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giovedì 9 ottobre 2008

Riforma della PA per eliminare le ingiustizie

di Patrizia Pellandra ed Elena Malpeli
Dopo venti anni di esperienze di lavoro nella Pubblica Amministrazione ci sentiamo in dovere di intervenire su tale ambito ed esprimere la nostra opinione di cittadine e lavoratrici. Da diverso tempo si prospetta la necessità di riformare la P.A. tanto che gli ultimi Esecutivi hanno elaborato proposte di legge, mai sviluppate per l’instabilità politica del Paese. Certo, le leggi vanno riviste, i titoli di studio aggiornati, ma soprattutto ciò che dovrebbe essere riformata è la politica delle assunzioni: oltre alle classiche ed ormai scontate infornate pre- elettorali, succede spesso che le assunzioni nella P.A. vengano fatte in modo totalmente arbitrario e senza pudore, disattendendo leggi e regolamenti, senza rispetto per i diritti di chi è in regola per ambire giustamente a determinati posti.
Ma procediamo con ordine.
Nel 1995 a seguito del surplus di personale nella P.A., furono bloccati i Concorsi Pubblici e fu detto che non sarebbero più state fatte assunzioni tramite convenzioni, contratti annuali e allegati D.
Nel 2005 per chi già lavorava da un numero di anni ci fu la stabilizzazione divisa in tre fasce: la terza deve ancora essere regolarizzata. E comunque la stabilizzazione e la successiva messa in organico furono subordinate alla partecipazione ad un corso teorico, corso di computer, elaborazione e discussione di tesi finale…questa è stata la prassi regolare.
Ci chiediamo se ne sia valsa la pena seguirla!!! Basta guardarsi attorno per vedere che c’è sempre qualcuno che riesce comunque, senza anni di esperienza, senza gavetta, ad entrare nella P.A. e ricoprire posti vacanti. A volte non c’è neanche bisogno del posto vacante, se c’è da far accomodare qualcuno lo si fa entrare e basta, tanto è vero che quando se ne va, naturalmente perché c’è già un posto pronto da un’altra parte, il suo ruolo PUFF scompare come per incanto!
Questo modo di agire non è ammissibile, la Pubblica Amministrazione non è una azienda privata! Ci chiediamo perché le leggi non vengano applicate per tutti allo stesso modo.
Il nostro caso è emblematico. Siamo due dipendenti statali, abbiamo compiuto un iter scolastico idoneo per accedere a ruoli previsti all’interno del nostro Servizio. Abbiamo cambiato diverse Dirigenze, durante le quali si sono liberati posti che avremmo potuto ricoprire; alla nostra richiesta di poter subentrare, come di diritto, la risposta è sempre stata negativa oppure non c’è stata affatto. Regolarmente dopo qualche tempo i posti venivano ricoperti da persone esterne chiamate nominalmente. Secondo quali criteri? Secondo quali normative?
Sarebbe necessaria in primo luogo una revisione degli organici, ma anche una forte volontà di trovare una soluzione al problema del precariato, per poi definire una nuova modalità di accesso nella P.A. Queste poi sono anche le proposte delle Organizzazioni Sindacali; ci auguriamo vivamente che vengano accolte al più presto , perché c’è proprio bisogno di una tutela “super partes” per tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione.
Nel frattempo però abbiamo una Dotazione Organica del 1993 ed un Regolamento del febbraio 2007 che definiscono i modi dell’accesso dei dipendenti nei vari ruoli, allora perché si chiamano e si assumono persone a proprio piacimento?
Sembra strano ma non tutti a San Marino amano sbandierare le proprie scelte politiche, utilizzarle come merce di scambio per ottenere favori; solo che queste persone hanno poca possibilità di carriera e noi ce ne stiamo accorgendo sulla nostra pelle.
Ci chiediamo quale sia l’insegnamento da tramandare ai nostri figli. I nostri genitori ci hanno trasmesso valori quali l’importanza dell’ istruzione,dell’educazione e della correttezza; in Repubblica non basta, l’insegnamento fondamentale che un genitore dovrebbe dare,é quello di prendere una tessera di partito e stare con le persone giuste per avere successo; peraltro l’impressione è che questa linea educativa sia stata seguita da molti a San Marino.
Siamo consapevoli di non essere le prime ad arrivare ad una conclusione simile, proprio per questo la tristezza che proviamo è infinita. Non basta avere le qualifiche, l’esperienza, non è abbastanza svolgere il proprio lavoro con competenza e serietà, non lo è neanche avere le leggi dalla propria parte.
Ma nonostante tutto non ci vogliamo rassegnare, vogliamo anzi dobbiamo sperare che questa situazione cambi, che una coscienza civica si consolidi a San Marino.
Abbiamo voluto rendere pubbliche le nostre amarezze, ma esiste in noi anche una forte volontà nell’affrontare con tutte le armi in nostro possesso le ingiustizie, per cercare di contrastarle, tentando nello stesso tempo di formare una consapevolezza che sia il primo mattone per una Pubblica Amministrazione meritocratica, egualitaria e seria.

2 commenti:

  1. Care Concittadine,
    le cose che dite sono assolutamente condivisibili, giuste quasi un manifesto per la lotta alla ingiustizia e illegalità della e nella PA. Non credete, però, sia necessario un radicale cambiamento come ad esempio eliminare l'assunzione senza scadenza nella PA? La possibilità di licenziare o assumere a tempo determinato? Cosa ci facciamo con quasi 6000 dipendenti PA? Una PA che peraltro, escluse poche buone nicchie, non offre alcun servizio ai cittadini visto che siamo letteralmente invasi di burocrazia a causa di dirigenti incapaci e inadatti che non conoscono l'utilizzo delle tecnologie e che si ostinano a farci andare agli sportelli con grave perdita di tempo e denaro.... Che fattorini vagano per il paese con fogli fotocopiati nelle mani... Che la PA stessa fotocopia i quotidiani contro legge...Che passaggi burocratici limitano i diritti, vanificano le riforme, impediscono l'attuarsi dei diritti stessi e le condizioni agevoli per le fascie più deboli non solo economicamente parlando. Quando impareremo che la politica non può e non deve tutto e che esiste anche una responsabilità diriginziale cioè tecnico-dispositiva-amministrativa capace di assumersi le responsabilità del ruolo, se non altro per le cifre da capogiro con le quali noi cittadini paghiamo i dirigenti della PA!!

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  2. è indispensabile ricorrere immediatamente ad una riforma della PA, in tempi brevi, celeri, al fine di garantire una PA dinamica, in grado di rispondere alle necessità dei cittadini.
    Da una parte sarà fondamentale ricorrere a quei miglioramenti tecnologici ed informatici, a partire dalla gestione dei documenti per arrivare ad affermare l'uso della firma elettronica e un archiviazione totalmente digitale anzichè cartacea con grande dispendio di tempo, spazio e denaro.
    dall' altra parte sarà porre interventi contro la lentezza burocratica, riducendo al massimo la pressione burocratica, semplificando di fatto la vita sia ai cittadini che alle imprese. La realizzazione di uno sportello unico potrebbe essere un intervento a sostegno..anche con accesso via web.
    Inoltre sarebbe fondamentale rivedere tutti gli appalti degli acquisti effettuati dalla PA, si tende a comprare il materiale 4-5 volte in più del reale prezzo in regime di concorrenza! Non è ammissibile sprecare il denaro pubblico per inefficienza. E' una prassi che deve terminare 1 volta per tutte.
    Per finire, 6000 persone sotto la PA sono veramente un esagerazione, bisognerà rivedere l'organizzazione, e riverificarne il tutto in termini di costi ma anche di efficacia efficienza e trasparenza.
    Incentivi a chi dal privato inserisce personale pubblico, e che le aziende private inizino ad inserire chi ha handicap come da legge n.71 del 29/05/91 e che quezta legge la si faccia rispettare!!
    Poi i correttivi di trasparenza e correttezza nell'inserimento in PA, le infornate vengono dettate dai piani "alti", dalla politica e senza un vero cambiamento un rinnovamento della classe politica credetemi non si avrà mai un cambio di registro.

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