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giovedì 3 aprile 2008

Voto estero: una soluzione pratica

di Paolo Forcellini
direttore di ‘Ambiente’


La soluzione pratica sul voto estero è a mio avviso una ed una sola, che dovrebbe trovare tutti d'accordo: i politici, forse non tutti ma per la stragrande maggioranza, i cittadini residenti all'estero e quelli residenti in Repubblica. In quest'ottica da semplice cittadino che vede nei sammarinesi un'unica grande famiglia, che la politica non deve né può dividere, anche a margine delle indicazioni che ci hanno dato le elezioni referendarie del 16 marzo sulla affluenza dei voti esteri, mi permetto di dare un suggerimento sulla risoluzione del problema. Premesso che l'Art. 7 della Legge sulla Cittadinanza potrebbe decadere in quanto diventerebbe inutile, propongo di togliere ai cittadini non residenti il solo voto preferenziale per le elezioni, lasciando loro il diritto di voto politico, evitando così tutte le distorsioni e le discussioni post voto; successivamente di togliere completamente il voto per le elezioni referendarie in quanto i quesiti posti trattano per lo più problematiche sconosciute e non direttamente coinvolgenti i non residenti. Quest'ultima soluzione aiuterebbe la proposta referendaria con l'abbassamento del quorum, che si è già in più occasioni rilevato irraggiungibile. Insomma due piccioni con una fava! Forse soluzioni troppo semplici per la politica sempre alla ricerca del difficile e dell'inattuabile.

3 commenti:

  1. potrebbe essere una buona soluzione.
    Già in passato ho trattato questo argomento, e il mio pensiero principalmente sarebbe quello di eliminare completamente o comunque in gran parte il voto estero.
    Capisco comunque l'esigenza di qualcuno nel richiederlo,e ci potrebbero essere degli ottimi compromessi per migliorare la situazione tra cui quello citato nell'articolo.
    Un altra soluzione potrebbe essere quella che gli esteri eleggono solamente due consiglieri. Oppure si potrebbe usare un doppio collegio dove gli esteri votano solamente in uno, o anche far votare solamente i cittadini esteri con unica cittadinanza sammarinese.
    In ogni caso la situazione non potrebbe che volgere verso una maggiore democrazia.

    Per quanto riguarda l'articolo 7 penso sia fondamentale, in quanto ricordo che solo 2000 di circa gli 11000 elettori esteri sono quelli emigrati da San Marino. è ora di interrompere queste discendenze, a meno di non volerci ritrovare in un futuro dove gli elettori esteri saranno di gran lunga maggiori dei residenti, e allora si che possiamo anche chiudere baracca.

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  2. di Anna Neri Ceccoli

    Mi dico d'accordo con l'amico Paolo Forcellini sul fatto che forse si potrebbe risolvere il "problema", se problema si può chiamare quello del voto dei cittadini che non risiedono in Territorio, lasciardo loro solo l'accesso al voto politico.
    Credo che molti cittadini all'estero sarebbero d'accordo.
    Quelli della mia Comunità credo lo sarebbero senz'altro.
    Ma credo che il Collegio per la Costituzionalità delle Norme boccerebbe questo provvedimento, perchè la "dichiarazione dei diritti dei cittadini ...", che sostituisce la Costituzione ed è la legge madre dello Stato ed alla quale ogni nuova legge si deve uniformare, stabilisce che tutti i cittadini siano uguali, al di la' di qualsiasi condizione particolare , di fronte alla legge ed al voto.
    Per questo credo che, pur ritenendo valida la proposta, sia di difficile attuazione
    Per quanto riguarda i referendum non trovo valida la proposta nel caso che questo referendum riguardi problemi che toccano i cittadini all'estero.
    In quel caso, secondo me, la democrazia, la dichiarazione dei diritti e le convenzioni internazionali imporrebbero che "tutti"i cittadini, soprattutto gli interessati, fossero messi in condizioni di votare ( quindi ci vorrebbe il voto a distanza), pena la validità dello stesso referendum.

    Anna Neri Ceccoli

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  3. Si, questo era il contenuto di una proposta di referendum proposto nel 2003 e bocciato dal Collegio Garante della Costituzionalità delle norme.
    Pietro

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