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giovedì 24 gennaio 2008

Gendarmi sotto controllo?

A seguito della manifestazione silenziosa dello scorso venerdì sera , quando parecchi agenti in borghese, della Gendarmeria e della Guardia di Rocca si sono seduti nel loggione del Palazzo Pubblico, e a cui ero presente, sorgono alcune riflessioni?
C’è qualcosa che vieta ad una persona che nella vita indossa una divisa, di presenziare come spettatore, alle sedute pubbliche del Consiglio? Soprattutto quando parlano di lui e del suo futuro?
Perché tante preoccupazione da parte delle nostre divise per un regolamento che a sentire le Istituzioni dovrebbe migliorare le cose?
Non sarà che nel nuovo regolamento si stravolgono i principi e i diritti maturati su trattamenti economici e su modalità di lavoro?
Non sarà che si vuole parificare un gendarme ad uno spazzino ma poi pagarlo come chi raccoglie la spazzatura, lavoro utile e necessario, ma non a rischio come quello di chi porta una pistola.?
Non sarà che per far posto a gente da fuori, si mette in un angolo i sammarinesi e anche chi non lo è, ma sta già con noi da tanti anni?
Perché modificare in corsa le regole del gioco? A chi giova scontentare 2 corpi su tre? ( la Polizia Civile lo è già da tempo)
Chi ha scelto di lavorare con una divisa ha accettato oneri ed onori, nessuno dei due gli può essere portato via con un colpo di spugna.
Chi porta una divisa deve badare all’ordine pubblico, ci deve proteggere fuori e dentro le nostre case, deve dare sicurezza a chi fa altri lavori, a chi viene a San Marino, memore di una tranquillità e di una vita senza i pericoli del mondo attorno a noi.
Per fare questo, ci vogliono persone motivate, ben stipendiate, che possano godere di benefici che ad altri non devono essere concessi, visto che chi ha una divisa deve rappresentare qualcosa di diverso, qualcosa di più, a cui dare anche di più, e non togliere quello che avevano accettato quando hanno aderito ai corpi in divisa di cui fanno parte.
Se la protesta è andata in scena significa che le ragioni dei tanti non sono state considerate.
Se gente che è abituata ad obbedire arriva a protestare, pur in maniera civile e silenziosa, significa che chi comanda, di ogni grado e ruolo, politico anzitutto, ha perso di vista l’obbiettivo vero del loro fare che è guidare un gruppo di uomini con fermezza e disciplina, non alimentando dubbi e incertezze che si trasformano nell’insicurezza di tutti noi, e in cui viviamo in questi giorni.
Erik Casali
Vice Segretario Nuovo Partito Socialista

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