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lunedì 5 maggio 2008

Analisi a 360 gradi sulle politiche energetiche

di Gerardo ing. Giovagnoli
Gruppo politiche energetiche PSD


Appena fuori il nostro confine si può notare la proliferazione di pannelli solari sui tetti delle abitazioni. Sui giornali impazzano pubblicità riguardanti tecnologie per il risparmio energetico, idrico e l’utilizzo delle rinnovabili, indicando un fermento nuovo ma ormai affermato. Non vi pare che San Marino sia rimasto nel passato su tali problematiche? Questo è successo perché non si disponeva di uno strumento normativo di incentivazione o vincolante sui requisiti energetici minimi, per esempio sull’isolamento termico degli edifici, ed era anzi vietato produrre energia da pannelli fotovoltaici e scambiare energia con la rete.
Questo quadro sarà presto messo in archivio: una Legge su questi temi è stata approvata ed entro l’autunno si disporrà di tutti i decreti attuativi necessari.
Cosa significa questo in poche parole? Significa che un qualunque edificio nuovo o in forte ristrutturazione dovrà essere progettato per evitare sprechi dal punto di vista dell’energia occorrente per mantenerlo ad una temperatura confortevole: una casa “media” progettata finora consumava mediamente 15-20 litri di gasolio all’anno per ogni metro quadro da riscaldare; con le nuove disposizioni se ne consumeranno circa la metà, e lo sforzo per ottenere questo è in realtà limitato, è sufficiente studiare meglio la coibentazione dell’edificio e il rendimento degli impianti. Quanto costa tutto ciò? Pochi punti percentuali sul costo di costruzione: un piccolo sforzo economico per ottenere un grande beneficio in termini energetici, quindi ambientali, che poi diventa anche un beneficio economico. Considerando che le tariffe energetiche saranno sempre più alte (vedi il costo del barile di petrolio) ogni intervento fatto oggi, domani varrà molto di più: un investimento energetico che diventa investimento economico.
Le classi energetiche che saranno definite a breve premieranno economicamente il proprietario con incentivi e con una targhetta che certifica la qualità dell’edificio: si innescherà così anche una cultura del risparmio e un mercato che altrove sono già una realtà, andando a favorire ulteriormente la diffusione del concetto di eco-compatibilità domestica.
Ancora più innovative sono le incentivazioni degli impianti solari termici, fotovoltaici, geotermici, di recupero dell’acqua piovana o delle acque grigie, che saranno determinate a breve per decreto: lo stato darà una mano a quei cittadini che vogliono rendersi parzialmente indipendenti per la generazione di calore o energia elettrica. Queste installazioni nel nostro paese si contano su due mani, in Italia dove gli incentivi sono attivi da anni vi è stata una esplosione del mercato e sugli impianti fotovoltaici si contano 1000 nuove installazioni al mese. Finalmente anche da noi i costi, alti, di tali impianti saranno parzialmente coperti da incentivi calibrati e multipli: finanziamenti in conto capitale, prestiti a tasso agevolato, abbattimento della monofase sono alcuni strumenti presi in considerazione.
Tutto questo ha preso avvio da una analisi, il primo Piano Energetico della Repubblica di San Marino, che ha svelato una lunga serie di peculiarità del nostro Stato: totale dipendenza energetica, preponderanza dei consumi industriali su quelli domestici, mancanza di qualità energetica degli edifici, mancato utilizzo delle rinnovabili, consumi e costi di approvvigionamento in costante e cospicuo aumento. Risultanze necessarie per poter valutare le migliori azioni da intraprendere nel nostro paese, evitando errori o false promesse: nei prossimi anni non si potranno raggiungere risultati a due cifre sul risparmio energetico o sulla produzione percentuale da rinnovabili. Si indicano invece obiettivi più modesti ma raggiungibile di produzione da rinnovabili del 4% e di risparmio del 15% entro il 2011; può sembrar poco ma l’elemento importante è l’aver definito un percorso chiaro verso la direzione della eco-compatibilità e della consapevolezza dei costi energetici.
Questo comporterà una vera e propria rivoluzione culturale, che sarà sicuramente condotta dalle nuove generazioni, una rivoluzione resa necessaria da emergenze ambientali ed entro breve economiche. Un cambiamento che deve essere visto come una risorsa, una opportunità per l’innovazione e per l’economia.
Si parla in questi mesi di creare anche in Repubblica un Parco Scientifico Tecnologico, rivolgo allora al Rettore dell’Università ed alle Segreterie di Stato competenti una provocazione: perché non invitare le aziende e gli attori più importanti su questo mercato? Perché non rendere riconoscibile San Marino per l’innovazione e l’impegno delle sue aziende su questi temi? Sarebbe inoltre un ottimo veicolo di sviluppo delle professionalità che i giovani sammarinesi stanno sempre più acquisendo: conosco tanti giovani studenti di ingegneria, matematica, o di materie scientifiche in generale, che troverebbero collocazione immediata in un progetto del genere; si dice spesso che i nostri giovani più preparati stentano a trovare le mansioni per le quali hanno studiato: direi che un Parco Scientifico e Tecnologico con vocazione “verde” possa rappresentare una risposta a queste necessità ed uno strumento per cogliere le opportunità che in futuro molto prossimo saranno offerte a chi si occupa di energie rinnovabili e risparmio energetico e soprattutto a chi si occupa di innovazione su queste tematiche.

5 commenti:

  1. Caro Gerardo, i pannelli solari, se non lo sapessi, sono costosissimi. Io li avrei anche istallati, ma chi mi da i soldi? te?

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  2. Pannelli solari? No Grazie!
    Troppo costosi, troppo tempo per amortizzarli,poca energia prodotta con il nostro clima.Troppo impatto ambientale .
    Una soluzione che sicuramente lascia molti dubbi sul suo utilizzo.Se son rose..fioriranno. Per ora solo il nucleare dà le garanzie.

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  3. Caro chiurlo si sta parlando di San Marino, credo che tu sia andato un po' fuori tema...
    Non credo che una centrale nucleare sia una soluzione per il nostro paese.
    Per una centrale nucleare serve qualche ettaro di terreno (e qui abbiamo già un problema), serve l'uranio (e qui abbiamo un secondo problema), serve acqua (e qui il terzo), servono torri di raffreddamento alte 80 m (ed il testo unico permette costruzioni alte al massimo 30 m).
    Fatta la centrale poi bisogna chiedere ad Hera se possiamo portare le scorie nella valle dell'Uso...


    Caro pietro i pannelli costano un bel po' infatti in Italia e nel resto d'Europa si sono dovuti inventare diverse forme di incentivazione per poter sostenere un mercato che altrimenti non esisterebbe. Il tuo post non aggiunge niente a ciò che già si sapeva ed è totalmente superfluo e superficiale.

    Sinceramente mi sembra che entrambe gli interventi siano poco pertinenti. Assomigliano a quelle frasi dette da quei dottori che esercitano solamente nei bar con un boccale di birra e se ne intendono, a loro dire, di tutto ai massimi livelli. Spero che in futuro possano esserci contributi migliori di questi.
    Anche se non si conoscono i problemi e le dinamiche del mercato energetico è possibile produrre post migliori semplicemente cercando di essere più umili e rendendosi conto della propria ignoranza (nel senso etimologico del termine ossia quello di ignorare le problematiche in oggetto).

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  4. Stia tranquillo. Ammetto la mia ignoranza in materia. Riporto solo quanto casualmente letto sulla energia solare in più sedi .Sò benissimo che si parla di San Marino. Appunto! Mi spiace che abbia pensato che io pensassi ( scusi ancora la licenza poetica)ad una centrale in territorio.Non solo sarei ignorante , ma anche molto stupido, non crede? A proposito poi di costi , concordo con il sig. Pietro. Lei ci dimostri il contrario!
    Grazie e scusi se sono andato fuori tema, un'altra volta starò più attento!

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  5. qui non si può più neanche scherzare...

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