei politici) ma possiamo anche benissimo saltare questo passo e andare subito al sodo: al riconoscimento legale delle coppie di fatto a tutti gli effetti. Questo significherebbe elevare il nostro stato sia di livello culturale che di livello giuridico in riferimento alle unioni civili. Sono pretese troppo grandi? No, sono Diritti.
La società è pronta a questi cambiamenti, infatti la società realizza coppie di fatto a ritmi molto più elevati rispetto alle classiche coppie che ricorrono all’istituto del matrimonio, è la politica che non è mai riuscita a stare al passo con i tempi della società e a risolvere problemi che affliggono ingiustamente una larga fetta della società. La società è pronta anche grazie all’impegno che il movimento LGBT nel mondo, in questi ultimi quarant’anni, ed ora finalmente anche a San Marino, ha svolto nel tessuto culturale e sociale, modificando l’approccio nei confronti dell’omosessualità. E’ per questo che c’è molta coesione tra le coppie etero e quelle gay, perché vivono nella medesima situazione discriminante, con la differenza vantaggiosa che quelle eterosessuali possono comunque ricorrere al matrimonio. E dato che la società è cresciuta, ora tocca alla politica. Per questo sono sceso direttamente in campo, bisognava che lo facesse pur qualcuno prima o poi!
E’ giunto il momento che la politica smetta di guardare ammutolita da un’altra parte e invece riconosca diritti e dignità sociale agli amori, siano essi fra uomo-donna, donna-donna o uomo-uomo. E’ ora di garantire il rispetto e la tutela anche a quei cittadini che finora sono stati dimenticati, che però cooperano allo sviluppo del paese e, come tutti, pagano le tasse. Le coppie di fatto sono, volenti o nolenti, parte integrante della nostra società. La politica, pertanto, deve smettere sia di tenere le porte chiuse alle famiglie non-convenzionali, che di prodigarsi a fare le solite filippiche sulla salvaguardia della famiglia tradizionale, sulla denatalità e sulla difesa dei valori tradizionali, perché in questo modo la politica viene meno al suo ruolo istituzionale più alto che è appunto quello della l'amministrazione della 'polis' per il bene di tutti i cittadini che abitano quell’area, e non solo di alcuni di questi.
Mi aspetto che i candidati più conservatori cavalcheranno con toni aulici la difesa della famiglia tradizionale e di tutti i valori ad essa riconducibili, ma in questo modo daranno voce ad un mondo vero a metà, enunciando vaneggiamenti egoisti fatti da poche persone e da sistemi economici la cui moralità andrebbe ben discussa.

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Voto estero, giovani e politica

di Giovanna Cecchetti - Candidata PSD nella coalizione Riforme e Libertà

Credo sia molto importante in questo momento ricordare cosa significa vivere in un paese democratico. L’etimologia della parola Democrazia è greca: demos, popolo e –kratia, forza, governo. Letteralmente il governo del popolo. Esistono diversi tipi di democrazia, quella diretta, alla quale realmente prendono parte tutti i cittadini (come ad esempio in un referendum), e quella indiretta, in cui i cittadini eleggono i propri rappresentanti che formano il governo dello Stato. Sebbene il concetto di democrazia sia così antico le popolazioni hanno dovuto conquistarsi, con anni di lotte e battaglie, il diritto di poter eleggere i propri rappresentanti, vedi a tal proposito la significativa testimonianza storica del nostro Stato legata all’Arengo del 1906, che ha segnato il passaggio dall’Oligarchia alla Democrazia. E’ molto difficile decidere di togliere questo diritto a qualcuno, stabilire quali caratteristiche deve avere un individuo per rimanere in possesso di questo strumento democratico. Mi riferisco, chiaramente, al tanto discusso voto estero, di cui si è parlato nei giorni scorsi anche durante la Consulta dei cittadini sammarinesi residenti all’estero, direttamente chiamati in causa. La sensazione dei sammarinesi residenti in territorio, su questo argomento, è quella di venire privati di una parte del proprio diritto. Voto estero: voto di scambio. Questa è l’equazione di cui si sentono vittime il sammarinesi residenti all’estero. Ma è il malcostume del voto di scambio quello che si vuol colpire e non privare qualcuno di un suo diritto.
Il dato oggettivo è l’alta percentuale di esteri all’interno del complessivo corpo elettorale. Questo però è in contrasto con il grande attaccamento che, da sempre, San Marino ha nei confronti della propria tradizione.
Non deve essere dimenticata l’emigrazione che ha portato tanti nostri concittadini all’estero: è una parte integrante della storia della nostra Repubblica e non va dimenticata.
Quello del voto estero è un argomento molto delicato, sicuramente sarebbe stato meglio lasciarlo affrontare alla nuova maggioranza eletta, piuttosto che trasformarlo in strumento di battaglia per la campagna elettorale. Sicuramente in questo modo non si sarebbe creato il problema burocratico dei circa 800 giovani che, nonostante l’abrogazione dell’articolo 7, non potranno votare il prossimo 9 novembre.
Il problema è più grave di quello che sembra. Negli ultimi anni si è dimostrata una disaffezione diffusa da parte dei giovani alla politica, perché non viviamo più l’epoca delle grandi ideologie e questo provoca un distacco forte tra la politica e la vita quotidiana.
Promesse non mantenute, scandali, giochi di potere, opportunismo, sono queste le ragioni dello scetticismo dei giovani nei confronti della politica.
Deve fare riflettere chi la politica la fa da tanti anni, ma anche noi giovani candidati, che dobbiamo essere il punto d’incontro per ripristinare un rapporto di fiducia con i nostri coetanei. Noi che possiamo essere in grado di eliminare il pessimismo perché viviamo le stesse ragioni, perché cerchiamo le stesse certezze, perché abbiamo gli stessi bisogni. Sono sicura che ogni giovane sammarinese ha una propria visione del Paese, di ciò che va e ciò che non va, di ciò che gli manca per essere la San Marino di domani. Proprio per questo sono certa che dobbiamo essere i protagonisti del cambiamento: dobbiamo essere in grado di instaurare un dialogo critico e costruttivo, in cui le diverse visioni siano un arricchimento, in cui ciascuno porta un pezzetto di sé per rendere migliore il Paese. Dobbiamo ricostruire quella relazione tra mondo giovanile e mondo politico, costruire un ponte tra la politica di ieri e quella di domani, riportare i giovani come noi a credere nella politica e nelle istituzioni, con la convinzione che debbano essere i giovani a cambiare la politica e non questa a cambiare i giovani.

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venerdì 3 ottobre 2008

Finanza pubblica – bilancio dello Stato

di Leo Rondelli - Alleanza Popolare

Non mi permetto di mettere in dubbio le capacità di chi per incarico politico o per mestiere ha il compito di gestire le finanze ed i bilanci dello Stato.
Non ne ho la competenza e nemmeno quella professionalità che la materia richiede. Ma qualche riflessione e chiarimento vengono spontanei e sono doverosi, dato che i soldi sono dello Stato cioè di tutti.
Per il 2008 dati allarmanti emergono sull’AASS e su altri settori (come le pensioni). Per coprire questi buchi vengono impiegate le risorse che potrebbero essere adoperate per investimenti.
Quando uno Stato spende tutto o quasi in spesa corrente, significa che chi amministra - in primo luogo i responsabili politici e i dirigenti - chi coordina le attività e perfino l’ultimo impiegato dello Stato, hanno grandi e piccole responsabilità.
Quando, per qualche ragione, viene a mancare il senso dello Stato - nei dirigenti (mala gestione e spreco delle risorse umane e materiali), nei dipendenti pubblici ed anche nei cittadini - certamente le cose, e specialmente i conti pubblici, non possono migliorare. Non si deve fare di tutta l’erba un fascio perché per fortuna, in ogni settore, ci sono persone capaci, diligenti e soprattutto oneste.
Purtroppo però perdiamo e buttiamo dalla finestra quelle risorse economiche indispensabili per la crescita del paese; non investiamo nei servizi, nello stato sociale, nelle infrastrutture (viabilità, parcheggi, parchi, impianti sportivi) tanto importanti per uno sviluppo sostenibile e una migliore vivibilità e qualità della vita.
A proposito dell’AASS, come ho scritto altre volte denunciando le storture esistenti (ma i comuni mortali non fanno mai testo), è ora di togliere quei privilegi e agevolazioni ingiuste e fuori luogo (in particolare per quanto riguarda le tariffe gas-luce).
Occorre fare un piano generale di come sarà in futuro l’azienda, e lavorare per ottenere una sede comune per tutti i servizi, ciò che farebbe risparmiare tantissimo (esempio il servizio acqua-gas dislocati in 5 posti diversi non ha molto senso).
Non si possono sprecare soldi per ubicazioni di sedi provvisorie o che sono state individuate come ripiego. E questo vale per tanti servizi che lo Stato eroga. Ad esempio, un unico magazzino dell’economato che acquisti i prodotti che servono al funzionamento della macchina statale; il censimento di tutti gli affitti immobiliari che lo Stato paga ai privati. Sono solo alcune indicazioni che testimoniano che non sempre viene scelta la strada più conveniente per le pubbliche casse.
Con la nuova riforma della pubblica amministrazione ci attendiamo dei risultati concreti, maggiore funzionalità e un evidente risparmio delle risorse, anche se esse, da sole, non bastano per cambiare la situazione esistente.
Occorre in tutti noi maggiore responsabilità, il coraggio di cambiare la nostra mentalità e le nostre abitudini nei confronti di tutto ciò che è Stato ed appartiene ad esso. Solo così riusciremo a rispettare e ad usare bene le cose che sono di tutti.

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Limiti al voto estero: inciviltà o realismo?

di Mattia Guidi - Candidato di Alleanza Popolare

Quando si parla di voto estero occorre restare con i piedi per terra, prendere un righello e facendo due conti, ricordare le dimensioni della nostra piccola Repubblica. Presa coscienza di ciò, ogni cittadino comprenderà facilmente che, una terra di 60kmq con una popolazione di 31.000 unità (poco più) e con un numero di elettori residenti pari a circa 21.000, non può permettersi di avere oltre 10.000 elettori residenti all'estero (e ora che non c'è più l'Art. 7 è facile che si possa anche raddoppiare).
Allora prima di sparare sentenze su chi vuole porre un argine al "fenomeno" occorre "buttare un occhio" e scrutare ciò che accade nel "resto del mondo", altrimenti pare che San Marino, per colpa di un gruppo di politici (AP e SU in primis), abbia imposto regole aberranti e incivili in tale materia.In verità, in quasi tutti i grandi stati democratici, non è sufficiente la cittadinanza per votare: un esempio per tutti è l'Inghilterra, in cui occorrono sei mesi di residenza effettiva prima di poter esercitare il proprio diritto di voto.
Allora non c'è nessuna "inciviltà" in quello che è stato fatto, infatti il parlamento era ancora "integro" (il decreto di scioglimento è stato emanato successivamente) ed era nelle sue piene funzioni.Sicuramente sarebbe stato meglio agire prima della caduta del governo ma purtroppo all'interno della maggioranza c'è chi non vedeva (e non vede) di buon occhio la limitazione del "grande serbatoio di voti" costituito dai cittadini residenti all'estero e tutt'ora tale soggetto (il PSD) si adopera per screditare il Consiglio Grande e Generale di fronte alle comunità di sammarinesi all'estero.Come si sarebbe potuto agire? Magari facendo un collegio estero in cui confluissero tutti i voti dei "cittadini esteri" e concorresse all'elezione di due rappresentanti in Consiglio, così come avviene in Italia (6 al senato e 12 alla camera dei deputati). Come ho già detto le condizioni politiche all'interno della maggioranza, afflitta da una crisi continua e strisciante, non l'hanno permesso.
Armiamoci di una dose di realismo, per il momento siamo l'unico stato che permette ai propri cittadini residenti all'estero di determinare un numero (virtualmente pari ad 1/3 del consiglio, ovvero 20 consiglieri) altissimo di rappresentanti in Consiglio Grande e Generale, anche se da poco tempo a questa parte, senza preferenze. Almeno i soliti noti non avranno più il medesimo “gusto” (o vantaggio) nel trasportare (o stivare) i nostri connazionali residenti fuori territorio durante i periodi elettorali.

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Territorio, ambiente e qualità della vita

di Alessandro Corbelli, Candidato indipendente PSD - Coalizione Riforme e Libertà
Presidente PD sammarinese

Tutti noi al giorno d’oggi siamo nelle condizioni di capire come lo sviluppo economico non solo non sia in contrasto, ma possa e debba sposarsi con la qualità della vita. Troppo a lungo crescita economica e salvaguardia dell’ambiente, espansione urbanistica e tutela del patrimonio artistico, sono stati pensati come valori contrapposti, come se l’uno fosse una minaccia per l’altro.Invece, oggi abbiamo compreso che quei valori sono tali solo se promossi insieme. Lo sviluppo contro l’ambiente non è sviluppo.
Ma anche viceversa: una difesa dell’ambiente che si riduca alla moltiplicazione di vincoli e veti contro la crescita è sterile e perdente. Un nuovo ambientalismo, un ambientalismo positivo, un “ambientalismo del fare”, come lo abbiamo chiamato, inserito in una nuova cultura della sostenibilità e della qualità della vita, può diventare un formidabile volano di sviluppo. Prendiamo il sole: non è solo un’alternativa al petrolio per la salute della Terra, ma uno dei principali traini della crescita di domani. Questa è la modernità che ci piace. Quella che unisce l’incremento del Pil alla qualità della vita e alla tutela della natura. In un mondo che si va facendo sempre più piccolo, nel quale miliardi di donne e uomini si vanno finalmente affacciando da protagonisti del nuovo contesto globale, San Marino può riservarsi un ruolo importante solo se saprà e vorrà nutrire l’ambizione di puntare al primato nello sviluppo di qualità.
Il territorio e l’ambiente sono per tutti noi un patrimonio prezioso, da trasmettere integro e valorizzato alle prossime generazioni.
La qualità della vita deve diventare il riferimento centrale delle grandi scelte sul futuro di San Marino, intorno alle quali costruire il vero progresso qualitativo ed economico.

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Con chi si schiereranno i Cattolici?

di Mirko Tomassoni - PSD

Una buona cosa per ridestare nella popolazione l’attenzione e la sensibilità per la politica e la conseguente “stima”, per tutti coloro che la esercitano, è che questi almeno dimostrino l’aderenza delle azioni che si troveranno a dover compiere, rispetto alla visione ed ai valori rappresentati, e di cui sono mandatari. Questo, ha trovato poco riscontro nella classe politica degli anni passati, ed infatti si percepisce chiaramente una progressiva rimozione delle ideologie e dei valori, una politica il cui decoro è ridotto al lumicino, ed ormai scolata di quel primato e prestigio che le appartenevano, che ha portato la gente, altrettanto progressivamente, ad allontanarsi da essa.

Molti valori, vanno recuperati. Ne cito uno che vale per tantissime persone, la Fede. La Confessione, quale che sia, fa parte dell’intimità di ciascuno di noi, e l’Esperienza Cristiana in modo particolare, è parte della nostra comunità.

Ebbene, il valore cattolico, anch’esso va recuperato.

L’aver scelto la democrazia dell’alternanza attraverso il bipolarismo, ha fatto sì che candidati cattolici si siano venuti a trovare schierati nei due poli contrapposti, uno di centro-destra ed uno di centro-sinistra, e scegliere l’uno o l’altro significherà avviare il Paese verso due diversi modelli di società, che dal punto di vista della democrazia si equivalgono, per cui i cristiani possono aderire attivamente all’uno o all’altro, purché si comportino sempre con Fedele coerenza cristiana, di fronte alle singole scelte.

D’altra parte, vi sono sempre state all’interno di tutti i partiti sammarinesi, sebbene ispirati da filosofie politiche diverse, persone cattoliche che hanno contribuito a rendere le scelte politiche il più possibile conformi al pensiero sociale cristiano.

Nel caso dei valori cattolici in politica, un richiamo che apparentemente può sembrar banale, ma in verità non lo è, per chi si rivela cattolico, è comportarsi da cristiani in una coalizione di Centro-Destra, così come in una coalizione di Centro-Sinistra.

Rispetto a questo, vorrei far notare il forte disagio che stanno sperimentando in questi giorni nella vicina Italia, i cattolici presenti nella coalizione di Centro Destra al Governo teoricamente vicina alla Chiesa, che non condividono il metodo e tanto meno lo spirito di certe scelte (dalla Legge sull’immigrazione, così scarsamente rispettosa della dignità e dei diritti delle persone, all’atteggiamento verso la Guerra in Iraq in netto contrasto con la posizione del Papa, dalle esternazioni in appoggio al periodo fascista, al moltiplicarsi di sanatorie e condoni in favore dei più benestanti o di chi si è comportato illegalmente, dai provvedimenti sulla Scuola a quelli per contrastare la prostituzione, dai tagli alla Cooperazione Internazionale, alle posizioni xenofobe e razziste della Lega Nord e i suoi attacchi contro la Chiesa ecc), perchè in contrasto con la tradizione culturale propria dell’umanesimo di ispirazione cristiana. Un Governo, quello attuale italiano insomma, duramente attaccato anche dalla C.E.I., e dagli organi di stampa Avvenire, Famiglia Cristiana, ecc...

A San Marino. sembrerebbe che questo disagio dei cattolici non sia così forte, perlomeno critiche così aspre alla politica, pubblicamente al momento non emergono…
Però qualche avvisaglia c’è: già le prime posizioni assunte dalla coalizione di “Centro-Destra Patto per San Marino”, come la clamorosa negazione del Voto agli aventi diritto respingendo l’introduzione di una norma che consentiva la Revisione Straordinaria delle liste, in seguito all’abrogazione dell’Art.7, rischiano di far sorgere lo stesso impaccio nel mondo cattolico sammarinese. Così come il perentorio sulla complessa questione delle residenze e permessi di soggiorno, rivolto dai Popolari sedicenti “moderati” sia ai lavoratori frontalieri che questo Paese già sfrutta e discrimina, sia alle badanti che, secondo loro, toglierebbero casa, sanità e lavoro ai nostri giovani (salvo però riconoscerne la necessità, quando si tratta di cambiare i pannoloni ai nostri vecchi), non è sicuramente un atteggiamento che riflette in maniera cristallina l’insegnamento evangelico.

Ora, per carità, neppure nelle forze che compongono la Coalizione di Centro Sinistra “Riforme e Libertà”, sono presenti persone Sante e Beate, ma ciò che vorrei far comprendere con queste mie considerazioni, è sostanzialmente l’inopportunità per le forze politiche oggi, di “conseguire patenti” rispetto alla Fede, ma non perché è facile contraddirsi come abbiamo visto, ma perché, a mio avviso, è profondamente sbagliato.

L’Obbedienza a certi valori trova dimora in entrambi gli schieramenti, e sono certo che ogni qual volta si metteranno in gioco i valori fondamentali del cattolicesimo, i cristiani ovunque militanti, si troveranno spontaneamente uniti per dire la loro, rispetto alle nuove sfide che una Società in continua evoluzione, oggi ci pone di fronte, e daranno il loro prezioso contributo per ricercare una possibile-mediata soluzione, senza pretendere mai di essere migliori degli altri, o di essere gli unici a rappresentare in politica i valori cristiani, ed il loro impegno non potrà che risultare complementare, sia per chi si impegna ad un piano conservatore, sia per chi si adopera per un progetto riformista.

Il valore cattolico è molto importante, può avere una valenza forte anche per l’instaurazione di un dialogo responsabile, fondamentale per far crescere a San Marino il confronto politico in un modo più ordinato di quanto lo è stato sino ad oggi, pertanto, assieme ad altre esperienze non negoziabili, che hanno fatto la Storia del nostro Paese, è un valore che va necessariamente ritrovato, perché può davvero dare un “anima” al modo sammarinese di far politica.

Ma con chi si schiereranno i Cattolici il 9 novembre? I Cattolici non si schierano, come tutte le altre persone, semplicemente riflettono e scelgono.

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