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lunedì 25 agosto 2008

Dalle parole ai fatti

di Italo Pedini

Leggendo interventi fatti, a vari livelli, in occasione dei dibattiti svolti nel corso della Festa dell’Amicizia non si può non rilevare certe affermazioni di carattere demagogico che esulano dalla storia della situazione politica e sociale.
Tutti concordi che ormai la cittadinanza è lontana dalla politica, proprio perché i rappresentanti politici hanno ampiamente dimostrato di non sapere dare risposte alle esigenze del Paese. Il rapporto logoro con l’Italia, in tutti gli aspetti economici e sociali, ne è l’esempio più lampante. Ricordo che nei primi mesi del 2004 il consigliere Ivan Foschi (allora all’opposizione), dopo che il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Fabio Berardi, aveva consegnato ai consiglieri l’accordo di cooperazione già spedito in Italia, ebbe modo di esprimere la protesta del suo partito per essere stato scavalcato nel ruolo di indirizzo politico che è proprio del Consiglio Grande e Generale e ricordava che il dibattito consiliare doveva essere preventivo all’invio delle richieste sammarinesi a Roma in modo tale che l’opposizione, e successivamente le forze economiche e sociali, potessero discuterne nel merito, documenti alla mano. Ed è questo l’aspetto che ha contraddistinto la politica negli ultimi decenni: il volere decidere a prescindere dalle posizioni delle categorie economiche e sociali della nostra società. Anziché raccogliere elementi a sostegno delle varie argomentazioni è stato tentato invece di fare passare linee maturate in non ben definiti organismi. Ora non giova a nessuno il cercare di attribuire all’avversario politico i ritardi che hanno impedito e impediscono di giungere alla sottoscrizione dell’accordo di cooperazione con l’Italia. Ha avuto l’occasione sia il PDCS quando era al governo e sia il PSD in questi ultimi anni. E la realtà è ben visibile a tutti.
C’è un problema altrettanto annoso che riguarda il trasporto pubblico fra la Riviera e la Repubblica di San Marino. La superstrada Rimini-San Marino, arteria fondamentale della nostra vita economica, è una delle più pericolose d’Europa e occorre trovare alternative che risolvano anche la lentezza della percorrenza di tale tratto, contraddistinto da un numero inquietante di semafori. Nell’agosto 2002 Maurizio Melucci, vice sindaco di Rimini, aveva tra le sue intenzioni l’idea di un collegamento tra la repubblica e la riviera attraverso una monorotaia. Politici sammarinesi, più volte e in varie occasioni, si sono espressi a favore di un progetto di linea ferroviaria. Ma le parole non bastano.
Per aprire uno scenario politico speranzoso è importante che i partiti sappiano proporre, alle prossime elezioni politiche, cittadini di rottura con il vecchio e ancora attuale sistema politico. Non è un problema di giovani o meno giovani. E’ un problema di dare fiducia a persone che facciano quello che il Paese richiede, mettendo da parte logiche individualistiche e lobbistiche. Frasi rituali quali: alla politica resta un ultimo autobus per recuperare credibilità nei confronti dei cittadini o al Paese ci penseranno i Giovani; sono affermazioni che riecheggiano alla vigilia di certi appuntamenti (in questo caso, le elezioni politiche) che non dicono niente, perché l’indeterminatezza della sostanza come pure la sua generalità non sono certamente auspicio di risoluzione dei problemi. C’è chi ha avuto occasione di fare e non ha fatto o ha fatto male e c’è chi invece questa occasione non l’ha avuta e quindi non ha potuto fare!
Gli elettori dovrebbero valutare l’operato dei politici ed il loro voto dovrebbe essere il termometro di questa valutazione.

3 commenti:

  1. Sul tema di fondo siamo tutti d'accordo, credo. Sulla ricostruzione leggermente di parte direi di no. Forse lei dimentica che un segretario agli esteri già negli anni '90 ha determinato pesantemente ciò che oggi siamo qui a discutere: il rapporto con l'Italia e l'UE. Scegliendo politicamente una strada piuttosto che altre ha condizionatop il nostro sviluppo. Forse, si può dire che i governi di allora erano più bravi a nascondere gli scandali, vogliamo parlare di long drink? E di altri? Nei primi anni del 2000, questo segretario del partito, che oggi si allea con Ap, ha definitivamente oppresso San Marino svendendone all'Italia (governo Berlusconi ad interim agli esteri) i resti di ciò che ne rimaneva dopo aver banchettato a piene mani dal 1986 quando sbancava Andreotti e baciava De Michelis... E pensare che adesso tornano insieme Tito con tutti i Dc che si sono scannati e infamati, minacciati e infine baciati...

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  2. Gli elettori questa volta dovrebbero mandare al diavolo i vari masi, gatti, podeschi, stolfi, andreoli, galassi, de biagi, etc. etc. continuate voi. Solo votare uno di questi significa non solo non aver capito nulla ma anche essere in malafede.

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  3. Concordo con quanto ha detto Paolo, ad oggi si sente dire dai vari esponenti di partito che serve un radicale cambiamento, che ciò è possibile solo con disponibilità di giovani pieni di energie e con senso di patria, bene allora io dico: siano coorenti loro in prima persona non presentando più la loro candidatura, sicuramente di giovani volenterosi in Repubblica c'è ne sono e certamente più attaccati alla propria bandiera oramai svenduta all'Italia.
    Ricordiamoci della nostra SOVRANITA' difesa a lungo dai nostri vecchi.
    Spero tanto che la gente apra gli occhi ed inizi a pensare al futuro dei nostri figli.
    Utopia mah.....

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