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lunedì 21 dicembre 2009

Del cambiamento non c'è neppure l'ombra

De L’Infedele, su San Marino OGGI

Davanti alla grave crisi economica e finanziaria che sta attraversando il Paese, il governo aveva due possibilità di scelta. Poteva scegliere una politica nuova basata sulla trasparenza, sulla correttezza e sulla verità, facendo un rapporto pubblico sulla reale situazione della finanza statale; sullo stato delle banche, dei settori produttivi e dei servizi; sull’andamento del lavoro e dell’occupazione. In conseguenza dell’analisi, poteva far condividere ai cittadini le varie emergenze e indicare la strada da percorrere tramite un progetto per tirare fuori il Paese dai guai in cui è stato cacciato dai vari governi, compreso l’attuale. Poteva, al contrario, scegliere una politica vecchia, ancorata nel porto delle nebbie, fatta di annunci eclatanti, di attese miracolistiche, di auto esaltazione a sfondo populistico, di falsificazione della realtà, di grida a squarcia gola sul…governo meraviglioso.

Purtroppo il governo ha optato per la vecchia politica, per i vecchi metodi, per una narrazione favolistica molto lontana dalla realtà. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e la delusione è grande. I rapporti con l’Italia non sono mai stati tanto al ribasso al punto che non c’è neanche più il rispetto e che non è ancora stata sottoscritta la convenzione contro le doppie imposizioni, nonostante i 63 annunci governativi sulla imminenza della firma. La secretazione dei contenuti degli accordi, dai quali dipende il futuro della Repubblica, è un atteggiamento di stampo bolscevico che non prelude a niente di buono. La situazione occupazionale è molto preoccupante e il famoso tavolo tripartito tanto esaltato è rimasto senza gambe al punto che è scattato uno sciopero...gelato che il sindacato e il s egretario di Stato al Lavoro cercavano di evitare, ma che è stato voluto fermamente dal governo anche per un regolamento di conti al proprio interno. Il sistema bancario è stato tartassato con metodi sbagliati, con misure sbagliate, in un momento difficile dovuto allo scudo fiscale subìto dal governo senza battere ciglio e senza invocare la Convenzione del 1939. Anzi ha … scudato anch’esso con un prelievo forzoso ed esagerato nella fase più critica del rimpatrio di ingenti capitali. E poi, alla fine di tanta confusione, imperizia e improvvisazione si viene a raccontare che l’amnistia italiana non ha creato problemi alle nostre banche e che nessuna di esse ha chiesto aiuti finanziari allo Stato. Se fosse vero questo, sarebbe opportuno provvedere a qualche ricovero urgente. Veniamo infine alla finanza pubblica anche perché è la stagione dei bilanci e il bilancio dello Stato è una componente molto importante per il tenore di vita dei cittadini. Ebbene, il preventivo 2010, completamente privo di politica economica e di indirizzo finanziario, è stato decurtato del 15% per cui circa 100 milioni verranno a mancare il prossimo anno nella redistribuzione della ricchezza. A questo fatto molto negativo va aggiunto quello della propaganda del governo che fa sapere a tutti che il 2010 avrà un disavanzo di appena (!) 44 milioni mentre la realtà è completamente diversa. Il disavanzo statale è di 43.466.125 euro perché non viene coperto il fabbisogno dell’Istituto per la Sicurezza Sociale che presenta un disavanzo di 25.654.700. Arriviamo così ad un disavanzo complessivo di 69.120.825 euro. Ma non è finita qui. L’articolo 5 della legge di bilancio autorizza il Cons ad accendere un mutuo di 1.500.000 euro. L’articolo 41 dà mandato al congresso di Stato di emettere un prestito obbligazionario o varare leggi di spesa, senza indicazione di importo, per finanziare alcune non specificate opere pubbliche fuori bilancio. Il disavanzo di certi fondi pensione è enorme. Le conseguenze finanziarie di una politica tariffaria disastrosa sono ancora da calcolare. È da valutare, inoltre, il fatto che i grandi tagli alla spesa corrente sono sicuramente velleitari per cui il disavanzo è destinato a crescere inesorabilmente. Siamo dunque oltre i 70 milioni per gli inguaribili ottimisti e oltre i 100 milioni per i realisti incalliti, per cui il percorso di un nuovo buco di bilancio è già tracciato all’insaputa dello stesso governo. Nella maggioranza, solo un consigliere ha letto e capito i bilanci approvati dal Consiglio. La vecchia politica trionfa e del cambiamento non c’è neppure l’ombra. Ma tutti i nodi verranno al pettine prima di quanto si pensi. Senza un progetto per una nuova San Marino e senza un totale rinnovamento, vedo nero, molto nero.

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