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mercoledì 26 marzo 2008

Giornata Mondiale dell'Acqua

di Paolo Forcellini

Il 22 Marzo, data scelta dalla Conferenza Mondiale sull’Ambiente tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992 , è stata dichiarata, “GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA”, anche se a Ginevra l’O.N.U. l’ha celebrata con due giorni di anticipo poiché sarebbe caduta in concomitanza con le vacanze Pasquali. Una giornata dedicata in particolare alla carenza dei servizi igienici , cui non hanno ancora accesso, secondo le ultime statistiche, almeno 2,6miliardi di persone delle quali 980 milioni bambini , con gravi ed immaginabili conseguenze sanitarie .Anche a San Marino qualcuno l’ha voluta ricordare ,con un esauriente servizio della RTV , e l’Istituto Europeo per l’Ambiente con la premiazione dei giovani studenti delle scuole Medie Statali ,vincitori del Concorso indetto dallo stesso I.E.A., sul tema “ Amiamo l’acqua anche quando c’é”. Una proposta educativa, che ricorda loro l’importanza dell’acqua per il loro futuro e contemporaneamente li invita al risparmio soprattutto quando l’acqua abbonda e non si è in emergenza idrica . Un’ emergenza che si rinnova periodicamente con l’avvicinarsi dell’estate e che in questi ultimi anni ha interessato un numero sempre maggiore di Nazioni a causa dei ben noti cambiamenti climatici che stanno colpendo il nostro pianeta. E’ ormai assodato che l’aumento delle temperature ,unito a rigidità atmosferica, determinerà una maggiore richiesta di risorse idriche .”Non c’è dubbio- sottolinea un esperto di Greenpeace- che i cambiamenti climatici sono una delle cause principali di uno stress idrico. Se la media della temperatura aumenterà di oltre due gradi rispetto ai livelli pre-industriali, ci saranno dai 2 ai 3 miliardi di persone potenzialmente senza accesso all’acqua. Tutto ciò sta diventando una questione molto seria” . E se oggi i pericoli di una guerra vengono dal petrolio, un domani, molto prossimo, saranno le forniture idriche a diventare la causa di conflitti internazionali . All’inizio del terzo millennio sono ben 31 i paesi dove scarseggiano le risorse idriche, molti dei quali si trovano in Africa ed in Medio Oriente. Ciò sta a significare che 1 miliardo e 200 milioni di persone , circa un quarto dell’intera popolazione mondiale, non ha accesso ad acqua pulita e sicura mentre più di 2 miliardi soffrono di carenze sanitarie legate alla penuria di acqua, che sono principalmente di natura ecologica come l’errato sfruttamento dei terreni,la distruzione delle foreste tropicali l’aumento esponenziale della popolazione mondiale la quale per il 40% dipende esclusivamente da sistemi fluviali in comune a due e più paesi. E quando l’acqua scarseggia è inevitabile che nascano dei conflitti. Tutti ricorderanno la guerra dei “ sei giorni” del 1967. Gli scontri fra Israele e la Siria per le alture del Golan, e con Amman per il controllo della Cis Giordania ,segnati da aspre contese per le acque del lago di Tiberiade, del fiume Giordano e dei suoi affluenti . Tra Egitto Sudan ed Etiopia è tensione perenne per le acque del Nilo , tra Turchia Siria ed Iraq per quelle del Tigri ed Eufrate e fra India e Bangladesch per quelle del Gange. Ad una prima lettura sembrerebbe che i problemi legati all’emergenza idrica debbano coinvolgere e siano limitati solo al Terzo Mondo .Ma anche nei paesi più ricchi ed industrializzati l’acqua assume un valore superiore al petrolio in quanto l’inquinamento ed il degrado ambientale ed il mutamento del clima incidono maggiormente ed in tempi più brevi sull’ambiente. L’acqua da bere per la salute del corpo con il tempo diventerà un privilegio per molti paesi , mentre contemporaneamente entro il 2025 i due terzi della popolazione non potrà disporre di acqua da bere. Sarà una vera emergenza. Ecco allora il motivo di tanti inviti a non sprecare acqua , dopo che la nostra civiltà ci ha abituati ad abusare delle risorse .Noi europei ,per nostra fortuna e per profusione di mezzi tecnici ed economici, a differenza della popolazione africana, sino ad oggi non abbiamo avuti grandi problemi. Ma d’ora in poi dovremo cominciare a preoccuparci . Da anni su tutto l’arco alpino si registrano ulteriori regressioni del limite delle nevi permanenti, i ghiacciaio che sono arretrati centinaia di metri , l’effetto serra ed il buco dell’ozono sono spauracchi per il nostro modo di vivere , l’acqua, quella buona ,quella potabile sempre più minacciata da mille insidie .Ecco allora l’allarme per una emergenza idrica, ecco i decreti per risparmiare l’acqua in agricoltura, industria ,sport, nel quotidiano , ecco attivarsi le varie iniziative di sensibilizzazione della popolazione e dei giovani tramite le scuole. E ciò, anche per Repubblica di San Marino, che solo da pochissimi anni si è dovuta porre il problema, soprattutto a causa della dipendenza idrica verso realtà di fuori confine, in quanto non autosufficiente per il proprio fabbisogno interno. E per fortuna di certi accordi , che speriamo possano perdurare nel tempo, in particolare quello con la diga di Ridracoli , che permette il nostro approvvigionamento che va ad incrementare quello delle fonti tradizionali quali quelle locali e serbatoi alluvionali del Marecchia. Ma appunto perché dipendenti in massima parte da Ridracoli, che quest’anno sembra aver fatto il pieno con le recenti nevicate, anche San Marino non deve sprecare acqua . L’acqua è un bene di tutti, e deve essere saggiamente gestita da ognuno di noi. Farne un utilizzo moderato e corretto significa praticare una efficace protezione ambientale e contribuire a salvaguardare la risorsa idrica anche per il futuro. Un invito non solo per i cittadini ma anche per i politici, sempre pronti a firmare accordi e protocolli d’intesa ,durante Conferenze organizzate nelle più disparate parti del mondo per la salvaguardia dell’ambiente ,che poi difficilmente trovano un seguito pratico.

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