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venerdì 15 maggio 2009

Io tifo Carisp

di Francesca Masi su La Tribuna Sammarinese

Il mio primo libretto di risparmio lo ricevetti a scuola. Conteneva 50.000 lire ed aveva una copertina in plastica rossa con su stampato “Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino. Avevo 8 anni, leggevo Topolino e mi sentivo Paperone. All’epoca avevamo un casa in affitto ma qualche anno dopo i miei genitori comprarono un appartamento accendendo un mutuo alla”Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino”
In terza liceo fui eletta presidente dell’Associazione Studentesca: ci servivano fondi per organizzare il veglione e la “Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino” ci diede un milione di lire.
La mia prima auto l’ho acquistata coi soldi della borsa di studio della Scuola di Specializzazione e con un assegno della”Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino”.


Attualmente faccio il medico all’ISS e prescrizioni e certificati si fanno su Carta Azzurra, iniziativa sponsorizzata dalla “Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino”.
Ecco perché voglio bene ad “una banca”. Fa parte della mia storia. E non credo solo della mia.
Non sono un economista ma non mi pare che per la legge di mercato, il mercato occidentale, sia reato investire per ricavare profitti; o sia reato essere lungimiranti ed ampliare i propri orizzonti d’affari; o sia reato capire per primi che per garantirsi una piazza finanziaria competitiva occorre superare i confini di uno Stato, straordinariamente sviluppato e produttivo, ma pur sempre di 60 Km2 e 30.000 abitanti. Eppure anche tentare di esistere diventa illecito nella storia secolare della prevaricazione del più grande sul più piccolo, che millenni di civiltà non hanno smorzato, almeno non laddove ci siano dei soldi. Molti soldi.
E’ una guerra mediatica. Se è una guerra però si deve combattere. Con armi forse spuntate ma indispensabili: responsabilità e dignità. Nel caso i nostri generali non siano in grado di usarle provino a lasciare il comando dell’esercito agli avvocati della Cassa di Risparmio che, almeno fino a prova contraria, ha la sola colpa di averci garantito stipendi, pensioni e benessere. Personalmente, qualora fossi chiamata in prima linea vorrei poter difendere la mia storia. Io tengo per la Cassa di Risparmio .. .e per la libertà.

4 commenti:

  1. In quanto a garantire stipendi e benessere non è proprio così.
    Durante il governo delle sinistre, tra il 1982 ed il 1983 credo, fu fatta una riforma della PA e per pagare gli arretrati il governo dovette chiedere aiuto alla Banca Agricola perchè la Cassa di Risparmio lo aveva negato. Il perchè è facile intuirlo. La Cassa di Risparmio avrà la sua storia ma in quanto ad essere di tutti i sammarinesi non lo ha dimostrato.

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  2. Cara Francesca, grazie per questo accorato intervento a difesa del più sammarinese degli istituti di credito. Peccato che non la pensino come lei i nostri governanti. In questi giorni, ad esempio, perfino il premier Berlusconi si è scagliato contro quei giudici (non tutta la magistratura) che sembrano avercela con lui. Ma questo coraggio i nostri ministri non sembrano davvero di averlo. Come spieghiamo alla cittadinanza, allora, che nessuna voce istituzionale si è levata a difesa dello staff dirigenziale di Carisp (tutte persone stimabili, oneste, professionalmente dotate, ecc ecc) e contro l'allucinante castello accusatorio di un PM d'assalto che sembra avercela con tutta la nostra Repubblica? Come spieghiamo che da alcune parti si allude alla possibilità che qualche nostro illustre concittadino si sia perfino schierato dalla parte degli accusatori italiani di Sopaf? Come facciamo a dire ai figli delle persone ancora in carcere che i loro padri stavano svolgendo un'importante funzione economica anche per il nostro Paese, e non stavano di certo trafficando con i denari insanguinati della mafia italiana? Io mi indigno assieme a lei, cara Francesca, e spero di sentire finalmente qualche autorevole intervento istituzionale a difesa (almeno quella d'ufficio o politica) dei manager della Carisp.

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  3. Ho un'idea
    Fissiamo arbitrariamente il tetto massimo del 30% sulla propietà delle banche di san marino da parte di soggetti italiani. Fissiamolo anche per le finanziarie e le SRL, così tanto per non farci mancare nulla.
    Arrestiamo i loro vertici e incriminiamoli per riciclaggio, falso ecc ecc stessi capi di imputazione davanti alle telecamere delle Tv svizzere e di Lussemburgo, anche la CNN, uno spettacolo tutto organizzato con i Media e una diretta con Santoro. Facciamo delle riprese efficaci con mazzette, furgoni sequestrati e tavoli addobbati con qualche effetto di sicuro impatto.
    Teniamoli dentro circa 20 giorni e nel contempo facciamo uscire un migliaio di articoli si testate specializzate dove si raccontano i particolari più reconditi: "...hanno riciclato ingenti capitali accumulati dal ricavo della negoziazione di assegni bancari e circolari transitati nel conto corrente della banca.
    In seguito alle indagini è emersa l'attività svolta da un istituto bancario italiano, non autorizzato allo svolgimento dell'attività bancaria e finanziaria in San Marino, che, sfruttando la sua influenza dominante, ha abusivamente svolto sul territorio nazionale sia attività bancarie, sia attività di finanziamento in violazione della Legge.".
    Segnaliamo alla Interpol tutti i direttori e presidenti di banca e finanziarie e le proprietà delle stesse, affinchè siano indagati per riciclaggio internazionale di denaro e svolgimento illecito di attività finanziaria rivolta al riciclaggio, segnaliamo alla UE che esistono gruppi bancari che approfittando della loro posizione dominante e utilizzano le filiali sammarinesi quale centro di riciclaggio e occultamento di ingenti somme di denaro sottratte alla fiscalità in barba agli accordi vigenti.
    Arrestiamo l'ambasciatore d'Italia e teniamolo dentro insieme al direttore di Banca Centrale e gli altri per almeno 50 giorni.
    Sheckerare bene e servire a freddo.

    Dimenticavo, prima bisogna costruire il nuovo carcere!
    MarcOne

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  4. E ancor prima del carcere occorrerebbe un Tribunale efficiente ed un corpo di polizia ancor più efficiente. Un Tribunale che non riesce ad esprimere il proprio vertice ed un settore che deve dare sicurezza ma che non riesce nemmeno a scoprire i topi d'appartamento, rende esatta la dimensione dello stato confusionale che regna in tutti i gangli vitali regolatori della società. Non ultima la gestione governativa, sempre più precaria ed inadeguata. Se un governo non riesce a fare una nomina senza creare qualche problema forse il problema è nel governo.

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