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lunedì 6 ottobre 2008

Voto estero, giovani e politica

di Giovanna Cecchetti - Candidata PSD nella coalizione Riforme e Libertà

Credo sia molto importante in questo momento ricordare cosa significa vivere in un paese democratico. L’etimologia della parola Democrazia è greca: demos, popolo e –kratia, forza, governo. Letteralmente il governo del popolo. Esistono diversi tipi di democrazia, quella diretta, alla quale realmente prendono parte tutti i cittadini (come ad esempio in un referendum), e quella indiretta, in cui i cittadini eleggono i propri rappresentanti che formano il governo dello Stato. Sebbene il concetto di democrazia sia così antico le popolazioni hanno dovuto conquistarsi, con anni di lotte e battaglie, il diritto di poter eleggere i propri rappresentanti, vedi a tal proposito la significativa testimonianza storica del nostro Stato legata all’Arengo del 1906, che ha segnato il passaggio dall’Oligarchia alla Democrazia. E’ molto difficile decidere di togliere questo diritto a qualcuno, stabilire quali caratteristiche deve avere un individuo per rimanere in possesso di questo strumento democratico. Mi riferisco, chiaramente, al tanto discusso voto estero, di cui si è parlato nei giorni scorsi anche durante la Consulta dei cittadini sammarinesi residenti all’estero, direttamente chiamati in causa. La sensazione dei sammarinesi residenti in territorio, su questo argomento, è quella di venire privati di una parte del proprio diritto. Voto estero: voto di scambio. Questa è l’equazione di cui si sentono vittime il sammarinesi residenti all’estero. Ma è il malcostume del voto di scambio quello che si vuol colpire e non privare qualcuno di un suo diritto.
Il dato oggettivo è l’alta percentuale di esteri all’interno del complessivo corpo elettorale. Questo però è in contrasto con il grande attaccamento che, da sempre, San Marino ha nei confronti della propria tradizione.
Non deve essere dimenticata l’emigrazione che ha portato tanti nostri concittadini all’estero: è una parte integrante della storia della nostra Repubblica e non va dimenticata.
Quello del voto estero è un argomento molto delicato, sicuramente sarebbe stato meglio lasciarlo affrontare alla nuova maggioranza eletta, piuttosto che trasformarlo in strumento di battaglia per la campagna elettorale. Sicuramente in questo modo non si sarebbe creato il problema burocratico dei circa 800 giovani che, nonostante l’abrogazione dell’articolo 7, non potranno votare il prossimo 9 novembre.
Il problema è più grave di quello che sembra. Negli ultimi anni si è dimostrata una disaffezione diffusa da parte dei giovani alla politica, perché non viviamo più l’epoca delle grandi ideologie e questo provoca un distacco forte tra la politica e la vita quotidiana.
Promesse non mantenute, scandali, giochi di potere, opportunismo, sono queste le ragioni dello scetticismo dei giovani nei confronti della politica.
Deve fare riflettere chi la politica la fa da tanti anni, ma anche noi giovani candidati, che dobbiamo essere il punto d’incontro per ripristinare un rapporto di fiducia con i nostri coetanei. Noi che possiamo essere in grado di eliminare il pessimismo perché viviamo le stesse ragioni, perché cerchiamo le stesse certezze, perché abbiamo gli stessi bisogni. Sono sicura che ogni giovane sammarinese ha una propria visione del Paese, di ciò che va e ciò che non va, di ciò che gli manca per essere la San Marino di domani. Proprio per questo sono certa che dobbiamo essere i protagonisti del cambiamento: dobbiamo essere in grado di instaurare un dialogo critico e costruttivo, in cui le diverse visioni siano un arricchimento, in cui ciascuno porta un pezzetto di sé per rendere migliore il Paese. Dobbiamo ricostruire quella relazione tra mondo giovanile e mondo politico, costruire un ponte tra la politica di ieri e quella di domani, riportare i giovani come noi a credere nella politica e nelle istituzioni, con la convinzione che debbano essere i giovani a cambiare la politica e non questa a cambiare i giovani.

1 commento:

  1. A destrutturare una tesi così debole basta confutare la semplice affermazione: "...una terra di 60kmq con una popolazione di 31.000 unità (poco più) e con un numero di elettori residenti pari a circa 21.000, non può permettersi di avere oltre 10.000 elettori residenti all'estero (e ora che non c'è più l'Art. 7 è facile che si possa anche raddoppiare).". Il fatto stesso che sono 10.000 i cittadini (da verificare nelle cifre esatte e che peraltro non vengono tutti a votare) detentori del diritto di voto, significa che non possono determinare, essendo rilevante minoranza, un bel nulla! La sua affermazione è contradittoria nei termini perchè nessuna minoranza, in democrazia, decide le sorti, i risultati o altro! Il paragone con l'UK non regge nemmeno sul piano dei diritti, perchè è troppo comodo guardare oltre manica solo quando conviene. Allora guardiamo anche al sistema istituzionale ed elettorale. Oppure vogliamo parlare della libera economia? Degli anni luce avanti in cui si trovano le condizioni dei diritti dei cittadini? Le peculiarità di San Marino sono proprie di uno Stato che nasce e sopravvive proprio grazie alla saggezza e determinazione di cittadini che nella storia, hanno tutelato queste peculiarità: l'essere nati in un paese piccolo e tramandarsi la fraternità ed il principio "vi lascio liberi dal santo e dagli aggressori" cioè liberi da chiunque attenti all'integrità della Repubblica. I residenti all'estero non hanno mai determinato alcun risultato che non fosse già determinato da una forte corrutela interna. La sua è pura retorica non supportata da fatti e dati. L'invenzione della discriminazione dei cittadini residenti all'estero è una battaglia ingiusta e storica di AP che tutte le volte ci ha provato sottraendo importanti spazi di liberta, di civiltà del diritto e diritti pratici a tutti i cittadini sammarinesi. Ap ha messo gli uni contro gli altri, fratelli, sorelle, figli che sono discriminati solo perchè sono residenti in altro paese, per esempio a Coriano, Riccione, Ravenna, Genova o New York. Questo è un fatto molto grave che denuncia la mancanza di capacità politica ad elaborare un progetto che si basi sullo sviluppo in senso ampio dei diritti dei cittadini anzichè una loro diminuzione e restrizione. Per me e per la maggiorazna dei sammarinesi vale il principio: stare insieme anzichè dividersi. La filosofia di Ap che vuole creare disciminazioni tout court è la stessa che è stata utilizzata nel resto delle attività umane di questo paese: votata alla negazione del progresso in qualsiasi campo. Si criticava e si moralizzava la DC per il clientelismo ed oggi se non hai la tessera di Ap non entri in alcuni settori pubblici. Si accusavano i governi precedenti di trasparenza e bilancio dello Stato e siete stati i primi a salvare il vostro parente dal crack bancario. Si parlava di moralizzare la politica evitando i doppi incarichi e oggi i parenti dei segretari di AP svolgono il doppio lavoro senza che nessuno dica una parola. Si diceva che chi attenta alla sicurezza e stabilità del paese deve essere considerato un traditore della Repubblica ed oggi siete i suoi fedeli alleati. La coerenza è un pregio che non avete, i diritti valgono solo per quelli che vi sostengono, i principi sono buoni solo quando vanno bene a voi. Insomma, una nuova dittatura, mascherata con un pizzico di falso moralismo, eguali uguali alla Dc dei bei tempi, quella che avete lasciato in aperto contrasto sul metodo e sul merito della gestione...E che oggi avete finalmente ritrovato!
    MarcOne

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