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mercoledì 19 agosto 2009

I Socialisti e il socialismo

di MarcOne
Sono anni che si unificano e si dividono e all'osservatore nostrano appare chiaro che la causa principale delle divisioni non sono le politiche e le vision strategiche, ma fatti personali che principalmente occupano le ragioni della divisione e della diaspora.Incapaci di trovare una sintesi e politiche socialiste per una moderna società, oggi i socialisti sammarinesi sono leteralmente ovunque, ma non contano nulla. Sono diventati partito di maggioranza relativa e, subito dopo aver raggiunto l'apice si sono nuovamente spaccati.

Spaccatura dopo l'altra oggi sono:
NPS usciti prima dell formazione del PSD il cui riferimento è Augusto Casali, conta 3 seggi in Consiglio ed è schierato alternativamente al centro e a sinistra ma è al governo con la destra;
PSRS usciti di recente dal PSD fanno riferimento a De Biagi e Andreoli, contano 8 seggi, si schierano a sinistra aperti a collaborazioni per progetti al centro e sono all'opposizione e nel manifesto fondativo di politica concreta se ne vede poca;
PSD 10 seggi, opposizione e un documento politico leggerino che difficilmente troverà applicazione e sopratutto alleanze di governo;
Alcuni fanno parte di Socialisti per la Libertà che non è più presente in Consiglio ma attiva nel paese;
2 autorevoli transfughi dal PSD hanno fondato Arengo Sammarinese, sono al governo ed hanno sottoscritto il programma con la destra, tentano di tenere accesa la voce delle riforme nel governo ma con scarso successo.
A conti della serva fatti, i socialisti sarebbero al governo, sarebbero il partito più forte se non fosse per quella predisposizione alla lite ed al personalismo che rovina tutto. La tendenza dei cittadini sammarinesi è chiara, votano i socialisti, vogliono che il paese sia ispirato da politiche socialiste, da riforme capaci di cambiare il paese e portarlo fuori dalla crisi e proiettarlo nella sfera della UE a pieno titolo, sono orgogliosi di essere sammarinesi e credono che il socialismo, quello vero, quello che in questo paese ha fatto tante cose buone a favore di tutti, governi la Repubblica. Sfortunatamente ci sono pochi socialisti nei partiti, molti opportunisti, tanti fancazzisti ma sopratutto non c'è una coesione sulle politiche di fondo, si parla tanto e si fa poco, si perde tempo nelle scaramucce personali e intanto gli altri governano. Esiste una predisposizione alla lite perenne, di tanto in tanto sopita, ma costantemente condita da attacchi personali, calunnie sotterranee, racconti e bugie che si suggeguono nelle stanze dei bottoni come negli uffici pubblici, falsi miti e fantasticherie varie che raccontano di personaggi e di storie che nulla hanno a che vedere con la politica e le riforme.
Ai socialisti, ci piacerebbe vederli alle prese con una politica della casa che non passi più dai portafogli dei cittadini e dalle casse delle banche, ma a nuove politiche capaci di garantire ai giovani la casa ecosostenibile a prezzi adeguati, senza liste di attesa dove lo Stato sia il promotore di un nuovo ciclo virtuoso. Ci piacerebbe vedere realizzati i sogni dei giovani sammarinesi abilitati da studi universitari di elevata specializzazione a ricoprire posti di lavoro di qualità in un terziario avanzato che non è mai decollato e dove invece si continuano a produrre posti per manodopera generica, quest'anno sono stati oltre 900 i posti di lavoro creati, posti che non servono a nessuno senza qualità, ma che forse servono a qualcuno che profitta della cassa integrazione e fa pagare alla cittadinanza le proprie debolezze mentre incassa gli utili a fine anno. Cosa servono 900 posti di lavoro nuovi quando i nostri giovani attendono ben altro? A chi giova questo tipo di politica anti-sammarinese,? Mentre l'Italia ci attacca, noi paghiamo la cassa integrazione a migliaia di lavoratori dei quali potremmo fare a meno e ci guadagneremmo anche tanto di più se con la metà dei soldi sprecati per tale politica ottusa, si utilizzassero per creare posti di lavoro di eccellenza tecnologica, di ricerca universitaria e servizi moderni !!Ci piacerebbe vederli impegnati nella modernizzazione del nostro Stato, più che coinvolti nelle bagarre del casino e dei giochi, vorremmo toccare con mano politiche che promuovono più tecnologia, più servizi, più libertà e tutela del cittadino, più giustizia e più spazio ai sammarinesi. Ci sono troppi forensi che ci dicono cosa dobbiamo fare, dove dobbiamo rivolgerci e chi dobbiamo ascoltare.
la questione della adesione alla UE rimane un nodo centrale, ma finchè non ci saranno esperti di politiche e regole UE nella nostra classe dirigente sarà dura e questo teatrino fra un Segretario di Stato confuso e impotente che magari vorrebbe ma non può e dall'altra l'improvvisa uscita del PSD sulla adesione dopo che aveva lasciato cadere la cosa che prendeva le mosse già da prima delle elezioni del 2001, sono segnali politici che indicano chiaramente la necessità di spazzare via una classe politica e dirigente ancorata a un passato che fortunatamente non tornerà.
In attesa che tutti i socialisti che si credono furbi tornino a ragionare di politica socialista e non di personalismi... Teniamo botta.

1 commento:

  1. A me questa storia dei socialisti che si uniscono per poi dividersi dandosi colpe reciproche sembra la corsa degli asini.
    E' sicuramente vero che la popolazione sammarinese incarna per molti versi un sentimento socialista ma il problema vero è che purtroppo non ci sono i socialisti. Facendo un po di dietrologia basta ripercorrere, senza andare troppo indietro nel tempo, le vicende dei partiti socialisti degli ultimi trent'anni. Le divisioni hanno sempre avuto carattere personalistico e mai ideologico altrimenti non si spiegherebbe il fatto che, dopo varie unificazioni, ci siano ancora tre partiti socialisti dal momento che non è possibile considerare tali i grandoniani. Di questi tre partiti non c'è n'è uno che stia meglio di un altro. Il NPS si è dovuto aggregare a dei fuoriusciti democristiani pena l'estinzione ed anche se si trova al governo non mi sembra brilli per iniziative e determinazione. Dal PDS è uscita ultimamente la parte meno nobile e politicizzata. Si fanno chiamare riformisti e fanno la corte agli ex democristiani che a loro volta sono alleati dei grandoniani. Il loro manifesto fondativo è vecchio e stantio come chi l'ha scritto, in teoria dovrebbero collocarsi a sinistra ma di fatto sono, insieme ai grandoniani e agli ex democristiani, il partito del casinò che è anche attualmente il partito di maggioranza relativa. Il PSD ha perso la propria identità politica tanto da non sembrare n'è un partito con elementi socialisti n'è un partito con elementi di provenienza post comunista. Si attaccano all'Europa più come slogan che come progetto, ha nominato recentemente due perfetti sconosciuti ai vertici, quando nella nostra realtà ciò che più conta è il rapporto con gli elettori. La realtà è tragica per il socialismo ma essendo di fronte ad una corsa degli asini, qualcuno arriverà sicuramente primo ma rimarrà sempre un asino.

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