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lunedì 11 maggio 2009

IO AMO SAN MARINO

Di Pier Paolo Guardigli – Direttore di SanMarinoNotizie.com

Nella catena di controllo della democrazia di un Paese civile la politica ha un suo rilevante potere, ma ce l’ha anche l’informazione. Si afferma che il giornalista deve essere il “cane da guardia” della politica, ovvero fungere da attento osservatore e controllore delle dinamiche politiche. Ma è lecito chiedersi: e chi fa, allora, il cane da guardia dell’informazione? Mi auguro vivamente che nessuno risponda: la magistratura! Poiché in questo caso la catena di controllo (e di comando) finisce tutta nelle mani di un solo organo dello Stato, trasformandosi così da democrazia in magistratocrazia. Peggio sarebbe, poi, se a questa domanda si rispondesse ‘la magistratura’ e poi, per estensione del quesito, si dicesse che a sua volta questa dovrebbe essere controllata dalla politica, innescando così un circuito vizioso senza via d’uscita.
Il giornalismo d’inchiesta, perno fondamentale dell’informazione, si basa sul fatto che si debba offrire al lettore (ascoltatore o spettatore che sia) tutta una serie di documenti, di fonti, di testimonianze affinché questi possa farsi una propria, autonoma e fondata opinione sui fatti accaduti e descritti. Diverso, invece, è il giornalismo militante: in questo caso è l’opinione del giornalista (o della testata a cui appartiene) che prevale e le fonti, le testimonianze ed i documenti saranno utilizzati esclusivamente (e con abilità spesso artificiosa) a dimostrare la tesi pregiudizialmente sostenuta.

Nella trasmissione Report di ieri abbiamo assistito a questo genere d’informazione, portato per giunta alle estreme conseguenze, nel quale il solo scopo finale era quello di dimostrare una tesi precostituita e faziosa. Direi che ci sono riusciti perfettamente. Gli strumenti sono semplici: travisare non per “informare” ma per “deformare”, usando stratagemmi tecnici (il montaggio), la scelta delle risposte da mandare in onda, un uso ispettivo delle telecamere e (dulcis in fundo) la compiacente collaborazione della Guardia di Finanza e soprattutto della Procura di Forlì: mi chiedo, infatti, chi avesse mobilitato gli operatori di una sola trasmissione televisiva durante l’arresto degli indagati (e ricordo, concetto mai abbastanza ripetuto, che di “indagati” si tratta, e non già di colpevoli: saranno per fortuna altri a giudicare la colpevolezza o l’innocenza degli interessati, non certo le impietose, ideologiche e giustizialiste telecamere di Report).

Mi rincresce che molti (tecnici e politici) coinvolti nella trasmissione, e forse blanditi dalla prospettiva di avere un palcoscenico di rilievo internazionale, si siano fatti convincere a concedere un’intervista a chi, qualsiasi cosa essi avessero detto, aveva già formulato le proprie risposte per lo spettatore. Grave ingenuità, che non perdono a persone così esperte e navigate, con altissime responsabilità.

Questo mi dà l’agio, oltretutto, di esprimere qui la mia più sincera e sentita solidarietà a tutti gli indagati dalla Procura di Forlì, quelli di ieri e quelli di oggi; questo almeno fino a quando, passati per tutti i diversi gradi di giudizio, non verranno definitivamente dichiarati colpevoli (e nella speranza che la magistratura italiana si attenga a rigidi principi di equità, come ha già saputo fare la Cassazione, non dimentichiamolo!).

Non saranno né i giornalisti (o meglio ‘gazzettieri’) “militanti” dallo scandalo facile, né gli inquirenti con bizzarri teoremi precostituiti a farmi cambiare sentimento nei confronti del mio Paese. Io amo San Marino e credo che vi siano i presupposti affinché si possa riscattare il nostro plurisecolare buon nome. Ma ci vorrà il tempo, una pazienza certosina, il dominio dei nervi e soprattutto una volontà politica condivisa. Ecco, appunto, ‘condivisa’. E’ qui che si innesca il mio peggior dubbio. Avendo visto come, fra esponenti del governo ed altri dell’opposizione, si sia indugiato con astio in gravissime accuse reciproche, temo che lo spaccamento interno possa divenire l’unica efficacissima arma dell'aggressore esterno per soverchiare il nostro Paese, inondandolo di accuse infamanti (collusione con la mafia, riciclaggio, istigazione all’evasione fiscale, concorrenza sleale e chissà quali altri capi d'accusa).

Se il “dìvide et ìmpera”, che i poteri forti della penisola tentano di applicare per annientare uno ‘scomodo’ vicino di casa, avrà ragione e sopravvento, allora possiamo già da oggi dichiararci sconfitti. Ma se in questa terribile aggressione, anzi, vera e propria “guerra fredda” sapremo restare uniti, non facendoci illudere che se ne possa trarre profitti per battaglie politiche interne, se riusciremo a non farci accecare dall’astio politico domestico e soprattutto personale, se sapremo fare fronte comune, allora forse potremo recuperare credibilità, forza e con esse la giusta progettualità per uscire dal vortice in cui ci stanno cacciando.

Vedremo chi, fra noi, dimostrerà con i fatti e con le parole di amare San Marino: da parte mia vigilerò soprattutto su questo. Da oggi sarò attento a valutare chi intende lavorare per il mio Paese e chi (per interessi propri, di parte, di casta, di famiglia, di lobby o più biecamente personali o aziendali) si comporterà danneggiando la mia amata Repubblica. Registrerò con attenzione chi, fra noi, ha già pronunciato sentenze di colpevolezza del nostro sistema, senza appello; chi si farà troppo facilmente ammaliare dai deboli teoremi dell’accusa; elencherò gli sciacalli che cercheranno profitti dal massacro della nostra economia, della nostrà comunità, della secolare sovranità. Non tollererò più giochini e giochetti sulla pelle dei sammarinesi, gente onesta, laboriosa, affettuosa, solidale. Fuori da San Marino i traditori della Patria.

2 commenti:

  1. Gentile Direttore,
    le sue parole sono sempre musica per le orecchie degli intelligenti e degli onesti.
    Lei è sempre propositivo anche quando le cose degenerano e pronto a risolvere i problemi.
    Fuori da San Marino i traditori della Patria, poterbbe essere uno slogan da applicare, ma inizierei anche con allontanare non solo i cittadini ma alcuni fra i forensi che non svolge un servizio per il nostro paese, ma esegue ordini e passa informazioni... inizierei a formare una classe dirigenziale che sappia sedersi al tavolo della UE e trattare alla pari con gli altri paesi, farei molte altre cose... Ma per iniziare occorre mandare a casa per primi quelli che hanno servito i padroni, quelli che hanno tradito San Marino...

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  2. Commento di MarcOne:

    Dopo aver visto e ascoltato tutte le campane che hanno commentato la situazione che San Marino sta vivendo, serve focalizzare l'analisi per trovare i rimedi giusti.
    E' nota l'esistenza di un dossier che evidenzia le miserie politiche sammarinesi e va ben oltre. Stavolta il felino, come tante altre volte, c'entra e molto. Nel dossier emerge che egli abbia svolto un ruolo fondamentale affinchè la Carisp si piegasse alle richieste "fuori mercato" ed esose fatte da sopaf per il dominio di Delta. La Carisp, giustamente non si è piegata ai ricatti e qualcuno da dentro San Marino si è alleato con i forensi nell'assalto alla Carisp considerata il forziere del Titano e la porta di ingresso principale per detenere un impero non solo finanziario. Poco importa se ci sono tizio e caio in Italia che complottano contro San Marino, poco importa se sopaf ha agito in maniera a dir poco scorretta per tentare una scalata attraverso mezzi metodi moralmente e forse penalmente giudicabili, poco importa se un graduato della Guardia di Finanza italiana abbia avuto parole allucinanti che meriterebbero una denuncia nelle opportune sedi internazionali, il fatto vero è che un Segretario di Stato, un uomo di San Marino, si sia reso protagonista del peggiore dei complotti contro il proprio paese allo scopo di acquisire maggiore potere e arricchirsi.
    Questo Segretario di Stato ha attentanto alla sopravvivenza stessa del paese, ha coinvolto l'istituzione finanziaria storica di San Marino in una vicenda losca ed esposta la Repubblica al ridicolo in TV ed i sammarinesi onesti, lavoratori ed orgogliosi, alla condanna di essere addidati come i peggiori cittadini d'europa, un nucleo di riciclatori. Questo signore va cacciato via dai palazzi, va relegato a vita privata con un bel vitalizio che certamente avrà già provveduto a costituire. Questa può già essere una parte della cura, almeno si estirpa il cancro poi si pratica la radioterapia, ma non è detta vi sia la guarigione.
    Infatti, troppe sono le bocche cucite e le orecchie da mercante di chi non vuole dire, ascoltare, vedere: i conniventi, paraculi che stanno ad aspettare gli eventi e che sanno tutto da tempo, ma come è possibile? Nemmeno in una situazione del genere la gente di AP, gli EPS & Company trovano un sussulto di sammarinesità? "Una classe dirigente scadente e corrotta che ha plasmato l'opinione pubblica che purtroppo le assomiglia fino al midollo... Anche in questo caso, pur essendo totalemente d'accordo con Manzaroli, siamo sempre nel campo delle analisi sociologica...Occorre una cura politica drastica.
    In molti come me non si vergognano affatto di essere sammarinesi, al contrario della signora che scrive su Tribuna, sono altri che si dovrebbero vergognare non i cittadini sammarinesi. Al contrario dei giovani di AP, troppo giovani, troppo co... e troppo di parte, che dicono che nonostante tutto che quella mostrata da Report è la realtà delle cose... Dico che quella di Report è realtà virtuale costruita artatamente con il contributo del potere finanziario e giudiziario italiano per aggredire San Marino e dare in pasto al pubblico italiano una colossale bufala che deve far dimenticare che l'Italia non ha nulla da insegnare a nessun paese... Caro tenente della GdF, si guardi attorno casa, scoprirà che è meglio iniziare da lì, dove il marcio è di enormi quantità, qualità e densità. Certo è facile prendersela contro la piccola Repubblica e dichiarare guerra davanti un microfono della RAI, certo è che dovrete venirci a stanare uno per uno e impiccarci ( come de molli insegna) ai rami più alti perchè non ci sarà nessuna genuflessione, non troverete amici quassù.
    Non è vero che San Marino riclicla, tutte le operazioni sono certificate Moneyval da tempo, Carisp come le altre sono strettamente vigilate da dentro e da fuori - figuriamoci! Ci intercettano tutti i giorni in tutti i modi e non sanno...ah ah ah - i teoremi del PM cadranno come già successo...
    San Marino possiede un accordo sottoscritto fra paesi sovrani per il quale portare soldi è perfettamente lecito ed anzi codificato. Le cialtronerie di forli cadranno presto, ma questo, come si diceva, non conta. Conta il fronte interno, la politica, il fare politica tout court che manca all'appello, manca una credibilità nella opposizione come nella maggioranza.
    Per essere credibili occorre rinnovarsi, per farlo serve mandare a casa gli "alberoniani" e ritrovare, come dice Tito (non solo lui gli appelli della società sono già molti), l'unità di intenti per uscire dalla crisi nera. Mandarli a casa e formare un governo di unità di intenti con un programma chiaro è la priorità assoluta. I problemi con l'Italia restano e resteranno fino a quando non agiremo come uomini liberi, oggi l'essere legati mani e piedi all'Italia porta questi problemi enormi: una potere italiano che tenta di scalare San Marino attraverso la mobilizzazione delle procure che inventano un teorema per assecondare i padroni...
    Quando saremo realmente liberi ed autonomi sarà perchè avremo fatte delle scelte serene per il bene del paese, sarà perchè abbiamo abbandonato il protettore e ci siamo emancipati, sarà perchè avremo smesso di credere in un uomo solo al comando, alle favole della Reggenza superpartes e alle belle leggi che non servono a nulla.
    A proposito cosa ne pensa il Vescovo della sua amata armata brancaleone di governo? Nulla da eccepire sulla moralità di alcuni?

    MarcOne

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