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venerdì 29 febbraio 2008

Molti dubbi e qualche certezza

I primi dubbi mi sono cominciati a venire quando, alcuni giorni fa, ho letto che San Marino (o più precisamente, la delegazione che rappresentava San Marino presso l’OSCE) aveva dichiarato che noi non avremmo riconosciuto l’autoproclamata (per via referendaria) indipendenza del Kosovo dalla Serbia, come invece aveva fatto gran parte dei Paesi europei, ivi compresa l’Italia. Anzi, quest’ultima si era affrettata a dichiarare, per bocca del proprio Ministro degli Esteri Massimo D’Alema, che avrebbe ben presto inviato a Pristina un incaricato d’affari e, a seguire, un ambasciatore. Ma la posizione dalemiana era ben nota già dall’epoca del suo mandato di primo Ministro (1999), quando decise di partecipare attivamente alla guerra contro Belgrado, innescata proprio dalla difficile situazione in cui versava allora il Kosovo. Questa volta, rassicurava l’attuale (dimissionario) Presidente del Consiglio italiano Romano Prodi, tutto il Governo (ad eccezione del Ministro Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista) aveva votato a favore del riconoscimento dell’indipendenza kosovara. Ma noi no, San Marino ha preferito una posizione, diremo così (molto eufemisticamente) “attendista”, auspicando un potenziamento della missione OSCE e l’avvio di un tavolo di discussione politica, sotto la supervisione dell’ONU. Insomma, né con Bush, né con Putin. Insomma, quella che meno eufemisticamente io chiamerei “ignavia” governa la nostra politica estera nei vicini Balcani. Se vogliamo, rinnegando anche la cifra di una nostra tradizione storica, quella della sovranità e dell’indipendenza, che logica vorrebbe ci facesse schierare quasi aprioristicamente con chi da anni cerca di affermare la propria d’indipendenza, per giunta da un governo discriminatorio che in passato aveva mostrato al mondo la propria terribile ferocia. Bon! Pazienza! Occasione persa, mi ero detto fra me e me. Ma tornano i dubbi; forse hanno ragione loro: metti che domani abbiamo bisogno del gas e del petrolio russo, meglio non far inquietare Zar Putin. Sarà una saggia politichetta di convenienza e chissene frega di quella di largo respiro ideale. Noi siamo sempre i furbetti del quartierino. Ponzio Pilato docet.
Poi è arrivata, come una mannaia, la notizia dei conti in Liechtenstein. Visco non ha perso tempo, e appena la Merkel gliene ha dato l’occasione anche lui si è infiltrato in quei conti scoprendo che un centinaio o poco più d’italiani si erano fatti il gruzzolo nel noto paradiso fra i monti elvetici, fra cui (pare) qualche politico (l’astuto Buttiglione si chiamava fuori confessando che, avendo insegnato anche lì, aveva aperto un conticino con appena 4mila euro). Già la gogna mediatica era pronta, ed i giornali non attendevano altro che la lista dei nomi eccellenti (Di Pietro addirittura la invocava a gran voce).
Ma per fortuna qualche italiano intelligente c’è, così mi è accaduto di ascoltare su radio 3 un’interessantissima trasmissione e di leggere un brillante (come al solito) articolo di Oscar Giannino, che si erge a difesa dei paradisi fiscali, contro la “barbarie” dei Paesi “supertassatori”. Mi dicevo: speriamo che qualcuno anche dal Titano si faccia sentire, prima che i giornali inizino la solita litania su di noi. Avevo qualche dubbio, invece puntualmente ecco che arriva la dichiarazione politica. Evviva! Dico io ingenuamente, e poi... sorpresa: anziché prendere le difese del nostro Paese (e di tutti quelli che cercano legittimamente di limitare i danni provocati da un superfisco assillante e vessatorio), l’intervento sammarinese tuona contro il nostro differenziale fiscale, l’anonimato societario e - udite udite - il segreto bancario (ultimo baluardo della nostra incerta e traballante economia, assieme – forse – alla solita speculazione edilizia, la facile soluzione di sempre).
A questo punto mi viene la prima certezza: vuoi che non ci sia anche da noi qualche delatore “furbetto” che prova a fare l’Heinz Kieber in salsa sammarinese, e che vende a Visco per soli 4 milioni di € qualche DVD pieno di dati “sensibili” per poi scapparsene con nuovo passaporto e nuova identità sulle spiagge australiane? Sono certo che qualcuno di voi ci ha già pensato.

5 commenti:

  1. ESISTONO I PARADISI FISCALI PERCHE' ESISTONO GOVERNI CHE NON SANNO GESTIRE IL DENARO PUBBLICO.
    CREDO CHE I NAPOLETANI FACOLTOSI NON SE LA SENTANO PIU' DI PAGAR TASSE PER POI RITROVARSI NELLA MONDEZZA: MEGLIO ESPATRIARE I PROPRI RISPARMI.
    PER CUI BEN VENGONO I PARADISI FISCALI SINTANTO CHE NON NASCONO POLITICI CAPACI DI GESTIRE IL DENARO PUBBLICO.

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  2. Mi pare che il Direttore abbia colto nel segno, il comunicato di Peppe è antistorico e anacronistico. Sopratutto non rappresenta quello che molti cittadini pensano e vogliono per il paese. La tesi di Peppe si fonda su una presunta colpevolezza di essere diversi e di sostenere la libertà di avere una pressione fiscale adeguata alla esiguità del territorio e delle risorse, un legittimo segreto bancario basato sulla piena apertura ad eventuali indagini serie per sconfiggere la malavita ma non per creare scandaletti politico elettorali alla maniera della Visco band e, infine, un più che dignitoso, legittimo e al di sopra di tutti i sospetti, differenziale fiscale che ciascun Piccolo Stato deve avere per garantire la sopravivenza dei cittadini e del sistema. Utilizzare l'adesione alla UE come spauracchio è altresì sbagliato, infatti i Piccoli Stati che vi hanno aderito lo hanno fatto con le opportune deroghe proprio sui temi fiscali e caratteristico-peculiari dei piccoli territori (si veda Cipro, Malta, Lussemburgo ecc). Infine, vorrei far notare che se Germania, Italia e grandi potenze si devono ridurre a fare i cani da guardia della demagogia più becera, per raccogliere pochi spiccioli e sollevare polveroni mediatici per giustificare assurde iniziative che hanno tanto il sapore di chi è arrivato alla frutta e getta sugli altri le proprie incapacità di sistema e sopratutto politiche, sarebbe meglio che Visco sopratutto e Merkel, pensassero maggiormente ai problemi ed i disastri che i rispettivi governi stanno creando ai cittadini dove non solo la pressione fiscale è di per se criminogena-criminale, ma la mancanza di lavoro e l'emarginazione che i rispettivi sistemi generano nella società. Caro Peppe noi non vogliamo ridurci ad elemosinare nulla da chichessia e politiche di questo tipo le puoi già saggiare in quei paesi, se vuoi allinearti con esse puoi chiedere la residenza in Italia e vivere làddove potrai pagare tutte le tasse che vuoi...

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  3. ...."raccogliere pochi spiccioli e sollevare...."
    Per poi come spenderli'? Per poi come investirli e a chi destinarli ?
    Meglio nelle tasche di chi se li è guadagnayti onestamente in una cassaforte di in un Paradiso fiscale che in una malgestione dei Governi.

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  4. Oggi mi pare di dover prendere atto che i problemi di San Marino non sono quelli dei referendum, ma quelli più gravi dell'attacco al sistema San Marino da parte di forze esterne coadiuvate da imbelli e pavidi personaggi politici sammarinesi. Di fronte al sequestro di cittadini sammarinesi da parte delle forze dell'ordine italiane avvenuto con l'inganno e il dolo il governo non poteva tacere. Di fronte ai ripetuti attacchi e alle accuse di esterovestizione così come nelle recenti vicende del Lichensten, il governo non poteva rimanere muto. Di fronte alla possibilità di creare un polo tecnologico a Montescudo per far contento qualche imprenditore-politico e diminuire la competitività di San Marino, non si può rimanere in silenzio. Ciò si aggancia molto bene con l'attacco al sistema San Marino... Un governo e un ministro degli esteri che si rispettino avrebbero dovuto adottare le conseguenti misure politiche e diplomatiche,, ma invece ci facciamo zittire e pestare i calli da chi, come taluni italioti, in UE hanno dimostrato di valere molto poco e non si parla qui solo di ultimi posti nelle classifiche di giustizia, economia, diritti, libertà, PIL, crescita ecc, ma di una cultura becera e giustizialista tout court tale per cui considera San Marino in particolare, un protettorato d'oltremare, una colonia dove è possibile ridurre in schiavitù un popolo e svendere la sovranità e la dignità di persone oneste ed umili che tutti i giorni lavorano e portano a casa la pagnotta.
    Non si venga a dire che è eticamente giusto che un servizio segreto paghi una spia per acquisire notizie sui conti in altro Stato per poi utilizzarle a piacere, allora le informazioni potrebbero essere truccate da chiunque per i propi scopi e a questo punto giustifichiamo anche la possibilità che un agente segreto di un altro paese uccida il concorrente... Oppure qualcuno può giustificare le imboscate della Polizia ai danni dei cittadini sammarinesi ingannati ed arrestati ingiustamente?

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  5. torno fiero di essere sammarinese quando leggo le lucide affermazione dei Frank e dei Marcone (che spero siano sammarinesi doc), e torno fiducioso che, alla fine, qualcosa ha da cambiare! Basta non mollare....

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