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giovedì 14 agosto 2008

Terzo Polo

di Roberto Ciavatta e Marino Antimo Zanotti

L’intervista rilasciata ieri da Claudio Felici ci ha incoraggiato a scrivere questo comunicato.
Felici sostiene che chiunque pensi di creare un terzo polo lo può fare solo per interessi personali.
A noi pare invece che attualmente chi persegue interessi personali o di bandiera si adagia in uno o nell’altro schieramento, appena abbozzati, più per gradi di antipatia che per affinità politico programmatiche. Due schieramenti dettati più dalla speranza di condividere un piccolo spicchio di potere evitando ogni rischio, ogni scommessa di cambiamento.
Ci pare che a San Marino, anche in relazione agli sviluppi politici di questi ultimi due anni, ma senza dimenticare le responsabilità di PSD e PDCS nel governo del paese nell’ultimo quarto di secolo, ciò che sarebbe naturale, se non intervenissero le solite valutazioni utilitaristiche, sarebbe proprio un terzo polo.
Una terza coalizione con al suo interno quelle forze che si sono spese per lo svecchiamento della politica e hanno condiviso assieme, in maniera trasversale, battaglie importanti e vittoriose, non ultima quella sulle preferenze dei cittadini residenti all’estero.
La nuova legge elettorale viene per ora affrontata con le vecchie logiche dell’ammucchiata, e viene discussa dalle stesse persone, che per voce di Felici non si tireranno indietro. Certo è che chi lo dice si troverebbe in grande difficoltà se questo succedesse, non avendo fatto mai altro.
Data questa situazione, per dare una reale possibilità di scelta alle centinaia, migliaia di persone che hanno creduto in un cambiamento a cui, dopo un paio di anni, sembra non credere più nessuno, per evitare che chi ha creduto e votato nel 2006, e poi ai referendum del 2008, contro la vecchia elite politica asserragliata nei suoi fortini, debba finire per svendere le sue speranze a un polo democristiano o ad uno egemonizzato dall’ex PSS, ci pare un dovere che le forze attive del paese disegnino la strada per una possibile terza via.
Noi, a scanso di equivoci e senza i tatticismi che di certo condurranno i partiti a formalizzare le loro “appartenenze” solo al termine ultimo della scadenza per evitare di capitare nella coalizione che i sondaggi danno perdente; dichiariamo ora che per quanto ci sarà possibile cercheremo invece di dar vita proprio ad un terzo polo in cui possano trovare casa le forze politiche che non vogliono contribuire al ritorno al potere di uno o l’altro rappresentante del passato, nella convinzione che questo nostro impegno (programmatico e relazionale) possa smuovere un po’ le acque e convincere qualche altra forza politica, che le speranze che la cittadinanza ha posto su coloro che sembrava potessero garantire un cambiamento non possono andare svendute ancora una volta per interessi di partito o per la sola speranza di continuare a stare al governo comunque, con chiunque, a prescindere dal fatto che si stia con chi ha appena cercato in parlamento di lasciare le cose com’erano, per poter ripetere quella vergogna della compravendita del voto estero che noi abbiamo filmato nel 2006, e contro la quale abbiamo sporto due denuncie, una delle quali corredata del nome di un politico sammarinese coinvolto, che ancora la magistratura non ha inteso prendere in mano.
Con chi difende quegli interessi lì, non si può cambiare.
Esortiamo chi crede ancora che il suo ruolo di rappresentante della cittadinanza comporti il rischio di stare all’opposizione pur di perseguire le proprie battaglie senza meticciamenti, a lavorare assieme a noi (e a chiunque vorrà) per dar vita a questo respiro di speranza, che altrimenti sarà soffocato.

1 commento:

  1. Felici avrebbe dovuto dimmetersi, e con lui Segretario e Presidente, dopo quel che è accaduto negli ultimi mesi e lo sfascio di un Governo. Ora parla e rialscia interviste, mentre sarebbe bene riflettesse su quel che è accaduto e sul perchè il PSD ora è inviso dalla stragrande maggiornza della popolazione. Andare all'opposizione è la sola cura per lavorare poi a una nuova gestione politica e indirizzi diversi dai soliti temi partitici a cui nessuno più crede seriamente, tenendo ben saldo il timone di san marino e dei suoi interessi. La cosa più sconvolgente però è che nessuno all'interno del PSD abbia chiesto le dimissioni dei vertici. Questo mi fa pensare che in nome di una non meglio identificata unità non si voglia davvero cambiare e forse nessuno ha il coraggio di fare una scelta perchè, semplicemente, non può. Allora è meglio lasci la politica e faccia altro.

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