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mercoledì 1 luglio 2009

MAIORI FORSAN CUM TIMORE SENTENTIAM IN ME FERTIS QUAM EGO ACCIPIAM

di Daniela Tonelli, su La Tribuna Sammarinese

Qualche tempo fa, ancora una volta toccata dalle insidie di una bestia malefica, mi sono ritrovata da un giorno all’altro senza più riuscire a camminare, con le mani che mi tremavano ogniqualvolta m’impegnassi anche in minime cose, completamente senza forze… questa mia gentile compagna, che da qualche tempo non avevo il piacere di rincontrare, si chiama sclerosi multipla.

Ero già in malattia, ma m’illudevo che il pousse’ fosse già in fase di remissione. Invece così non era. Ero agitata, spaventata, piangevo. Non riuscivo neppure a farmi l’iniezione di cortisone che il neurologo mi aveva prescritto da Pesaro il giorno stesso telefonicamente (sono seguita dal Reparto di Neurologia di Pesaro) e, visto che una piccola scorta in giro per casa ce l’ho sempre, anche se avevo la nuova ricetta a Pesaro, presi la mia fialetta adorata e in piena crisi isterica mio marito, Antonio Felici, anche lui con me in malattia ma in grado di guidare, dopo tre telefonate presso la Medicina Fiscale dove la linea risultava sempre occupata, mi accompagnò da un’amica, l’unica in grado di rilassarmi e d’iniettarmi l’”elisir di nuova vita”. Ovviamente a quel punto, cercare di avvisare la medicina fiscale era, francamente, l’ultima delle nostre preoccupazioni. Ma tornati a casa un bel foglietto giallo ci avvertiva del famigerato passaggio. Il giorno successivo, Antonio che conserva bellissimi ricordi legati allo stafilococco aureo ‘infiltrato’ tramite un’ ‘infiltrazione’ fatta in ospedale — il gioco di parole mi piace ed è tristemente azzeccato (lo stafilococco aureo è un tipetto microscopico subdolo e malefico, che adora andarsene a spasso nel nostro corpo dove spesso s’insinua con un’iniezione, scovando ogni buchetto nascosto, causando qualsiasi tipo di male), e per questo ultimamente spesso costretto alla malattia, si è recato personalmente dalla Dottoressa Rossi per giustificare la nostra assenza per quei pochi attimi “fatali”.
Si è sentito rispondere con assoluta freddezza “Per ciò che mi riguarda voi potevate anche essere andati a prendere un tè dalla vostra amica”. Ma fa la pasticcera o è un medico? Vista la sua risposta inizio a dubitarne!
A quel punto è iniziata l’eccessiva trafila di lettere indirizzate agli “ Egregi Signori” (ma se ci avrebbero mandati direttamente ai Cappuccini, altro che Egregi!), anche dalla Giuseppina Bertozzi, dove ci avvisava che avevano avviato la procedura per la detrazione di parte del nostro stipendio, per dieci giorni (la nostra colpa si era svolta, e sottolineo per necessità, in non più di mezz’ora).
Ovviamente ed immediatamente abbiamo ricorso presentando certificato medico già compilato dal 18 maggio tempestivamente ritirato e a me consegnato da mia sorella Tiziana Tonelli, infermiera presso l’ospedale San Salvatore di Pesaro, con la giustificazione scritta per mio marito che, anche se malato, era l’unico in grado di accompagnarmi (viviamo in un posto bellissimo a Faetano, ma molto isolato).
Un paio di giorni fa Uberto Tonelli, mio fratello, è venuto a trovarmi e, stupito, trovandomi infastidita, depressa, sotto ansiolitici, mi ha chiesto come mai ci avessero già detratto i soldi dallo stipendio, senza neppure avere preso in esame il ricorso, e senza avvisarci previo invio di raccomandata nella quale, fra l’altro, avrebbero avuto modo di alludere al ricorso da me e mio marito presentato tempestivamente (già, perchè visto come “egregiamente” i signori della medicina fiscale ci avevano, inumanamente e miseramente trattato, insospettiti ci siamo informati direttamente dal nostro Istituto Bancario di come fossero arrivate le nostre buste paga).
A Cattolica, una carissima amica a cui ho raccontato il fatto delineandone tutti i particolari, ne è rimasta disgustata. Diversi infermieri ed altre persone, dopo che li informavo del caso mio e di mio marito, allucinati mi confermavano che altri casi anche più vergognosi erano accaduti (mi recavo spesso al Centro Sanitario di Borgo Maggiore o al Pronto Soccorso per quotidiane pere al cor tisone della durata di più un’ora).
E a me mentre mi sottoponevo al trattamento, venivano amaramente in mente i casi di malasanità ricevuti qui a San Marino dalla nostra famiglia.
Durante l’ultima Risonanza Magnetica a Torre Pedrera il Medico Anestesista, un uomo meraviglioso e veramente umano, che mi aveva sedato, mi aveva consigliato d’immaginarmi durante un lungo viaggio rilassante. Essendo stata quattro volte in Egitto, mi ero “ri-creata” mentre attraversavo la grande oasi di El Fayum, dalla quale raggiungevo le possenti Piramidi, per poi ritrovarmi nella Valle dei Re, nella splendida tomba di Tutmosi III, per finire sul Mar Rosso circondata da pietre millenarie e sabbia, per poi tuffarmi meravigliosamente tra le sfavillanti varietà di pesci e coralli nell’acqua di mare… Qui a San Marino, nonostante tutti gli Infermieri siano veri amici, nonostante al Pronto Soccorso avessi piacevolmente incontrato la Dottoressa Margherita Isola, per un un’ora e più m’immaginavo, l’Ospedale edificato come in quel libro spaventoso e un po’ splatter, mi sembra di Stephen King, su un cimitero indiano: ma per San Marino puntavo su una necropoli villanoviana!! Visto la vicinanza con Verrucchio…
E la causa di questi funesti pensieri: in questo caso, deriva dai membri della Medicina Fiscale!!

Ve l’avevo preannunciato nel titolo:
MAIORI FORSAN CUM TIMORE SENTEN TIAM IN ME FERTIS QUAM EGO ACCIPIAM.
FORSE TREMATE PIU VOI NEL PRONUNCIARE QUESTA SENTENZA CHE IO NELL’ASCOLTARLA. GIORDANO BRUNO

Comunque, se a qualcuno può interessare, non lo faccio per vittimismo: non è il mio forte come performance, mi alletta più fare la “divina”. Purtroppo, grazie alla premurosa attenzione dei Membri della Medicina Fiscale, sto ancora male... Allora: Dotti, “Egregi” Medici della Medicina Fiscale. PENSATE CHE TREMI PIU’ IO PER LA VOSTRA SENTENZA O TREMATE PIU VOI CHE L’AVETE PRONUNCIATA?

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