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martedì 31 marzo 2009

1991-2009: dalla padella alla brace

di: MarcOne

Era il 1991 e Gatti era l'autore e stratega dell'accordo valutario con l'Italia e quello interinale con la UE. Siamo nel 2009, un uomo solo al comando, con tanti gregari che sputano a terra e dicono signorsì signore, è riuscito nell'impresa che aveva lasciato a metà: svendere la sovranità di San Marino all'Italia. Con la scusa patetica che gli altri non avevano fatto, lui con il pragmatismo cinico che lo evidenzia, ha colto l'occasione per fare in fretta e portare a casa quello che chiamano un risultato, ma che in realtà è il cappio al collo per le generazioni giovani e quelle a venire.
Questo paese vecchio e decadente con una mentalità conservatrice delle cose peggiori, ha consegnato nelle mani di un uomo solo il potere di cedere le prerogative sovrane di un paese ex libero, ad un vicino famelico, (OMISSIS) e arrogante che dimostra ogni giorno di essere agli ultimi posti di tutte le classifiche di rendimento europee e mondiali. Lo stesso fautore dell'accordo interinale con l'UE, il quale ci ha lasciati extracomunitari e fuori da qualsiasi possibilità di sviluppo per quasi 20 anni, oggi è colui che regala la nostra libertà all'Italia, quando invece avrebbe potuto imparare dai propri errori e mettere in campo una politica ed un accordo con la UE che ci avrebbe garantito la continuità della nostra sovranità, oggi fortemente limitata se non sparita sotto i colpi di Gatti, uno sviluppo in linea con quello di altri paesi della Unione e dei Piccoli Stati. Infatti, siamo l'unico Piccolo Stato che si è genuflesso e impiccato davanti alle richieste del "vicino amico", quando Francia con Monaco, Spagna con Andorra ecc ecc hanno invece ottenuto tutt'altro trattamento, maggiori margini di manovra, mantenimento delle peculiarità che hanno permesso a questi Piccoli Stati una degna sopravvivenza in un contesto di competizione globale in cui oggi viviamo. San Marino invece è destinato a chiudere battenti, perché vecchi (OMISSIS) che non hanno più voglia di fare, hanno consegnato il paese a terzi, compromesso il nostro sviluppo, cassato ogni possibile movimento di riforma in senso europeo e consegnato le chiavi della Città ai forensi che domani guideranno le scorribande economico finanziarie e con i quali i giovani di oggi saranno costretti a fare i conti domani, probabilmente l'emigrazione in terre più libere sarà la soluzione per i nostri neolaureati che altrimenti rischiano o di morire nella PA affatto rinnovata da zia Ciavatta o non avere alternative a vendere case (OMISSIS). Certo una catastrofe non si abbatterà nell'immediato, sarà una rivoluzione silenziosa, una svolta che impoverirà lo Stato che potrà erogare meno servizi e ci sarà meno Stato sociale, diventeremo più poveri, ma i ricchi saranno più ricchi e con più potere, tutto questo perchè l'accordo di Gatti ed Ap ha voluto riportare San Marino indietro nel tempo anzichè attualizzare la politica, respirare aria d'Europa e finire a parlare con Bruxelles e Strasburgo anzichè con Roma. L'accordo del 2006 era molto migliore ed allora fu Menicucci e parte della Dc che bocciò tutto, oggi che l'accordo è peggiorativo rispetto ad allora non si sente nemmeno una voce di dissenso, segno evidente che l'uomo forte ha preso il sopravvento (OMISSIS). Insomma, alla fine bisogna fare i complimentoni a quegli strateghi del mercato di Borgo che per anni hanno tramato su come ridimensionare Gatti ed oggi lui torna più forte e potente di prima, incassa l'accordo, ri-svende il paese, solo perchè la pavida opposizione è un accozzaglia di estemporanei personaggi i quali per anni hanno calcato le scene del potere senza fare un cappero e sono stati sconfitti dalla loro stessa inedia politica e culturale. Dalla crisi nascono nuove energie, occorre lavorare per una cultura che svecchi questo paese, lo porti fuori dalle logiche consumate e conservatrici che hanno portato diretti fino a questa catastrofe.

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Il vizio di non guardare in casa propria

Di Andrea Olimpi. Su: L’Informazione

Si parla di evasione fiscale, di Guardia di Finanza ai confini di San Marino, di White List italiana per la Repubblica più antica del mondo, ma l’Italia (politica) forse farebbe meglio prima di tutto a guardare in casa propria e poi, semmai, sindacare sulle case degli altri.Ho fatto una riflessione leggendo la stampa italiana degli ultimi giorni, da cui ho tratto notizie e numeri, che immagino siano reali visto che erano sui principali quotidiani e non solo.

Da un’indagine del 2006 l’Italia risultava essere il Paese europeo con la più alta evasione fiscale, con il 46% del reddito imponibile non dichiarato al fisco. La stessa ricerca indicava che il 44% di chi non paga le tasse lo fa per insoddisfazione verso i servizi pubblici erogati dallo Stato o la scarsa cultura della legalità, il 36% per la complessità delle norme a soltanto il 20% per la scarsità dei controlli.
Recente la dichiarazione del direttore generale del Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, Fabrizia Lapecorella: “l’evasione fiscale è un fenomeno di portata molto ampia, possiamo considerarlo un fenomeno di massa”. La stessa ha dichiarato che l’evasione fiscale ammonta a oltre 200 miliardi! Roberto Ippoliti, giornalista, saggista, esperto di comunicazione, editor del Festival dell’Economia di Trento e autore del volume Evasori. lppoliti recentemente ospite di una conferenza a Cattolica dal tiolo “Pre-Evasioni. Sul (l’incerto) futuro fiscale della nazione”, a suo tempo disse che forse non tutti sanno che i soldi non versati in Italia al Fisco corrispondono a 7 punti percentuali del Prodotto intemo lordo. Se tutti gli evasori pagassero le tasse, infatti, gli italiani avrebbero in tasca 100 miliardi di euro in più all’anno, circa 8 miliardi e mezzo al mese.
Tornando a Lapecorella, la sua valutazione del fenomeno evasione è fra i 230 e i 250 miliardi di euro. Nel 2006 la quota rappresentava 1116% del Pii nazionale.
Allora il problema dell’evasione fiscale non sarà un problema italiano indipendente dal sistema fiscale sammarinese? (…)
Va bene combattere il riciclaggio perché la mafia è una piaga che deve assolutamente essere combattuta e sconfitta, ma non sarebbe meglio che la Guardia di Finanza prima di spendere soldi pubblici in benzina per arrivare ai confini di San Marino facesse due passi a piedi “sotto casa”? Se l’Italia evade il problema è italiano, legato al costume italiano, alla pressione fiscale forse troppo forte e non è certo combattendo il sistema San Marino che questo può essere risolto. Uno Stato nello Stato con una pressione fiscale minore, dovrebbe essere visto come una risorsa piuttosto che come un danno, naturalmente con degli accordi e la trasparenza nei rapporti, con l’adozione delle giuste misure di controllo atte a contrastare l’evasione fiscale malata come l’esportazione di capitali o appunto il riciclaggio. Sicuramente può, in un momento di crisi economica come quello attuale, aiutare la piccola media impresa, che crea comunque posti di lavoro ed economia sana anche all’Italia.

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lunedì 23 marzo 2009

Ma... qualcuno sa ancora fare politica?

Di: Dr. Sisto Spadoni. Fonte: San Marino OGGI
Egregio Direttore, vorrei esternare a Lei e per suo tramite a tutta la classe dirigente del nostro Paese, la grande preoccupazione e per molti addirittura paura, che vive la stragrande maggioranza di noi nostri cittadini, per il futuro della nostra amata Repubblica. Vede, a noi poco importa di chi sono le colpe, anche perché sommariamente, sono da ricercare fra tutta la classe dirigente dell’ultimo ventennio. Poco importa il ping-pong del “voi avete fatto questo e quello” e “ma, voi non avete fatto quest’altro, ecc. ecc.”, anzi tutto ciò ci indispettisce perché è un insulto nostra intelligenza, a noi importa, preoccupa e ci fa paura, il presente ed il futuro di San Marino, che di fronte alla grave crisi economica mondiale, che si sovrappone alla crisi dei rapporti finanziari con la vicina Italia, il governo, non ha ancora impostato un piano economico- finanziario concreto per adeguatamente fronteggiarla.
Nel Paese, stanno diminuendo l’ entrate economiche, ma restano invariate le uscite, fra l’altro assorbite per oltre il 90% dalla spesa corrente, la disoccupazione avanza veloce, il modello San Marino non sta più in piedi e all’orizzonte non s’intravvede nessun nuovo progetto, in sostanza la situazione e grave e di questo passo, presto sarà catastrofica. Servono interventi urgenti e decisi, ma chi farà, che cosa? Francamente molti di noi non sanno darsi una risposta, aumentando così l’angoscia e la preoccupazione.
In questo scenario, cosa fa la politica? Finge di rinnovarsi e di rinnovare, ma i metodi sono sempre quelli, vecchi ed obsoleti, il personale politico lo è altrettanto, quindi, non solo non è cambiata la musica, ma lasciatemelo dire neanche i suonatori. Servono nuovi politici in tutti i versanti, nuovi riformisti credibili e nuovi cattolici che, come si legge nel Vangelo, siano ”uomini di buona Volontà”! Questa secondo molti di noi è l’ultima speranza.

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venerdì 20 marzo 2009

Italia, San Marino, OCSE

di: Freeworld

Scrivo per dire la mia su quello che sta succedendo tra Italia, San Marino e OCSE. Riguardo all'articolo di Maverik sarebbe utile fare quello che hanno fatto in Svizzera. Io sono stato solo due volte nella Repubblica di San Marino e devo dire che mi piace parecchio. E' un paese ordinato e comunque molto particolare. A tempo perso sto facendo ricerche per il web su San Marino perchè è uno Stato unico al mondo e amo difendere le cose piccole
Sinceramente, per quanto conta il mio parere, io credo che sia sacrosanta la lotta al riciclaggio ma toccare un paese che dà lavoro agli italiani, che comunque "grazie" anche alle Banche può avere le finanze più in ordine dell'Italia mi sembra sbagliato. Oltretutto attaccarlo e obbligarlo a rivelare i dati di persone che forse stanno evadendo. Leggendo in giro per il web mi pare che la maggior parte delle persone reinvestono poi i depositi che hanno a San Marino, Svizzera etc nelle loro stesse aziende. Per cui sinceramente non capisco questo accanimento contro i paesi a fiscalità "adeguata" ... Io la chiamerei così. Invece di attaccare il sistema bancario sammarinese le Banche italiane dovrebbero fare come ha fatto una Banca Sammarinese a chi aveva obbligazioni Lehman... Risarcirli al 90% se ricordo bene. Quando ho letto la notizia sono sobbalzato... I giornali economici, le liste OCSE e chi ne ha più ne metta dipingono San Marino e le Banche di San Marino come dei "predoni" ... e risarciscono il danno?? Gli altri paesi e banche "virtuosi" avrebbero dovuto risarcire al doppio... a 200.. Giusto??. Ovvio che gli errori li hanno fatte anche loro (come ho avuto modi di apprendere)... ma non so qua in Italia tra Zalesky e Ricucci... chi ha fatto più danni: se le banche sammarinesi o quelle italiane.
Io purtroppo fidandomi della mia Banca ho perso 20000 euro su Lehman Brothers.. che comprai a 100 ... quindi non per fare lo speculatore.. e perchè "era più sicura dello Stato". Di risposta mi hanno detto che non possono fare nulla... Però questa cosa "buona" cui sopra non conta... non conta... E che dire dei sosttostanti sui PCT.. A San Marino c'è una normativa a riguardo .. in Italia no... molte volte i sottostanti sono degli stessi istituti di credito... magari pure subordinati... senza sapere in caso di default cosa può succedere.
Così facendo, sempre a mio parere, si rischia la "vittoria di Pirro" se non di creare più danni...Conti alla mano ve lo dimostro: Facciamo il conto che a San Marino ci siano 12 mld di euro degli italiani (qualcosa avranno anche i sammarinesi .. no??) ... al tasso del 4% sarebbero 480 mln di interessi annui su cui lo stato italiano non prende il 12.5% = 60.000.000 di Euro l'anno... Mettiamo pure l'imposta al 20% sarebbero 96 milioni di euro annui...Calcoliamo ora quanti italiani lavorano a San Marino e mettiamo che domani San Marino "chiuda": frontalieri 6000 * stipendio lordo (comprensivo di contributi etc) medio 3000 euro * 13 (se non quattordici) mesi = 234.000.000Ora 234.000.000 di Euro che il Titano sborsa a fronte dei 100 mln che lo Stato italiano incasserebbe....Perchè quindi tanto astio??? Paradossalmente lo Stato italiano ci guadagna! Tempo fa in Italia, ricorderete, ci fu un proposta, se ricordo bene, del Ministro Visco, di far segnalare ai cittadini stessi gli evasori... Tutti contro... uno sarebbe passato "per spia" Ora non capisco perchè dei cittadini di uno stato Extra UE debbano essere obbligati a fare "la spia" . Mi farebbe piacere avere un Vostro riscontro su dove è errato il mio ragionamento e cosa ne pensate.

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giovedì 19 marzo 2009

Chi ha paura del Titano?

di Maverick

L’OCSE che ci mette in black list, il Moneyval che ci tiene in stand by, Tremonti che annuncia battaglie ai paradisi fiscali, la Finanza che si scatena ai confini, Santoro che ci ha mazziati lo scorso anno, Exit che oggi lancia dure accuse, Reporter che annuncia una trasmissione provocatoria sulle nostre banche: insomma, ecco i risultati ottenuti dalla diplomazia e dalla politica sammarinese. Tutto sembra congiurare contro di noi. I Media non sono teneri. E per fortuna che abbiamo pagato profumatamente l’agenzia DIRE per prendere le nostre difese e lanciare una campagna stampa a sostegno del Titano!
Ieri sera ci si è messa anche Ilaria D’Amico col suo Exit, in onda sul canale 7. Il solito Francesco Bonazzi, giornalista de L’Espresso, noto fra noi sammarinesi per le “brillanti” inchieste sul caso Asset Banca, presente in quella trasmissione, non ha lesinato le sue solite accuse, paradossalmente proprio nel giorno in cui l’istituto di credito sammarinese si vede sbloccare a pieno titolo i 65 milioni di euro sequestrati oltre un anno fa, e quindi scagionare totalmente dagli stessi organi giudiziari italiani. La D’Amico ironizza e gigioneggia su una frase più che lecita dell’On. Sergio Pizzolante (PdL), il quale difende coraggiosamente la nostra Repubblica accusando semmai il suo Paese di eccedere nelle imposizioni fiscali. C’è da domandarsi anche perché lo stesso Angelo Rovati (provocatoriamente invitato dalla redazione di Exit assieme a quel Bonazzi che scrisse un pamphlet proprio sul caso Telekom Serbia, chiamando in causa fra gli altri Prodi e San Marino!) ha abbozzato un timido accenno di difesa delle banche sammarinesi contro le accuse insistenti dello stesso Bonazzi. Insomma, la Babele dei Media su San Marino pare solo agli esordi: cosa dobbiamo attenderci ancora? E perché la politica e la stampa locale, invece di fare quadrato a difesa della Repubblica, sembrano rimestare nel torbido e sparare a destra e a manca, apparentemente senza una strategia precisa che non sia quella di stare prudenzialmente sul carro dei probabili vincitori della battaglia?
All’OCSE abbiamo dato tutte le garanzie, al Moneyval stiamo offrendone di maggiori rispetto perfino ai Paesi UE, a Tremonti, un tempo nostro gradito ospite, non pestiamo di certo i piedi, alla Finanza non diciamo mai di no, e in quanto ai Media, chi li ha mai provocati da San Marino (da Santoro in poi abbiamo sempre mantenuto un certo à plomb)?!
Allora chi è che ha tutta questa paura di noi? E perché? Quale guerra si sta scatenando sul nostro piccolo ed indifeso territorio e fra quali forze in campo? Si tratta davvero di recuperare quei pochi spiccioli di raccolta delle nostre banchette fra gli italiani circonvicini , di fronte agli stimati 600milioni di euro che perde annualmente l’erario italiano in evasione? Pensiamo davvero che sul Titano si annidi la peggiore cupola di mafia, ndrangheta, sacra corona e camorra, che farebbe un baffo a quella di Sicilia, Calabria, Puglia e Campania? Le 5mila aziende sammarinesi che danno lavoro a più di 6mila frontalieri sono davvero così spietatamente concorrenziali al tessuto imprenditoriale italiano, e non ne rappresentano invece un’utile risorsa?
Ma le vogliamo fare o no queste domande? Vogliamo andare o no a Roma, a Parigi, a Strasburgo a sbattere questi dati sui tavoli dei potenti? E soprattutto, vogliamo affrontare o no i Media con qualche nostro QUALIFICATO portavoce? Se non ora, quando?

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Sequestro annullato

Di MarcOne
Su SMN è uscita la notizia del dissequestro dei 65 milioni di euro dell'Asset banca. Il Tribunale del riesame di Milano ha detto che in base alla convenzione del 1994 l'Italia riconosce alle persone fisiche e giuridiche residenti a San Marino la stessa posizione valutaria di quelle residenti in Italia. Ne consegue l'equiparazione di tutte le banche sammarinesi con quelle italiane. Alla luce di queste ultime notizie come inquadrare il rapimento e la cattura di cittadini sammarinesi?

All'epoca del caso Asset essi sono stati oggetto di carcerazione dopo una telefonata che li traeva in inganno facendoli andare rapidamente sul suolo italiano per essere catturati e rapiti dalle forze dell'ordine italiane!! Se, come appare stia prendendo corso una evidente soluzione a totale discarico delle persone coinvolte così come lo è stato per Carisp, questo dovrebbe far riflettere non poco la posizione genuflessa che il governo sammarinese ha tenuto nelle occasioni suddette, senza emettere nemmeno una nota diplomatica a difesa dei diritti delle persone che operavano, come appare, nella totale legalità, e sono state incarcerate senza motivi ed essendo cittadini di questo Stato andavano tutelati opportunamente. Quel che fatto è fatto.
Oggi invece si dovrebbe riflettere e agire di conseguenza contro i giustizialisti della prima ora che sui giornali e nei commenti hanno chiesto addirittura l'impiccagione. Mi pare di ricordare che in convegni pagati con il denaro di fondazioni rispettabili sammarinesi cioè con i denari dei sammarinesi, sia stata data parola a taluni giustizialisti che dal pulpito hanno perfino richiesto la testa dei "colpevoli di Asset"ottenendo spazi e titoloni sulle testate giustizialiste di questo paese che ancora non ha capito dove sta e come si attua in effetti la sovranità di uno Stato, questo Stato e la tutela dei diritti dei cittadini, i suoi cittadini.
Questo denuncia una grave mancanza di cultura, cultura del diritto e dei diritti e delle libertà che nessuno vuole più tutelare perchè sono misconosciute!! Non un albo dei giornalisti professionisti ma un album di figurine dovrebbero regalare a coloro ancora non hanno compreso che gettare fango sui propri simili è una pratica eticamente pessima e che i diritti di tutti non si vendono con le copie dei giornali.
Inoltre, una raccomandazione alle fondazioni che invitano forensi a partecipare a discussioni di cui essi non conoscono nemmeno le fondamenta, figuriamoci se sono in grado di conoscere i dettagli e, per di più, se non hanno una buona educazione di base meglio che restino dove sono e dare spazio alle voci sammarinesi che sono più competenti.

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martedì 17 marzo 2009

''Quid est?''

Quello che conosciamo è una goccia, quello che ignoriamo è l’oceano.(Einstein)
E’ nato un nuovo blog: http://quidest.splinder.com/. Così lo presenta l’autore, Domenico Gasperoni:
“Il blog si chiamerà Quid est? Vi spiego il perché di questo nome.
La mia esperienza di cittadino e di credente, è figlia di due eventi storici, che hanno dato una risposta ai due interrogativi esistenziali universali: cos’è la libertà, cos’è la verità. Detto in latino: quid est libertas?, quid est veritas?. I fatti si svolgono ambedue in un tribunale, durante due interrogatori.

Primo quadro: va in scena la libertà.

Siamo nel 1296, nel Monastero di Sant’ Anastasio, nella Valle, vicino a San Marino. Presiede l’Abate Raniero, come giudice delegato di una causa che riguarda gli abitanti di San Marino. Se siano soggetti o meno a pagare il salario al Podestà del Montefeltro. Il prete Pagano di San Giovanni sotto le Penne ( testimone fra altri 14 cittadini sammarinesi), con le sue risposte alla domanda del giudice, mi ha fatto capire cos’è la libertà del cittadino.

Secondo quadro: va in scena la verità.

Siamo circa 2000 anni fa, in un tribunale della Palestina, presiede Ponzio Pilato; giudica in nome di Roma. Il testimone che è anche imputato, è Gesù di Nazaret, il profeta. Dopo una strana risposta dell’imputato: “Io sono venuto nel mondo per dare testimonianza alla verità”, Pilato gli chiede “Che cosa è la verità?. Ma la sua non è una domanda, perché si alza e se ne va, non aspetta la risposta. Chi ha il potere è arrogante, sa sempre tutto, ha tutto, possiede anche la sua verità. Non ha bisogno della risposta che hanno sempre cercato tutti i filosofi ( e non) del mondo. Ma se anche Pilato fosse rimasto lì, quello strano profeta non gli avrebbe risposto…perché i potenti non meritano la risposta, perché non la vogliono. Ma il profeta una risposta l’ha data in altre occasioni e la dà a chi la chiede.

Quell’evento mi ha fatto capire “Chi” è la verità del credente.

Il Che cosa del Blog

L’area in cui questo Blog vuole spaziare, è descritta da 6 parole chiave: cittadinanza, democrazia, fede, politica, verità e libertà. Le prime quattro delimitano il campo di gioco, le altre due indicano i criteri e gli atteggiamenti che faranno da arbitri. Fuori della metafora, il Blog si interesserà del cittadino e del credente, di fede e di democrazia, in un contesto di libertà e ricerca della verità.

Il Perché del Blog

L’obiettivo è duplice: 1) ricercare, sul piano personale, l’altra faccia della luna, non accettando il pensiero unico, e non accontentandosi del già visto e del già detto; 2) testimoniare ad altri, aspetti e valori fatti propri, nell’impegno di cittadini e di credenti.

Il Blog dovrà celebrare l’elogio del dubbio e del dissenso.

La verità sarà purificata dalla libertà, altrimenti ci sarà il pericolo del fondamentalismo; la libertà sarà purificata dalla verità, altrimenti ci sarà l’ individualismo autoreferenziale.

Il Come del Blog

- Saranno espresse delle convinzioni e non delle ideologie

- Non si pretenderà di avere sempre ragione, ma di avere sempre delle buoni ragioni per dare conto di una convinzione

- L’impegno è di tipo politico, ma avrà cura di monitorare gli interessi di tutti (la polis) e non di singoli gruppi ( partiti)

- Si potranno avere anche maestri, mai padri-padroni di libertà e verità

- Critiche e contestazioni saranno del tipo Q.B.( quanto basta),come una giusta dose di sale per fare un ottimo piatto. Comunque,se ci saranno, dovranno servire più per costruire la nostra convinzione che per distruggere quella di chi non la pensa come noi.

Il Chi del Blog

Un gruppo di amici che lo faranno crescere, con i loro contributi e le loro testimonianze; tanti altri amici che vi entreranno -lo spero- per renderlo più ricco. Sarà ben accetto anche chi non la pensa come noi. Gli saremo però grati, solo se vorrà aiutarci a capire il suo pensiero, piuttosto che combattere il nostro.

Cosa si troverà nel Blog

Testimonianze personali o di altri
Scambi di opinioni e convinzioni motivate
Segnalazione di interventi,articoli, pubblicazioni di esperti di “frontiera”
Commenti e/o critiche motivate alle posizioni contenute nel BlogNon si troveranno né scomuniche, né attacchi personali da parte nostra e se ne arriveranno da altri, saranno oscurati.


A Domenico Gasperoni e a "Quid est?" i migliori auguri da SMN Blog.

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lunedì 16 marzo 2009

Mio nonno aveva ragione...

di: Pietro Solferini
Ci avevamo creduto, sperato, confidato. Sembravano integerrimi, seri, risoluti. A sentirli parlare parevano i custodi della legittimità e dell'onestà delle Istituzioni. Hanno fatto di questi valori l'asse portante del proprio movimento. Hanno cavalcato l'onda della correttezza e imparzialità delle proprie condotte, facendosi paladini dei valori più alti e nobili della Politica. E Invece che delusione questi vertici di AP!
Il fratello di Valeria Ciavatta lascia l'incarico di insegnante a metà anno scolastico per un incarico governativo di "supervisore dei lavori" per la nuova strada di fondovalle. Il fratello di Antonella Mularoni, ugualmente per incarico governativo ben remunerato, viene scelto, senza particolari competenze in materia, tra oltre cento professionisti e a dispetto degli uffici dello Stato all'uopo preposti per redigere un testo di legge sulle rogatorie internazionali.
A malincuore devo ammettere che alla fine aveva ragione mio nonno (che ne aveva viste tante) quando mi diceva: "maza, maza...i è tott d'na raza!"

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Social Card o Social Trust?

di: MarcOne

Gentile Direttore,
leggo su SMN che la SMCard ha un grande successo: San Marino Card, 700mila transazioni in 3 mesi, ma a chi vanno i soldi delle transazioni?
Lo Stato si è messo in gioco per un progetto senza dubbio utile, che prevede di sovvenzionare con denaro pubblico una iniziativa dalla quale i cittadini devono trarre vantaggi: un servizio ma non solo. I commercianti aderenti ci mettono uno sconto, anche se i benzinai pare non ci mettano proprio nulla e...
Ancora manca un attore: la banca che gestisce la SMCard chi è? Quanto ci fa risparmiare per ogni transazione con la carta? A mezzo euro la transazione già oggi ha intascato 350 mila euro netti che in proiezione fanno 1 milione e 400 mila euro l'anno. A me questo gioco pare scorretto. Dove sono i paladini della lotta ai monopoli che per lungo tempo hanno occupato i media sammarinesi? Perchè un progetto sociale di ampia diffusione dove tutti rinunciano a qualcosa prevede che vi sia un unico istituto di credito che si arrichisce sulle "miserie del paese"? Perchè non è stato imposto a più banche di partecipare al progetto e si è fatta trattativa esclusiva senza concorrenza? Perchè non si sono previste delle partecipazioni onerose a carico dell'istituto di credito? Perchè non c'è nessuna opposizione al monopolio e nessun partito ha chiesto mai lumi sulla trasparenza del progetto? Ci piacerebbe sapere come questo istituto di credito partecipa all'iniziativa sociale dove tutti ci "rimettono qualcosa" per far andare avanti l'economia e sostenere gli acquisti.

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venerdì 13 marzo 2009

Centro giovanile polifunzionale e la disfatta di AP

di: MarcOne
Gentile Direttore, oltrepassati i 100 giorni di governo, prendo spunto dalla bocciatura dell'istanza d'Arengo sul centro giovanile polifunzionale per criticare i giovani e quelli di AP in particolare. In questi giorni nessun disappunto è comparso sui mezzi web, qualcosa si è letto sulla stampa, ma mancano riflessioni di fondo che vanno oltre la politica, questa politica. I giovani di AP hanno preso atto che la coerenza dei loro capi è azzerata e che la propulsione politica è naufragata nel clientelismo più ottuso e nell'obbedienza cieca a logiche di potere che nulla hanno a che vedere con la voglia di cambaire il mondo dei giovani e San Marino.
Le priorità di AP sono evidenti: sistemare i clientes nella PA, i parenti stretti, e riempire le mani di inutilità varie per il paese, ma tanto necessarie per i sostenitori del partito. Dopo che la campagna elettorale aveva suonato il disco rotto del centro per i giovani e le politiche giovanili ecco il risultato: niente centro, nessuna politica giovanile degna di nota.
Piuttosto evidente è invece la tanta demagogia con la quale si stanno riempiendo i media, una riforma della PA come un brodino, partita con lo squillo di trombe e già finita non con la sordina, ma peggio con il fallimento totale di una riforma che nulla riformerà se non le nomenclature. Chiamando le cose in altro modo non si riforma, si cambia tutto per non cambiare nulla.
Archiviato anche il patetico tentativo di addossare all'opposizione la mancata approvazione dell'Istanza d'Arengo sul centro giovanile, una maggioranza che non rispetta i suoi impegni e non ha i voti per andare avanti è patetica quando chiede collaborazione alla minoranza.
Così come è patetica la politica di AP che ha perso tutta la propulsione, tutto l'impatto, l'enfasi politica e la combattività per divenire docile agnellino sacrificale della destra. Mai con tizio e con caio, noi non faremo quello, noi andiamo avanti... Alla fine AP è al governo con Gatti il protagonista principale di tutti i dossier degli anni '90 editi da AP; è al governo con i pupilli di Grandoni del quale si sa come la pensa; si ritrova a dover ingoiare rospi di ogni tipo e delibere del capo che impone ad AP la propria linea politica come se fosse una frangia del PDCS.
Certo la mancata approvazione del Centro Giovanile non è che uno dei tanti segnali già arrivati di un afflosciamento di AP che è indubbiamente più votata ad abbassare la testa e dire signorsì al capo e che ribadisce la grande incoerenza di un partito che oggi ha perduto tutta la sua capacità politica di ragionare e tutto il suo coraggio ad alzare la voce e denunciare quando le cose non sono lecite.
Oggi, cari giovani di Ap, suonano le campane a morto, una morte politica, un suicidio politico in nome del clientelismo e del potere quello che fin dai suoi albori AP si proponeva di combattere. Adesso non avete più nulla di diverso dagli altri e le lezioni di moralismo spicciolo, ve le farete nelle vostre stanze...

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Ah, se anche noi fossimo come Gheddafi…

di Maverik

Silvio Berlusconi ha recentemente riferito al popolo libico ed a Muammar Gheddafi:
«Ancora e formalmente accuso il nostro passato di prevaricazione sul vostro popolo e vi chiedo perdono. Il passato che con questo nuovo trattato vogliamo metterci alle spalle è un passato per il quale noi, figli dei figli, ci sentiamo in colpa, una colpa di cui chiedervi perdono. Nessun popolo ha il diritto di sottomettere e governare un altro popolo, sottraendogli la sua cultura e le sue tradizioni».
Chissà se anche il Ministro degli Esteri Frattini avrà il coraggio di pronunciare questa stessa frase di fronte al popolo sammarinese in occasione del Discorso per l’insediamento dei prossimi Capitani Reggenti?

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venerdì 6 marzo 2009

INFORMARE E DEFORMARE

Pier Paolo Guardigli - Direttore di www.sanmarinonotizie.com
C’era un gioco, quando ero bambino, che si faceva in gruppo, detto il gioco del telefono: si creava una catena ed il primo sussurrava una frase all’orecchio del secondo (talvolta un po’ velocemente per rendere il passatempo più intrigante), e così via, fino all’ultimo, il quale doveva ripetere ad alta voce la frase giunta alla fine della catena di orecchie e bocche, mentre il primo invece riferiva la versione originale iniziale; mai che giungesse la stessa versione, quella corretta.

LE 5 W
La comunicazione, ormai lo sappiamo, è una bestia dura da domare, e l’informazione (che ne è parte) ancor peggio, proprio come in quel vecchio trastullo infantile
Alcuni ritengono che per informare si debba avere una propria opinione ed esprimerla, a dispetto di qualsiasi obiettività (questo è il cosiddetto ‘giornalismo militante’, perlopiù fatto a scopo politico), altri ritengono che semplici ‘rumors’ (molto frequenti soprattutto nei luoghi di provincia come il nostro) siano un indizio sufficiente per costruire ardite ipotesi (il giornalismo ‘sensazionalista’, perlopiù fatto a scopo commerciale), altri si accontentano di un'accusa lanciata da chicchessia per imbastire trame segrete e plot intrigati alla C.S.I. (il giornalismo ‘forcaiolo’, perlopiù fatto a scopo giustizialista). Poi, purtroppo, c’è anche chi lavora solo per mettere zizzania o gettare fango, per invidia, per calcolo politico, per interesse economico e via dicendo. Insomma, ad ognuno la propria scelta, e anche qui a San Marino non ci facciamo mancare nessuna delle possibili versioni di giornalismo, tranne forse quello più tradizionalmente anglosassone basato solo ed esclusivamente sulle 5 domande delle doppie vù (what, who, where, when, why?).

‘SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA’
Certo, ogni giornale serio deve contenere anche gli spazi dedicati ai commenti (il redazionale, l’opinionista, ecc.) ma questo deve restare un’offerta aggiuntiva all’informazione tout court.
Proprio ieri, ad esempio, un giornaletto locale titolava in prima a caratteri cubitali: “PLAYSTATION TAROCCHE IL TITANO RIFORNIVA L’EUROPA”. Nel vederlo ho immediatamente commentato agli avventori del bar dove condividevamo il caffè del mattino e la prima lettura dei giornali, che in quel titolo c’era, a mio avviso, almeno un gravissimo errore, davvero imperdonabile: perché, infatti, colpevolizzare subito l'intero 'Titano'? Di sicuro quel titolo non era uscito dalle mani di un nostro concittadino e tanto meno di un estimatore della nostra Repubblica. Sono convinto che nel settore informatico sono tante le aziende oneste che operano a San Marino, dove magari ci si fa il ‘mazzo’ dall’alba a notte fonda per tirare su qualche soldo per le famiglie di chi ci lavora, con dedizione, con passione, con onestà. Allora perché condannarli tutti? Ma non basta: a seguito di quella notizia sensazionalistica e scandalistica è poi venuto fuori che la situazione a cui quel titolo si riferiva era ben più controversa e complessa di quanto veniva sommariamente denunciato. Insomma, non solo dovevano essere messe in campo tutte le giuste cautele nell’apprendere un'informazione da un comunicato stampa (per altro di parte), prima di gridare allo scandalo, ma soprattutto che bisogno c’era di fare di tutt’erba un fascio?
Bene, non mi dilungo, credo sia chiaro a tutti come si dovrebbe affrontare una materia così delicata come l’informazione, e quanto essere sbattuti sui giornali possa, in un modo o nell’altro, segnare una carriera, un’attività, un’azienda, perfino una vita, talvolta (si pensi, uno per tutti, al caso ‘unabomber’!).

I NUOVI EROI DELL’ANONIMATO
Ma il cinismo di certa informazione non tiene volutamente conto di questi aspetti deontologici, etici e morali, e si arroga il potere (il quarto?) di stilare le liste dei buoni e dei cattivi, dei bravi e dei filibustieri, degli onesti e dei disonesti, dei colpevoli e degli innocenti.
Figuriamoci poi se in questo ginepraio di disinformazione ci buttiamo dentro anche le cosiddette ‘fonti anonime’. Ecco allora spuntare in rete gli pseudo-blog, le chat, le false mail ai giornali e tutta questa spazzatura. E a sostenerlo è chi ha aperto, anni orsono, il primo blog sammarinese, ma con tanto di nome e cognome, e censura dei commenti anonimi che risultavano falsi, offensivi o palesemente etero diretti. Io ci avevo messo la faccia e mi sapevo assumere le mie responsabilità. Oggi quel blog (rsm.splinder) viene utilizzato solo per ‘rimbalzare’ nella rete San Marino Notizie (in versione leggera, di solo testo), ma non ho conosciuto più nessuno che abbia saputo assumersi le stesse responsabilità: oggi i fantomatici blogger sammarinesi sono tutti dei pavidi che celano le loro 'grandi inchieste' dietro eroici anonimati. Questa fuffa ha stancato tutti, e spero che anche le istituzioni (in primis il nuovo Segretario all’informazione) si decidano una volta per tutte a mettere mano a questa delicata materia e rendere operativo l’articolo della legge sull’editoria, negli anni sempre disatteso, che impone a quel dicastero di far crescere e migliorare le competenze degli operatori dell’informazione con mezzi adeguati.

COME SALVARSI DALLO TSUNAMI
Siamo davvero stanchi di vedere quotidianamente ‘DEFORMATA’ la realtà, con i vari media a disposizione, piuttosto che ricevere un’INFORMATA relazione sui fatti di cronaca, di politica, di cultura, di sport. Qualche operatore, per fortuna, ancora si salva, qualcun altro evidentemente ce la mette tutta con impegno e abnegazione, altri stanno faticosamente crescendo di qualità e serietà professionale; è a tutti loro che mi rivolgo, invitandoli a non farsi travolgere da questo immondo tsunami di approssimazione, dilettantismo, incompetenza, spesso malafede di troppi loro presunti colleghi.


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USGI Vs. Tribuna

Il comunicato stampa diramato ieri dall’Unione Sammarinese Giornalisti e Fotoreporter e la risposta nell’editoriale di oggi de La Tribuna. La nota dell’USGI: “Clan degli Alvaro ha interessi a San Marino”. La notizia, per cinque giorni pubblicata da “La Tribuna” nei giorni 25, 26, 27, 28 febbraio e 2 marzo 2009, risulta destituita di ogni fondamento. Lo ha affermato, dopo essere stato contattato direttamente, il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, Roberto di Palma, che ha curato personalmente l’intera operazione che ha portato a diversi arresti.
“Non c’è nulla che riguardi San Marino in questa indagine”, ha affermato il procuratore.
Rispetto al titolo de “La Tribuna” di mercoledì 25 febbraio 2009: “Denaro sporco sul Titano: sgominata cosca calabrese”, il dottor di Palma ha affermato: “Mi sembra molto strano questo titolo, dato che non c’è nulla nell’indagine che riguardi la Repubblica di San Marino”.
Nei giorni successivi alla pubblicazione della prima notizia su “La Tribuna” si afferma ancora che: “una indagine della magistratura italiana ha portato a smantellare la cosca calabrese degli Alvaro che, secondo quanto è stato possibile appurare dagli inquirenti, avrebbe mosso alcuni affari illeciti tra Italia, San Marino e Croazia” (“La Tribuna” del 02-03-2009).
E’ lo stesso sostituto procuratore Roberto Di Palma a smentire ancora una volta la notizia: “San Marino non c’entra niente in questa indagine”.
Inoltre i giornalisti dell’Ansa di Catanzaro che si occupa della questione confermano che né in conferenza stampa, né attraverso altre fonti risultano coinvolgimenti di San Marino.
Stessa conferma arriva dai colleghi della Gazzetta di Reggio Calabria che ha seguito da vicino il caso.
Non risulta nulla né alla Gendarmeria del Titano, né al tribunale per quanto riguarda eventuali rogatorie.
Notizia smentita, dunque, e dannosa per la Repubblica di San Marino soprattutto in una fase così delicata della vita del Paese.
L’Unione Sammarinese Giornalisti (Usgi) si dissocia totalmente da questo tipo di comportamento che, oltre a creare danno all’intera categoria dei giornalisti e alla credibilità dei giornali, getta discredito in maniera del tutto ingiustificata su San Marino.
Dell’accaduto, da stigmatizzare, saranno informati anche i Capitani Reggenti, il Segretario di Stato alla Giustizia, il segretario di Stato agli Affari Esteri e quello all’Industria oltre alla Commissione di Vigilanza e le altre autorità competenti.

Il Direttivo Usgi
Comunicto Stampa



L’editoriale di Tribuna
Le pagelle dai nostri concorrenti

L’isolamento in cui versa l’Usgi, l’Unione sammarinese giornalisti e fotoreporter, da dove già da alcuni anni tutti i giornalisti della carta stampata hanno deciso di uscire (quelli presenti che sembrano appartenere a questa tipologia, hanno invece interessi professionali per lo meno altrettanto forti per altri tipi di media), ha portato questa associazione ad indagare su una notizia diffusa dal nostro quotidiano nei giorni scorsi. Si tratta delle infiltrazioni che una cosca malavitosa avrebbe nell’economia di San Marino. L’Usgi, il cui attuale presidente è addirittura giunto a denunciare un redattore di Tribuna e che ha contro il nostro quotidiano un astio ormai consolidato, ha per la prima volta nella storia del giornalismo europeo avviato una ricerca approfondita per capire se un’informazione data da una testata giornalistica sia esattamente comprovata dalle fonti locali (in questo caso si tratta della Calabria).
La tesi dell’Usgi si fonda sulle dichiarazioni di Roberto Di Palma, sostituto procuratore della DDA di Reggio Calabria e dei “colleghi” non ben identificati dell’Ansa e della Gazzetta di Reggio. Non sono le stesse fonti che ha invece ascoltato Tribuna: nel primo articolo incriminato dall’Usgi il riferimento è di questa natura: “E proprio su questo traffico rientrerebbe l’interesse sul monte Titano”. Nel secondo articolo citato dall’Usgi la fonte è molto ben identificabile. Si tratta di Orfeo Notaristefano, presidente dell’associazione italiana per la lotta alle mafie che dice: “E’ un riciclaggio che viene organizzato a San Marino. Ma a San Marino c’è solo una parte...”. Il terzo articolo riporta la dichiarazione del Segretario alla Giustizia, Casali che, ovviamente, conferma la tesi espressa da Tribuna. Passiamo quindi all’articolo pubblicato il 28 febbraio. Qui l’Usgi ha veramente “toppato”, Tribuna fa un riferimento del tutto marginale al clan della ‘Ndrangheta degli Alvaro, ma il pezzo è incentrato su alcuni acquisti di grossi fabbricati dietro i quali sembra si nasconda il denaro della Camorra. Ora occorre spiegare ai “giornalisti 007” dell’Usgi che la Camorra non è la ‘Ndrangheta, che le due organizzazioni sviluppano le loro attività in regioni differenti, che hanno modalità diverse di riciclaggio del denaro e, in questo caso, infatti i canali non sono quelli bancari, ma quelli immobiliari. Arriva così il quinto articolo incriminato dall’Usgi, quello del 2 marzo. Questa volta la fonte, ovviamente “trascurata” dagli investigatori dell’Usgi, è autorevole e facilmente raggiungibile, si tratta di Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, che collabora con la Repubblica di San Marino dai tempi del Segretario alla Giustizia Ivan Foschi ed oggi continua la propria consulenza con Augusto Casali. Fonti autorevoli anche gli stessi due Segretari alla Giustizia che espressamente richiesti sul fenomeno delle infiltrazioni malavitose, hanno sempre confermato.
Tutto ciò dimostra che purtroppo San Marino non ha un’associazione dei giornalisti, ma un’agenzia con strani compiti di investigazione che dovrebbe, come sta succedendo (grazie a Tribuna) per le altre del settore, essere sottoposta a controllo da parte del governo, perché svolge attività non comprese nell’oggetto sociale. Un’associazione che dopo aver allontanato in malo modo il vero presidente, ideatore e fondatore dell’Usgi (quella vera), è diventata l’orto esclusivo di pochi privilegiati.

Davide Graziosi
La Tribuna sammarinese


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mercoledì 4 marzo 2009

Bullismo

Di Paola Casadei, Giovani Democratici di Centro

A volte rimango perplessa per come le Istituzioni riescano a gestire in maniera così disorganizzata, o forse dovrei scrivere incoerente, progetti e idee di alto livello ma che purtroppo sono frutto di altri. E’ da giorni che leggo sui nostri quotidiani di come il Dirigente del Dipartimento di Salute Mentale e Servizio Minori chieda a gran voce l’istituzione di un Osservatorio sul Disagio Giovanile coinvolgendo diverse Segreterie di Stato ed anche l’Università, e proprio questa mattina ho sentito gli interventi all’Istanza numero 12 inerente l’introduzione nelle scuole sammarinesi di una strategia antibullismo nei quali si marcava la necessità di un osservatorio per questa generazione disagiata e un piccolo accenno di qualcuno, purtroppo non sono riuscita a carpire il nome del Consigliere, al quale pareva che un progetto fosse già sui tavoli del Dipartimento di Formazione della nostra Università.
Voglio precisare che quel progetto è fermo da più di un anno e che non è prodotto da quel Dipartimento bensì è un lavoro conseguente ad incontri e studi sia da parte dell’Università, sia da parte della Dirigenza del Dipartimento di Salute Mentale e Servizio Minori sia da parte delle passate Segreteria di Stato che hanno avuto la delega sulle Politiche Giovanili. Lo scorso anno ho avuto l’onore di poter lavorare in questa Segreteria di Stato che, tramite il consulente che ci lavorava dall’anno precedente, mi ha illustrato anche quel progetto: progetto sul quale abbiamo discusso, abbiamo avuto incontri con loro anche in presenza del Segretario di Stato, abbiamo analizzato a chi spettavano le competenze (giungendo alla conclusione che il perno su cui tutto doveva ruotare era l’Università, aprendo così lo spazio ad un nuovo posto di lavoro per i giovani), si è esaminato sia durante le sedute della Commissione per le Politiche Giovanili sia negli incontri con il Presidente del Forum dei Giovani della Repubblica di San Marino, abbiamo cercato più volte le persone direttamente responsabili ma non abbiamo più ottenuto risposte.

Era un periodo sicuramente pessimo allora poiché iniziò la crisi di Governo ma il progetto sarebbe potuto partire il settembre scorso poiché tutto, e ribadisco tutto, era stato concordato e supervisionato: era parere comune che un osservatorio sul mondo giovanile servisse anche per dare una base statistica sulla quale far partire progetti, idee, leggi e quant’altro.

Non è stato ritenuto perfetto e passibile di modifiche dopo il 9 novembre 2008? Va benissimo, ma non scriviamo sui giornali cose non vere o anzi, non scriviamo che si potrebbe gestire l’Osservatorio in questo modo cercando sostegno da questa o quest’altra istituzione perché così si copiano idee di altri (e copiare non sarà bullismo ma è sicuramente scorretto), si mortifica il lavoro di altre persone e perché chi legge questi articoli non riesce a capire dove possa esistere il problema nel ritirar fuori quel progetto, da tutti visto positivamente, e magari chiedere delucidazioni al consulente per le Politiche Giovanili (se non proprio a chi già lavorava nella Segreteria di Stato con quella delega).

Ma forse il problema è nel nome dell’Osservatorio dato lo scorso anno? Infondo a noi non piaceva ridurre un’intera generazione sotto la campana del Disagio. Difatti, sin dai suoi inizi, l’osservatorio doveva essere a 360° gradi sul mondo giovanile, nel quale è certo rientrino i giovani disagiati, ma nel quale deve per forza rientrare la giovane generazione sammarinese che è creativa, che è altamente formata e professionale, che è libera nei pensieri e capace di confrontarsi e che ama il proprio Paese.

Certo è che dai commenti che ho potuto sentire e dagli articoli che ultimamente sono apparsi, mi riferisco anche quelli scritti dalla Segreteria di Stato con la delega per le Politiche Giovanili, mi pare che le Istituzioni di oggi vedano nei giovani solo dei lati negativi.

Molto riduttivo. Se queste sono le premesse…

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martedì 3 marzo 2009

Green economy per tutelare ambiente, economia e occupazione

di Giovanni Ghiotti - Segretario Generale CSdL
La green economy può e deve essere un importante traino dell’economia sammarinese, sia per creare nuovi posti di lavoro, che per affrontare la sfida epocale della tutela ambientale e dei cambiamenti climatici. Una sfida a cui non possiamo certamente sottrarci, in quanto sono in gioco le sorti dell’intero pianeta. Sulla strada della economia verde si sono già incamminati diversi paesi, tra cui gli USA con la nuova amministrazione. A San Marino si parla tanto di crisi e di misure anti-crisi, ma c’è troppa genericità, e quindi va apprezzato ogni contributo propositivo volto a delineare in modo concreto prospettive innovative per l’economia sammarinese.

In tal senso, è con interesse che abbiamo letto le proposte di Loris Francini, auspicando che a San Marino si possa aprire fin d’ora un ampio dibattito che porti a precise scelte nel campo dell’economia sostenibile. Alcuni degli indirizzi da seguire possono essere:

- Il forte impulso alle energie pulite e rinnovabili, in modo da iniziare a superare la dipendenza dal petrolio e ridurre i livelli di inquinamento. Questo, anche attraverso una politica di incentivi ancora più efficace da parte dello Stato per favorire i mezzi di trasporto alimentati a gas e metano, che hanno emissioni meno inquinanti.

- Oltre a favorire le aziende a basso impatto ambientale e tecnologicamente avanzate, vanno destinati significativi incentivi e agevolazioni per le imprese che producono materiali e strumenti per le energie rinnovabili, o che operano nel campo della tutela ambientale. Si tratta di aziende ad alto contenuto tecnologico, e quindi ad elevato valore aggiunto, in cui possono trovare sbocchi professionali molti giovani sammarinesi. Ad esempio l’Italia, che non è tra i paesi più avanzati in fatto di energie alternative, è prossima a partire con questa politica di incentivi…

- Dare concreta attuazione alla recente legge sull’efficienza e il risparmio energetico degli edifici, provvedendo in primo luogo ad emanare i necessari decreti attuativi. Una legge che ha, tra i propri obiettivi, quello di diminuire i consumi di energia attraverso una migliore efficienza strutturale degli immobili - che può contribuire a rilanciare le attività artigianali e le imprese nel comparto dell’impiantistica e costruzioni - e di produrre energia elettrica da parte dei singoli cittadini, sia per il consumo familiare, che da poter rivendere alla stessa AASS. Una modalità, questa, che può contribuire a ridurre la dipendenza di San Marino dalle forniture energetiche esterne.

- Prevedere incentivi dello Stato anche per l’acquisto di elettrodomestici a basso consumo e ad elevata efficienza energetica.

- Dare corso su larga scala alla pratica della raccolta differenziata dei rifiuti, senza escludere la possibilità di favorire attività economiche legate al riutilizzo dei rifiuti differenziati (come avviene nei paesi più evoluti sul piano ambientale e tecnologico).

- Favorire un modello di turismo basato sulla qualità dell’ambiente, sulla valorizzazione del patrimonio storico-istituzionale del paese, sulla tipicità dei prodotti sammarinesi.
Naturalmente, questi sono solo alcuni primi spunti propositivi. Auspichiamo che ne arrivino tanti altri, in grado di favorire, da parte del mondo politico e istituzionale, l’elaborazione di concreti progetti per aprire questa nuova strada dell’economia sammarinese. Da parte nostra, come parte sociale, siamo disponibili a confrontarci con tutti coloro che vorranno misurarsi con questa sfida importante e innovativa, rivolta ad un nuovo sviluppo del paese.

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San Marino, Report e la carta geografica

Di: un lettore di SMN

Il sito di Report, il programma d’inchiesta di Milena Gabanelli, in onda su Rai 3 dal 15 marzo annuncia le tematiche che saranno affrontate nelle prossime puntate. Tra le altre:

“La Repubblica di San Marino. 60 km quadrati, 30 mila abitanti per 13 banche e 58 finanziarie. La Banca d'Italia ha imposto ai nostri istituti di credito di trattare le banche sanmarinesi come tutte quelle inserite nella black list. Sorge la domanda: ma a che serve San Marino?”.

Pare che anche la versione iraniana di Report preveda una puntata dal titolo: "ma a che serve Israele?"

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lunedì 2 marzo 2009

Il segreto di Pulcinella

di Maverick
Il Forum della European House Ambrosetti dovrebbe aver lasciato qualche traccia nell’elaborazione di strategie politiche per portare al più presto il nostro Paese fuori dalla crisi nei rapporti economico – finanziari con la vicina Italia.Chi ha avuto modo di ascoltare gli interventi degli autorevoli relatori ricorderà quindi che è stato affermato con vigore che il segreto bancario rappresenta un asset attualmente imprescindibile per San Marino, e che la recente sentenza della Cassazione rappresenta un’importante vittoria nell’ottica del suo mantenimento. Ma nella sua lucidissima esposizione, l’avvocato Giulia Bongiorno, Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, avverte che “il segreto non è un problema tecnico, ma un problema strategico e politico”, e che “la soluzione è quindi di natura essenzialmente politica”.

Partendo quindi dal presupposto legale che la Convenzione del ’91 è tutt’oggi operativa (l’intervento del prof. Luca Mezzetti, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Bologna lo ha ben chiarito, con l’aggiunta per sovra mercato di queste esplicite affermazioni: “è quantomeno bizzarro l’atteggiamento del Moneyval che colloca San Marino in una zona grigia, San Marino non è la Serbia né l’Azerbaigian”, e che “quanto alle convenzioni bilaterali, i rapporti devono ritenersi validi fino alla denuncia ufficiale di una delle parti, non bastando dichiarazioni estemporanee sulla stampa o circolari bancarie per vanificarle.), cosa possiamo o dobbiamo fare noi sammarinesi? Qui le posizioni, soprattutto all’interno dei confini, stranamente si diversificano. Vi è, infatti, chi sostiene la tesi della supina omologazione (Antonio Carattoni nell’intervento pubblicato anche dal vostro blog: “chi racconta che è possibile separare già oggi lo scambio di informazioni per fini di lotta alla criminalità ed al terrorismo dalla questione fiscale, dice il falso”) e chi invece sostiene una linea di “sistema”, che vede cioè svilupparsi nel tempo un eventuale progressivo adeguamento (Emilio Della Balda: “I costi della procedura rafforzata sono alti sia per il settore bancario e finanziario, sia per l’erario sammarinese e non ce li ripaga nessuno. È chiaro che il segreto bancario è un asset per San Marino, ma è altrettanto chiaro che non è un ostacolo per l’applicazione delle normative sull’antiriciclaggio, e che cede solo in presenza di reato. Sta poi alla politica valutare, attraverso un’analisi costi/benefici, se vale la pena mantenerlo nei tempi lunghi”).
Se, come afferma il Senatore Nicola Rossi, alla “progressiva omologazione” dobbiamo invece sostituire una “differenziazione competitiva” più aderente al sistema economico – finanziario locale, allora avremmo davvero un compito politico di eccezionale difficoltà ed impegno per i prossimi anni, che però non accenna ad essere avviato da questo governo.
Del resto è del tutto evidente (come afferma ancora Emilio Della Balda) che una raccolta bancaria complessiva in Repubblica di appena 14 miliardi “è del tutto insignificante a livello internazionale e dimostra che le vie del riciclaggio passano per altri Stati e che San Marino può, al massimo, ottenere l’attenzione di qualche evasore fiscale o di qualcuno che cerca la riservatezza per i suoi sudati risparmi”, soprattutto se pensiamo che si stima in circa 600 miliardi di euro la cifra complessivamente sottratta annualmente all’erario italiano.
Quindi ritengo che il nostro Paese abbia tutta la forza di difendere i propri asset (segreto bancario, anonimato societario, rapporti fiduciari, differenziale fiscale) garantendo all’esterno la massima vigilanza in fatto di lotta al riciclaggio ed al terrorismo, anche attraverso la deroga al segreto di fronte all’ipotesi di reato ed all’adeguata verifica.
Lo stesso Valerio De Molli (Managing Partner, The European House-Ambrosetti e Presidente dell’Advisory Board San Marino) ha infatti affermato correttamente che “la Repubblica non può prescindere dai pilastri sui quali è fondata la sua economia: fiscalità agevolata e segreto bancario. Aspetto, questo del segreto bancario, che va senz'altro distinto dalla lotta al riciclaggio e al finanziamento al terrorismo, sul quale San Marino dovrà essere inflessibile”.
Quali conclusioni, dunque? L’attuale manleva richiesta dalle banche ai correntisti e imposta dai nostri organismi centrali non rappresenta esattamente questa direzione, dimostrando invece come ci si voglia sottoporre a regole imposte dall’esterno. Per quale ragione, infatti, non potremmo offrire un segnale importante anche nella vicenda della scelta del Presidente di Banca Centrale, rivolgendoci – se non ad un cittadino della nostra Repubblica, come potrebbero essere alcuni ex-segretari di Stato alle Finanze quali Clelio Galassi, Piermarino Mularoni o altri – ad un esimio personaggio al di fuori dell’entourage del Ministero del Tesoro o di Banca d’Italia, o peggio di qualche circuito bancario privato italiano, guardando oltre i già ristretti confini della penisola, ovvero verso gli USA o l’Inghilterra, o magari invece proprio la Svizzera o il Lussemburgo?Perché rinunciamo a dimostrare a tutti (Moneyval compreso) che la nostra normativa interna in fatto di antiriciclaggio e antiterrorismo è altrettanto (se non più) rigorosa di quella di altri Paesi, ed altrettanto severi (se non più) sono i nostri organismi di controllo? Perché le cosiddette ‘adeguate verifiche’ fatte all’interno di San Marino non dovrebbero essere prese per buone dai soggetti finanziari corrispondenti italiani? Perché quel piccolo patrimonio di ‘segretezza’ deve essere svenduto in ottemperanza alla norma che noi, da soli, non siamo in grado di vigilare adeguatamente? Ci rassicurano che il ‘segreto’ esiste ancora, poi aggiungono: ‘naturalmente solo all’interno del territorio sammarinese’. Certo, un segreto così lo sapeva mantenere perfino Pulcinella!

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C’era una volta la riforma della P.A.

di Pietro Solferini

Si è svolto venerdì l’ennesimo incontro tra Governo e Sindacati in materia di Pubblico Impiego. Naturalmente il confronto si è fermato sul primo punto, quello relativo al rinnovo del contratto. Un adeguamente non adeguato delle buste paga avrebbe, secondo i Sindacati, pregiudicato inevitabilmente ogni ulteriore confronto sugli altri temi. Le norme e le regole si faranno quando e se sarà soddisfatta la prima priorità. E allora, nelle more della contrattazione ci pensa il Governo a brigare, in applicazione dei principi di efficacia, efficienza, professionalità e meritocrazia tanto sbandierati. Tanto per cominciare, ha iniziato a rimuovere i Dirigenti non graditi. I primi a farne le spese sono stati Davide Gasperoni (figlio di Cesare Antonio) all’Autorità per l’Aviazione Civile e Stefano Palmucci (in quota PSD) alla Segreteria Esecutiva del Congresso di Stato. Così (si mormora) Marco Conti potrà passare all’Autorità per l’Aviazione Civile, Albina Vicini all’Ufficio Automezzi ed Elisa Serra al Corpo di Polizia Civile. E i conti tornano. E’ invece ininfluente il fatto che queste persone – tutte degnissime – non abbiano la minima idea del lavoro che andranno a svolgere.
Che bellezza….

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