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lunedì 31 marzo 2008

Superstrada: l'ennesima prepotenza di una classe politica

di Gian Franco Frisoni

Dopo aver permesso un’urbanizzazione selvaggia senza un adeguato sviluppo della viabilità e senza fare nulla o quasi per contrastare il superamento dei limiti di velocità, causa principale degli incidenti sulla Superstrada, non trova di meglio che chiudere i passaggi a raso creando forti disagi ai cittadini.
La ricerca della sicurezza sulle strade sammarinesi è prioritaria. Troppo alto il rischio che corrono i cittadini percorrendo le strade della nostra Repubblica e troppe le famiglie in lutto. Ma occorre cercare tutte le soluzioni possibili nel rispetto del diritto dei cittadini ad abitare in un paese vivibile.
Non ci sono marciapiedi. I passaggi pedonali sono pochi e pericolosi e a parlare di sottopassi o sovrappassi si rischia la vergogna (vedi sovrappasso di Serravalle).
Questa incoerente striscia d’asfalto che di 'super' ha solamente il numero degli incidenti quotidiani, rischia di dividere il paese in due. Per ritirare mia figlia dalla fermata del pullman scolastico, di fronte casa, dall’altra parte della strada, dovrò tirare fuori la macchina, fare quattro km, farla salire, per poi fare altri 2 km per tornarmene a casa.
Hanno pensato poi i nostri geniali politici che chiudendo questi nevralgici passaggi a raso il traffico si concentrerà inevitabilmente sulle ridicole rotonde di Fiorina e soprattutto di Serravalle che attraversare ora è gia difficile, con i suoi 5 ingressi e un diametro da piadina romagnola!
Prima di chiudere questi sicuramente pericolosi passaggi a raso, si poteva tentare di regolamentarli con delle limitazioni alle svolte e divieti di sorpasso in loro prossimità, supportati da adeguate segnaletiche orizzontali. Si doveva soprattutto, tentare di limitare gli eccessi di velocità collocando, ad esempio, degli autovelox in prossimità dei passaggi (ci sono riusciti anche ai Cantelli di Verucchio, ma evidentemente sono molto più avanti di noi!).
Ora invece la velocità verrà tutelata e quasi incoraggiata dall’assenza di ostacoli, a rischio dei cittadini che risiedono o che solo si avvicinano alla super(!)strada.
So quello che dico. Sono nato ai bordi di quella strada e da bambino ci potevo giocare anche a pallone mentre ora ho il terrore che la mia bambina ci si avvicini.
Prepotenti e ottusi politici, grazie per tutto questo.

4 commenti:

  1. Gentile signor Frisoni, sommessamente, pacatamente e modestamente mi permetto di dissentire in modo totale ed assoluto con la sua nervosa impennata. Partendo dal presupposto (ovvio ed implicito) che la soluzione al problema del pericolo sulle strada possa partire solo ed unicamente da una sommatoria di provvedimenti, fra i quali alcuni che lei opportunamente cita (controllo della velocità, corretta viabilità ed urbanizzazione, segnaletiche appropriate, ecc.), devo però constatare che, ancora una volta, noi cittadini sammarinesi tendiamo a promuovere e suggerire sempre e solo le soluzioni che più ci fanno comodo, personalmente e soggettivamente. Torno a ripetere (fino alla noia) che da questi interventi dobbiamo trarre il solito monito: facciamo tornare al più presto un serio ed adeguato insegnamento dell’educazione civica nelle nostre scuole. Il senso civico, l’attenzione ai bisogni della collettività, la solidarietà sociale, l’amore per le proprie istituzioni, infatti, partono da questi elementari quanto indispensabili insegnamenti scolastici, oggi eccessivamente sottovalutati, con le conseguenze sotto gli occhi di tutti, ed esplicitate da un intervento come il suo. Non è possibile pensare, infatti, che un pur parziale provvedimento atto a limitare quanti più danni possibili derivanti da una pessima viabilità ed una inesistente educazione stradale, venga preso da singoli cittadini, danneggiati nel loro micro spazio territoriale (3 o 4 km in più ogni mattina: sic!), come un affronto perpetrato ai danni delle libertà individuali da politici incapaci. Sebbene l’assunto che i nostri politici siano poco capaci e che la nostra libertà individuale sia messa costantemente a repentaglio non sia opinabile, tuttavia non accetto e non condivido il suo giudizio, per giunta così viziato di acredine, derivante solo dal presunto leso diritto privato ed individuale di accompagnare la propria figlia al bus scolastico senza doversi sottoporre ad un percorso prolungato di qualche migliaio di metri. Lei, come tutti noi, ha il terrore che un bimbo si avvicini a quella cosiddetta superstrada, luogo di morte e inciviltà, ma come molti rinuncia ad un solo millesimo delle sue comodità quotidiane pur di iniziare un ben più complesso percorso di messa in sicurezza delle nostre strade. Inaccettabile da un cittadino che voglia ritenersi tale. Se poi il suo sfogo volesse solo denunciare una scarsità d’interventi in materia, in questo caso – ma solo in questo – posso associarmi alla sua alterata protesta.

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  2. Ho girato e giro per l'Europa in grandi e piccole città e sono totalmente d'accordo con il Direttore. La Superstrada deve essere chiusa in ogni tratto per impedire attraversamenti a raso e inversioni pericolose, eliminata qualche rotonda superflua e costruiti i sovra o sotto passi come in tutte le città civili che si rispettino. E' semplice farlo con ponti di legno economici e non faraoniche opere, dispendiose per la comunità e inutili ai più. I marciapiedi e gli attraversamenti pedonali in un supestrada sono in antitesi con il concetto stesso. Si guardi ad esempio altre superstrade a noi vicine... Semmai i marciapiedi e le piste ciclabili vanno costruite altrove, ma intanto si inizi dai sovrapassi ed a guardare più in là dei singoli interessi privati, di Castello o di rione e si evitino altre rotonde inutili.
    MarcOne

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  3. Gentile Direttore
    Sono spiacente che abbia frainteso gli intendimenti del mio intervento a tal punto da prenderlo ad esempio di mancanza di senso civico e attenzione ai bisogni della collettività. Non è l’amore per il mio paese che mi difetta. Sono uno di quei sammarinesi ai quali viene il “magone” in gola quando, di ritorno da qualche viaggio, dall’autostrada, intravede il nostro monte.
    La mia “nervosa impennata” nasce da una analisi dei mali della viabilità sammarinese che presenta carenze strutturali, legislative, organizzative, quanto di buon senso.
    A livello europeo (“programma di azione europeo per la sicurezza stradale” del 2003) si è concordi nell’individuare nella velocità eccessiva e inadatta (all’origine da sola di circa un terzo degli incidenti mortali e gravi), unita all’inosservanza da parte degli utenti della legislazione di base in materia di sicurezza stradale (guida in stato di ebbrezza, uso della cintura, casco) nella causa della metà degli incidenti mortali. In questo contesto, assume particolare importanza la concezione delle strade e delle sue infrastrutture che anno un ruolo essenziale nell’influenzare in modo positivo i comportamenti e ridurre il numero di sinistri e la loro gravità.
    Gli studi della commissione europea indicano che per migliorare il rispetto delle norme da parte degli utenti della strada occorre adottare un approccio globale che combini controlli di polizia a opere di educazione e sensibilizzazione. L’utilizzo della tecnologia ha portato buoni risultati. Nel Regno Unito, l’installazione di telecamere ha ridotto la velocità media di 9 km che è bastato a eliminare un terzo degli incidenti.
    Riportiamo queste conclusioni alla realtà sammarinese.
    Manca un vero e proprio codice stradale che, partendo dalle basi tipo classificazione delle strade e delle sue infrastrutture, definisca in modo chiaro e comprensibile i comportamenti da tenersi sulla strada.
    I controlli sono resi difficili dalla mancanza mezzi tecnologicamente avanzati che permettano l’ottimizzazione del lavoro delle forze dell’ordine e la rilevazione delle infrazioni.
    Sicuramente una migliore organizzazione dei corpi di polizia potrebbe giovare alla causa. Impiegando strumenti moderni per il rilevamento delle scene dei sinistri ad esempio si potrebbero liberare risorse umane da impiegare nella prevenzione.
    Molto importante, al fine della prevenzione, è la raccolta e l’analisi dei dati riguardanti gli incidenti ( luogo e causa), in modo da poter valutare gli interventi più adeguati per diminuire la pericolosità dei punti critici.
    Al fine di scoraggiare i comportamenti erronei degli utenti, è auspicabile l’introduzione di sanzioni efficaci non solo pecuniarie, come il ritiro della patente, oggi altamente improbabile e facilmente eludibile da chi si può permettere costosi avvocati. Sicuramente non aiuta il fatto che il capo della polizia civile abbia potere di discrezionalità sulle sanzioni, potendole stralciare, sconfessando di fatto l’operato dei suoi sottoposti.
    Occorre inoltre che le forze di polizia siano dotate di strumenti legislativi e tecnici per intervenire efficacemente nella lotta contro la guida in stato d’ebbrezza.
    Sul piano delle infrastrutture e dell’organizzazione urbana, le carenze sono molteplici. Mancano strade perimetrali che possano rappresentare una valida alternativa alla superstrada.
    Mancano parcheggi e vie pedonali. Le abitazioni e le attività produttive e commerciali, non sono servite da parcheggi e da collegamenti pedonali sicuri tra le aree di sosta e gli ingressi. Questo si può generalizzare per la maggior parte delle strade sammarinesi ma è valido soprattutto per la superstrada dove centinaia di abitazioni e di attività si affacciano direttamente ognuna col proprio accesso. Le scelte urbanistiche, anche recentissime, non sembrano intenzionate ad invertire la tendenza. Basti pensare, rimanendo nei pressi dei passaggi chiusi, al “palazzone” costruito al posto della villa Marcucci (con ingresso in piena curva) o al nuovo accesso, creato per servire la recente urbanizzazione, pochi metri sopra la rotonda di Fiorina dove prima c’erano solo alberi.
    In questo contesto, con la chiusura dei passaggi a raso non si è iniziato nessun percorso di messa in sicurezza delle nostre strade. Sembra anzi una soluzione incoerente con contorni paradossali. Si decide per una urbanizzazione sempre maggiore ai bordi della superstrada, con tanto di nuovi accessi e si pretende pure di pensarla ancora una strada a scorrimento veloce.
    Questo al di là delle scomodità e dell’impatto seppur pesante sulla vita dei residenti che hanno comunque il diritto e aggiungo il dovere, di difendere la vivibilità del loro “micro spazio territoriale”. Sono convinto infatti che la cura del paese debba partire dal giardino di ognuno di noi.

    Gentile Direttore, sono consapevole che l’analisi seppur volenterosa che ho tentato di fornire rimane per forza di cose incompleta e meriterebbe di approfondimenti per trovare soluzioni più condivise possibile.
    Non pretendo di avere la sua approvazione ma mi auguro, attraverso l’agire quotidiano e l’impegno a migliorare il paese che amo, di meritare l’appellativo di cittadino.
    Cordialmente

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  4. ecco, caro Gian Franco, ORA sono con lei!

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