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mercoledì 17 settembre 2008

Tariffe e popolarità

di Iro Belluzzi (PSD)

Come ogni questione controversa e complessa, anche quella che riguarda il “buco” di nove milioni di euro nel bilancio dell’A.A.S.S. si presta ad essere confusa ed a nascondersi dietro una interminabile serie di dissertazioni tecniche, politiche ed economiche, che tendono a non far capire ai cittadini, cioè a coloro che alla fine pagano il conto, se vi sono e di chi sono le responsabilità.
E’ bene allora fare anche ragionamenti più semplici e chiari, non per qualunquismo o superficialità ma per consentire alla gente di farsi un’idea.
Un’Azienda pubblica ha un Presidente ed un Consiglio di Amministrazione che riferiscono al Responsabile politico che, in questo caso, è il Segretario di Stato all’Industria, Tito Masi, il quale, a sua volta, è tenuto a portare le varie questioni in Congresso di Stato che, come è noto, assume decisioni in modo collegiale.
Immagino che, l’evoluzione negativa del bilancio dell’A.A.S.S. sia stata ampiamente prevista dalla Direzione e dal Consiglio di Amministrazione della stessa Azienda e che, di tale tendenza, il Segretario di Stato competente sia stato tempestivamente e perfettamente informato, tanto è vero che , oggi che la questione è venuta a galla, si sa che il prossimo anno questo deficit potrà addirittura raddoppiare.
Masi, dopo essersi assunto la”responsabilità” di proporre un aumento delle tariffe del 15%, pur sapendo che era nettamente insufficiente, ha proposto la creazione di una apposita “Autorità di regolazione per i Servizi Pubblici”, con l’evidente intento di scaricare su altri l’impopolare responsabilità di decretare ulteriori aumenti delle bollette ma, purtroppo per lui, questa “Autority” non può servirgli da paracadute per le sue evidenti responsabilità pregresse.
Queste precise responsabilità consistono nel fatto che, essendo egli perfettamente informato su come stava andando in “profondo rosso” il bilancio dell’A.A.S.S. , avrebbe dovuto proporre al Congresso di Stato le contromisure sufficienti ad invertire quella tendenza, cosa che si è guardato bene dal fare.
Oggi, per porre rimedio a questa situazione, saranno comunque i cittadini a pagare e dovranno farlo, non solo attraverso il copioso aumento delle tariffe, ma anche attraverso la necessità supplementare di risanamento del bilancio dell’Azienda che, alla fine, graverà pur sempre sulle loro tasche.
In questo caso, mi pare che Masi, sempre pronto a mettere avanti il bene del Paese, abbia dato la precedenza alla sua immagine politica ed a quella del suo partito, cercando di evitare una impopolarità che, comunque, questa vicenda gli farà ricadere addosso.

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