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giovedì 15 maggio 2008

Soviet o riforme?

di MarcOne

Direttore, non ne possiamo più di vedere che i nostri politici spinti da generiche motivazioni presentino dei disegni di legge il cui unico scopo è repressivo, di limitare le libertà civili e di ribaltare il concetto di Stato libertario e libero. Questa necessità di creare strutture e sovrastrutture, "autorità" di settore ed uffici che controllano con una burocrazia al limite della demenza. Tutti sperimentano ogni giorno il fatto di dover produrre certificati per avere certificati per fare domande ed avere risposte su argomenti sui quali lo Stato è già in possesso di tutte le informazioni su ogni singolo cittadino. Più in generale sembra di assistere al ritorno di un neo soviet che da una parte di ce di voler promuovere la modernità e le riforme e dall'altro statalizza a piene mani. La recente proposta di legge sull'editoria ne è la prova lampante. Si restringono le libertà del peraltro già basso livello dell'informazione sammarinese, velinara e inquinata, proponendo una serie di strutture e sovrastrutture, di authority, uffici, corporazioni, rilascio di patenti che sinceramente fanno ridere tutti. Un ministro che non capisce la differenza fra informazione e comunicazione, fra libertà di scrivere senza avere una patente ed una coprporazione che finirà, come in Italia, per divenire una casta di servitori obbedienti ai gruppi di potere di turno, limitando l'accesso alla professione. Raschi che scrive su questo Blog ha ragione, occorre abolire il valore legale dei titoli di studio, occorre abolire le corporazioni, gli ordini e riportare tutto ad un livello di libertà ovvero di libere professioni entro le quali il mercato, la qualità ed i cittadini decidono a chi affidarsi senza patenti di serie A o B, senza caste, senza autorità inutili e costose in un territorio così limitato che già deve sobbarcarsi spese correnti oltre il 90% per una macchina pubblica che non solo non funziona, ma non offer alcun servizio di rilevante qualità per i cittadini. Tutti rivendicano il diritto di scrivere su un periodico e nessuno può dare a priori patenti per farlo o per negarlo. Se non infrango alcuna legge perchè non potrei scrivere un mio quotidiano? Perchè dovremmo pagare una autorità che vigili sui giornali e giornalisti quando esistono leggi precise ed un Tribunale cui rivolgersi? Forse perchè i giornalisti non sanno fare il loro mestiere? Ma perchè lo Stato dovrebbe spendere denaro pubblico per vigilare cosa scrivono i giornali? E, come la mettiamo, Direttore, con i Blog, i siti internet e tutti i vari strumenti? Ci sarà una patente rilasciata direttamente dall'autorità?Il "nuovo Soviet", lo Stato di polizia, repressivo e controllore che vorrebbero alcuni, mal si sposa con le istanze crescenti di ammodernamento, con i venti di riforma, di new deal tecnologico e di libertà che in maniera sempre crescente nascono dai cittadini. Se i politici, di governo sopratutto, non riescono a cogliere che occorre fare passi riformatori e dare a questo Stato un nuovo assetto con maggiori libertà e meno regime concessorio del capo di turno, allora significa che il problema è molto grave e che occorre un ricambio della classe politica intera.

1 commento:

  1. Caro MarcOne, ho preso tempo, ho voluto rispondere solo dpo un'attenta riflessione su quanto (tanto!) scritto nel post del 15 maggio sul tema dell'informazione, ma alla fine, per quanto leggessi e rileggessi, per quanto tentavo di offrire risposte rassicuranti, non mi veniva in mente nulla che potessi offrire a discolpa dell'andamento delle cose. Sono costretto a dare ragione nuovamente al lucido MarcOne (e anche a Raschi, quando vuole abolire il valore legale dei titoli), anche se questa volta posso solo aggiungere che, nell'informazione, come in ogni altra attività, la professionalità non guasta, ed un livello (minimo) di conoscenza del proprio mestiere in qualche misura dovrà pure essere garantita? Fermi restando sia i diritti di comunicazione che quelli di informazione, garantiti a tutti coloro che vogliono impegnare la propria voce, ma con i distinguo che devono caratterizzare la professione del giornalista. Infatti, ad un blog chiedo di comunicarmi generici contenuti (poi mi sceglierò quelli che più mi interessano), ad uno strumento d'informazione devo chiedere necessariamente di essere organicamente e correttamente informato sui fatti (e possibilmente anche sulle opinioni), e questa è materia ben più complessa.... come ben sappiamo tutti! Grazie per l'arguto intervento.

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