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venerdì 24 aprile 2009

L’altro Islam. L’altra San Marino

Di: Giuseppe Della Balda, su: La Tribuna

Sono rimasto veramente impressionato dalla relazione di Carmen Lasorella svolta recentemente ad un meeting del Lions Club dal titolo: “l’altro islam”. Sono stati molti i messaggi che ci ha inviato ammiccando garbatamente a San Marino ed alle sue potenzialità che spero tutti abbiano recepito.
Carmen ci ha parlato di un mondo arabo che pur avendo costruito le sue fortune sul petrolio, oggi ne può fare a meno. Di un mondo arabo che privilegia il fare rispetto al dire, che mentre gli altri parlano loro fanno, che investono su cultura, ricerca, green economy, servizi avanzati, TLC di altissimo contenuto tecnologico, area internet, comunicazione digitale, incentivazione degli investimenti stranieri, regole chiare e certe ed infine: chi sbaglia paga!
Il fatto che io sia rimasto impressionato ma anche depresso, deriva dal fatto che mentre la nostra autorevole relatrice ci raccontava le cose vere, quelle che ha visto e l’esperienza che ha avuto e perciò assolutamente credibili, la mia mente ripercorreva i momenti in cui si è realizzato il primo asilo nido in soli 60 giorni, il nuovo ospedale in 24 mesi, l’edilizia sociale in 3 anni, la metanizzazione del territorio in 4 anni il varo della Carta dei diritti senza stravolgere le vecchie istituzioni, la riforma tributaria e la legge bancaria per ammodernare lo stato e prevenire eventuali distorsioni, si garantiva la piena occupazione e si orientavano gli investimenti in funzione delle nostre reali necessità, si progettava e realizzava in tempo reale l’altra San Marino senza copiare da nessuna parte. Ricordi precisi i miei e facilmente documentabili nella concretezza dei fatti.
Il brusco arresto di questa capacità realizzatrice con l’avvio di un periodo avventuroso ed incerto, basato su di un petrolio virtuale ma anche limitato nel quale ogni giorno rischiavamo di rimanere annegati, ci ha fatto forse smarrire la strada che è quella di progettare il futuro senza lasciarsi trasportare dalla corrente che normalmente è alimentata da chi soffia più forte sul collo della politica. La maggior parte dei paesi europei non dispone di petrolio che compera dal mondo arabo, eppure questi riescono a progredire ugualmente perché sanno programmare senza essere costantemente in emergenza e senza correre continuamente dietro alle falle che si aprono.
I più intelligenti dei paesi arabi sanno già quando il petrolio finirà ed hanno già in mano il carburante sostitutivo: quello della conoscenza che noi invece abbiamo dimenticato,trascurato e perfino disprezzato tanto Windows ci sorregge sempre con la sua meravigliosa applicazione del copia/incolla. In questo modo i cervelli si sono spenti, altri sono stati emarginati, tanti non hanno mai ricevuto le informazioni necessarie per compiere quel virtuoso percorso del conoscere-sapere-decidere che sta alla base di ogni possibile progresso.
Troppo tardi per rimediare? Da buon ottimista mi sforzo a dire di no e mi sforzo anche di immaginare l’altra San Marino che è quella che vorrei. La San Marino che voglio non è l’interesse di qualcuno ma il futuro di tutti dove l’amore è un bicchiere di vino che non finisce mai! Questo era il mio personale augurio, di fine anno, ai tanti amici. Questo è in sostanza il mio augurio, sempre on line, rivolto a tutti i sammarinesi, a quelli che vogliono rincominciare a sperare, a progettare, a realizzare e, per dirla con le parole di Antonella Mularoni: “una San Marino che sappia trovare una collocazione internazionale degna della sua lunga storia e dei valori sui quali per secoli si è fondata la coesione della nostra comunità. Ci sono molti giovani sammarinesi bravissimi, attaccati ai nostri valori ed alle nostre tradizioni più belle, che rappresentano la migliore garanzia per il futuro” Bene! Utilizziamo questi valori e queste capacità per fare un progetto dell’ “altra San Marino” adottando una nuova bussola della politica per aiutare tutti coloro che intendono impegnarsi per realizzare questo grande sogno.
Una idea di questo tipo non troverà oppositori ma solo collaboratori convinti e motivati. Ancora grazie a Carmen Lasorella per averci riacceso il lumicino della speranza.

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mercoledì 22 aprile 2009

Collaborare sì... essere sotto scacco no!

Di: Salvatore Marino - SanMarinoOGGI

Il coinvolgimento della Comunità Europea in tema di lotta al riciclaggio di denaro frutto di attività illecite ha cominciato ad emergere all’inizio degli anni ‘90, con la progressiva realizzazione della libera circolazione dei capitali e alla conseguente presa di coscienza della necessità di perseguire una politica criminale comune al fine di impedire che il completamento del mercato unico potesse compromettere la sicurezza dei cittadini degli Stati membri.

Muovendo dalla constatazione che uno dei metodi più efficaci per combattere la criminalità in ogni sua forma consiste nel privare i criminali dei proventi dei reati. Per questo l’8 novembre 1990 gli Stati membri del Consiglio d’Europa hanno firmato la Convenzione sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato.

Il documento prevede che gli Stati che aderiscono alla Convenzione si impegnino a prendere tutte le misure necessarie a procedere alla confisca di beni e di strumenti provenienti da reati di riciclaggio, nonché all’adozione delle misure legislative atte a consentire l’impiego di speciali tecniche di investigazione che possano agevolare l’identificazione e il ritrovamento dei proventi.
Gli Stati sono inoltre tenuti a collaborare fornendo tutte le informazioni relative all’esistenza, all’ubicazione, alla natura, allo stato giuridico e al valore dei beni suscettibili di confisca. Allo scopo di evitare che coloro che procedono al riciclaggio possano avvantaggiarsi dell’anonimato per svolgere le proprie attività criminose, gli Stati membri ritengono necessario che gli enti creditizi e finanziari procedano all’identificazione dei clienti che eseguono operazioni che superino l’importo di 15.000 euro, nonché di coloro i quali effettuino operazioni di valore inferiore, laddove sussista comunque il sospetto di riciclaggio.
Le informazioni fornite dagli enti creditizi e finanziari devono essere inviate alle autorità incaricate della lotta al riciclaggio dello Stato membro in cui è situato l’ente creditizio in questione, e non possono essere utilizzate per scopi che esulano dalla lotta al riciclaggio; gli enti creditizi e finanziari sono inoltre tenuti ad instaurare efficaci procedure di controllo interno tese ad impedire il compimento di azioni legate al riciclaggio.

L'AIF DI SAN MARINO A San Marino è stata costituita l’Agenzia Indagini Finanziarie (AIF) che ha come specifico compito vagliare le segnalazioni pervenute e attivare autonomamente controlli. Nell’ambito del Piano d’azione contro la criminalità organizzata varato nell’anno 1997, il Consiglio e la Commissione sono state invitate ad avanzare proposte tese a sviluppare ulteriormente la normativa in tema di confisca dei proventi di reato e relativo riciclaggio. Ciò attraverso l’istituzione di speciali procedure miranti a facilitare l’individuazione e il sequestro dei proventi di reato, la previsione di sanzioni dissuasive a carico di chi non rispetta l’obbligo di rendere note le operazioni finanziarie sospette e l’impiego di strumenti monetari elettronici e di Internet per facilitare la lotta al riciclaggio.

È L'ITALIA A SPINGERE Le operazioni di riciclaggio, però, sono quasi sempre attività che implicano movimenti di denaro a livello transnazionale, con passaggi estremamente rapidi di capitali da un paese all’altro. In questo contesto è quindi essenziale che tra le forze di polizia e le autorità giudiziarie vi sia la massima collaborazione ed un continuo scambio di informazioni. Ed è proprio questo l’obiettivo cui tende l’azione europea su paesi come la Svizzera, Autria, Lussemburgo e la Repubblica di San Marino. Ma ancor di più è l’Italia a 'spingere' affinchè sia più semplice e efficace il rapporto di scambio di informazioni con il Titano.
In questo contesto, come per i paesi membri UE, sono previste anche attività formative per gli organi inquirenti, nonché l’obbligo per ciascuno degli Stati di elaborare una guida che indichi in che modo sia possibile ottenere informazioni e precisi il tipo di assistenza che può essere fornita ai fini della lotta al riciclaggio; tali guide dovranno essere ben precisate sotto l’aspetto oggettivo: informazioni richieste a seguito di gravi indizi di riciclaggio e/o evasione fiscale supportati da un minimo di elementi probatori. Oramai è necessaria una regolarizzazione delle informazioni, constatato che sia gli Stati Uniti che La UE hanno ritenuto fondamentale, al fine di riassettare il sistema economico finanziario e far emergere mld di euro sommersi a causa dell’evasione fiscale e riciclaggio di denaro derivante da attività illecita.
Evadere è un’attività illecita, pertanto, è giusto perseguire chi evade ed è altrettanto corretto fornire le informazioni necessarie, garantite da un protocollo certo d’intesa. Se ciò non verrà fatto, non solo si potrebbe rischiare la minaccia dall’esclusione dalla white list, ma senza mezzi termini, ci si ritroverebbe invasi da soggetti, non istituzionali che, pur non avendo alcuna autorità si potrebbero impossessare di informazioni sensibili che potrebbero essere utilizzate per fini sconosciuti, insomma, una sorta di “ricatto”.

DISPOSIZIONI INTOLLERABILI Non è tollerabile che dipendenti di enti finanziari (es. Cartasì) con una semplice delega da parte dell’Istituto, debbano interrogare la clientela degli Istituti di Credito Sammarinesi, violando le più semplici ed ovvie regole della privacy, giustificando tale violazione nell’identificazione del reale beneficiario. Le domande che stanno ponendo ai titolari di carte di credito emesse a San Marino, sono lesive non solo della professionalità delle banche sammarinesi, che hanno già provveduto all’identificazione della clientela, ma anche dei soggetti “interrogati” che pur di non essere “maltrattati ingiustamente” con domande insinuanti, riconsegnano la carta di credito all’emittente. La domanda che ci si pone è: “Perché non sono state delegate le banche o gli uffici finanziari del Titano ad effettuare tali accertamenti? La Corte di Cassazione italiana non ha sentenziato recentemente che le banche sammarinesi sono assimilabili a quelle italiane? Ed allora perché questo “finto” allarmismo, solo per approfittare di un momento di debolezza nei rapporti fra i due Stati?

È bene ricordare a tutti che la Repubblica di San Marino nell’elenco dei paesi denominati “paradisi fiscali” non viene citata e l’Ocse non l’ha inserita tra i paesi che nascondono i proventi da evasione fiscale e che non collaborano con l’Unione Europea (fonte: Italia Oggi e Sole 24ore).

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lunedì 20 aprile 2009

Governo e Bcsm devono difendere gli interessi di San Marino

Di: Emilio Della Balda – Presidente Banca Commerciale Sammarinese

La Banca Centrale, venerdì scorso, ha presentato il suo nuovo presidente a tutte le rappresentanze bancarie e finanziarie. Il dottor Bossone ha formulato un saluto improntato alla concretezza manifestando chiaramente gli indirizzi che vuole dare alla Banca Centrale. Ha sostenuto la necessità di uscire da una fase delicata e difficile con un progetto sistemico che preveda il puntuale accoglimento delle direttive internazionali; un adeguato posizionamento nella globalizzazione curando la competitività, la professionalità, la trasparenza e la modernizzazione. Partendo dalla convinzione che un piccolo sistema come il nostro è più fragile di quelli grandi, ha espresso la necessità di migliorare l’organizzazione e le procedure, di fare molta attenzione alla selezione della clientela, di usare rigore e professionalità, con l’obiettivo di riconquistare una reputazione danneggiata da un particolare accanimento mediatico esterno e da episodi negativi del passato.

La volontà espressa dal nuovo Presidente di operare con la collaborazione di tutti gli intermediari finanziari è importante anche perché il problema del risparmio, della finanza e del credito ha una rilevanza di sistema e pertanto va assoggettato a continui aggiornamenti e riordini sui quali gli operatori possono dare un qualificato contributo. D’altronde, in questo momento di difficoltà è in gioco il futuro economico e industriale del Paese che non può reggere alle sfide mondiali con un sistema finanziario limitato, localistico e poco efficiente. È sicuro che un mercato finanziario sano alloca capitali, attrae investitori, crea lavoro specializzato e sostiene la crescita. In questi ultimi quattro anni sono stati fatti notevoli passi in avanti attraverso un’imponente normazione dalla quale bisogna muovere per trasformare, con tenacia e intelligenza, la crisi che stiamo subendo in una nuova opportunità per San Marino.
Il sistema bancario e finanziario è cresciuto anche per merito di proprietà lungimiranti che hanno saputo rinunciare a dividendi per patrimonializzare le aziende, nonchè per un forte e brillante impegno professionale degli addetti al settore.
La Banca Centrale ha il delicato compito di guidare il processo evolutivo allo scopo di creare un centro finanziario di alto livello fondato sul continuo aumento delle professionalità, introducendo servizi innovativi, dando priorità alla formazione dei sammarinesi tramite l’Università e le specializzazioni all’estero, studiando nuovi prodotti non soggetti alla sempre più pesante euroritenuta.
È dunque importante che sia il governo, sia la Banca Centrale mettano sempre in primo piano e difendano strenuamente gli interessi di San Marino in tutte le sedi, puntando a strutture internazionalizzate, slegate completamente dall’arretrato sistema bancario italiano che cerca di colonizzarci imponendo la propria inefficienza e costi eccessivi che non si riscontrano in altri stati della UE. Anche se non sarà facile, dovremo rendere popolare e accessibile il progetto di sviluppo del centro finanziario convincendo, con validi argomenti, che è indispensabile uscire in fretta dal localismo con una strategia che rispetti le normative e gli accordi internazionali; che preveda il passaggio di informazioni ufficiali aggregate, precise e affidabili, nel pieno rispetto della riservatezza; che punti ad una libera offerta dei nostri prodotti e servizi finanziari all’estero con buoni livelli di competitività; che valorizzi la presenza della Repubblica nel Fondo Monetario Internazionale; che promuova nelle giuste sedi l’immagine di una San Marino perbene. Va però detto con la massima chiarezza che sviluppare separatamente un progetto finanziario non porterebbe da nessuna parte. E’ pertanto indispensabile che la politica predisponga con urgenza un piano strategico per il Paese nel quale va inserito il progetto bancario e finanziario. E’ la politica che deve definire il sistema San Marino per i prossimi dieci anni; un sistema che funzioni, che punti all’eccellenza, dove si rema tutti nella stessa direzione dell’interesse nazionale. Ciò significa che è anche ora di smontare le vecchie trincee, di abbandonare definitivamente le politiche ideologiche e settarie del secolo scorso, di procedere ad un radicale e generale rinnovamento e di mettere al di sopra di tutto il bene comune.

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mercoledì 15 aprile 2009

Giovani provocazioni

Di: Roberto Ciavatta - Ass. Culturale Don Chisciotte

Il Segretario alla Cultura, Romeo Morri, pare ossessionato dalla “priorità droga”.
Che a chi in più occasioni ha ostentato pregiudizi verso i giovani (tutti drogati, alcolizzati o giù di lì; dei “poco di buono” a cui porre freni), si sia deciso di affidare la delega alle “politiche giovanili” non mi pare un buon segnale.
In linea con la “repressione preventiva” delle iniziative giovanili, subito squalificate come pericolose, questo governo ha bocciato Istanze d’Arengo di alcuni suoi stessi gruppi giovanili.Finché si vedrà ogni assembramento giovanile come una fucina di possibili irregolarità, sarà difficile uscire da questa spirale di pregiudizi che terminano regolarmente in accuse, delle quali però non si ricerca mai la causa.

Morri dice che i ragazzi usano droghe e alcol, e che da ora in poi ci sarà “tolleranza zero”. Ma ci si chiede che cosa conduca eventualmente questi giovani a farlo?
Spesso sarebbe sufficiente fumarsi una canna (che si tratta di una provocazione devo specificarlo?) per voltare lo sguardo sulle cause piuttosto che condannare gli effetti: causa del disagio giovanile, che può anche condurre agli esiti denunciati, è proprio la loro mancanza di prospettive, in un paese a misura di vecchio!
I giovani non hanno rappresentanza (a parte qualche “giovane antico”, spesso più vecchio – per opportunismo – dei vecchi a cui si è legato in cambio di un favore), sono allo sbando, non hanno luoghi in cui incontrarsi che non siano a pagamento, devono uscire dal confine per conoscere gente nuova, sono stati scippati dei valori, delle idee, sono stati privati di certezze sul proprio futuro (che pensione per un ventenne di oggi?), vivono la precarietà come condizione esistenziale (sul lavoro – grazie a co.co.pro. e interinale).
Se si volesse affrontare il “disagio giovanile”, si dovrebbero valutare le cause e risolverle, ri-dare un futuro ai giovani, vederli come risorsa e non come “problema”. Quante associazioni giovanili si spendono a tempo perso? Perché fare di tutta l’erba un fascio (è pertinente sia l’erba che il fascio!) e non distinguere i tanti giovani (ad es. anche il sottoscritto) che ieri hanno portato aiuti ai terremotati abruzzesi nonostante le istituzioni di questo paese abbiano rifiutato ai volontari qualsiasi tipo di appoggio logistico?
E invece no: chi se ne frega delle cause, giochiamo sugli effetti con degli slogan vuoti di senso come “tolleranza zero”, tanto per portare a termine l’opera di deculturizzazione in corso.
Democrazia è partecipazione. Per poter partecipare un cittadino deve venire informato dai suoi rappresentanti politici. Se questi non lo informano, ma giocano su slogan ad effetto puntando a colpirne l’emotività piuttosto che la ragione, di fatto stanno privando il cittadino del suo diritto civico.
È questo che si vuole?Sì, è questo che si vuole! E credo, purtroppo (ma è un’aggravante), che lo si voglia inconsapevolmente.

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San Marino Everest 2009: diario di un’impresa

Antonio e Roberto Pazzaglia sono partiti alle 4.00 di mattina di mercoledì 8 aprile per un viaggio che in oltre 24 ore li ha portati ai piedi dell'altopiano Himalayano. Nei prossimi due mesi l'obiettivo sarà quello di scalare l'Everest che con i suoi 8848 metri, rappresenta la montagna più alta del mondo.

16 Aprile 2009.
Finalmente sono riusciti a passare ilconfineStamattina alle 11.00 a.m. (in Nepal erano le 6 del mattino)Antonio mi ha comunicato che finalmente sono riusciti aoltrepassare la frontiera senza ilteriori problemi. Ilviaggio continua verso il campo base. Post a riguardo su sanmarinoeverest.blogspot.com

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martedì 14 aprile 2009

Green-economy

di Roberto Ciavatta, Associazione Don Chisciotte

Sono fiero che San Marino si proponga di diventare uno Stato pilota per l’utilizzo di auto elettriche ed energie verdi, come scritto dal presidente dell’AA.SS Podeschi.
Purtroppo, però, spesso i propositi propagandati sulla stampa non si trasformano in legge, e viene da chiedersi come mai se si vuole intraprendere una strada poi lo stesso governo ostacoli ogni richiesta avanzata dalla cittadinanza che vada nella stessa direzione!

Il 3 marzo scorso, infatti, lo stesso governo che ora propaganda indirizzi eco-sostenibili ha bocciato diverse Istanze d’Arengo presentate dal sottoscritto a nome dell’Associazione Don Chisciotte, che andavano in questa direzione. Ad esempio ha bocciato l’Istanza che chiedeva proprio di sostituire i mezzi in dotazione alla Pubblica Amministrazione con mezzi a minor impatto ecologico (gpl, metano oppure elettrico/fotovoltaico) alla loro naturale data di sostituzione. Perché questo governo con una mano boccia questa richiesta, e con l’altra dice di voler dotare la stessa P.A.A di auto elettriche per diventare uno Stato pilota in questo senso? Non vi pare una contraddizione?
A me pare che questo governo “finga” una sensibilità ambientale, ma poco creda nelle sue stesse affermazioni. Un’operazione di facciata, insomma, che consiste nel bocciare ogni iniziativa della società civile per poi fingere di perseguire gli stessi obiettivi.
Come cittadino, poco mi interessa che si riconosca la mia (o quella di altri) paternità di un intervento che procurerà benessere per la popolazione, ma almeno che quei propositi, spesso sventagliati propagandisticamente, riescano infine ad aver luogo.
Penso, oltre al caso succitato, alle altre Istanze che mi sono state bocciate e che ora il governo, a chiacchiere, fa proprie: il governo boccia l’Istanza che chiedeva di applicare la certificazione energetica dei consumi degli edifici (addirittura richiesta da una direttiva europea), poi dice che vuole dar vita a criteri di certificazione energetica presentandoli come una chanche per il paese;
boccia l’Istanza che chiedeva di promulgare i decreti attuativi per rendere operativa la legge sul risparmio energetico, e boccia l’Istanza che chiedeva di sostituire le caldaie a gasolio della P.A. con caldaie di ultima generazione, poi dice di volersi rendere il più possibile indipendente riguardo all’importazione di fonti energetiche.Viene allora da chiedersi: fino a che punto questo governo ci fa? Che valore si può dare al proposito di voler realizzare quello che si è appena vietato di fare?

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venerdì 10 aprile 2009

Ci sono giochi e giochi...

di Ing. Francesco Gatti (Ente Stato Giochi)
A seguito delle notizie apparse su alcuni media di San Marino riguardanti le macchine Black Jack e le macchine Keno presenti a Rovereta e non intendendo tollerare ulteriormente la serie di stupidate che, probabilmente a favore di qualcuno di molto influente, alcuni organi di informazione continuano a propinare alla gente, voglio specificare alcune cose che forse, i tanto ben informati consiglieri locali, dovrebbero sapere prima di sparare sul sistema, e in particolare sull'Ente di cui faccio (nonostante sia dimissionario) parte. Innanzitutto, non me ne vogliano i male informati, l'Ente Stato Giochi ha esclusivamente preso atto, durante la cessione della Mixtere, del trasferimento delle attività di gioco prima in svolgimento presso quella struttura nella nuova destinazione, ovvero all'interno della sala di Rovereta.

Tuttavia, l'ESG ha commissionato, nello scorso anno, al più importante esperto italiano del settore (Dott. Eugenio Bernardi, riconosciuto nel settore quale massimo esperto da oltre 30 anni, ctu per i maggiori tribunali italiani ed esperto internazionale del gioco, ex vice-presidente di Euromat, ovvero l'associazione Internazionale del gioco automatico), una perizia che ha indicato quali rispondenti alle normative sammarinese sia le macchine Keno, sia le macchine Black Jack e “corsa dei cavalli” residenti rispettivamente a Rovereta e alla sala Mixtere (ora trasferite in toto alla Mixtere). Non me ne voglia il Dott. Calvi, che personalmente non conosco. Mi sembra assurdo fare proclami sulla legalità o meno di una macchina in funzione di una perizia (mi chiedo poi come abbiano fatto ad eseguire una perizia sulle macchine senza avere accesso alla parte documentale, prove di laboratorio e quant'altro) effettuata su commissione parziale.In merito poi alla belle parole che alcuni dipendenti hanno pennellato su un quotidiano indicando come assolutamente normale la situazione all'interno della sala, mi preme invitare loro a mettersi ben d'accordo con alcuni loro colleghi che invece hanno fatto arrivare a un dipendente dell'ESG (che ha messo immediatamente a conoscenza dell'intero ESG) una lettera in forma anonima in cui si denunciano gravissime situazioni all'interno della struttura. Questo è paradossale. Non credo che vi sia una GESTAPO all'interno della sala, ma forse non è nemmeno tutto rose e fiori come qualche dipendente si è preso la briga (strana questa cosa vero?) di specificare. Resta il fatto che i continui attacchi, più o meno velati, all'ESG non possono più vedermi indifferente. Specialmente quando questi vengono strumentalmente utilizzati a favore di una fazione al solo fine di creditare l'operato altrui. L'ESG ha un ruolo di controllo sulle attività e ha intrapreso (tutti i verbali sono a disposizione del Governo) nei suoi due anni di vita tutte le iniziative umanamente possibili atte a renderel'attività di gioco nella Repubblica conforme alla normativa. Sottacere questa situazione significa accettare supinamente una situazione di ambiguità che personalmente non intendo tollerare ulteriormente.

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lunedì 6 aprile 2009

Autodeterminazione

Di: Andrej Ceccoli
Così come, grazie al consenso informato, si è liberi di scegliere fra diverse forme di contraccezione, riproduzione o modificazione del proprio corpo, nella fase finale della propria vita l’individuo deve poter esercitare la propria libertà grazie al testamento biologico. Il termine americano è “living will”, inteso come “volontà sul vivente” ma anche “volontà vivente”. Il principio è quindi che sovrana sia la volontà dell’individuo in merito al proprio corpo e non le visioni etiche di un qualche gruppo, per quanto numeroso, di altre persone.

ll testamento biologico estende la volontà dell’interessato verso il futuro, consentendo una scelta “ora” per “allora” ed anche verso una persona di fiducia che, in caso di incapacità o incoscienza, decida al suo posto.
Appare evidente che una legge che regolamenti e renda applicabile questa libertà sia necessaria, una legge che garantisca una puntuale esecuzione della volontà del soggetto interessato e non l’imposizione del prolungamento del dolore e della sofferenza.

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giovedì 2 aprile 2009

I lettori di SanMarinoNotizie dicono SI al segreto bancario

Con una partecipazione davvero numerosa, i lettori di SMN hanno voluto dare un segnale molto preciso in merito al quesito del nostro ultimo sondaggio: Segreto bancario, San Marino deve mantenerlo (65%) o abolirlo (35%)? Ovviamente il quesito non celava le valenze economiche e finanziarie, ma tanto meno quelle politiche e perfino simboliche.
Pensiamo, infatti, che dietro questa risposta molto precisa si nasconda non solo la convinzione che il segreto bancario sia un’utile risorsa per il nostro Paese, e per ciò stesso vada difeso e mantenuto, ma anche che questo debba significare che vada rimarcata l’autonomia di giudizio e di autogoverno e che legittimamente San Marino dovrebbe trovare la forza e la convinzione di riaffermare in ogni occasione la propria indipendenza. Ovviamente, non senza attenersi alle regole internazionali che, soprattutto in questo delicato settore, aiutano ad affrancarsi da ogni possibile coinvolgimento indiretto con i traffici finanziari di mafia e terrorismo, ma anzi difendendo quell’autonomia che consente di essere credibili sul fronte internazionale attraverso norme interne severe ed affidabili, a prova di ogni genere di malaffare. Il portato simbolico, dunque, di questo modesto sondaggio non può sfuggire ad alcuno: adeguarsi a standard di sicurezza internazionali non significa, in nessun caso, accettare l’imposizione di controlli dall’esterno, che inducono necessariamente ad assumere una posizione ancillare nei confronti della vicina Italia, ma significa invece riaffermare la propria serietà, affidabilità e credibilità di fronte a tutta la comunità internazionale, senza pre-esami di amici confinanti.

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Pesce d’Aprile

Di: Maverick

Vittoria! Finalmente abbiamo apposto la firma ad un Accordo di Cooperazione Economica (il cui testo è tutt’ora Top Secret) che altro non è che il faticosissimo accordo su un precedente documento del 2003, poi abbiamo imposto alla vicina Rimini un coraggioso ‘scambio di note verbali’ che, come sostiene anche il Ministro Frattini, per ora si limitano a ‘definire il quadro convenzionale relativo all’utilizzo dell’aeroporto’, ed infine l’Italia ci concede, finalmente, la ‘piena disponibilità a convocare quanto prima la commissione mista culturale’ (sono sempre le parole del Ministro degli Esteri).
Ecco le ‘grandi conquiste’ della nostra diplomazia e della efficace politica estera.E l’accordo finanziario, direte voi? Bè per quello ci sarà da attendere, e tutt’ora non si dice parola sul suo contenuto ipotetico. Quindi resta tutto come prima, direte voi? Bè, purtroppo l’accordo economico non cambia sostanzialmente nulla rispetto a quello che già avevamo ottenuto da lungo tempo, quindi nessuna clemenza per San Marino e per la sua ‘piazza finanziaria’.Quando i nostri bambini frignano perché vogliono la bicicletta, e noi genitori non abbiamo la possibilità di regalargliela, astuzia vuole che non si dica mai di no, ma che si concentri l’attenzione dei piccoli ‘gremlins’ infuriati su un altro balocco, possibilmente molto meno impegnativo e magari accompagnato da qualche grosso e colorato bon bon. Di solito funziona.Vedremo se questo vero e proprio ‘pesce d’aprile’ che il governo ci ha regalato verrà accolto dai sammarinesi come la grande vittoria nelle complicatissime relazioni con l’Italia, o se qualcuno inizierà a dubitare che la solita astuta strategia di far passare un clamoroso flop per una straordinaria vittoria non cominci a scricchiolare, che la gente non si faccia più prendere per il naso, e che la clamorosa ‘vittoria di Pirro’ venga smascherata da politici, commentatori e giornalisti nel più breve tempo possibile, sempre che i testi top secret degli accordi vengano messi (gentilmente, educatamente, rispettosamente, democraticamente, trasparentemente, responsabilmente e soprattutto legittimamente) a disposizione di tutti: cittadini, partiti, media.

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