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venerdì 30 gennaio 2009

Il destino segnato nel 1991

Di MarcOne

Gentile Direttore,a lei ed ai lettori vorrei lasciare questa "perla" del 1991 poichè spesso si parla di questioni senza conoscere o ricordare come stanno esattamente le cose.Il governo del 1991 guidato dalla Dc ha lasciato delle pesanti eredità, dei ceppi che hanno costretto San Marino alla capitolazione davanti alle richieste dell'Italia. Il governo del 1991 ha svenduto la sovranità della Repubblica di San Marino legandosi mani e piedi alle volontà italiane di turno. L'atto che ci lega le palle si chiama: "Convenzione in materia di rapporti finanziari e valutari tra la Repubblica di San Marino e la Repubblica italiana" e i tre articoli qui sotto, in particolare, bastano per capire il livello di sottomissione al quale il governo del 1991 ha costretto la vita di tutti i sammarinesi presenti e ipotecato pesantemente quella futura di tutti noi. Le firme in calce sono di Gabriele Gatti e Gianni de Michelis.Art. 3. La Repubblica di San Marino si impegna a recepire sostanzialmente nel proprio ordinamento la normativa valutaria italiana comprese le clausole di salvaguardia, adeguandolo con la tempestività richiesta dalle circostanze ai mutamenti dell'ordinamento valutario italiano prontamente comunicati alla controparte.
art. 4. Le Autorità sammarinesi si impegnano ad evitare, nelle forme ritenute piu' opportune che, nei rapporti delle istituzioni creditizie e finanziarie, aventi sede legale o dipendenze in San Marino, con residenti italiani si creino, sotto i vari profili, condizioni concorrenziali distorsive rispetto a quelle presenti in Italia. La verifica del costante mantenimento di un quadro disciplinare che realizzi detto obiettivo è demandata ad un Comitato di contatto costituito, da una parte, dalle Autorità valutarie competenti della Repubblica di San Marino e, dall'altra, dai rappresentanti designati dal Ministero del Tesoro e dalla Banca d'Italia; il Comitato si riunisce di regola una volta l'anno e comunque su richiesta di una delle Parti. Ove necessario, potranno far parte di detto Comitato le altre Amministrazioni eventualmente interessate. art. 7. Nel comune interesse dei due Paesi, le Autorità sammarinesi si impegnano ad adottare, nelle forme ritenute piu' opportune, gli strumenti idonei a perseguire le finalità proprie della normativa emanata dall'Italia in materia di monitoraggio fiscale, di riciclaggio e contenimento dell'uso del contante nelle transazioni. A tal fine, verrà costituita una Commissione Mista della quale faranno parte le Amministrazioni di volta in volta interessate.Ora è ben noto il perchè di tanti problemi che stanno accadendo e della ottusità delle forze politiche di allora, ma anche quelle di oggi che non hanno idea diversa dal proporre una svendita della nostra sovranità, ancora una volta, senza guardare avanti e capirne i risvolti positivi Sono gli stessi di allora tornati in sella oggi che dovrebbero riparare ai guasti facendo danni peggiori e definitivi? Sono quelli del PSD che prima cavalcano la questione UE e poi la lasciano morire nell'oblio della politica da bar? Sono i chierichetti Popolari capaci solo di dire signorsì segretario?Tre questioni sono ugenti: la classe politica si rimetta a studiare politica per il bene del paese, si crei un governo di unità nazionale con segretari di stato scelti fra la popolazione, i partiti facciano un passo indietro e si annullino i loro poteri e dei sindacati che dominano la società e le istituzioni con incapacità e arroganza, in maniera tale da consentire ai cittadini intelligenti di trovare spazi per salvare il paese dagli imbecilli nominati dai partiti e sindacati.MarcOne

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mercoledì 28 gennaio 2009

Un Segretario da Marte

di MarcOne

Il 1 novembre 2001 parte per Strasburgo e non ricorda più nulla del suo passato. Un titolo ad effetto? Una patologia? No, una deformazione politica che colpisce coloro sono attaccati alla poltrona e bramano per il potere senza sapere che farci e perdendo ogni coerenza e credibilità.Nel 21 aprile 2001 Ap scriveva in un comunicato in occasione della nomina a Strasburgo di Antonella Mularoni: "....Anche i più sprovveduti comprendono che la frase del nostro comunicato “il Governo ha fatto fare tante brutte figure al Paese nelle relazioni internazionali” non si riferisce in alcun modo ai rappresentanti della Repubblica presso la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ma alla politica estera attuata negli ultimi quindici anni proprio dall'attuale Segretario agli Esteri (Gatti ndr). Crediamo che leggendo la frase in questione a tutti vengano subito in mente l'assedio della Guardia di Finanzia e gli accordi rinunciatari firmati in tale occasione, le circolari dei Ministri Visco e Del Turco e le improvvide ed inconcludenti uscite del nostro Segretario di Stato, le tante promesse non mantenute a partire dal ripristino del trenino bianco - azzurro, la costante svendita dell'autonomia della Repubblica, i numerosi scandali nei quali il Paese è stato coinvolto. Di fronte all'evidenza dei fatti, ci auguriamo che finalmente i sammarinesi prendano le distanze da un modo di governare e di fare politica nel quale le persone serie non possono riconoscersi.". Coerenza di Ap coerenza della Mularoni sparite!
NOn solo si va al governo con Gatti acerrimo avversario che è riuscito perfino a a negare a Tito l'accesso ad ogni carica istituzionale relegandolo ai mergini della coalizione del Patto.Anni '90 erano quelli degli scandali dell'IVA e voto di scambio; erano gli anni dei governi DC e dei dossier dell'Atel, ARC finanzaiaria, il buco di bilancio, l'edificazione selvaggia con l'Azzurro, Admiral Point, Grey e Grey, Inail; è la volta di Long Drink e gli accerchiamenti di Visco e la GdF; aprile 2000 "il Segretario di Stato agli Esteri Gatti firma una lettera di impegni con l’OCSE per la modifica della nostra legislazione in materia societaria, finanziaria e bancaria entro il 2005, come unica via d’uscita per evitare l’immediata inclusione di San Marino nell’elenco dei paradisi fiscali.L’impegno è stato preso all’insaputa del Paese e del Consiglio Grande e Generale. Anzi il Segretario agli Affari Esteri mente addirittura alla Commissione Esteri, negando di aver fatto qualsiasi promessa scritta. Evita poi di fornire nel dettaglio l’elenco delle misure che ha promesso all’OCSE di adottare.". Nell'anno 2000 viene emanata la circolare Del Turco per "passare ai raggi X le imprese che concludono affari con la Repubblica di San Marino. Invece di usare toni da cow boy nei confronti della controparte italiana, qualcuno dovrebbe avere la decenza di dimettersi. Poco dopo, giunge la proposta italiana di convenzione sulla doppia imposizione fiscale: il testo è addirittura più restrittivo del modello OCSE ed il più penalizzante in assoluto degli accordi sottoscritti dall’Italia con altri paesi. Ciò conferma quanto poco il Governo italiano si fidi di quello sammarinese...peggiorano i rapporti con l’Italia, si indebolisce la nostra sovranità e nulla si muove sul fronte del rapporto con l’Unione Europea, nodo nevralgico per il futuro anche del nostro paese.".Dunque Segretario Mularoni, chi è il responsabile della "inscusabile trascuratezza del passato"? E chi tiene in piedi il governo con gli stessi personaggi e si è messo a fare la stessa politica che i personaggi facevano quando voi di Ap eravate duri e puri? Chi ha permesso la continuazione di una linea politica che altrimenti era impossibile riesumare dalle polveri, politiche si intende, nelle quali era stata relegata?La coerenza è dono difficile, lo è ancor meno la lungimiranza politica, ma se lei è tornata da Strasburgo dimenticandosi cosa a fatto prima e cosa diceva prima e, sopratutto è tornata per restaurare il restauratore, allora non solo è incoerente ma anche politicamente suicida. Questo se fosse pura questione individuale non sarebbe affatto un problema e che lei, dimenticandosi tante coese, si dimentica anche del Paese e di noi tutti cittadini, perchè è troppo presa dalla sua stessa incoerenza per pensare cosa è giusto per il paese. Era partita, si diceva, "spedita da Gatti al confino", di modo che non avesse fra i piedi una intelligente avversaria che ne contrastasse la politica, ma adesso molti hanno dubbi sulla esatta ragione. Forse era così in parte, ma adesso lei non ha alcuna scusante davanti ai cittadini per la sua incoerenza e quella di AP che sono emerse prepotentemente. La politica non si fa in questo modo, avanti così e pagherete politicamente il prezzo dovuto all'incoerenza, saranno infatti proprio i "sammarinesi a prendere le distanze da un modo di governare e di fare politica nel quale le persone serie non possono riconoscersi".

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martedì 27 gennaio 2009

EDITORIALE - Shoah: perché “dobbiamo” ricordare?

di Pier Paolo Guardigli - Direttore SMN

Molti (io fra questi) tendono istintivamente a rimuovere dalla propria mente e dalla propria coscienza gli atti e gli accadimenti più spiacevoli conosciuti nella propria vita, i ricordi peggiori e traumatici, attraverso un processo psicologico di sostanziale autodifesa.
Ecco perché l’altra sera, essendo in programmazione uno splendido film di Steven Spielberg, Schindler’s List, ho stentato a frenare il moto istintivo di cambiare canale, chiudere gli occhi di fronte al dramma, alla sofferenza, moto istintivo per proteggere me stesso dalla violenza inaudita di una storia realmente accaduta, da un dramma di un recente passato, di dimensioni incredibili ed inaccettabili. Ho voluto vedere il film, che nel 1993 alla sua uscita mi costrinsi a non vedere, malgrado il clamore suscitato dal tema, dall’eccellente critica e soprattutto dai due Oscar vinti, per la miglior regia e per il miglior film.


Ma questa volta no, forse perché sto finalmente cominciando a capire il vero senso della parola Shoah: il suo significato linguistico è quello di ‘distruzione’ e richiama l’olocausto (dal greco ‘holos’ completo e ‘kaustos’ incendio) voluto dai nazisti nei confronti della popolazione ebraica e perpetrato attraverso uno dei più efferati e violenti genocidi della storia. Ma il suo significato più lato è proprio quello riferito al dovere morale di non dimenticare, di non chiudere gli occhi, di non voltarsi altrove, neppure per proteggersi dall’orrore.
Ma perché non dovremmo dimenticare? Credo che la migliore e più etica delle ragioni sia quella di imparare a rifiutare la cultura dell’odio.
L’odio può esprimersi (e lo fa, spesso, anche fra noi, nel presente) nei modi più diversi, sotto le più diverse spoglie, talvolta perfino con giustificazioni ideologiche. Allora ancora oggi assistiamo all’odio razziale, all’odio etnico, all'odio religioso, all’odio di classe, all’odio politico, persino all’odio sportivo.
E le vittime della Shoah di un tempo possono ancora subire la persecuzione mentale di chi, ancora oggi, dissimulando un preteso ‘antisciovinismo’, in realtà dà sfogo a penosi resti di antisemitismo, camuffandolo con le più svariate ragioni della politica o dell’ideologia. Ma anche questa è Shoah, e chi – per partito preso o per pregiudizio – oggi si schiera contro il popolo israeliano dovrebbe fare ammenda ed un sano esame di coscienza.
Oggi Shoah deve significare soprattutto bandire dal nostro cuore e dalla nostra mente questa dilagante cultura dell’odio, cercando di capire che nella vita di tutti noi accade o può accadere di essere in disaccordo con qualcosa o qualcuno, di individuare dei nostri oppositori (non nemici) politici, di scoprire che qualcuno la pensa diversamente da noi, o vive diversamente da noi, ma questo non può e non deve mai generare ‘odio’.
Assistiamo anche qui da noi, sempre più spesso, a manifestazioni di odio, tanto peggiore in quanto ‘fraterno’, riservato a nostri concittadini: la politica sempre più inasprita ha prodotto questo risultato incivile. Riflettiamo oggi, in questa giornata speciale, anche su questo aspetto di imbarbarimento della nostra Comunità, e cerchiamo di reagire.
Ecco un buon motivo per ‘ricordare’, che si aggiunge agli altri sei milioni di motivi che ci offre la storia di un efferato ed inaudito olocausto, ecco per tutti noi il senso vero della ‘giornata della memoria’.

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lunedì 26 gennaio 2009

La crisi dei partiti

di Pietro Solferini

L’instabilità e l’incertezza politica degli ultimi anni è una riprova lampante di quanto il sistema democratico sammarinese, basato sul metodo dei Partiti, sia ormai entrato in una crisi cronica ed irreversibile. L’ultima corrente uscita repentinamente dal PSD ha determinato la crisi di governo, ha contribuito in modo decisivo alla vittoria elettorale del Centro Destra, e ora si appresta a confluire negli Europopolari, a loro volta di democristiana memoria.

La nuova maggioranza è insediata da meno di cento giorni e già si mormora di movimentismo, alleanze segrete, scissioni, accordi per superare la norma anti ribaltone. Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un valzer ormai difficilmente ricostruibile di smembramenti, fuoriuscite, nuove formazioni, ricompattamenti. I consiglieri che militano nel Partito nelle cui liste sono stati eletti la prima volta si contano ormai sulla punta delle dita. Gli altri, con disarmante disinvoltura, sono usciti, hanno costituito Partiti nuovi, si sono schierati in altri Partiti, sono rientrati nel Partito di provenienza. La crisi di valori del nostro tempo si riverbera inevitabilmente anche sulla Politica, ed il nostro Paese non ne è immune, anzi gli effetti risultano palesi ed addirittura amplificati.
Quale può essere la soluzione più opportuna e praticabile? La mia proposta consiste in questo: sostituire l’attuale sistema partitico sammarinese con uno fortemente innovativo e molto più funzionale, basato non più sulle grandi ideologie, che ormai sono morte e sepolte, bensì sulle squadre. Quali squadre? Quelle del calcio, ovvio. Di primo acchito sembrerebbe azzardato, ma provate a ragionarci a fondo: conoscete qualcuno che in età adulta sia passato da tifoso juventino a milanista? O da interista a romanista o fiorentino? Io non ne ho notizia. Il coagulante della squadra di calcio è indubbiamente molto più forte, sentito ed indissolubile di quello della ideologia. Tale coagulante risulterebbe decisivo in termini di governabilità. Ovviamente gli scranni consiliari andrebbero distribuiti in modo diverso, da sinistra a destra e forse, per aumentare il sentimento di appartenenza, li si potrebbe dipingere con i colori sociali della propria squadra. Il problema dell’elettorato estero sarebbe ugualmente risolto, potendo i nostri concittadini esteri tranquillamente concorrere con i colori, per esempio, dei Detroit Pistons o del River Plate.Questa soluzione darebbe finalmente al Paese l’auspicata solidità e continuità di governo, elemento fortemente carente da dieci annia questa parte, ed invece unica ricetta vincente e praticabile per consentire all’Esecutivo di studiare progetti di ampio corso, darvi esecuzione, e cominciare a vedere, finalmente, qualche positivo effetto.


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La “drammatica” crisi

di Giuseppe Morganti

Resto esterrefatto per la miopia della classe politica del mio Paese, in questo modo San Marino è destinato alla sconfitta. Il governo dice che riuscirà a risolvere la grave crisi del sistema finanziario dimostrando all’Italia che San Marino ha nuovi amministratori che non tollereranno più le distorsioni. Sarò lieto se questo avverrà, ma non credo che sarà sufficiente per fare cambiare atteggiamento ai tecnici di Banca d’Italia, dell’Abi e tanto meno al Ministero per l’Economia. L’elemento centrale delle difficoltà ha una radice profonda di cui le distorsioni (gli scandali per intenderci) rappresentano solo la punta dell’iceberg. Sostanziale è il fatto che l’Europa non tollera più la presenza di zone grigie dove, al loro arrivo, i capitali fanno perdere le proprie tracce. In un clima di lotta totale al traffico di denaro e capitali, risulta ormai impossibile difendere strumenti economici anacronistici come l’anonimato e il segreto bancario.
La vera opportunità per i piccoli Stati sta invece nella capacità di negoziazione di nuove opportunità in coerenza con le norme internazionali, avendo come principio guida la tutela dell’interesse reciproco. Purtroppo questa nuova mentalità, fondamentale per lo sviluppo di San Marino che non vuole essere un paese offshore, non è ancora entrata nella testa di tanti politici e neppure di tanti imprenditori, che intendono continuare a difendere a spada tratta l’indifendibile, esercitando un freno verso il cambiamento che sta sempre di più isolando la Repubblica e le sta facendo perdere l’occasione di negoziare il vecchio con il nuovo. Purtroppo abbiamo già raggiunto il punto per cui siamo costretti a riformarci senza poter negoziare contropartite capaci di aprire nuove opportunità. La politica è talmente limitata e inadeguata nell’affrontare questa fase, che in Consiglio Grande e Generale non è riuscita a trovare un indirizzo comune di fronte ad una gravissima crisi, drammatica come la definisce il Segretario alle Finanze. Quando anche l’Abi si sarà definitivamente espressa, non ci saranno più equivoci, le regole previste dal decreto Tremonti 231, che governa i rapporti fra l’Italia e gli Stati extra comunitari giudicati non equivalenti, dovranno essere messe in pratica e gli Istituti bancari sammarinesi per accedere al sistema dei pagamenti, dovranno obbligatoriamente fornire alle banche italiane le informazioni sui propri clienti. Le banche storiche di San Marino si sono già positivamente attivate in questo senso chiedendo ai propri clienti l’autorizzazione alla trasmissione delle informazioni. Del resto l’obbligo di adeguata verifica è già previsto dalla legislazione sammarinese che combatte l’antiriciclaggio e tutti gli istituti finanziari dovevano già essersi attivati per lo meno nella raccolta delle informazioni sulla clientela. Aver dato corso all’azione di raccolta delle informazioni rappresenta un segnale molto forte nei confronti dei nostri interlocutori italiani e europei, dimostrando in via anticipata finalmente, che San Marino è capace di muoversi senza esserne costretto rispetto ad azioni che risultano comunque necessarie. Leggendo il rapporto Moneyval ci rendiamo conto infatti che è stato proprio l’atteggiamento reticente nell’applicazione delle norme e non la mancanza delle stesse, a determinare il giudizio negativo. Sono convinto che l’unico modo per uscire dall’empasse in cui ci troviamo sia quello di agire sul cambiamento, guidando il sistema verso la trasparenza, ma sono fortemente preoccupato perché mentre l’Europa vive la fase dell’armonizzazione che non può che limitare le potenzialità del vecchio sistema, numerosi politici e imprenditori restano orientati alla difesa dell’indifendibile. In questo modo San Marino è destinato alla sconfitta

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mercoledì 21 gennaio 2009

Sovranità

Di MarcOne

L'attacco a San Marino era iniziato con il sequestro in territorio italiano delle persone di Asset banca, un vero e proprio rapimento organizzato con uno stratagemma che le ha costrette a recarsi sul suolo italiano per poi essere arrestate con operazioni fuori dal limite della legalità, in modo assurdo e, a posteriori, senza alcuna tutela da parte delle autorità sammarinesi che dovevano intervenire duramente a livello diplomatico. Colpire il sistema delle banche è una strategia studiata a tavolino non solo dai PM che sono solo strumenti di una complessiva strategia posta in essere a più mani dove, politica, bankitalia e magistratura hanno avuto ruoli ben precisi.

L'Italia pretende di nascondere dietro le direttive UE il comportamento che sta attuando nei confronti di San Marino, ma in realtà Tremonti & C. conoscono molto bene il nostro sistema poichè già a libro paga come consulente della Repubblica in passato. San Marino e Italia hanno un accordo valutario e vari altri accordi in essere che ora l'Italia rinnega e disonora unilateralmente e senza motivazioni plausibili. Tali accordi garantiscono tutte le operazioni bancarie-valutarie fra Stati e improvvisamente vengono fatti crollare ad arte con una operazione a tre corni: politico-tecnico-magistratura. Un fatto molto grave se valutato a livello diplomatico internazionale poichè rinnegare un accordo fra Stati significa essere inaffidabili e speculare sulla testa di un paese molto piccolo che a conti fatti movimenta talmente tanto poco denaro che paragonato all'evasione fiscale italiana cioè la ricchezza prodotta e nascosta al fisco raggiungerebbe i 266 miliardi di euro (con una quota sul Pil compresa tra il 17% e il 18,1%), con una conseguente perdita in termini di gettito pari a circa 115 miliardi di euro. San Marino ha un bilancio statale complessivo non arriva al miliardo di euro, infatti è di 760 milioni di euro.Mentre alla fine di ottobre 2008, la raccolta totale del sistema si è attestata sui 14 miliardi di euro. Fatte le opportune considerazioni politiche che ciascuno può trarre e svolte le debite proporzioni appare chiaro che questa è un attentato alla sovranità sammarinese, cioè una manovra di una parte politica dell'Italia la quale pare voglia mettere in crisi San Marino con un disegno ben preciso, visto che i nostri accordi, la nostra condotta e le nostre cifre non fanno nemmeno il solletico ai megamiliardi di evasione, ai megamliardi che fatturano le varie mafie italiane, ai megamiliardi della criminalità organizzata e non, alla disoccupazione, ai problemi cronici della giustizia e dell'inefficienza dell'apparato pubblico ed una arroganza nei confronti di un piccolo Stato. E fin qui c'è solo una parte dei torti subiti e delle cattiverie che dobbiamo subire dal cosidetto "vicino amico". Non parliamo di viabilità, collegamenti fra Stati e di tutti gli accordi che l'Italia puntualmente ha disatteso negli anni; di quanto San Marino versi nelle casse italiane per questo o quel accordo inutile: 8 milioni di euro per depurare le acque con i quali ci si costruirebbero 3 o 4 depuratori; svariati milioni per l'aeroporto (o meglio aeromorto) di Rimini da quale nulla parte e arriva; svariati milioni per accordi di altro genere tipo rifiuti tradizionali, speciali, consorzi di ogni tipo e accordi di ogni rango fino a quelli con il comune di "cà fregnone"... Ma quale Italia, ma quale ABI! Si guardi alla Svizzera, Lussemburgo &C. si progettino soluzioni alternative fattibili e utili al paese.Ma veniamo alle colpe nostre. Collegando il sistema dei pagamenti bancari alla svizzera o USA si avrebbero azzerati i problemi di ogni tipo con Italia e bankitalia con grande guadagno per tutta l'economia (a proposito si legga La Voce del 20-01, parole del prof. Pelanda), ma qui entrano le proprietà delle banche e i banchieri italiani che non volgiono e ci trattano da anni come i loro tappetini e intanto fanno soldi sulla pelle di questo Stato. Tutte le banche di San Marino hanno la proprietà in Italia da consorelle e sono collegate a circuiti italiani, notoriamente i peggiori e più costosi del mercato. Guarda caso anche la politica ha fatto numerosi errori strategico-politici di elevato rilievo, iniziando dall'accordo del 1991 che ha interrotto la nostra sovranità, fino agli ultimi anni, quando si è lasciata mano libera da una parte a gruppi di potere, e dall'altra alle banche che hanno potuto fare il proprio comodo con il consenso di tutti, e nessuno ha pensato a quando le cose sarebbero peggiorate, cioè a risolvere i problemi guardando al bene del paese e non a quello del proprio portafoglio e della propria parte politica. Senza dilungarsi, tutti sono responsabili, anche quelli che hanno taciuto e che erano all'opposizione! I problemi non si risolvono nominando un italiano alla Banca Centrale, o facendo firmare la liberatoria del segreto bancario ai clienti, come se fosse un problema di coscienza, quando invece è politico e di principio assoluto: pensare al distacco dall'Italia tutelando al meglio la nostra sovranità. Riappropriarsi della sovranità e della voglia di esplorare altri mondi possibili è una necessità che è divenuta priorità assoluta. Il discorso di Obama credo sia un grande riferimento per tutti gli abitanti della terra non solo per gli USA. A San Marino i responsabili della politica estera di ieri oggi e domani dovrebbero fare uno sforzo per pensare un "piano Marshall" della ricostruzione di un Stato attraverso la fine tessitura, in tempi brevi, di trame virtuose con le istituzioni internazionali, basti pensare alle che possono aiutarci ad uscire da una morsa che ci schiaccia senza avere colpe, con la UE e con gli USA i quali potrebbero essere una carta importante da giocare. Ma qui occorre lungimiranza e i segnali politici invece sono negativi: può un personaggio politico che in passato ha consegnato il nostro sistema paese nelle mani dell'Italia curare la malattia che lui stesso ha provocato? Può essere interlocutore affidabile colui che in passato ha giocato su più tavoli ingannando gli interlocutori? In una parola, la politica è ancora credibile fuori da queste mura? Mi pare che Obama sia lontano anni luce e nello stesso tempo c'è grande necessità di avere una classe politica lungimirante, aperta e pronta ad esplorare nuove strade per il bene del paese. Ma qui non si legge nè un progetto di emergenza, nè tantomeno azioni concrete che possano rovesciare l'andamento dei fatti.La considerazione finale spetta a quella parte del PSD la quale è riuscita in pochi mesi ha rivitalizzare l'acerrimo nemico DC, ha ricompattare una destra disfatta (che lo rimane in sostanza, ma che intanto ha vinto le elezioni), avendo proprio gli obiettivi opposti. Quindi i vari rappresentanti del cosidetto gruppo democratici ha fallito completamente i suoi obiettivi politici e dovrebbe fare una grande e profonda autocritica perchè, ancora una volta, non ha capito nulla della politica ed è stata perfino tradita dalla promessa sposa AP, la quale molto cinicamente ha scelto il potere per il potere, una operazione fine a se stessa che non porterà alcun beneficio al paese, e, forse, nemmeno ad AP, destinata a perdere ancora voti e consensi. I loro amici di Su sono riusciti a fare quello che nessuno avrebbe fatto: una legge contro i sammarinesi per non farli votare, una legge che nella fretta di farla si è dimenticata di 800 cittadini e che non ha permesso ai residenti all'estero di esprimere il proprio voto libero. Se in sole 2 settimane si è riusciti anche a perdere una componenete socialista di rilievo come quella di Berardi passata sull'altra sponda e quella di SpL non più presente in Consiglio, allora significa che quella parte del PSD, forse tutto il partito, ha necessità di una nuova politica con obiettivo l'aggregazione di tutte le forze, basata sulle inclusioni e non sulle esclusioni, sulla forza delle idee. Il fallimento è grande: paese in ginocchio, governo nella mani della destra. Ne prendano atto in maniera approfondita.


P.S. L'eventuale firma dell'accordo di coop. con l'Italia del 2006, oggi molto sbandierato, che ad avviso di molti avrebbe solo peggiorato le cose e consegnato San Marino nelle mani dell'Italia (a proposito Meniccucci dove si è nascosto? Non è ora di dire qualcosa?), svenduta la sovranità ed estinta ogni possibile riforma sistemica di questo paese, ammesso fosse la soluzione, è l'ennesima prova della vostra incapacità politica a concludere accordi per il bene del paese.

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venerdì 16 gennaio 2009

Futuro prossimo

Di Marino Antimo Zanotti
Giorni fa la coalizione «Riforme e libertà», sconfitta alle elezioni politiche del novembre scorso, ha annunciato l’imminente formazione di gruppi di lavoro tematici, controllati dalla supervisione di un esecutivo formato dai dirigenti dei partiti coalizzati. È questa una lodevole iniziativa se si vuole uscire dalle secche della politica parlata ed entrare in una fase progettuale, pur di opposizione. Tuttavia sembra prematura una iniziativa comune a largo raggio, quantomeno per tre principali motivi.
Se ci limitiamo all’area “tematica” del lavoro e previdenza sociale, sorgono alcuni ostacoli difficile da smussare in breve tempo; nessuno avrà, credo, dimenticato che Sinistra Unita in occasione dei Referendum sul lavoro, ma anche in campagna elettorale, ha avuto un approccio molto diverso dagli altri partiti, risultando l’unica forza che li sostenne esplicitamente.
Lo stesso PSD non ha mai operato una rivisitazione pubblica sulle leggi di cui è stato portatore, la 131/2005 sulle politiche del lavoro e la 158/2005 in tema di previdenza complementare, poi abrogata grazie all’ammissione del relativo referendum.
La seconda questione è la tenuta nel centro sinistra dei partiti che ne la legge elettorale, ne la giovane coalizione possono garantire. Anche a causa del mancato rinnovamento dirigenziale del PSD, restano sempre possibili le fughe al centro, dovute all’attrazione polare di soggetti della democrazia cristiana e personaggi vicini ai soliti poteri forti. A questo proposito si possono notare segnali indiziari, come il fenomeno delle segreterie miste, dove ancora il famoso spoiling system non è avvenuto.
Il terzo ostacolo da smussare è la mancanza di prospettiva politica della coalizione che non può essere riposta in un programma elettorale sconfitto.
Per evitare di bruciare un buon strumento di lavoro sul nascere, occorre che i partiti di Riforme e Libertà facciano chiarezza attraverso le rispettive forme istituzionali, come i Congressi. In tempi possibilmente brevi.
Il futuro è già oggi ed occorre essere pronti.
All’inadeguatezza del quadro politico di governo e alla impresentabilità di alcuni personaggi di spicco non si può controbattere specularmente.
La crisi che vivremo sarà forse mondiale. Non possiamo attendere che a pagarla siano come sempre i più deboli del pianeta e anche del nostro Paese.
La crisi potrà essere affrontata come occasione per un miglioramento futuro e nella consapevolezza che dovremo forzatamente invertire la rotta, verso una concezione di sviluppo sostenibile e relazioni di pari dignità tra i popoli della terra.

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Politiche Energetiche

Di Simone Celli - Consigliere PSD

Il dato incontrovertibile è che la questione energetica ha assunto dimensioni di portata mondiale. La crisi del gas fra Ucraina e Russia, che rischia di lasciare al freddo numerosi Paesi europei nel bel mezzo dell’inverno, è soltanto l’esempio più recente di quanto sia diventato strategico ed estremamente delicato il tema dell’approvvigionamento energetico.
La maggior parte dei governi dei paesi sviluppati ed in via di sviluppo con sempre più spiccata convinzione sta adottando politiche energetiche tese alla sostanziale riduzione delle emissioni dei gas serra e all’incentivazione dello sfruttamento di fonti rinnovabili per la produzione di energia.
Personalmente ritengo che il nostro Paese non possa rimanere inerme di fronte ad una materia di siffatta importanza. Non possiamo perdere altro tempo! E’ giunta l’ora di sviluppare in modo concreto politiche energetiche innovative ed in linea con le direttive europee ed internazionali.
Una classe politica lungimirante, che ha a cuore gli interessi del Paese, deve assolutamente cogliere le sfide della diminuzione delle emissioni dei gas inquinanti, del contenimento degli sprechi energetici e dell’utilizzazione delle fonti di energia rinnovabili.
Una migliore qualità dell’ambiente in cui viviamo, un minore consumo energetico e una parziale autonomia nella produzione di energia: ecco gli obiettivi che deve prefiggersi chi vuole governare il nostro Paese nell’interesse della collettività.
Purtroppo devo constatare, con viva preoccupazione, l’assoluta latitanza del governo su questa materia. E la preoccupazione cresce se si pensa al fatto che, sotto l’impulso del Partito dei Socialisti e dei Democratici e delle forze politiche che all’epoca componevano la maggioranza di centro-sinistra, la gran parte del lavoro è già stato svolto nella passata legislatura mediante l’approvazione della Legge n. 72 del 7 maggio 2008 (“legge sul risparmio energetico e l'incentivazione dell'utilizzo delle energie rinnovabili”) e che oggi è necessario procedere all’approvazione solo ed esclusivamente dei decreti attuativi.
E’opportuno ricordare che il percorso che ha portato all’approvazione della suddetta legge e anche del Piano Energetico, egregiamente condotto dagli allora Segretari di Stato per il Territorio Riccardi (PSD) e per l’Industria Masi (AP), è stato caratterizzato da un ampio coinvolgimento di tutte le forze politiche, delle associazioni di categoria, degli enti pubblici, dell’Università e di consulenti sammarinesi, che ha determinato un vasto consenso in quasi tutti i settori della società civile ed il sostegno da parte di tutti i gruppi consiliari presenti in Consiglio Grande e Generale.
Oggi, ad un passo dalla meta finale, tutto sembra essersi bloccato. Infatti da quando il nuovo esecutivo è pienamente in funzione non si è sentita una parola su tali tematiche nonostante le sensibilità di Alleanza Popolare e Democrazia Cristiana non dovrebbero essere cambiate; peraltro nel programma di governo del Patto per San Marino, al quale gli esponenti di governo dicono di attenersi in maniera assolutamente coerente, è esplicitamente scritto: "si perseguirà prioritariamente l’adozione di atti normativi di attuazione della legge n.72 del 7/05/2008 per perseguire l’efficienza energetica degli edifici e per promuovere ed incentivare l’impiego di energie rinnovabili in ambito civile e industriale". Mi sorge spontaneo un interrogativo: cosa è cambiato rispetto a qualche mese fa?
L'unica dichiarazione di intenti è stata prodotta solo riguardo all'adesione al protocollo di Kyoto, altro lavoro avviato dall'intraprendenza del passato esecutivo. Chi conosce i meccanismi di tale protocollo sa benissimo che gli obiettivi in esso contenuti rischiano di rimanere lettera morta, senza alcun riflesso positivo sul mondo produttivo, sull'ambiente, sugli edifici per quanto riguarda l'efficienza energetica e l'ecocompatibilità se non vi è una determinata e puntuale azione politica. La legge approvata nel maggio scorso, soprattutto il Piano Energetico, vanno proprio incontro a tali esigenze. Il sensato e forte dubbio che sorge è che questo esecutivo vuole solo dare l'impressione di essere pro-energie rinnovabili e anti sprechi energetici (vedi la situazione di molti impianti pubblici spesso obsoleti o inquinanti). L'adesione al protocollo di Kyoto, ora che sta per essere revisionato o aggiornato, pare quindi solo essere uno specchietto per le allodole.
Il PSD al contrario, coadiuvato dalle altre forze di Riforme e Libertà, continuerà invece in maniera coerente a supportare e proporre azioni dirette alla realizzazione dell'impegno contenuto nel nostro programma: "inserire San Marino nel contesto internazionale dei paesi più impegnati nella riduzione degli agenti climalteranti e verso una parziale indipendenza energetica tramite produzione”.
Concludo ricordando che l'esecutivo precedente aveva anche attivato una Autorità per i Servizi Pubblici e l'Energia, altra lungimirante azione per garantire a San Marino una almeno parziale indipendenza energetica ed il controllo delle tariffe energetiche (non si trascuri il deficit milionario della Azienda dei Servizi di questo anno) attraverso criteri oggettivi. Nemmeno su questo il governo attuale ha emesso indirizzi...sarebbe devastante interrompere tutto il processo di evoluzione del sistema normativo energetico sammarinese e ricondurlo al giurassico di 3 anni fa. Mi sorge il dubbio che i veri dinosauri stiano nelle fila del Patto per San Marino.

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giovedì 15 gennaio 2009

Similitudini

di Marino Antimo Zanotti
1. Da qualche ora i naufraghi sono immersi nelle acque gelide dell’oceano, in attesa di un miracolo che li salvi da una fine orribile. Alcuni di loro hanno ancora negli occhi il dramma consumato da poco, le urla dei dannati senza scampo, i bambini al loro ultimo pianto e la caccia animalesca per un posto sul paradiso…

di una scialuppa di salvataggio; qualche inguaribile ottimista pensa d’ingannare l’attesa di una sicura salvezza e, sfruttando le ultime funzioni dei sensi, assapora le note che l’orchestra della nave inaffondabile ha diffuso nell’aria di tregenda, prima di sprofondare insieme ai loro amati strumenti e alla loro eccellente cultura musicale.
Solo poche ore fa le formiche umane correvano da un ponte all’altro, senza più la sicura arroganza di superiorità sugli elementi della natura o la tronfiaggine del presunto progresso raggiunto, la ricchezza ostentata in prima classe e la povertà inutilmente celata in terza.
Fino all’ultimo questa copia miniaturale del mondo capitalista d’inizio ‘900, tenta di mantenere le proprie regole, gerarchie, privilegi, in assurda osservanza delle convenzioni.

Ora i cadaveri sono mischiati gli uni agli altri, dentro e sopra l’oceano; insieme a loro familiarizzano anche gli oggetti di diverse estrazioni sociali.
Sono cessati i lamenti dei moribondi e i cadaveri galleggiano sorretti dai giubbotti mentre Il Guardiamarina scivola in mezzo a loro sulla scialuppa di soccorso, ripetendo in continuazione «c’è nessuno vivo?»



2.
La neve ha piegato la mia rosa,/
ha spezzato il suo gambo/
costringendola a ciondolare/
sconsolata, a testa in giù./
/
Aveva resistito al vento,/
mi sorrideva quando le passavo vicino,/
entrando o uscendo di casa/
ci toccavamo a lungo./

Ho tagliato di netto il suo gambo,/
un grande bicchiere tutto per Lei,/
un tavolo per stare insieme/
e la luce della finestra per sorridere./
/
Siamo stati felici insieme,/
ogni giorno, sera e ancora/
mattina. Ma oggi ho pianto/
i suoi petali gialli sul tavolo./
/
All’improvviso./


3.
Il mio partito, Sinistra Unita, forse non si è salvato dal naufragio.
I gambi spezzati, le foglie sfibrate, le idee confuse.
Forse pensava di restare a lungo sulla tolda del TITANIC.

I suoi rami sembrano troncati, morti.
Nessuna risposta all’implorante richiamo del Guardiamarina.

Il mio partito, Sinistra Unita
Forse non è un partito.

I suoi petali, rossi, sul tavolo. Morenti.

9 gennaio 2009

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mercoledì 14 gennaio 2009

Put your money where yuor mouth is

di Fl NY

Sono contento che in questo mondo di incertezza ogni tanto salta fuori qualche saputello che sa come risolvere i conflitti internazionali.
Anche nella triste occasione dei nuovi scontri in medio oriente ci sono, a San Marino, persone che si interessano di tutto e sono disposti a offrire consigli e critiche ma rifiutano di uscire fisicamente dai gusci che li proteggono da tutte le intemperie. L’invito al Segretario degli Affari Esteri di San Marino, a dichiarare che:''La nostra neutralita' sia piu' neutrale e meno sospetta, e di unire il nostro paese a quanti nel mondo avranno il coraggio di parlare il linguaggio della verita' e della pace''fa parte di questi atteggiamenti.
Altri vorrebbero che San Marino aprisse un Consolato in Palestina, credono che un popolo che da anni usa il terrorismo su scala mondiale sappia dov'e' San Marino. Fanno finta di non sapere che coloro i quali hanno infranto la tregua per farsi compatire vanno a intanarsi negli ospedali e nelle scuole dopo aver lanciato missili e altri ordigni distruttivi, per poi protestare perchè hanno subito vittime giovanili? Quei codardi si fanno scudo di bambini, donne e anziani.

Altri ancora si indignano del comportamento del mondo occidentale per come tratta quei poveri terroristi che si trovano nelle prigioni solo perche' hanno fatto esplodere qualche mezzo di trasporto aereo pieno di famiglie e equipaggi.

Anche noi sammarinesi abbiamo avuto vittime del terrorismo: ricordiamo la stazione di Bologna con il Prof. Galassi e Steven Giorgetti nelle torri Gemelle di NY.
Quali fermi sostenitori della pace, che va ricercata ad ogni costo, siamo anche però convinti che il terrorismo si può battere solo annientandolo e togliendo loro le armi. Non vi è altra strada.

Siamo anche convinti che ogni cittadino ha diritto ad avere “uguali diritti” e che ogni forma di discriminazione va combattuta e superata e ciò vale anche per questioni meno gravi ma pur sempre importanti per la dignità dell’uomo.

Non si possono fare le prediche fuori casa e comportarsi male in casa! In questo modo saremo sempre meno credibili e nessuno più di noi emigrati, tiene al buon nome di San Marino ed all’esempio che può e deve dare.

In altre parole: Put Your money where your mouth is.( Metti i tuoi soldi dove e' la tua bocca ), le chiacchiere e le critiche costano poco, per i fatti ci vuole il coraggio e la liberta' costa.

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Materiali per una nuova Norimberga

di Luciano Moretti - Sinistra Unita

L’orrore che ci giunge da Gaza non ha immaginazione, la ferocia dei muscoli nucleari israeliani ha il corpo tecnologico di armi micidiali usate con la storica sbronza di odio e potere, contro miserabili stremati e inermi.
L’infame offesa va ben oltre lo sparo di razzi che turbano la pace di famiglie israeliane degli insediamenti illegali costruiti sul territorio palestinese.
Ci carica di colpa, ci ferisce con l’insulto dei corpicini inerti, con la brutalità degli occhi terrorizzati di un infanzia la cui vita è sospesa .Sammarinesi: facciamo qualcosa per la gente di Gaza stremata dal crimine, per le eroiche donne palestinesi che continuato a essere madri nei campi profughi, nei villaggi tagliati a metà dai muri, sotto le bombe dello sterminio.
Alziamo la voce per tentare di fermare questo massacro bestiale.
Aiutiamo Gaza, restiamo umani.
Addetti della croce rossa internazionale riusciti ad entrare nel quartiere di Zaytun con quattro ambulanze della mezzaluna rossa hanno trovato quattro bambini, troppo deboli per stare in piedi, accanto al cadavere della loro madre in una casa che conteneva 12 morti.
Lo afferma un comunicato ufficiale dell’International Commitee della croce rossa, che chiede formalmente a Israele di consentire l’immediato accesso a Gaza della croce rossa stessa, date le condizioni drammatiche testimoniate dai propri addetti .
Vale la pena di ricordare che la croce rossa ebbe accesso anche nei campi di concentramento del Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale.
A Gaza non é difficile intuire chi è il buon samaritano.
È il medico norvegese dottor Gilbert che sta sotto le bombe ed opera mutilati 24 ore su 24, sono i medici palestinesi i portantini che vanno a recuperare i feriti e sono bersagliati nelle loro ambulanze dai soldati israeliani, sono i numerosi volontari italiani e stranieri che sono rimasti lì a portare il loro aiuto alla popolazione stremata.
Una denuncia specifica dell’ONU ci informa: “ammassati in uno stabile e poi presi a cannonate: ”30 civili morti”. L’alto commissario per i diritti umani “indagheremo su crimini di guerra”.
Il premio Nobel per la Pace, Maguire Mairead, ha scritto al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, e al Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Miguel D’escoto, aggiungendo la propria voce agli appelli di giuristi internazionali, organizzazioni per i diritti umani, singole personalità, ecc., affinché l’assemblea Generale dell’ONU consideri seriamente la creazione di un tribunale internazionale per Israele a seguito delle atrocità in corso contro il popolo di Gaza ed il resto della Palestina.
Maguire ha affermato: “nel novembre del 2008 visitai Gaza e rimasi scioccato dalla sofferenza della popolazione sotto assedio da oltre due anni”.
Questa punizione collettiva da parte del governo Israeliano ha condotta a una crisi umanitaria.
La punizione contro una comunità civile, da parte del governo Israeliano viola la convenzione di Ginevra, è illegale, è un crimine contro l’Umanità!
Il Cardinale Renato Martino ha rotto il silenzio della chiesa e parla di Gaza come di un lager a cielo aperto. L’idea per un tribunale penale per i crimini, bene o male, va avanti.
L’occidente comincia a vergognarsi di assistere in silenzio il carnefice.Restiamo umani.

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lunedì 12 gennaio 2009

Le frammentazioni del PSD

di Alex Righi
Coordinatore di Alternativa Giovanile


L' articolo apparso sulle pagine di tribuna nei giorni scorsi, sulla possibile frammentazione all' interno del PSD, provoca in me un sentimento di ilarità.
Sia perché le divisioni sono realmente presenti, sia perché proprio loro, durante tutta la campagna elettorale hanno inneggiato alla “coesione”, considerato caposaldo non solo di una forza politica ma anche di una forza di governo.

Le divisioni peraltro non riguardano solamente la parte democratica e socialista, ma vede ben altre frammentazioni.
Il partito e in generale i consiglieri, fanno riferimento a tre personaggi di spicco, Germano De Biagi, Paride Andreoli e Fiorenzo Stolfi, eccetto casi piuttosto isolati.
Oltre a questi personaggi, di indiscussa capacità politica, spiccatissima competenza nei più svariati ambiti ed elevatissimo spessore culturale, ritroviamo un residuo di quell' area denominata Democratica, utilizzata a livello di immagine come la parte non compromessa del partito, che nella sostanza non ha alcuna incidenza e che è stata decimata durante le ultime legislature.
Non mi sorprende il fatto che le frammentazioni emergano ed emergeranno proprio quando il partito dei socialisti e dei democratici si trova all' opposizione, lontano da quelle poltrone che hanno messo d' accordo tutti, Socialisti e Democratici, affaristi e idealisti della buona politica.
Il PSD è un partito capacissimo di portare avanti proposte, tipiche del socialismo liberale, come Casinò, liberalizzazione delle residenze e del territorio, potrei poi continuare per una legislatura intera.
Questa è la realtà del grande partito della sinistra, che senza poltrone e affari non può proprio stare; per fortuna non sarà il partito dei socialisti e democratici a dover risolvere il problema dell' ondata di furti nella nostra cara Repubblica.

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venerdì 9 gennaio 2009

Normalizzare la politica: è fuori dal tempo

di MarcOne
Gentile Direttore,
alcuni argomenti come la questione assegni carte di credito e circuiti bancari, gas, e SMAC hanno tenuto banco e solleticato la curiosità di tutti, visto che prima delle elezioni c'è chi urlava alla catastrofe mentre oggi tutti possiamo constatare che carte, assegni, bancomat ecc sono ancora funzionanti e spendibili ovunque. Gli allarmismi inutili quanto dannosi…

…per il nostro sistema sono il prodotto della strumentalizzazione politica fine a se stessa che non porta a nulla di positivo per il paese e i cittadini.Ma entriamo nello specifico, mi sono informato, la SMAC prevede sconti, è vero, ma per i carburanti lo sconto lo fa tutto lo Stato e per il resto sono i negozianti che ci mettono di tasca propria, insomma c'è chi rischia e chi non rischia nulla. La SMAC doveva essere una nuova carta o borsellino elettronico per il cittadino che lo Stato doveva gestire in maniera tale da creare un volano virtuoso. Invece la SMAC, peraltro idea vecchia del 2003, è caduta nelle mani dei soliti noti poteri forti, come si ama dire di questi tempi, ed il suo originario "progetto di servizio" è stato completamente stravolto, per ragioni inconfessabili si sono regalati appalti e gestione finendo col depotenziare i servizi, l'operatività, il senso dell'opera pubblica, regalando ai soliti noti la privatizzazione degli utili su un business pubblico, creando ulteriori monopoli che arrichiscono i privati. Su questo il sig. Libertas non spende nemmeno 1 riga: non conosce o finge?Il circuito che supporta i pagamenti bancomat e carte di credito è totalmente, e da anni, nelle mani italiane che oltre ad impedire oggi a San Marino di essere operativo alla pari, per anni ci hanno succhiato le percentuali per ogni transazione svolta in territorio e si calcola che il paese abbia perduto in questi anni oltre 900 milioni di euro solo per questo.Per chi fosse interessato agli approfondimenti ed a capirne di più: se pago con la carta bancomat da un pos nel supermercato le commissioni della transazione vanno a rimpinguare le casse di una azienda italiana che li gestisce... Un soldino per ogni pagamento, non male per chi ha uno Stato intero che promuove gli acquisti per risollevare l'economia! Ma si risolleva tutta l'economia o solo quella dei soci dell'operazione SMAC? Oggi, si potrebbe ipotizzare (cioè da almeno 10 anni), un circuito per pagamenti interni tutto sammarinese, diciamo a gestione pubblica o almeno comune, che non faccia perdere nemmeno un euro (oggi versare un assegno fra banche di San Marino o transazioni di questo tipo costa caro come e più del fuori piazza), ma anzi guadagnare anche in conoscenza ed al contempo andare a fare accordi per es. con UBS in Svizzera per agganciare il sistema dei pagamenti a quello mondiale delle carte di credito. Le domande fondamentali sono infatti: 1) a chi importa rimanere agganciati all'Italia (leggasi ICCREA, ICBPI ecc) quando essa ha dimostrato con i fatti di non volere che l'economia sammarinese abbia una sua autonomia e un successo? 2) A chi non interessa fare più soldi creare una stabile conoscenza, aumentare le opportunità e diventare almeno autosufficienti e indipedenti da un unico fornitore che ti taglia le linee quando vuole? Inutili e inconsistenti le dichiarazioni dell'assoindustria che è causa dell'arreratezza di questo paese, insieme alla politica preferisce i monopoli alla ricchezza per tutti e si stupisce dell'odierna situazione, ma lor signori dove erano?Se siamo un Stato piccolo faremo come tutti gli altri e non risulta che la Svizzera (Stati Uniti, Lussemburgo, Andorra ecc) si strappi le vesti se l'Italia la considera paese terzo. Anzi mi pare che San Marino potrebbe essere come la Svizzera e non solo per le banche, ma tout court per una democrazia, economia e libertà più a misura del cittadino, ma non vuole decidersi a staccarsi dalla mammella-Italia e dalle sue grinfie immonde, zozze e piene di mafie. Dall'Italia non abbiamo nulla da imparare in alcun settore, dove si guarda tutto va a rotoli: giustizia, lavoro, economia, ricerca, educazione.... E loro vorrebbero farci diventare così sottomessi come una provincia!! Passiamo all'approvvigionamento di gas ed energia elettrica... Ieri i prezzi salivano, oggi scendono e i cittadini sammarinesi subiscono le inadeguatezze e le incapacità della politica che anche in questo stategico settore ha abdicato all'Italia. San Marino può anzi deve acquistare gas ed energia dal miglior offerente nel mondo visto che aderisce a numerose organizzazioni mondiali che gli garantiscono di poterlo fare, insomma non siamo vincolati a nessuno ed anzi intelligentemente si dovrebbero avere almeno 2 fornitori fra loro diversificati non solo in ragione di una prezzo competitivo, si non per la possibilità in caso di emergenza di attingere dall'altro a garanzia di un sistema sempre funzionante.Caro Direttore, oggi staccarsi dall'Italia oltre a diventare una emergenza è un obiettivo ancor più facile da raggiungere visto che ci hanno messo nelle condizioni per farlo, non abbiamo più nulla da perdere se mai è stato così per alcuni, anzi abbiamo tutto da guadagnare! Oggi l'occasione è ghiotta a vantaggio dell'economia e della crescita del nostro paese, chi non lo ha capito è solo la politica che ha perso tempo a capire se l'UE è oggi un obiettivo da perseguire con le opportune deroghe, oppure conviene fare come la Svizzera. Sicuro non conviene farci pilotare e dettare l'agenda da "Roma ladrona". Qui occorre vedere non il problema, ma l'enorme vantaggio per tutto il paese nel percorrere nuove strade giacchè quelle vecchie oltre ad essere logore e perdenti, sono divenute impraticabili.Da ultimo vorrei capire il perchè se una azienda come Puntoscop è in banca rotta o fallisce o peggio ancora, lo Stato si premura di "salvarla" mettendo fuori oltre alla Cassa Integrazione (CIG) che ricordiamo sono denari di tutti, anche 300 mila euro pubblici, come se il business fosse "roba loro". Allora c'è da chiedersi se salviamo i posti di lavoro oppure stiamo salvando qualche imprenditore incapace o, peggio, qualche "sola" (dal romanesco=fregatura) che è stata data a chi ha comprato da finti incapaci. C'è da chiedersi se la CIG non vada ripensata e se è un istituto utile a salvare veramente i lavoratori o piuttosto serve per operazioni che nulla hanno a che vedere con questo e che nascondono casomai incapacità imprenditoriali e/o marchingegni finanziari occulti. Può quindi uno Stato, il pubblico correre in soccorso di tutti, anche di quelli che vogliono fallire sapendo di fallire? Può uno Stato spendere i soldi di tutti per salvare i privati? Può uno Stato intervenire per rianimare un business dal quale non trae alcun beneficio diretto e indiretto ed anzi deve avere ancora il denaro delle imposte?
P.S. C'è proprio bisogno di commentare l'invio di un qualsiasi proconsole democristiano ricevuto in forma privata che ci invita a diventare identici all'Italia?P.S.S. Sarebbe utile ascoltare un esperto tecnico che ci dica come, dove e a chi finiscono i soldi delle transazioni per gli acquisti delle carte di credito dei sammarinesi e il sistema così come è strutturato oggi?


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giovedì 8 gennaio 2009

Lettera aperta a Pasquale Valentini

di Patrizia Busignani

Caro Pasquale,
Ti scrivo e Tu sai che sono anni che mi astengo da interviste o dichiarazioni ai giornali. Ti scrivo perché all’incirca un anno fa Ti chiamai per chiederTi, come Segretario – allora – del principale Partito di opposizione, di contribuire ad una legge per la prevenzione e la repressione della violenza contro le donne che potesse essere condivisa da tutto lo schieramento politico e dalla società civile a garanzia della sua effettiva applicazione.
Tu condividesti quell’impostazione e il PDCS, come altre forze di opposizione, ma anche organizzazioni sindacali, associazioni di categoria e rappresentanze della società civile e del volontariato, offrirono suggerimenti preziosi, la gran parte dei quali vennero integrati nel testo che è diventato Legge dello Stato il 18 giugno dell’anno scorso.

Ora, nel rivolgerTi l’augurio di salute e serenità per l’anno che si è appena aperto, desidero ricordarTi l‘impegno a suo tempo condiviso di garantire attuazione a quella legge che ci è valsa apprezzamenti in sede internazionale, ma soprattutto ha dato una speranza a chi patisce la violenza. E sappiamo - ora - che a San Marino soffrono la violenza di genere, soprattutto in famiglia, decine di donne con i loro figli.
Il nuovo Governo si è contraddistinto fin qui per non aver detto una sola parola sull’argomento nel proprio programma, per non aver voluto procedere nella sessione del Consiglio Grande e Generale dello scorso dicembre con la nomina della Commissione per le Pari Opportunità e dell’Authority per le Pari Opportunità e per aver respinto senza alcuna motivazione un emendamento al bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2009 volto ad istituire un apposito Fondo per finanziare i costi derivanti dalla Legge 20 giugno 2008 n. 97 (Prevenzione e repressione della violenza contro le donne e di genere).
Nel corso della recente campagna per prevenire e combattere la violenza nei confronti delle donne, compresa la violenza domestica, sono state attivate numerose iniziative: il Telefono Rosa; il monitoraggio del fenomeno sul territorio con l’impegno di forze di polizia, servizi sanitari e socio-sanitari in collaborazione con il Servizio Informativo dell’ISS; percorsi di formazione integrata tra i diversi servizi dello Stato; ricerche e studi da utilizzare per progettare strategie e interventi nella scuola e nella comunicazione, ecc.
Che fine farà tutto questo lavoro?
Caro Pasquale,
a Te che rappresenti - oggi - il principale Partito di governo spetta la responsabilità di dimostrare che, anche a parti rovesciate, l’impegno preso un anno fa vale ancora e che il dolore delle donne e delle loro famiglie merita comprensione, aiuto e sostegno da parte dello Stato a prescindere dal colore politico di chi governa.
Con stima
Patrizia Busignani

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lunedì 5 gennaio 2009

Legittima difesa, la grande ipocrisia

di Luciano Moretti (Sinistra Unita)
Leggo sui giornali la presa di posizione del governo di San Marino attraverso la nota del Segretario di Stato agli Affari Esteri: “I fatti che si stanno purtroppo verificando nella striscia di Gaza sono la drammatica conseguenza della rottura della tregua da parte di Hamas, alla quale Israele ha reagito con forza”. Le cose non stanno esattamente così…
… Un ministro degli esteri dovrebbe dire che Hamas non ha rinnovato il cessate il fuoco, quella tregua mediata dall’Egitto era scaduta una settimana fa e Hamas non l’ha rinnovata accusando Israele di averla violata ,sia il 2 Novembre con un attacco Aereo sia non mettendo fine all'embargo che strema i prigionieri di Gaza,e non estendendo la tregua alla Cisgiordania.
C’è una bella differenza in diplomazia tra la rottura della tregua e non rinnovarla.
Ma tutto il mondo occidentale ormai non fa più caso a simili sottigliezze.
In occidente sono diventate lecite tante cose prima incivili.
La tortura, la carcerazione senza accuse e senza avvocati,le deportazioni occulte,i massacri di inermi.
Con quanta equanimità l’occidente osserva i massacri,con quanta prontezza si adegua ai crimini.
A Gaza caro Segretario si muore, ma non da oggi.
A Gaza si muore ancora prima delle bombe, si muore anche senza morte, perché a Gaza non si vive.
Da mesi ormai c’è una catastrofe umanitaria passata regolarmente sotto silenzio, ma senza considerarla, non si può capire quanto ora sta accadendo.
I media hanno tenuto nascosto i venti mesi di brutale assedio Israeliano imposto ad un milione e mezzo di esseri umani,privandoli delle forniture più elementari.
Molti non sanno del boicottaggio Israeliano e internazionale verso il governo palestinese, che possa piacere o meno democraticamente eletto : l’isolamento forzato tra Gaza e la Cisgiordania imposto per isolare e punire la popolazione di Gaza per la sua scelta democratica scorretta. (...)

Probabilmente,la maggior parte dell’opinione pubblica non sa che quel milione e mezzo di Palestinesi previamente disumanizzati sono chiusi in un lager con i valichi sbarrati,e ricevono poco cibo e nessun mezzo di sussistenza umana fin dal gennaio del 2006,da quando hanno avuto la colpa di votare Hamas .
Non sa la gente, che quelli su cui cadono le bombe sono esseri umani allo stremo che da quasi due anni, subiscono la fame, la denutrizione, la mancanza di luce carburante acqua pulita, medicinali:
una punizione collettiva, vietata dalle convenzioni internazionali,e dal diritto umanitario, un tipico crimine imputato ai protagonisti del Terzo Reich. Israele lo può fare.
Mai del resto le “SS” usavano bombardare i loro lager.
Ma del resto Hamas spara i razzi ...
La carta delle Nazioni Unite riconosce ad un popolo sotto occupazione di usare tutti i mezzi compresa la lotta armata per liberarsi dall’occupante, la disumanizzazione ha tolto alle vittime anche questo diritto.
I lanci di razzi kassam, se Israele lo volesse avrebbe tutti i mezzi per neutralizzare quella vacua minaccia.
Israele conosce i numeri di telefono di ogni casa Palestinese,conosce ogni singola famiglia ogni singolo abitante della striscia di Gaza; nulla sfugge ai suoi satelliti spia,ai suoi intercettori elettronici,ascolta tutte le telefonate; sa dunque benissimo chi sono “i militanti” e chi no,chi tira i razzi (se li tira )e chi no.
Chiaramente ha altri mezzi per stroncare quegli individui che i bombardamenti indiscriminati a ondate che provocano scientemente stragi massicce, pianificate da sei mesi, ossia da prima che la tregua venisse accettata anche da Israele controvoglia.

Mentre scrivo sento dalla radio le prime notizie. Dopo una settimana di bombardamenti dal cielo e dal mare con centinaia di morti,a Gaza è battaglia campale, tra le fionde bombe a mano , e fucili mitragliatori, contro la quarta potenza militare del mondo. I carri armati hanno invaso la striscia.

Da cittadino le chiedo signor Segretario che la nostra neutralità sia più “neutrale” e meno sospetta, e di unire il nostro paese a quanti nel mondo avranno il coraggio di parlare il linguaggio della verità e della pace.

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