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lunedì 14 luglio 2008

Amici non ci sta

di Daniele Amici

Con questa lettera annuncio la mia uscita dal movimento di Sinistra Unita.
Ho vissuto una vita a stretto contatto con una persona, mio padre Giuseppe, profondamente e convintamente di sinistra, che ha sempre cercato di portare avanti i valori della sinistra, a tutela delle fasce deboli della popolazione e per uno sviluppo nell’uguaglianza delle opportunità fra i cittadini.
Anche io mi ritengo una persona profondamente di sinistra, ma penso che, oggi, nello scenario politico sammarinese, le divisioni ideologiche siano solo uno specchio per le allodole, per le persone coi paraocchi, che non riescono a vedere come la vera contrapposizione debba essere quella fra le persone oneste, che vedono la politica come servizio, e le persone che la vedono come possibilità di arricchirsi, di fare affari, di controllare le decisioni, di dominare su un Paese. Le ideologie sono diventate strumento nelle mani di chi le usa per altro scopi, per controllare Partiti e persone; sono diventate fumo, da vendere solo nei documenti politici e nei programmi, infarciti di belle parole, di socialità, di diritti civili, di tutela delle fasce deboli, mentre nei fatti si fa tutto il contrario di ciò che si scrive; sono diventate un muro, dietro a cui non far veder ciò che realmente si fa nelle stanze del potere. Penso che a San Marino ci sia un sistema di potere da combattere, basato sul clientelismo, l’immoralità, gli affari, i legami coi poteri forti, e i rappresentanti politici che hanno creato questo sistema sono ancora forti e potenti, ma soprattutto sono presenti sia a destra che a sinistra.
Ritengo che sia il momento di avere libertà ideologica, liberarsi di questo vincolo e iniziare a ragionare e a fare alleanze sulla base della serietà di chi deve portare avanti ciò che si decide di mettere in pratica per il Paese. La vera emergenza a San Marino sono le persone.
Ho contestato Sinistra Unita, all’interno della sua Assemblea, per la scelta che ha fatto formando questo nuovo Governo: una scelta legittima, ma che non condivido assolutamente, perché giustificata solo da questioni ideologiche, dalla necessità di riproporre un centro-sinistra che, per pura manifestazione di fede, pensano possa essere messo in atto solo col PSD.
Per far questo, hanno deciso di mettere in piedi un Governo di non si sa bene quanti Consiglieri, che richiederà sempre la calcolatrice a portata di mano per garantire una maggioranza, la cui sopravvivenza sarà legata ai mal di pancia momentanei delle varie correnti del PSD, che si rifanno a quegli uomini forti di cui parlavo sopra e ai loro interessi.
Cosa avrebbe detto, Sinistra Unita, se fosse stata all’opposizione di un Governo simile, fatto da altri? Non avrebbe detto peste e corna di una «cosa» obbiettivamente poco seria?
Un Governo che, fra l’altro, per sopravvivere fino al 2011, come si è detto di voler fare, dovrà necessariamente dar spazio a raggruppamenti politici fuoriusciti da Partiti con cui SU si sente ideologicamente incompatibile, se non addirittura a persone provenienti dalla DC che SU ha sempre ritenuto il diavolo. Solo ipotesi? Forse, ma il dubbio viene, visto che si è già iniziato a parlare di allargamento “alle forze di centro responsabili che sceglieranno il progetto riformista” e visto, soprattutto, che sono state lasciate libere tre Segreterie di Stato: per chi?
Mi viene il dubbio che è praticamente certezza che la scelta sia stata poco utile al Paese, ma molto utile a Sinistra Unita, la quale acquista un peso specifico non indifferente nel Governo, guadagnando uno Segreteria strategica, anche in chiave elettorale, e riesce a scrivere sul programma frasi sul voto estero, diritti civili, giochi della sorte, aspetti sociali e previdenziali che non saranno assolutamente realizzati, visto e considerato che il PSD ha ampiamente dimostrato che dei programmi non gli importa nulla, ma che potranno essere venduti elettoralmente quando sarà ora.
Se SU voleva mantenere il vincolo ideologico nei confronti del PSD la strada non era certamente questa: doveva chiede elezioni, e solo elezioni, come hanno fatto altro Partiti, e probabilmente le avrebbe anche ottenute, visto che di alternative se ne vedevano poche, dopo il rifiuto della DC al governo straordinario-bis col PSD. A quel punto si sarebbe legata in coalizione col PSD, e se la sarebbe giocata, mettendo in campo la nuova legge elettorale.
Purtroppo non l’ha fatto, ha preferito il Governo immediato, anche se impresentabile.
La cosa più grave di tutto questo, però, è che SU per mantenere il vincolo ideologico col PSD ha perso inevitabilmente il rapporto con quella forza politica che, assieme a SU, aveva lottato per delimitare gli uomini forti del PSD e il loro strapotere, per imporre un cambiamento del metodo, riportare in auge valori come la legalità e la trasparenza, e lavorare per gli interessi del Paese e non dei singoli. E cioè Alleanza Popolare, a cui SU ha dato la colpa di una scelta affrettata, quella di aprire la crisi, dopo averne per altro condiviso le motivazioni, anche negli interventi in Consiglio Grande e Generale.
La verità e che AP è stato l’unico Partito che ha dimostrato, in questa fase politica, che le battaglie contro certe pratiche, contro la speculazione edilizia, contro il mercimonio delle residenze, contro gli affari legati ai giochi e al casinò, contro lo strapotere politico dei poteri forti, contro le delibere clientelari, sono più importanti dello stare al Governo a tutti i costi.
AP ha avuto il coraggio di aprire la crisi, denunciando il tentativo del PSD di stravolgere il programma concordato, nonostante fosse consapevole del rischio di finire all’opposizione, come poi è successo: quale altro Partito lo avrebbe fatto?
I Partiti non sono tutti uguali, AP lo ha dimostrato in questa fase politica. AP è un Partito guidato da persone serie, che mettono davanti a tutto l’onestà politica, il rispetto dei patti, lo stop a certi modi di fare che hanno devastato San Marino negli ultimi due decenni; ha un coordinatore che stimo tantissimo per la sua competenza e serietà, e per il suo modo di agire; ha saputo proporre alla Corte di Giustizia dei Diritti dell’Uomo una persona universalmente stimata e apprezzata anche in Europa come Antonella Mularoni, della cui competenza penso che la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri abbia enormemente bisogno; e ha probabilmente il movimento giovanile più promettente di tutto il panorama politico sammarinese, fatto di ragazzi capaci e appassionati, che ugualmente vedono la politica come un servizio e non come un modo per arrivare in alto.
È in AP che vorrei continuare la mia attività politica, e spero che la mia volontà di adesione venga accettata da quel movimento.
Spero che analoga scelta possano fare altre persone oneste e serie che militano in altra Partiti: spero possano riuscire a togliersi le bende ideologiche, guardando bene cosa succede all’interno delle loro forze politiche, e a come si comportano le loro dirigenze, agendo di conseguenza.

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