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giovedì 29 ottobre 2009

Una guerra senza senso

La Svizzera, dopo la perquisizioni di tutte le sedi delle filiali delle sue banche in Italia avvenuta nella giornata di lunedì, ha richiamato l’ambasciatore. Quando si agisce sugli ambasciatori significa chei il clima è quello di guerra. Il paradosso è quello per cui nell’operazione della GdF è stata coinvolta la Repubblica di San Marino le cui banche, come è noto, non possono avere, come invece accade per quelle svizzere, proprie succursali in Italia. L’ affaire Delta lo dimostra ampiamente. Eppure tutti i media hanno detto che i controlli riguardavano San Marino, dovendo poi specificare che si trattava di territori limitrofi, potenzialmente in contatto con la Repubblica. La risposta giunta da San Marino è stata molto attenuata, anche perchè non sono state toccate proprietà sammarinesi all’estero, come è accaduto per la Svizzera, ma si è inferto ‘solo’ un colpo alla credibilità dello Stato. Ma a questo, purtroppo ci abbiamo ormai fatto il callo.

Nell’un caso, come nell’altro l’obiettivo è sempre il medesimo, quello di creare il clima per favorire il rientro dei capitali. Un’operazione che sulla carta vale, per quanto ci riguarda, circa 100 milioni in termini di imposte e 2 miliardi in valore assoluto. Mentre le imposte rappresentano una goccia nel mare magnum del debito pubblico del Bel Paese, e ne potevano essere incassate probabilmente molte di più se fosse stata ammessa la regolarizzazione dei capitali, l’interesse è tutto concentrato sui potenziali due miliardi di rimpatri.
“Registriamo molti flussi da San Marino - dicono dalla Cassa di Risparmio di Ravenna “. E’ vero, il deflusso è iniziato con efficacia. Ma se lo si analizza nella sua struttura, ci accorgiamo che sostanzialmente i capitali passano dagli istituti centrali di credito o da altre banche corrispondenti italiane, dove le banche sammarinesi li hanno sempre tenuti depositati, per arrivare ad altre banche italiane più o meno vicine a quelle che già li detenevano, se non, a volte, le stesse.
Sostanzialmente il Sistema bancario italiano, preso complessivamente non beneficerà neppure di un euro in termini di massa amministrata. Solo le commissioni di gestione piuttosto che dalla banche sammarinesi saranno incassate dagli intermediari italiani, ma si tratta di una magra consolazione che vede comunque le risorse restare nell’ambito di un territorio integrato definito dalle provincie di Pesaro, Rimini e da San Marino.
E’ ovvio che questo ragionamento è iindirizzato a chiarire che se Tremonti avesse firmato l’accordo con San Marino permettendo così di evitare il rimpatrio obbligatorio, per l’Italia non sarebbe cambiato nulla in termini di imposte, di massa amministrata e di trasparenza fiscale dei redditi per tassarli nel futuro.
Una guerra quella Contro San Marino, veramente senza senso.

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