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lunedì 7 settembre 2009

Classe politica al capolinea

di MarcOne
Nel suo intervento di oggi su Tribuna, Alessandro Rossi si è dimenticato di dire che i numeri fatti da Tremonti sono falsi, gonfiati, artefatti e inattendibili. Se lo è dimenticato anche lui, dopo Gatti e Mularoni di richiamare Tremonti a quella onestà a loro tanto cara, la classe politica sammarinese non riesce a cogliere il vero senso di questo attacco, senso eminentemente politico. Questione di sovranità statuale, autonomia e libertà tanto dal principe quanto dal vescovo.

L'analisi di Rossi, in piccola parte condivisibile, non afferra i concetti chiave della lotta, questa si da farsi tutti insieme senza remore, quella di rimanere uno Stato Sovrano autonomo e libero, certo non per fare traffici o alimentare l'illegalità ma per ribadire che l'autodeterminazione di un popolo, della sua storia, delle sue tradizioni è fondamentale, quindi una questione politica cioè culturale.
Se da un lato si chiede da parte di molti l'ingresso con deroghe nella UE, l'adesione allo Spazio Economico UE come il Liechtenstein, il Lussemburgo, Malta ad esempio, che già godono di ampi margini di autonomia e manovra (economica-finanziaria-fiscale ecc) rispetto a noi, cioè quindi a dire che la volontà di osservare le regole della UE e dei suoi organismi è già patrimonio di gran parte dei sammarinesi, mi pare necessario un salto di qualità anche con l'Italia che oggi per San Marino non deve più rappresentare un riferimento. Il riferimento deve essere la UE e non il proconsole che spara cifre artefatte.
Ha mai pensato Tremonti che gli evasori principali nel mondo sono tutti suoi concittadini?
Quindi, il compito della classe politica sammarinese, come giustamente rilevato, deve essere quello di difendere la nostra sovranità, le prerogative di autonomia politica su qualsiasi materia, evitando di finire preda di regole e di usanze di un paese come l'Italia che certo non può e non deve dare lezioni a nessuno, specie su moralità, trasparenza e fiscalità, quando per bocca di autorevoli personaggi della penisola si afferma che l'Italia senza evasione sarebbe in bancarotta, avrebbe milioni di disoccupati e diventerebbe un Paese del terzo mondo, si dice che l'unico modo per far girare l'economia è quello di evadere ed eludere, mi pare proprio un paradosso che noi si vada a lezione da Alibabà e i 40 ladroni per imparare come gestire le nostre risorse economico-finanziarie e il fisco.
E' ridicolo pensare che uno come Gatti gestisca un accordo così decisivo, senza avere una credibilità, quando nel 1997, come ben rilevato da SU (a proposito Rossi condivide il comunicato di SU oppure no?), è stato l'artefice della "solita aria fritta" ed è anche per questo motivo che ci ritroviamo addosso i Media e gli anatemi dei PM vari. L'opinione pubblica italiana identifica i sammarinesi con Gatti, è questo il problema grave!
A poco valgono i tentativi di Rossi per salvare la sua amica Mularoni, che è talmente soggiogata dal potere che si è dimenticata, pure lei, di essere sammarinese, di avere un orgoglio di donna così intelligente che non trova altri argomenti che gettare discredito sui governi precedenti, cioè i suoi concittadini, anziché avere il giusto coraggio per rispondere adeguatamente a Tremonti ed ai Media che ci tengono sotto schiaffo.
Questa classe politica è al capolinea. E' stantia, ma quel che è peggio è che mette a repentaglio la sopravvivenza stessa del nostro Paese, di San Marino e dei sammarinesi, se come pare si stia delineando, accetterà supinamente di firmare un accordo capestro dove ci saranno solo imposizioni e controllo totale dell'Italia sugli onesti cittadini sammarinesi.
Per scongiurare tutto questo occorre una levata di scudi dei sammarinesi di ogni parte, una pretesa di dimissioni immediate del governo, la formazione di un nuovo governo di salute pubblica al cui interno non vi siano personaggi che hanno già troppo infangato la Repubblica, la pretesa della pubblicazione integrale della bozza di accordo con l'Italia, il successivo dibattito in Consiglio e il referendum confermativo popolare per vedere se i cittadini vogliono oppure no questo accordo, infine, il ricorso alle urne con una nuova legge elettorale per avere una migliore classe dirigente e un governo moderno che sia capace di affrontare la questione UE in tempi brevissimi.

2 commenti:

  1. ma quel che è peggio, caro MarcOne, è che il conflitto che scaturisce dalla scarsa capacità della nostra leadership politica, che si prodiga nel tentativo di sottoscrivere uno straccio di accordo accettabile con la "rivale" Italia, si configura come un gioco a somma zero (simile al tanto in voga Texas hold'em), dove si può vincere solo ciò che un altro perde; e non saprei dire chi possa ambire a "soffiare" la posta in gioco all'abile "gambler", il proconsole Tremonti.
    p.s. non è un destino cinico e beffardo per il nostro tricuspide monte essere cancellato dalle carte geografiche proprio da un signore dal nome Tre-monti?

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  2. Il problema è che i numeri dati da Tremonti sono in difetto. Tremonti prima di essere un politico è un tecnico ed è a questo che si deve rispondere. Nella lettura integrale del suo intervento al meeting, sembra che alcuni dei dati che così abilmente ha snocciolato davanti alle facce dei due esterrefatti interlocutori ma anche a tutta la platea, siano stati presi dal sito della Camera di Commercio che giova ricordare, non è un organo ufficiale dello Stato e quindi i suoi dati sono, oltre che inutili da un punto di vista statistico, fuorvianti perchè incompleti. Quindi sarebbe bene che le autorità statuali contrapponessero a quelli di Tremonti, dati attendibili e ufficiali, cioè quelli che vengono utilizzati dagli organismi internazionali come il FMI l'OIL etc. e a cui San Marino aderisce. Altra grave mancanza è quella della nostra Banca Centrale la quale attualmente è priva di una sezione statistica dal quale è possibile prendere dati e compararli. In assenza di queste due componenti fondamentali è un'impresa impossibile cercare di controbattere a chi fa un elenco della spesa, da parte di chi queste cose non sa nemmeno dove stanno di casa. Impreparazione e superficialità hanno fatto il resto a corollario di un venerdì indimenticabile.
    In molti della società civile reclamano il rispetto della sovranità statuale ma la maggioranza ha votato un governo che non è in grado di farsi rispettare, altrettanti chiedono una nuova classe politica dirigente ma è come cercare di estrarre il sangue dalle rape.
    Per il resto ribadisco che da sempre i destini della Repubblica si sono compiuti a Roma ed anche questa volta sarà così.

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