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venerdì 13 febbraio 2009

“Una situazione economica senza precedenti”

di Luigi Avv. Lonfernini – La Tribuna Sammarinese –
Signor Segretario Gatti, leggo alcune dichiarazioni ma non ricordo se sono da ricondurre alla Sua persona od al suo Dicastero. In termini molto semplici si prevede che le entrate tributarie, nei prossimi anni, subiranno un drastico ridimensionamento. I motivi, stando agli analisti, sono da ricercare nella grande crisi che sta imperversando sul sistema dei mercati globalizzati.
Certamente la crisi internazionale gioca anche per San Marino in maniera negativa ma, per il nostro sistema economico-produttivo, non tutto si può ricondurre alla globalizzazione dei mercati.

Le nostre entrate sono massicciamente concentrate nella monofase e nelle imposte sui redditi (queste ultime in gran parte provenienti dagli utili delle cosiddette Banche Storiche), le spese sono destinate all’apparto burocratico ed in particolare sono finalizzate al mantenimento dello stato sociale. Ora la monofase subirà delle contrazioni in riferimento certamente alla crisi di produttività delle aziende ed alla conseguente perdita di competitività sui mercati, ma la crisi vera nasce principalmente per il fatto che il sistema San Marino, così come è stato impostato per tanti anni, non regge più; non regge più per un semplice motivo: l’interscambio commerciale ha dato luogo a diversi inconvenienti (termine eufemistico) per cui il giocattolino si è rotto e si è rotto perché troppi pseudo imprenditori sono stati accolti sul Titano al solo scopo di mettere in atto attività imprenditoriali che miravano esclusivamente a beneficiare di situazioni interne poco trasparenti ma coperte dall’ombrello di politici poco attenti. E’ bene anche precisare che sul Titano si è anche affermata una imprenditoria vera, capace di produrre vera ricchezza ed occupazione ma che oggi soffre anche a causa di troppa disattenzione (termine eufemistico) da parte del potere politico-amministrativo. Le imposte dirette avrebbero dovuto principalmente basarsi sugli utili conseguiti dalle aziende industriali e commerciali ma per una particolare predisposizione dileggi, combinate con deliberazioni del Congresso di Stato, attraverso fusioni di comodo, si è giunti ad evitare che lo Stato rimpinguasse il proprio patrimonio disponibile. L’espansione delle attività produttive superiore alle effettive necessità del Paese, che sono servite anche per enormi speculazioni edilizie senza un ritorno per lo Stato, hanno immesso sul mercato sammarinese mano d’opera frontaliera in maniera sproporzionata ed ora, in fase di recessione, subiamo le conseguenze. Gli Istituti di Credito si trovano nelle condizioni che tutti conosciamo per cui diventa difficile capire se riusciranno a mantenere la redditività del passato e quindi se continueranno ad essere quei contribuenti speciali per le casse dello Stato. Dietro ad una diminuzione delle entrate tributane a causa anche delle difficoltà in cui versano gli Istituti Bancari, non dimentichiamo che ci sono circa 500 dipendenti qualificati che hanno maturato una elevata professionalità vera e che sono il fiore all’occhiello delle nostre attività socio-economiche e che forse grazie alla loro professionalità raggiunta, le Banche riusciranno a mantenere la competitività, pur con tutte le rinunce a cui saranno costrette a causa di una politica di espansione nell’interscambio commerciale dissennata. Io non sono in grado di suggerire eventuali provvedimenti che possono in qualche modo cercare di contenere Una situazione economica che non ha precedenti, per il nostro Paese, nel passato remoto o recente. Negli anni trenta il Paese era talmente povero che la grande crisi non ha infinito più di tanto anche se il governo di allora mise mano a tutta una serie di opere pubbliche che contribuirono non solo a recuperare il centro storico di Città ma anche a dare lavoro a numerosi operai ed artigiani. Il dopo guerra aveva lasciato il Paese ancora più prostrato di quello che era alla fine degli anni trenta ed ai sammarinesi solo l’emigrazione poteva garantire la sopravvivenza e, grazie alle rimesse degli emigranti, il Paese negli anni sessanta — settanta è riuscito poi a mettere in moto un nuovo sistema economico basato sugli investimenti dei sammarinesi, sulle attività turistiche, sulle attività produttivo-commerciali. Le crisi successive del mondo occidentale anni 1974, anni 1980, dovute principalmente all’aumento del costo dei prodotti petroliferi, non hanno inciso più di tanto sul sistema Paese in quanto con le modeste entrate ma certe e le attività economiche esistenti ed in particolare con l’occupazione alle dipendenze della Pubblica Amministrazione, San Marino è riuscito a far fronte alle necessità interne garantendo l’occupazione. Un fatto è certo: San Marino deve reinventare un nuovo modello di sviluppo in parte basato sulle attività esistenti ma che in parte devono essere, per certi aspetti, inventate o reinventate. Certamente i cittadini devono essere chiamati ad una maggiore responsabilità e chi governa deve recuperare il senso della misura evitando di ripetere gli errori, voluti o meno, che in passato hanno condotto il Paese a perdere la sua immagine e che ci hanno portato di conseguenza a creare una conflittualità proprio con il Paese con il quale le relazioni, di qualunque tipo e natura, dovrebbero essere al massimo. Non vorrei che la soluzione a tutti i nostri mali sia quella di riproporre l’instaurazione della casa da gioco. Diceva il filosofo-economista Keyenes “quando lo sviluppo del capitale di un Paese diventa un sottoprodotto delle attività di un casinò di gioco, è probabile che vi sia qualche cosa che non va bene”.

4 commenti:

  1. visto che le entrate per il bilancio dello stato hanno al 1°posto la voce "imposte prelevate dalle industrie manifatturiere" come si fà a scrivere una corbelleria siffatta?: --L’espansione delle attività produttive superiore alle effettive necessità del Paese, che sono servite anche per enormi speculazioni edilizie senza un ritorno per lo Stato, hanno immesso sul mercato sammarinese mano d’opera frontaliera in maniera sproporzionata ed ora, in fase di recessione, subiamo le conseguenze.--forse l'avv. non conosce l'economia reale industriale samm.? forse e troppo coinvolto e distratto da quella di carta?

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  2. caro Epimeteo, capisco che la sua primaria 'funzione mitologica' sia quella di aprire i vasi di sua moglie Pandora e ne apprezzo il presente tentativo; tuttavia non mi pare affatto che la riflessione di Luigi Lonfernini sia così peregrina come la vuole dipingere col suo aspro commento, che soffre forse un po' troppo dell'etimologia del suo nome (dal greco Epimetheus: colui che riflette in ritardo).

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  3. solo 2 cose dovute ad un ritardo di riflessione: 1- come si chiama tecnicamente l'avv dell avv.? 2- trovo che quanto scritto dall avv sia in buona parte condivisibile da una persona mediamente di buon senso e razionale. il riferimento all'espansione delle attività produttive come fenomeno negativo per l'economia sammar. invece è una palese caz..... piccola appendice scritta da un samm. DOC che conosce il mondo del lavoro privato e non solo : senza i frontalieri che si fanno il culo molte aziende storiche sammarinesi (fatturati 40-120 ml euro) avrebbero delocalizzato o chiuso. saluti

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  4. Gentile Avv. Lonfernini,
    la sua analisi è molto condivisibile anche perchè lei omette una parte del nostro recente passato 1991-2000 che altrimenti metterebbe in risalto molteplici buchi politico-economici.
    La mia analisi di quegli anni, guidati con arroganza e scarsa lungimiranza da un uomo solo al comando, in parte scritta su questo blog, è solo negativa perchè chi ha detenuto il potere ha solo pensato a far crescere il proprio ego e quello della sua parte dimenticando San Marino ed i sammarinesi. Siamo perfettamente d'accordo sul casino, ma le leggi per attivarlo sono sempre firmate dalla stessa mano che ha attraversato il periodo più buio e tormentato appunto fra il '91 ed il 2000 dove lei ricorderà scandali e truffe, ma difficilmente ricorderà qualche lungimirante idea che si avvicini lontanamente al modello di sviluppo che mi pare di leggera fra le righe del suo intervento. Oggi è difficile credere che con il ritorno di quella politica, di quegli uomini, di quella mancanza di lungimiranza si possa evitare di svendere ulteriormente le nostre prerogative di Stato sovrano all'Italia. Fra le tante cose che vorrei dire mi limito a citare: a) il mancato dibattito e decisione relativa sull'adesione alla UE con le deroghe in varie forme; b) politica per un nuovo modello di sviluppo. Decisioni politiche mai discusse e tantomeno avviate o provate. Il NON FATTO come lei ci insegna è molto importante, forse più del FATTO. Tuttavia i cittadini, i conservatori cittadini sammarinesi, hanno giudicato che l'armata brancaleone con a capo Gatti, potesse risollevare le sorti del Paese. Adesso vediamo, si dice così... Giudicheremo con il tempo e fra qualche mese mi auguro di poter riparlarne, mi auguro perfino di aver torto per quanto tengo alla nostra Repubblica. Certo è che se tutti i giorni il segretario di stato convoca la stampa per frignare che la colpa è di quelli di prima, non mi pare una grande politica lungimirante, piuttosto mi pare un capriccio di chi non sa e non riesce a fare.

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