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venerdì 26 settembre 2008

Ancora sul voto estero

di Gian Nicola Berti (Noi Sammarinesi)

Illustre Presidente, mi permetta replicare al Suo intervento di ieri, innanzi tutto per dissentire dalla Sua affermazione secondo la quale “il voto di scambio sia fisiologico”. Temo che sia estremamente diseducativo sottovalutare o, ancor peggio, giustificare il fenomeno; così come non nego che anche all’interno la politica clientelare sia presente e vada contrastata con ogni mezzo ed in ogni contesto.
E’ ben vero, come Lei sostiene, che la Magistratura non è mai stata in grado di punire i colpevoli del voto di scambio; ma mi permetta di ritenere che la mancanza di “ risultati “ sia esclusivamente conseguente alla mancanza di una politica di prevenzione e di segnalazione dei fenomeni da parte di chi viene sollecitato a scambiare il voto in cambio di un viaggio. La effettiva collaborazione dei residenti all’estero è imprescindibile, poiché dall’interno ed a reato commesso ricercare le prove all’estero è assai problematico data la scarsità di strumenti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Mi sembra assai semplicistico trincerarsi dietro la accusa di Xenofobia per fini elettorali, per fingere che le distorsioni derivanti da voti inconsapevoli non esistano o siano un fenomeno del tutto fisiologico.
Se permette, osservo che il voto, qualunque voto, determina la vita politica ed il governo del paese e di chi ci abita. Paese che come Lei amo, ma nel quale vivo e, a differenza di chi risiede all’estero, pago le tasse. Spero che sia d’accordo anche Lei che gli effetti del voto inconsapevole o di scambio si ripercuotono sulla vita di chi in questa Repubblica risiede, di chi tutti i giorni deve sottostare al potere di coloro che preferiscono, perché del resto non hanno molte altre speranze all’interno, legittimare il proprio potere con i voti di chi ha la fortuna di non dover sottostare quotidianamente al malgoverno che hanno generato.
Ma Lei si immagina se alla prossima tornata elettorale il risultato del voto dei seggi esteri dovesse essere determinante per il premio di maggioranza e la formazione del nuovo governo? Assisteremo all’ingiustizia che i cittadini residenti sarebbero governati da coloro i quali hanno democraticamente bocciato! Lo ha detto Lei stessa che gli aventi diritto al voto residenti all’estero sono 15.000; l’ipotesi è tutt’altro che remota.
Non sarà sfuggito nemmeno a Lei come proprio i responsabili di certi fenomeni di “gestione del voto estero” oggi sostengano a più riprese di essere stati i paladini del diritto di voto dei concittadini residenti all’estero; incuneandosi nel cuore del problema per amplificarlo con l’esclusivo fine di ottenere consensi elettorali. Magari dopo essere stati i responsabili delle distorsioni che hanno portato a rivedere le norme in materia elettorale.
Ancora oggi un politico, ben noto anche per la bianca chioma, mi è stato riferito che avrebbe scritto a tutti i cittadini esteri, e sia ben chiaro solo a Voi, per magnificare i “buoni servigi” da lui resi alla causa della difesa del voto dei cittadini residenti all’estero. Ma non era lui a governare?
Credo, senza stare a rimbalzare da una parte all’altra della cittadinanza le cause del decadimento nella guida del paese, che si debba affermare la necessità che il voto non debba venir espresso per simpatia, ma per risolvere i problemi del paese in cui vive o quelli di chi lo esercita. In questa ottica e per perseguire questa finalità riterrei importante che il nodo del voto estero debba essere risolto attraverso proposte come quella che ha avanzato la Comunità di Milano nel 2006, ovvero di allargare la rappresentanza in Consiglio Grande e Generale ai cittadini non residenti con funzione deliberativa solo su quelle tematiche che riguardano l’intera cittadinanza ( carta dei diritti, cittadinanza, temi che in genere che riguardano anche i cittadini esteri) , lasciando che i Consiglieri eletti all’interno siano i soli ad essere competenti per deliberare sulle materie che riguardano la vita interna della Repubblica. In alternativa, si potrebbe prevedere che i voti esteri valgano esclusivamente ad eleggere all’interno del Consiglio Grande e Generale alcuni rappresentanti delle Comunità all’estero, affinché essi possano tutelare gli interessi dei non residenti.
Come vede non vi è alcuna volontà di punire chi non risiede più in Repubblica, semmai vorremmo valorizzare e qualificare il voto dei concittadini esteri, affinché eleggiate tra Voi chi possa rappresentare le Vostre istanze certamente meglio di chi lo ha fatto fino ad ora.

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