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mercoledì 2 dicembre 2009

La guerra


Di Camaleonte su San Marino OGGI

La prima arma usata dall’uomo è stata la clava poi si è passati alla lancia, alla spada, e all’arco. Arrivò quindi la rivoluzione della polvere da sparo sino allo scoppio della bomba atomica. A questo punto per tacita convenzione tra paesi civili ed evoluti economicamente, non potendo usare la bomba atomica, gli stati si dichiararono con tacito accordo le “guerre finanziarie” lasciando le bombe e le fucilate per i paesi del terzo mondo. Ecco che così l’America manda in default le sue principali banche e praticamente non paga più i debiti contratti con l’estero. L’italia ci ha dichiarato guerra e se fosse dipeso da certi suoi funzionari, avrebbero certamente adottato la soluzione terzomondista e ci avrebbe attaccato con i fucili


“datemi 400 uomini e sistemo San Marino” ma il Fine Tremonti (nel nome il destino di un uomo) ha fortunatamente optato per la guerra finanziaria, sicuro di vincerla date le proporzioni dei contendenti. Penso sia ormai assodato che anche se atipica, di guerra si tratta, e quindi San Marino deve adottare tutte le strategie che ci permettano di sopravvivere anche se sconfitti.
A mio modesto avviso, il primo provvedimento urgente da adottare, è di essere sicuri della fedeltà dei nostri generali alla Patria Chi sono i nostri generali? È presto detto. In questo tipo di guerra sono tutti gli alti funzionari dello Stato e come suol dirsi a titolo esemplificativo e non esaustivo provo ad elencarli
- Tutti i dirigenti di Banca Centrale
- Tutti i dirigenti dell’ufficio della AIF
- Tutti i comandanti dei vari corpi militari
- Tutti i magistrati del tribunale unico civile e penale
- Tutti i dirigenti dell’ufficio tributario
- Tutti i dirigenti e coordinatori delle segreterie di Stato

Come si fa in tutti gli Stati degni di questo nome a questi dirigenti si farà fare il giuramento di fedeltà alla nazione, giuramento che se violato dovrà comportare conseguenze sul piano penale oltre che civile. Oltre che un atto di impegno morale, tale giuramento costituirebbe anche una presa d’atto della sammarinesità dell’incarico ricoperto e se tale incarico dovesse comportare una incompatibilità con le proprie convinzioni o con la propria nazionalità qualora questa non fosse sammarinese, a malincuore accetteremo le dimissioni che sono sempre il male minore difronte ad una imputazione di “alto tradimento” che sinceramente non so se esiste nel nostro ordinamento, ma che una legge o un referendum potrebbe sempre introdurre.

Una abbraccio a tutti i sammarinesi e che San Marino ci protegga (e perdoni)

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