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martedì 3 novembre 2009

Partecipazione attiva alla base della politica

Di Giacomo Volpinari

Diverse definizioni in passato sono state date di Politica, la prima risale ad Aristotele ed è legata al termine "polis", che in greco significa la città, la comunità dei cittadini; secondo il filosofo ateniese, significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano, una definizione del tutto contrastante è quella di Max Weber per il quale la politica non è che aspirazione al potere e monopolio legittimo dell'uso della forza.

Nel nostro caso sicuramente la più rappresentativa è la seconda che descrive in modo molto preciso diversi aspetti della gestione del Sistema San Marino, basti pensare come nel sistema democratico sammarinese si sia evidenziato in modo particolare uno dei punti deboli della democrazia in generale: l’Interesse personale, visto che in molti casi gli interessi dei rappresentanti non sono compatibili con quelli del bene comune.

La politica che ha caratterizzato San Marino negli ultimi due decenni non è certamente stata delle migliori. Bisogna indubbiamente riconoscere la crescita del livello di vita generale dei cittadini ricordandosi però dell’aiuto del contesto storico nel quale si inserisce, ovvero quello della vicina Repubblica Italiana che negli anni 80’ ha conosciuto una crescita illusoria dovuta in particolar modo ad una buona situazione dell’economia mondiale, favorita soprattutto dal ribasso dei prezzi del petrolio, e da una nuova disponibilità interna degli imprenditori ad investire, ma caratterizzati da una crescita smisurata del deficit di bilancio, inefficienza dei servizi e il ristagno della ricerca scientifica. È necessario analizzare i risultati che oggi si sono riversati sul sistema San Marino, che non sono certamente di buon auspicio, vedi ad esempio il buco di bilancio: chi lo coprirà? I “gestori” oppure i normali cittadini? Penso che la risposta sia scontata… Questo è solo un esempio degli oneri che ci troviamo a dover sostenere e per i quali saranno ingiustamente i cittadini di ceto medio e basso a doverne sostenere il peso.

La gestione politica economica e sociale che ha caratterizzato e tuttora caratterizza la Repubblica ha dimostrato in pieno la sua inadeguatezza ed essendo stata la causa principale dell’odierna situazione non sarà certamente quella che troverà vie d’uscita.

Tra le discussioni che ultimamente stanno caratterizzando il panorama politico-decisionale riguardo alle possibili soluzioni sembra essere tornato prepotentemente il tanto discusso casinò, idea teoricamente da dimenticare appena dopo le elezioni del 9 Novembre del 2008, per il quale invece già è stata predisposta una esteticamente e funzionalmente perfetta struttura sulla superstrada vicino ai confini Nord;

Una strada già da anni percorsa ed approvata sembra essere quindi la scelta di distruggere definitivamente il territorio con colate di cemento inutile visto il numero assurdo di locali vuoti, con un interrogativo legittimo ed inevitabile: ma come mai in USA la bolla speculativa e la stretta del mercato edilizio ha portato al crollo dei prezzi degli immobili e sul Titano nonostante tutto i prezzi sembrano solo aumentare?

Abbiamo persino tentato la via di un ritorno dall’estero, ma non pare abbia portato i frutti sperati, anzi, l’unico reale risultato è quello di voler precludere la discussione sull’Europa, come se la Repubblica non fosse fisicamente ed economicamente legata al Sistema Europeo. Strana la posizione di qualcuno che per anni ha lavorato all’interno di quest’ultimo… Sicuramente non è una possibilità di realizzazione immediata ma perlomeno è una possibilità della quale è d’obbligo discuterne con i veri e unici PROPRIETARI dello Stato che sono tutti i cittadini e non gli inquilini della Poltrone della Politica e delle varie organizzazioni economiche e sociali.

Questo tipo di Politica non è certamente conforme con la prima definizione riportata a capo, e per questo è necessario che il popolo eserciti il suo diritto di cittadinanza attiva tramite la partecipazione alla vita politica-economica e culturale della Repubblica mettendo in atto il ricambio che deve essere in primo luogo nella mentalità, che oggi è basata su interessi personali, economici e di potere e non è volta al bene comune come invece dovrebbe essere. È inutile continuare a creare partiti, alleanze politiche, ove cambiano i simboli ma i principi e le finalità sono sempre gli stessi.

La cosa che non ci dobbiamo dimenticare è che la politica, non nasce distorta, ma sono i protagonisti che la rendono cosi com’è oggi.

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