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venerdì 2 ottobre 2009

Riforma PA, se ci sei batti un colpo

Di Pietro Solferini

Sono ormai trenta giorni che le tanto sbandierate Leggi di riforma della P.A. sono entrate in vigore. La madre di tutte le riforme, il volano per l’economia ed il settore privato, il motore dell’efficienza e della funzionalità degli Uffici Pubblici è avviato da oltre un mese e nessuno se n’è accorto, mi pare.
Qualche cittadino ha notato uno snellimento delle procedure burocratiche in qualche ufficio della P.A.? se si, è pregato di segnalarlo. Qualche Ufficio funziona meglio, ha migliorato le proprie prestazioni, ha introdotto economicità rispetto al mese scorso? Non ci è dato saperlo. Qualche dipendente indolente, incapace, fannullone, incompetente – non che ve ne siano – è stato punito in base alle nuove norme disciplinari? Qualche Dirigente è divenuto più manageriale, professionale, competente? Se ne avete notizia, segnalate anche questo al numero in sovrimpressione.


Qualcuno, dall’alto, ci risponderà che occorre tempo, che stanno lavorando per noi, che per vedere gli effetti positivi occorre pazienza, che il mondo non fu fatto in un giorno, che la situazione preesistente era disastrosa, ecc. ecc…il ritornello lo conosciamo. E il ritornello lo potrei accettare senza problemi, se non sapessi che invece, nelle more di questa attesa, le manovre sotterranee e furtive di privilegi e nepotismo continuano imperterrite a pieno ritmo e senza attesa alcuna.

Tra le nuove formule di assunzione, ad esempio, stanno andando per la maggiore le borse di studio. Invece di procedere a ricoprire i posti vacanti presso gli Uffici secondo le leggi in vigore, con la scusa della Riforma in itinere, si procede alla copertura con borse di studio. Qual è il vantaggio? È semplice: non si deve sottostare a criteri e norme di sorta, si può procedere e reclutare il borsista come meglio si crede, in base alle esigenze e circostanze del momento. Si fa una commissione di Coordinatori (alter ego dei rispettivi Segretari di Stato), si esaminano i candidati con prove di cui non si sa nulla, si fanno graduatorie interne e inappellabili. Recentemente ne sono state emesse diverse (in data 25 maggio: 3 all’Ufficio Urbanistica e 3 all’Ufficio del Catasto; l’8 giugno: 7 presso i Dipartimenti…). Poi che fine faranno questi poveri borsisti? Dopo un anno saranno rispediti alle rispettive case? Non credo. Vuoi disperdere un così prezioso patrimonio umano? vuoi sprecare i costi sostenuti dall’Amministrazione per formare il borsista? ne vuoi sostenere altri per formare dipendenti provenienti dalle graduatorie a svolgere le medesime funzioni? neanche per sogno: una bella infornata e via.

Come diceva Moretti: continuiamo così, facciamoci del male….

1 commento:

  1. Nessuno se n'è accorto perchè la struttura burocratica della pubblica amministrazione, a prescindere da qualunque legge si faccia, buona o cattiva che sia, continua ad essere appunto una struttura burocratica alla quale ogni legge fa il solletico. Proprio partendo da questo concetto, la pa non può assolutamente essere un volano per l'economia perchè non ne ha le caratteristiche per cui chi si ostina a dire questo non sa quello di cui parla. La pa offre servizi che possono essere definiti buoni (nella sanità), meno buoni (nella giustizia), sufficienti in alcuni settori di secondaria importanza, scarsi in altri. Proprio perchè offre servizi (pagati dalla collettività), occorre prima un approccio scientifico per migliorarli perchè il problema delle burocrazie sclerotizzate, come lo è la nostra pa è tale per cui se non si ha questo tipo di approccio prima di determinare una riforma, è impossibile cercare di migliorarla con leggi che hanno la pretesa di essere le migliori ma che hanno scarsissime possibilità di applicazione.
    Questo lo stiamo vedendo appunto quando si procede con episodi di nepotismo che la dicono lunga sull'efficienza della pa e quando si cerca di aggirare le norme che delimitano gli ingressi, con l'assunzione dei borsisti (caratterizzate anche queste da nepotismo) che stanno con le mani in mano negli uffici a cui sono destinati ed anzi per alcuni è addirittura difficile trovare una collocazione.
    Questo perchè alla fine del percorso della cosiddetta riforma, semmai ci si arrivi, chi si troverà in una data collocazione in un dato momento verrà sanato in quel posto, facendo felici alcune famiglie e scontentandone altre.
    A ciò si aggiunga il personale delle Segreterie di Stato, dove ce ne sono alcune piene zeppe di aderenti (Turismo, Lavoro e Industria) e che sono potenziali nuovi impiegati sotto mamma pa, e novelli consiglieri in banca centrale a non si capisce fare cosa.
    Un altra questione di primaria importanza di cui però si è parlato poco, sono i costi a cui questa sbandierata riforma andrà incontro in un periodo non proprio florido per le casse dello Stato. Questo si scontra frontalmente con il fatto che la pa, in questo momento, sta spendendo di più e peggio di prima. Se poi ci aggiungiamo i pomposi concetti di economicità e razionalità messi in bocca per darle aria e le leggi fin qui approvate, delle quali una anche incostituzionale, abbiamo la cornice di un quadro non proprio edificante.
    A questo aggiungo che se una riforma è importante, non può essere fatta da un mediocre funzionario della pa.

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