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venerdì 14 marzo 2008

Blog sempre più "frequentato, bene: l'apatia sembra stia scemando

di Francesca Busignani

“Volete che l’elettore in occasione delle elezioni politiche possa manifestare una unica preferenza per i candidati appartenenti alla lista prescelta? ” Il Referendum è fissato per domenica 16 marzo 2008 e per i promotori farà tremare il vecchio sistema delle “cordate” spinte dalla sinergia fra affari e politica. Affermano che, se approvato potrebbe tutelare i giovani capaci di ragionamenti ponderati. L’attuale sistema elettorale a 3 preferenze, dicono, punta prevalentemente sul voto estero che essendo meno informato del reale vissuto del Paese è più indirizzabile; con la preferenza unica il vecchio sistema scomparirà. C’è chi dice invece, i contrari, che con una sola preferenza ci sarà la riduzione delle opportunità dei giovani di entrare in Consiglio proprio perché molti ragazzi, pur con molti buoni propositi, non riusciranno a “sostenersi” in campagna elettorale. Asseriscono che i voti esteri o quelli pilotati interni esisteranno egualmente e quindi i volti nuovi saranno ancor più relegati alle “rimanenze”dei signori della politica. Continuano dicendo che non ci si deve illudere che la preferenza unica elimini questi signori, tutt’altro, i loro agganci e i loro posti di comando li renderanno ancora più forti perchè il divario di voti diverrà enorme rispetto ai novizi; solo quelli con famiglie potenti e ammanigliate potranno tentare delle mini cordate, rischiando di vedere instaurate in Consiglio mini oligarchie. Queste, grosso modo sono le due scuole di pensiero che dividono la Repubblica. La mia considerazione in merito è che chi veramente è propenso al bene del Paese ed è un volto nuovo, con la preferenza unica o con le tre preferenze, ha le stesse identiche possibilità di emergere come no. Mi spiego: purtroppo sia con l’una che con l’altra i favoriti saranno sempre quelli che siedono già sullo scranno del potere poiché essendo dei professionisti del settore sanno bene come muoversi in campagna elettorale dentro e fuori territorio, garantendosi un tot di voti. Siamo onesti, la vita reale non è quella dei telefilm e chi è ai vertici, avrà sempre e comunque più influenza e mezzi maggiori di chi tenta di emergere. Il politico navigato ha anche un altro grosso vantaggio: nel bene e nel male non è un incognita. Qui non si tratta di 1 o 3, qui si tratta di cambiare l’andamento generale di sfiducia del sistema politico del Paese. Se la certezza dell’intento di chi si candida, si riappropriasse dell’elettore, giustamente saturo di tutte le doppiezze commesse in questi anni, si voterebbe veramente in direzione del meritevole, novizio o esperto che sia, della persona volenterosa di scardinare un sistema afflitto da lotte intestine sterili e snervanti. Non è così, e non lo è perché essendo tutti giustamente sfiduciati chi non ha niente da perdere se ne frega, chi ha qualcosa sul piatto ha paura di perderlo, chi ha investito molto vuole raccoglierne i frutti e chi è avido vuole a prescindere. Entrare nel sistema per risanarlo da dentro, questo conta. Sicuramente, sia con 1, 3 o 100.000 preferenze, la difficoltà, per chi dietro di se a solo se stesso, la propria integrità e del sano ma non bigotto nazionalismo, è molto presente; d’altronde non tutti però hanno la forza di essere integerrimi condottieri. Certo asetticamente parlando 3 scelte sono meglio di 1: la pluralità è sempre sinonimo di libertà valutativa. In ogni caso tutti gli addetti ai lavori attendono con trepidazione l’esito di questo Referendum poiché essendo un salto nel buio nessuno sa con certezza come e se cambierà qualcosa. Questa è la percezione che una volta tanto accomuna tutti i politici.

1 commento:

  1. questa ragazza è sempre di un acuto pazzesco, grandissima!!!!!!!!!!!!!!

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