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lunedì 23 febbraio 2009

Le banche si uniscano in un'unica associazione

di Emilio Dalla Balda (Presidente Banca Commerciale Sammarinese)
“Il Forum del 20 febbraio scorso organizzato da The European House-Ambrosetti e coordinato magistralmente da Carmen Lasorella ha fatto il punto sul sistema finanziario sammarinese, sul riciclaggio e sui rapporti tra San Marino e Italia mettendo in rilievo alcune questioni di fondo importanti. La raccolta bancaria complessiva di 14,2 miliardi di euro è del tutto insignificante a livello internazionale e dimostra che le vie del riciclaggio passano per altri Stati e che San Marino può, al massimo, ottenere l’attenzione di qualche evasore fiscale o di qualcuno che cerca la riservatezza per i suoi sudati risparmi.

Ciò non toglie che San Marino deve tenere alta la guardia contro i pericoli di riciclaggio e collaborare apertamente con le Autorità Internazionali. È indispensabile ed urgente un’azione per il cambiamento e per la ridefinizione dei rapporti internazionali in un quadro strategico diverso con l’obiettivo primario di ottenere il riconoscimento internazionale delle nostre regole rendendole addirittura migliori di quelle italiane ed europee pur nel quadro di una differenziazione competitiva che sfrutti i nostri punti di forza. In questa ottica l’accettazione di regole comuni non intacca la sovranità del Paese che invece è stata minata dalla progressiva omologazione del passato che ha ridotto San Marino a entità locale. Il complesso del quadro convenzionale con l’Italia è in vigore in quanto non è stato denunciato da alcuna delle parti e quindi certe istituzioni italiane hanno preso iniziative in violazione degli accordi. L’importantissima sentenza della Cassazione rende giustizia alla Cassa di Risparmio ma anche al nostro Stato. Deve però essere chiaro che non possiamo continuare a subire il cambiamento con tattiche furbesche e dilatorie miranti a prendere tempo. Dobbiamo impostare un progetto e un metodo di governo che promuove e anticipa il cambiamento mettendosi in posizioni di testa tra i Paesi virtuosi. I costi della procedura rafforzata sono alti sia per il settore bancario e finanziario, sia per l’erario sammarinese e non ce li ripaga nessuno. È chiaro che il segreto bancario è un asset per San Marino, ma è altrettanto chiaro che non è un ostacolo per l’applicazione delle normative sull’antiriciclaggio, e che cede solo in presenza di reato. Sta poi alla politica valutare, attraverso un’analisi costi/benefici, se vale la pena mantenerlo nei tempi lunghi. In questa fase, è prioritario uscire dalle diffi coltà e diventare affidabili per la Comunità Internazionale facendo tutto il necessario per entrare nella white list che è determinante per il ritorno alla normalità operativa. E settembre è molto vicino. Occorre realizzare un sistema San Marino trasparente e perseguire con costanza e coerenza la legalità con l’obiettivo di fondo di diventare credibili. I clamorosi errori del passato non devono servire per soddisfare le voglie polemiche o le rivincite politiche. Devono rappresentare una lezione e uno stimolo per una svolta radicale nei metodi e nelle politiche di governo. Va evitata la drammatizzazione masochista in quanto, pur dovendo sottostare all’adeguata verifica delle banche italiane fino a che non entreremo nella white list, l’Italia non impedirà agli italiani di portare denaro a San Marino e ai sammarinesi di portarlo in Italia in quanto si opera nella stessa area economica e valutaria e sarebbe una forma odiosa di sopruso verso un Paese indifeso. Noi non possiamo permetterci di entrare in lite con l’Italia, ma penso che anche l’Italia non avrà alcuna intenzione di strangolare San Marino e pertanto diventerà collaborativa superando gli attuali contrasti. Alla luce di quanto stiamo vivendo, riconfermo la mia ormai antica convinzione che San Marino può sopravvivere e prosperare solo facendo sistema e progettando con lungimiranza il suo futuro. Anche le banche dovrebbero decidere di unirsi in una unica associazione per fare sistema, per promuovere nuove ed elevate professionalità interne e per organizzare servizi comuni di alto livello tramite un ente giuridico da loro fondato, partecipato e diretto. Sarebbe un grande contributo anche per il consolidamento, la crescita e l’internazionalizzazione del nostro centro finanziario”.

1 commento:

  1. Egr. Dott. Della Balda, lei da addetto ai lavori, cosa ne pensa di migrare il nostro sistema bancario verso mete più virtuose e lasciare gradualmente quello italiano che nulla ci garantisce se non maggiori problemi, tasse e lentezze? Non pensa che almeno un sistema alternativo possa esistere, co- esistere? Non possiamo attivare un percorso per essere inseriti in circuiti più virtuosi come Monaco e Lussemburgo ad esempio? Ci sono i circuiti internazionali delle carte di credito e noi abbiamo necessità di intermediari italiani che speculano sulle nostre tasche? Insomma, lei che ne conosce gran parte di questo sistema ci potrebbe illuminare cosa serve per...
    MarcOne

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