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mercoledì 11 novembre 2009

Fumus persecutionis


di Pier Paolo Guardigli
Recentemente sono passati un paio di servizi su RTV in cui Mario Fantini si è tolto diversi sassolini dalla scarpa, chiarendo molto bene la posizione della Carisp e del suo gruppo dirigente. Ritengo che questi due importanti passaggi televisivi non siano stati raccolti con la sufficiente attenzione né dalla nostra politica né dalle istituzioni finanziarie, e temo di capire il perché.

Fantini, infatti, ha lanciato diverse frecce avvelenate col suo arco potente, sia verso il sistema giudiziario italiano, sia verso i rapporti tra Banca d’Italia e San Marino, sia verso la stampa locale sia, infine, nei confronti dei responsabili politici del nostro Paese. Ma vediamoli assieme più approfonditamente.

Anzitutto la breve cronistoria, che prendo a prestito dal bel servizio di RTV: “Parla Mario Fantini. L’ex amministratore delegato della Cassa di Risparmio e Presidente di Delta è tornato in libertà nei giorni scorsi dopo sei mesi trascorsi agli arresti domiciliari disposti dalla Procura di Forlì”. (…) “Riciclaggio di denaro e posizione dominante non consentita nel controllo di Delta. Sulla base di queste due ipotesi di reato, la Procura di Forlì ha arrestato lo scorso 3 maggio i vertici della Cassa di Risparmio e di Delta. Per Mario Fantini non è stato solo un attacco alla Cassa di Risparmio, ma un attacco al paese”.

Fantini nella sua intervista parte subito lancia in resta affermando con piglio deciso che “a San Marino c'è stato lo scarica barile”, che sui giornali si sono lette “tutte le nefandezze di questo mondo”, affermando perfino nelle accuse che “la Carisp è un'associazione a delinquere” ma – sostiene l’ex Amministratore delegato – “nessuno si è preoccupato di rispondere”, mentre invece secondo lui “tutti avevano il dovere di arrabbiarsi come delle belve”.

Da questo incipit si evince, a mio avviso, tutta l’amarezza di un uomo (anzi, degli uomini) che sono stati letteralmente abbandonati nelle mani di un sistema giudiziario, quello italiano, sistema che guarda caso, proprio in questi giorni, è oggetto di critiche forti e severe da ogni parte, a causa della sua inadeguatezza, della presunta ingerenza nella politica e dei preoccupanti e gravissimi ritardi nei diversi gradi di giudizio.

Non a caso nella vicina Italia (che tanto spesso ci accusa di leggerezze varie) si parla da tempo e con insistenza della necessità di una profonda riforma del sistema giudiziario nel suo complesso, segno che nell’ambito della loro magistratura e delle loro procure, le cose non vanno poi così lisce come vorrebbero far credere a noi poveri montanari distratti.

Malgrado ciò, ha ragione Fantini, nessuno si è peritato di alzare il dito e chiedere sommessamente la parola per pretendere - nei confronti della nostra gente, di istituti storici della nostra finanza, da sempre considerati benefici e benemeriti - il rispetto dovuto dalla vicina Italia e soprattutto dalla vicinissima Forlì.

L’atteggiamento che ha prevalso è stato proprio quello dell’ancillare e supina accettazione delle accuse mosse, con l'inconfessato sospetto che fossero tutte fondate e magari celandosi dietro la pretestuosa frase di rito “rispettiamo il corso delle indagini della magistratura italiana”. Quasi come se porsi il dubbio che ci fosse qualcosa di diverso dietro ad un’accusa così infamante come quella di riciclaggio (frutto ad esempio di una semplice diversa interpretazioni delle norme che regolano i flussi finanziari fra i nostri due Paesi) non fosse lecito e legittimo. Quasi che chiedere maggiori garanzie a tutela dei nostri concittadini o dirigenti delle nostre massime istituzioni bancarie, non fosse moralmente degno o giuridicamente e diplomaticamente accettabile.

Fantini prosegue nella sua lucida ed illuminante descrizione dei fatti, affermando che secondo lui si è trattato di un “attacco al Paese” frutto di un “incrocio di interessi”. Ritiene di poterlo dimostrare ricordando a tutti che si è trattato del primo ed unico caso in Italia nel quale l’intero management di un gruppo finanziario è stato messo agli arresti, pur avendo conosciuto l’Italia fior di scandali finanziari ed economici nel corso degli ultimi cinquant’anni, ben più gravi di quello addebitato alla Carisp.


Aggiungendo a riprova il fatto che “il mezzo fermato, da cui è originato l'arresto, viaggiava da anni ed anni in quel modo ed era a conoscenza di tutti, Banca d'Italia e procura compresa, quindi quello che è apparso un blitz era una sorpresa creata semplicemente a scopo mediatico”, e chiedendosi come mai dopo 18 mesi dalle infamanti accuse di coinvolgimenti mafiosi nessuno abbia offerto lo straccio della benché minima prova.

Fantini ritiene giustamente tutto ciò “un fatto eccezionale dai presupposti enormi, un attacco vero e proprio che va esaminato come tale”. Purtroppo a nessuno è venuto in mente, in questo lunghissimo anno e mezzo, che in effetti di questo si trattasse: cioè un frontale, ingiustificato, arrogante e violentissimo attacco non alla Carisp, non a Delta, bensì a San Marino tutta, come poi l’atteggiamento riservatoci nei giorni a seguire sia dal governo italiano che dalla stampa hanno ampiamente dimostrato.

Dunque, sostiene Fantini in sostanza, non si sono difesi gli uomini né le istituzioni, ma cosa ben più preoccupante, non si è compreso che questo attacco ‘laterale’ a Carisp era, nella più classica ed efficace delle strategie di battaglia, una mossa astuta per effettuare un'aggressione frontale e finale alla Repubblica intera. Come dargli torto?

Fantini è giunto ad un’età venerabile e per ciò, in chiusura della sua esternazione televisiva, afferma mestamente di avere, a questo punto, un solo grande rammarico: quello di non poter ambire ad alcuna possibilità di riscatto, dati i tempi biblici della giustizia italiana, definendo semmai questo fatto come “l'atto più delinquenziale che possa esserci”. Fossi suo figlio, giurerei vendetta. Da semplice cittadino, invece, mi chiedo quando e come si riuscirà a consumare questa vendetta e questo riscatto da parte del mio Paese.

E’ grave e colpevole non capire che qui non si tratta solo di una persecuzione giudiziaria nei confronti di quattro degnissime persone, che non è questione di chiedere guarentigie per chicchessia, che non si deve solo reagire ad una ignobile gogna mediatica; si tratta invece anzi tutto di tenere bene a mente che con l'esercizio dell'azione penale, mossa da una mera ipotesi di reato, il pubblico ministero avvia un processo, di cui egli diviene semplicemente una delle parti; l'altra è l'imputato.

E allora non è comprensibile come tutti (o forse solo i terribili giustizialisti) scelgano di stare ‘dalla parte’ della procura di Forlì e non da quella degli imputati (riservata ai soli garantisti). In uno Stato di Diritto, libero e democratico, ogni cittadino deve poter godere della presunzione d'innocenza fino al terzo grado di giudizio.

Suvvia! Non lasciamoci tutti accecare da questo intenso, orribile e maleodorante fumus persecutionis, e cerchiamo di reagire al perfido accerchiamento che sta strozzando, assieme alla nostra economia, anche la sovranità, l'indipendenza e la democrazia del nostro Paese.

9 commenti:

  1. Esatto caro Direttore, lei è sempre attento e preciso. Voglio esprimere tutta la mia solidarietà a fantini ed alle persone coinvolte. Più volte ho già scritto e detto a partire dai sequestri di polizia italiana di cittadini sammarinesi attirati con delle trappole e arrestati senza avere colpe. Sopratutto allora come oggi non vi è alcuna pronuncia contro tali pratiche che non solo sembrano ma sono effettivamente un attacco a San Marino alla sua sovranità. Fantini coglie nel segno e lei commenta giustamente le vicende.
    Fantini così come Ghiotti potrebbero certamente fare di più e meglio per smascherare i pavidi e i collusi sammarinesi, associatisi nell'impresa di affondare il nostro paese, ribaltare Carisp per venderla a gruppi italiani. La nostra stampa potrebbe fare molto di più, approfondendo laddove pare logico farlo e scoperchiando la collusione politica interna evidente la quale ha permesso che tutto ciò accadesse senza muovere un dito. Il monito è chiaro: attenti sammarinesi noi prendiamo ciò che vogliamo e statevene zitti e buoni altrimenti tiriamo fuori tutto quello che avete fatto nel passato (la retroattività!), comprese le azioni non proprio chiare di politici locali, aziende importanti e traffici vari transitati dalla repubblica ai tempi d'oro negli anni 90'.
    Una ricostruzione storica farebbe comodo anche in questo caso, sopratutto per dimostrare che Delta come Fantini & C nulla hanno da nascondere e nulla hanno mai nascosto. I politici inaffidabili ora al governo hanno chiare responsabilità.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. La ringrazio MarcOne del suo tempestivo e lusinghiero commento: è chiaro che chi custodisce segretamente fior di scheletri nel proprio armadio abbia tutto l'interesse oggi a puntareil dito accusatore, scaricando dubbi e rimproveri su coloro che sono innocentemente caduti nelle trame delle reti a spaglio gettate confusamente a scopo intimidatorio, se ho capito ciò a cui vuole alludere....

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  4. Ero tentato di proporre un intervento sul blog riguardo alla vicenda Delta ma visto che sull'argomento sono stato preceduto, mi limiterò a porre alcuni quesiti e a fare alcune considerazioni.
    Entrando in argomento, penso sia opportuno separare le vicende giudiziarie e gli strascichi che hanno avuto sul piano personale e umano, dalle vicende di Delta e sulle strategie operative che l'hanno riguardata.
    E' chiaro che se spostassimo l'attenzione sul piano personale non ci sarebbe discussione. Il sistema giudiziario italiano è in stato comatoso. Ci sono tre milioni di processi penali pendenti e c'è una parte della magistratura che si crede unta dal signore. Il potere politico non riesce a venire a capo di una situazione ormai degenerata e qualunque iniziativa si intraprende assume sempre contorni grotteschi.
    Sposto la discussione sulle strategie operative dell'uomo Fantini e della sua creatura: Delta.
    Innanzitutto perchè Delta? Perchè è nata? Qual'era il suo scopo? Perchè è diventata incontrollabile? A chi rispondeva e a cosa serviva? Perchè la Cassa di Risparmio si è esposta a tal punto da rischiare la bancarotta?
    Sono questi i quesiti a cui deve essere data una risposta invece di spostare l'attenzione su ipotesi illogiche come quella dell'attacco allo Stato di San Marino che è si sotto attacco ma per ben altre questioni.
    Una cosa è certa, la Cassa di Risparmio se non si fosse gettata a capofitto nell'impresa Delta, e qui il suo consiglio di amministrazione ha delle grandi responsabilità, sarebbe ora senza dubbio una delle banche più grandi della penisola.
    Delta invece rispondeva ad altri azionisti ed è logico pensare che più Delta si ingrandiva più gli azionisti avessero da guadagnare. Il giochino è finito male e adesso a rimetterci è la Cassa di Risparmio di San Marino. La vendita di Delta sarà possibile solo vendendo le azioni a prezzi stracciati e la Carisp vedrà il suo patrimonio completamente disgregato nonostante le dichiarazioni di facciata di questo o quel politico o presunto tale.
    Disgregato a tal punto che sarebbe bene chiedere i danni a Fantini e a chi gli ha tenuto bordone.
    Per questa vicenda il Paese pagherà un prezzo altissimo.

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  5. Caro Barca, tutti abbiamo dubitato della opportunità dell'operazione Delta mentre veniva abilmente congegnata dai vertici di Carisp, ma nessuno di noi (eccetto i membri del CdA e qualche politico delle alte sfere) ha elementi sufficienti per giudicarla, sia dal punto di vista economico/finanziario che da quello strategico. Certo non dobbiamo dimenticare quanto Fantini ha affermato nelle su citate interviste televisive a riguardo dei rapporti interni di Delta: egli sostiene infatti che il deterioramento del rapporto con uno specifico socio (che negli ultimi tempi faceva giungere fino a tre raccomandate al giorno, le quali non credo contenessero i segni della stima e dell'amicizia o i complimenti per la gestione....)avevano indotto Carisp ad acquistare anche le loro quote. Quel "giochino" di Fantini & Co. - come lei afferma - si è rotto ed i cocci li ripagherà anche in buona parte tutto il sistema San Marino, questo è certo. Ma per rompersi qualcuno deve averci messo molto più di uno zampino, visto che parliamo di affari milionari. Siamo sicuri che i colpevoli della rottura siano tutti fuori San Marino?

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  6. Il vostro punto di vista è chiarissimo, ma gli interventi del governo nelle banche sono una delle tante anomalie sammarinesi. Lo zampino a cui fate riferimento è stato messo dopo e male. Più per cercare di ingraziarsi qualcuno peraltro non riuscendoci che altro. La perla è stata la dichiarazione del segretario agli affari esteri che aveva avuto modo di dichiarare che la Carisp è una banca pubblica e di tutti i sammarinesi, quando tutti sanno che le banche sono enti morali ma soprattutto sono private. Quindi sia i politici, sia i membri del CDA, che sono nominati dalla politica e quindi sono delle vere e proprie teste di legno, non hanno la benchè minima idea di cosa sia una strategia finanziaria.
    Chi sapeva cosa si stesse facendo erano solo Fantini e la Stanzani. Agli altri era stato detto ma non essendo grandi geni di alta finanza non erano in grado di fare o dire qualcosa. Fantini ha fatto, come si dice, il passo più lungo della gamba e quando la frittata era fatta è stato chiesto aiuto al governo prima di questo che ha fatto come Ponzio Pilato e giustamente. Poi lo hanno chiesto al governo attuale che invece ha peggiorato la situazione. Parlate di colpevoli della rottura ed in questo avete ragione. Non sono esterni. C'è un colpevole ed è quello che ha condotto la Carisp sul ciglio di un burrone. Gli altri sono spettatori colpevoli solo di essere membri di CDA senza capire nulla di banche, finanze ed il loro mondo complesso.

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  7. Cari e Caro Amilcare, non sono in disaccordo è che ho un obiettivo diverso... La speculazione finanziaria e di vario tipo esiste da sempre. Se Fantini si arricchisse così come altri soci di Delta all'insaputa del CdA ecc sono fatti che non credo siano in discussione. Anche perchè Fantini regna a San Marino da tanto tempo, immemorabile direi, e guarda caso, i tempi del suo arrivo coincidono con tante altre vicende che la storia conosce. Il fatto è che qualcuno (Fantini & C.) è stato scaricato dopo un lungo periodo di compagni di merende finanziarie, politiche ecc. Ad esempio potrebbe dirci dove tiene il bottino quel sammarinese che lo ha fregato, così tanto per cominciare.
    Il problema di Fantini lo risolverà lui. A me interessa il problema di San Marino che certamente non lo risolve il governo attuale, o le teste di legno che giustamente invocavi. Delta ha operato per tanto tempo così come Carisp perfettamente alla luce del sole, poi un giorno qualcuno si è svegliato male e ha deciso di chiudere ogni rapporto prendendo a pretesto Delta, ma Banca d'Italia & C sapevano benissimo tutto. La cosa che terrorizza è il ruolo della giustizia che incarcera sammarinesi onesti o parte di un sistema che all'Italia era noto, perfettamente legale e monitorato ogni giorno. Dove è quindi il reato o la novità rispetto agli ultimi 15 anni? Ho la netta senzazione che invece ci sia qualcuno ( a Milano, a Roma ecc) cui non piaceva Delta e come guadagnava, come si ingrandiva e come cresceva: faceva gola prederla. E' più semplice che ci sia dell'ividia al fondo della questione anzichè pazzeschi teoremi... Sta di fatto che alla fine i teoremi gli hanno svolti come al solito dall'Italia (non senza un valido appoggio governativo dal Titano), per ingigantire e sorprendere l'opinione pubblica: non sarà un caso che si muove la magistratura con arresti e azioni spettacolari, sequestri, RAI 3 con Report, Avvocati e gruppi di potere italiano che si incontrano segretamente a Roma con nostri governanti per trattare la vendita di Delta a chi vogliono loro?
    Se fosse stato un semplice mite consiglio diplomatico le cose non sarebbero state così cruente!!Ed è strano, molto strano visto che fino ad oggi queste partite si chiudevano senza tanti clamori al tavolo diplomatico-politico... San Marino patisce solo l'ingordigia di alcuni oppure, effettivamente è accerchiato da chi vuole piegarlo a protettorato dell'Italia? Oppure entrambi? C'è un politico sammarinese pienamente coinvolto nella questione non certo per difendere gli interessi del paese ma più probabilmente per difendere i suoi particolari che dovrebbero corrispondere a ingenti somme e grandi manovre per aggiudicarsi l'intera posta politica e non solo?
    Trovate il bottino e troverete il possessore e il traditore.
    MarcOne

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  8. Il politico coinvolto forse è anche più d'uno e ormai il bottino sarà investito in un notevole patrimonio immobiliare.
    Non è per scortesia ma credo sia necessario spostare il tiro ed aprire un fronte diverso.

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  9. Non ho problemi, apriamo pure un fronte diverso, magari culturale cioè politico. Il fatto è che gatti quando è all'opposizione apre sempre il fronte della moralità anche contro i suoi stessi "amici". Quando è al governo tutti, lui per primo, si dimenticano della moralità. Ap ne aveva fatto un cavallo di battaglia ora il cavallo è stanco, meglio infornare amici e parenti negli uffici e fare la damigella del capo. Ma il paese soffre delle incapacità morali e culturali di una classe dirigente inadatta e vecchia. Spendiamo soldi della comunità per farci dire da italiani cosa dobbiamo fare mentre loro ci cucinano sulla graticola dei Media e nelle stanze di palazzo. I Reggenti da Silvio con il capello in mano per coprire tutti gli errori di una politica estera che ha toccato il minimo storico e una arroganza a livelli mai visti. Ma intanto il paese soffre...

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