di Leonardo Raschi - Liberal Sammarinesi
Eppure pareva che le intenzioni fossero le più serie: quella di privatizzare il latte sammarinese. Dopo tanti governi che avevano fatto orecchie da mercante di fronte alla privatizzazione della Centrale del Latte nostrana (nascondendosi dietro il fatto che – grazie al semi monopolio - non vi era nessuna fretta nel privatizzare un’azienda che non perdeva un euro) finalmente un governo che metteva in agenda il problema e procedeva con piglio sicuro nella privatizzazione. Finalmente un governo liberale si diceva. Un governo che si professa liberale e fa qualcosa di liberale.
Ma qualcosa non ha filato per il verso giusto nonostante i compratori non mancassero: il Gruppo Giorgetti, un consorzio sammarinese, la Titancoop, La Sociale e le italiane il caseificio San Leopoldo e la Cooperativa La Lombarda. Come è stato come non è stato uno alla volta i possibili acquirenti sono tutti svaniti nel nulla. Ultima in ordine di tempo quella per cui il caseificio San Leopoldo e la Cooperativa la Lombarda smentivano di avere rappresentanti delegati alla trattativa per acquisire l’”Eurolatte” di San Marino.
E questo è stato il punto più alto della commedia. Nel mezzo ci si è messa anche sinistra unita che nel reclamare il latte sammarinese rimanesse in mani sammarinesi ha contribuito a creare ulteriore confusione. A mio avviso la vendita della Centrale del Latte sarebbe dovuta avvenire alla stessa maniera con cui si sta privatizzando Alitalia: si fissa una data dove i possibili acquirenti fanno pervenire le loro offerte poi il governo decide sulla base dell’offerta più conveniente. Ora la situazione è in una fase di stallo, la privatizzazione è ferma e il governo non sa più che pesci pigliare.
Intanto le attrezzature ed i macchinari della Centrale del Latte sono sempre più fatiscenti ed obsoleti. L’Azienda ha bisogno di ingenti investimenti di denaro fresco per cercare di portare le attrezzature dell’Azienda a degli standard minimi di accettabilità tecnologica. Ma a questo punto ci sorge un sospetto: non vorrei che qualcuno aspettasse che sia lo stato a mettere i soldi per ristrutturare l’Azienda e a quel punto l’Azienda sarebbe bel e pronta ad andare sul mercato magari in mano di qualche amico del potente di turno. Sarebbe l’ennesimo scandalo alla sammarinese.
lunedì 17 marzo 2008
Quer pasticciaccio brutto de Strada Genghe di Atto
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