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mercoledì 30 gennaio 2008

Che politica è questa?

di Roberto Ciavatta
Senza scandalo alcuno, i nostri politici vanno in sudamerica (a spese dei contribuenti) in cerca di voti per le prossime elezioni. Come se nel 2006 non fosse successo nulla. L’intero paese in balia delle fregole di pochi consiglieri che, delle priorità del paese, se ne fregano! Equilibrismi di palazzo di una politica che, con Schmitt, “si manifesta nelle forme e negli orizzonti meschini della conquista dei posti e delle prebende in base alla politica del partito”, contro la quale si sviluppa necessariamente una forma di “antipolitica”, (cioè di politica pura, che ha per nemico la stessa classe politica, o singoli suoi componenti considerati corrotti), che si configura come “una «spoliticizzazione», [cioè] il superamento del ‘politico di partito’”.
Chiedo nuovamente alla magistratura di procedere con le due denuncie presentate dall’avv. Berti nel 2006 sul caso “voto estero”. Per una di queste il mio nome è stato indicato come testimone della rivelazione (di un cittadino argentino alloggiato a Misano) del nome di un politico responsabile dell’organizzazione dei viaggi clientelari dal sudamerica. Perché ancora non sono stato invitato a dichiarare quel nome? E se il responsabile dell’organizzazione dei viaggi di allora si apprestasse anche in questa occasione a tornare in argentina per assicurarsi qualche migliaio di voti?
Amo questo paese, perciò non voglio che anche in caso di nuove elezioni possa essere la compravendita del voto estero, oltre al solito clientelismo interno (del quale ha più colpe la meschinità del cittadino disposto a vendersi, che la corruzione interessata del politico che si presta a comprarlo) a disegnare gli equilibri che regoleranno (anche) la mia vita negli anni a venire.
Un paese in cui un terzo dei voti è in mano a chi non risiede, a chi non patisce il malaffare di questi governanti, è difficilmente definibile democratico. Un terzo dei voti, un 33% in parlamento, sono già quasi una maggioranza (comunque una maggioranza relativa).
Facciamo dei conti. Poniamo che un uomo politico (per così dire), riesca a reperire i fondi necessari per comprare il voto dei cittadini residenti all’estero. Avrebbe uno sponsor disposto a sborsare somme ingenti, che in cambio pretenderebbe un risvolto in suo favore (prebende, appalti, permessi, corsie preferenziali ecc). Quest’uomo politico, prestanome dello sponsor, potrebbe ottenere addirittura 10.000 voti, sarebbe il politico più votato, il leader maximo. Grazie alle cordate potrebbe far eleggere con sé altri 7-8 consiglieri, ottenendo un’egemonia sul suo partito di maggioranza relativa: avrebbe in mano il paese. Come potrebbe gestirlo? Dovrebbe favorire il suo sponsor per farlo rientrare delle somme spese per comprare i voti esteri, e per avere un guadagno ingente. Oltre a ciò potrebbe solo favorire sé stesso, e magari qualche affiliato delle cordate. La politica è cosa sua, il suo modo per arricchire, e non riguarda più il paese e le sue sorti. Questo politico diviene un parassita del paese in cui svolge la sua attività.
Chiediamoci ora come facciano alcuni politici a permettersi ville, seconde case, automobili di lusso, yacht. Da dove provengono quei soldi? Non certo dallo stipendio! Chi regola la nostra politica? Un’elite politica che non è più scelta dalla popolazione, è ancora un’elite democratica? Uno stato in mano ad un partito, è ancora democratico? Un partito in mano ad una persona a sua volta in mano ad uno (o più) sponsor, è ancora un partito?
Mi chiedo tutto questo, e so solo rispondermi di no.
Perché per iniziative mediocri vengono stanziati centinaia di migliaia di euro? Il mercatino di natale, la notte rosa, il grand prix di Misano, sono costati centinaia di migliaia di euro alle nostre casse, cioè nostri, di ogni cittadino. Siccome chi, come me, organizza anche feste ed eventi, sa bene che gli stanziamenti deliberati in quelle occasioni superano di gran lunga le somme che effettivamente servono per simili attività, dove finiscono questi soldi?
Chiedo alle forze politiche di ricorrere ad organismi internazionali per richiedere loro di vigilare sul commercio del voto estero, e sul traffico di danaro da e per le comunità di cittadini residenti all’estero. Chiedo che non si ripeta più l’abominio della compravendita del voto estero.
Lo chiedo anche per la credibilità dei nostri politici: come non sospettare, altrimenti, che chi ottiene migliaia di voti non attinga (anche) a questo bacino di voti estorti col ricatto del danaro?

Roberto Ciavatta – Associazione Culturale Don Chisciotte.

3 commenti:

  1. completamente d'accordo con il tuo scritto. l'idea che mi sono fatto io, cittadino, è che l'unica spegazione alla bassa politica ed alla pessima amministrazione sia la diffusa ignoranza ed arroganza, che spesso vanno di pari passo, della nostra classe dirigente, poloitica, imprenditoriale e sindacale. A questo aggiungo la sensazione inquietante che alle spalle di questi mediocri vi siano sponsor, come li chiami tu, di dubbia provenienza e che il paese, inteso come enorme lavatrice di denaro sporco, sia ormai in mano loro.

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  2. Concordo pienamente al di là delle vecchie e legoro valutazioni partitiche e politiche, qui siamo in presenza di una msnada di nostri concittadini che hanno approfittato di ogni situazione possibile per rendere ridicolo il paese agli occhi di tutti. E' chiaro che alla luce di quanto avvenuto ieri in consiglio la maggioranza non esiste più e sarebbe bene andare al voto ma dopo aver votato per il referendum della preferenza unica. Solo in questo modo potremmo bilanciare lo strapotere di alcuni imprenditori collusi con alcuni politici che giocano a scacchi sulle nostre teste. sarebbe molto più giusto e sensato che questi imprenditori come è accaduto in altre parti del mondo scendessero in campo e mettessero la loro faccia e i loro interessi di fronte ai sammarinesi che potrebbero anche decidere di votarli se propongono cose sensate. Fermare l'economia è impossibile, forse andarci a braccetto in maniera più intelligente di come è stato fatto fino a oggi da alcuni finti politici potrebbe essere la miglior soluzione. Almeno non ci sarebbero intermediari poco credibili e di nessuno spessore come quelli che appiaono oggi.

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  3. credo che tu abbia perfettamente ragione, e penso anche che tanti "sammarinesi" la pensino come te! Purtroppo il discorso della preferenza unica non è di interesse nella maggioranza, solo all'opposizione può interessare una legge che non permette cordate con voti "acquistati", perchè si tratta di voti acquistati all'estero. Troppi cittadini fuori del territorio sammarinese che votano, non c'è possibilità di decisione per noi sammarinesi abitanti nel territorio. Non siamo in democrazia, tutto ciò è visibile a tutti ma nessuno fa niente.. tutti sanno ma nessuno dice niente! Motivazione? nel nostro piccolo chi non ha ricevuto almeno 1 favore da qualcuno di "potente", 1 posto di lavoro 1 aiutino al parente...ecc ecc.
    Le immagini dei votanti argentini nascosti come dei delinquenti a Misano, Rimini o Riccione sono stati visti da tutti, ma chi si è ribellato a questo sistema a questa legge che vieta il voto in cambio di soggiorno gratuito in riviera.. E' desolante lo so, ma ci tocca come sempre ingoiare il rospo e mandare giù, finchè un giorno....

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