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martedì 31 marzo 2009

Il vizio di non guardare in casa propria

Di Andrea Olimpi. Su: L’Informazione

Si parla di evasione fiscale, di Guardia di Finanza ai confini di San Marino, di White List italiana per la Repubblica più antica del mondo, ma l’Italia (politica) forse farebbe meglio prima di tutto a guardare in casa propria e poi, semmai, sindacare sulle case degli altri.Ho fatto una riflessione leggendo la stampa italiana degli ultimi giorni, da cui ho tratto notizie e numeri, che immagino siano reali visto che erano sui principali quotidiani e non solo.

Da un’indagine del 2006 l’Italia risultava essere il Paese europeo con la più alta evasione fiscale, con il 46% del reddito imponibile non dichiarato al fisco. La stessa ricerca indicava che il 44% di chi non paga le tasse lo fa per insoddisfazione verso i servizi pubblici erogati dallo Stato o la scarsa cultura della legalità, il 36% per la complessità delle norme a soltanto il 20% per la scarsità dei controlli.
Recente la dichiarazione del direttore generale del Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, Fabrizia Lapecorella: “l’evasione fiscale è un fenomeno di portata molto ampia, possiamo considerarlo un fenomeno di massa”. La stessa ha dichiarato che l’evasione fiscale ammonta a oltre 200 miliardi! Roberto Ippoliti, giornalista, saggista, esperto di comunicazione, editor del Festival dell’Economia di Trento e autore del volume Evasori. lppoliti recentemente ospite di una conferenza a Cattolica dal tiolo “Pre-Evasioni. Sul (l’incerto) futuro fiscale della nazione”, a suo tempo disse che forse non tutti sanno che i soldi non versati in Italia al Fisco corrispondono a 7 punti percentuali del Prodotto intemo lordo. Se tutti gli evasori pagassero le tasse, infatti, gli italiani avrebbero in tasca 100 miliardi di euro in più all’anno, circa 8 miliardi e mezzo al mese.
Tornando a Lapecorella, la sua valutazione del fenomeno evasione è fra i 230 e i 250 miliardi di euro. Nel 2006 la quota rappresentava 1116% del Pii nazionale.
Allora il problema dell’evasione fiscale non sarà un problema italiano indipendente dal sistema fiscale sammarinese? (…)
Va bene combattere il riciclaggio perché la mafia è una piaga che deve assolutamente essere combattuta e sconfitta, ma non sarebbe meglio che la Guardia di Finanza prima di spendere soldi pubblici in benzina per arrivare ai confini di San Marino facesse due passi a piedi “sotto casa”? Se l’Italia evade il problema è italiano, legato al costume italiano, alla pressione fiscale forse troppo forte e non è certo combattendo il sistema San Marino che questo può essere risolto. Uno Stato nello Stato con una pressione fiscale minore, dovrebbe essere visto come una risorsa piuttosto che come un danno, naturalmente con degli accordi e la trasparenza nei rapporti, con l’adozione delle giuste misure di controllo atte a contrastare l’evasione fiscale malata come l’esportazione di capitali o appunto il riciclaggio. Sicuramente può, in un momento di crisi economica come quello attuale, aiutare la piccola media impresa, che crea comunque posti di lavoro ed economia sana anche all’Italia.

3 commenti:

  1. Caro Direttore e gentili lettori,
    è significativo che su questo blog si rincorrano interventi simili che trattano del tema: "l'Italia-San Marino" oppure "non svendiamo la sovranità" e che questi siano svolti da persone che, da come scrivono, non sono sammarinesi di passaporto ma lo sono per vicinanza e solidarietà ad un popolo che rischia l'estinzione. Quello di A. Olimpi e quelli recenti di Freeworld ed altri sono concordi con quello che diciamo da tempo e sulle emergenze contingenti. Mi pare significativo che questi interventi sono tutti propositivi e non si lagnano, come invece sanno bene fare i politici, rimpallandosi le colpe ma tentanto una via di uscita dignitosa e intelligente per il paese.
    L'accordo con l'Italia rischia di essere la tomba per il paese, per lo sviluppo e per le generazioni future. Ma possibile che non ci sia la forza culturale-politica-diplomatica per arrivare a siglare un buon accordo? Che verta sui temi dello sviluppo per noi che siamo un piccolo paese e che dall'Italia dovremmo ricevere solo aiuto disinteressato come un fratello maggiore ne ha nei confronti dei suoi più piccoli...

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  2. Ringrazio MarcOne prima di tutto per aver risposto alla mia "riflessione" ed in secondo luogo, per aver centrato pienamente il mio pensiero che come lui stesso dice evidentemente non è soltanto il mio.
    Non concordo soltanto con il tuo ultimo passaggio, perchè secondo me San Marino non deve sentirsi il fratello piccolo di nessuno e neanche l'Italia lo deve considerare in questo modo, direi piuttosto che l'Italia dovrebbe considerare San Marino una risorsa, ma sta anche a San Marino convincere l'Italia di questo e dimostrarglielo. Questo secondo me non sta accadendo e forse non è mai accaduto, eppure San Marino ha comunque dato all'Italia, magari solo a quella parte di popolazione che vive nelle immediate vicinanze, ma comunque non è poco. Basti pensare ai rifugiati in tempo di guerra o agli attuali 6000 e passa frontalieri. Queste secondo me sono le leve importanti, che dovrebbero dare a San Marino quella fierezza per trattare con chiunque alla pari.
    A presto e se vogliamo continuare il "dibattito" io ne sono ben contento!

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  3. Caro Andrea, secondo me lei ha centrato perfettamente il problema. C'era uno che incolpava gli SMS, i telefonini e le chat di un crescente fenomeno di separazioni e divorzi. Sarebbe cone dare colpa a Leporello, possessore del "catalogo" di Don Giovanni, anziché alla passione fra lui e Zerbina, dei danni provocati al povero Masetto. E' chiaro, insomma, che la colpa dell'evasione fiscale imponente da parte dei contribuenti italiani non si possa e non si debba addebitare a San Marino o ad altri paesi a fiscalità più onesta e accettabile. Forse la vicina Italia dovrebbe sistemare, su questo fronte, le proprie regole, i propri carichi, le crepe nel sistema delle entrate, i malfunzionamenti, gli eccessi degli oneri, le tolleranze e le intolleranze, la sfiducia nel contribuente, la pesantezza di alcuni accertamenti, l'eccesso di elusione, e via dicendo. Sarebbe buona norma, quindi, evitare di dare la colpa a San Marino, che beneficia involontariamente delle carenze gravi del sistema italiano.
    Complimenti anche per il dettaglio delle sue informazioni.

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