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lunedì 21 settembre 2009

Nei momenti di crisi si vede se i politici sono cavalli di razza o ronzini

di L'Infedele
Mentre da molti mesi impazza il teatrino sulla firma del trattato con l’Italia, emerge la grande debolezza di San Marino dovuta allo stato confusionale diffuso e alla incapacità di costruire una linea difensiva mettendo in pista un progetto di uscita dalla doppia crisi che stiamo vivendo. È oggi ormai inutile ritornare sui guasti enormi prodotti dalla vecchia politica. Bisogna guardare avanti e creare nuove opportunità. Bisogna smetterla con le inutili guerriglie, con i giochetti della secretazione dei testi e con la presa in giro delle schede. È fin troppo chiaro che il nuovo governo non ha migliorato, come voleva far credere, i rapporti con la vicina Italia la quale sulla moralità, sulla trasparenza e sulla correttezza è inflessibile; che qualsiasi sarà la conclusione, il nuovo trattato cancellerà i vecchi pilastri su cui San Marino ha allegramente prosperato senza pensare al futuro; che, in definitiva, il re è nudo.

Chiunque pratica la politica o segue un po’ la vita pubblica ha percepito da tempo che il periodo della cuccagna è finito per sempre. Ma subentra la delusione quando si osserva una maggioranza impietrita, inattiva e plaudente mentre attende una firma che non cambierà di una virgola la situazione, se non in peggio. Quando si assiste ad una parte di opposizione che tiene una linea velleitaria e parolaia per coprire strumentalmente le pesanti responsabilità del passato. Quando il governo fa finta di sorprendersi per certe emergenze e crede di fare una grande politica con un piccola denuncia, con qualche revoca di licenza, con annunci continui dannosi per il Paese e che assomigliano tanto al cane che abbaia alla luna. Naviga al buio tra gli scogli. L’unico raggio di luce l’ha offerto il progetto per il settore bancario e finanziario proposto al Consiglio G. e G. dal segretario di Stato per le Finanze, con l’unico limite di essere settoriale e non inserito in un progetto complessivo per uscire dalle nebbie e realizzare la nuova San Marino. Di fronte ad una situazione molto problematica evidenziata crudamente dalla cassa integrazione e dall’assestamento di bilancio che prevede una diminuzione di quasi ottanta milioni di entrate tributarie e un buco di bilancio di oltre 51 milioni, manca una strategia a breve e medio termine per salvare quanto di serio e buono esiste nel Paese e per avviare le indispensabili riforme. L’anno perso, mentre Esteri e Finanze cercavano di tamponare la crisi dei rapporti con l’Italia, è un danno pesante e non recuperabile. Può diventare gravissimo con lo scudo fiscale ter e se gli USA dovessero scegliere una via della ripresa con la strategia dell’inflazione e del dollaro debole causando ripercussioni negative sull’intera Europa. Purtroppo non si vedono né una precisa volontà politica, né il coraggio di una svolta radicale per rilanciare l’economia, senza la quale avremo brutte sorprese. Sul breve, basterebbe adottare il metodo di governo della programmazione di bilancio nell’ambito di un progetto con poche priorità: a) Ristrutturazione generale del bilancio dello Stato per il riequilibrio della spesa pubblica nella misura di due punti all’anno e per nuovi e chiari obiettivi della spesa di investimento verso la formazione, l’innovazione e la ricerca; b) riconversione pilotata dei settori produttivi e dei servizi per acquisire nuova competitività e per garantire una buona occupazione a tutti i sammarinesi; c) impostazione di nuove relazioni industriali e concertazione per la riforma dei contratti di lavoro e per entrare nella modernità; d) inizio di concrete relazioni esterne per raggiungere accordi di cooperazione economica e commerciale; e) attuazione del progetto per le attività bancarie e finanziarie; f) utilizzazione parsimoniosa del territorio risolvendo prioritariamente i problemi delle famiglie senza abitazione, adottando il sistema della perequazione, impostando un piano per la costruzione delle infrastrutture essenziali; g) riposizionamento internazionale della Repubblica entrando nell’area della legalità, della correttezza e della trasparenza. Nessuno può negare le difficoltà e la complessità del momento. Ma è proprio nei momenti difficili che si vede se i politici sono cavalli di razza o ronzini.
L’INFEDELE

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